4 COSMONAUTICA-(giugno - luglio 2009) - Consorzio Nautica Pisana
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REPORTAGE<br />
MARINA DI PISA era un villaggio<br />
di pescatori quando nella seconda<br />
metà dell’800 un certo Signor Cec-<br />
cherini, di cui tutti parlano come<br />
se fosse vissuto ieri, dette inizio al-<br />
l’attività balneare e alla costruzio-<br />
ne di alcune villette lungo la strada<br />
litoranea.<br />
Romantica e naif, corteggiata dal<br />
mare più limpido, dai tramonti più<br />
caldi e dalle mareggiate più impe-<br />
tuose, Marina fu una delle tante<br />
muse di Gabriele D’Annunzio che<br />
la introdusse con successo nell’alta<br />
società. Poi le diverse fortune e gli<br />
stili di vita che cambiano ne decre-<br />
tarono il silenzio. Da qui è passata<br />
con poca convinzione anche l’era<br />
industriale, lasciando i suoi residui<br />
e prendendo, forse, più di quanto<br />
abbia dato. Poi di nuovo il silenzio<br />
e l’abbandono.<br />
Ma un discorso era rimasto in so-<br />
speso: la vocazione di questi luoghi<br />
e di questa gente per l’economia<br />
del mare.<br />
RIMESSAGGI<br />
E PUNTI D’APPRODO<br />
SULLA SPONDA DELL’ARNO<br />
IL CANTIERE FONTANI<br />
DANIELA SALVESTRONI<br />
Dalle barche storiche, costruite con i legni del Parco di San<br />
Rossore, alle attività commerciali, di rimessaggio e di servizi.<br />
Come gli eredi di oggi guardano alla nascita di “Boccadarno<br />
Porto di Pisa” e al futuro delle attività lungo il fiume.<br />
attività del Cantiere Fontani ha avuto<br />
L’ inizio prima dell’ottocento con la costruzione<br />
di barche in legno per “navicellai”<br />
e pescatori. Il “navicello” era un tipo<br />
di imbarcazione in uso dal 1500 fino alla<br />
seconda guerra mondiale per il trasporto<br />
fluviale di materiali pesanti, da cui ha<br />
preso il nome il Canale dei Navicelli. La<br />
famiglia, originaria della città di Pisa, per<br />
generazioni ha tramandato il mestiere<br />
di maestro d’ascia e il più noto è stato<br />
Odoardo Fontani, detto “pallino”, nato il<br />
31 maggio 1876, uno dei pochi eredi di<br />
quell’antica tradizione pisana.<br />
Per la costruzione di una barca si cominciava<br />
da un’attenta selezione del legname<br />
più adatto nei boschi del Tombolo e di San<br />
Rossore, che poi veniva tagliato nella segheria<br />
del Cantiere. Si passava quindi alla<br />
stagionatura del legno, che durava oltre<br />
un anno e che in genere avveniva all’aperto,<br />
ma che poteva anche essere immerso<br />
nelle acque del fiume Arno, se si trattava<br />
di una qualità più giovane. La fase successiva<br />
era la cottura delle tavole dentro le