18.06.2013 Views

20-q20_Acque2 - Udine Cultura

20-q20_Acque2 - Udine Cultura

20-q20_Acque2 - Udine Cultura

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

50<br />

molecolari. Nelle grotte, le segnalazioni sono più sporadiche, ma vanno dalla<br />

Svizzera, alla Germania, Polonia, Ungheria e Romania. In Italia la specie è stata<br />

riportata solo di recente sia per l’ambiente interstiziale (Trentino) sia per<br />

quello di grotta (Monti Lessini e Prealpi Carniche). Si tratta di una distribuzione<br />

ampia, che include aree glacializzate, in cui la fauna sotterranea è molto scarsa<br />

o addirittura assente, e i rari elementi stigobi presenti sono caratterizzati da<br />

una notevole capacità di colonizzazione che ha consentito loro un’espansione<br />

post-glaciale in questi habitat.<br />

Nelle acque di base delle grotte del Carso goriziano e triestino ritroviamo il<br />

secondo polichete stigobio italiano, Marifugia cavatica, che afferisce alla<br />

famiglia dei serpulidi, che annovera esclusivamente specie marine che vivono<br />

in tubuli più o meno calcificati. Marifugia cavatica può formare dense colonie<br />

che tappezzano talora estese pareti dei corsi d’acqua sotterranei, con tubuli<br />

lunghi talora oltre 1 cm; si tratta con ogni probabilità di un microfiltratore. La<br />

“formazione a Marifugia” costituisce un microhabitat poco studiato ma ricco<br />

di microfauna (protozoi, gasteropodi, oligocheti, copepodi, isopodi e anfipodi)<br />

che popola il complesso mosaico costituito dagli spazi tra i tubuli, come<br />

accade per i serpulidi marini. La distribuzione della specie è tipicamente<br />

dinarica, raggiungendo a Sud l’Albania. Si tratta di un areale che accomuna<br />

Marifugia cavatica ad altri elementi di origine marina, quali gli isopodi del<br />

genere Sphaeromides e gli anfipodi del genere Hadzia, presumibilmente di<br />

antica origine terziaria.<br />

Troglochaetus beranecki (circa 50x)<br />

■ Oligocheti<br />

Gli oligocheti sono anellidi terrestri,<br />

d’acqua dolce e marini, il cui corpo è<br />

costituito da una successione di segmenti<br />

(metameri) privi di appendici, ma<br />

dotati di file di setole trasversali. La<br />

forma e la disposizione di tali setole<br />

riveste un ruolo importante nella tassonomia<br />

del gruppo. Gli oligocheti sono<br />

prevalentemente detritivori o microfagi<br />

e si ritrovano più abbondantemente in<br />

microhabitat ove si assiste ad accu-<br />

Cernosvitoviella sp. (circa 40x)<br />

mulo di sedimento organico. Nelle<br />

acque sotterranee italiane sono frequenti le famiglie dei lumbriculidi e dei tubificidi,<br />

accanto a specie acquatiche o semiacquatiche appartenenti agli enchitreidi.<br />

Solo di recente la posizione tassonomica degli oligocheti delle acque sotterranee<br />

italiane è stata in parte chiarita, ma gli studi sono appena agli inizi. Il principale<br />

problema nel definire una specie di oligochete come stigobia risiede nel<br />

fatto che anche molte specie di superficie (che si ritrovano nei sedimenti delle<br />

acque superficiali e talora nel terreno umido) presentano una serie di preadattamenti<br />

alla vita nell’ambiente ipogeo (quali la depigmentazione e l’anoftalmia).<br />

Nella pratica comune sono pertanto considerate stigobie quelle specie che,<br />

allo stato attuale delle conoscenze, sono state rinvenute solamente in acque<br />

sotterranee.<br />

Sicuramente gli elementi più interessanti di recente scoperta in Italia sono i<br />

rappresentanti della famiglia dei parvidrilidi, diffusi dalle Prealpi alla Sardegna<br />

e sinora ascritti all’unica specie Parvidrilus spelaeus. Sono da ritenersi esclusivi<br />

dell’ambiente vadoso delle nostre grotte, dove popolano il sedimento fangoso<br />

o limoso sul fondo dei gours e delle pozze di stillicidio, più raramente l’interstiziale<br />

di ruscelli ipogei. Si tratta di una famiglia di presumibile antica origine<br />

marina.<br />

Tra le numerose specie di tubificidi sinora ritrovate nelle acque sotterranee italiane,<br />

vanno ricordati i rappresentanti del genere Haber (con H. monfalconensis,<br />

diffuso in risorgive delle Prealpi Giulie e nel Carso triestino e H. zavreli di<br />

acque sotterranee dell’Umbria e dell’Emilia Romagna), due rappresentanti<br />

endemici del genere Rhyacodrilus di recente descrizione (R. gasparoi di grotte<br />

dell’arco prealpino e R. dolcei di piccoli gours di una grotta del Carso triestino),<br />

Tubifex pescei, noto di acque freatiche delle Marche e dell’Umbria, Abyssidrilus<br />

cuspis, raccolto in acque freatiche dell’Umbria e in grotte della Liguria<br />

51

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!