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ANNUARIO 2010 - CAI Sezione di Morbegno

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una competizione che voleva<br />

essere <strong>di</strong> <strong>di</strong>scesa. Il tratto<br />

dalla Casera alla Motta era,<br />

infatti, troppo pianeggiante<br />

e le solette dell’epoca, in<br />

legno più o meno laccato, non<br />

consentivano <strong>di</strong> acquistare<br />

velocità. Anzi, non era escluso<br />

che facessero “zoccolo”,<br />

costringendo i concorrenti<br />

a lavorare <strong>di</strong> braccia e <strong>di</strong><br />

bastoncini. Così lo start<br />

venne spostato alla Motta.<br />

Per qualche anno ancora il<br />

tracciato fu lasciato alla libera<br />

creatività dei <strong>di</strong>scesisti, per<br />

cui chi aveva capacità e fegato<br />

<strong>di</strong> buttarsi giù per i pen<strong>di</strong>i<br />

secondo le linee più brevi si<br />

piazzava ai primi posti.<br />

Miglioramenti significativi<br />

non tardarono ad arrivare.<br />

Si cominciò a preparare una<br />

vera pista <strong>di</strong> gara, spianata,<br />

pressata e segnalata con porte<br />

<strong>di</strong>rezionali obbligatorie: teli<br />

rossi e blu alternati, <strong>di</strong>stesi fra<br />

due paletti <strong>di</strong> bambù, leggeri<br />

e facilmente trasportabili.<br />

Naturalmente la battitura<br />

doveva essere eseguita senza<br />

mezzi meccanici. Volontari<br />

del C.A.I., a volte numerosi,<br />

ma a volte ridotti a due sole<br />

persone, il sabato precedente<br />

risalivano tutto il tracciato<br />

“a scaletta”, spianando quel<br />

tanto che bastava a consentire<br />

il passaggio degli sciatori. Per<br />

il consolidamento del fondo si<br />

confidava nel gelo della notte.<br />

Era inevitabile, però, che gli<br />

ultimi concorrenti a partire<br />

fossero costretti a scendere<br />

lungo una specie <strong>di</strong> pista<br />

<strong>di</strong> bob creata dai passaggi<br />

precedenti, ma <strong>di</strong> meglio<br />

non si poteva pretendere.<br />

La regolarità della gara era,<br />

comunque, assicurata, perché<br />

gli atleti che correvano per<br />

vincere, le cosiddette teste <strong>di</strong><br />

serie, venivano fatti scendere<br />

per primi. Solo in un’occasione,<br />

nel 1988, si riuscì a trasportare<br />

in loco un “gatto”, non senza<br />

qualche brivido fra il tragico<br />

e il comico, perché il mezzo,<br />

evidentemente legato male sul<br />

cassone del camion, rischiò a<br />

più riprese <strong>di</strong> essere perso per<br />

strada.<br />

Nel 1961 fu inserita<br />

nel regolamento della<br />

manifestazione una novità: la<br />

gara <strong>di</strong>venne trofeo a squadre<br />

e venne intitolata a Giulio<br />

Lavizzari, in ricordo dell’amico<br />

e socio del C.A.I. <strong>Morbegno</strong>,<br />

morto l’anno prima durante<br />

il servizio militare in un<br />

incidente <strong>di</strong> montagna.<br />

La somma dei tempi dei<br />

primi tre arrivati <strong>di</strong> ogni<br />

squadra avrebbe determinato<br />

la graduatoria. A questo<br />

prestigioso premio venne<br />

abbinata, nel 1962, la Targa<br />

Gino Cornaggia, morto per una<br />

brutta malattia l’anno prima,<br />

da assegnare al realizzatore<br />

del miglior tempo assoluto. La<br />

formula piacque e numerosi sci<br />

club <strong>di</strong>edero la loro adesione.<br />

Arrivavano da tutta la<br />

provincia. Oltre che da Rasura<br />

e Gerola, fucine <strong>di</strong> campioni, si<br />

registrò la presenza <strong>di</strong> squadre<br />

provenienti da Madesimo,<br />

da Sondrio, da Tirano e da<br />

Poschiavo. E proprio da<br />

quest’ultimo centro svizzero<br />

proveniva la Polisportiva<br />

Palù, compagine che negli<br />

anni si <strong>di</strong>mostrò protagonista<br />

in<strong>di</strong>scussa. A rendere più<br />

giocosa e movimentata la<br />

manifestazione ci pensavano<br />

le sfide nelle categorie<br />

giovanili, maschili e femminili,<br />

partecipate e combattute<br />

più della gara principale,<br />

soprattutto da parte dei<br />

genitori.<br />

Sopra: nell’ultima e<strong>di</strong>zione della<br />

gara è apparso anche il gatto delle<br />

nevi.<br />

In alto: un momento <strong>di</strong> relax<br />

durante la vigilia de<strong>di</strong>cata alla<br />

battitura della pista.<br />

A sinistra: impegnati nella<br />

tracciatura.<br />

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