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mondo senza alcun coordinamento<br />

preventivo con l'Italia,<br />

rimasta presa di sorpresa dall'evento;<br />

– L'Italia, però, si trova geograficamente<br />

in prima linea, con solo<br />

qualche centinaio di chilometri di<br />

mare che la separa dalla Libia;<br />

– Se l'Italia avesse mantenuto un<br />

atteggiamento neutrale, come<br />

quello tedesco, per intenderci, l'iniziativa<br />

francese avrebbe condotto<br />

al sicuro cambio di fornitore<br />

mondiale <strong>del</strong> petrolio libico:<br />

dall'ENI si sarebbe passato alla<br />

ELF-Total;<br />

– Invece, coinvolgendosi, l'Italia<br />

avrebbe avuto qualche speranza<br />

di mantenere le proprie posizioni<br />

per quanto riguarda il petrolio,<br />

ma sempre con meno libertà, poiché<br />

il futuro nuovo governo libico<br />

sa che l'iniziativa europea è partita<br />

dalla Francia, che l'Italia era<br />

alleata saldamente con Gheddafi<br />

e che ha poi deciso l'intervento con mille travagli interni,<br />

facendo chiaramente intendere che era quasi costretta a<br />

mettere a disposizione le basi militari ed a impiegare<br />

aviazione e marina, sempre … a scopo "umanitario", s'intende.<br />

Insomma, sono davvero lontani "un secolo" i tempi in cui<br />

la nuova potenza europea si affaccia alla ribalta internazionale<br />

reclamando il proprio "posto al sole"!<br />

Per fortuna, l'Italia ha saputo giocare molto bene una<br />

partita in politica estera che, nonostante la difficoltà <strong>del</strong>la<br />

situazione, la ha rimessa quasi <strong>del</strong> tutto in carreggiata. La<br />

prima mossa utile è stata l'aver richiesto e ottenuto che l'intervento<br />

militare si svolgesse sotto l'ombrello <strong>del</strong>la NATO,<br />

sicché non ci fossero più partner politicamente privilegiati<br />

nell'ambito europeo. Certo, la prima mossa francese rimaneva<br />

un grosso punto segnato che nessuno potrà mai più<br />

togliere al palmares di Sarkozy. Però, con gli attacchi aerei<br />

condotti sotto l'egida dei "quattro punti cardinali" <strong>del</strong>la<br />

NATO, nessuna bandiera nazionale è più esposta <strong>del</strong>le altre<br />

in caso di fallimento, né qualcuno può arrogarsi meriti maggiori<br />

in caso di successo. Anzi … il fatto che i raid dei caccia-<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

La fregata italiana “Zefiro” in pattugliamento nel golfo<br />

<strong>del</strong>la Sirte<br />

bombardieri NATO partano quasi tutti da basi italiane, pone<br />

l'Italia di nuovo in prima linea nel caso, ormai scontato al<br />

momento in cui scrivo queste righe, <strong>del</strong>la vittoria dei ribelli.<br />

Il secondo atto decisivo è stato l'accoglimento in Italia<br />

<strong>del</strong>l'ex braccio destro di Gheddafi, il colonnello Jalloud, che è<br />

stato il viatico per ottenere la riconferma dei contratti con<br />

l'ENI da parte <strong>del</strong> governo provvisorio libico, mentre ancora<br />

si sparava per le strade di Tripoli e Gheddafi non era ancora<br />

ufficialmente destituito. Naturalmente ciò avrà un prezzo sia<br />

politico, sia economico. Ma è comunque utile per l'Italia.<br />

Il terzo atto, quello decisivo, è stato lo scongelamento di<br />

una prima trance di 350 milioni di euro di fondi libici bloccati<br />

nei forzieri <strong>del</strong>le banche italiane (verosimilmente i depositi<br />

di Unicredit <strong>del</strong> colonnello, che ammontano complessivamente<br />

a 3 miliardi di euro), in occasione <strong>del</strong>la visita che il<br />

primo ministro <strong>del</strong> Consiglio Nazionale Transitorio libico,<br />

Mahmud Jibril, ha effettuato in Italia il 25 agosto, incontrando<br />

a Milano il Presidente <strong>del</strong> Consiglio Berlusconi.<br />

Nell'occasione è stato anche dato vita ad un Comitato<br />

Congiunto Italia-Libia che si occuperà <strong>del</strong> programma di<br />

aiuto e sostegno che l'Italia intende dare alla Libia per aiutarla<br />

a superare la difficile fase successiva alla rivoluzione.<br />

Le priorità sono tante<br />

e Jibril le ha elencate sinteticamente<br />

iniziando con<br />

la necessità "di dare ordine<br />

interno al Paese"; ha<br />

poi proseguito col sistema<br />

giustizia, con la costruzione<br />

di un esercito nazionale;<br />

"questo prevede di<br />

togliere le armi che sono<br />

sulla strada"; occorre<br />

pensare all'apertura <strong>del</strong>le<br />

scuole il prossimo mese;<br />

fornire assistenza ai feriti<br />

ricoverati nei vari ospedali<br />

distribuiti per tutto il<br />

Paese; "dobbiamo ricostruire<br />

le nostre centrali<br />

elettriche e tutte le strutture<br />

distrutte da<br />

Gheddafi". Il primo ministro<br />

non ha usato mezzi<br />

termini spiegando che da<br />

solo "il governo transitorio<br />

non sarà in grado" di soddisfare<br />

queste priorità<br />

Il colonnello Muhammar Gheddafi<br />

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