20-q20_Acque2 - Udine Cultura
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molecolari. Nelle grotte, le segnalazioni sono più sporadiche, ma vanno dalla<br />
Svizzera, alla Germania, Polonia, Ungheria e Romania. In Italia la specie è stata<br />
riportata solo di recente sia per l’ambiente interstiziale (Trentino) sia per<br />
quello di grotta (Monti Lessini e Prealpi Carniche). Si tratta di una distribuzione<br />
ampia, che include aree glacializzate, in cui la fauna sotterranea è molto scarsa<br />
o addirittura assente, e i rari elementi stigobi presenti sono caratterizzati da<br />
una notevole capacità di colonizzazione che ha consentito loro un’espansione<br />
post-glaciale in questi habitat.<br />
Nelle acque di base delle grotte del Carso goriziano e triestino ritroviamo il<br />
secondo polichete stigobio italiano, Marifugia cavatica, che afferisce alla<br />
famiglia dei serpulidi, che annovera esclusivamente specie marine che vivono<br />
in tubuli più o meno calcificati. Marifugia cavatica può formare dense colonie<br />
che tappezzano talora estese pareti dei corsi d’acqua sotterranei, con tubuli<br />
lunghi talora oltre 1 cm; si tratta con ogni probabilità di un microfiltratore. La<br />
“formazione a Marifugia” costituisce un microhabitat poco studiato ma ricco<br />
di microfauna (protozoi, gasteropodi, oligocheti, copepodi, isopodi e anfipodi)<br />
che popola il complesso mosaico costituito dagli spazi tra i tubuli, come<br />
accade per i serpulidi marini. La distribuzione della specie è tipicamente<br />
dinarica, raggiungendo a Sud l’Albania. Si tratta di un areale che accomuna<br />
Marifugia cavatica ad altri elementi di origine marina, quali gli isopodi del<br />
genere Sphaeromides e gli anfipodi del genere Hadzia, presumibilmente di<br />
antica origine terziaria.<br />
Troglochaetus beranecki (circa 50x)<br />
■ Oligocheti<br />
Gli oligocheti sono anellidi terrestri,<br />
d’acqua dolce e marini, il cui corpo è<br />
costituito da una successione di segmenti<br />
(metameri) privi di appendici, ma<br />
dotati di file di setole trasversali. La<br />
forma e la disposizione di tali setole<br />
riveste un ruolo importante nella tassonomia<br />
del gruppo. Gli oligocheti sono<br />
prevalentemente detritivori o microfagi<br />
e si ritrovano più abbondantemente in<br />
microhabitat ove si assiste ad accu-<br />
Cernosvitoviella sp. (circa 40x)<br />
mulo di sedimento organico. Nelle<br />
acque sotterranee italiane sono frequenti le famiglie dei lumbriculidi e dei tubificidi,<br />
accanto a specie acquatiche o semiacquatiche appartenenti agli enchitreidi.<br />
Solo di recente la posizione tassonomica degli oligocheti delle acque sotterranee<br />
italiane è stata in parte chiarita, ma gli studi sono appena agli inizi. Il principale<br />
problema nel definire una specie di oligochete come stigobia risiede nel<br />
fatto che anche molte specie di superficie (che si ritrovano nei sedimenti delle<br />
acque superficiali e talora nel terreno umido) presentano una serie di preadattamenti<br />
alla vita nell’ambiente ipogeo (quali la depigmentazione e l’anoftalmia).<br />
Nella pratica comune sono pertanto considerate stigobie quelle specie che,<br />
allo stato attuale delle conoscenze, sono state rinvenute solamente in acque<br />
sotterranee.<br />
Sicuramente gli elementi più interessanti di recente scoperta in Italia sono i<br />
rappresentanti della famiglia dei parvidrilidi, diffusi dalle Prealpi alla Sardegna<br />
e sinora ascritti all’unica specie Parvidrilus spelaeus. Sono da ritenersi esclusivi<br />
dell’ambiente vadoso delle nostre grotte, dove popolano il sedimento fangoso<br />
o limoso sul fondo dei gours e delle pozze di stillicidio, più raramente l’interstiziale<br />
di ruscelli ipogei. Si tratta di una famiglia di presumibile antica origine<br />
marina.<br />
Tra le numerose specie di tubificidi sinora ritrovate nelle acque sotterranee italiane,<br />
vanno ricordati i rappresentanti del genere Haber (con H. monfalconensis,<br />
diffuso in risorgive delle Prealpi Giulie e nel Carso triestino e H. zavreli di<br />
acque sotterranee dell’Umbria e dell’Emilia Romagna), due rappresentanti<br />
endemici del genere Rhyacodrilus di recente descrizione (R. gasparoi di grotte<br />
dell’arco prealpino e R. dolcei di piccoli gours di una grotta del Carso triestino),<br />
Tubifex pescei, noto di acque freatiche delle Marche e dell’Umbria, Abyssidrilus<br />
cuspis, raccolto in acque freatiche dell’Umbria e in grotte della Liguria<br />
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