ANNUARIO 2010 - CAI Sezione di Morbegno
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alpinisti, alcuni dei quali sono<br />
<strong>di</strong>ventati a loro volta istruttori<br />
<strong>di</strong> montagna e punti <strong>di</strong><br />
riferimento per chi verrà dopo<br />
<strong>di</strong> loro. Come tu avevi intuito<br />
ed auspicato.<br />
Negli anni successivi ho avuto<br />
modo <strong>di</strong> conoscerti meglio<br />
e <strong>di</strong> stimarti non solo come<br />
uomo <strong>di</strong> montagna, ma anche<br />
come persona. Oltre alle tue<br />
doti <strong>di</strong> comunicatore, ho<br />
potuto apprezzare il tuo innato<br />
ottimismo che ti rendeva<br />
pacato e rassicurante anche<br />
nei momenti più <strong>di</strong>fficili, unito<br />
alla generosità con cui ti<br />
de<strong>di</strong>cavi alla vita della sezione,<br />
della quale eri, nel frattempo,<br />
<strong>di</strong>ventato presidente. Eri un<br />
vulcano <strong>di</strong> idee che perseguivi<br />
poi con determinazione e che<br />
riuscivi sempre a concretizzare.<br />
Devo riconoscere che gli anni<br />
nei quali ci siamo frequentati<br />
sono stati per me molto intensi<br />
e li ricordo con particolare<br />
piacere. Di questo ti sono<br />
grato. Poi il tempo e gli eventi<br />
hanno allontanato le nostre<br />
strade e i nostri rapporti<br />
si sono <strong>di</strong>radati. Quando ci<br />
trovavamo, però, eri il Chiscio<br />
<strong>di</strong> sempre. Anche l’ultima<br />
volta che ci siamo visti, in<br />
ottobre, quando con Giovanni<br />
ti ho incontrato ai giar<strong>di</strong>ni<br />
sotto casa, non hai smentito<br />
te stesso. Pur consapevole<br />
delle tue con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute<br />
oramai irrime<strong>di</strong>abilmente<br />
compromesse, hai abbracciato<br />
entrambi e ci hai avvolto con<br />
la tua giovialità, riuscendo,<br />
con il tuo ottimismo e con la<br />
tua forza d’animo, a rendere<br />
leggera una conversazione che<br />
avrebbe potuto essere oppressa<br />
da una cappa pesante fatta <strong>di</strong><br />
molti silenzi allusivi. Non c’è<br />
che <strong>di</strong>re, un’altra <strong>di</strong>mostrazione<br />
<strong>di</strong> com’eri fatto.<br />
Caro Chiscio, per ciò che<br />
sei stato e per quanto hai<br />
fatto voglio esprimerti il<br />
mio ringraziamento sincero,<br />
sicuro <strong>di</strong> interpretare anche<br />
il pensiero dei tanti amici del<br />
Club Alpino Italiano.<br />
Riccardo<br />
Giuseppe “Chiscio” Caneva nasce a <strong>Morbegno</strong> l’11 maggio<br />
1933 e, ancora giovanissimo, nell’imme<strong>di</strong>ato dopoguerra,<br />
inizia a frequentare la montagna e a compiere le prime<br />
timide scalate. La sua passione lo porta nello spazio <strong>di</strong><br />
trentacinque anni <strong>di</strong> alpinismo a compiere oltre 1300<br />
scalate su tutto l’arco alpino. Chiscio si cimenta ai massimi<br />
livelli con tutte le specialità dell’alpinismo: l’arrampicata<br />
classica, le ascensioni invernali e le salite solitarie e,<br />
dal 1975, partecipa a tre spe<strong>di</strong>zioni extraeuropee. La<br />
spe<strong>di</strong>zione “Città <strong>di</strong> <strong>Morbegno</strong>” nelle Ande peruviane<br />
con la conquista del Puscanturpa, quella in Patagonia con<br />
i ripetuti assalti al Fitz Roy e quella in Algeria nel gruppo<br />
dell’Hoggar sono le imprese più significative realizzate al <strong>di</strong><br />
fuori delle montagne <strong>di</strong> casa.<br />
Se l’attività alpinistica <strong>di</strong> Giuseppe Caneva è stata<br />
importante dal punto <strong>di</strong> vista sportivo, <strong>di</strong> pari rilevanza è<br />
stato il suo impegno in ambito sociale: dal 1978 al 1988 ha<br />
ricoperto la carica <strong>di</strong> Presidente della sezione morbegnese<br />
del C.A.I., dal 1961 al 1973 ha collaborato come istruttore<br />
alla Scuola <strong>di</strong> Alpinismo “Luigi Bombar<strong>di</strong>eri” <strong>di</strong> Sondrio<br />
e dal 1961 ha fatto parte come volontario del Corpo<br />
Nazionale <strong>di</strong> Soccorso Alpino della provincia <strong>di</strong> Sondrio.<br />
Nel palmares <strong>di</strong> Chiscio<br />
11 ottobre 1952<br />
Prima salita della parete Nord Est del<br />
Pizzo Varrone in Valgerola, con<br />
Luigi Bongio.<br />
26 luglio 1966<br />
Prima salita della parete Est della<br />
Cima <strong>di</strong> Pescegallo in Valgerola, con<br />
Giorgio Bertarelli.<br />
6 gennaio 1968<br />
Prima salita e prima invernale della<br />
parete Nord dei Denti della Vecchia<br />
in Valgerola, con Ezio Angelini.<br />
27-28 <strong>di</strong>cembre 1970<br />
Prima invernale della Via Bonatti<br />
sulla Punta Fiorelli in Valmasino,<br />
con Giorgio Bertarelli.<br />
13 agosto 1971<br />
Prima solitaria della Via Bonatti sulla<br />
Punta Fiorelli in Valmasino.<br />
10 agosto 1972<br />
Prima solitaria della parete Nord<br />
Ovest del Pizzo Ligoncio in Val<br />
Codera.<br />
29-30 giugno e 1 luglio 1973<br />
Prima ripetizione della Via Bianchi-<br />
Nardella-Robecchi sulla parete Sud<br />
del Cavalcorto in Valmasino, con<br />
Carlo Milani.<br />
5 agosto 1973<br />
Salita in solitaria della parete Nord<br />
Est del Pizzo Ba<strong>di</strong>le in Val Bondasca.<br />
6 settembre 1976<br />
Prima salita della parete Ovest della<br />
Punta Virgilio in Valmasino, con<br />
Carlo Milani.<br />
Nel 2002 Chiscio ha pubblicato le<br />
sue memorie alpinistiche nel volume<br />
“Cartoline dalla montagna”.<br />
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