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1) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse<br />

2) Distintivi dorati: piccoli, medi e grandi<br />

3) Portachiavi: smaltato<br />

4) Orologio<br />

5) Crest grande<br />

6 Labaretto<br />

7) Emblema Araldico<br />

8) Cartolina, cartoncino doppio e busta<br />

9) Fermacarte in onice<br />

10) Posacenere<br />

11) Attestato di Benemerenza<br />

12) Cravatta: disponibile in lana e seta<br />

13) Foulards in seta<br />

14) Mug<br />

15) Fermacarte peltro<br />

16) Copricapo a bustina<br />

Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che in caso di carenza di materiale possono richiederlo alla Presidenza Nazionale<br />

<strong>del</strong>l’Istituo. Le spese di spedizione saranno a carico <strong>del</strong>le Federazioni ed aggiunte al costo <strong>del</strong> materiale.


PERIODICO<br />

NAZIONALE<br />

DELL’ISTITUTO<br />

DEL NASTRO<br />

AZZURRO FRA<br />

COMBATTENTI<br />

DECORATI<br />

AL VALORE<br />

MILITARE<br />

ANNO XLX - N. 5 - SET./OTT. 2011 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 MP-AT/C-CENTRO/RM


2<br />

• Comunicazioni Pag. 2<br />

• Editoriale: Repubblica <strong>del</strong>le banane? No!!! “” 3<br />

• Lettere a “Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>” “” 4<br />

• 2001-2011: dieci anni dopo le Twin Towers “” 6<br />

• 10 giugno: Festa <strong>del</strong>la Marina “” 8<br />

• Le origini “” 8<br />

• 237° Anniversario <strong>del</strong>la GdF “” 10<br />

• Motivazione <strong>del</strong>la Medagkia a Valore <strong>del</strong>la GdF “” 11<br />

• Storia <strong>del</strong> Corpo <strong>del</strong>la GdF “” 11<br />

• Ancora morti italiani in Afghanistan “” 12<br />

• Il Commento “” 13<br />

• 84° Raduno Nazionale degli Alpini “” 14<br />

• Il mulo Scu<strong>del</strong>a “” 17<br />

• MOVM eccellenti: il generale Alberto Li Gobbi “” 18<br />

• Motivazione <strong>del</strong>la medaglia al gen. Li Gobbi “” 19<br />

• 1911-2011: Italia e Libia cento anni dopo “” 20<br />

• 1911: la guerra Italo Turca “” 22<br />

• Detto fra noi “” 24<br />

• Notizie in <strong>Azzurro</strong> “” 25<br />

• Mostra per i 150 anni <strong>del</strong>l’Unità d’Italia a Sondrio “” 26<br />

• El Alamein: sconfitti con onore “” 28<br />

• Progetto “El Alamein” “” 30<br />

• Resoconto missione El Alamein “” 32<br />

• Il Sacrario “” 35<br />

• Azzurri che si fanno onore “” 36<br />

• Potenziamento giornale “” 37<br />

• Cronache <strong>del</strong>le Federazioni “” 38<br />

• Azzurri nell’azzurro <strong>del</strong> cielo “” 46<br />

• Recensioni “” 47<br />

• Oggettistica <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> “” 48<br />

In copertina:<br />

2001-2011: dieci anni dopo le Twin Towers<br />

“IL NASTRO AZZURRO”<br />

Ha iniziato le pubblicazioni a Roma il 26 marzo 1924<br />

(La pubblicazione fu sospesa per le vicende connesse al secondo conflitto mondiale e riprese nel 1951)<br />

Direz. e Amm.: Roma 00161 - p.zza Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org -<br />

E-mail: redaz.nastroazzurro@libero.it - Direttore Editoriale: Carlo Maria Magnani - Presidente Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> - Direttore<br />

Responsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Carlo Maria Magnani, Antonio Daniele, Francesco Maria Atanasio,<br />

Graziano Maron, Antonio Teja, Giuseppe Picca, Antonio Valeri, Federico Vido, Giorgio Zanardi - Segretaria di Redazione: Barbara<br />

Coiante - Autorizzazione <strong>del</strong> Tribunale Civile e Penale di Roma con decreto n.° 12568 <strong>del</strong> 1969 - Progetto Grafico e stampa:<br />

Arti Grafiche San Marcello s.r.l. - v.le Regina Margherita, 176 - 00198 Roma - Finito di stampare: settembre 2011<br />

Per abbonarsi i versamenti possono essere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”, oppure<br />

su C/C Bancario CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA - Filiale di Roma - P.zza Madonna Loreto, 24 - c/c n. 0722122-3 - CIN IT “A” -<br />

ABI 06155 - CAB 03200 - IBAN: IT69A0615503200000000002122 - C.F. 80226830588<br />

Abbonamento ordinario: 20 Euro; sostenitore: 25 Euro; benemerito: 30 Euro e oltre.<br />

Associato alla Unione Stampa Periodica IL NASTRO Italiana


EDITORIALE: REPUBBLICA DELLE BANANE? NO!!!<br />

Mentre stavo scrivendo l'editoriale<br />

di questo numero<br />

<strong>del</strong> nostro periodico si<br />

celebravano le ese<strong>qui</strong>e <strong>del</strong>l'ultimo<br />

nostro Caduto in<br />

Afghanistan e così ho deciso di<br />

non parlarvi <strong>del</strong> 20 settembre<br />

1870 e di Porta Pia ma di farvi<br />

partecipi di alcune considerazioni,<br />

traendo lo spunto da un pensiero<br />

espresso da un mio collega<br />

in un sito internet nel quale il<br />

mio corso di Accademia scambia<br />

le proprie idee.<br />

Le nostre Forze Armate, sin dal lontano 1900, sono chiamate<br />

a dare il loro contributo a contingenti internazionali<br />

impegnati fuori dal territorio nazionale in quelle che i tecnici<br />

definiscono operazioni di "peace<br />

keeping", che comportano ovviamente<br />

dei rischi per chi è chiamato<br />

a farne parte. Il primo caduto italia- LE NOSTRE FORZE ARMATE, SIN DAL<br />

no fu il Sottocapo <strong>del</strong>la Regia Marina LONTANO 1900, SONO CHIAMATE A DARE IL<br />

Vincenzo Rossi, decorato di LORO CONTRIBUTO A CONTINGENTI<br />

Medaglia d'Oro al Valor Militare, che INTERNAZIONALI IMPEGNATI FUORI DAL<br />

perse la vita in Cina durante la rivol- TERRITORIO NAZIONALE ... IL PRIMO<br />

ta dei Boxer. È stato poi un lento ma CADUTO ITALIANO FU IL SOTTOCAPO<br />

continuo stillicidio di perdite, alcune DELLA REGIA MARINA VINCENZO ROSSI,<br />

più ricordate quali l'eccidio dei 13 DECORATO DI MEDAGLIA D'ORO AL VALOR<br />

Aviatori a Kindu nel 1961, i caduti MILITARE, CHE PERSE LA VITA IN CINA<br />

<strong>del</strong>l'Operazione Ibis II al Checkpoint DURANTE LA RIVOLTA DEI BOXER.<br />

Pasta nel 1993, la strage di Nassirya<br />

nel 2003, altre che diventano quasi<br />

un'abitudine e <strong>qui</strong>ndi vengono trattate dai media come notizie<br />

secondarie.<br />

"Cerco di immedesimarmi nei panni di un qualsiasi genitore,<br />

<strong>del</strong>le mogli, dei figli, <strong>del</strong>le fidanzate, dei fratelli e <strong>del</strong>le<br />

sorelle di quei ragazzi che ogni giorno, lontani da casa, si<br />

chiedono che cosa riservi loro il destino. La loro vita deve<br />

scorrere diversamente da quella che mi vede, ci vede, ogni<br />

giorno attivi in questa società <strong>del</strong> benessere. Uno di quei<br />

parenti sa per certo che nessuna <strong>del</strong>le agiatezze riservateci<br />

può essere goduta dal familiare in missione. Nulla è uguale<br />

al nostro modo di vivere, ma non deve essere questo il loro<br />

problema. Come sempre il rischio di chi lo corre e la paura<br />

di quelli che restano sono in qualche modo metabolizzati ed<br />

esorcizzati, pur restando integri ed incombenti nelle loro<br />

coscienze. E così, le loro giornate non possono essere spensierate<br />

né avere quegli sprazzi di serenità che ognuno di noi<br />

ha, pur in presenza di problematiche incombenti, di familiari<br />

lontani, di situazioni critiche che un sorriso riescono a strappartelo<br />

comunque… Le notizie brutte hanno sempre, in quei<br />

casi, la veste di una uniforme, di più uniformi che, con grande<br />

partecipazione, si stringono in una comunione di sentimenti.<br />

Ma, mi chiedo, quando fortunatamente, ed è la stragrande<br />

maggioranza dei casi, ciò non si verifica, siamo certi<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

che le sollecitazioni non abbiano comunque modificato<br />

anche il modo di essere di chi è in attesa <strong>del</strong> rientro <strong>del</strong> proprio<br />

Caro?<br />

A queste persone sconosciute e forse poco considerate,<br />

che prendono corpo solo quando offrono il loro dolore e la<br />

loro considerevole dignità a testimoni scomodi <strong>del</strong>la loro tragedia,<br />

vuole oggi andare, con il mio pensiero, la simpatia e<br />

la più alta considerazione per ciò che essi rappresentano nel<br />

sostegno ai loro Cari ed alla Nazione tutta". (Carlo Minchiotti)<br />

In questi giorni ricorreva anche il decennale <strong>del</strong> G8 di<br />

Genova, di quel saccheggio <strong>del</strong>la città ligure da parte dei<br />

manifestanti, <strong>del</strong>la morte di Carlo Giuliani, <strong>del</strong>l'incursione<br />

nella Scuola Diaz. Cortei, celebrazioni, speciali TV a senso<br />

unico, interviste ai genitori <strong>del</strong> martire. Perché martire?<br />

Perche il povero Carlo quel fatidico giorno stava andando al<br />

mare, infatti aveva il costume sotto la tuta, poi visto quello<br />

che stava accadendo, spinto da un istinto resistenziale (parole<br />

<strong>del</strong> padre) ha deciso di partecipare<br />

allo scambio di idee tra i manife-<br />

stanti e le forze <strong>del</strong>l'ordine e, per<br />

raffreddare gli animi si è diretto<br />

verso un mezzo dei Carabinieri<br />

brandendo un estintore. Un<br />

Carabiniere, che non aveva compreso<br />

le buone intenzioni <strong>del</strong> coetaneo,<br />

ha deciso di sparare e tutti sappiamo<br />

come è finita.<br />

Sicuramente la perdita di un<br />

figlio è il più grande dolore che un<br />

genitore possa provare e <strong>qui</strong>ndi<br />

rispetto i sentimenti di tutti coloro<br />

che sono stati colpiti da una simile<br />

disgrazia. Ma quale differenza di trattamento nei mesi e negli<br />

anni successivi al tragico evento! Gli Uni praticamente<br />

dimenticati, almeno dalle fonti di comunicazione; l'altro<br />

osannato, la madre eletta senatrice <strong>del</strong>la Repubblica, l'intitolazione<br />

di un'aula <strong>del</strong>la Camera, prossima beatificazione. La<br />

stessa madre che il giorno dopo la ricorrenza <strong>del</strong>la morte <strong>del</strong><br />

figlio ha guidato un corteo di manifestanti contro la realizzazione<br />

<strong>del</strong>la TAV in Piemonte. Forse voleva creare i presupposti<br />

per produrre altri martiri.<br />

Persino un gruppo di alpini in congedo ha pensato bene<br />

di contestare l'impiego degli Alpini in servizio a difesa dei<br />

cantieri di lavoro, probabilmente preferivano che fossero<br />

impiegati a pulire Napoli dai rifiuti!<br />

Non voglio entrare nella discussione se la TAV sia più o<br />

meno utile, se la realizzazione di quel tunnel produrrà danni<br />

irreversibili al territorio, penso solo che in un Paese democratico<br />

le decisioni <strong>del</strong> Parlamento devono essere rispettate e<br />

fatte rispettare, oppure si cambi la Costituzione e ci si definisca<br />

Repubblica <strong>del</strong>le banane.<br />

Un caro fraterno abbraccio a tutti voi ed alle vostre famiglie.<br />

Carlo Maria Magnani<br />

NNOONN SSEEII SSOOLLOO<br />

LL''iinnddiiffffeerreennzzaa,, ll''eeggooiissmmoo ee llaa ccoonnccoommiittaannzzaa ddii aallttrrii ffaattttii hhaannnnoo rreelleeggaattoo llaa ttrraaggeeddiiaa ddeellllaa TTuuaa<br />

mmoorrttee nneellllee ppaaggiinnee iinntteerrnnee ddii ttuuttttii ii ggiioorrnnaallii;; nneeii tteelleeggiioorrnnaallii,, aaddddiirriittttuurraa,, nnoonn vviieennii nneemmmmeennoo<br />

ppiiùù cciittaattoo..<br />

NNoonn tteemmeerree ppeerròò:: iill ppooppoolloo iittaalliiaannoo nnoonn èè ccoommppoossttoo ssoolloo ddaa aarriiddii,, mmiisseerrii eeddoonniissttii mmaatteerriiaalliissttii<br />

ee ddaa lloorroo ssoosstteenniittoorrii:: ccii ssiiaammoo ee ccii ssaarreemmoo sseemmpprree NNooii cchhee aabbbbiiaammoo aavvuuttoo ll''oonnoorree ddii iinnddoossssaarree<br />

llee ttuuee sstteessssee SStteelllleettttee..<br />

VViivvii iinn eetteerrnnoo..<br />

115500°° CCoorrssoo ““MMoonntteelllloo”” ddeellll’’AAccccaaddeemmiiaa MMiilliittaarree<br />

3


LETTERE A “IL NASTRO AZZURRO”<br />

Risponde il generale Carlo Maria Magnani, Presidente<br />

Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra Combattenti<br />

Decorati al Valor Militare e Direttore Editoriale <strong>del</strong>la rivista “Il<br />

<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>”.<br />

Egr. Sig. Direttore<br />

sono un Socio di questo <strong>Istituto</strong> che ha combattuto la guerra 1940 - 45 nella Marina Militare per<br />

36 mesi, sempre imbarcato su Siluranti. Ho letto la lettera <strong>del</strong> Sig. Stallone che parla di conoscenza<br />

storica, vorrei ricordargli la vera storia non quella politica di comodo:<br />

- 10 Giugno 1940 - Milioni di italiani nelle piazze, illusi come Mussolini, hanno acclamato l'entrata<br />

in guerra, vista la stragrande potenza mostrata dalla Germania;<br />

- 25 Luglio 1943 - Gli italiani sono diventati tutti o quasi antifascisti e questo perché sfiduciati<br />

nell'auspicata vittoria ormai svanita. Il M.llo Badoglio sfacciatamente dichiarava: "L'Italia, gelosa custode <strong>del</strong>le sue millenarie<br />

tradizioni presta fede alla parola data. La guerra continua." quando già da tempo si tramava l'abbandono <strong>del</strong>l'alleato;<br />

- 8 Settembre 1943 - Lo sfacelo completo. Il Re con la sua corte, il Governo, i Generali e gli Ammiragli, in fuga come<br />

ladri di polli, mettendosi al sicuro presso gli anglo-americani, lasciando allo sbando le Forze Armate e il resto <strong>del</strong>l'Italia.<br />

Quello che è successo dopo ne è stata la conseguenza. La faccia si è cercato di salvarla dichiarando la “non belligeranza”,<br />

che poi non è servita a nulla.<br />

Primo Dei Rossi<br />

(socio <strong>del</strong>la Federazione di Venezia)<br />

Carissimo sig. Dei Rossi,<br />

la lettera cui lei fa cenno è stata pubblicata a pag. 4 <strong>del</strong> n.° 6-2010 de "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" ed è stata commentata, come di<br />

consueto fino allo scorso anno, dal nostro Direttore Responsabile, il generale Antonio Daniele, il quale ha voluto porre l'accento<br />

proprio sulla necessità di non utilizzare la "memoria" al posto <strong>del</strong>la "storia", spacciandola per quest'ultima. Ciò, allo<br />

scopo di evitare che libere interpretazioni di vita vissuta possano divenire punti di riferimento in una storia <strong>del</strong> tutto rivisitata<br />

ad uso e consumo di chi racconta, in ultima analisi, soltanto se stesso, oppure di chi vuol piegare l'esposizione <strong>del</strong>la<br />

sequenza degli eventi storici ad esigenze di altro genere.<br />

Lei non sembra cadere in questo errore, pur tuttavia quello che esprime è oggettivamente solo un punto di vista, ampiamente<br />

condivisibile per carità, ma <strong>del</strong> tutto personale su due eventi cardine <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>l'Italia nella seconda guerra mondiale:<br />

l'entrata in guerra e il tentativo di uscirne, miseramente fallito, anzi foriero <strong>del</strong>le successive peggiori disgrazie per il<br />

nostro Paese (divisione in due <strong>del</strong> territorio, deportazione nei campi di sterminio degli ebrei italiani, guerra civile, evidente<br />

mancanza di fiducia da parte dei "nuovi" alleati, ecc …) al punto che ha corredato la sua lettera di quelle "frasi celebri" <strong>del</strong>le<br />

quali, per motivi di spazio, riporto di seguito solo quella, emblematica, di Eisenhower: "La resa <strong>del</strong>l'Italia fu uno sporco affare.<br />

L'Italia è la sola nazione ad avere perso la guerra con disonore."<br />

Su una cosa però è importante fare chiarezza ancora una volta: lo spostamento <strong>del</strong> Re e <strong>del</strong> Governo da Roma a Brindisi<br />

non fu una "fuga" davanti al nemico, ma una manovra politica logica e anche prevista dall'armistizio firmato a Cassibile il 3<br />

settembre 1943. Ciò che la fece apparire come una fuga (ma, ripeto, non lo è stata … almeno nelle intenzioni), fu la modalità<br />

con la quale il Capo <strong>del</strong> Governo, generale Pietro Badoglio, la organizzò. La storia non ha ancora chiarito, e credo che<br />

mai lo potrà fare, perché Badoglio gestisse la fase in assoluto più <strong>del</strong>icata <strong>del</strong> tentativo di uscire dal conflitto <strong>del</strong>l'Italia in<br />

una maniera che più pasticciona e deficitaria non poteva essere, e perché Vittorio Emanuele III avesse una fiducia così sconfinata<br />

in quell'uomo da assumere su di sé la responsabilità <strong>del</strong> disastro. Eppure il Re si rendeva conto che il disastro non<br />

era sua colpa personale, infatti non cedette se non lentamente ed a malincuore a chi gli chiedeva di abdicare per "lavare<br />

l'onta" <strong>del</strong>l'8 settembre. Talmente lentamente che prima accettò di lasciare la "reggenza" (ma non il regno) al figlio Umberto<br />

(ma siamo già a giugno 1944), poi decise l'abdicazione solo a guerra terminata, lasciando a Umberto II l'amaro compito di<br />

amministrare il referendum che segnò la fine <strong>del</strong>la monarchia sabauda in Italia.<br />

Eppure mai una parola nei confronti di chi aveva davvero provocato tutto questo: Badoglio. Certamente un comportamento<br />

nobile, ma tale per cui oggi i libri di storia addebitano quasi tutta la responsabilità <strong>del</strong> terribile biennio 1943-45 a<br />

Vittorio Emanuele III e, solo in seconda battuta, fanno cenno ad una figura opaca e semi sconosciuta di capo <strong>del</strong> Governo<br />

che ne condivise, in parte, le sorti.<br />

La ringrazio per l'occasione che mi ha offerto di ricordare l'8 settembre 1943: la data più nera <strong>del</strong>la storia d'Italia, e le<br />

invio un cordiale saluto.<br />

Gentile Direttore,<br />

… sono la vedova di un ufficiale pilota <strong>del</strong> 51° Stormo che l'8 settembre 1943 ha scelto di combattere la dittatura nazifascista,<br />

… soprattutto per intimo convincimento. La sua attività partigiana si svolse sulle Langhe, con i fazzoletti azzurri <strong>del</strong>la<br />

Medaglia d'Oro Martini Mauri. La sua storia di pilota venne molto utile quando, con dei prigionieri inglesi e canadesi, salvati<br />

dalle prigioni naziste da attività partigiane, venne ventilata la folle idea di fare un aeroporto in mezzo alle Langhe, circondate<br />

da notevoli forze nazifasciste.<br />

La follia ebbe la meglio sulla ragione, e l'aeroporto divenne realtà. … Arrigo Petacco, nel suo famoso saggio "Storia <strong>del</strong><br />

Fascismo" … cita testualmente: “L'Aeronautica è rappresentata dal tenente pilota "Giacomino" Murgia (appunto mio marito)<br />

responsabile <strong>del</strong>l'attività aerea con il tenente Piero Ghiacci”. Allegato alla stessa pagina ho un prezioso piccolo foglietto di carta<br />

quadrettata, in cui c'è scritto:<br />

Esercito Italiano di Liberazione Nazionale, 1° gruppo Divisioni Alpine SERVIZIO AEREO. IL COMANDANTE (Giacomino)<br />

… La conclusione di questo glorioso momento <strong>del</strong>la nostra storia avvenne nel paese <strong>del</strong>le Langhe Vesime, dove fu fatto<br />

l'aeroporto, nei giorni 26-27 Settembre 2009. Dobbiamo a persone cui non fece difetto la memoria, se un episodio di cui<br />

dovremmo essere tutti fieri, non è caduto nel dimenticatoio … Mio marito purtroppo è morto 17 anni fa, non più da militare<br />

4 IL NASTRO AZZURRO


ma da avvocato, lasciando in tutti coloro che lo hanno conosciuto un ricordo in<strong>del</strong>ebile di integrità morale e altezza civile.<br />

Mi congratulo ancora per la vostra rivista, con l'augurio di una lunga vita.<br />

Giustina dall'Armi Murgia<br />

Gent.ma signora Dall'Armi Murgia,<br />

innanzitutto mi scuso per i tagli che, per motivi di spazio, ho dovuto apportare alla sua lettera, poi intendo sottolineare come<br />

episodi come quello da lei ricordato, servono a ricostruire la memoria di ciò che accadde in un'Italia divisa tra esigenze politiche<br />

ormai incomprensibili ai più ed un anelito di libertà e di purezza che spinse moltissimi a compiere autentiche pazzie.<br />

Come quella da lei appunto descritta, di aprire un aeroporto nel bel mezzo di una'area completamente controllata dal nemico.<br />

Eppure la pazzia riuscì e contribuì alla vittoria finale.<br />

Questi episodi, purtroppo, sono conosciuti solo dai diretti interessati, eppure la Resistenza è il periodo <strong>del</strong>la storia nazionale<br />

più ricordato e celebrato. Forse è arrivato il momento di ricordare la storia come fu davvero e non come talvolta viene<br />

retoricamente presentata.<br />

Questo sta cercando di fare "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" e le testimonianze, come la sua, servono proprio a ricostruire i fatti grazie<br />

al ricordo ed alla memoria che, sebbene non sia "storia", aiuta a ricostruirla per come essa fu.<br />

La ringrazio per l'attenzione e la benevolenza con la quale legge la nostra rivista e spero di annoverarla sempre tra i<br />

nostri lettori.<br />

Spett.le redazione de "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>",<br />

pur essendo in pensione, sono rimasto profondamente legato alla mia vita militare trascorsa, per cui eseguo ricerche sui<br />

decorati al Valor Militare di tutte le Guerre che siano nati o abbiano avuto la residenza nell'attuale provincia di ForIì-<br />

Cesena o che, comunque, abbaino compiuto il fatto d'arme per il quale gli fu concessa la ricompensa nell'ambito di tale<br />

provincia. Scopo <strong>del</strong>la ricerca è la pubblicazione di un "Albo d'Oro" <strong>del</strong>la provincia.<br />

L'Ufficio Storico <strong>del</strong> Comando Generale dei CC., al quale mi sono rivolto per ac<strong>qui</strong>sire nominativi di Decorati <strong>del</strong>l'Arma<br />

che avessero i suddetti re<strong>qui</strong>siti, ha trasmesso, tra l'altro, diversi nominativi, <strong>qui</strong> di seguito elencati, tutti Decorati di<br />

Medaglia d'Argento al V.M.. dei quali però non si conosce sia la località che la data di nascita:<br />

1) - Carab. ALEGI Massimiliano - località fatto d'arme: Teodorano '(Forlì), 14.08.1904;<br />

2) - Brig. BISCOTTI Antonio - località fatto d'arme: S. Angelo in Gatteo (Cesena), 29.05. 1870;<br />

3) - Brig. BUFFA Giovanni - località fatto d'arme : Sogliano (Forlì), 01.11. 1861;<br />

4) - Carab. CAVALIERI Francesco - località fatto d'arme: Ponte <strong>del</strong> Vico di Villafranca (Forlì), 11.09. 1862;<br />

5) - Carab. CICCETTI Sebastiano - località fatto d'arme: Frazione Fratta di Bertinoro (Forlì), 24.10. 1880;<br />

6) - Carab. CRUCCIANI Vincenzo - località fatto d'arme: Fiumana (Forlì), 16 luglio 1871;<br />

7) - Carab. D'AGOSTINO Pasquale - località fatto d'arme: Fiumana (For1ì), 16 luglio 1871;<br />

8) - Carab. LATTANZI Antonio - località fatto d'arme: Bulgheria e Ruffino (Forlì), 12 luglio 1872;<br />

9) - Carab. MIGLIAVACCA Giuseppe - località fatto d'arme: Frazione Fratta di Bertinoro (Forlì), 24.10.1880;<br />

10) - V.Brig. PEDRETTI Giovanni - località fatto d'arme: Forlimpopoli (Forlì), 19 dicembre 1879;<br />

11) - Carab. UGOLINI Giovanni - località fatto d'arme: Cesena (Forlì), 19 giugno 1893;<br />

12) - Carab. VIGNALE Ercole - località fatto d'arme: Longiano (Forlì), 12 dicembre 1897;<br />

13) - Carab. VIVI Gioacchino - località fatto d'arme: Ponte <strong>del</strong> Vico di Villafranca (Forlì), 11 settembre 1862.<br />

Premesso quanto sopra, si prega vivamente codesta Redazione di voler esaminare la possibilità di pubblicare sulla<br />

nostra rivista il presente elenco affinché, se qualche lettore si riconoscesse per un discendente di qualcuno dei suddetti,<br />

è pregato di contattare il richiedente comunicando località e data di nascita <strong>del</strong>l'interessato ai seguenti recapiti:<br />

MASSARONE Cav. Antonio Via A. Pavan n.13 47121 Forli<br />

tel. e fax 0543-554790 - cell. 339.631983<br />

Si ringrazia e si porgono distinti saluti.<br />

M.llo Antonio Cav. MASSARONE<br />

(socio <strong>del</strong>la Federazione di Forlì)<br />

Egregio maresciallo Massarone,<br />

anche se la linea editoriale <strong>del</strong>la rivista "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" generalmente non prevede di dare spazio ad appelli come il suo, questa<br />

volta si fa un'eccezione per il particolare interesse <strong>del</strong>la <strong>del</strong>la sua ricerca per il nastro <strong>Azzurro</strong>.<br />

Si invitano <strong>qui</strong>ndi i lettori in grado di fornire i dati richiesti, a mettersi in contatto col maresciallo Massarone al quale invio un<br />

cordiale saluto e l'augurio di completare presto e bene la sua ricerca, auspicandone la pubblicazione dei risultati su "Il <strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong>".<br />

Spettabile "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>"<br />

Con riferimento alla rivista di cui sopra che riceviamo puntualmente ogni mese, Vi comunichiamo che non essendo di<br />

nostro interesse e a causa <strong>del</strong> costo oneroso <strong>del</strong>lo smaltimento <strong>del</strong>la carta, giornali, riviste ecc. siamo costretti a chiederVi<br />

di sospendere immediatamente l'invio <strong>del</strong>la rivista in oggetto.<br />

Ringraziando per l'invio fattoci fino ad ora, porgiamo cordiali saluti. Il Sindaco <strong>del</strong> Comune di Valdastico (VI)<br />

Alberto Toldo<br />

Egregio Sindaco<br />

Naturalmente, ad una lettera così apparentemente cortese, non si poteva non ottemperare "immediatamente". E infatti,<br />

"immediatamente" l'invio gratuito <strong>del</strong>la rivista "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" al comune di Valdastico (Vicenza), decorato di Medaglia<br />

d'Argento al Valor Militare, e per questo destinatario sia <strong>del</strong>la rivista sia <strong>del</strong>l'assegno annuale di € 815,96 (ottocento<strong>qui</strong>ndici euro<br />

e novantasei centesimi), è stato immediatamente sospeso.<br />

Rimane il dubbio: ma quanto chiede al Comune di Valdastico la ditta appaltatrice <strong>del</strong> servizio di smaltimento <strong>del</strong>la carta, se<br />

perfino la cifra annuale sopra indicata è insufficiente a coprire la spesa necessaria a smaltire otto etti di carta? Tanto è il peso<br />

dei sei numeri più il Calendario de "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" inviati in un anno.<br />

Speriamo di essere messi a conoscenza di quando l'attuale sindaco perderà le prossime elezioni. Può darsi che il suo successore<br />

avrà interesse a mantenere i legami che gli avi dei suoi concittadini si sono guadagnati col sangue.<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

5


2001 - 2011: DIECI ANNI DOPO<br />

LE TWIN TOWERS<br />

Il secondo velivolo dirottato sta per schiantarsi con-<br />

mondo, e molte nazioni offrirono aiuti e<br />

tro<br />

solidarietà. I governanti <strong>del</strong>la maggior<br />

tro il “World Trade Center” di New York<br />

parte dei paesi <strong>del</strong> Medio Oriente, incluso<br />

l'Afghanistan, condannarono gli<br />

attacchi. L'Iraq fece eccezione, diffondendo<br />

immediatamente una dichiarazione<br />

in cui si affermava che "i cowboys<br />

americani stanno cogliendo il frutto dei<br />

loro crimini contro l'umanità". Un'altra<br />

eccezione, molto evidenziata dai mass<br />

media, furono i festeggiamenti da parte<br />

di Palestinesi.<br />

Nell'attacco alle torri gemelle morirono<br />

2.752 persone, tra queste 343<br />

vigili <strong>del</strong> fuoco e 60 poliziotti.<br />

A seguito degli attacchi, negli Stati<br />

Uniti e nel mondo sono stati sollevati<br />

diversi dubbi circa il reale svolgimento<br />

dei fatti e sono state formulate numerose<br />

teorie difformi da quelle comunemente<br />

accettate, generalmente configurabili<br />

come teorie <strong>del</strong> complotto.<br />

Tali dubbi e teorie hanno dato luogo<br />

ad innumerevoli dispute e controversie<br />

circa la natura, l'origine e i responsabili<br />

degli attentati, contestando il contenuto<br />

dei resoconti ufficiali circa l'accaduto<br />

e suggerendo, tra l'altro, che persone<br />

con incarichi di responsabilità negli<br />

Stati Uniti fossero a conoscenza <strong>del</strong><br />

pericolo e che <strong>del</strong>iberatamente avrebbero<br />

deciso di non prevenirli, o che<br />

individui estranei ad al-Qaeda avrebbero<br />

partecipato alla pianificazione o all'esecuzione<br />

degli attacchi.<br />

Mentre tali congetture appaiono<br />

La mattina <strong>del</strong>l'11 settembre 2001, 19 affiliati all'orga-<br />

evidentemente frutto di una mentalità<br />

nizzazione terroristica di matrice islamica al-Qaeda<br />

antiamericana preconcetta, perversa e distorta, una inte-<br />

dirottarono quattro voli civili commerciali. I dirottatoressante<br />

teoria pone in dubbio che gli edifici colpiti a New<br />

ri fecero intenzionalmente schiantare due degli aerei sulle<br />

York siano crollati per conseguenza <strong>del</strong> solo impatto degli<br />

torri gemelle <strong>del</strong> "World Trade Center" di New York, cau-<br />

aerei e degli incendi che ne sono seguiti. Si è da più parti<br />

sando poco dopo il crollo per collasso di entrambi i gratta-<br />

rilevato che il ritardo di ore <strong>del</strong> collasso dei due grattacieli<br />

rispetto al momento <strong>del</strong>l'impatto dei velivoli, nonché le<br />

cieli e conseguenti gravi danni agli edifici vicini. Il terzo<br />

modalità tipiche <strong>del</strong> crollo, farebbero pensare più ad una<br />

aereo di linea fu fatto schiantare dai dirottatori a<br />

demolizione controllata, <strong>del</strong>la quale però non è mai stata<br />

Washinghton contro il Pentagono, sede <strong>del</strong> Dipartimento<br />

fornita alcuna prova, che non al collasso susseguente il<br />

<strong>del</strong>la Difesa degli Stati Uniti. Il quarto aereo, probabilmen-<br />

surriscaldamento <strong>del</strong>l'anima in tralicci di ferro interna ai<br />

te diretto contro il Campidoglio o la Casa Bianca, sempre<br />

piloni ed alle travature di cemento.<br />

a Washington, si schiantò in un campo vicino Shanksville,<br />

Se fosse dimostrabile questa teoria, significherebbe<br />

nella Contea di Somerset (Pennsylvania), dopo che i pas-<br />

che l'attentato, già tremendo per come si è verificato,<br />

seggeri e i membri <strong>del</strong>l'e<strong>qui</strong>paggio tentarono di riprendere<br />

avrebbe in se un messaggio politico gravissimo: la prepa-<br />

il controllo <strong>del</strong> velivolo.<br />

razione di una demolizione controllata di quella portata<br />

La Federal Aviation Administration chiuse i cieli statuni-<br />

richiede, in condizioni normali, alcuni mesi di lavoro di una<br />

tensi a tutti i voli internazionali, obbligando gli aerei a diri-<br />

numerosa squadra di specialisti. Se si dovesse svolgere la<br />

gersi su aeroporti di altri paesi; il Canada fu uno dei paesi<br />

stessa attività in segreto, dovrebbe avvenire in condizioni<br />

maggiormente interessati dalla necessità di gestire<br />

ed in orari tali da far pensare ad un livello di organizzazio-<br />

improvvisamente un enorme numero di aerei a terra e di ne e di connivenze così sofisticato e complesso da impor-<br />

passeggeri bloccati negli aeroporti.<br />

re una seria analisi sulle capacità strategiche e tattiche di<br />

Le borse rimasero chiuse per quasi una settimana, Al Qaeda.<br />

registrando enormi perdite subito dopo la riapertura, le Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush dichiarò<br />

maggiori da parte <strong>del</strong>le compagnie aeree e di assicurazio- la "Guerra al terrorismo", con l'obiettivo di portare Osama<br />

ni. L'economia <strong>del</strong>la Lower Manhattan si fermò per via bin Laden e al-Qaeda davanti alla giustizia e di prevenire<br />

<strong>del</strong>la distruzione di edifici e uffici.<br />

la costituzione di altre reti terroristiche. I mezzi previsti per<br />

Gli attacchi furono condannati da governi di tutto il<br />

6 IL NASTRO AZZURRO


per ottenere questi obiettivi includevano<br />

sanzioni economiche e<br />

interventi militari contro gli stati<br />

che avessero dato ospitalità e assistenza<br />

ai terroristi, incremento <strong>del</strong>l'attività<br />

di sorveglianza su scala<br />

globale e condivisione <strong>del</strong>le informazioni<br />

ottenute dai servizi segreti<br />

degli stati alleati. Inoltre, gli Stati<br />

Uniti, con lo "USA Patriot Act", e<br />

anche molte altre nazioni con iniziative<br />

analoghe, rafforzarono la<br />

loro legislazione anti-terroristica.<br />

Il Consiglio Atlantico, massimo<br />

organo collegiale <strong>del</strong>la NATO,<br />

dichiarò che gli attacchi agli Stati<br />

Uniti erano considerati, in base<br />

all'Articolo 5 <strong>del</strong> trattato, un attacco<br />

a tutti i paesi <strong>del</strong>la NATO.<br />

Circa un mese dopo gli attacchi,<br />

gli Stati Uniti d'America guidarono<br />

una vasta coalizione politico-militare nell'invasione<br />

<strong>del</strong>l'Afghanistan, allo scopo di rovesciare il governo dei<br />

Talebani, che notoriamente appoggiava Al-Qaeda. Le autorità<br />

<strong>del</strong> Pakistan, confinante con l'Afghanistan, si schierarono<br />

al fianco degli Stati Uniti mettendo loro a disposizione<br />

diversi aeroporti e basi militari per l'attacco iniziale contro<br />

l’Afghanistan talebano, e arrestarono più di 600 presunti<br />

membri di al-Qaeda.<br />

Regno Unito, India, Australia, Francia, Germania,<br />

Indonesia, Cina, Canada, Russia, Pakistan, Giordania,<br />

Mauritius, Uganda e Zimbabwe promulgarono legislazioni<br />

"antiterroristiche" e congelarono i conti in banca di persone<br />

che sospettavano avessero legami con al-Qaeda.<br />

I servizi segreti e le forze di polizia di alcuni paesi, tra<br />

cui Italia, Malesia, Indonesia e Filippine, arrestarono<br />

numerosi sospetti terroristi.<br />

Il terrorismo era divenuto globale e non riguardava più<br />

i soli Stati Uniti: le Filippine e l'Indonesia dovevano infatti<br />

affrontare le minacce portate dal terrorismo islamista<br />

interno.<br />

Successivamente, alcuni esponenti <strong>del</strong>l'amministrazione<br />

statunitense ipotizzarono che Saddam Hussein, il presidente<br />

iracheno, oltre ad appoggiare al-Qaeda, stesse<br />

approvvigionando armi di distruzione di massa. Più tardi, i<br />

sospetti si rivelarono infondati, ma al momento furono<br />

essenziali per far accettare all'opinione pubblica mondiale<br />

l'invasione <strong>del</strong>l'Iraq <strong>del</strong> 2003 che portò al rovesciamento<br />

<strong>del</strong> regime baathista e all'arresto di<br />

Saddam Hussein.<br />

La lotta al terrorismo è ancora ben lungi dall'essere<br />

conclusa, ma il debole governo Karzhai in<br />

Afghanistan si sta lentamente, ma sicuramente consolidando<br />

e, secondo le dichiarazioni di numerosi esponenti<br />

di primo piano <strong>del</strong>la politica internazionale,<br />

dovrebbe essere in grado di gestire lo stato con una<br />

certa sicurezza dal 2014. Solo qualche mese fa Osama<br />

bin Laden è stato trovato ed ucciso in territorio pakistano<br />

con un'operazione di forze speciali statunitensi.<br />

La polveriera medio orientale sembra apparentemente<br />

sotto controllo, ma le tensioni sono sempre altissime,<br />

soprattutto ai confini <strong>del</strong>lo stato di Israele.<br />

L'11 settembre 2001 il sindaco di New York,<br />

Rudolph Giuliani, affermò: "Ricostruiremo. Ne usciremo<br />

più forti di prima, politicamente più forti, economicamente<br />

più forti.".<br />

Nei giorni immediatamente successivi agli attacchi,<br />

si tennero molte commemorazioni e veglie in tutto<br />

il mondo; mentre ovunque a “Ground Zero” furono<br />

affisse immagini <strong>del</strong>le vittime. La rimozione dei detriti<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Il Presidente pro tempore degli Stati<br />

Uniti George W. Bush<br />

a “Ground Zero” terminò ufficialmente<br />

nel maggio 2002. Uno dei<br />

primi monumenti eretti in memoria<br />

<strong>del</strong>le vittime <strong>del</strong>l’11 settembre fu il<br />

"Tribute in Light", una installazione<br />

di 88 fari da ricerca, collocati nelle<br />

fondamenta scoperte <strong>del</strong>le Torri,<br />

che proiettavano due colonne di<br />

luce verticalmente verso il cielo.<br />

I danni subiti dal Pentagono<br />

furono riparati dopo un anno, e un<br />

piccolo monumento commemorativo<br />

fu costruito sul luogo.<br />

La ricostruzione <strong>del</strong> World<br />

Trade Center è invece risultata più<br />

problematica, a seguito di difficoltà<br />

di scelta riguardo i possibili progetti<br />

e i tempi necessari al loro completamento.<br />

Uno degli edifici completamente<br />

distrutti, il "7 World<br />

Trade Center", ha una nuova torre<br />

uffici, completata nel 2006; la "1 World Trade Center", già<br />

ribattezzata "Freedom Tower", è attualmente in costruzione<br />

e, al suo completamento, sarà uno degli edifici più alti<br />

<strong>del</strong>l'America settentrionale raggiungendo i 541 m. Si prevede<br />

il completamento di altre tre torri entro il 2014, poste<br />

un isolato a oriente rispetto a quelle originali.<br />

L'11 settembre 2011, decimo anniversario <strong>del</strong>l'attentato<br />

che ha sconvolto il mondo occidentale, a New York<br />

viene inaugurato il "September 11th Memorial": il sito, che<br />

sorge all'interno <strong>del</strong> complesso dove un tempo svettavano<br />

le Torri Gemelle <strong>del</strong> “World Trade Center”, viene finalmente<br />

aperto al pubblico che potrà visitarlo a partire dal 12<br />

settembre 2011.<br />

Per i familiari <strong>del</strong>le vittime, l'11 settembre è prevista<br />

una cerimonia ufficiale nel punto in cui, dieci anni fa, quasi<br />

3000 persone, tra chi si trovava sugli aerei, all'interno <strong>del</strong>le<br />

torri e tra il personale di soccorso, hanno perso la vita.<br />

Laddove si trovavano le Torri Gemelle, oggi sono state<br />

costruite due fontane di 4000 mq l'una: le pareti d'acqua<br />

formano la più grande cascata <strong>del</strong> Nord America e sono<br />

circondate da un bosco di 400 querce. Lungo tutto il perimetro<br />

<strong>del</strong>le vasche, sono stati scolpiti uno a uno i nomi<br />

<strong>del</strong>le vittime: l'area verrà completata, in futuro, dalla già<br />

citata "1 World Trade Center". Nel settembre 2012, verrà<br />

inaugurato anche il "September 11th Museum".<br />

Immagine pittorica <strong>del</strong><br />

“September 11th Memorial”<br />

7


11110000 GGGGIIIIUUUUGGGGNNNNOOOO:::: FFFFEEEESSSSTTTTAAAA DDDDEEEELLLLLLLLAAAA MMMMAAAARRRRIIIINNNNAAAA MMMMIIIILLLLIIIITTTTAAAARRRREEEE<br />

Il Presidente Decora di la Medaglia d’Oro al Valor Civile<br />

la Bandiera <strong>del</strong>la Marina Militare<br />

La Festa <strong>del</strong>la Marina ricorre nell'anniversario <strong>del</strong>la glo- Il Capo <strong>del</strong>lo Stato, che indossava il berretto bianco<br />

riosa impresa navale <strong>del</strong> 10 giugno 1918 quando, nel commemorativo <strong>del</strong>l'Unità d'Italia, ha passato in rassegna<br />

corso <strong>del</strong>la prima guerra mondiale, il comandante i militari schierati sul molo Italia all'interno <strong>del</strong> porto <strong>del</strong>la<br />

Luigi Rizzo e il guardiamarina Giuseppe Aonzo, rispettiva- città ligure e le navi in rada nello specchio d'acqua antimente<br />

al comando dei Mas 15 e Mas 21, attaccarono una stante. Le navi militari hanno sparato 21 colpi a salve in<br />

formazione navale austriaca nelle acque antistanti<br />

onore <strong>del</strong> Presidente.<br />

Premuda (costa dalmata), provocando l'affondamento<br />

Ai festeggiamenti, sono intervenuti anche il generale<br />

<strong>del</strong>la corazzata Santo Stefano.<br />

Biagio Abrate, Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la Difesa e l'am-<br />

I festeggiamenti, svoltisi a La Spezia il 10 giugno 2011,<br />

sono iniziati poco dopo le 10.20 nello specchio acqueo antimiraglio<br />

Bruno Branciforte, Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la<br />

stante la passeggiata Morin, accompagnati dalla musica <strong>del</strong>la Marina.<br />

Banda Militare <strong>del</strong>la Marina. Accanto alla Bandiera di Guerra Il generale Abrate ha ricordato che "Le Forze Armate<br />

<strong>del</strong>la Marina Militare ed al Medagliere <strong>del</strong>l’Associazione italiane costituiscono uno strumento di rilevanza fonda-<br />

Marinai d’Italia, il posto d’onore alla cerimonia è<br />

mentale a disposizione <strong>del</strong> Paese e <strong>del</strong>la comunità internastato<br />

dato al Labaro Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> con un Alfiere d’eccezione: il<br />

Presidente <strong>del</strong>la Federazione di La Spezia e<br />

Consigliere Nazionale M.llo Renzo Pedrigi.<br />

Al suo arrivo, fischi di contestazione per il<br />

Ministro <strong>del</strong>la Difesa Ignazio La Russa. Il<br />

Ministro ha risposto dicendo "Pensavo che la<br />

campagna elettorale fosse finita e perciò fosse<br />

finita anche la partigianeria politica. Ma forse<br />

molti non sanno che in Marina i fischi sono un<br />

onore rivolto all'ospite più importante''. La<br />

Russa, per niente scoraggiato dai segni di protesta<br />

ha continuato il discorso dopo l'interruzione<br />

finché un applauso dal pubblico è arrivato<br />

in suo sostegno.<br />

Invece l'accoglienza per il Presidente <strong>del</strong>la<br />

Repubblica è stata di tutt'altro tono. Applausi e<br />

Bandiere Tricolori in festa si sono levati all'arrivo<br />

di Giorgio Napolitano, a La Spezia per la<br />

Festa dei 150 anni <strong>del</strong>la nascita <strong>del</strong>la Marina Il Labaro Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />

Militare.<br />

<strong>Azzurro</strong> alla cerimonia<br />

8 IL NASTRO AZZURRO


zionale per la difesa e la salvaguardia dei diritti umani e<br />

<strong>del</strong>la convivenza civile tra i popoli e per la realizzazione<br />

<strong>del</strong>le condizioni di sicurezza che possano garantirne l'ordinato<br />

sviluppo sociale ed economico". Lodato inoltre l'impegno<br />

col quale la Marina Militare sta operando in Libia con<br />

le sue navi, i suoi aerei e i suoi elicotteri per la salvaguardia<br />

<strong>del</strong>la sicurezza <strong>del</strong>la popolazione civile.<br />

Alle dichiarazioni <strong>del</strong> Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la<br />

Difesa si è unito l'ammiraglio Branciforte che ha dichiarato:<br />

"Gli uomini e le donne <strong>del</strong>la Marina, con la professionalità,<br />

la generosità e l'abnegazione di sempre sono protagonisti<br />

attivi e consapevoli <strong>del</strong>le intense attività <strong>del</strong>la<br />

Forza Armata." Poi, il Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la Marina<br />

ha rivolto un pensiero agli oltre duemila uomini e donne<br />

che trascorrono questa ricorrenza sui mari o nei difficili<br />

teatri operativi, a tutela <strong>del</strong>la sicurezza marittima e <strong>del</strong>la<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

LE ORIGINI<br />

legalità, nell'ambito di operazioni nazionali, <strong>del</strong>le Nazioni<br />

Unite, <strong>del</strong>la Nato, e <strong>del</strong>l'Unione Europea in particolare nelle<br />

acque antistanti Afghanistan e Iraq."La Marina - ha concluso<br />

Branciforte - conduce lontano dai clamori mediatici attività<br />

di controllo dei flussi migratori, antiterrorismo, antipirateria,<br />

embargo e no-fly zone".<br />

Nel corso <strong>del</strong>la cerimonia i "ConSubIn", gli speciali<br />

incursori <strong>del</strong>la Marina Militare, hanno effettuato un lancio<br />

con il paracadute in mare e alcuni mezzi aerei<br />

<strong>del</strong>l'Aviazione di Marina hanno effettuato passaggi in formazione.<br />

Il momento solenne <strong>del</strong>la cerimonia è stato<br />

costituito dal conferimento da parte <strong>del</strong> Capo <strong>del</strong>lo Stato<br />

<strong>del</strong>la Medaglia d'Oro al Valor Civile alla Bandiera di Guerra<br />

<strong>del</strong>la Marina Militare, per il supporto fornito alle popolazioni<br />

<strong>del</strong>l'Abruzzo colpite dal sisma <strong>del</strong> 2009.<br />

Nel 2011 ricorre il 150° anniversario <strong>del</strong>l'Unità d'Italia; contestualmente alla proclamazione <strong>del</strong> Regno<br />

d'Italia, nasce anche la Regia Marina. Ripercorriamo insieme gli eventi principali che hanno portato all'attuale<br />

Marina Militare.<br />

Nel maggio 1860, Giuseppe Garibaldi parte da Quarto, con i piroscafi Lombardo e Piemonte, per la sua<br />

spedizione nel Regno <strong>del</strong>le Due Sicilie. Cavour dispone che venisse seguito da due navi <strong>del</strong>la Marina Sarda<br />

al comando <strong>del</strong>l'ammiraglio Carlo Persano. Quando le navi giungono in vista di Milazzo sono avvistate<br />

quattro navi borboniche (il Fulminante, il Guiscardo, l'Ettore Fieramosca e il Tancredi) al comando di<br />

Vincenzo Sanlazar. I due comandanti trattano fra di loro e le navi borboniche si allontanano. Garibaldi può<br />

far sbarcare i suoi uomini a Marsala e iniziare la vittoriosa spedizione che in breve tempo lo portò a Napoli.<br />

Contemporaneamente si sviluppavano gli avvenimenti che portarono ai plebisciti di annessione dei vari<br />

Stati italiani al Regno di Sardegna.<br />

Il 17 novembre 1860 vengono unificate le Marine Sarda, Borbonica e Toscana. Il 17 marzo 1861, con la<br />

proclamazione <strong>del</strong> Regno d'Italia da parte <strong>del</strong> Parlamento di Torino, nasce la Regia Marina. Nel 1861, all'indomani<br />

<strong>del</strong>l'istituzione <strong>del</strong> nuovo Ministero <strong>del</strong>la Marina, il conte Camillo Benso di Cavour, allora<br />

Presidente <strong>del</strong> Consiglio e Ministro <strong>del</strong>la Marina, afferma:<br />

"......vvoogglliioo ddeellllee nnaavvii ttaallii ddaa sseerrvviirree iinn ttuuttttoo iill MMeeddiitteerrrraanneeoo ccaappaaccii ddii ppoorrttaarree llee ppiiùù ppootteennttii aarrttiigglliieerriiee,, ddii<br />

ppoosssseeddeerree llaa mmaassssiimmaa vveelloocciittàà,, ddii ccoonntteenneerree uunnaa ggrraannddee qquuaannttiittàà ddii ccoommbbuussttiibbiillee.. …… CCoonnssaaccrreerròò ttuuttttee llee<br />

mmiiee ffoorrzzee ee cciiòò cchhee ppoossssoo aavveerr ccoonnqquuiissttaattoo dd''iinnfflluueennzzaa ppaarrllaammeennttaarree,, aaffffiinncchhéé ll''oorrggaanniizzzzaazziioonnee ddeellllaa nnoossttrraa<br />

MMaarriinnaa MMiilliittaarree rriissppoonnddaa aallllee eessiiggeennzzee ddeell PPaaeessee".<br />

L'appena nato regno d'Italia disponeva di una flotta con un buon numero di legni a vela e a vapore, tuttavia<br />

l'Armata Navale, come si chiamava, a quei tempi, la Squadra navale, era il risultato <strong>del</strong>l'unione di più<br />

marine eterogenee: ciò ne limitò inizialmente le possibilità e capacità operative. Cavour elaborò un programma<br />

che prevedeva lo scioglimento dei Ministeri di Marina di Napoli e di Sicilia, la riorganizzazione di<br />

tutto il personale militare e civile, la costituzione di tre dipartimenti marittimi (Genova, Napoli, Ancona) e<br />

la costruzione, a La Spezia, di un<br />

moderno ed efficiente arsenale.<br />

Nuove unità furono impostate<br />

nei cantieri italiani: le fregate<br />

corazzate di 2^ classe Principe di<br />

Carignano, Messina, Roma,<br />

Venezia, Conte Verde, tutte con<br />

scafo in legno. Le due fregate<br />

corazzate di 1^ classe, il Re<br />

d'Italia e il Re di Portogallo, furono<br />

commissionate negli Stati<br />

Uniti. Dai cantieri francesi vennero<br />

varate le fregate corazzate<br />

Ancona, Castelfidardo, Maria Pia<br />

e San Martino; le corvette corazzate<br />

Formidabile e Terribile; le<br />

cannoniere corazzate Palestro e<br />

Varese. In Gran Bretagna fu commissionato<br />

l'ariete-corazzato<br />

Affondatore, una <strong>del</strong>le prime navi<br />

a torri <strong>del</strong>la storia navale.<br />

La portaeromobili “Cavour” e il sommergibile “Scirè” in rada<br />

a La Spezia nel corso <strong>del</strong>la cerimonia<br />

9


Il 237° anniversario <strong>del</strong>l'Istituzione <strong>del</strong> Corpo <strong>del</strong>la guardia<br />

di finanza, il più antico Corpo Militare <strong>del</strong>lo Stato italiano,<br />

è stato celebrato lo scorso 23 giugno 2011.<br />

L'evento ha visto svolgersi diverse cerimonie in tutta<br />

Italia: per quanto riguarda la celebrazione nazionale, il prologo<br />

è stato costituito dalla deposizione di una corona al<br />

Monumento al Finanziere, sito in Largo XXI Aprile a Roma,<br />

da parte <strong>del</strong> Comandante Generale, Gen. C.A. Nino Di Paolo,<br />

e <strong>del</strong> Presidente Nazionale <strong>del</strong>l'A.N.F.I., Gen. C.A. Giovanni<br />

Verdicchio, che ha avuto luogo alle ore 9:00. Un'altra corona<br />

è stata deposta alle ore 09,30 al Sacrario <strong>del</strong> Corpo sito presso<br />

la Caserma "Sante Laria" di Piazza Armellini in Roma. Alle<br />

ore 11,00 il Comandante Generale <strong>del</strong>la G.d.F. ha compiuto<br />

un omaggio alla Tomba <strong>del</strong> Milite Ignoto.<br />

La cerimonia vera e propria si è svolta alla presenza <strong>del</strong><br />

Capo <strong>del</strong>lo Stato, On. Sen. Giorgio Napolitano, <strong>del</strong> Ministro<br />

<strong>del</strong>l'Economia e <strong>del</strong>le Finanze, On. Prof. Giulio Tremonti, e<br />

<strong>del</strong>le massime autorità civili, militari e religiose, nella prestigiosa<br />

cornice <strong>del</strong>lo Stadio dei Marmi di Roma ed è iniziata<br />

alle ore 19,30 con lo schieramento <strong>del</strong>la Brigata di<br />

Formazione e <strong>del</strong>la Banda <strong>del</strong> Corpo.<br />

Alle ore 20,00 sono stati resi gli Onori al Presidente <strong>del</strong>la<br />

Repubblica che ha decorato la Bandiera di Guerra <strong>del</strong> Corpo,<br />

in occasione <strong>del</strong> centesimo anniversario <strong>del</strong>la sua consegna<br />

avvenuta il 2 giugno 1911, <strong>del</strong>la Medaglia d'Oro al Valore<br />

<strong>del</strong>la Guardia di Finanza, ed ha consegnato altre ricompense<br />

a carattere individuale.<br />

Il Presidente Napolitano ha anche indirizzato un messaggio<br />

augurale al Corpo <strong>del</strong>la Guardia di Finanza nel quale ha<br />

sottolineato che "… A riprova <strong>del</strong>le capacità di eccellenza <strong>del</strong><br />

Corpo stanno i brillantissimi risultati ottenuti in tutti i settori<br />

di attività: dalla lotta all'evasione fiscale e alle frodi in materia<br />

di spesa pubblica al contrasto <strong>del</strong>la criminalità organizzata<br />

in Italia e oltre confine; dalla tutela dei mercati dei capitali<br />

e dei beni al contrasto <strong>del</strong> riciclaggio di denaro, dei traf-<br />

fici illeciti e <strong>del</strong>l'immigrazione clandestina …"<br />

A seguire è intervenuto il Comandante Generale <strong>del</strong><br />

Corpo, generale Nino Di Paolo, il quale ha evidenziato i positivi<br />

risultati conseguiti sui diversi fronti <strong>del</strong>la criminalità finanziaria,<br />

sottolineando l’approccio sempre più internazionale<br />

<strong>del</strong>le attività di contrasto agli illeciti finanziari in cui si inserisce<br />

anche la lotta al traffico di esseri umani, per poi concludere<br />

affermando "… la storia vive di cicli, di momenti impegnativi<br />

come quelli che stiamo vivendo in quest'ultimi anni,<br />

che richiedono sforzi non comuni per essere superati. Non<br />

solo moderni approcci professionali ma, soprattutto, motivazioni<br />

forti come quelle che ho appena enunciato. Quelle<br />

motivazioni che tutti i finanzieri coltivano ogni giorno per fare<br />

fino in fondo la loro parte, con un unico obiettivo: consegnare<br />

alle future generazioni una società più equa e più giusta.<br />

Questo è il mandato che mi è stato affidato un anno fa,<br />

questa è la solenne promessa di cui mi faccio interprete nell'anno<br />

<strong>del</strong> 150° anniversario <strong>del</strong>l'unità d'Italia ...”<br />

Ha preso poi la parola il Ministro <strong>del</strong>l'Economia e <strong>del</strong>le<br />

Finanze On. prof. Giulio Tremonti il quale ha esposto una<br />

rapida ma lucida analisi <strong>del</strong>la situazione di incertezza geopolitica<br />

venutasi recentemente a creare nel Mediterraneo in cui<br />

l'Europa, pur essendone completamente inserita, recita la<br />

parte <strong>del</strong>la "grande assente". In tale analisi, il Ministro ha<br />

affermato che per l’Italia in prima linea "… il Mediterraneo,<br />

acqua in mezzo a due terre, ha cento frontiere. E voi siete<br />

una parte essenziale <strong>del</strong>la nostra frontiera …" per poi concludere<br />

considerando che "… La Guardia di Finanza ha una storia<br />

plurisecolare di servizio all'Italia. Ha servito la nostra<br />

Nazione nelle trasformazioni che l'hanno attraversata per più<br />

di due secoli e lo ha fatto con dedizione e con orgoglio, con<br />

capacità e con lealtà. L'ha servita nei momenti lieti e nei<br />

momenti difficili <strong>del</strong>la nostra storia. L'ha servita superando<br />

tante difficoltà, mirando nel suo insieme sempre e soltanto<br />

alla tutela <strong>del</strong> bene comune …"<br />

10 IL NASTRO AZZURRO


Motivazione <strong>del</strong>la Medaglia d'Oro al Valore <strong>del</strong>la Guardia di Finanza concessa alla<br />

Bandiera di Guerra <strong>del</strong> Corpo in occasione <strong>del</strong> centenario <strong>del</strong>la sua assegnazione<br />

"RRiinnnnoovvaannddoo llee pprroopprriiee ffuullggiiddee ttrraaddiizziioonnii,, rreettaaggggiioo ddii vvaalloorrii uummaannii ee mmiilliittaarrii,, llee FFiiaammmmee GGiiaallllee ddaavvaannoo<br />

pprroovvaa ddii aabbnneeggaazziioonnee ee ddii aallttiissssiimmoo sseennssoo ddeell ddoovveerree nneell ccoonnccoorrssoo aall mmaanntteenniimmeennttoo ddeellll''oorrddiinnee ee ddeellllaa ssiiccuu-rreezzzzaa<br />

ppuubbbblliiccaa aall sseerrvviizziioo ddeell ppaaeessee ee ddeell ppooppoolloo iittaalliiaannoo..<br />

NNeellll''aarrccoo ddii uunn sseeccoolloo,, ffeeddeellii aaii pprriinncciippii eettiiccii iinnccaarrnnaattii ddaallllaa pprroopprriiaa gglloorriioossaa BBaannddiieerraa ddii GGuueerrrraa,, ggllii uuoommiinnii<br />

ee ii RReeppaarrttii ddeellllaa GGuuaarrddiiaa ddii FFiinnaannzzaa,, ccoonn iinnddoommiittoo ccoorraaggggiioo,, sspprreezzzzoo ddeell ppeerriiccoolloo eedd eelleevvaattoo ccoonnttrriibbuuttoo ddii<br />

ssaanngguuee,, ssii pprrooddiiggaavvaannoo,, nneell ccoorrssoo ddii iinnnnuummeerreevvoollii ooppeerraazziioonnii aa ggaarraannzziiaa ddeellllaa lliibbeerraa ee ppaacciiffiiccaa ccoonnvviivveennzzaa<br />

ttrraa ii cciittttaaddiinnii,, aa ttuutteellaarree ii DDiirriittttii CCoossttiittuuzziioonnaallii iinnvviioollaabbiillii ee ii PPrriinncciippii ddii LLeeggaalliittàà ee GGiiuussttiizziiaa..<br />

IInn ccoonntteessttii aammbbiieennttaallii ssppeessssoo ccaarraatttteerriizzzzaattii ddaa rriilleevvaannttii ffeennoommeennii ddeelliinnqquueennzziiaallii,, ddiimmoossttrraannddoo eelleevvaattiissssii-mmaa<br />

pprrooffeessssiioonnaalliittàà ee iinnccoonnddiizziioonnaattaa ffeeddeellttàà aaii vvaalloorrii ddeelllloo SSttaattoo ddeemmooccrraattiiccoo,, iill CCoorrppoo,, aanncchhee ccoonn ssaaccrriiffiicciioo<br />

ddii vviittee uummaannee,, ccoonnccoorrrreevvaa iinn mmooddoo ddeetteerrmmiinnaannttee aa ccoonnttrraassttaarree llee ggrraavvii mmiinnaaccccee aallll''oorrddiinnee ee aallllaa ssiiccuurreezzzzaa<br />

ppuubbbblliiccaa rreeccaattee ddaallllaa ccrriimmiinnaalliittàà ccoommuunnee,, ddaa oorrggaanniizzzzaazziioonnii tteerrrroorriissttiicchhee ddii mmaattrriiccee iinntteerrnnaa ee iinntteerrnnaazziioo-nnaallee,,<br />

nnoonncchhèè ddaa oorrggaanniizzzzaazziioonnii ddii ssttaammppoo mmaaffiioossoo..<br />

PPeerr ttaallee ccoonnssiiddeerreevvoollee ccoonnttrriibbuuttoo,, llaa GGuuaarrddiiaa ddii FFiinnaannzzaa mmeerriittaa llaa rriiccoonnoosscceennzzaa ddeellllaa PPaattrriiaa iinntteerraa,,<br />

ddeellll''UUnniioonnee EEuurrooppeeaa ee ddeellllaa CCoommuunniittàà IInntteerrnnaazziioonnaallee.<br />

Territorio nazionale, 2 giugno 1911 - 2 giugno 2011.<br />

La manifestazione si è conclusa alle ore 20,50 circa con<br />

gli onori <strong>del</strong>la Brigata di Formazione al Capo <strong>del</strong>lo Stato che<br />

ha lasciato il luogo <strong>del</strong>la cerimonia.<br />

L’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> era presente con il Labaro<br />

Nazionale, alfiere il dott. Giuseppe Pariset <strong>del</strong>la Federazione<br />

di Roma.<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Nell'occasione, sono giunti al Comando Generale <strong>del</strong>la<br />

Guardia di Finanza anche i messaggi augurali <strong>del</strong> Presidente<br />

<strong>del</strong> Consiglio dei Ministri, <strong>del</strong> Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la<br />

Difesa e di tutti i vertici militari e civili <strong>del</strong>lo Stato.<br />

STORIA DEL CORPO DELLA GUARDIA DI FINANZA<br />

Il 1 ottobre 1774 viene costituita la "Legione Truppe Leggere", per volere <strong>del</strong> Re di Sardegna, Vittorio Amedeo<br />

III. È il primo esempio in Italia di un Corpo speciale istituito ed ordinato appositamente per il servizio di vigilanza<br />

finanziaria sui confini, oltre che per la difesa militare <strong>del</strong>le frontiere. Compiuta l'unificazione d'Italia, nel<br />

1862 viene istituito il "Corpo <strong>del</strong>le Guardie Doganali".<br />

Con la Legge 8 aprile 1881, n. 149, il Corpo <strong>del</strong>le Guardie Doganali assume "titolo a uffizio" di "Corpo <strong>del</strong>la<br />

Regia Guardia di Finanza" con la funzione di "impedire, reprimere e denunciare il contrabbando e qualsiasi contravvenzione<br />

e trasgressione alle leggi e ai regolamenti di finanza", di tutelare gli uffici esecutivi <strong>del</strong>l'amministrazione<br />

finanziaria come pure di concorrere alla difesa <strong>del</strong>l'ordine e <strong>del</strong>la sicurezza pubblica. Il Corpo è inserito<br />

tra le "forze militari di guerra <strong>del</strong>lo Stato" e, in caso di mobilitazione, forma compagnie e battaglioni per<br />

partecipare alle operazioni. Con Decreto Reale <strong>del</strong> 14 luglio 1907 viene esteso al Corpo l'uso <strong>del</strong>le stellette a 5<br />

punte, quale segno distintivo dei corpi armati designati, in tempo di guerra, con propri reparti mobilitati alla<br />

difesa <strong>del</strong> Paese. In tempo di pace il Corpo pur non avendo ancora lo stato giuridico militare, fu sottoposto alla<br />

giurisdizione militare e a un regime disciplinare in gran parte mutuato da quello vigente per l'Esercito, il cui<br />

regolamento di disciplina militare viene esteso con Legge <strong>del</strong> 12 luglio 1908. L'integrazione tra le Forze Armate<br />

<strong>del</strong>lo Stato si completa con la concessione <strong>del</strong>la Bandiera di Guerra con R.D. 2 giugno 1911 e con la Legge 24<br />

dicembre 1914. In tale veste, significativa è la partecipazione <strong>del</strong> Corpo alle operazioni belliche dei due conflitti<br />

mondiali e alla Resistenza.<br />

La riorganizzazione <strong>del</strong>le Forze di Polizia, avvenuta nel 1919, investe anche il Corpo <strong>del</strong>la Regia Guardia di<br />

Finanza. Le responsabilità vengono ripartite tra l'Ispettore Generale, Ufficiale <strong>del</strong>l'Esercito nel grado di<br />

Tenente Generale preposto all'area <strong>del</strong>la preparazione militare, e il Comandante Generale, Ufficiale <strong>del</strong>la stessa<br />

Guardia, dipendente dal primo, ma abilitato a mantenere rapporti diretti con il Ministro per i servizi di ordinario<br />

istituto e per l'amministrazione <strong>del</strong> personale. Nel 1923 nasce la "Polizia Tributaria Investigativa", come<br />

contingente specializzato <strong>del</strong>la Regia Guardia di Finanza e si pone termine alla diarchia creata nel 1919, affidando<br />

il comando <strong>del</strong> Corpo a un Generale di Corpo d'Armata <strong>del</strong>l'Esercito. Quale organo di indirizzo tecnico<br />

per l'attività operativa e elemento di raccordo con gli altri settori <strong>del</strong>l'Amministrazione Finanziaria, si costituisce<br />

l'"Ufficio Tecnico Centrale per la Polizia Tributaria Investigativa", retto da un Generale <strong>del</strong>la Guardia di<br />

Finanza. La nozione giuridica di "Polizia Tributaria" è precisata dalla Legge 7 gennaio 1929, n. 4, che riordina<br />

organicamente la materia <strong>del</strong>la repressione <strong>del</strong>le violazioni finanziarie.<br />

Ricostruzione post bellica, sviluppo economico, liberalizzazione degli scambi internazionali, primi accenni di un<br />

processo di integrazione europea e i nuovi assetti tributari introdotti dal ministro Vanoni, portano ad un periodo<br />

di intenso ammodernamento. Tra gli anni ‘50 e ‘60, vengono radicalmente trasformati il naviglio, il parco<br />

automobilistico e l'organizzazione <strong>del</strong>le telecomunicazioni; viene istituito il servizio statistico, dotato di un centro<br />

meccanografico, e il servizio cinofili per l'allevamento e l'addestramento dei cani anticontrabbando.<br />

Negli stessi anni, viene stabilito l'impianto generale <strong>del</strong> Corpo basato sulla Legge 23 aprile 1959, n.189 che ne<br />

fissa i compiti istituzionali, successivamente adeguati da specifici provvedimenti settoriali attributivi di determinate<br />

competenze.<br />

Nel quadro di un più ampio processo di riorganizzazione <strong>del</strong>l'Amministrazione statale la struttura ordinativa è<br />

stata di recente revisionata (Decreto <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la Repubblica 29 gennaio 1999, n. 34) per conseguire<br />

obiettivi di maggiore efficienza, efficacia ed economicità <strong>del</strong>l'azione amministrativa.<br />

A. D.<br />

11


ANCORA MORTI ITALIANI IN AFGHANISTAN<br />

In soli venti giorni altri tre giovani militari italiani<br />

sono rimasti uccisi nel corso <strong>del</strong>le operazioni di<br />

Peace Enforcing in Aghanistan, portando a 41<br />

prima, il 2 luglio, è stato ucciso il caporal maggiore<br />

scelto Gaetano Tuccillo, anch'egli vittima di uno "ied"<br />

(ordigno improvvisato). Il caporal maggiore Marchini<br />

vittime il tributo di sangue <strong>del</strong> nostro Paese all’ope- gli "ied" li scovava e li rendeva inoffensivi. Questo<br />

razione ISAF.<br />

era il suo lavoro: aggredire quei serpenti nascosti<br />

2 Luglio 2011. Il caporal maggiore Gaetano sotto la terra rossastra <strong>del</strong>le polverose strade afgha-<br />

Tuccillo, nativo di Pomigliano d'Arco (Napoli), apparne. Il giorno prima <strong>del</strong>la sua uccisione ne aveva già<br />

tenente al Battaglione logistico "Ariete" di Maniago scoperti e disattivati tre. Roberto Marchini faceva<br />

(Pordenone) è parte di un'unità mista, italiana-afghana, impegnata<br />

rimasto ucciso in in una ricognizione. Il parà-geniere era a piedi,<br />

Afghanistan, in un davanti al mezzo, e stava dando copertura di sicurez-<br />

attentato avvenuza ad un team di<br />

to nei pressi <strong>del</strong> artificieri impe-<br />

villaggio di gnati a bonificare<br />

Caghaz, 16 chilo- la strada da ordimetri<br />

ad Ovest di gni. Il quarto ordi-<br />

Bakwa. Il caporalgno è esploso<br />

maggiore, come sotto i suoi piedi.<br />

riferisce lo Stato Il 21 luglio<br />

Maggiore <strong>del</strong>la avrebbe festeg-<br />

Difesa, viaggiava giato il suo com-<br />

a bordo di un pleanno: 29 anni<br />

mezzo blindato spezzati da una<br />

che è rimasto bomba talebana.<br />

coinvolto nell'e- Lo aspettava un<br />

splosione di un periodo di licenza<br />

ordigno posiziona- a Caprarola.<br />

Il Caporal Maggiore<br />

Gaetano Tuccillo<br />

to ai margini <strong>del</strong>la<br />

strada. Un altro<br />

militare, un parà<br />

<strong>del</strong> 186°<br />

25 luglio<br />

2011. Roma piange<br />

la quarantunesima<br />

vittima <strong>del</strong><br />

Il Caporal Maggiore<br />

David Tobini<br />

Reggimento “Folgore di Siena”, è rimasto ferito, ma contingente di<br />

non è in pericolo di vita.<br />

pace italiano in Afghanistan e il sindaco Alemanno<br />

12 luglio 2011. Un militare italiano è morto in proclama lutto cittadino. Si chiamava David Tobini,<br />

Afghanistan in seguito all'esplosione di un ordigno aveva appena compiuto 28 anni ed era originario<br />

artigianale nel distretto di Bakwa, nella regione <strong>del</strong>la Capitale. È deceduto durante uno scontro a<br />

ovest, sotto il comando <strong>del</strong> nostro Paese. è la qua- fuoco avvenuto nella valle <strong>del</strong> Murghab, in<br />

rantesima vittima italiana in Afghanistan dal 2004. Si Afghanistan. Nato a Roma il 23 Luglio 1983, il mili-<br />

tratta <strong>del</strong> primo caporalmaggiore<br />

tare, primo caporalmaggiore in<br />

Roberto Marchini, 28 anni, origi-<br />

forza al 183° Reggimento paranario<br />

di Caprarola (Viterbo),<br />

cadutisti “Nembo” di Pistoia,<br />

geniere-paracadutista <strong>del</strong>l'ottavo<br />

stava partecipando ad un'attività<br />

reggimento <strong>del</strong> genio Guastatori<br />

congiunta con le forze afghane,<br />

“Folgore” di Legnago. Al momen-<br />

quando la valle di Bala Murghab,<br />

to <strong>del</strong>l'esplosione era appena<br />

nella provincia di Badghis, è<br />

sceso da un mezzo militare e<br />

stata attaccata: è quanto reso<br />

stava tentando di disinnescare<br />

noto dallo Stato Maggiore <strong>del</strong>la<br />

proprio l'ordigno che l'ha ucciso.<br />

Difesa. L'attacco al contingente<br />

Secondo il Ministero <strong>del</strong>la Difesa,<br />

italiano è avvenuto al termine di<br />

era impegnato in un'attività di<br />

un'attività di controllo e ricerche:<br />

ricognizione insieme a militari<br />

proprio sul finire <strong>del</strong>l'operazione,<br />

afghani, con la sua pattuglia<br />

gli insorti hanno preso di mira il<br />

stava facendo rientro a "Fob<br />

dispositivo italiano, uccidendo il<br />

Lavaredo", la base avanzata <strong>del</strong><br />

caporalmaggiore Tobini e feren-<br />

contingente italiano nel distretto<br />

do altri due militari, di cui uno<br />

di Bakwa, nella provincia di<br />

Farah. Si tratta <strong>del</strong>lo stesso<br />

distretto nel quale undici giorni<br />

Il Primo Caporal Maggiore<br />

Roberto Marchini<br />

risulta essere in gravi condizioni,<br />

mentre l'altro sembrerebbe fuori<br />

pericolo di vita.<br />

12 IL NASTRO AZZURRO


IL NASTRO AZZURRO<br />

IL COMMENTO<br />

Sembra che, negli ultimi tempi, ogni volta che il parlamento si deve occupare <strong>del</strong>le missioni militari<br />

all'estero qualche soldato italiano fuori area rimanga ucciso.<br />

Già la controversa partecipazione al sostegno internazionale <strong>del</strong>la rivolta libica contro Gheddafi aveva<br />

fatto venire più di qualche ripensamento nella maggioranza di governo, quando l'attentato in cui muore in<br />

Afghanistan il caporal maggiore scelto Gaetano Tuccillo acuisce ulteriormente le polemiche interne. Il 12<br />

luglio, il caporal maggiore Roberto Marchini perde la vita a causa <strong>del</strong>l'esplosione di un ordigno. Siamo<br />

ormai alla vigilia <strong>del</strong> voto parlamentare per la legge di proroga <strong>del</strong> finanziamento per gli interventi <strong>del</strong>le<br />

nostre Forze Armate in Afghanistan, Libano, Kosovo, Bosnia, Libia e, il 20 luglio il viceministro leghista<br />

Roberto Castelli dichiara che non vi parteciperà. Il voto slitta dal 21 al 26 luglio, intanto un altro militare<br />

italiano trova la morte il 25 luglio. Si tratta <strong>del</strong> primo caporal maggiore David Tobini.<br />

La legge viene approvata comunque, ma le polemiche restano.<br />

Il sospetto che le fratture interne al governo vengano lette come opportunità per i talebani appare più<br />

che fondato. Questi ultimi sembrano aver cambiato strategia: attacchi mirati nei momenti "giusti", cioè<br />

quando il Parlamento deve approvare il rifinanziamento. E se il fronte interno non è compatto, la strategia<br />

sembra quella di allargare la frattura e sperare di spingere il governo italiano al ritiro. Polemiche <strong>del</strong><br />

genere descritto, <strong>qui</strong>ndi, finiscono col mettere in grave pericolo i nostri militari.<br />

Come ho sempre sostenuto da queste colonne, la politica estera è una cosa troppo seria per piegarla a<br />

ragioni di politica interna. Oggi mi viene da dire che la politica interna italiana è una cosa troppo banale<br />

per essere giocata sulla pelle dei nostri militari in Afghanistan.<br />

Come sappiamo bene, la missione ISAF, alla quale essi stanno partecipando con grande competenza ed<br />

onore in quel martoriato paese, ha innanzitutto lo scopo di accompagnare il governo afgano fino al raggiungimento<br />

<strong>del</strong>la capacità di garantire la propria sicurezza interna affinché sia anche in grado di contribuire a<br />

quella degli altri paesi, soprattutto <strong>del</strong>l'occidente. Tale missione vede coinvolti numerosi paesi occidentali<br />

sotto l'egida <strong>del</strong>l'ONU e le bandiere <strong>del</strong>la NATO, in un quadro di mutua assistenza internazionale che mette<br />

i talebani in difficoltà, soprattutto politica, rispetto a tutto il mondo. Pertanto, la loro strategia è quella di<br />

scoraggiare la partecipazione dei diversi paesi nella speranza che essi ritirino unilateralmente le loro truppe<br />

e lascino "soli" gli Stati Uniti a identificarsi nel ruolo bellico e soprattutto politico di ISAF.<br />

Le Forze Armate americane non avrebbero grosse difficoltà a svolgere autonomamente la missione<br />

ISAF: già ora ne sostengono quasi il 70% <strong>del</strong>lo sforzo. Il vero problema è politico. Se gli USA rimanessero<br />

i soli a contrastare i terroristi ora in Afghanistan, domani altrove, sarebbe fin troppo facile per questi<br />

ultimi, e per i numerosi appoggi politici di cui godono nel mondo (anche in Italia: basta leggere con attenzione<br />

le dichiarazioni di molti esponenti di una ben determinata area politica al riguardo), sostenere che<br />

gli USA stanno rinnovando una politica di "aggressione imperialista" a spese di inermi paesi con al scusa<br />

di qualche loro piccolo problema interno.<br />

Le connivenze politiche col terrorismo internazionale sono ben diffuse ed espongono tutti i paesi occidentali<br />

a rischi inaccettabili per la serena e sicura convivenza civile. ISAF è una missione essenziale nel<br />

contrasto a tali connivenze e deve godere innanzitutto <strong>del</strong>la partecipazione effettiva e convinta <strong>del</strong>la maggior<br />

parte <strong>del</strong>le nazioni civili. Qualsiasi tentennamento su questa posizione verrebbe interpretato come<br />

debolezza sulla quale è possibile fare pressione con buone probabilità di far recedere, uno alla volta, i<br />

governi che attualmente compartecipano a ISAF e riuscire, col tempo, ad isolare gli Stati Uniti dal resto <strong>del</strong><br />

mondo occidentale.<br />

In questa strategia, i rischi per chi da segni di cedimento sono altissimi, perché i talebani potrebbero<br />

ritenere il successo a portata di mano … basta insistere con qualche altro attentato e il gioco è fatto.<br />

Ecco perché discutere ad ogni pié sospinto <strong>del</strong>l'opportunità o meno <strong>del</strong>la nostra permanenza nell'ambito<br />

di una missione così <strong>del</strong>icata ed essenziale (e che stiamo conducendo così bene), serve solo ad incrementare<br />

i rischi (già molto alti) per i nostri militari oltre la soglia <strong>del</strong>l'accettabilità.<br />

Penso che una soluzione sia quella di eliminare alla radice l'ambito in cui le polemiche stesse si sviluppano.<br />

Nel perdurante quadro di gravi ristrettezze economico finanziarie, è sembrato logico estrapolare i<br />

costi <strong>del</strong>le missioni militari all'estero dal sempre più magro bilancio <strong>del</strong>la Difesa, al fine di evitare che tali<br />

missioni divenissero di fatto insostenibili. Ma la tecnica <strong>del</strong> Decreto Legge da rinnovare semestralmente,<br />

induce a polemiche politiche tutte finalizzate a obiettivi "interni" che espongono, a cadenza semestrale<br />

appunto, i nostri militari al rischio testé descritto.<br />

È ora che il governo dica chiaramente, una volta per tutte e senza più tornare sull'argomento, che darà<br />

ordine ai militari italiani di lasciare il suolo <strong>del</strong>l'Afghanistan solo quando tale nazione sarà in grado di autogestirsi.<br />

Ciò potrebbe essere ine<strong>qui</strong>vocabilmente espresso solo reintroducendo nel bilancio "ordinario"<br />

<strong>del</strong>la Difesa anche le spese di missione all'estero nel quadro di chiare ed incontrovertibili scelte di politica<br />

estera che, una volta prese, non dovrebbero essere soggette a successive discussioni, se non per ragioni<br />

sempre dettate dalla politica estera. Ovviamente il bilancio dovrebbe essere mantenuto a livelli "credibili"<br />

per il sostegno economico <strong>del</strong>l'impresa.<br />

Ciò bandirebbe dal tavolo politico periodiche discussioni, oziose ma pericolose, sul prematuro ritiro dei<br />

nostri militari da missioni che ancora non hanno conseguito l'obiettivo, quando nulla autorizza a pensare<br />

che esso non venga raggiunto. Ritirare prima i nostri contingenti militari dal teatro operativo afgano vanificherebbe<br />

tutti gli sforzi fin <strong>qui</strong> compiuti e il sacrificio di ben quarantuno nostri eroici connazionali, senza<br />

alcuna valida ragione.<br />

Antonio Daniele<br />

13


L'<br />

84 o RADUNO NAZIONALE DEGLI ALPINI<br />

8 maggio gli alpini hanno festeggiato a Torino l'84^<br />

Adunata Nazionale, evento che ci permette di capi-<br />

re a fondo la forza numerica e la coesione di questo<br />

glorioso Corpo che tenacemente e costantemente ogni<br />

anno mantiene viva una storia ed una tradizione, e ciò non<br />

fa che rendergli onore.<br />

La presenza per il secondo anno consecutivo<br />

<strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> alla loro adunata rinnova un<br />

prezioso momento di incontro e scambio in nome dei<br />

Valori e <strong>del</strong>la Patria e consolida quel fraterno rapporto di<br />

reciproca stima ed amicizia che esiste tra le nostre<br />

Associazioni facendo comprendere a tanti che insieme<br />

siamo i depositari dei principi cardine che sono alla base di<br />

una società civile e democratica.<br />

I nostri valorosi sono i loro valorosi e viceversa, per<br />

questa ragione, e per molte altre, essere presenti significa<br />

richiamare alla memoria dei più giovani l'esempio dei più<br />

anziani.<br />

L'anno 2011 è per tutti noi italiani denso di significato<br />

e gli alpini contemporaneamente ai festeggiamenti per<br />

l'anniversario dei 150 anni <strong>del</strong>l'Unità d'Italia celebrano<br />

anche i 139 anni <strong>del</strong>la loro costituzione.<br />

Nato nel 1872 per volontà <strong>del</strong> Generale Perrucchetti a<br />

presidio ed a difesa dei valichi montani, nel corso <strong>del</strong>la sua<br />

lunga e gloriosa storia, il corpo ha dimostrato il suo valore<br />

ed il suo impegno nelle due guerre mondiali ed in tempi<br />

più recenti ha portato il suo contributo oltre i confini nazio-<br />

nali nelle missioni di pace ed ha prestato soccorso alle<br />

popolazioni civili in occasione di disastri e calamità naturali<br />

(si pensi ad esempio all'intervento <strong>del</strong>la "Julia" con i suoi<br />

genieri ad Haiti)<br />

La straordinaria cooperazione di cui si fanno promotori<br />

ed interpreti nel mondo testimonia e sottolinea l'impegno,<br />

l'abnegazione ed il senso <strong>del</strong> dovere che li anima sia<br />

sotto le armi che in congedo.<br />

La massima espressione <strong>del</strong>la loro coesione è l'adunata<br />

che, come sottolineavo, richiama da tutta Italia,<br />

dall'Europa e dal mondo intero centinaia di migliaia di<br />

penne nere, per vivere un'intensa tre giorni all'insegna di<br />

quegli ideali e di quel senso di Unità di cui sempre si fanno<br />

propugnatori.<br />

In una Torino assolata e affollata oltre ogni misura<br />

(sono presenti circa 500.000 persone), vicino al monumento<br />

che ricorda Vittorio Emanuele II di Savoia, primo Re<br />

d'Italia, ha inizio la giornata più impegnativa <strong>del</strong>l'anno.<br />

Centinaia di migliaia di persone sfilano e rendono<br />

omaggio ai simboli più importanti: alla Bandiera Nazionale<br />

ed al Labaro <strong>del</strong>l'Associazione su cui risplendono le 214<br />

Medaglie d'Oro al Valor Militare, alle massime autorità il<br />

Presidente Nazionale, il Comandante <strong>del</strong>le Truppe Alpine,<br />

la rappresentanza <strong>del</strong>le più alte cariche <strong>del</strong>lo stato ed il<br />

Ministro <strong>del</strong>la Difesa.<br />

Sono decine e decine di cappelli alpini quelli che si<br />

notano dalle tribune.<br />

14 IL NASTRO AZZURRO


Il Ministro <strong>del</strong>la difesa Ignazio La Russa interviene<br />

al Raduno degli Alpini<br />

E <strong>qui</strong> non posso non fare una breve digressione riguardo<br />

al cappello alpino: sembra che ognuno faccia a gara per<br />

personalizzare il proprio copricapo al fine di identificare se<br />

stesso sì come membro di un'Associazione, ma allo stesso<br />

tempo come individuo unico. Ed è una singolarità così<br />

marcata, pur nell'ambito di una fortissima coesione, che<br />

non credo esista in nessun'altra Associazione d'Arma.<br />

Ritornando all'Adunata, sfilano uomini di ogni età, ordine<br />

e grado, ma quelli che più stupiscono sono i cosiddetti<br />

"veci" che dimostrano il loro attaccamento al corpo sfilando<br />

ogni anno incuranti <strong>del</strong>la fatica cui vanno incontro.<br />

Sono uomini che hanno fatto la storia di questo paese, che<br />

conoscono e serbano nei loro ricordi le fatiche, le paure, i<br />

dolori e le gioie <strong>del</strong>la riedificazione di una Nazione; memorie<br />

che sebbene a volte affievolite dal lungo tempo trascorso<br />

sono ancora capaci di raccontare con una prontezza di<br />

spirito che a volte stupisce.<br />

La mia attenzione quest'anno si<br />

concentra soprattutto sulle sezioni<br />

estere ed in particolare quella di<br />

New York, il cui presidente è un<br />

uomo molto vitale, dinamico, simpatico<br />

e gioviale. Non tradisce l'emozione<br />

di partecipare alla sfilata e<br />

racconta che la sua sezione ha<br />

ormai pochi alpini di leva e molti<br />

iscritti simpatizzanti che gli permettono<br />

di coltivare ancora in terra<br />

americana i valori <strong>del</strong>la tradizione<br />

alpina. Il discorso cade sulle attività<br />

che svolgono le penne nere d'oltre<br />

Oceano e mi rende partecipe di<br />

un'importante evento che si terrà in<br />

occasione <strong>del</strong> Columbus Day di<br />

ottobre, quando il Labaro Nazionale<br />

degli Alpini sfilerà nel corteo che<br />

attraverserà le strade <strong>del</strong>la Grande<br />

Mela scortato dai suoi alpini.<br />

Parliamo ancora un momento poi<br />

devo lasciarlo per conversare con<br />

l'Ambasciatore Italiano a Sofia,<br />

Stefano Benazzo, Presidente <strong>del</strong>la<br />

neo costituita Sezione Balcanica -<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Carpatica - Danubiana: uomo molto<br />

elegante, compassato nel portamento<br />

e nelle risposte, ma sinceramente<br />

emozionato per il ruolo che<br />

ricopre e per il suo primo sfilamento<br />

da Presidente con il Vessillo ricevuto<br />

solo il giorno prima dalle mani<br />

<strong>del</strong> Presidente Nazionale. Accanto a<br />

lui scorgo una figura che mi è familiare,<br />

Don Giuseppe Colombo, valtellinese<br />

d'origine, che svolge il suo<br />

ministero pastorale in Romania ed<br />

ogni anno trascorre un periodo di<br />

vacanze in Valmalenco accompagnato<br />

dai ragazzi che assiste. Uomo<br />

semplice, orgoglioso <strong>del</strong>le sue origini<br />

montanare, che ne fanno un<br />

esempio di altruismo, bontà e carattere,<br />

contraddistinto da un grande<br />

dinamismo. Questi due alpini, simbolo<br />

<strong>del</strong>la nuova Sezione sono la<br />

prova vivente che le penne nere si<br />

spendono ovunque come espressione<br />

<strong>del</strong>l'impegno e <strong>del</strong>la generosità<br />

al servizio <strong>del</strong>la comunità.<br />

Come di consuetudine e per<br />

rispetto mi avvicino ai reduci, ogni anno in numero decrescente,<br />

seduti comodamente nelle loro camionette, incuranti<br />

<strong>del</strong> caos che c'è attorno a loro attendono l'inizio <strong>del</strong>lo<br />

sfilamento, scambio con alcuni di loro <strong>del</strong>le battute, poi mi<br />

allontano.<br />

Sento in lontananza un richiamo all'ordine perché sta<br />

per iniziare lo sfilamento, ma ciò non mi impedisce di salutare,<br />

seppur molto frettolosamente, un grande amico, il<br />

Generale Luigi Morena accanto al quale riconosco il<br />

Colonnello Sergio Pivetta anch'egli reduce <strong>del</strong>la Guerra di<br />

Liberazione nelle fila <strong>del</strong> Battaglione Piemonte. Quest'anno<br />

oltre alla Bandiera di Guerra <strong>del</strong> 3° Reggimento Alpini scortata<br />

da 2 compagnie in armi, sfilerà la gloriosa Bandiera<br />

<strong>del</strong> Battaglione, all'epoca inquadrato nelle forze di liberazione,<br />

accompagnata dai due Reduci.<br />

Il Generale Morena mi stupisce: nonostante i 94 anni<br />

Il Labaro <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />

segue la Bandiera <strong>del</strong>l’Associazione Alpini d’Italia<br />

15


compiuti, non vacilla, incede con<br />

passo fermo e deciso sebbene il suo<br />

viso non riesca a nascondere una<br />

grande commozione. Dietro a quel<br />

simbolo che portano, si celano tanti<br />

ricordi di un passato non molto lontano<br />

che ci auguriamo non possa<br />

tornare, di una Patria distrutta che<br />

si andava ricostruendo nelle sue<br />

istituzioni democratiche dopo lunghe<br />

vicissitudini, <strong>del</strong> valore e <strong>del</strong><br />

sacrificio di molti uomini che sono<br />

morti per difenderla e per liberarla<br />

dall'oppressore straniero.<br />

Finalmente vedo il nostro<br />

Labaro, accanto all'Alfiere Alp.<br />

Arrigo Mattiussi il Consigliere<br />

Nazionale e Presidente <strong>del</strong>la<br />

Federazione di Sondrio Cav. Alberto<br />

Vido, entrambi in uniforme, poco<br />

dietro il Presidente <strong>del</strong>la<br />

Federazione di Bergamo, dott. Vito<br />

Mirabella, il Colonnello Riccardo<br />

Morlini, il Conte Buffa di Perrero,<br />

nipote <strong>del</strong>la M.O.V.M. Carlo Buffa di<br />

Perrero, il Commissario <strong>del</strong>la Federazione<br />

di Torino Franco Provero e<br />

la signora Cresta figlia di un <strong>Azzurro</strong> decorato di M.OV.M.,<br />

a seguire, i ragazzi <strong>del</strong>la Scuola Militare Theuliè di Milano.<br />

Non credo ai miei occhi, con grande stupore in una circostanza<br />

come quella di quest'anno, che ricorda i 150<br />

anni <strong>del</strong>l'Unità d'Italia, i dieci allievi non indossano l'uniforme<br />

storica come nella precedente Adunata di<br />

Bergamo. Sono belli perché sono giovani, disinvolti, eleganti<br />

hanno un portamento sicuro, di chi è abituato alla<br />

disciplina ed al rigore militare, ma nel loro abbigliamento<br />

casual, scompaiono e si confondono, unica eccezione che<br />

li può distinguere dagli altri, ma solo per le persone che<br />

ne sono a conoscenza, è quel simbolo che con fierezza si<br />

sono appuntati sul petto, che spiega da quale Scuola<br />

Militare provengono.<br />

Il Presidente <strong>del</strong>la<br />

Federazione di<br />

Sondrio scorta il<br />

Labaro <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong><br />

<strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />

Il Medagliene <strong>del</strong>l’ANA con una scorta<br />

d’eccezione: il gen. Abrate e l’On. Giovanardi<br />

I comuni mortali che nulla conoscono dei simboli <strong>del</strong>le<br />

scuole militari non sanno che questi ragazzi potranno, in<br />

un futuro non molto lontano, essere la classe dirigente <strong>del</strong><br />

nostro esercito.<br />

Quali siano state le motivazioni e le ragioni che hanno<br />

impedito di indossare l'uniforme storica non le conosco,<br />

ma una cosa è certa: è palese che i nostri giovani allievi,<br />

che tanto amano una vita diversa da molti altri loro coetanei,<br />

severa e rigorosa come quella militare, non possono<br />

mostrarlo a nessuno, solo a loro stessi.<br />

Per questo non posso non esprimere un giudizio personale:<br />

lasciamo che i nostri ragazzi indossino le loro scintillanti<br />

uniformi perché sono portate con amore, orgoglio e<br />

responsabilità, perché per averla l'hanno sudata!<br />

Quanta disciplina, quanta fatica alla fine <strong>del</strong> loro percorso<br />

di studi!<br />

Questi allievi ameranno e rispetteranno<br />

sempre quella divisa, perché<br />

spiegherà una storia, la storia<br />

privata di ognuno di loro e la storia<br />

<strong>del</strong> nostro Paese che si perpetuerà<br />

con loro.<br />

Ab illo tempore un filo conduttore<br />

lega il nostro <strong>Istituto</strong> alle scuole<br />

militari perché ognuno, a suo modo,<br />

diffonde una cultura di ordine, di<br />

disciplina e di attaccamento ai valori.<br />

Non bisogna negare che in questi<br />

ultimi tempi troppo spesso chi<br />

veste una divisa viene fatto oggetto<br />

di scherno e di polemica. Ma è cosa,<br />

nota sin dai tempi antichi, che ogni<br />

popolo ha sempre avuto un proprio<br />

esercito per difendere i confini territoriali,<br />

mantenere l'ordine e la disciplina<br />

e, quando necessita, far<br />

rispettare le leggi <strong>del</strong>la propria<br />

Nazione.<br />

Non bisogna stupirsi, dunque,<br />

se ogni uomo (ed ora anche donna)<br />

che ha militato o milita nelle forze<br />

armate, mantenga nel tempo quell'attaccamento<br />

al corpo di cui l'in-<br />

16 IL NASTRO AZZURRO


contro annuale, per gli Alpini l'Adunata Nazionale, non è<br />

che l'espressione tangibile.<br />

A cornice dei molti pensieri che ho espresso voglio concludere<br />

con una frase a mio avviso molto semplice, esplicativa<br />

e congeniale, che mi è stata recitata da un vecchio<br />

alpino per descrivere la figura <strong>del</strong> "soldato <strong>del</strong>le Alpi":<br />

“Siamo temerari come le rocce che scaliamo,<br />

rudi come i luoghi che abitiamo, ma da<br />

sempre laboriosi, volenterosi e solidali”.<br />

Un ultima notizia: a margine <strong>del</strong>lo sfilamento<br />

devo sottolineare che la Federazione di<br />

Bergamo, come ormai di consuetudine, ha<br />

colto l'occasione per consegnare a 5 allievi<br />

<strong>del</strong>la Scuola Militare la tessera di Socio<br />

Simpatizzante nel corso di una breve cerimonia<br />

che si è tenuta nella cappella <strong>del</strong>la Caserma<br />

"Montegrappa" sede <strong>del</strong>la Brigata Alpina<br />

Taurinense alla presenza <strong>del</strong> Cappellano Capo<br />

e <strong>del</strong> Consigliere Nazionale Cav. Alberto Vido.<br />

Certamente un ottimo modo per concludere<br />

una giornata particolarmente intensa all'insegna<br />

<strong>del</strong> motto <strong>del</strong>la Brigata “La fede per credere<br />

... il coraggio per agire”.<br />

Non credo di dover aggiungere altro, se<br />

non che l'Adunata si è conclusa, come ogni<br />

anno, all'insegna di una grande partecipazione<br />

ed anche noi, nonostante varie peripezie ed il<br />

numero esiguo, siamo molto felici e soddisfatti<br />

di aver sfilato, proprio per quella sinergia che<br />

si è creata con le penne nere anche verso la<br />

Il monumento al mulo Scu<strong>del</strong>a a<br />

Villa Borghese<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

vostra cronista che è stata accolta ovunque con cordialità,<br />

gentilezza e simpatia.<br />

Quindi ... arrivederci alla prossima Adunata a Bolzano.<br />

IL MULO SCUDELA<br />

Maristella Ravelli<br />

(Socia <strong>del</strong>la Federazione di Sondrio)<br />

Un momento <strong>del</strong>la consegna <strong>del</strong>la tessera di Socio<br />

Simpatizzante a un allievo <strong>del</strong>la Scuola Militare<br />

Nel complesso di Villa Borghese, grande<br />

parco romano oggi adibito a verde pubblico<br />

ed in passato sede di residenze e<br />

strutture <strong>del</strong>la nobile famiglia dei Borghese (a<br />

tale famiglia e precisamente a Papa Paolo V si<br />

deve il completamento <strong>del</strong>la Basilica di San<br />

Pietro), sono presenti interessanti e suggestive<br />

costruzioni. Una di queste è la cosiddetta<br />

Fortezzuola, la quale in origine era una vecchia<br />

rimessa dove i fattori dipendenti dei Borghese<br />

custodivano le galline e raccoglievano le loro<br />

uova.<br />

Nel settecento il manufatto fu restaurato e<br />

gli venne data una caratteristica struttura fortificata<br />

che lo rese simile ad un piccolo castello<br />

con muro di cinta e meraltura: diresse i lavori<br />

l'architetto Antonio Asprucci. Suggestivo il<br />

giardino interno e molto bella è anche la statua<br />

<strong>del</strong>l'alpino che è posta di fronte all'ingresso.<br />

La statua venne realizzata e donata alla Villa da Pietro Canonica, che nella Fortezzuola ha<br />

avuto dapprima il suo studio professionale e poi la possibilità di abitarla in concessione d'uso<br />

per i suoi meriti artistici. La statua è in bronzo e rappresenta anche il mulo Scu<strong>del</strong>a, animale <strong>del</strong><br />

corpo degli alpini che fu decorato con la Medaglia d'Argento al Valor Militare dopo la prima guerra<br />

mondiale. In origine il monumento rappresentava solo Scu<strong>del</strong>a; nel 1957, diciassette anni<br />

dopo la sua collocazione, fu aggiunta la statua <strong>del</strong>l'alpino. Scu<strong>del</strong>a (che significa Sco<strong>del</strong>la) era<br />

il mulo più forte e coraggioso <strong>del</strong> Corpo Alpini: nella Grande Guerra portò le sue bisacce ed il suo<br />

cannoncino su e giù per le Alpi, fe<strong>del</strong>issimo al suo compagno umano dal quale non si staccava<br />

mai. Perse il militare che combatteva con lui durante un bombardamento d'artiglieria: i soldati<br />

si ritirarono e lui - dopo la morte <strong>del</strong>l'amico - impiegò due giorni per ritrovare il loro accampamento.<br />

Vi fece ritorno, portando il cappello <strong>del</strong> suo soldato in bocca.<br />

17


MOVM ECCELLENTI: IL GENERALE ALBERTO LI GOBBI<br />

Alberto Li Gobbi<br />

nasce a Bologna<br />

il 10 giugno<br />

causa di opinioni differenti<br />

sulla conduzione<br />

<strong>del</strong>la guerriglia, il<br />

1914. Figlio di un uffi-<br />

31 marzo 1944 si<br />

ciale di fanteria, dopo<br />

porta a Genova con il<br />

aver conseguito il<br />

fratello Aldo ed<br />

diploma di Allievo<br />

Edgardo Sogno al fine<br />

Capitano di Lungo<br />

di ripristinare i colle-<br />

Corso, è ammesso al<br />

gamenti con gli anglo-<br />

115° Corso<br />

americani. A seguito<br />

<strong>del</strong>l'Accademia di<br />

di una <strong>del</strong>azione ven-<br />

Artiglieria e Genio di<br />

gono arrestati dalle SS<br />

Torino dalla quale<br />

ed Aldo, nel tentativo<br />

esce nel 1937 con il<br />

di fuggire è grave-<br />

grado di Tenente di<br />

mente ferito e succes-<br />

Artiglieria. Allo scopsivamente<br />

torturato<br />

pio <strong>del</strong>la 2^ guerra<br />

nel vano tentativo di<br />

mondiale prende<br />

assumere informazio-<br />

parte con il suo reggini.<br />

Li Gobbi e Sogno<br />

mento alle operazioni<br />

sono rinchiusi in una<br />

sul fronte greco-alba-<br />

cella <strong>del</strong> carcere di<br />

nese, dove viene<br />

Marassi. Recandosi<br />

decorato di Medaglia<br />

nel bagno dove è loro<br />

di Bronzo e di<br />

concesso di andare, si<br />

Medaglia d'Argento<br />

accorgono che smuo-<br />

"sul Campo" al Valor<br />

vendo un tubo d'ac-<br />

Militare.<br />

ciaio che sbarra la<br />

Trasferito nel 1941<br />

finestra vi è una possi-<br />

all'Accademia Militare<br />

bilità di evasione.<br />

di Torino quale ufficia-<br />

Utilizzando uno spazle<br />

di inquadramento,<br />

zolino da denti ed una<br />

riesce farsi assegnare<br />

chiave riescono a<br />

volontario ad un<br />

creare uno spazio suf-<br />

reparto in partenza<br />

ficiente a far passare<br />

per il fronte russo. Già<br />

una persona. Li<br />

decorato di Medaglia<br />

d'Argento "sul campo"<br />

Il generale Alberto Li Gobbi<br />

Gobbi, ignorando che<br />

suo fratello è già<br />

al Valor Militare, nel<br />

morto a seguito <strong>del</strong>le<br />

dicembre 1942 si trova<br />

ferite e <strong>del</strong>le torture<br />

con la sua batteria nel settore assegnato al 90° reggimen- subite e convinto che la sua evasione gli avrebbe causato<br />

to fanteria quando i russi sferrano improvvisamente l'attac- conseguenze fatali, decide di far scappare Sogno.<br />

co. Impossibilitato a svolgere le funzioni di osservatore <strong>del</strong> L'evasione è scoperta dopo pochi minuti ed i tedeschi<br />

fuoco, anima la resistenza dei centri di fuoco accerchiati cercano di estorcere notizie a Li Gobbi e di fargli decifrare<br />

riuscendo a respingere per la prima volta il nemico dalla i messaggi trovati in suo possesso attraverso torture che<br />

quota presidiata. La posizione è complessivamente perdu- comprendono cerchio di ferro alla testa, percosse con<br />

ta e ricon<strong>qui</strong>stata per cinque volte in un giorno finchè all'al- pugno di ferro e calci, tratti di corda e acqua al naso. Il<br />

ba <strong>del</strong> giorno seguente, nonostante una ferita ad una trattamento, alternato a promesse, si prolunga per oltre<br />

gamba, mentre guida ancora una volta all'assalto un repar- 24 ore ma dalla sua bocca non esce una parola. Ridotto in<br />

to di formazione composto da superstiti <strong>del</strong> 90° viene feri- stato comatoso, dopo 35 giorni di isolamento è interrogato<br />

gravemente all'addome. Per questa azione merita una to di nuovo e, accertato che i tedeschi sono a conoscenza<br />

Medaglia di Bronzo "sul campo" al Valor Militare.<br />

<strong>del</strong>la sua identità e dei suoi movimenti precedenti alla cat-<br />

All'atto <strong>del</strong>l'armistizio, in famiglia sul Lago Maggiore tura, riesce a convincerli di non essere in possesso di infor-<br />

per licenza di convalescenza, si presenta immediatamente mazioni importanti e fornisce loro un testo non veritiero<br />

al suo reggimento di stanza in Alessandria in lotta con i dei messaggi posseduti. Condannato a morte, è momen-<br />

tedeschi. Fatto prigioniero, riesce ad evadere e dopo aver taneamente graziato e tenuto come ostaggio da fucilare in<br />

frequentato un corso di paracadutismo ed un corso radio, caso di atti ostili compiuti contro le Forze Armate<br />

si offre volontario per una missione nelle retrovie tede- Tedesche. Quattro mesi dopo, trasferito a Verona per essesche.<br />

Aviolanciato nella brughiera di Can<strong>del</strong>o, nei pressi di re inviato in Germania, fugge dall'edificio in cui è rinchiu-<br />

Biella, raggiunge nuovamente la famiglia sul Lago so e, dopo aver preso contatto con forze partigiane e<br />

Maggiore dove convince il fratello Aldo, radiotelegrafista rischiato di essere fucilato dalle stesse, raggiunge dopo<br />

civile e militare, a collaborare con lui nell'organizzazione di diverse peripezie Firenze. Entrato a far parte <strong>del</strong> Gruppo di<br />

una rete informativa e di rifornimenti alle unità partigiane. Combattimento "Friuli" partecipa alla guerra di Liberazione<br />

Dopo aver assunto il comando <strong>del</strong>la banda partigiana nei ranghi <strong>del</strong>le Forze Armate. Al termine <strong>del</strong> conflitto,<br />

"Beltrami" assumendo il nome di "Capitano Mascherato" e posto in licenza di convalescenza per le ferite di guerra, è<br />

rischiato la fucilazione da parte di partigiani garibaldini a interessato quale Vice Presidente <strong>del</strong> "Consorzio fra<br />

18 IL NASTRO AZZURRO


Cooperative Partigiane di<br />

Trasporto Automobilistico" a<br />

favorire l'immigrazione clandestina<br />

degli Ebrei in Palestina<br />

mediante l'utilizzazione dei<br />

mezzi e <strong>del</strong> personale a sua<br />

disposizione su tutto il territorio<br />

nazionale. L'operazione, vietata<br />

dagli Alleati e solo ufficiosamente<br />

autorizzata dal nostro Servizio<br />

Segreto, consente il transito dal<br />

1945 al 1947 di non meno di<br />

25.000 profughi israeliani. Quale<br />

riconoscimento riceve nel 1992<br />

da Israele una decorazione<br />

quale "Eroe <strong>del</strong>l'Alijà Beth".<br />

Torna in servizio nel 1947 ed<br />

il 2 giugno, in occasione <strong>del</strong><br />

secondo anniversario <strong>del</strong>la<br />

Repubblica, celebrato con una<br />

parata militare al Parco di<br />

Milano, il Gen. Utili appunta sul<br />

suo petto una Medaglia d'Oro,<br />

due Medaglie d'Argento e due<br />

Medaglie di Bronzo al Valor<br />

Militare. In seguito, dopo la frequenza<br />

<strong>del</strong> corso di Stato<br />

Maggiore, ricopre prestigiosi<br />

incarichi in ambito nazionale ed<br />

internazionale quali Addetto Militare in USA, Messico e<br />

Cuba, Comandante <strong>del</strong> Reggimento Artiglieria a Cavallo,<br />

<strong>del</strong>la Brigata Corazzata "Ariete" e <strong>del</strong>la Brigata<br />

Paracadutisti "Folgore" (a Lui si deve l'adozione <strong>del</strong> basco<br />

amaranto per le unità paracadutiste), rappresentante italiano<br />

nel Comitato Militare <strong>del</strong>la Nato, Comandante <strong>del</strong>la<br />

Forza Mobile Alleata Europea (ACE) e <strong>del</strong>le Forze Terrestri<br />

Alleate <strong>del</strong> Sud Europa (FTASE).<br />

Al termine <strong>del</strong> servizio è eletto Presidente<br />

<strong>del</strong>l'Associazione Nazionale Combattenti Forze Armate<br />

Regolari nella Guerra di Liberazione ed in tale veste cerca,<br />

MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE<br />

CONFERITA AL GEN. ALBERTO LI GOBBI<br />

"L'8 settembre, pur sofferente per una grave ferita riportata in precedenti combattimenti, abbandonava<br />

la famiglia per raggiungere il proprio reggimento in lotta contro i tedeschi. Catturato e riuscito<br />

ad evadere attraversava le linee di combattimento e si offriva volontario per una importante, lunga<br />

e rischiosissima missione di guerra in territorio italiano occupato dai tedeschi. Durante un lungo eroico<br />

periodo, illuminato da purissima fede, prodigava il suo valore e la sua intelligenza ad organizzare<br />

e dirigere il movimento di liberazione <strong>del</strong>la Patria, affrontando impavido il rischio di ogni ora e le<br />

certe insidie che lo avvolgevano e lo avrebbero travolto. Durante un feroce rastrellamento nemico,<br />

caduto in combattimento un valoroso ufficiale comandante di una formazione partigiana, presso la<br />

quale in quel momento si trovava, assumeva senza esitazioni il comando <strong>del</strong> gruppo, ne riuniva gli<br />

elementi già duramente provati, riuscendo a sottrarli alla morsa nemica con azioni episodiche condotte<br />

con decisione ed abilità ammirevoli. Arrestato e trovato in possesso di documenti che costituivano<br />

ine<strong>qui</strong>vocabile condanna, fu sottoposto ad estenuanti interrogatori e ad inenarrabili torture. Ma<br />

il sentimento <strong>del</strong> dovere e <strong>del</strong>l'onore sorretti dal sublime stoicismo, vinsero la ferocia teutonica: nessun<br />

segreto fu svelato, nessun compagno tradito. Avuta la possibilità di evadere vi rinunciava a favore<br />

di un compagno di lotta e di fede la cui opera riteneva tornasse più vantaggiosa. Procrastinata la<br />

fucilazione cui era stato condannato, nei lunghi mesi di prigionia non manifestava debolezze, né<br />

recriminava la sua giovinezza sacrificata, lieto di averla donata alla Patria. Quando fortunate circostanze<br />

gli permisero di fuggire, riprendeva il suo posto di combattimento e si offriva di continuare<br />

ancora la sua missione. Fulgido esempio di assoluta dedizione alla Patria ed al dovere"<br />

Italia occupata, 5 dicembre 1943 - 21 agosto 1944<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

senza ottenere risultati concreti, di valorizzare il ruolo<br />

avuto dalle Forze Armate nella guerra di Liberazione rapportato<br />

a quello <strong>del</strong>le unità partigiane. La sua amarezza<br />

nei confronti <strong>del</strong>lo Stato si evincono nei titoli di alcuni articoli<br />

apparsi su importanti quotidiani nazionali "Tutti partigiani<br />

da tre anni in su" - "A 40 anni dalla Guerra lo Stato<br />

divide gli ex combattenti in e " -<br />

"Contano solo gli amici".<br />

Il 4 maggio 2011 è mancato in Milano. La motivazione<br />

<strong>del</strong>la massima decorazione conferitagli e il miglior ritratto<br />

che possiamo dedicargli.<br />

Carlo Maria Magnani<br />

19


1911 - 2011: ITALIA E LIBIA<br />

CENTO ANNI DOPO<br />

Bengasi: manifestazioni di giubilo tra gli insorti<br />

Come ho già avuto modo di esporre dalle colonne di<br />

questo periodico (n.° 3-2011 pag. 16-17) la cosiddetta<br />

"Rivoluzione Araba" non è garantito che sfoci in una<br />

democrazia intesa nel senso occidentale <strong>del</strong> termine.<br />

Certamente eliminare capi politici che, pur definendosi<br />

"Presidenti", stavano al governo da decenni e vi erano giunti<br />

generalmente attraverso processi ben diversi dalle libere<br />

elezioni, è comunque un risultato apprezzabile. Lo è ancora<br />

di più se ciò avviene grazie al volere <strong>del</strong> popolo che trova il<br />

modo di ribellarsi alla tirannia e di tentare di introdurre regole<br />

di convivenza sociale e politica nuove e soprattutto più largamente<br />

condivise.<br />

Tutto il medio oriente musulmano è attraversato da fermenti,<br />

più forti e, potremmo serenamente affermare, più<br />

efficaci nei paesi a conduzione "Sunnita", meno evidenti<br />

dove la religione "Sciita", notoriamente più intransigente,<br />

azzera quasi gli spazi <strong>del</strong>l'eventuale opposizione.<br />

Il caso libico, però, è diventato terreno di scontro internazionale<br />

grazie al decisionismo <strong>del</strong> governo francese che,<br />

all'inizio di giugno, coinvolse l'Unione Europea in quell'azione<br />

militare di sostegno alla ribellione contro Gheddafi che, proprio<br />

a fine agosto, è riuscita a condurre all'epilogo la parabola<br />

politica <strong>del</strong> colonnello di Tripoli.<br />

L'Italia, tanto era baldanzosamente entrata in guerra nel<br />

1911, quanto vi è stata tirata praticamente per i capelli nel<br />

2011. Ciò, ad onta <strong>del</strong>le dichiarazioni decisamente interventiste<br />

<strong>del</strong> nostro Presidente <strong>del</strong>la Repubblica On. Sen. Giorgio<br />

Napolitano che, con esse, ha superato materialmente le perplessità<br />

che giustamente il Presidente <strong>del</strong> Consiglio<br />

Berlusconi aveva espresso appena rientrato dal Vertice<br />

Europeo di Parigi. Dico materialmente, perché tali perplessità<br />

avevano una ragione profonda che taluni hanno cercato di<br />

spiegare in una politica estera avventurista condotta, dicono,<br />

personalmente dal nostro premier contro la logica internazionale.<br />

Nella realtà, l'accordo siglato a Roma solo un anno fa col<br />

colonnello Gheddafi è l'ultimo di una lunga serie che ha sempre<br />

visto l'Italia come partner privilegiata <strong>del</strong>la Libia già all'indomani<br />

<strong>del</strong>la seconda guerra mondiale, cioè quando la Libia<br />

era tornata indipendente, ma pur rimanendo sempre nell'orbita<br />

economica e politica italiana. Successivamente, quando<br />

l'ENI aveva reso possibile lo sfruttamento dei grandi giacimenti<br />

petroliferi <strong>del</strong> Sahara libico negli anni sessanta, i legami<br />

tra Italia e Libia divennero ancora più importanti.<br />

La cacciata <strong>del</strong> Re Idris da parte <strong>del</strong> colonnello Gheddafi<br />

nel 1969 non mutò quel quadro se non qualche anno più<br />

tardi, nel 1973, quando il nuovo leader libico nazionalizzò<br />

tutti i beni posseduti da cittadini stranieri. Guarda caso, gli<br />

stranieri erano praticamente quasi tutti italiani. Per inciso,<br />

solo lo scorso anno la Libia ha accettato una clausola <strong>del</strong><br />

trattato con l'Italia che prevede il risarcimento dei danni patiti<br />

dagli italiani ivi residenti all'epoca di quei fatti … quasi quarant'anni<br />

dopo! E in cambio <strong>del</strong> cosiddetto "riconoscimento<br />

dei danni di guerra" alla Libia (sic!).<br />

Ciò però non significa che tra Italia e Libia sono passati<br />

quarant'anni di guerra fredda, tutt'altro! La Libia riprese<br />

quasi subito dopo gli eventi <strong>del</strong> '73 relazioni diplomatiche,<br />

politiche e soprattutto economiche con l'Italia. L'ENI continuò<br />

ad essere partner privilegiato <strong>del</strong>la società petrolifera nazionale<br />

libica. In tempi più recenti, l'ENI stipulò il contratto,<br />

tutt'ora in vigore, in base al quale è diventato il principale<br />

distributore nel mondo <strong>del</strong> greggio libico.<br />

In questa situazione, non vi sono dubbi che l'improvvisa<br />

instabilità <strong>del</strong> regime libico ha messo in grave difficoltà<br />

l'Italia, debitrice alla Libia per circa il 20% <strong>del</strong>l'approvvigionamento<br />

di energia e, con una situazione contrattuale davvero<br />

molto vantaggiosa.<br />

Quando, sotto la spinta decisiva <strong>del</strong> presidente francese<br />

Nikolas Sarkozy, l'Unione Europea ha deciso di affiancare e<br />

sostenere la ribellione a Gheddafi, l'Italia di fatto è stata giocata.<br />

Vediamo perché:<br />

– L'iniziativa è partita dalla Francia che la ha annunciata al<br />

20 IL NASTRO AZZURRO


mondo senza alcun coordinamento<br />

preventivo con l'Italia,<br />

rimasta presa di sorpresa dall'evento;<br />

– L'Italia, però, si trova geograficamente<br />

in prima linea, con solo<br />

qualche centinaio di chilometri di<br />

mare che la separa dalla Libia;<br />

– Se l'Italia avesse mantenuto un<br />

atteggiamento neutrale, come<br />

quello tedesco, per intenderci, l'iniziativa<br />

francese avrebbe condotto<br />

al sicuro cambio di fornitore<br />

mondiale <strong>del</strong> petrolio libico:<br />

dall'ENI si sarebbe passato alla<br />

ELF-Total;<br />

– Invece, coinvolgendosi, l'Italia<br />

avrebbe avuto qualche speranza<br />

di mantenere le proprie posizioni<br />

per quanto riguarda il petrolio,<br />

ma sempre con meno libertà, poiché<br />

il futuro nuovo governo libico<br />

sa che l'iniziativa europea è partita<br />

dalla Francia, che l'Italia era<br />

alleata saldamente con Gheddafi<br />

e che ha poi deciso l'intervento con mille travagli interni,<br />

facendo chiaramente intendere che era quasi costretta a<br />

mettere a disposizione le basi militari ed a impiegare<br />

aviazione e marina, sempre … a scopo "umanitario", s'intende.<br />

Insomma, sono davvero lontani "un secolo" i tempi in cui<br />

la nuova potenza europea si affaccia alla ribalta internazionale<br />

reclamando il proprio "posto al sole"!<br />

Per fortuna, l'Italia ha saputo giocare molto bene una<br />

partita in politica estera che, nonostante la difficoltà <strong>del</strong>la<br />

situazione, la ha rimessa quasi <strong>del</strong> tutto in carreggiata. La<br />

prima mossa utile è stata l'aver richiesto e ottenuto che l'intervento<br />

militare si svolgesse sotto l'ombrello <strong>del</strong>la NATO,<br />

sicché non ci fossero più partner politicamente privilegiati<br />

nell'ambito europeo. Certo, la prima mossa francese rimaneva<br />

un grosso punto segnato che nessuno potrà mai più<br />

togliere al palmares di Sarkozy. Però, con gli attacchi aerei<br />

condotti sotto l'egida dei "quattro punti cardinali" <strong>del</strong>la<br />

NATO, nessuna bandiera nazionale è più esposta <strong>del</strong>le altre<br />

in caso di fallimento, né qualcuno può arrogarsi meriti maggiori<br />

in caso di successo. Anzi … il fatto che i raid dei caccia-<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

La fregata italiana “Zefiro” in pattugliamento nel golfo<br />

<strong>del</strong>la Sirte<br />

bombardieri NATO partano quasi tutti da basi italiane, pone<br />

l'Italia di nuovo in prima linea nel caso, ormai scontato al<br />

momento in cui scrivo queste righe, <strong>del</strong>la vittoria dei ribelli.<br />

Il secondo atto decisivo è stato l'accoglimento in Italia<br />

<strong>del</strong>l'ex braccio destro di Gheddafi, il colonnello Jalloud, che è<br />

stato il viatico per ottenere la riconferma dei contratti con<br />

l'ENI da parte <strong>del</strong> governo provvisorio libico, mentre ancora<br />

si sparava per le strade di Tripoli e Gheddafi non era ancora<br />

ufficialmente destituito. Naturalmente ciò avrà un prezzo sia<br />

politico, sia economico. Ma è comunque utile per l'Italia.<br />

Il terzo atto, quello decisivo, è stato lo scongelamento di<br />

una prima trance di 350 milioni di euro di fondi libici bloccati<br />

nei forzieri <strong>del</strong>le banche italiane (verosimilmente i depositi<br />

di Unicredit <strong>del</strong> colonnello, che ammontano complessivamente<br />

a 3 miliardi di euro), in occasione <strong>del</strong>la visita che il<br />

primo ministro <strong>del</strong> Consiglio Nazionale Transitorio libico,<br />

Mahmud Jibril, ha effettuato in Italia il 25 agosto, incontrando<br />

a Milano il Presidente <strong>del</strong> Consiglio Berlusconi.<br />

Nell'occasione è stato anche dato vita ad un Comitato<br />

Congiunto Italia-Libia che si occuperà <strong>del</strong> programma di<br />

aiuto e sostegno che l'Italia intende dare alla Libia per aiutarla<br />

a superare la difficile fase successiva alla rivoluzione.<br />

Le priorità sono tante<br />

e Jibril le ha elencate sinteticamente<br />

iniziando con<br />

la necessità "di dare ordine<br />

interno al Paese"; ha<br />

poi proseguito col sistema<br />

giustizia, con la costruzione<br />

di un esercito nazionale;<br />

"questo prevede di<br />

togliere le armi che sono<br />

sulla strada"; occorre<br />

pensare all'apertura <strong>del</strong>le<br />

scuole il prossimo mese;<br />

fornire assistenza ai feriti<br />

ricoverati nei vari ospedali<br />

distribuiti per tutto il<br />

Paese; "dobbiamo ricostruire<br />

le nostre centrali<br />

elettriche e tutte le strutture<br />

distrutte da<br />

Gheddafi". Il primo ministro<br />

non ha usato mezzi<br />

termini spiegando che da<br />

solo "il governo transitorio<br />

non sarà in grado" di soddisfare<br />

queste priorità<br />

Il colonnello Muhammar Gheddafi<br />

21


1911: LA GUERRA ITALO TURCA<br />

un'alleanza di cui essa era la parte più<br />

debole e meno libera di muoversi. Il<br />

casus belli in realtà fu creato ad arte<br />

con la collaborazione <strong>del</strong> Banco di<br />

Roma, ma l'Italia aveva bisogno di<br />

aprire le ostilità soltanto, come registrò<br />

molto bene Giolitti, per recuperare<br />

la fiducia in sé stessa, perduta ad<br />

Adua. L'azione doveva avvenire lontano<br />

dall'Adriatico per evitare di servire<br />

su un piatto d'argento ad Austria e<br />

Germania i risultati <strong>del</strong>la sua azione, e<br />

contemporaneamente per bloccare gli<br />

evidenti tentativi francesi di completare<br />

l'opera di colonizzazione nord africana<br />

che avrebbero messo definitivamente<br />

fuori gioco l'interesse italiano<br />

nel Mediterraneo.<br />

La guerra più che un successo<br />

militare fu soprattutto un successo<br />

politico. La Cirenaica, la Tripolitania e<br />

il Dodecaneso, le dodici isole poste a<br />

sud <strong>del</strong>l'Adriatico e contese dall'Italia<br />

alla Turchia, divennero italiani. È vero<br />

che le isole rimasero contese tra<br />

l'Italia, la Turchia e soprattutto la<br />

La guerra italo turca si combatté sul suolo libico nel<br />

Grecia, che le rivendicava in base<br />

1911 e costituì un'abile mossa italiana che, nell'am-<br />

all'etnia degli abitanti, fino al 1924, ma la bandiera ottobito<br />

<strong>del</strong>la politica colonialista europea, mise il nostro<br />

mana venne sostituita dal Tricolore nel 1911.<br />

paese definitivamente al medesimo livello <strong>del</strong>le altre<br />

Nella guerra di Libia, l'Italia registrò anche un impor-<br />

grandi potenze <strong>del</strong> vecchio continente.<br />

tante primato, che la impose agli occhi <strong>del</strong> mondo per<br />

Per meglio comprendere le diverse sfaccettature di<br />

questo: il primo impiego bellico <strong>del</strong>l'aeroplano, in voli<br />

quell'intricata situazione, dobbiamo tornare non solo alle<br />

prevalentemente di ricognizione e direzione <strong>del</strong> tiro <strong>del</strong>le<br />

vicende, ma anche alla mentalità politica, culturale e<br />

artiglierie, ma verso la fine <strong>del</strong>le operazioni, anche i primi<br />

sociale di un secolo fa.<br />

bombardamenti eseguiti in maniera molto primordiale,<br />

Il novecento era appena iniziato e si annunciava già<br />

ma non per questo inefficaci: i piloti si abbassavano sulle<br />

come il secolo <strong>del</strong>le grandi invenzioni e <strong>del</strong> progresso tec-<br />

truppe avversarie e vi sganciavano manualmente <strong>del</strong>le<br />

nologico, come poi in effetti è stato, ma manteneva<br />

bombe a mano, dopo aver strappato con i denti la sicu-<br />

ancora, nell'ambito politico, le caratteristiche <strong>del</strong>la seconra.<br />

Nelle ultime missioni, per migliorare la precisione <strong>del</strong><br />

da metà <strong>del</strong>l'ottocento, periodo nel quale la novella<br />

bombardamento, qualche velivolo venne dotato di un<br />

Italia, ultima nata sulla carta geografica europea, stenta-<br />

tubo verticale che aveva il compito di meglio indirizzare<br />

va ad ac<strong>qui</strong>sire un ruolo ed un peso politico coerente con<br />

la caduta <strong>del</strong>la bomba rispetto alla traiettoria <strong>del</strong> velivo-<br />

le dimensioni <strong>del</strong> suo territorio, <strong>del</strong>la sua popolazione e<br />

lo.<br />

<strong>del</strong>la sua economia. Le prime con<strong>qui</strong>ste coloniali<br />

a sud <strong>del</strong> Corno d'Africa erano state<br />

pagate a caro prezzo con la sconfitta di Adua:<br />

evento grave sul piano militare, più grave<br />

ancora su quello politico. Infatti, l'Italia era<br />

l'unica potenza europea che aveva subito una<br />

sconfitta decisiva anche politicamente da<br />

parte di un popolo da colonizzare <strong>qui</strong>ndi, per<br />

la mentalità <strong>del</strong>l'epoca, considerato "inferiore".<br />

Ma era nel Mediterraneo che l'Italia<br />

cominciava a sentirsi stretta tra la Francia,<br />

che aveva colonizzato praticamente tutto il<br />

nord Africa e l'Impero Ottomano, ormai in<br />

decadenza, ma ancora forte dei possedimenti<br />

adriatici e libici.<br />

La Triplice Alleanza con la quale l'Italia si<br />

era legata agli imperi centrali nel 1882, la<br />

ponevano certamente in contrapposizione<br />

In<br />

con Costantinopoli, ma sempre nell'ambito di<br />

In Libia l’Italia impiegò per la prima volta l’aeroplano<br />

come mezzo bellico<br />

22 IL NASTRO AZZURRO


"laddove non si potrà disporre dei mezzi finanziari<br />

necessari".<br />

Vediamo ora quali possibili scenari si potranno <strong>del</strong>ineare.<br />

Caduto Gheddafi, il CNT dovrà indire le elezioni.<br />

Ciò è già stato annunciato in Egitto, dove la rivoluzione<br />

non ha avuto necessità di aiuti militari esterni per trionfare,<br />

a maggior ragione dovrà essere fatto in Libia, perché<br />

così vorranno le potenze occidentali che hanno<br />

sostenuto la ribellione con le proprie forze aeree e navali.<br />

I partiti che si potranno contendere l'agone politico<br />

non sono ancora ben <strong>del</strong>ineati, ma date le circostanze,<br />

è abbastanza logico supporre che la componente oltranzista,<br />

naturale forza di tutte le rivoluzioni armate, anche<br />

in Libia sarà molto presente. E, quando si parla <strong>del</strong>l'area<br />

musulmana, le componenti oltranziste presentano due<br />

aspetti entrambi pericolosi: l'ispirazione integralista islamica<br />

e i collegamenti con Al Qaeda, l'organizzazione terroristica<br />

internazionale che aveva in Gheddafi uno dei<br />

massimi oppositori nel mondo islamico.<br />

Ecco che, proprio quando le armi taceranno,<br />

l'Europa e la NATO dovranno essere pronti e uniti nel<br />

presentare il conto <strong>del</strong> proprio aiuto alla rivoluzione:<br />

niente estremismi, niente contatti con Al Qaeda, niente posizioni<br />

antioccidentali.<br />

Non sarà semplice, ma dovrà essere fatto. Per avere<br />

buone chance di riuscita, però, l'Unione Europea dovrà tenere<br />

in maggior conto le esigenze italiane, proprio perché<br />

l'Italia è geograficamente in una posizione ponte tra Europa<br />

e Nord Africa e la sponda di quest'ultima è proprio la Libia.<br />

Saprà l'Italia essere in grado di gestire bene le proprie<br />

prerogative internazionali in questa peculiare vicenda? Saprà<br />

l'Europa gestire il dopo Gheddafi senza presentarsi in ordine<br />

sparso? Oppure prevarranno gli interessi nazionali secondo<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Berlusconi incontra Jibril<br />

uno schema ormai superato dalla storia, ma ancora duro a<br />

morire?<br />

Su questo, purtroppo, è lecito qualche scetticismo, visto<br />

che Jibril è arrivato a Milano proveniente da Parigi dove<br />

aveva incontrato il Presidente Sarkozy e soprattutto l'amministratore<br />

<strong>del</strong>egato di ELF-Total, Christophe de Margerie. È<br />

vero che la Libia sembra intenzionata ad offrire ai francesi la<br />

produzione a suo tempo sfruttata dai colossi russi Gazprom<br />

e Tefnet e dalla cinese China National Petroleum Company i<br />

cui contratti probabilmente non saranno riconfermati: Mosca<br />

e Peschino si sono, infatti, sfilate dalle operazioni belliche.<br />

Da parte italiana è scesa in<br />

campo direttamente Eni, che ha<br />

siglato a Bengasi il 29 agosto, un<br />

accordo che darà il via alle forniture<br />

di carburante a credito. In cambio<br />

l'Italia vedrà garantita la special relationship<br />

che aveva con la ex colonia<br />

prima <strong>del</strong>lo scoppio <strong>del</strong>la guerra, e in<br />

particolare il "Cane a sei zampe" conserverà<br />

le quote di petrolio e gas.<br />

Ma per le altre grandi aziende italiane<br />

l'eliminazione di Muammar<br />

Gheddafi in realtà, potrebbe significare<br />

una perdita secca di 2,5 miliardi<br />

di euro, cioè circa la metà <strong>del</strong>le commesse<br />

già siglate tra Tripoli e Roma<br />

lo scorso anno. Quei contratti potrebbero<br />

non avere più alcun valore per il<br />

Consiglio Nazionale di Transizione di<br />

Bengasi. Nonostante le rassicurazioni<br />

ampiamente espresse, e firmate su<br />

carta, dal primo ministro Mahmud<br />

Jibril al nostro ministro degli esteri<br />

Franco Frattini.<br />

La Libia prima che di autostrade,<br />

linee ferroviarie o università, cioè<br />

<strong>del</strong>le infrastrutture affidate a<br />

Impregilo, Ansaldo e Astaldi, avrà<br />

bisogno di case, acquedotti, ponti.<br />

Il futuro governo, inoltre, certamente<br />

spalancherà le porte alle due<br />

nazioni che più si sono impegnate<br />

militarmente per la cacciata <strong>del</strong> raìs:<br />

Francia e Inghilterra. Da Londra e<br />

Parigi arriveranno costruttori, aziende<br />

specializzate, tecnici di alto profilo. E<br />

verranno lanciate nuove gare di<br />

appalto.<br />

Antonio Daniele<br />

23


D<br />

E<br />

T<br />

T<br />

O<br />

F<br />

R<br />

A<br />

N<br />

O<br />

I<br />

CAVALLERIA<br />

I termini Cavalleria e Cavaliere nascono dal binomio uomo e cavallo. In altre parole esistono dalla creazione<br />

<strong>del</strong> mondo. Qualificare un essere umano col termine Cavaliere significa completarlo. Nessun altro vocabolo<br />

assicura all'uomo una simile elevazione spirituale. E questo lo affermo senza sminuire altre forme<br />

espressive con le quali si qualifica un essere umano. Il sostantivo che più si avvicina in elevazione a<br />

Cavaliere, anzi lo supera, è Signore, quando si scrive maiuscolo per indicare Dio, l'Essere supremo che ci<br />

assiste nel bene e nel male.<br />

Giovanni Bartolozzi<br />

(Vice Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Lecco)<br />

… E MENTRE IO GUARDO LA TUA PACE, DORME QUELLO SPIRITO<br />

GUERRIER CH'ENTRO MI RUGGE" (Ugo Foscolo)<br />

Sono molti quelli che cercano in ogni modo di ottenere un ordine cavalleresco nelle loro vita. Un ordine<br />

che lo elevi socialmente e che dimostri il successo raggiunto. La cavalleria nasce in epoca romana, <strong>del</strong>ineando<br />

una elite tra le fasce sociali dei cittadini <strong>del</strong>l'epoca. Ma è in era medioevale che la cavalleria assurse<br />

a vera e propria dignità e casta sociale. Le crociate furono poi la fucina e la nascita di vere e proprie<br />

congregazioni di cavalieri che ebbero le loro specifiche insegne con colori atti a identificarli. Si tratta di<br />

uomini d'arme che si impegnarono in compiti specifici, come la tutela dei pellegrini che si recavano in terra<br />

Santa o la cura degli ammalati o il riscatto dei pellegrini fatti schiavi e così via. Tutti comunque protesi per<br />

la liberazione <strong>del</strong> Santo Sepolcro e la lotta agli infe<strong>del</strong>i. Successivamente vennero creati altri Ordini per lo<br />

più accollature di Case Reali o di importanti e ricchi feudatari. Molti questi ordini nel tempo, si estinsero<br />

con le stesse famiglie che li avevano creati, altri sopravvissero nel tempo. Oggi gli Ordini sono legati agli<br />

stati, che li concedono premiando sia il lavoro (Ordini civili) sia il valore (Ordini militari). Accanto a questi<br />

lo Stato Italiano riconosce ufficialmente come validi alcuni degli antichi Ordini Cavallereschi ed esattamente<br />

il Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM) e il Santo Sepolcro di Gerusalemme. In realtà molti altri ordini<br />

legati alla famiglie che li istituirono, sono riapparsi e concessi dai discendenti di quelle famiglie. Come<br />

ad esempio l'Ordine di San Maurizio e Lazzaro, di Casa Savoia o l'Ordine Costantiniano di San Giorgio <strong>del</strong>la<br />

Casa Borbone <strong>del</strong> ramo di Napoli e <strong>del</strong> ramo Spagnolo, l'Ordine Teutonico e altri legati al regno di Parma<br />

e così via. Ordini che oggi perseguono fini filantropici e che concedono titoli a persone che hanno raggiunto<br />

per professione e impegno notorietà e buon livello sociale. Per la gente comune invece, che comunque<br />

ha raggiunto un certo benessere economico e che ha necessità di un titolo che attesti questuata posizione,<br />

diventa primaria la caccia all'Onorificenza. Ecco per soddisfare queste aspirazioni sono sorti un'infinità<br />

di ordini fittizi o riesumati Ordini ormai da tempo estinti come le famiglie che li avevano creati o per i palati<br />

più esigenti Ordini apparentemente simili a quelli noti, ma di difficile accesso, come quello di Malta. Tutti<br />

questi Ordini concedono titoli, dietro lauto compenso, sempre più alto a seconda <strong>del</strong> grado richiesto. Un<br />

titolo che purtroppo, per i poveri ingenui che ci sono cascati, non ha alcun valore se non quello di arricchire<br />

lo pseudo Principe o Gran Maestro che lo ha concesso. Comunque sono purtroppo molti gli sciocchi che<br />

si sono lasciati abbindolare.<br />

Oggi ad esempio va di moda l'Ordine <strong>del</strong> Tempio. Benché sciolto ufficialmente nel concilio di Vienna <strong>del</strong><br />

1312 da Papa Clemente V, ora vi sono almeno una decina di gran Maestri autonomamente pseudo titolati<br />

a investire nuovi cavalieri ovviamente dietro compenso. La forza di questi mistificatori è nell'accurata sceneggiatura<br />

<strong>del</strong>l'investitura che avviene per lo più presso chiese ove compiacenti ma anche ignari parroci si<br />

prestano a celebrare il rito con tanto di giuramento, imposizione <strong>del</strong> mantello e tocco di spada <strong>del</strong> Gran<br />

Maestro quale sigillo <strong>del</strong>l'avvenuta proclamazione. Beata ingenuità! Purtroppo a conclusione bisogna dire,<br />

che persino alcuni ordini riconosciuti, affamati di denaro hanno aperto le loro porte a chi non avrebbe sia<br />

la condizione che i meriti e le caratteristiche morali e caritatevoli per farne parte con diritto, ma solo perché<br />

disposti ad elargire cospicue offerte. È chiaro che a perderci è l'antico Ordine, sceso a livello <strong>del</strong> più<br />

basso mercante medioevale venditore di false reli<strong>qui</strong>e, come la piuma <strong>del</strong>l'ala "<strong>del</strong>l'Arcangelo Gabriello" che<br />

appare nel film Brancaleone alle crociate. Il Bottegaio sarà così felice di esporre nella sua salumeria tra i<br />

prosciutti e i salami, la sua con<strong>qui</strong>stata, seppure a caro prezzo, dignità cavalleresca. L'Ordine invece che<br />

ha concesso il titolo, avrà altro denaro, che non raggiungerà giammai coloro che ne hanno bisogno, ma<br />

che rimpingueranno le casse <strong>del</strong> Gran Maestro. Tutto ciò sperando che la pacchia continui pro bono pacis<br />

dei grulli e la gioia dei dritti. Meditate gente meditate….<br />

(Da “LLeeggggoo” - edizione di Bari)<br />

UN GRANDE VECCHIO SCRIVEVA<br />

Michelangelo a 80 anni scolpì la Pietà Rondanini, Palazzeschi a quell'età scrisse il suo capolavoro più bello,<br />

questa è l'età giusta per compiere atti di coraggio, a questa età ci si sente liberi da se stessi e dai propri<br />

pregiudizi, ci si può affidare ad un gesto più che alle parole. Nella terza e quarta età si può meglio considerare<br />

l'intero percorso <strong>del</strong>la vita come un processo di nascita continua e non considerare ogni stadio come<br />

quello finale. L'anzianità è un periodo critico <strong>del</strong>l'esistenza umana ed è facile per l'individuo sentirsi preda<br />

<strong>del</strong>la desolazione, <strong>del</strong>la depressione e <strong>del</strong>l'angoscia ma è proprio in questo momento che bisogna sapere<br />

che la qualità <strong>del</strong>la vita non ha scadenza è proprio in questo momento che occorre sapersi infondere ogni<br />

giorno il coraggio e la gioia di vivere.<br />

Lo specchio ogni mattina rimanda il volto dove la speranza si frantuma nell'occhio bianco e nel reticolo <strong>del</strong>la<br />

pelle, quello che dobbiamo invece ricercare è la volontà a rinnovarsi, il mettersi continuamente alla prova<br />

questo è quello che ho cercato di fare coltivando i ricordi di una vita nella quale ho intessuto amicizia, complicità<br />

ed amore, vivendo ogni giorno con curiosità e speranza questo è quello che voglio regalare a voi<br />

che in questo giorno mi salutate: possiate a qualunque età trovare in voi stessi quell'entusiasmo che è il<br />

sale <strong>del</strong>l'esistenza.<br />

Roberto Stocchi 13 gennaio 2011<br />

(Ten. R.O. Alpini scomparso di recente, <strong>del</strong> quale serbiamo il ricordo di una mente lucida e di uno spirito libero)<br />

24 IL NASTRO AZZURRO


NOTIZIE IN AZZURRO - NOTIZIE IN AZZURRO<br />

Somalia: L'ONU lancia un nuovo piano anti-pirateria che prevede un maggior<br />

sostegno navale a livello mondiale<br />

Dal 3 febbraio 2011, le Nazioni Unite hanno lanciato un piano d'azione per combattere la pirateria al largo <strong>del</strong>le coste somale,<br />

che richiede un maggiore sostegno da parte <strong>del</strong>le marine nazionali per combattere una "minaccia globale" non solo per<br />

il commercio internazionale, ma anche per la consegna di aiuti alimentari vitali per milioni di persone che soffrono la fame.<br />

Uno dei primi obiettivi <strong>del</strong> nuovo piano è di "promuovere un maggiore livello di sostegno da parte, e in collaborazione con<br />

le marine militari" al largo <strong>del</strong>la Somalia, dove le pattuglie <strong>del</strong>l'Unione Europea, l'Organizzazione <strong>del</strong> Trattato Nord Atlantico<br />

e gli Stati membri <strong>del</strong>le Nazioni Unite provvedono già a una "protezione vitale" per le navi <strong>del</strong>le Nazioni Unite che forniscono<br />

supporto logistico alla forza <strong>del</strong>l'Unione Africana a Mogadiscio, che cerca di contribuire a stabilizzare il paese devastato<br />

dalla guerra, e per le spedizioni di cibo <strong>del</strong>le Nazioni Unite ai 2,4 milioni di somali che ne hanno urgente bisogno.<br />

Al di là di promuovere un maggiore sostegno da parte <strong>del</strong>le marine, le priorità <strong>del</strong> piano includono il miglioramento <strong>del</strong> coordinamento<br />

anti-pirateria e la cooperazione tra paesi, regioni, organizzazioni e industria, attraverso sforzi di condivisione <strong>del</strong>le<br />

informazioni militari e civili, e aiutando i paesi nelle regioni infestate dalla pirateria a riuscire a "dissuadere, interdire e consegnare<br />

alla giustizia" i colpevoli.<br />

In Montenegro torna il re ma senza corona<br />

Nikola Petrovic, erede di Nikola I, re <strong>del</strong> Montenegro, accolto in patria con tutta la famiglia e gli onori: avrà due residenze, uno<br />

stipendio uguale a quello <strong>del</strong> Presidente e un indennizzo di 4,3 milioni di Euro. Ma non avrà un ruolo politico, almeno per ora.<br />

Fra gli antenati di Nikola c'è Elena, Regina d'Italia quale moglie di Vittorio Emanuele III. Dal 1918 la monarchia <strong>del</strong><br />

Montenegro rappresenta l'indipendenza <strong>del</strong>lo stato dalla vicina Serbia.<br />

Primo appontaggio <strong>del</strong> nuovo elicottero NH-90 sul Cavour<br />

Nella mattinata <strong>del</strong> 20 luglio, al largo di La Spezia, il primo<br />

esemplare di elicottero NH90, da poco entrato in servizio<br />

nell’Aviazione di Marina, è appontato per la prima volta sulla<br />

portaerei Cavour. Piloti qualificati <strong>del</strong> Centro Sperimentale<br />

Aeromarittimo, attivato da pochi anni presso la base aerea di<br />

Luni, hanno effettuato una serie di touch and go.<br />

Il nuovo elicottero, con le sue 10.6 tonnellate, biturbina con<br />

rotore a quattro pale, strumentazione digitale a schermi<br />

"glass cockpit", sistema di controllo tipo "fly by wire" con<br />

auto-pilota a 4 assi, è il prodotto di un importante programma<br />

di collaborazione tra stati europei secondo i re<strong>qui</strong>siti Nato<br />

richiesti.<br />

La macchina è stata sviluppata per interfacciare uomo e<br />

mezzo alla massima capacità operativa per operazioni marittime,<br />

anfibie e terrestri, giorno e notte. È fornito in due versioni:<br />

una nota come NFH (Naval Fregate Helicopter) e l'altra<br />

adibita al trasporto tattico TTH (Tactical Transport<br />

Helicopter).<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

L’NH-90 ’NH-90 sul ponte <strong>del</strong>la Cavour<br />

Il Terzo Settore italiano festeggia Il 150° <strong>del</strong>l'unità d'Italia - "Non c'è futuro senza<br />

solidarietà"<br />

Nell'ambito <strong>del</strong>le celebrazioni per il 150° Anniversario <strong>del</strong>l'Unità d'Italia, <strong>del</strong>l'Anno europeo <strong>del</strong> volontariato 2011 e di<br />

“Esperienza Italia 150”, Torino, prima capitale italiana è diventata per un giorno il centro <strong>del</strong>la solidarietà, ospitando il 25<br />

giugno, in piazza San Carlo, un grande evento dedicato al mondo “no profit”. La manifestazione "Non c'è futuro senza solidarietà"<br />

è organizzata dal "Comitato 2011 - Unità <strong>del</strong>l'Italia Solidale" cui fa capo l'intera realtà <strong>del</strong> sociale italiano, ovvero:<br />

- “Forum Nazionale <strong>del</strong> Terzo Settore”, che rappresenta oltre 80 organizzazioni nazionali di secondo e terzo livello - per un<br />

totale di oltre 94.000 sedi territoriali;<br />

- “Consulta Nazionale per il volontariato” presso il “Forum Nazionale <strong>del</strong> Terzo Settore”, di cui fanno parte alcune migliaia di<br />

organismi riconducibili a 14 reti presenti a livello nazionale;<br />

- “Forum <strong>del</strong> Terzo Settore Regione Piemonte”, che comprende una cinquantina tra cooperative, ONG, associazioni di promozione<br />

sociale, associazioni di volontariato;<br />

- “Forum Interregionale Permanente <strong>del</strong> Volontariato Piemonte e Valle d'Aosta” - organismo di coordinamento e collegamento<br />

- che rappresenta oltre 900 gruppi e organizzazioni;<br />

- Comitato “I Giorni <strong>del</strong>la Solidarietà”, che raccoglie la consolidata esperienza collettiva partecipata di oltre 100 organismi di<br />

primo e secondo livello <strong>del</strong> mondo <strong>del</strong> volontariato, <strong>del</strong>l'associazionismo e <strong>del</strong>la cooperazione sociale.<br />

25


MOSTRA PER I 150 ANNI DELL’UNITÀ<br />

DELL’UNIT<br />

D’ITALIA ORGANIZZATA DALLA<br />

FEDERAZIONE DI SONDRIO<br />

Un momento <strong>del</strong>l’inaugurazione<br />

La Federazione Provinciale di Sondrio <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, sempre molto attiva in campo culturale,<br />

ha deciso di contribuire anch'essa alle manifestazioni<br />

inerenti i festeggiamenti <strong>del</strong> 150° anniversario<br />

<strong>del</strong>l'Unità d'Italia con un progetto culturale di ampio respiro<br />

che si svilupperà in tre momenti differenti nel corso <strong>del</strong>l'anno<br />

2011.<br />

Il primo appuntamento è stato organizzato a Sondrio<br />

dal 28 febbraio al 26 marzo presso la Sala espositiva "P.<br />

Ligari" <strong>del</strong>la Provincia di Sondrio dove è stata allestita la<br />

mostra storica "1848 - 1918: 70 anni di lotte per l'Unità<br />

d'Italia".<br />

L'esposizione, che ha rappresentato per la Provincia il<br />

momento di apertura <strong>del</strong>le celebrazioni ufficiali <strong>del</strong>l'importante<br />

anniversario, è stata inaugurata sabato 26 febbraio<br />

con una semplice, ma stupenda cerimonia che ha visto<br />

presenti le massime autorità provinciali e cittadine ed il<br />

nostro Presidente Nazionale, Gen. B. (ris.) Carlo Maria<br />

Magnani, oltre alle rappresentanze <strong>del</strong>le Associazioni<br />

(d'Arma e non) coinvolte nell'iniziativa e degli Enti e soggetti<br />

privati che hanno reso possibile lo sviluppo <strong>del</strong> progetto<br />

predisposto dal nostro Ente Morale.<br />

A rendere ancora più significativa e suggestiva la cerimonia<br />

hanno contribuito gli uomini <strong>del</strong> S.A.F. <strong>del</strong> Comando<br />

Provinciale di Sondrio dei Vigili <strong>del</strong> Fuoco, guidato dall'Ing.<br />

Adriano De Acutis, che, mentre veniva suonato l'Inno di<br />

Mameli, sono scesi lungo la facciata interna <strong>del</strong> cortile di<br />

Palazzo Muzio (sede <strong>del</strong>la Prefettura e <strong>del</strong>la Provincia) srotolando<br />

la grande Bandiera Tricolore gentilmente messa a<br />

disposizione <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> dal Comando Provinciale <strong>del</strong>la<br />

Guardia di Finanza.<br />

L'inaugurazione di sabato 26 è stata, dunque, il coronamento<br />

di un'intensa attività di ricerca e progettazione<br />

durata 9 mesi, di concerto con la Prefettura e la Provincia<br />

di Sondrio, ente che sin da subito ha messo a disposizione<br />

con entusiasmo e lungimiranza la propria sala espositiva al<br />

fine di dare una collocazione particolarmente significativa<br />

alla mostra con il coinvolgimento progressivo oltre che di<br />

altre Associazioni e di privati, di numerosi altri Enti locali<br />

che hanno cercato di fornire nel limite <strong>del</strong>le possibilità concesse<br />

dalle normative il massimo apporto alla realizzazione<br />

<strong>del</strong>l'iniziativa attraverso la consulenza o la fornitura di<br />

materiali. Circostanze queste che hanno permesso di sviluppare<br />

un percorso espositivo completo sotto l'aspetto<br />

storico e nel contempo ricco di materiali documentali,<br />

senza mai essere né banale, né scontato.<br />

La manifestazione è, poi, proseguita nei giorni successivi<br />

con aperture quotidiane durante le quali la sorveglianza<br />

è stata garantita con professionalità ed efficienza dai<br />

Carabinieri in congedo <strong>del</strong>le Sezioni di Sondrio e Tirano,<br />

sino al 26 marzo, vale a dire ben una settimana oltre il termine<br />

inizialmente previsto, su richiesta <strong>del</strong>l'Assessorato<br />

alla Cultura <strong>del</strong>la Provincia.<br />

In queste giornate oltre 30 sono state le scolaresche<br />

che hanno potuto visitare la mostra accompagnate nella<br />

visita dalle spiegazioni storiche fornite dalla Socia<br />

Maristella Ravelli, unitamente al signor Giovanni Camer <strong>del</strong><br />

Gruppo ANMI di Sondrio che ha contribuito a sostenere la<br />

nostra guida fornendo un qualificato supporto in tema di<br />

spiegazioni relative alle uniformi ed agli armamenti. Agli<br />

oltre 700 bambini e ragazzi si sono poi uniti altri 2.500 visitatori<br />

circa, decretando il pieno successo <strong>del</strong>l 'iniziativa.<br />

Nel percorso espositivo sono stati riproposti i principali<br />

eventi, sia bellici che politici <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong><br />

Risorgimento, sino alla liberazione di Trieste nel 1918,<br />

attraverso pannelli esplicativi predisposti dall'Avv. Federico<br />

Vido (Segretario <strong>del</strong>la Federazione), nei quali, al fine di<br />

dare una connotazione anche "provinciale" alla mostra,<br />

sono state inserite anche le biografie di una figura emblematica<br />

<strong>del</strong>la storia valtellinese per ogni periodo storico<br />

26 IL NASTRO AZZURRO


considerato.<br />

A contorno dei pannelli esplicativi sono<br />

state esposte alcune uniformi, parti di e<strong>qui</strong>paggiamento<br />

e <strong>del</strong>l'armamento dei soldati e<br />

dei volontari italiani, oltre che <strong>del</strong>l'esercito<br />

imperiale, a cui sono state affiancate medaglie,<br />

testi storici, notificazioni <strong>del</strong>l'Imperial<br />

Regio Governo, lettere, documenti, stampe,<br />

monete e materiali filatelici relativi al Regno<br />

Lombardo Veneto ed al Regno d'Italia, nell'intento<br />

di dare al visitatore una visione a tutto<br />

tondo di quel periodo storico ormai lontano ed<br />

in parte dimenticato.<br />

L'esposizione, allestita nei locali <strong>del</strong>la<br />

Provincia, ha rappresentato solo la prima<br />

tappa <strong>del</strong> più ampio progetto predisposto dalla<br />

Federazione di Sondrio che, per le proprie iniziative,<br />

ha avuto il patrocinio <strong>del</strong>la “Prefettura<br />

Tricolore<br />

di Sondrio”, <strong>del</strong> “Comando Esercito<br />

Lombardia”, <strong>del</strong>la “Regione Lombardia”, <strong>del</strong>la<br />

“Provincia di Sondrio” e di numerosi altri Enti<br />

Locali, nonché ha ottenuto un tangibile sostegno<br />

economico da parte <strong>del</strong>la “Fondazione Pro<br />

Valtellina”, <strong>del</strong>la “Fondazione Cariplo”, <strong>del</strong>la<br />

“Banca Popolare di Sondrio” e <strong>del</strong> “Gruppo<br />

Bancario Credito Valtellinese” oltre a numerosi sponsor<br />

privati che hanno reso possibile lo svolgersi <strong>del</strong>l'importante<br />

iniziativa culturale.<br />

Tutto il materiale presente è stato messo a disposizione<br />

o da collezionisti privati ovvero dal “Museo <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong> di Salò”, nonché per la parte documentaria<br />

dall'“Archivio Storico <strong>del</strong> Comune di Sondrio” con il quale<br />

è stata instaurata una fattiva collaborazione.<br />

Lo sviluppo <strong>del</strong>l'intero progetto ed in particolare la<br />

mostra si è posta come scopo primario quello di avvicinare<br />

i giovani, gli studenti (e non solo) alla conoscenza dei<br />

fatti storici inerenti il conseguimento <strong>del</strong>l'Unità nazionale,<br />

prendendo le mosse dal Risorgimento per arrivare sino alla<br />

Grande Guerra, che ha rappresentato la conclusione <strong>del</strong><br />

cammino di unificazione e che ha interessato direttamente<br />

ed in maniera notevole la Valtellina e le sue montagne.<br />

Si è trattato <strong>qui</strong>ndi di un percorso culturale interdisciplinare<br />

nel quale sono stati presi in considerazione diversi<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

I Vigili <strong>del</strong> Fuoco stendono il<br />

La mostra ha avuto una grande affluenza di pubblico<br />

aspetti <strong>del</strong> periodo storico in esame al fine di fornire ai giovani<br />

anche la visione di uno spaccato <strong>del</strong>la situazione<br />

socio-economica in cui si è realizzata l'Unità nazionale.<br />

Proprio in quest'ottica all'interno <strong>del</strong>la mostra è stato<br />

ospitato un elaborato multimediale realizzato dalla classe<br />

III C <strong>del</strong>la Scuola Secondaria di Primo Grado "P. Ligari" di<br />

Sondrio inerente la figura <strong>del</strong> patriota valtellinese Maurizio<br />

Quadrio, nel quale i ragazzi hanno ricostruito la vita di<br />

quegli anni.<br />

Un ultimo dettaglio riguarda il fatto che l'intero progetto<br />

ha visto coinvolti nei prossimi mesi tutti i Soci <strong>del</strong>la<br />

Federazione, ognuno con riferimento ad uno specifico<br />

campo di esperienza in ambito storico e collezionistico ed<br />

in particolare il Comitato Organizzatore interno ha individuato<br />

le seguenti figure:<br />

– Supervisore: Cav. Alberto Vido - Consigliere Nazionale e<br />

Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Sondrio <strong>del</strong>l '<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>;<br />

– Responsabile Culturale e Gestione Amministrativa: Avv.<br />

Federico Vido, Segretario<br />

<strong>del</strong>la Federazione Provinciale<br />

di Sondrio <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> -<br />

Vicepresidente <strong>del</strong> Gruppo<br />

Studi Storici "Plotone Grigio"<br />

- Consigliere Circolo<br />

Culturale Filatelico<br />

Numismatico Morbegnese;<br />

– Responsabile Pubblicazioni<br />

e Contatti Con Le Scuole:<br />

Sig.ra Maristella Ravelli;<br />

– Responsabile Strutture<br />

Espositive: Sig. Aurelio<br />

Moiola;<br />

– Responsabile Settore<br />

Filatelico - Numismatico: Sig.<br />

Emilio Rovedatti;<br />

– Responsabili Sicurezza:<br />

S.Ten. CC (r) Filippo Zotti;<br />

M.llo CC (r) Stefano<br />

Magagnato.<br />

Maristella Ravelli<br />

(Socia <strong>del</strong>la Federazione<br />

di Sondrio)<br />

27


EL ALAMEIN: SCONFITTI CON ONORE<br />

L'ULTIMA GRANDE BATTAGLIA<br />

L'eroica 6 a Compagnia Paracadutisti<br />

Dopo la dispendiosa battaglia di Alam El Halfa (seconda<br />

di El Alamein, 30 agosto - 6 settembre '42) la 6^<br />

Compagnia "Grifi" <strong>del</strong> 2° battaglione "Folgore", s'era<br />

attestata al centro <strong>del</strong>lo schieramento sud, sull'ostico saliente<br />

di Deir El Munassib a protezione dei campi minati. Ed è <strong>qui</strong><br />

che la furia <strong>del</strong>l'attacco inglese iniziò il suo intervento distruttivo<br />

mercé la dovizia <strong>del</strong>le sue armi pesanti nonché dei<br />

"Liberator" americani e dei suoi soldati freschi, ben nutriti e<br />

riposati.<br />

Erano trascorsi ben tredici giorni dall'attacco alleato e noi<br />

stavamo ripiegando su posizioni arretrate frammisti ad altri<br />

reparti in movimento quando, poco distante, scorsi un folgorino<br />

<strong>del</strong>la 6^ Compagnia. Era uno dei pochi scampati all'impari<br />

lotta <strong>del</strong> 23 ottobre. Allungai il passo e lo raggiunsi. Fu<br />

contento di vedermi e me lo disse. Era stanco, sporco e febbricitante.<br />

Gli dissi qualche parola di conforto per risollevargli<br />

il morale poi cominciai con <strong>del</strong>le domande sull'attacco<br />

nemico sferrato la sera <strong>del</strong> 23 ottobre. Mi rispose subito che<br />

non ne aveva voglia e quella notte d'inferno era da dimenticare.<br />

Tuttavia tanto feci e tanto dissi che suo malgrado<br />

cominciò a parlare. - È stato un cattivo affare, - iniziò col<br />

dire, - non c'era da far niente. Solo morire potevamo che non<br />

si disponeva <strong>del</strong>l'armamento per contrastarli.<br />

Chiarì il "ragazzo" con tono accorato.<br />

- In zona, nelle prime settimane d'ottobre, s'era registrata<br />

solo qualche scaramuccia tra pattuglie. Nient'altro di notevole.<br />

Tuttavia si doveva stare allerta, non si sa mai, qualcosa<br />

di sgradevole da parte inglese ce lo dovevamo aspettare.<br />

Troppo lungo e greve quel silenzio. Mai fidarsi <strong>del</strong>l'acqua<br />

cheta, lo sapevamo. Infatti quel che presentivamo si manifestò<br />

in tutta la sua violenza la sera <strong>del</strong> 23 ottobre, verso le<br />

Colonna meccanizzata italiana tran-<br />

sita per Tobruk<br />

22. E, seppur preparati fummo tuttavia sorpresi dal terribile<br />

frastuono che aveva investito tutta la linea sud. La calma che<br />

ristava sul costone da più giorni venne spezzata traumaticamente<br />

da una fitta grandinata di colpi d'artiglieria. Tale fatto<br />

che tutti si sapeva non ci parve sufficiente per <strong>del</strong>le giuste<br />

deduzioni e giustamente volevamo saperne di più.<br />

La battaglia iniziò verso le dieci di quella sera. Sera veramente<br />

bella che la luna piena c'illuminava tutti e tutto come<br />

fosse giorno tanto che volendo si poteva leggere il giornale.<br />

Così chiaro era, tanto che a bella posta cominciarono ad arrivarci<br />

i primi colpi da "ottantotto". In pochi istanti il tiro d'artiglieria<br />

surclassò ogni previsione. La sabbia ribolliva dappertutto<br />

squassata dall'inimmaginabile gragnuola di granate<br />

abbattutasi furibonda sulla nostra posizione. - Racconta il folgorino<br />

- Davanti a noi, giù nella spianata oltre il campo di<br />

mine antitanks che ci era stato affidato, si andava levando<br />

un denso fumo mutevole nell'evolversi <strong>del</strong> vento. Nebbiogeni<br />

erano, quei maledetti nebbiogeni che ti chiudono ogni visuale.<br />

Avvertiamo qualcosa nell'intimo che non persuade: forse<br />

è l'attacco che da più giorni aspettavamo? Ovvero è l'ennesima<br />

prova di forza <strong>del</strong>l'avversario tendente a saggiare le<br />

nostre difese? Si vedrà, convenimmo tacitamente, basta<br />

aspettare.<br />

Intanto gracchia il telefono da campo. - Prosegue il<br />

"ragazzo". - Era il Comando Tattico che ci ordinava di controbattere<br />

gli ottantotto inglesi ma con i mezzi di cui si disponeva<br />

la faccenda si presentava alquanto ardua.<br />

Non riusciamo a vedere esattamente quel che succede in<br />

prossimità <strong>del</strong>la nostra linea. Ma sentiamo lo sferragliare dei<br />

corazzati che arrancano su per il dosso <strong>del</strong>le nostre difese.<br />

Non abbiamo dubbi. Uomini a piedi seguiranno certamente i<br />

carri. Più vicina una leggera evanescente<br />

nube di vapori ci avvolge ma<br />

la tiepida brezza che spira dal mare la<br />

ricaccia in basso, lontano, giù nella<br />

depressione di El Qattara.<br />

Il tempo scorreva e sempre più<br />

intenso si faceva il tiro d'artiglieria e<br />

fummo costretti a rintanarci dentro le<br />

anguste buche scavate nella sabbia.<br />

Qualche granata penetra nei ripari e<br />

vi semina la morte.<br />

Circa un paio d'ore più tardi, -<br />

prosegue il mio uomo, - il fuoco<br />

nemico perde d'intensità, s'indebolisce,<br />

finché cessa <strong>del</strong> tutto. La calda<br />

brezza che alita radendo la savana<br />

discioglie la spessa nebbia fumosa<br />

che vi ristagna. E, come quando si<br />

alza il sipario sulla boccascena d'un<br />

grande teatro, ci appaiono sullo sfondo<br />

scuro, nel barlume lunare, le massicce<br />

sagome dei possenti carri americani.<br />

Dietro questi si rivelano bentosto<br />

le immagini sfocate <strong>del</strong>le fresche<br />

fanterie d'assalto. Sono figure grottesche,<br />

- spiega il "ragazzo", - che fan<br />

tutt'uno con l'ombra schiacciata sul<br />

terreno dei mezzi corazzati. È l'inferno,<br />

credetemi, - spiega con una<br />

punta di velata commozione, - che ci<br />

28 IL NASTRO AZZURRO


si presenta nella sua crudezza. Ci<br />

sembra di affogare fra rumori assordanti<br />

e vampe incandescenti.<br />

Tuttavia resistiamo, ci battiamo<br />

ancora.<br />

Il parà fa una pausa come per<br />

riprender fiato.<br />

- Ci scrolliamo di dosso l'intontimento<br />

momentaneo che ci aveva<br />

invaso e con muta angoscia apprensiva<br />

ci si rende conto <strong>del</strong>la realtà. Ci<br />

guardiamo in volto come, forse, non<br />

c'eravamo mai osservati.<br />

Inconfondibili segni di abbrutimento<br />

marcano selvaggiamente i lineamenti<br />

smagriti dei nostri visi. Le barbe<br />

incolte si inseriscono perfettamente<br />

nell'immensa diabolica scena.<br />

Coscienti afferriamo la verità ch'è lì<br />

davanti a noi. sfacciatamente chiara<br />

che poco prima avevamo appena percepito. Ed in considerazione<br />

<strong>del</strong> fatto agiamo in conseguenza.<br />

Il dado è tratto. La pelle d'ognuno vale quella d'ogni altro<br />

ed improvvise le nostre anticarro in postazione sul caposaldo<br />

iniziano a vomitare uno sbarramento di fuoco addosso<br />

agli assalitori. Tuttavia i mostri d'acciaio pur subendo qualche<br />

perdita avanzano inesorabili senza appariscenti ondeggiamenti.<br />

Le inadatte armi in dotazione di cui disponiamo<br />

poco ci possono aiutare tanto che non riusciamo a contenere<br />

efficacemente la pressione nemica. Ed invano tentiamo di<br />

prendere contatto con ogni mezzo col nostro Comando<br />

Tattico che è il solo dal quale si poteva sperare di essere<br />

sostenuti. Armi pesanti dovevamo avere ma non c'erano e ci<br />

dovemmo stare. Anche <strong>del</strong>le staffette vengono inviate nel<br />

tentativo ch'esse potessero raggiungere la meta. Il campo di<br />

battaglia è un assordante brulichio di esplosioni e la morte è<br />

li, sempre lì davanti a noi pronta a ghermire.<br />

Le mitragliere cantano ma è un canto rabbioso, impotente<br />

che in questa notte di plenilunio ha assunto toni veramente<br />

tragici. Il tuonare dei nostri piccoli pezzi da 47/32 somiglia<br />

al lamentoso latrare di cani bastonati costretti a catena.<br />

I campi di mine, - chiarisce il "ragazzo", - pur avendo<br />

assolto bene il compito per cui furono impostati sono purtroppo<br />

superati dal nemico che ci piomba addosso irruente,<br />

rabbioso, urlante. Mettiamo mano alle bottiglie anticarro e<br />

vivide fiamme fuoriuscenti dai tanks cacciano il pallore lunare<br />

che ci avvolgeva. Dei "ragazzi" riescono ad issarsi sulle<br />

torrette dei mezzi corazzati avversari e l'esplosivo ficcato<br />

attraverso le feritoie dei carri morde, dilania, rompe, incendia<br />

e squassa i primi cingolati. Ma non c'illudiamo. Ben altro<br />

ci vuole che i tommy superata la sorpresa si faranno più furbi<br />

e ci falceranno a distanza per non darci il tempo di entrare<br />

nell'angolo morto <strong>del</strong> mezzo. Ed intanto i meravigliosi folgorini<br />

tutt'attorno mordono l'arida sabbia <strong>del</strong> deserto. Nell'area<br />

più contesa carri contorti, sventrati giacciono in fiamme.<br />

La lotta non ha re<strong>qui</strong>e. Grida imperiose, lamenti agghiaccianti<br />

di spasimo, tonfi sordi di corpi senza vita che si abbattono<br />

al suolo, il rapido sgranar <strong>del</strong>le automatiche, il fragore<br />

<strong>del</strong>le bombe, il frastuono dei motori e <strong>del</strong>le ferraglie in movimento,<br />

le vampe rossastre <strong>del</strong> fuoco, il fumo spesso e graveolente,<br />

tutto l'insieme insomma, da alla tremenda scenografia<br />

l'apocalittico colore d'un'infernale battaglia di titani.<br />

Si era in piena notte ormai, - continua il folgorino, - e si<br />

combatteva ancora con rabbia più crescente. Un cerchio di<br />

ferro e fuoco ci limitava ogni movimento. E malgrado la foga,<br />

la veemenza <strong>del</strong> nostro contrattacco, la superiorità numerica<br />

e d'armamento dei nostri avversari doveva farsi valere.<br />

In tale precaria situazione ritentammo una sortita disperata<br />

ma fummo nuovamente ricacciati e stretti più dappres-<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Postazione anticarro <strong>del</strong>la “Folgore”<br />

so. Nell'ardimentoso sforzo di rottura altri generosi fratelli<br />

pagarono con la vita l'estrema irripetibile prova.<br />

Ed intanto il tempo scorre. Le ore si susseguono alle ore<br />

ed ecco che si annuncia la nuova alba sull'inospitabile terra.<br />

Le ombre sono raschiate via via dall'imminente giorno e lentamente<br />

scompaiono lontano. La fredda, pallida luce lunare<br />

che timida s'insinua nello squallido mattino d'ottobre rischiara<br />

anacronisticamente i nostri volti anneriti. Con rapido calcolo,<br />

nell'ormai breve spazio rimasto, ci contiamo. Siamo<br />

rimasti in pochi e abbrutiti ma il cuore è saldo ancora. Solo<br />

le armi sembra protestino: reclamano munizioni che cominciano<br />

a scarseggiare e un po' d'olio per le automatiche che<br />

pare vogliano incepparsi.<br />

Intanto il nemico aumenta la sua pressione contro il<br />

caposaldo. Ci aggrappiamo disperatamente agli sfrangiati<br />

bordi <strong>del</strong>le dissestate buche, stringiamo i denti e continuiamo<br />

a far fuoco furiosamente con quel che resta <strong>del</strong>le nostre<br />

armi. Ma il destino è segnato. Infatti non ancora il sole si<br />

accenna all'orizzonte che dei tonfi sordi, soffocati, lontani sul<br />

tergo <strong>del</strong> caposaldo ci danno la certezza <strong>del</strong> rapido precipitar<br />

degli eventi. Ed ogni illusione, se ci fosse stata, cade.<br />

Anche le difese arretrate sono agganciate. Un senso<br />

momentaneo di scoramento si impadronisce degli uomini.<br />

Travolti e aggirati! E proprio la fine.<br />

All'estremo <strong>del</strong>le nostre possibilità umane, completamente<br />

isolati nell'oceano tempestoso <strong>del</strong> campo di battaglia,<br />

siamo facile preda d'un avversario più forte, reso bestiale<br />

dalla strenua resistenza che non pensavano di trovare e dalle<br />

perdite subite nella mischia <strong>del</strong>la imposta lotta ravvicinata.<br />

Duramente provati dal furioso travaglio <strong>del</strong> combattimento<br />

abbiamo piena coscienza <strong>del</strong>l'imminente tragico epilogo.<br />

Una carica rabbiosa c'investe in un infernale vortice di<br />

polvere e fumo. Sull'arida sabbia, sazia di sangue, restano i<br />

migliori.<br />

L'avversario ha vinto, - continua il "ragazzo", - ma è stanco<br />

anch'esso e ha bisogno di riposo. Passa ma poco oltre<br />

sosta per leccarsi le ferite. Deve riprender fiato, è spossato.<br />

Così termina il suo racconto il giovane parà. Meravigliato<br />

di aver parlato tanto mi guarda con i suoi occhi febbricitanti<br />

come se volesse chiedermi scusa.<br />

Svanita la furia dei combattimenti, alcuni "ragazzi" miracolosamente<br />

scampati alla forza distruttrice che s'era abbattuta<br />

su di loro riescono a ripiegare isolatamente fin nelle<br />

nostre linee arretrate, strisciando attraverso gli uadi in secca.<br />

La 6^ Compagnia non esiste più ma, al pari di altri reparti,<br />

è passata alla storia.<br />

Mario Tosone<br />

29


PROGETTO “EL ALAMEIN”<br />

UN ANNO FA, LA REDAZIONE DE “IL NASTRO AZZURRO” VENNE A SAPERE, GRAZIE AL SEGUENTE MES-<br />

SAGGIO DI UN SOCIO DELLA FEDERAZIONE DI FERRARA, CHE ESISTE UN PROGETTO MOLTO INTE-<br />

RESSANTE SU EL ALAMEIN:<br />

“Sono un iscritto di Ferrara e volevo segnalarVi una interessante iniziativa per il recupero <strong>del</strong> teatro di guerra di El Alamein.<br />

Un medico di Bologna Daniele Moretto in collaborazione con l'Universita' di Padova ed alcune Associazioni d'Arma sta cercando<br />

di valorizzare e di salvare i ricordi di quei fatti d'arme che videro protagonisti i nostri soldati. Daniele Moretto inoltre<br />

cura un interessante sito dove vengono raccolte testimonianze e documenti sul secondo conflitto mondiale in Africa. A giorni<br />

ripartira' per l'ennesimo viaggio di ricerca ad El Alamein prima ed in Libia poi.<br />

Pensando di farVi cosa gradita allego la documentazione <strong>del</strong> progetto e l'indirizzo <strong>del</strong> sito gestito dal Dottor Moretto.<br />

Cordiali saluti<br />

Gian Paolo Bertelli - Ferrara”<br />

PROGETTO DI SALVAGUARDIA DEI LUOGHI DELLA BATTAGLIA DI EL ALAMEIN (EGITTO, 1942)<br />

Sistema informativo per la documentazione e la ricostruzione dei siti di<br />

interesse storico attraverso tecnologie di remote sensing e geofisica terrestre<br />

Scopo <strong>del</strong> progetto<br />

Salvaguardia dei luoghi <strong>del</strong>la battaglia di El Alamein, attraverso la creazione di una banca dati geografica,<br />

per la valorizzazione storico-culturale e turistica dei siti in accordo con le autorità egiziane.<br />

Le ragioni <strong>del</strong> progetto - La fascia di deserto tra El<br />

Alamein e la depressione di El Qattara, pur essendo tutt'ora<br />

un'area militare ad accesso riservato, è stata interessata<br />

negli ultimi anni da una presenza turistica sempre più intensa<br />

a seguito <strong>del</strong>lo sviluppo alberghiero e residenziale <strong>del</strong>la<br />

zona costiera di El Alamein. Allo stesso tempo, la ricerca petrolifera<br />

ha portato alla creazione di piste, scavi ed opere che<br />

hanno riguardato e in parte già alterato, i siti principali <strong>del</strong>la<br />

battaglia (Ruweisat, Mitteriya, Deir El Munassib, Naqb Rala,<br />

Haret el Himeimat, Mena<strong>qui</strong>r El Daba) oltre, ovviamente, la<br />

cittadina di El Alamein e tutti i luoghi lungo la costa e prossimi<br />

al litorale.<br />

Di conseguenza, appare urgente la necessità di esplorare<br />

e documentare tali aree, prima che le trasformazioni<br />

imposte al territorio siano causa <strong>del</strong>la scomparsa <strong>del</strong>le testimonianze<br />

storiche <strong>del</strong>la battaglia. Il progetto avrà pertanto<br />

due fondamentali ricadute: la creazione di una banca dati, la<br />

più dettagliata ed esauriente possibile, e la formazione di un<br />

quadro conoscitivo per stabilire dei criteri di sviluppo mirati<br />

ad una razionale valorizzazione culturale e turistica <strong>del</strong>l'antica<br />

linea <strong>del</strong> fronte.<br />

Inquadramento storico - Durante il 1942, tra la<br />

fine di giugno e l'inizio di novembre <strong>del</strong> 1942, una serie di<br />

battaglie e di azioni militari ebbe luogo nel deserto egiziano<br />

(detto anche Western Desert), presso la località conosciuta<br />

come El A-lamein. Furono quattro mesi di furibondi combattimenti<br />

che capovolsero le sorti <strong>del</strong> secondo conflitto mondiale,<br />

mettendo fine al sogno <strong>del</strong>le potenze <strong>del</strong>l'Asse di invadere<br />

l'Egitto, e da lì impadronirsi dei preziosi pozzi di petrolio<br />

che si trovavano in Iraq e Iran. La scelta <strong>del</strong> luogo non fu<br />

casuale: il deserto in questo punto si restringe formando un<br />

passaggio di soli 60 km, <strong>del</strong>imitato a nord dal mare e a sud<br />

dall'inaccessibile depressione di El Qattara; una linea ferroviaria<br />

e una strada costiera collegavano l'area ad<br />

Alessandria, principale base logistica britannica, distante<br />

poco più di 100 km.<br />

La prima battaglia di El Alamein ebbe inizio il 1° Luglio<br />

1942, quando il Gen. Rommel, giunto in zona dopo la ritirata<br />

<strong>del</strong>l'VIII Armata britannica da Gazala verso est, e nonostante<br />

fosse consapevole <strong>del</strong>la scarsità di mezzi e di uomini,<br />

si spinse subito in avanti attaccando i capisaldi britannici<br />

attorno ad El Alamein, mentre le due divisioni corazzate <strong>del</strong><br />

DAK (Deutsches Afrika Korps) e il XX Corpo italiano tentavano<br />

di sfondare e aggirare da sud la resistenza nemica a<br />

Ruweisat Ridge e Bab el Qattara. Le truppe <strong>del</strong> Gen.<br />

Auchinleck, il comandante inglese, si batterono egregiamente,<br />

e dopo quasi quattro settimane di attacchi e contrattac-<br />

chi, la battaglia si spense senza vincitori.<br />

La sera <strong>del</strong> 30 Agosto, Rommel dette inizio al secondo<br />

tentativo di travolgere le linee britanniche (battaglia di Halam<br />

Halfa), con l'attacco principale portato dalle divisioni corazzate<br />

italo-tedesche, che manovrarono tentando di nuovo l'aggiramento<br />

<strong>del</strong>le posizioni nemiche. La reazione <strong>del</strong> Gen.<br />

Montgomery (che aveva sostituito Auchinleck al comando<br />

<strong>del</strong>l'VIII Armata) fu immediata, e la durissima battaglia si<br />

protrasse per tutto il giorno, senza alcun risultato da entrambe<br />

le parti. Gli scontri continuarono nei giorni successivi, ma<br />

divennero sempre più frammentati in diversi settori <strong>del</strong><br />

campo di battaglia; alla fine, la forte reazione bri-tannica, la<br />

mancanza di risultati (e di carburante), ed anche la stanchezza<br />

e una visione incerta <strong>del</strong>la situazione, convinsero Rommel<br />

ad ordinare la sospensione <strong>del</strong>l'attacco, e il ritiro sulle posizioni<br />

di partenza. La battaglia di Alam Halfa fu l'ultima possibilità<br />

offerta a Rommel di sbloccare la situazione, e - sebbene<br />

di corta durata - si concluse con un forte bilancio di perdite<br />

per le truppe <strong>del</strong>l'Asse.<br />

La terza e conclusiva battaglia di El Alamein ebbe inizio<br />

alle 20.40 <strong>del</strong> 23 Ottobre, quando scattò l'attesa offensiva<br />

inglese. Dopo 12 giorni di durissima lotta l'VIII Armata ebbe<br />

la meglio e per le truppe italo-tedesche iniziò un lungo e difficile<br />

ripiegamento, che terminò in Tunisia nel maggio <strong>del</strong><br />

1943. Durante la battaglia - che infuriò sino al 4 novembre -<br />

e nei giorni successivi, vennero fatti prigionieri circa 30 mila<br />

soldati tedeschi e italiani. Nel complesso, tra le forze <strong>del</strong>l'Asse<br />

si registrarono 9 mila morti o dispersi, e 15 mila feriti, mentre<br />

da parte britannica l'VIII Armata di Montgomery accusò<br />

13.560 fra morti, feriti e dispersi.<br />

Modalità di realizzazione <strong>del</strong>la ricerca -<br />

Inizialmente, verrà messo a punto un Sistema Informativo<br />

Geografico (GIS), nel quale verranno inserite basi cartografiche<br />

ricavate da immagini satellitari ad elevatissima definizione<br />

e tutta la documentazione cartografica disponibile.<br />

Saranno inoltre sovrapposte le foto aeree originali dei ricognitori<br />

militari, che consentiranno il confronto tra le opere<br />

difensive e i manufatti riconoscibili all'epoca <strong>del</strong>la battaglia di<br />

El Alamein e le postazioni che ancora oggi si conservano e<br />

risultano visibili attraverso l'immagine telerilevata. Carte e<br />

immagini verranno ac<strong>qui</strong>site tramite specifici accordi con enti<br />

nazionali e stranieri, musei militari e centri di documentazione.<br />

Testimonianze ed episodi <strong>del</strong>le battaglie verranno riferiti<br />

e indicizzati alle mappe.<br />

Seguirà una ricognizione accurata dei siti con lo scopo di<br />

creare una banca dati fotografica completata da rilievi topografici<br />

con GPS geodetici, da osservazioni geomorfologiche e<br />

30 IL NASTRO AZZURRO


geologiche, da studi sui processi di sedimentazione e da prospezioni<br />

che consentano di individuare eventuali manufatti e<br />

luoghi di sepoltura.<br />

Un'apposita collaborazione con l'<strong>Istituto</strong> Nazionale di<br />

Oceanografia e Geofisica (Osservatorio Geofisico<br />

Sperimentale di Trieste) permetterà di impiegare sul campo<br />

strumentazione geofisica particolarmente avanzata (georadar<br />

terrestre e magnetometri) con la quale verranno esplorati<br />

gli orizzonti superficiali di terreno e i riempimenti eolici<br />

<strong>del</strong>le postazioni difensive.<br />

Il progetto sarà preceduto da uno studio pilota nell'area<br />

di El Taqa - Naqb Rala - Haret El Himeimat.<br />

Fasi di realizzazione <strong>del</strong> progetto - Il progetto<br />

sarà articolato nelle seguenti fasi:<br />

a. SISTEMA INFORMATIVO GEOGRAFICO: costruzione di<br />

un GIS che contenga:<br />

1. Foto aeree <strong>del</strong> 1942 ac<strong>qui</strong>site da enti militari italiani,<br />

britannici, tedeschi, americani, francesi, australiani e<br />

neozelandesi (Aerofototeca Nazionale, <strong>Istituto</strong> Luce;<br />

<strong>Istituto</strong> Geografico Militare; Cartoteca e Aerofototeca<br />

<strong>del</strong> Dipartimento di Geografia Università di Padova;<br />

Aerofototeca <strong>del</strong>l'Università di Keele UK; Archivi RAF;<br />

Archivi Imperial War Museum, ecc.);<br />

2. Immagini Quickbird 2007 in pancromatico e multi<br />

spettrale, che dovranno essere appositamente ac<strong>qui</strong>site;<br />

3. Identificazione, disegno e catalogazione <strong>del</strong>le postazioni<br />

visibili oggi e visibili nel 1942 (attraverso la realizzazione<br />

con ArcGIS di una carta geomorfologica e<br />

con la categorizzazione <strong>del</strong>le tracce osservabili da<br />

satellite: trincee, buche individuali, postazioni di artiglieria,<br />

posti comando, piste ecc.);<br />

4. Carte <strong>del</strong>la battaglia georeferenziate (raccolte dalla<br />

vastissima letteratura storica e tecnica sull'argomento);<br />

5. Posizionamento GPS di punti di riferimento terrestri<br />

(rilevamento sul terreno con strumentazione di precisione).<br />

b. INDIVIDUAZIONE POSTAZIONI SEPOLTE:<br />

1. Ricerca <strong>del</strong>le postazioni sepolte tramite telerilevamento<br />

e analisi multispettrale <strong>del</strong>le immagini<br />

Quickbird;<br />

2. Perlustrazione e sopralluogo; rilievi topografici e geologico-geomorfologici;<br />

3. Indagini geofisiche sulle postazioni sepolte (impiego<br />

di georadar, magnetometro a protoni ed eventualmente<br />

altre tecniche di misura come tomografie<br />

geoelettriche, rilievi elettromagnetici, ecc.);<br />

4. Scavo archeologico dei siti (ed eventuale esumazione<br />

di resti umani con l'applicazione <strong>del</strong>l'archeologia<br />

forense, il coinvolgimento <strong>del</strong>le autorità locali e militari<br />

preposte, e ricerca testimonianze <strong>del</strong>la guerra);<br />

5. documentazione multimediale georeferenziata (foto,<br />

video, immagini d'epoca).<br />

Risultati attesi - Il progetto El Alamein consentirà<br />

l'individuazione di tutte le postazioni, scavi, trincee e manufatti<br />

presenti sulla linea <strong>del</strong> fronte. I sopralluoghi mirati sulla<br />

scorta <strong>del</strong>le osservazioni da foto aeree e da immagini satellitari,<br />

e le ricerche geofisiche, consentiranno di portare alla<br />

luce manufatti e opere militari oggi interrate e di recuperare<br />

alcune <strong>del</strong>le migliaia di resti umani che ancora giacciono disseminati<br />

o ricoperti nel deserto.<br />

Il GIS El Alamein fornirà un supporto fondamentale per<br />

la pianificazione futura <strong>del</strong>la valorizzazione culturale e turistica<br />

<strong>del</strong> deserto.<br />

Risultati attesi documentabili - I risultati documentabili<br />

<strong>del</strong> progetto saranno:<br />

1) Raccolta <strong>del</strong>la bibliografia specifica sulle battaglie di El<br />

Alamein e la guerra in Africa Settentrionale;<br />

2) Ac<strong>qui</strong>sizione di immagini satellitari e di foto aeree d'epo-<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

ca;<br />

3) Costruzione di un sistema informativo geografico (GIS)<br />

contenente la documentazione descritta nel progetto,<br />

georeferenziazione dei documenti e analisi dei dati;<br />

4) Creazione di un banca dati geografica, collegata al GIS,<br />

contenente foto recenti, video ed ogni altra documentazione;<br />

5) Preparazione di relazioni specifiche sulle ricerche in loco<br />

(dati geologico-geofisici, rilievi, osservazioni);<br />

6) Pubblicazione di articoli scientifici nelle riviste di settore;<br />

7) Pubblicazione di articoli divulgativi in diverse sedi;<br />

8) Presentazione dei risultati in convegni scientifici, incontri<br />

culturali, conferenze e altre manifestazioni;<br />

9) Allestimento a stampa di un volume onni-comprensivo,<br />

corredato di carte, immagini e foto, che descriva e documenti<br />

con completezza i risultati raggiunti;<br />

10) Realizzazione di DVD, con software di visualizzazione cartografica<br />

e relativa banca dati allegata;<br />

11) Realizzazione di un sito WEB, che consenta la consultazione<br />

libera dei dati raccolti.<br />

Enti e ricercatori coinvolti - Il progetto è curato da<br />

un gruppo istituzionale, che nella sua forma iniziale include:<br />

– L'Università di Padova - Dipartimento di Geografia;<br />

– L'<strong>Istituto</strong> Nazionale di Oceanografia e Geofisica di Trieste<br />

(INOGS).<br />

– Telespazio<br />

Altre istituzioni potranno essere aggregate al progetto<br />

nelle sue fasi di sviluppo. Le attività operative <strong>del</strong> progetto<br />

verranno svolte da un gruppo di coordinamento, composto<br />

di Docenti e Ricercatori, con esperienza specifica in questioni<br />

di Military Geography e Geology of War:<br />

– Prof. Aldino Bondesan, Docente di geomorfologia, geologo<br />

<strong>del</strong>l'Università di Padova<br />

– Dr. Roberto Francese, Ricercatore, geofisico <strong>del</strong>l'INOGS<br />

– Dr. Daniele Moretto, Storico militare, esperto di ambiente<br />

sahariano<br />

– Dr. Lamberto Fabbrucci, Geologo, esperto di storia militare<br />

– Dr. Nicola Petrella, Geologo, esperto di storia militare<br />

– Dr. Lorenzo Facco, Topografo, esperto GIS<br />

– Dr. Giorgio Cinti, Consulente NATO, esperto di storia militare<br />

Di volta in volta, al gruppo di coordinamento saranno<br />

aggregati singoli esperti nelle specifiche questioni di carattere<br />

storico, militare, geologico, geofisico, topografico, informatico<br />

e cartografico.<br />

Patrocinii - È in corso la richiesta di patrocinio ad Enti,<br />

istituzioni, fondazioni ed organizzazioni pubbliche.<br />

Sponsor - Il progetto sarà finanziato sia con fondi pubblici,<br />

nell'ambito nei normali canali istituzionali, che con<br />

fondi, sponsorizzazioni o donazioni privati. Nel secondo caso,<br />

saranno concordate collaborazioni a favore degli sponsor,<br />

con metodi e forme previste in operazioni analoghe (citazione,<br />

presenza <strong>del</strong> logo, pubblicazioni specifiche, ecc.).<br />

Sviluppi futuri - La seconda fase <strong>del</strong>le ricerche, che<br />

potrà essere pianificata alla conclusione di questo primo progetto,<br />

prevederà la realizzazione di:<br />

a. BANCA DATI MULTIMEDIALE (associata al GIS): Raccolta<br />

di immagini storiche, filmati, documentazioni varie; scansione,<br />

georeferenziazione ed inserimento nel GIS; produzione<br />

di un WEB GIS multilingue interrogabile via<br />

Internet;<br />

b. ITINERARI STORICO-CULTURALI: Impiego <strong>del</strong> materiale<br />

raccolto per creare degli itinerari turistici guidati, anche<br />

con tecnologie avanzate (guida sul terreno tramite tablet<br />

PC e GPS);<br />

c. SISTEMI DI REALTÀ VIRTUALE: Ricostruzione <strong>del</strong>le fasi<br />

<strong>del</strong>la battaglia attraverso i più moderni sistemi di realtà<br />

virtuale.<br />

31


El Alamein (Egitto): Il Presidente <strong>del</strong>la federazione di Siena, Marco<br />

Cetoloni, partecipa al progetto “El Alamein”<br />

L'<br />

RESOCONTO MISSIONE EL ALAMEIN<br />

19 - 23 GENNAIO 2011<br />

iniziativa denominata "Progetto El Alamein", è ideata<br />

e coordinata dall'Università di Padova e dal<br />

S.I.G.G.MI. (Società Italiana di Geografia e Geologia<br />

Militare) e coinvolge anche importanti organismi italiani ed<br />

egiziani. Il supporto operativo è assicurato dall'ANPdI e dai<br />

“Congedati Folgore” ed il progetto ha avuto il patrocinio<br />

<strong>del</strong>la Camera dei Deputati e <strong>del</strong> Senato <strong>del</strong>la Repubblica.<br />

Scopo <strong>del</strong>l'iniziativa è la salvaguardia dei luoghi <strong>del</strong>la<br />

Battaglia attraverso la creazione di una banca dati geografica,<br />

al fine di creare un parco museale naturale, per la<br />

valorizzazione storico-culturale e turistica <strong>del</strong>l'intera area.<br />

L'area, pur essendo tutt'ora una zona militare ad accesso<br />

riservato, è interessata infatti da un forte sviluppo edilizio<br />

e turistico e la ricerca petrolifera ha portato alla creazione<br />

di piste, scavi ed opere, che hanno in parte già alterato<br />

i siti principali <strong>del</strong>la battaglia. Per questi motivi si è<br />

reso necessario un intervento di esplorazione e recupero di<br />

tali aree per poterle documentare prima che tali trasformazioni<br />

causino la scomparsa <strong>del</strong>le suddette testimonianze.<br />

Partito da Siena mercoledì 19 gennaio con cinque amici<br />

paracadutisti, ci siamo ritrovati il giorno seguente alle ore<br />

5,15 all'Aeroporto di Malpensa insieme al resto <strong>del</strong> gruppo,<br />

da dove siamo partiti diretti al Cairo.<br />

Durante il volo abbiamo fatto il primo breefing ricevendo<br />

le prime spiegazioni e le corrette procedure da seguire<br />

nel rilevamento <strong>del</strong>le postazioni. Nella circostanza il<br />

responsabile scientifico <strong>del</strong> SIGGMI ci ha fornito mappe,<br />

schede trincea e schede reperti.<br />

All'Arrivo al Cairo abbiamo disbrigato velocemente le<br />

procedure burocratiche aeroportuali, ci era stato richiesto<br />

infatti di tenere un basso profilo evitando per il viaggio<br />

capi di abbigliamento di chiara natura militare, per evitare<br />

le solite lungaggini burocratiche. Caricati i nostri bagagli su<br />

tre fuoristrada stracarichi di materiali partiamo e dopo<br />

quasi cinque ore di viaggio, transitando dall'autostrada che<br />

porta ad Alessandria, arriviamo davanti al Cimitero Inglese<br />

di El Alamein dove si aggrega al gruppo un ufficiale <strong>del</strong>l'esercito<br />

egiziano in veste di osservatoreare.<br />

In questa circostanza ci venivano impartite le ultime<br />

disposizioni sui comportamenti e atteggiamenti da adottare.<br />

Partiamo da El Alamein che è già buio in direzione <strong>del</strong>la<br />

depressione di El Qattara, transitando per la "Pista<br />

<strong>del</strong>l'Acqua" ancora efficiente ed usata dai locali. Dopo<br />

numerosi insabbiamenti, arriviamo alle 21 passate a Naqb<br />

Rala per allestire il campo (zona <strong>del</strong> fronte più a sud dove<br />

operò in gran parte la Divisione “Folgore” e la “Pavia”).<br />

La temperatura sui 5°C con un tasso di umidità <strong>del</strong><br />

90% si fa sentire…<br />

Montate le tende consumiamo una frugale cena a<br />

base di minestra ed alle 23 circa iniziamo a montare il pennone.<br />

Intorno alla mezzanotte il pennone è tirato su ed iniziano<br />

a sventolare la bandiera italiana, quella <strong>del</strong>la<br />

Folgore, quella egiziana e il vessillo <strong>del</strong> SIGGMI.<br />

Facendo una prima ricognizione osservando il cielo<br />

stellato e la sabbia cosparsa di frammenti di ferro, non<br />

posso fare a meno di pensare… la mente va subito a quelle<br />

tremende giornate dove i nostri soldati furono bersaglio<br />

di una pioggia di fuoco.<br />

32 IL NASTRO AZZURRO


Subito penso ai soci Decorati viventi e a coloro non più<br />

in vita <strong>del</strong>la mia Federazione che si sono trovati sotto questo<br />

cielo. Li ricordo con commozione: Ten. Roberto<br />

Bandini, C.le Novello Pecchi, C.le Savino Specchio ed i<br />

viventi Gen. Athos Bernardini e C.le Silvano Fineschi.<br />

Impartite le ultime direttive per la mattina andiamo a<br />

riposare che sono le 1.00.<br />

È venerdì 21 gennaio e le ore riposate sono state veramente<br />

poche; infatti alle ore 5.00 mi sveglio per una ridotta<br />

toilette: lavaggio <strong>del</strong>la faccia con una salviettina umidificata,<br />

per il resto buca con badile in un'area prestabilita,<br />

e preparazione dei materiali: cartellina con la modulistica,<br />

bussola, GPS, radio rice-trasmittente ecc. per essere<br />

inquadrato insieme agli altri alle ore 6,00 per l'alzabandiera.<br />

Inizia così la mia prima giornata cantando l'Inno di<br />

Mameli e non posso descrivere l'emozione! Respirando<br />

quest'aria intrigante, non vedevo l'ora di entrare nella fase<br />

operativa <strong>del</strong>la Missione.<br />

Ci dirigiamo a Quota 105, dove era attestata la 19ma<br />

compagnia <strong>del</strong> VII° Battaglione in prossimità proprio <strong>del</strong><br />

campo minato. Rivolgendomi ad Est in direzione <strong>del</strong><br />

campo minato e da dove il nemico sferrò l'attacco, ho cercato<br />

di immaginarmi cosa potessero aver provato questi<br />

Ragazzi nel vedersi arrivare contro un nemico nettamente<br />

superiore in uomini e mezzi.<br />

Qui si verificò forse il più furioso attacco <strong>del</strong>la terza<br />

battaglia. Infatti nella notte <strong>del</strong> 23 ottobre 1942, unità di<br />

fanteria, una brigata meccanizzata (3500 uomini e 80 carri<br />

armati) ed altre unità specializzate, attaccarono le suddette<br />

postazioni difese da 350 uomini con una batteria controcarro<br />

da 47mm (il famoso "elefantino") e due plotone<br />

mortai.<br />

Resistendo oltre ogni limite, all'alba la 19ma e la 6a<br />

Compagnia, furono annientate. Si concluse così la loro<br />

eroica esistenza. Si parla di una <strong>qui</strong>ndicina di sopravvissuti<br />

che, riuscirono a sganciarsi e ripararsi sulla cosiddetta<br />

"linea di resistenza" …<br />

Suddivisi in squadre, abbiamo operato in un settore<br />

con una ampiezza di qualche Km, dove tantissime sono le<br />

postazioni ed i caposaldi. Alla fine <strong>del</strong>la mattinata, GPS,<br />

bussola, macchina fotografica e metro alla mano, abbiamo<br />

mappato e censito 110 postazioni. Ne ho viste ancora decine,<br />

alcune ancora ben visibili e altre meno, ma fattore<br />

comune di tutte sono i migliaia di frammenti ferrosi di<br />

proiettili, cuffie di bomba, frammenti di filo spinato, cocci<br />

di bottiglie incendiarie, scatolame ed altro che danno un'idea<br />

dei feroci ed atroci combattimenti.<br />

Il pomeriggio ci dirigiamo al leggendario Qaret el<br />

Himeimat, due colline coralline, ove è facile trovare ricci,<br />

conchiglie e coralli di 15 milioni di anni fa, che appaiono su<br />

una piana che si perde verso quelle che furono le linee<br />

nemiche. Si innalza netto ed è molto suggestivo come è<br />

raccontato nei vari diari di guerra.<br />

La vista di questo promontorio mi fa subito pensare a<br />

coloro che, appostati, scrutavano il deserto in vista <strong>del</strong><br />

nemico e non ho fatto a meno di pensare al successivo<br />

disumano sforzo vissuto da questo manipolo di eroi nel<br />

resistere ai colpi <strong>del</strong>le artiglierie, in riferimento anche alle<br />

migliaia di schegge che si trovano sul terreno. L'epilogo<br />

sappiamo quale fu: nessuno si arrese e nessuno indietreggiò<br />

di un metro.<br />

Salendo per prima sulla cima piccola abbiamo effettuato<br />

la prima cerimonia, lasciando il nostro nome scritto sul<br />

"libro <strong>del</strong>le presenze", sepolto all'interno di una postazione<br />

d'avvistamento. Ridiscesi, siamo successivamente saliti<br />

sulla sommità di quella grande, dopo esserci arrampicati<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

su di un crinale molto ripido e da dove si gode di una vista<br />

straordinaria. Qui ho potuto leggere il messaggio <strong>del</strong> Gen.<br />

Magnani, Presidente Nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong> ed abbiamo commemorato i nostri Caduti leggendo<br />

la preghiera <strong>del</strong> paracadutista, le motivazioni <strong>del</strong>le<br />

MOVM <strong>del</strong> Serg. Andriolo e <strong>del</strong> par. Cappelletto entrambi<br />

caduti a Quota 125 ed infine ho letto la preghiera <strong>del</strong><br />

Decorato.<br />

Rientrati al campo partiamo per una marcia alle postazioni<br />

di Naqb Rala dove fu il Comando <strong>del</strong> V° Btg. <strong>del</strong> 186°<br />

Reggimento. Proseguendo siamo giunti dove il Magg. Izzo<br />

MOVM comandante <strong>del</strong> V° Btg e un gruppo di suoi uomini<br />

fronteggiarono con successo i Legionari Francesi che volevano<br />

aggirare le nostre linee per prenderli alle spalle. Dei<br />

98 paracadutisti ne sopravvissero in 34 salvando in quell'occasione<br />

il fronte meridionale. Continuando siamo giunti<br />

su una sommità denominata "osservatorio <strong>del</strong> Ten.<br />

Gola" da dove è possibile osservare l'inizio <strong>del</strong>la depressione<br />

di El Qattara già presidiata dalla 15ma Compagnia. Da<br />

questa estremità il Ten. Gola appoggiò l'assalto <strong>del</strong> Magg.<br />

Izzo con i suoi mortai ed esaurite le granate si lanciò insieme<br />

ai suoi 9-10 uomini all'assalto rimanendo vittima <strong>del</strong>l'attacco<br />

che gli valse la massima ricompensa al Valore alla<br />

Memoria (bellissima è la motivazione!).<br />

Ridiscendendo il crinale, ripercorrendo il costone in<br />

direzione Ovest per tornare alla famosa "Rampa", si facevano<br />

evidenti i segni cruenti <strong>del</strong>lo scontro con cuffie di<br />

SRCM e Breda ancora ben conservate, frammenti di vetro,<br />

molle di caricatori <strong>del</strong>le mitragliatrici Breda ed anche due<br />

SRCM ancora integre inesplose.<br />

Mi piace ricordare come sia frequente imbattersi in<br />

distese di gusci di chiocciole sparsi qua e la, come racconta<br />

molte volte nei suoi scritti il grande Paolo Caccia<br />

Dominioni.<br />

Arriviamo al campo che sono le 18 e con la mia mente<br />

cerco di rielaborare le immagini e le notizie ricevute dal<br />

preparatissimo docente <strong>del</strong> SIGGMI, che ancor meglio mi<br />

ha fatto capire chi furono quegli Uomini, immaginando<br />

quei drammatici e leggendari momenti.<br />

Dopo la cena risalgo il famoso ciglione di Naqb Rala per<br />

vivere questa seconda magica notte pensando ancora a<br />

Loro.<br />

La giornata è stata lunga e faticosa ed a mezzanotte<br />

siamo tutti nei nostri sacchi a pelo.<br />

Sabato 22 gennaio la sveglia è sempre alle 5, alzabandiera<br />

alle 6 e subito siamo pronti per tornare a quota 105.<br />

Riprendiamo il lavoro interrotto il giorno precedente e mi<br />

rendo conto come il terreno sia assolutamente piatto e<br />

pietroso e come sia stato difficile ripararsi dalla tempesta<br />

di fuoco che investì quest'area.<br />

Individuato un articolato caposaldo provvediamo a<br />

gruppi al ripristino <strong>del</strong>lo stesso, scavando fino allo stato in<br />

cui si trovava nell'ottobre <strong>del</strong> 1942, catalogando i reperti<br />

rinvenuti e ripristinando e rendendo il tutto ben visibile. È<br />

inutile che le dica quante volte ho pensato a coloro che<br />

occupavano queste postazioni, meditando se ce l'avessero<br />

fatta…<br />

La mattinata passa velocemente lavorando e pensando<br />

a quei giorni di morte, facendo attenzione nello spostare<br />

la sabbia, consapevole <strong>del</strong>la possibilità di rinvenire ordigni<br />

inesplosi ed anche per la sacralità dei luoghi.<br />

Siamo stanchi, ma rientrati al campo per il pranzo,<br />

ripartiamo dopo 1 ora molto carichi per Deir El Munassib,<br />

per rendere onore alla MOVM Cap Costantino Ruspoli ed a<br />

tutti i suoi Ragazzi caduti . Ripartiamo subito per arrivare<br />

alle postazioni <strong>del</strong>la 21ma Cp. <strong>del</strong> VII° Btg dove abbiamo<br />

ricordato la figura <strong>del</strong> nostro Eroe senese la MOVM<br />

33


Il teatro <strong>del</strong>la battaglia di El Alamein.<br />

Roberto Bandini. Che eccitazione aver potuto toccare quella<br />

sabbia… erano anni che lo desideravo! In Roberto<br />

Bandini vedo un Eroe che dovrebbe essere un riferimento<br />

per tutti i giovani e meno giovani. Per la prima volta si è<br />

potuto commemorarlo rigorosamente inquadrati proprio<br />

sul luogo dove perse la vita, leggendone la motivazione e<br />

recitando una preghiera in sua memoria. Ripartendo, ci<br />

dirigiamo a Deir Alinda dove si immolò la MOVM Magg.<br />

Rossi e lo ricordiamo proprio sulla sua postazione di<br />

comando. Qui abbiamo rinvenuti degli spezzoni di miccia a<br />

lenta combustione che accesi erano ancora efficientissimi.<br />

L'ultima visita è stata fatta all'ospedale di Qaret el Abd<br />

detto anche "Ospedale <strong>del</strong>la Brescia", costituito da una<br />

serie di camminamenti, camere sotterranee e prese di<br />

aerazione protetti da sacchi in iuta ancora integri e da un<br />

alto muro perimetrale. Qui ho ricordato un nostro<br />

Decorato: l'<strong>Azzurro</strong> Specchio ricoverato proprio in questi<br />

sotterranei, dove molti uomini soffrirono e morirono, ma<br />

sicuramente altri sperarono augurandosi di tornare a casa.<br />

Dopo un ora di viaggio rientriamo al campo base che è<br />

buio e dopo aver mangiato riceviamo le ultime disposizioni<br />

per la mattina seguente. È l'ultima notte e tutti noi ci<br />

incamminiamo per l'ultima uscita notturna ed osserviamo<br />

il nostro tricolore sventolare ancora una volta su questa<br />

terra sicuro che dall'alto <strong>del</strong> cielo i nostri Eroi possano<br />

ancora vederlo.<br />

La mattina seguente, domenica 23 gennaio, ci svegliamo<br />

ancora alle 5 e provvediamo a smontare il campo, non<br />

prima però di aver cantato l'ultima volta l'Inno di Mameli<br />

ed aver salutato la nostra Bandiera. Partiamo in perfetto<br />

orario (circa 1 ora dopo) e giungiamo alle 8.30 al Sacrario<br />

Di El Alamein. Abbiamo poco meno di 1 ora e mezza di<br />

tempo per cui ci inquadriamo ed entriamo in punta di<br />

piedi, senza neanche respirare. L'emozione è forte e schierati<br />

davanti all'altare diamo inizio alla Cerimonia narrando<br />

alcuni scritti tratti da memorie degli stessi paracadutisti<br />

reduci <strong>del</strong>la Battaglia. Provvedo a leggere la preghiera <strong>del</strong><br />

Decorato per ricordare tutti coloro che hanno perso la vita<br />

in questo lembo di terra riuscendo a stento a trattenere le<br />

lacrime.<br />

I minuti di silenzio ed il triplice grido “Folgore!” mi ha<br />

messo letteralmente i brividi, provocando un accelerazione<br />

<strong>del</strong> battito cardiaco ed una commozione che poche volte<br />

avevo provato infatti un eco infinito ha fatto rimbalzare la<br />

parola “Folgore” come se i nostri Eroi ci stessero rispondendo.<br />

Indimenticabile!<br />

Malinconia e dolore l'ho provata osservando le migliaia<br />

di lapidi che circondano le pareti <strong>del</strong>le varie sale <strong>del</strong><br />

Sacrario al cui interno sono contenute le spoglie dei Caduti<br />

e ancor più colpiscono le lapidi con la scritta “Ignoto” che<br />

si perdono a vista d'occhio.<br />

L' esperienza vissuta nei luoghi dove settanta anni or<br />

sono soffrirono e si immolarono eroicamente questi uomini<br />

ha lasciato in me sensazioni ed emozioni davvero difficili<br />

da descrivere.<br />

Spinto da un fortissimo richiamo, l'aver potuto calpestare<br />

la stessa sabbia, osservare lo stesso cielo stellato,<br />

scavare le stesse buche mangiando la stessa polvere,<br />

anche se in circostanze molto diverse, mi ha fatto com-<br />

34 IL NASTRO AZZURRO


prendere le gravi difficoltà in cui dovettero operare i nostri<br />

soldati, facendo fronte a problemi che spesso li portarono<br />

a compiere il sacrificio più estremo.<br />

Paradossalmente sono sicuro che simili gesta, anche se<br />

si tramutarono in sconfitte, devono rendere fieri come<br />

alcune strepitose vittorie. Infatti nella convinzione degli<br />

ideali che mi animano, questa esperienza ha rafforzato<br />

ancor più i miei principi di devozione riguardo a coloro che<br />

hanno combattuto con onore, compiendo senza alcuna<br />

esitazione il proprio dovere di soldato.<br />

Le emozioni sono state forti e sentite ad ogni cerimonia,<br />

consapevole e orgoglioso che era mio dovere ricordare<br />

anche tutti i Decorati al Valor Militare e l'<strong>Istituto</strong> che li<br />

rappresenta. Non so se ci sono riuscito, ma sono tornato<br />

sicuramente arricchito ed elevato nello spirito!<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Visita al Sacrario di El Alamein<br />

Non potrò mai dimenticare la cerimonia al Sacrario<br />

dove ho potuto ricordare personalmente tutti i Decorati<br />

defunti, tenendo a stento le lacrime che già in molti marcavano<br />

i volti.<br />

La magnifica esperienza anche se di pochi giorni,<br />

restererà un qualcosa di speciale e di memorabile, che<br />

porterò dentro di me per tutta la vita, pronto non appena<br />

possibile a ritornare in questi luoghi per contribuire a perpetuarne<br />

il ricordo.<br />

Per la circostanza ho stampato circa 150 cartoline che<br />

ho provveduto a distribuire ed è mia intenzione omaggiare<br />

di un'urna contenente la sabbia di questa terra i Soci<br />

interessati dalla vicenda storica.<br />

Marco Cetoloni<br />

(Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Siena)<br />

Finalmente si è realizzato il mio sogno di poter vedere questo Sacrario, dei cui caduti me ne aveva parlato<br />

tante volte mio nonno Michele colpevole, a suo dire, di non essere Caduto anche lui, e di assistere<br />

alla cerimonia per la commemorazione dei soldati nostri e di molti altri Paesi caduti ad El Alamein.<br />

Oggi quegli uomini sono raccolti nel grande e suggestivo Sacrario italiano sulla costa <strong>del</strong>l'Egitto e negli<br />

altri due imponenti cimiteri inglese e tedesco.<br />

Mi ha molto colpito la tenacia <strong>del</strong> Ten. Col. g. Paolo Caccia Dominioni che, dopo aver preso parte agli<br />

eventi bellici <strong>del</strong> '42, ha vissuto per ben 12 anni nel deserto sui luoghi <strong>del</strong>la battaglia per cercare di dare<br />

una degna sepoltura ai corpi di tutti i soldati italiani rinvenuti e che oggi sono raccolti nel Sacrario italiano,<br />

La cerimonia era presenziata dall'Ambasciatore italiano <strong>del</strong>l'Ambasciata d'Italia in Egitto, con sede a Il<br />

Cairo, e da una <strong>del</strong>egazione di militari italiani appositamente giunta ad El Alamein in rappresentanza di<br />

tutte le Forze Armate italiane. Erano presenti anche rappresentanti di altre nazioni e, non ultimi, alcuni<br />

reduci di quelle eroiche gesta con le loro uniformi <strong>del</strong>l'epoca. Numerosi gli italiani presenti, residenti e turisti,<br />

giunti ad El Alamein dalle vicine città egiziane ed appositamente dall'Italia.<br />

All'alza bandiera, il trombettiere anticipa con gli s<strong>qui</strong>lli di tromba l'Inno d'Italia che Accompagna il<br />

Tricolore che si issava al vento che soffiava forte dal mare e molti dei partecipanti, me compresa, hanno<br />

portato la mano sul petto con gli occhi lucidi. Successivamente è stata issata la bandiera egiziana accompagnata<br />

dal proprio inno. Poi la messa celebrata dal cappellano <strong>del</strong>l'esercito. Non immaginavo ci fosse<br />

tanta partecipazione, non solo da parte degli italiani, ma anche da parte straniera. In prima fila c'erano le<br />

autorità ed i reduci, alcuni di loro invalidi ed in carrozzella o con altri presidi di appoggio e tra loro i due<br />

paracadutisti <strong>del</strong>la Folgore con la loro uniforme <strong>del</strong>l'epoca: Giuseppe Benigni (92 anni) e Sante Pelliccia<br />

(87 anni). Quest'ultimo doveva leggere un discorso indirizzato non ai presenti mai ai suoi amici, commilitoni<br />

e colleghi fraterni caduti e raccolti nel Sacrario e di cui quasi la metà sono ignoti. Un discorso che si<br />

era preparato e trascritto per l'occasione e che la notte precedente aveva imparato a memoria. Durante il<br />

suo discorso una forte emozione lo ha colpito e gli è capitato di dimenticare ciò che doveva dire. Si fermava<br />

più volte a rileggere il suo foglio ed alcune parole importanti che si era appuntato sulla mano mentre i<br />

presenti, consapevoli <strong>del</strong> forte momento emotivo, lo incoraggiavano riempiendo con forti e lunghi applausi<br />

il Torrione <strong>del</strong> Sacrario. Mi sono tanto commossa ed ho pensato ai miei nonni e a mio padre, che, per il<br />

lustro <strong>del</strong>la nostra splendida nazione, hanno combattuto senza paura.<br />

In aereo abbiamo incontrato un gruppo <strong>del</strong>la missione 2010 <strong>del</strong>l'Associazione Nazionale Paracadutisti<br />

d'Italia che, in contemporanea alla nostra visita, ha effettuato degli scavi che continueranno nei prossimi<br />

mesi ed anni, per cercare di mantenere vivi i luoghi di quella battaglia e la memoria <strong>del</strong>le eroiche gesta dei<br />

nostri soldati e recuperare altri reperti, tra i quali hanno detto di aver trovato due pugnali e diversi proiettili.<br />

Al sacrario abbiamo visita-<br />

El Alamein (Egitto): Il<br />

to l'attiguo museo ed il mio<br />

Sacrario italiano<br />

cuore batteva alla vista di<br />

tutto quello che avevano<br />

usato i nostri soldati, i quali<br />

combatterono per un mondo<br />

migliore, così come i nostri<br />

soldati caduti a Nassiriya, in<br />

Kosovo, in Afghanistan ed in<br />

tutte le più recenti missioni.<br />

Grazie a tutti coloro che mi<br />

hanno consentito di partecipare<br />

a questo evento e permessa<br />

questa immensa gioia:<br />

sicuramente mio nonno avrà<br />

sorriso di felicità perché sua<br />

nipote è stata partecipe dei<br />

luoghi che tanto lui le aveva<br />

descritto.<br />

Ins. Luigia Marsullo<br />

35


AZZURRI CHE SI FANNO ONORE<br />

BUON SANGUE NON MENTE<br />

Merita segnalare su queste colonne lo straordinario atto di coraggio di un socio di questa Federazione: un Ispettore Capo<br />

di Polizia che non ho mai visto, né lui ha mai visto la Federazione di Bari, alla quale però è regolarmente iscritto pur<br />

essendo residente a Genova (ma questo non è l'unico caso; questa Federazione ha soci in mezza Italia: Torino, Brescia,<br />

Roma, Campania, Basilicata, e persino in Canada). Però prima di parlare <strong>del</strong> gesto eroico <strong>del</strong> nostro socio genovese forse è d'uopo<br />

spiegare il motivo per cui Carmelo Vinci (questo è il suo nome) ha chiesto di iscriversi proprio alla Federazione di Bari.<br />

È una lunga storia, narrata dettagliatamente sul n. 5/2007 de "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>" alle pagine 28 e 29. In estrema sintesi, l'8<br />

settembre '43, due MAS il 424 e il 437 <strong>del</strong>la 23a Squadriglia Motosiluranti <strong>del</strong>la Regia Marina erano ormeggiati nella baia di Saint<br />

Mandrier (Tolone). Il sergente nocchiere Pasquale Patafio, il nonno di Carmelo Vinci, non ha dubbi: il suo MAS non deve cadere<br />

nelle mani dei tedeschi. All'alba <strong>del</strong> 9 settembre sale sul MAS 424, prende a rimorchio anche il 437, si allontana e li affonda<br />

entrambi. Prima di porsi in salvo, Patafio recupera la fiamma di combattimento <strong>del</strong>la sua unità e, tornato a terra a nuoto, la cuce<br />

come fodera all'interno dei pantaloni. Viene fatto prigioniero. Dopo la guerra, Patafio custodisce gelosamente il cimelio fino alla<br />

soglia dei 90 anni, poi vorrebbe riconsegnarlo alla Marina ma non sa come fare. Si rivolge alla Federazione di Bari dove l'Avvocato<br />

Livrieri fornisce consulenza gratuita per casi simili. Purtroppo Patafio, si ammala e perdiamo i contatti. Dopo lunghe ricerche riesco<br />

a mettermi in contatto col nipote: Carmelo Vinci, Ispettore Capo e Comandante di una motovedetta <strong>del</strong>la Polizia di Stato: buon<br />

sangue non mente! Tramite lui, riesco ad organizzare la cerimonia <strong>del</strong>la consegna che avviene il 7 marzo 2007.<br />

Pasquale, alfiere <strong>del</strong> glorioso vessillo per oltre sessant'anni, può congedarsi dal suo lungo servizio. Dopo otto giorni di lucida,<br />

consapevole e serena presenza, si addormenta per sempre: ora é lassù nell'azzurro <strong>del</strong> cielo con i commilitoni <strong>del</strong> sommergibile<br />

"Medusa" affondato il 30 gennaio 1942. Ad assistere fino all'ultimo istante l'anziano marinaio è stato il nipote Carmelo. Questi<br />

volendo esprimere la sua gratitudine alla Federazione di Bari che, pur a mille km di distanza, aveva preso a cuore il problema<br />

<strong>del</strong> nonno ed era stata essenziale e decisiva nella risoluzione <strong>del</strong> caso, ha chiesto di entrare a far parte <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> iscrivendosi<br />

come socio simpatizzante.<br />

Il 14 agosto 2008 sulla spiaggia <strong>del</strong>la Tenuta Presidenziale di Castel Porziano le condizioni <strong>del</strong> mare non erano certo le migliori:<br />

alte onde e una forte corrente consigliavano anche ai più esperti di rimandare il bagno a tempi migliori. Ciononostante un bagnante<br />

aveva voluto sfidare le onde e si era trovato subito in difficoltà. Da riva una signora, vista la situazione di pericolo, coraggiosamente<br />

ma altrettanto incautamente, si lanciava tra le onde in soccorso <strong>del</strong> pericolante ma poco dopo era lei stessa a trovarsi<br />

in grave pericolo.<br />

Vinci, che non è in servizio ma si trova sulla spiaggia per fare un bagno, guarda le condizioni <strong>del</strong> mare che per lui, abituato<br />

a ben altro, non sono certo un problema, e forse pensa al nonno che prima di lui, ha preso la strada <strong>del</strong>la gente di mare, e che<br />

ha indossato la bella uniforme <strong>del</strong>la Marina proprio il 14 agosto di tanti anni prima. Le grida <strong>del</strong>la donna attirano la sua attenzione.<br />

Valuta in un attimo la situazione di estremo pericolo, non ci pensa due volte e si lancia in acqua. Certamente ha ereditato<br />

tutti i geni marinareschi <strong>del</strong><br />

nonno marinaio, ma sicuramente<br />

ci mette <strong>del</strong> suo; egli<br />

conosce e segue la tecnica di<br />

avvicinamento a chi rischia di<br />

annegare, ma i pericolanti gli<br />

si avvinghiano addosso con<br />

tale forza da impedirgli di<br />

nuotare, ed egli stesso rischia<br />

la morte. Ma il nostro ispettore,<br />

calabrese come il nonno,<br />

è forte e robusto e malgrado<br />

tutto, riesce a portare a riva i<br />

due bagnanti; alla fine se la<br />

cava solo con i graffi e le escoriazioni<br />

provocati dalla donna<br />

che, nel tentativo di restare a<br />

galla gli si era aggrappata con<br />

tutte le forze. Il nonno salvò la<br />

fiamma di combattimento, lui<br />

ha salvato due vite umane. Il<br />

nonno fu fatto prigioniero e<br />

internato in un lager, lui ha<br />

ricevuto l'Onorificenza di<br />

Cavaliere <strong>del</strong>la Repubblica e<br />

gli attestati pubblicati in questa<br />

stessa pagina.<br />

Gen Giuseppe Picca<br />

(Vice Presidente<br />

Nazionale e Presidente <strong>del</strong>la<br />

Federazione di Bari)<br />

36 IL NASTRO AZZURRO


IL NASTRO AZZURRO<br />

POTENZIAMENTO GIORNALE<br />

37


CRONACHE DELLE FEDERAZIONI<br />

ALESSANDRIA<br />

Giovedì 17 Marzo, il Presidente <strong>del</strong>la Federazione e<br />

alcuni Soci <strong>del</strong>la Sezione col Labaro e la Scorta d'Onore,<br />

hanno partecipato all'Alza Bandiera solenne organizzata<br />

dal Gruppo di Alessandria <strong>del</strong>l’Associazione Nazionale<br />

Alpini, su iniziativa <strong>del</strong>la Presidenza Nazionale, presso la<br />

Sede Sociale <strong>del</strong> Gruppo, per la celebrazione <strong>del</strong> 150° <strong>del</strong>la<br />

Unità d'Italia. La cerimonia si è svolta in contemporaneità<br />

con i 4.300 Gruppi italiani <strong>del</strong>l'Associazione Nazionale<br />

Alpini. Presenti le massime Autorità locali tra cui il Prefetto,<br />

il Sindaco di Alessandria, il Vice Presidente <strong>del</strong>la Provincia,<br />

nonché i rappresentanti <strong>del</strong>le 22 Associazioni Militari e di<br />

Categoria riunite in Comitato di Intesa. Il canto corale<br />

<strong>del</strong>l'Inno d'Italia ha concluso la semplice ma suggestiva<br />

cerimonia il cui alto significato etico e patriottico è stato<br />

illustrato dal messaggio <strong>del</strong> Presidente Nazionale "Alpini"<br />

letto dal Capo Gruppo.<br />

AREZZO<br />

La Federazione Provinciale diArezzo ci ha comunicato<br />

la partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:<br />

– il 10 febbraio, in occasione <strong>del</strong>la Giornata <strong>del</strong> Ricordo,è<br />

stato inaugurato nella Città di Montevarchi un giardino<br />

in ricordo dei "Martiri <strong>del</strong>l'Istria",la Federazione presente<br />

con il Medagliere Provinciale era rappresentata dal<br />

Consigliere Provinciale Mario Rondoni;<br />

– l 19 Febbraio in occasione <strong>del</strong>la cerimonia di consegna<br />

<strong>del</strong> Tricolore ai Sindaci <strong>del</strong>la Provincia di Arezzo il Vice<br />

Presidente Nazionale Cav Stefano Mangiavacchi ha<br />

consegnato a nome <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> una medaglia celebrativa<br />

al Gen C.A Domenico Rossi Sottocapo di SME;<br />

Arezzo: Consegna <strong>del</strong> Crest al gen. Rossi<br />

– il 22 e 23 Febbraio la Federazione è stata impegnata<br />

nelle cerimonie relative al passaggio nella Provincia di<br />

Arezzo <strong>del</strong>la "Marcia <strong>del</strong>l'Unità d'Italia" realizzata<br />

dall'<strong>Azzurro</strong> Michele Maddalena;<br />

Arezzo:Cerimonia con Michele Maddalena a S.<br />

Giovanni Valdarno<br />

– in occasione <strong>del</strong>la cerimonia <strong>del</strong>l'88° anniversario <strong>del</strong>la<br />

fondazione <strong>del</strong>l'Aeronautica Militare, la Sez. AAA di<br />

Arezzo Presieduta dal Gen. Giancarlo Dal Piaz ha voluto<br />

ricordare l'avvenimento con una celebrazione svoltasi<br />

nella Città di Arezzo il 28 marzo 2011 davanti al monumento<br />

dei Caduti Aviatori . Nel corso <strong>del</strong>la cerimonia alla<br />

presenza <strong>del</strong>la Autorità Civili e Militari è stato commemorato<br />

il Col Pilota Ermanno Bartolini Decorato di tre<br />

MAVM e Caduto in Africa Orientale il 1 marzo 1936, alla<br />

cui memoria è intitolato il nucleo AAA di Montevarchi,il<br />

figlio Cap. Riccardo Bartolini, nostro Consigliere<br />

Provinciale, ha rappresento la Federazione Provinciale <strong>del</strong><br />

<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> ed ha avuto l'onore di deporre la corona<br />

d’alloro in memoria di tutti gli Aviatori Caduti.<br />

BIELLA - VERCELLI<br />

Il 17 Marzo 2011, in occasione <strong>del</strong>la celebrazione <strong>del</strong>la<br />

Festa Nazionale <strong>del</strong> 150° anniversario <strong>del</strong>l'Unità d'Italia, il<br />

Sindaco di Biella, Donato Gentile, e il Presidente <strong>del</strong>la<br />

Federazione di Biella e Vercelli <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong>, Tomaso Vialardi di Sandigliano, hanno inaugurato<br />

nei Giardini Zumaglini, che raccolgono le Memorie<br />

Eroiche <strong>del</strong>la Città e si raccordano con l'Alto Valore <strong>del</strong>l'intitolazione,<br />

il Largo "DDeeccoorraattii aall VVaalloorr MMiilliittaarree dd''IIttaalliiaa".<br />

L'intitolazione, fortemente auspicata dalla Federazione di<br />

Biella e Vercelli <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, rappresenta la Memoria<br />

dovuta a tutti i Decorati al Valor Militare, ove in genere<br />

si è avuta la tendenza a ricordare unicamente le Medaglie<br />

d'Oro, premianti certamente il più alto gesto di eroismo<br />

nella vita di un soldato, che però non rappresenta il senso<br />

storico compiuto di tutta l'evoluzione <strong>del</strong> lungo percorso <strong>del</strong>l'eroismo<br />

individuale. L'Eroe si riassume nell'attimo di un<br />

gesto, che solo la conseguenza storica successiva gradua<br />

nel suo Valore di impatto. In un mondo sempre più scarso<br />

di ideali, si sono voluti ricordare tutti i nostri Eroi, dando<br />

loro la giusta posizione nella nostra memoria collettiva.<br />

Biella: Intitolazione <strong>del</strong> Largo “Decorati al Valor<br />

Militare d’Italia”<br />

BOLOGNA<br />

La Federazione di Bologna ci ha comunicato la partecipazione<br />

alle seguenti cerimonie ed attività:<br />

– l’11 gennaio 2011, deposizione di corona d'alloro alla<br />

lapide che ricorda il Sottotenete Medaglia d’Oro al<br />

Valor Militare Euro Zoboli, all'interno <strong>del</strong> Liceo<br />

Scientifico “A. Righi” di Bologna, scuola dal Caduto<br />

frequentata. Alla presenza di numerosi studenti, <strong>del</strong><br />

38 IL NASTRO AZZURRO


Preside e di rappresentanti l'Associazione Ex Alunni, il<br />

Presidente Cav. Giorgio Bulgarelli ha letto la motivazione<br />

<strong>del</strong>la Decorazione ed ha illustrato ai presenti gli<br />

scopi e le finalità <strong>del</strong> nostro <strong>Istituto</strong>;<br />

– il 27 gennaio, “Giorno <strong>del</strong>la Memoria”, presso la<br />

Prefettura di Bologna il Presidente Cav. Giorgio<br />

Bulgarelli ha presenziato alla consegna <strong>del</strong>le<br />

"Medaglie d'Onore" conferite dal Presidente <strong>del</strong>la<br />

Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, deportati<br />

nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto;<br />

– il 13 febbraio “Giorno <strong>del</strong> Ricordo”, la Federazione ha<br />

partecipato alla deposizione di una corona presso la<br />

rotatoria in Comune di Trebbo di Reno, dedicata ai<br />

"Martiri <strong>del</strong>le foibe", poi presso il “Giardino Martiri<br />

<strong>del</strong>l’Istria, Venezia Giulia e Dalmazia” in Bologna, ha<br />

avuto luogo la sfilata <strong>del</strong>le Associazione Arma con labari<br />

e fanfara dei bersaglieri, la deposizione di una corona<br />

sul cippo commemorativo;<br />

– il 5 febbraio si è tenuta presso il Circolo Ufficiali<br />

<strong>del</strong>l'Esercito di Bologna la tradizionale Serata Benefica,<br />

organizzata dal Comitato Dame presieduto dalla dottoressa<br />

Vittoria Busi e dottoressa Sandra Samoggia.<br />

Erano presenti Autorità Civili e Militari, nonché rappresentanti<br />

<strong>del</strong>la cultura ed imprenditoria bolognese.<br />

Ospite d'Onore il nostro Presidente Nazionale Gen. B.<br />

Carlo Maria Magnani e gentile consorte. Dopo l'intervento<br />

<strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la Federazione Cav. Giorgio<br />

Bulgarelli ed ascoltato l'Inno Nazionale e quello <strong>del</strong><br />

<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, si è dato inizio alla serata con un coctail<br />

di benvenuto, cena di gala, spettacolo musicale e<br />

pesca benefica, il cui ricavato è stato in parte devoluto<br />

all'Opera Padre Marella e alla AGEOP ONLUS;<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Bologna: “Serata Benefica”<br />

– 17 marzo, alle ore 9,30 in Piazza <strong>del</strong> Nettuno, ha avuto<br />

luogo la deposizione di corone alle lapidi dei Caduti da<br />

parte <strong>del</strong> Comando Militare, alla presenza <strong>del</strong>le massime<br />

Autorità Civili e Militari e rappresentanze di tutte le<br />

Armi. Il Medagliere <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, portato dal<br />

nostro Socio ex C.C. Davide Nanni ha sfilato in prima<br />

fila. Alle ore 10,30 in Piazza Maggiore, la Cerimonia è<br />

proseguita con l'Alza BBaannddiieerraa Solenne, dove il<br />

Prefetto dottor Angelo Tranfaglia ha pronunciato un<br />

intervento. Il Medagliere <strong>del</strong>la Federazione, scortato<br />

da un Ufficiale e dal Presidente Cav. Giorgio<br />

Bulgarelli, è sfilato in testa al corteo applaudito sia<br />

dalle Autorità che dalla popolazione presente sulla<br />

piazza. Alle ore 15 il Presidente Bulgarelli e la<br />

Consorte Luciana Tiziani (Dama) hanno presenziato,<br />

su specifico invito alla "Seduta Solenne <strong>del</strong> Consiglio<br />

Provinciale", presente il Prefetto di Bologna ed Autorità<br />

civili e militari. Alle ore 18,30 presso la Basilica di S.<br />

Petronio, ha avuto luogo la Messa Solenne celebrata<br />

dal Cardinale di Bologna Mons. Carlo Caffarra;<br />

– in occasione <strong>del</strong>le celebrazioni per il 150° anniversario<br />

<strong>del</strong>l’Unità d’Italia, la Federazione di Bologna ha realizzato<br />

una mostra sul tema “Italia, Patria unita”;<br />

– il 2 aprile alle ore 16 presso la Basilica di San<br />

Domenico, partecipazione alla Santa Mesaa in suffragio<br />

dei militari <strong>del</strong>la Arma dei Carabinieri deceduti;<br />

– il 7 aprile, alle ore 11 presso la Basilica di S.Francesco,<br />

il Precetto Pasquale per il personale <strong>del</strong>le Forze Armate<br />

e dei Corpi Armati e non <strong>del</strong>lo Stato è stato celebrato<br />

da Monsignor Silvagni. Presenti Autorità civili, militari e<br />

religiose nonché tutte le Associazioni d'Arma.<br />

BRESCIA<br />

La Federazione di Brescia ha comunicato la partecipazione<br />

alle seguenti cerimonie ed attività:<br />

– il 16 marzo 2011, il Vice Direttore <strong>del</strong> Museo <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong>, dottor Leonardo Malatesta, ha tenuto una<br />

conferenza presso il Comune di Pezzaze (Bs), sul tema<br />

“La prima guerra mondiale”;<br />

– il 17 marzo il Labaro (Alf. Sig. De Lucchi), ha presenziato<br />

alla cerimonia <strong>del</strong>l'Alza Bandiera, in Piazza <strong>del</strong>la<br />

Loggia, alla presenza <strong>del</strong>le Autorità civili e militari, ai<br />

Labari <strong>del</strong>le altre Associazioni Combattentistiche e<br />

d'Arma, a reparti armati ed alla Fanfara dei Bersaglieri<br />

"G. Spondi" di Brescia. Il Presidente <strong>del</strong>la Federazione<br />

ha avuto il privilegio di innalzare il Tricolore in cima al<br />

pennone, sulle note <strong>del</strong>l'Inno Nazionale;<br />

– il 19 marzo il Presidente Nazionale, generale Carlo<br />

Maria Magnani era presente alla cerimonia<br />

<strong>del</strong>l'Ammaina Bandiera, tenutasi nel pomeriggio con<br />

la significativa partecipazione di un reparto di<br />

Artiglieria Contraerea <strong>del</strong>l'Esercito (4° Rgt. Missili) e<br />

<strong>del</strong>la Fanfara <strong>del</strong>l’11° Rgt. Bersaglieri;<br />

– il 22 marzo, su invito <strong>del</strong>l'Ambasciatore <strong>del</strong> Sovrano<br />

Militare Ordine di Malta, dottor Antonio Spada, realizzatore<br />

e curatore <strong>del</strong> Museo <strong>del</strong>la Guerra <strong>del</strong> Vittoriale<br />

degli Italiani di Gardone Riviera (Bs), il Presidente <strong>del</strong>la<br />

Federazione ed il Vice Direttore <strong>del</strong> Museo <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong>, dottor Leonardo Malatesta, hanno visitato<br />

la sede <strong>del</strong>l'esposizione gardonese. Ospite d'onore, per<br />

il quale la gionata é stata organizzata, il Gen. C. A.<br />

39


Vincenzo Giuliani, Comandante dei Carabinieri <strong>del</strong>la<br />

Regione Piemonte e Valle d'Aosta, che ha ricevuto in<br />

dono dal Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Brescia una<br />

pubblicazione sul museo salodiano;<br />

– il 31 marzo, su invito <strong>del</strong>la Sezione Provinciale UNUCI<br />

(presidente Gen. G. Lirussi), la Federazione ha partecipato<br />

alla conferenza <strong>del</strong>l'Avv. Ten. Marcello Berlucchi<br />

dal titolo "L'impiego <strong>del</strong>la Cavalleria nella prima guerra<br />

mondiale e la carica di Paradiso", che fa riferimento<br />

all’episodio bellico avvenuto nelle vicinanze di Pozzuolo<br />

<strong>del</strong> Friuli (Ud), particolarmente significativo perché si<br />

tratta <strong>del</strong>l'ultimo atto di guerra sul fronte italiano, che<br />

si é sviluppato e concluso pochi minuti prima <strong>del</strong>la cessazione<br />

<strong>del</strong>le ostilità tra i due eserciti contrapposti;<br />

– il 6 aprile, tradizionale cerimonia religiosa in Duomo<br />

Nuovo, dove il Vescovo di Brescia ha celebrato la S.<br />

Messa in onore <strong>del</strong>le Forze Armate.<br />

BRINDISI<br />

(Sez. San Vito dei Normanni)<br />

Il 150° anniversario <strong>del</strong>l'Unità d'Italia è stato celebrato a<br />

S. Vito dei Normanni nella mattina <strong>del</strong> 16 marzo con una<br />

cerimonia alla quale hanno partecipato, oltre alle Autorità<br />

locali, numerosi cittadini, tutte le classi di studenti elementari<br />

e medie <strong>del</strong>la città e i loro insegnanti, una rappresentanza<br />

<strong>del</strong>la Marina Militare, <strong>del</strong>l'Aeronautica Militare e <strong>del</strong>l'Arma dei<br />

Carabinieri. Presenti i Soci <strong>del</strong>la locale Sezione <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong> e quelli <strong>del</strong>le Sezioni <strong>del</strong>l’A.A.A. e dei Carabinieri con<br />

i rispettivi Labari. Nel pomeriggio i soci <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>,<br />

invitati dagli Amministratori locali, si sono spostati a<br />

Carovigno per partecipare ai festeggiamenti locali.<br />

San Vito dei Normanni (BR): 150° anniversa-<br />

rio <strong>del</strong>l’Unità d’Italia<br />

CAGLIARI<br />

La Federazione di Cagliari, in occasione <strong>del</strong> 150°<br />

Anniversario <strong>del</strong>la Unità d'Italia, ha allestito, nel comune di<br />

Villanova Monteleone (CA): Mostra per i 150<br />

anni <strong>del</strong>l’Unità d’Italia<br />

Villanova Monteleone, una mostra storica che illustra come<br />

i nostri antenati abbiano contribuito a costruire la nostra<br />

Italia e intende trasmettere alle nuove generazioni gli ideali<br />

di libertà, fratellanza e democrazia. Il Sindaco di<br />

Villanova ha scritto una lettera di ringraziamento.<br />

CAMPOBASSO<br />

Nel quadro <strong>del</strong>le celebrazioni <strong>del</strong> 150° anniversario<br />

<strong>del</strong>l'Unità d'Italia, il Presidente <strong>del</strong>la Federazione, Comm.<br />

Pasquale Mastrantuoni, ha assunto, di concerto con le<br />

locali Associazioni Combattentistiche e d'Arma, l'iniziativa<br />

di celebrare la partecipazione e il sacrificio di due Cittadini<br />

Campobassani nella Repubblica Napoletana <strong>del</strong> 1799 nella<br />

quale, per la prima volta nell'Italia meridionale, furono<br />

affermati gli ideali di libertà che hanno ispirato tutti gli<br />

avvenimenti <strong>del</strong> Risorgimento Italiano. La manifestazione<br />

ha raccolto una convinta partecipazione da parte di<br />

Autorità e dei numerosissimi cittadini presenti.<br />

Campobasso: manifestazione per i 150 anni<br />

<strong>del</strong>l’Unità d’Italia<br />

CATANZARO<br />

Nell'ambito <strong>del</strong>le iniziative programmate per il 150°<br />

anniversario <strong>del</strong>l'Unità d'Italia, giovedì 17 marzo 2011 alle<br />

ore 9,30 in Piazza Matteotti è stata celebrata una solenne<br />

cerimonia militare, organizzata dal Comando Legione<br />

Carabinieri "Calabria" (Comandante il Generale di Brigata<br />

A<strong>del</strong>mo Lusi), d'intesa con il Prefetto di Catanzaro dott.<br />

Antonio Reppucci. Alla manifestazione, a cui hanno partecipato<br />

Autorità civili, religiose e militari, è stato invitato, in<br />

rappresentanza <strong>del</strong> nostro <strong>Istituto</strong>, il Presidente <strong>del</strong>la locale<br />

Federazione "Azzurri dei Due Mari", l'avvocato<br />

Giuseppe Palaja. La cerimonia è iniziata con gli onori<br />

resi da una Compagnia Interforze al rappresentante <strong>del</strong><br />

Governo, a cui sono seguiti l'alza BBaannddiieerraa solenne, la<br />

deposizione di una corona d'alloro ai piedi <strong>del</strong> monumento<br />

ai Caduti e la lettura dei messaggi <strong>del</strong>le Autorità nazionali.<br />

Al termine, il reparto in armi con la Banda dei<br />

Bersaglieri in congedo ha attraversato le vie cittadine per<br />

recarsi presso una nuova piazza intitolata, nell'occasione,<br />

"piazza Unità d'Italia". Successivamente, alle ore 11,00,<br />

presso il Palazzo <strong>del</strong> Governo è stata inaugurata la "Sala<br />

<strong>del</strong> Tricolore". "Il risanamento ed il restauro di quella che<br />

è stata dal 1925 al 1960, la sala <strong>del</strong> Consiglio Provinciale,<br />

oggi da restituire alla comunità, per eventi culturali di pregnante<br />

significato - ha dichiarato il Prefetto - vuole costituire<br />

un forte e vivo momento di riflessione sul percorso<br />

storico che ha portato all'Unità d'Italia". In mattinata si è<br />

esibita l'Orchestra da camera - diretta dal Maestro Antonio<br />

Ballista - <strong>del</strong>la Provincia di Catanzaro (presidente Wanda<br />

Ferro).<br />

40 IL NASTRO AZZURRO


IL NASTRO AZZURRO<br />

CREMONA<br />

Il Commissario <strong>del</strong>la Federazione di Cremona, dottor<br />

Claudio Mantovani, sentito il Presidente<br />

Nazionale generale Carlo Maria Magnani, ha conferito<br />

al colonnello di Artiglieria <strong>del</strong>la riserva cav. Angelo<br />

Vasta l’incarico per la formazione di un Gruppo o di<br />

una Sezione <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra<br />

Decorati al Valor Militare a Crema e nel Cremasco.<br />

FERRARA<br />

La cerimonia <strong>del</strong>l'88° anniversario <strong>del</strong>l’Istituzione<br />

<strong>del</strong>l'Aeronautica Militare è stata organizzata, anche quest'anno,<br />

dal Comando Operazioni Aeree, nella piazza centrale di<br />

Poggio Renatico. Alla cerimonia, la Federazione di Ferrara è<br />

stata rappresentata dal Presidente, Ten. Col. Avv. Giorgio<br />

Anselmi sul palco <strong>del</strong>le autorità, e dal proprio Labaro che<br />

ha sfilato in prima posizione con gli altri Labari. Dopo l'intervento<br />

<strong>del</strong> Sindaco di Poggio Renatico e <strong>del</strong> Comandante il<br />

C.O.A., Gen. S.A. Mario Renzo Ottone, è stata deposta una<br />

corona d'alloro sul monumento ai Caduti.<br />

Poggio Renatico (FE): 88° Anniversario<br />

<strong>del</strong>l’Istituzione <strong>del</strong>l’Aeronautica Militare<br />

FIRENZE<br />

(Sez. Prato)<br />

Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> di Prato, nel festeggiare, il 17 marzo<br />

scorso, il 150° anniversario <strong>del</strong>l'Unità d'Italia, ha rievocato i<br />

protagonisti di quei giorni: Garibaldi, l'eroe dei due mondi,<br />

Mazzini, il grande apostolo <strong>del</strong> pensiero, il Conte Cavour, il<br />

tessitore <strong>del</strong>la grande diplomazia, il Re Vittorio Emanuele<br />

II che, con il suo discorso <strong>del</strong> "grido di dolore", diede il via<br />

all'unificazione d'Italia. Il 17 marzo scorso la Sezione di Prato<br />

ha partecipato con il suo Labaro (Alfiere marinaio Boris<br />

Bassi) e con la Presidente Anna Cecconi, all'Alza<br />

Bandiera al monumento ai Caduti e alla cerimonia nella<br />

grande piazza <strong>del</strong> Duomo dove è stato elevato un grande<br />

vessillo Tricolore. Erano presenti Il prefetto dott.ssa Maria<br />

Guia Federico, che ha svolto un significativo intervento, il<br />

Sindaco dottor Roberto Cenni, il Vice Sindaco dottor Goffredo<br />

Borchi, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, colonnello<br />

Emilio Mazza e tante altre personalità. Il nostro Labaro ha<br />

sfilato per primo davanti alla tribuna d'onore, facendo <strong>qui</strong>ndi<br />

l'ingresso in Cattederale dove il Vescovo diocesano<br />

Monsignor Simoni, insieme al Vicario Monsignor Eligio<br />

Francioni, Consigliere <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, ha celebrato la S.<br />

Messa nell'anniversario <strong>del</strong>l'Unità d'Italia, ricordando tutti<br />

coloro che combatterono anche col sacrificio <strong>del</strong>la vita, in<br />

particolare i Volontari Toscani di Curtatone e Montanara.<br />

Esposti alle finestre <strong>del</strong>la città molti vessilli Tricolori, tra i<br />

quali anche Bandiere con la croce sabauda in campo rosso,<br />

contornata di azzurro, il colore <strong>del</strong> Valore Militare.<br />

LECCO<br />

Il Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Lecco <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, Giuseppe Faccinetto M.A.V.M., è stato<br />

presente alla cerimonia ufficiale <strong>del</strong> 17 Marzo 2011 in qualità<br />

di ospite d'onore <strong>del</strong>la manifestazione, destinatario dei riconoscimenti<br />

dovuti alla sua Decorazione e come rappresentante<br />

<strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong>. Faccinetto è anche Grande Invalido<br />

oltre che essere Ufficiale <strong>del</strong> Ruolo d'Onore e vice presidente<br />

<strong>del</strong>la locazione sezione <strong>del</strong>l’Associazione Combattenti e<br />

Reduci. È stato accompagnato dal nostro Segretario, Alpino<br />

Geom. Mario Nasatti, figlio di Decorato al Valore <strong>del</strong>l'ultimo<br />

conflitto per la Campagna Greco - Albanese.<br />

Lecco: partecipazione alle celebrazioni per il 150°<br />

Anniversario <strong>del</strong>l’Unità d’Italia<br />

LUCCA<br />

Il 26 febbraio 2011 Michele Maddalena, nel percorso<br />

<strong>del</strong>la Marcia <strong>del</strong>l'Unità d'Italia, è giunto a Lucca accolto<br />

dall'amm. Nunzio Pellegrino, Presidente <strong>del</strong>la locale<br />

Federazione Provinciale <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, che lo ha condotto<br />

al Monumento ai Caduti dove, alla presenza <strong>del</strong><br />

capo di gabinetto <strong>del</strong>la Prefettura, dott.ssa Buzzanca, <strong>del</strong>l'assessore<br />

Donatella Buonriposi, in rappresentanza <strong>del</strong><br />

Sindaco, e dei rappresentanti <strong>del</strong>le locali sezioni <strong>del</strong>le<br />

Associazioni Combattentistiche e d'Arma, è stata deposta<br />

una corona d'alloro. La manifestazione è stata allietata<br />

dalla Fanfara degli Alpini.<br />

Lucca: Cerimonia nell’ambito <strong>del</strong>la “Marcia<br />

<strong>del</strong>l’Unità d’Italia”<br />

MACERATA<br />

(Sez. Recanati)<br />

Nei giorni 16 e 17 marzo anche Recanati ha partecipato<br />

al 150 ° anniversario <strong>del</strong>l'Unità d'Italia. Per le vie ed alle<br />

41


finestre dei palazzi, erano esposte Bandiere Tricolori.<br />

Alle ore 20,30 è stata "scoperta" la nuova lapide ai Caduti<br />

<strong>del</strong>la seconda guerra mondiale, realizzata grazie all'interessamento<br />

<strong>del</strong>la Sezione <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> di Recanati<br />

ed all'attuale amministrazione comunale: un ringraziamento<br />

particolare al dottor Andrea Marinelli. Al palazzo di Villa<br />

Colloredo Melz, è stata allestita una mostra, rimasta aperta<br />

fino a giugno, sul Risorgimento con Bandiere originali<br />

d'epoca messe a disposizione dalla Presidenza <strong>del</strong>la<br />

Repubblica.<br />

Recanati (MC): La nuova lapide ai Caduti <strong>del</strong>la<br />

seconda guerra mondiale<br />

MESSINA<br />

La Federazione di Messina ha comunicato la partecipazione<br />

alle seguenti cerimonie ed attività:<br />

– il 16 febbraio 2011 il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> di Messina ha ricostituito<br />

il "Comitato <strong>del</strong>le Dame". Il Maggiore f. (ris.)<br />

Vincenzo Randazzo, Presidente <strong>del</strong>la Federazione<br />

Provinciale di Messina <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, dopo aver<br />

Messina: Nuovo “Comitato Dame”<br />

introdotto i lavori <strong>del</strong>l'assemblea <strong>del</strong>le socie con la lettura<br />

<strong>del</strong>'art. 30 <strong>del</strong>lo Statuto (inerente alla costituzione<br />

dei Gruppi in seno alla Federazione), ha voluto evidenziare<br />

l'importante ruolo rivestito nel tempo dalle Dame<br />

per l'assistenza morale e materiale prestata a familiari<br />

dei Decorati al Valor Militare, poi ha invitato il<br />

Comitato <strong>del</strong>le Dame uscente a dare luogo all’elezione<br />

<strong>del</strong> nuovo direttivo. Presidente è stata eletta la prof.ssa<br />

Italia De Simone Santoro, che sarà coadiuvata dalla<br />

signora Giuseppa Giunta, segretaria la prof.ssa Anna<br />

Moleti Paino, consigliere le signore Giusi Scarcella<br />

Napoli e Maria Cristina Aletti Alemagna Ricciardi;<br />

– il 16 marzo, mostra al Liceo “La Farina” di Messina,<br />

curata dalla Federazione con l'esposizione di uniformi e<br />

cimeli <strong>del</strong>l'Esercito Umbertino fino alla prima guerra<br />

mondiale e di documentazione riguardante l'Unità<br />

d'Italia nel 50°, 100° e 150° anniversario;<br />

– il 17 marzo, nel contesto <strong>del</strong>le celebrazioni per il 150°<br />

anniversario <strong>del</strong>l'Unità d'Italia, nella mattinata la<br />

Federazione ha presenziato ad una mostra iconografica<br />

sull'Arma dei Carabinieri e, nel pomeriggio, con una<br />

rappresentanza <strong>del</strong>le Dame, ad una manifestazione al<br />

teatro di S. Agata Militello, alla presenza di Autorità civili<br />

e militari, organizzata dalla locale sezione UNUCI. La<br />

manifestazione ha previsto inni, cori, poesie, il ricordo<br />

dei Caduti di tutte le guerre e la consegna degli attestati<br />

di partecipazione alla “Marcia <strong>del</strong>l'Unità d'Italia”;<br />

– il 28 marzo, 70° anniversario <strong>del</strong>la battaglia di Capo<br />

Matapan (1941): il comandante <strong>del</strong> Distaccamento<br />

<strong>del</strong>la Marina Militare di Messina, Cap. di Vasc. Santo<br />

Giacomo Legrottaglie, ha ricordato alle Autorità civili e<br />

militari presenti l'episodio, commemorando i Caduti<br />

con una celebrazione eucaristica nel Sacrario di Cristo<br />

Re, presieduta da Mons. Calogero La Piana,<br />

Arcivescovo Archimandrita di Messina.<br />

NOVARA<br />

La Federazione di Novara ha comunicato la partecipazione<br />

alle seguenti cerimonie ed attività:<br />

– Michele Maddalena, nel corso <strong>del</strong>la Marcia <strong>del</strong>l'Unità<br />

d'Italia, è giunto a Novara alle ore 09.00 di Venerdì 11<br />

Marzo 2011, accolto da alcuni rappresentanti <strong>del</strong>la<br />

Federazione Provinciale <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong><br />

e <strong>del</strong>l'UNUCI che lo hanno accompagnato in una breve<br />

visita ai principali Monumenti ai Caduti eretti in città in<br />

ricordo dei Combattenti che hanno perso la vita nelle<br />

guerre succedutesi nei 150 anni dalla proclamazione<br />

<strong>del</strong>l'Unità d'Italia. All'accoglienza <strong>del</strong> marciatore<br />

all'Ossario dei CCaadduuttii <strong>del</strong>la Battaglia di Novara (1849)<br />

erano presenti il Presidente Nazionale <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong><br />

Novara: Magnani, Costanza e Maddalena nella<br />

Sala <strong>del</strong>l’Armistizio<br />

42 IL NASTRO AZZURRO


<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> generale Carlo Maria Magnani, le<br />

Autorità Civili e Militari locali e alcuni esponenti <strong>del</strong>le<br />

Associazioni Combattentistiche e d'Arma. Il generale<br />

Magnani, il maratoneta e il Presidente UNUCI di<br />

Novara generale Delio Costanzo hanno visitato<br />

anche il Museo "Aldo Rossini", la "Sala<br />

<strong>del</strong>l'Abdicazione" presso il Palazzo Bellini e la Cascina di<br />

Vignale dove venne firmato l'armistizio tra Radetzky e<br />

il Re Vittorio Emanuele II. AI termine <strong>del</strong>la visita<br />

Maddalena ha proseguito per Vercelli;<br />

– la Federazione <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> di Novara<br />

& V.C.O., unitamente al Direttivo <strong>del</strong>la Sezione UNUCI di<br />

Novara e <strong>del</strong> V.C.O., sabato 12 Marzo, ha organizzato<br />

presso la Sala Conferenze <strong>del</strong>l’Hotel "La Bussola", una<br />

conferenza sul tema "La Costruzione <strong>del</strong>l'Unità<br />

Nazionale". Erano presenti il Prefetto di Novara, il<br />

Sindaco, l'Assessore alla Cultura <strong>del</strong> Comune, il Questore<br />

Vicario, una numerosa rappresentanza militare <strong>del</strong> 4°<br />

Reggimento Carri, <strong>del</strong> 1° Reggimento Trasporti di<br />

Bellinzago Novarese e <strong>del</strong> Reparto di Sanità. Dopo il<br />

Saluto <strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong>la Federazione <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong> generale Delio Costanzo, ha preso la parola<br />

Relatore il Prof. Bruno Maida <strong>del</strong> Dipartimento di Storia<br />

<strong>del</strong>l'Università di Torino - Facoltà di Scienza <strong>del</strong>la<br />

Formazione - che ha sottolineato come: “Tre sono le<br />

eessppeerriieennzzee ccoolllleettttiivvee che, nel tempo, sono state<br />

determinanti per costruire l'identità degli Italiani: la<br />

prima guerra mondiale, dove l'Esercito è stato l'elemento<br />

base <strong>del</strong>l'unificazione (tutti gli Italiani avevano un<br />

parente in guerra), l'emigrazione, la Costituzione repubblicana<br />

in cui ci riconosciamo Italiani.” La conferenza si<br />

è conclusa con la consegna dei "Crest" all'oratore.<br />

PARMA<br />

La Federazione Provinciale <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> di Parma,<br />

nell'ambito <strong>del</strong>le celebrazioni <strong>del</strong> 150° Anniversario<br />

<strong>del</strong>l'Unità d'Italia, ha organizzato il concerto "Sulle ali <strong>del</strong>la<br />

nostra BBaannddiieerraa", rivolto agli alunni <strong>del</strong>le scuole elementari<br />

e medie <strong>del</strong>la città ed eseguito dal coro di voci bianche<br />

<strong>del</strong>la "Corale Giuseppe Verdi" di Parma, diretto dal maestro<br />

Beniamina Carretta. L'iniziativa, ideata dal Comitato Dame<br />

coordinato da Anna Poletti Zanella, è stata fatta propria<br />

dal Consiglio Direttivo <strong>del</strong>la Federazione che vi ha coinvolto<br />

anche altre realtà cittadine ottenendone dal Prefetto di<br />

Parma, dott. Luigi Viana, l'inserimento nel programma <strong>del</strong>le<br />

celebrazioni. L'Auditorium "Paganini" era completamente<br />

esaurito dai circa 700 studenti, insegnanti, familiari ed<br />

Autorità civili e militari. Dopo l'indirizzo di saluto <strong>del</strong><br />

Prefetto, il Presidente <strong>del</strong>la Federazione, Gen. Alberto<br />

Pietroni, ha ringraziato tutti coloro che hanno dato il proprio<br />

contributo alla realizzazione <strong>del</strong>l'evento, ricordando poi<br />

gli scopi <strong>del</strong>l'incontro ed invitando infine i giovani ad amare<br />

la nostra Bandiera per ciò che essa rappresenta come<br />

simbolo nazionale. Sono stati eseguiti brani musicali risorgimentali<br />

e cori lirici verdiani. I due relatori, il Prof. Giovanni<br />

Parma: Il Prefetto interviene al concerto <strong>del</strong>la<br />

“Corale Giuseppe Verdi”<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Gonzi <strong>del</strong>l'Università di Parma ed il Prof. Luca Toccaceli, di<br />

Milano hanno illustrato rispettivamente gli aspetti storici ed<br />

il contesto artistico musicale. Sul palco, in posizione d'onore<br />

ed illustrati brevemente dal consigliere col. Donato<br />

Carlucci, i Labari <strong>del</strong>le Associazioni Combattentistiche e<br />

d'Arma ed i Gonfaloni <strong>del</strong>la Città di Parma e <strong>del</strong> Comune<br />

di Borgo Val di Taro, Decorati di Medaglia d'Oro al<br />

Valor Militare ed entrambi "Soci d'Onore" <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong><br />

<strong>Azzurro</strong>. Alla fine tutti in piedi a cantare l'“Inno Nazionale”.<br />

POTENZA<br />

Nel ricordo <strong>del</strong> generale degli alpini, il lucano Gen.<br />

Gerardo Zaccardo di Muro Lucano (PZ), fino a qualche<br />

anno fa il soldato più pluridecorato vivente (5 MAVM, 4<br />

MBVM, 2 Croci al VM e 5 al Merito di Guerra), la<br />

Federazione Provinciale <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> di Potenza ha<br />

incontrato il Comandante <strong>del</strong>la Brigata Alpini Taurinense,<br />

Gen. B. Francesco Paolo Figliuolo, potentino, in visita<br />

nella sua città di origine a seguito <strong>del</strong>la Fanfara <strong>del</strong>la<br />

Brigata che ha allietato la Provincia di Potenza esibendosi<br />

in diversi Centri. A Muro Lucano si è inaugurata così una<br />

sezione <strong>del</strong>l'ANA intitolata all'eroico Gen. Zaccardo. Il<br />

Commissario Straordinario <strong>del</strong> N.A. Galasso ha avuto<br />

modo di sottolineare il ruolo importante ed eroico avuto<br />

dai soldati lucani in tutte le guerre determinando molto<br />

interesse da parte <strong>del</strong> distinto ufficiale che è tra i più giovani<br />

generali alla testa di una importante unità<br />

<strong>del</strong>l'Esercito Italiano.<br />

Potenza: Il<br />

Commissario<br />

Straordinario Rocco<br />

Galasso incontra il gen.<br />

Figliuolo<br />

RIETI<br />

Giovedì 17 marzo, Moricone ha inaugurato la<br />

"Settimana <strong>del</strong>la Cultura Risorgimentale". Aperta dall'"Alza<br />

BBaannddiieerraa", a cui ha partecipato una moltitudine di cittadini,<br />

ufficiali e militari in servizio e congedo con i Labari <strong>del</strong>le<br />

Associazioni d'Arma, presenti le autorità locali, il Sindaco<br />

Mariano Giubettini, il Consiglio Comunale e l'Università<br />

Agraria cittadina, la manifestazione è continuata con la<br />

santa Messa dal singolare offertorio in cui sono stati consegnati<br />

al celebrante un Tricolore e una copia <strong>del</strong>la<br />

Costituzione. Si ringraziano, oltre al Sindaco, la "sua spalla"<br />

il cav. A<strong>del</strong>io Romanima, il Preside <strong>del</strong>l'Università "Agraria",<br />

Silvano Cupelli, Mario Sbrozzi, Ludovico Tronchei, Massimo<br />

Di Gianfelice, Valentino Prosseda, la Compagnia dei<br />

Carabinieri di Monterotondo, la Scuola ed il Centro Militare<br />

di Cavalleria, la Polizia Municipale, La Fanfara e la<br />

Protezione Civile e quanti altri si sono fattivamente adoperati<br />

per la miglior riuscita <strong>del</strong>lo straordinario evento nel<br />

quale il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> è stato rappresentato dal Col.<br />

43


Giancarlo Giulio Martini. Nella settimana successiva,<br />

l'<strong>Istituto</strong> Comprensivo Scolastico Moricone-Montelibretti,<br />

diretto dal dottor Prisco Corvino, ha promosso incontri e<br />

dibattiti, manifestazioni cinematografiche, concerti musicali<br />

e recite, nonché la presentazione di Libri, tra i quali quello<br />

sponsorizzato dal Comune e dall'Università "Agraria" e<br />

dallo stesso <strong>Istituto</strong> Comprensivo: "Souvenir - Risorgimento<br />

e Patria" scritto dal col. Giancarlo Giulio Martini,<br />

Commissario <strong>del</strong>la Federazione di Rieti, giornalista e storico,<br />

che sarà donato agli studenti. In cartello anche una<br />

superba rappresentazione teatrale sul Risorgimento e Anita<br />

Garibaldi <strong>del</strong> prof. Giordano Ricci.<br />

ROMA<br />

La Federazione di Roma ha comunicato la partecipazione<br />

alle seguenti cerimonie ed attività:<br />

– A Mompeo (RI), sabato 19 Marzo 2011, nell'Auditorium<br />

San Carlo, alla presenza <strong>del</strong> Vicesindaco, <strong>del</strong>l'Assessore<br />

alla Cultura e di altri Assessori e consiglieri, nonché di<br />

rappresentanti di Corpi ed Associazioni Militari, è stata<br />

presentata l'opera "Mompeo nella Grande Guerra", <strong>del</strong><br />

dott. Oreste Rossi, socio <strong>del</strong>la Federazione provinciale<br />

Romana <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>, che ha condotto<br />

una ricerca quasi decennale nell'Archivio Storico <strong>del</strong><br />

Comune di Mompeo e parallele ricerche nell'Archivio di<br />

Stato di Roma e nell'Archivio Storico <strong>del</strong>lo Stato Maggiore<br />

<strong>del</strong>l'Esercito, recuperando un gran numero di documenti<br />

tramite i quali ha raccontato al numeroso ed attento pubblico<br />

intervenuto, la storia di Mompeo e dei Mompeani<br />

durante la Grande Guerra che "fece gli Italiani" rendendoli<br />

un unico popolo, ma contemporaneamente sconvolse<br />

fin dalle fondamenta l'Italia e il mondo;<br />

Mompeo (RI): Oreste Rossi presenta lopera<br />

“Mompeo nella Grande Guerra”<br />

– Il 27 marzo 2011, alle ore 20, nella chiesa parrocchiale<br />

dei Sette Santi Fondatori, sede anche <strong>del</strong> Tempio<br />

Nazionale <strong>del</strong> Perpetuo Suffragio per i Caduti in guerra,<br />

il Coro Polifonico "SSaallvvoo DD''AAccqquuiissttoo", costituitosi<br />

sotto l'Alto Patronato <strong>del</strong>l'Ordinariato Militare per<br />

l'Italia, ha voluto celebrare i 150 anni <strong>del</strong>l'Unità d'Italia<br />

Roma: Concerto <strong>del</strong> Coro Polifonico “Salvo<br />

D’Ac<strong>qui</strong>sto”<br />

–<br />

esibendosi in canti ed inni <strong>del</strong>la Patria. La Chiesa era<br />

stracolma, l'emozione al vertice. Il Maestro Massimo<br />

Martinelli, accompagnato al pianoforte dalla Prof.ssa<br />

Paola Ingletti, ha diretto il Coro in modo sublime.<br />

Toccante l'"Inno alla Virgo Fi<strong>del</strong>is" e la "Preghiera <strong>del</strong><br />

Carabiniere". L'"Inno Nazionale", ascoltato in piedi e<br />

cantato anche dal pubblico, avrebbe dovuto chiudere la<br />

serata, ma gli applausi e un'esplicita richiesta da parte<br />

di tutti i presenti, hanno costretto il Maestro Massimo<br />

Martinelli a dirigere nuovamente "La Leggenda <strong>del</strong><br />

Piave". Presente per la nostra Federazione la<br />

Consigliera dott.ssa Anna Maria Menotti;<br />

martedì 5 aprile, nel Cortile d'Onore di Palazzo dei Pio a<br />

Carpi, è stato commemorato il generale Manfredo<br />

Fanti nell'anniversario <strong>del</strong>la sua morte avvenuta nel<br />

1865. Alla presenza di un Picchetto d'Onore<br />

–<br />

<strong>del</strong>l'Accademia Militare di Modena e di alcuni pronipoti<br />

di Manfredo Fanti e di Ciro Menotti (che hanno<br />

donato al Museo cittadino alcuni cimeli appartenenti ai<br />

loro avi, uno scialle e una pubblicazione in particolare),<br />

la cerimonia è stata aperta dal Sindaco Enrico<br />

Campe<strong>del</strong>li, che ha posato una corona di fiori alla lapide<br />

che nel cortile ricorda il Generale Fanti: Pierluigi<br />

Poli, discendente di Fanti, ha poi ricordato la vita <strong>del</strong><br />

Generale; alcune significative parole sono state spese<br />

anche da Anna Maria Menotti, giunta da Roma per<br />

l'occasione. La cerimonia, che conclude le iniziative carpigiane<br />

per il 150° <strong>del</strong>l'Unità d'Italia, è stata accompagnata<br />

dalla Filarmonica Città di Carpi e dai bambini<br />

<strong>del</strong>le scuole primarie “Giuseppe Verdi”, che hanno cantato<br />

brani risorgimentali e ovviamente l'Inno Nazionale;<br />

il Presidente <strong>del</strong>la Federazione di Roma, Dott. Comm.<br />

Antonio Valeri e l'Alfiere Sig. Giuliano Fefè, il 7<br />

aprile 2011 hanno partecipato con il Labaro provinciale<br />

alla Santa Messa organizzata dalla Sezione di Roma<br />

<strong>del</strong>l'Associazione Lagunari Truppe Anfibie, officiata da<br />

Padre Mariano Asunis Cappellano Militare <strong>del</strong>la Brigata<br />

“Sassari”, nella Basilica di Santa Maria in Trastevere,<br />

per ricordare nell'anniversario <strong>del</strong>la sua nascita il Cap.<br />

Massimo Ficuciello (la cui Sezione è intitolata alla<br />

sua memoria), Caduto tragicamente a Nassiriya nel<br />

novembre 2003. Erano presenti molte Autorà civili e<br />

militari, tra cui il Capo di Stato Maggiore <strong>del</strong>la Difesa, il<br />

Capo di Stato<br />

Maggiore <strong>del</strong>la<br />

Marina, l'On. Arturo<br />

Parisi ex Ministro<br />

<strong>del</strong>la Difesa, il<br />

Sottosegretario<br />

<strong>del</strong>la Difesa e numerosi<br />

parenti ed amici<br />

dei Lagunari. I<br />

Labari <strong>del</strong>le<br />

Associazioni<br />

Combattentistiche e<br />

d'Arma presenti<br />

facevano da corona<br />

all'officiante, che<br />

Roma: Commemorazione<br />

<strong>del</strong> cap. Massimo Ficuciello<br />

nell’omelia ha toccato<br />

i cuori e ha fatto<br />

inumidire gli occhi<br />

dei presenti ricordando<br />

gli amici<br />

Caduti nelle<br />

Missioni di Pace all'estero. A conclusione <strong>del</strong>la cerimonia<br />

l'omaggio ed il saluto alla famiglia Ficuciello.<br />

ROVIGO<br />

La Federazione di Rovigo ha comunicato la partecipazione<br />

alle seguenti cerimonie ed attività:<br />

44 IL NASTRO AZZURRO


– giovedì 17 marzo 2011 a Rovigo ha avuto luogo la<br />

Giornata Celebrativa <strong>del</strong>l'Unità d'Italia. La Cerimonia ha<br />

avuto inizio con l'Alza BBaannddiieerraa in Piazza Vittorio<br />

Emanuele II di fronte al Comune ed è poi proseguita<br />

nel Teatro Sociale con una convocazione congiunta <strong>del</strong><br />

Consiglio Comunale e <strong>del</strong> Consiglio Provinciale di<br />

Rovigo con la partecipazione dei Sindaci <strong>del</strong>la Provincia<br />

e dei Sindaci dei Ragazzi, il consesso ha affrontato il<br />

tema <strong>del</strong>l'Unità d'Italia e <strong>del</strong>lo Spirito di Fratellanza.<br />

Alla Cerimonia erano presenti le massime Autorità Civili<br />

e Militari <strong>del</strong> territorio, l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> di<br />

Rovigo con il suo Presidente Graziano Maron ed il<br />

Labaro, insieme alle altre Associazioni d'Arma;<br />

– domenica 27 marzo si è svolta la Festa <strong>del</strong>la<br />

Federazione Italiana dei CCoommbbaatttteennttii Alleati di<br />

Rovigo. Nel contempo, è stata celebrata la ricorrenza<br />

<strong>del</strong>l'8 Maggio 1945, fine <strong>del</strong>la seconda guerra mondiale.<br />

La sezione ha celebrato la festa di primavera intitolata<br />

a San Benedetto Patrono d'Europa presso la Chiesa<br />

dei Cappuccini dove i Labari e le Bandiere tra cui quella<br />

<strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> con il suo Presidente<br />

Graziano Maron e l'Alfiere in prima fila, formavano<br />

una magnifica coreografia. Il Presidente ad interim <strong>del</strong>la<br />

sezione rodigina Armando Lazzarini ha letto la<br />

Preghiera <strong>del</strong> CCoommbbaatttteennttee Alleato ed ha ricordato il<br />

sacrificio di tanti Caduti per la liberazione <strong>del</strong>l'Italia e<br />

<strong>del</strong>l'Europa dalla dittatura nazista. Alla cerimonia hanno<br />

partecipato le maggiori Autorità civili e militari, in rappresentanza<br />

<strong>del</strong> Comune, <strong>del</strong>la Prefettura, <strong>del</strong>la<br />

Provincia, <strong>del</strong>la Questura, dei Carabinieri e <strong>del</strong>la<br />

Guardia di Finanza e numerosi cittadini.<br />

Rovigo: Festa <strong>del</strong>la Federazione Italiana dei<br />

Combattenti Alleati<br />

TORINO<br />

La Federazione di Torino ha comunicato la partecipazione<br />

alle seguenti cerimonie ed attività:<br />

– il 16 marzo 2011, la "Marcia <strong>del</strong>l'Unità d'Italia" si è conclusa<br />

dopo aver percorso oltre 4200 chilometri, da Trieste<br />

a Torino, in 112 tappe lungo tutto il territorio nazionale<br />

isole comprese. Michele Maddalena, giunto al traguardo<br />

piemontese, ha spiegato "I nostri avi hanno unificato<br />

l'Italia camminando a piedi per tutta la penisola. Io ho<br />

percorso idealmente gli itinerari di chi compì materialmente<br />

il Risorgimento". Con sé recava la pergamena<br />

sulla quale è scritto un messaggio di unità e di italianità<br />

firmata da tutti i Presidenti <strong>del</strong>le Regioni dov'è transitato.<br />

Una Torino in festa per le celebrazioni dei 150 anni<br />

<strong>del</strong>l'Unità d'Italia, ha accolto Michele Maddalena all’arrivo<br />

<strong>del</strong> mattino con una scorta di Carabinieri e di allieviatleti<br />

<strong>del</strong>la Scuola Navale Morosini di Venezia, presieduti<br />

dal Fiduciario Nord Ovest <strong>del</strong>la loro Associazione, Elio<br />

Cielo, che lo hanno affiancato fino al centro città dove lo<br />

attendevano i Sindaci <strong>del</strong>la Federazione <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> di Torino, Giovanna Cresta e Franco<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Provero, ed una troupe di RAI-3 che ha mandato in<br />

onda il servizio di Gianfranco Bianco nel telegiornale <strong>del</strong>le<br />

ore 14,00. La notizia <strong>del</strong>la "Marcia" è stata anche ripresa<br />

da altri media, in particolare da "La Stampa" con un<br />

inserto speciale distribuito nel tardo pomeriggio in<br />

migliaia di copie. L'Associazione Nazionale Finanzieri di<br />

Torino ha accolto Michele Maddalena con un caloroso<br />

brindisi al quale sono intervenuti, oltre al Presidente<br />

<strong>del</strong>l'Associazione Gen. Gennaro Pisanti con i suoi associati,<br />

i rappresentanti <strong>del</strong> Comando Regionale Piemonte<br />

<strong>del</strong>la Guardia di Finanza, il Vice Presidente Nazionale<br />

<strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> generale Giuseppe Picca<br />

e i rappresentanti <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> di Torino. Nel primo<br />

pomeriggio, la Federazione di Torino ha accolto Michele<br />

Maddalena e il generale Picca nella sua prestigiosa<br />

sede per un amichevole rinfresco. Alle ore 16 ha avuto<br />

luogo l'incontro molto caloroso col Sindaco di Torino, on.<br />

Sergio Chiamparino, il quale, malgrado il vortice degli<br />

impegni per la celebrazione in corso, ha trovato uno spiraglio<br />

di tempo per apporre la firma sulla preziosa pergamena<br />

e per porgere un personale saluto al "marciatore",<br />

al generale Picca e ai signori Cresta e Provero <strong>del</strong>la<br />

Federazione di Torino, nella Sala Rossa <strong>del</strong> Palazzo<br />

Comunale. Poi, di corsa verso il Palazzo <strong>del</strong>la Regione<br />

Piemonte per l'ultima firma. Molto cordiale e simpatico<br />

l'incontro con più scolaresche che hanno voluto conoscere<br />

e salutare di persona Michele Maddalena. La<br />

Federazione di Torino, comunque, ha organizzato in suo<br />

onore, con la collaborazione di Assoarma e <strong>del</strong> Comitato<br />

Manifestazioni Torinesi e Pro Loco Olimpiche, la "PPaarraattaa<br />

TTrriiccoolloorree", sfilando nella "notte TTrriiccoolloorree", nel cuore<br />

storico <strong>del</strong>la Città accompagnata da un concerto di<br />

Bande e Fanfare. Hanno partecipato le <strong>del</strong>egazioni<br />

Militari di Assoarma e dei Raduni Militari, tutte le<br />

Associazioni d'Arma con i loro gonfaloni e associati, le<br />

Autorità di Comune, Provincia e Regione con i loro rappresentanti:<br />

spiccava il Gonfalone di Torino Medaglia<br />

d'Oro al Valor Militare e migliaia di cittadini. Anche il<br />

Vice Presidente Nazionale <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>,<br />

generale Giuseppe Picca, e i Consiglieri e i Sindaci <strong>del</strong>la<br />

Federazione di Torino hanno accompagnato il Labaro<br />

che capeggiava la parata conclusasi all'alba <strong>del</strong> 150°<br />

<strong>del</strong>l'Unità d'Italia con l'Inno di Mameli;<br />

– il 17 marzo "Festa Nazionale": in Piazza Castello ha<br />

avuto luogo la cerimonia <strong>del</strong>l'Alza BBaannddiieerraa di fronte<br />

allo schieramento di un reparto militare misto, alla fanfara<br />

<strong>del</strong>la Brigata Alpina Taurinense, alle massime<br />

Autorità Militari e Cittadine ed alla numerosa presenza<br />

di pubblico non solo torinese ma da tutta Italia. In rappresentanza<br />

<strong>del</strong>la Federazione Provinciale di Torino<br />

erano presenti i Sindaci Giovanna Cresta e Franco<br />

Provero, che affiancavano il Labaro;<br />

– martedi 5 aprile, presso il Sacrario <strong>del</strong> Martinetto di<br />

Torino, ha avuto luogo la commemorazione solenne <strong>del</strong><br />

67° anniversario <strong>del</strong> sacrificio dei Componenti il Primo<br />

Comitato Militare Regionale Piemontese. Anche quest'anno<br />

erano presenti tutte le maggiori Autorità<br />

Militari, <strong>del</strong>la Città, <strong>del</strong>la Provincia, <strong>del</strong>la Regione, e<br />

molte religiose e civili. La Federazione Provinciale di<br />

Torino era presente con il Labaro e alcuni Consiglieri<br />

e Azzurri <strong>del</strong>la Federazione;<br />

– venerdì 8 aprile, nella Caserma "Cernaia" di Torino, ha<br />

avuto luogo la celebrazione <strong>del</strong>la "Giornata in onore<br />

<strong>del</strong>le MMeeddaagglliiee dd''OOrroo aall VVaalloorr MMiilliittaarree"e il conferimento<br />

degli Alamari ed il Giuramento in forma solenne<br />

degli allievi carabinieri <strong>del</strong> 128° Corso, intitolato alla<br />

"M.O.V.M. (alla memoria) Carabiniere Poliuto<br />

Penzo. Di fronte allo schieramento dei Reparti hanno<br />

avuto anche luogo gli onori ai Gonfaloni, alla Bandiera<br />

e alle Massime Autorità. Molti gli intervenuti tra cui<br />

alcuni Consiglieri <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong>la Federazione<br />

Provinciale di Torino.<br />

45


AZZURRI NELL’AZZURRO DEL CIELO<br />

FED. AREZZO: Capitano Cav. Riccardo<br />

BARTOLINI figlio <strong>del</strong>l’<strong>Azzurro</strong> Col.Bartolini<br />

Ermanno (M.A.V.M. “alla Memoria”), già<br />

Consigliere <strong>del</strong>la Federazione.<br />

FED. BARI: Sig. Aldo ALTIERI; Sig.ra<br />

Rosalba GHERARDI DE ROBERTIS –<br />

Gruppo di Barletta: Sig.Vito MARZOCCA.<br />

FED. BERGAMO: Sig.ra Leonilda BOSIO<br />

FINAZZI.<br />

FED. BRESCIA: Sig. Alvaro RIGAMONTI.<br />

FED. GENOVA: <strong>Azzurro</strong> Benedetto BEN-<br />

VENUTO.<br />

FED. GROSSETO: Sig.ra Lidia PAGANELLI<br />

PAFFETTI.<br />

FED. PAVIA: Sig. Vincenzo GUERRA;<br />

Sig.ra Piera MARINONI.<br />

FED. PESCARA: Gen.Div. Guido RODORI-<br />

GO (M.A.V.M.-Prom.M.G.).<br />

FED. RIMINI: Gen. Pierfranco CIN-<br />

GOLANI; Cav.Uff. Luigi TOGNACCI.<br />

FED. ROMA: Gen.D.A. Pilota (c.a.) Cav.Uff.<br />

Fortunato PROFUMI (2 M.A.V.M.-2<br />

M.B.V.M.); Gen.Brig. Dott. Comm. Cesare<br />

SIMULA (M.A.V.M.-M.B.V.M.-C.G.V.M.-Trasf.<br />

s.p.e. M.G.), già Direttore responsabile <strong>del</strong><br />

periodico ‘Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>’.<br />

FED. SONDRIO: 1° Aviere Marconista<br />

Mario CORBELLINI (M.B.V.M.), già<br />

Consigliere <strong>del</strong>la Federazione; Geom. Pio<br />

SONGINI, già Consigliere <strong>del</strong>la Federazione.<br />

FED. TORINO: Sig.ra Lucia BAUDINO<br />

vedova <strong>del</strong>l’<strong>Azzurro</strong> Roberto Sibona<br />

(M.B.V.M.); <strong>Azzurro</strong> Cav.Uff. Ettore FER-<br />

RARIS (M.B.V.M.); Sig. Emilio SCUR-<br />

SATONE.<br />

FED. UDINE: <strong>Azzurro</strong> Nino DEL BIANCO (2<br />

M.B.V.M.), già Vice Presidente <strong>del</strong>la<br />

Federazione.<br />

FED. VARESE – Sezione di Busto<br />

Arsizio: Sig. Giuseppe COZZI figlio <strong>del</strong><br />

Bersagliere Giovanni Cozzi (M.A.V.M.).<br />

FED. VERONA: Sig. Antonio DE ZEN.<br />

Alle famiglie colpite da queste dolorose<br />

perdite giungano le espressioni <strong>del</strong> più vivo<br />

cordoglio <strong>del</strong>la Presidenza Nazionale e di<br />

tutti gli Azzurri.<br />

46 IL NASTRO AZZURRO


DAL GOVERNO BADOGLIO ALLA REPUBBLICA ITA-<br />

LIANA di Elio Lodolini - Associazione Culturale Italia Storica<br />

maggio 2011 - 21 X 14 - pagg. 336 - può essere ordinato<br />

direttamente all'Editrice "Italia Storica" via e-mail: ars_italia@hotmail.com.<br />

La "Storia costituzionale" presentata<br />

da Elio Lodolini in questo suo<br />

documentato libro "controcorrente",<br />

basata su una minuziosa ricostruzione<br />

degli eventi storici e sull'attenta<br />

analisi <strong>del</strong>le norme <strong>del</strong><br />

nostro diritto costituzionale, è che il<br />

25 luglio 1943 il Re Vittorio<br />

Emanuele III compì un colpo di<br />

Stato, nominando Badoglio a capo<br />

di un Governo di fatto, Governo illegittimo,<br />

e sopprimendo quasi tutti<br />

gli organi costituzionali. Con la<br />

"resa incondizionata" (non semplice<br />

"armistizio") <strong>del</strong> settembre 1943 il<br />

Governo Badoglio cedette tutti i<br />

poteri al nemico (angloamericani e<br />

sovietici) e cessò di esistere anche come governo illegittimo.<br />

Nei territori man mano occupati dagli angloamericani l'unico<br />

governo fu quello di questi ultimi, attraverso due loro<br />

organismi: il Governo Militare Alleato dei Territori Occupati e<br />

la Commissione Alleata di Controllo in quattro province <strong>del</strong>la<br />

Puglia. Grande attenzione è dedicata nel libro ai rapporti tra<br />

il così detto "Regno <strong>del</strong> Sud" e gli Alleati, alle aspre rivalità<br />

politiche tra il Re, Badoglio e il CLN. Nei territori non occupati<br />

dagli angloamericani sorse la Repubblica Sociale<br />

Italiana, unico governo indipendente <strong>del</strong> 1943-1945. Dopo<br />

la fine <strong>del</strong>la R.S.. tutto il territorio italiano fu occupato e<br />

governato dal nemico, angloamericani e sovietici. Gli Alleati<br />

rimasero sempre giuridicamente nemici <strong>del</strong>l'Italia, anche in<br />

regime armistiziale e durante la "cobelligeranza". Con la<br />

firma <strong>del</strong> così detto "trattato di pace” (in realtà diktat non<br />

negoziabile) e con l'esecuzione di esso, dal 16 settembre<br />

1947 cessò lo stato di guerra e di occupazione nemica e<br />

l'Italia tornò ad essere uno Stato indipendente, retto da un<br />

governo provvisorio, governo di fatto. Con l'entrata in vigore<br />

<strong>del</strong>la Costituzione repubblicana, dal primo gennaio 1948<br />

l'Italia ebbe di nuovo un governo legittimo, come quello che<br />

aveva avuto ininterrottamente dall 'Unità (1861) al 25 luglio<br />

1943.<br />

GLORIOSI BERSAGLIERI. FANTI PIUMATI<br />

TRECATESI di Gian Piera Leone Valigi e Margherita Lodroni<br />

Galassi - Grafiche De-si Trecate (No) 2011 - 190x285 - pag.<br />

383 - Illustrato B/N e C (342 immagini) - € 25,00 - Può essere<br />

ac<strong>qui</strong>stato rivolgendosi direttamente al Bers. Antonio<br />

Vilardo, carr.trecatese@noicom.net tel. 0321.74825 (ore<br />

ufficio) cell. 3929504817<br />

Fortemente voluto dalla Sezione A.N.B. di Trecate "Bers.<br />

Cassiano Bigogno" Medaglia d'Argento al V.M. e dal suo<br />

Presidente Bers. Antonio Vilardo, il<br />

libro è stato dato alle stampe nel<br />

marzo 2011, in concomitanza con i<br />

150 anni <strong>del</strong>l'Unità d'Italia e con il<br />

trentennale di fondazione <strong>del</strong>la<br />

Sezione. Questo volume, alla bella<br />

e curata veste grafica, con fregi e<br />

scritte in color cremisi, accompagna<br />

la ricchezza <strong>del</strong> contenuto. Le autrici,<br />

dopo aver spiegato le ragioni<br />

affettive che le hanno motivate alla<br />

scrittura, tracciano una sintesi <strong>del</strong>la<br />

storia <strong>del</strong> Corpo dei Bersaglieri dalle<br />

origini ai giorni nostri, di sicuro interesse<br />

nazionale, per poi passare alla<br />

storia locale. A partire dalla secon-<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

RECENSIONI<br />

da parte, ogni sezione <strong>del</strong> libro è preceduta o seguita da<br />

riflessioni e commenti <strong>del</strong>le autrici. Dagli anni <strong>del</strong><br />

Risorgimento, fino al secondo dopoguerra, precise e accurate<br />

ricerche negli Archivi hanno riportato alla luce i nomi dei<br />

Bersaglieri trecatesi. Realizzata l'Unità, la documentazione<br />

prosegue ricordando i Bersaglieri caduti, i diplomi di merito<br />

e le Decorazioni meritate. Il secondo conflitto mondiale è<br />

rievocato attraverso i ruoli matricolari dei partecipanti, con<br />

la ricostruzione <strong>del</strong>la campagna di guerra <strong>del</strong> 4° Rgt. sul<br />

fronte greco albanese e la pubblicazione di testi memorialistici:<br />

il "Promemoria" <strong>del</strong> Bers. Amelio Borando, internato in<br />

Germania e il racconto <strong>del</strong>l'esperienza bellica in Africa<br />

Settentrionale <strong>del</strong> Bers. Luigi Lodroni (classe 1923) e la conseguente<br />

prigionia in Gran Bretagna. La quarta parte <strong>del</strong><br />

libro è dedicata all'Associazionismo trecatese. Nella parte<br />

conclusiva tornano a parlare le autrici che, da donne e da<br />

madri esprimendo il loro anelito alla pace si augurano di<br />

aver ricordato degnamente i loro concittadini e invitano le<br />

giovani generazioni ad imparare dall'esempio di questi lontani<br />

e sconosciuti antenati cosa significa amor di Patria, spirito<br />

di sacrificio, senso <strong>del</strong> dovere. Una ricca e ampia bibliografia<br />

completa l'opera.<br />

UN EROE VENEZIANO: UMBERTO KLINGER E I SUOI<br />

AEROPLANI di Bruno Delisi e Maria Serena Klinger - pagg.<br />

251 - Illustrato (92 fotografie e 13 documenti originali) compreso<br />

un CD sull'Ala Littoria con illustrazioni di autore. € 20.<br />

(Giorgio Apostolo editore info@apostoloeditore.com)<br />

Umberto Klinger, un personaggio straordinario che ha<br />

lasciato un segno profondo nella storia <strong>del</strong>l'aviazione civile<br />

italiana e internazionale. Non solo un imprenditore illuminato,<br />

pronto a sacrificare la propria vita per i suoi ideali, ma<br />

anche un valoroso ufficiale pilota decorato con cinque<br />

Medaglie d'Argento al V.M. nel corso <strong>del</strong>l'ultimo conflitto.<br />

Di padre veneziano, uscito giovanissimo dalla prima guerra<br />

mondiale e dall'impresa fiumana, fu inizialmente chiamato a<br />

Ferrara da Italo Balbo, di cui divenne fraterno amico, per<br />

partecipare a numerose iniziative nelle quali mise in evidenza<br />

una non comune capacità organizzativa ed una concezione<br />

umanitaria <strong>del</strong> Lavoro mutuata dalla fiumana Carta <strong>del</strong><br />

Carnaro, concezione che rappresentò una costante <strong>del</strong>la sua<br />

vita. Successivamente fu organizzatore e presidente carismatico<br />

<strong>del</strong>la prima compagnia aerea di bandiera italiana,<br />

che in pochi anni trasformò in uno dei più importanti vettori<br />

europei con estese reti in tre continenti.<br />

Abile negoziatore nelle difficili trattative internazionali per la<br />

concessione di linee e scali fu anche esperto pilota ai<br />

comandi di aerei con i quali ha sorvolato deserti ed oceani.<br />

Pur non condividendo l'entrata in guerra <strong>del</strong>l'Italia compì il<br />

suo dovere come Tenente Colonnello pilota. Il 16 giugno,<br />

dopo un volo notturno sul deserto libico e su territorio nemico,<br />

con un S.75 stabilì il primo collegamento bellico con il<br />

Duca d'Aosta, Viceré d'Etiopia, che gli donò un cronometro<br />

con dedica in ricordo <strong>del</strong>l'evento.<br />

Il legame tra Klinger e suoi uomini<br />

si mantenne anche nel dopo guerra.<br />

Nel 1946 furono le maestranze<br />

<strong>del</strong>le semi distrutte officine <strong>del</strong>la ex<br />

Ala Littoria <strong>del</strong> Lido di Venezia ad<br />

insistere presso il CLN, il Sindacato<br />

e il Ministro <strong>del</strong> Lavoro, Mauro<br />

Scoccimarro, affinché gli venisse<br />

affidata la ricostruzione <strong>del</strong>l'industria<br />

dalla quale nacquero le famose<br />

Officine Aeronavali, matrice <strong>del</strong>l'attuale<br />

polo aeronautico di<br />

Venezia. In riconoscimento dei<br />

meriti ac<strong>qui</strong>siti nei confronti <strong>del</strong>la<br />

Città il Comune gli ha dedicato il<br />

Lungomare che fiancheggia l'aeroporto<br />

G. Nicelli <strong>del</strong> Lido.<br />

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