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ANNUARIO 2010 - CAI Sezione di Morbegno

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vigilia <strong>di</strong> gara impegnativa e<br />

faticosa, ma anche momento<br />

<strong>di</strong> festa, atteso e pregustato.<br />

Si saliva in gruppo alla Corte:<br />

la base operativa era il ristoro<br />

retrostante la chiesetta,<br />

aperto per l’avvenimento.<br />

Mitico questo ristoro! Negozio<br />

alimentare ed osteria nel<br />

periodo estivo, in occasione<br />

della gara si trasformava in<br />

luogo <strong>di</strong> intrattenimento<br />

brulicante, dentro e fuori, del<br />

popolo festante dei concorrenti<br />

e degli spettatori. Il suo<br />

gestore, il “Girumin”, era anche<br />

il titolare della teleferica che<br />

dalla strada <strong>di</strong> Gerola, fra<br />

Sacco e Rasura, ” tirava su”<br />

materiale fino alla Corte. In<br />

un’epoca in cui ra<strong>di</strong>otelefoni<br />

e cellulari erano ancora <strong>di</strong> là<br />

da venire, ingegnoso era il<br />

sistema <strong>di</strong> comunicazione fra<br />

le stazioni a valle e a monte,<br />

sistema “a picà”, usato un po’<br />

dappertutto, in montagna,<br />

nelle operazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sbosco da<br />

parte dei “burelée”: gli addetti<br />

all’impianto, percuotendo<br />

con un grosso bastone la<br />

fune, producevano un moto<br />

vibratorio che si trasmetteva<br />

lungo il cavo da un capo<br />

all’altro. Un colpo dal basso: ci<br />

sono, metti in moto; due colpi<br />

dal basso: ho caricato, tira su;<br />

tre colpi dall’alto: ho finito, ti<br />

rimando il carrello. E, a quanto<br />

pare, la cosa funzionava<br />

egregiamente.<br />

Una breve sosta, poi via<br />

verso le Tagliate. A scaletta,<br />

<strong>di</strong>cevamo, con tanta pazienza,<br />

cercando <strong>di</strong> rendere il più<br />

compatto e liscio possibile il<br />

nastro della pista. Ai battitori<br />

seguiva il gruppetto dei<br />

rifinitori, fra i quali c’erano<br />

gli “esperti” con il compito<br />

<strong>di</strong> collocare le ban<strong>di</strong>erine.<br />

E questo finiva a volte per<br />

<strong>di</strong>ventare fonte <strong>di</strong> polemiche.<br />

Infatti fra i tracciatori c’era<br />

spesso anche qualcuno che<br />

avrebbe gareggiato il giorno<br />

seguente, il quale, ovviamente,<br />

cercava <strong>di</strong> adattare la pista<br />

alle proprie caratteristiche.<br />

Non solo. Siccome il<br />

posizionamento delle<br />

ban<strong>di</strong>ere richiedeva ripetuti<br />

aggiustamenti e poiché gli<br />

aggiustamenti andavano<br />

verificati provandoli, a fine<br />

giornata c’era chi conosceva<br />

la pista a memoria, con tutti<br />

i suoi possibili trabocchetti.<br />

La cosa finiva per essere<br />

risaputa e il giorno seguente,<br />

soprattutto se il vincitore era<br />

uno <strong>di</strong> questi, al momento<br />

delle premiazioni volavano<br />

gli stracci. Ma erano solo<br />

polemiche robuste <strong>di</strong> una gara<br />

ruspante ed autenticamente<br />

popolare.<br />

A metà giornata si cominciava<br />

a guardare l’orologio e ad<br />

essere inquieti. Giù dal<br />

“Girumin” era pronta una<br />

sontuosa polentata. La pausa<br />

ristoratrice costituiva un<br />

momento impagabile, in<br />

particolare in quegli anni<br />

nei quali un tiepido sole<br />

primaverile consentiva <strong>di</strong> stare<br />

all’aperto. Allora, allungati<br />

come lucertole a ridosso<br />

del muro della chiesa, si<br />

chiacchierava piacevolmente<br />

piluccando (e sorseggiando)<br />

“generi <strong>di</strong> conforto vari”. Tutti<br />

i pensieri del viver quoti<strong>di</strong>ano<br />

erano per un momento alle<br />

spalle, meglio che trovarsi sul<br />

lettino dello psicanalista.<br />

Il pomeriggio veniva de<strong>di</strong>cato<br />

alla rifinitura del tracciato<br />

e all’allestimento dell’area<br />

traguardo. All’imbrunire,<br />

tutti in baita dal Giovanni,<br />

alle Tagliate <strong>di</strong> Sotto. Era il<br />

secondo momento conviviale<br />

della giornata, atteso tanto<br />

quanto e forse <strong>di</strong> più <strong>di</strong> quello<br />

del mezzogiorno. La cena era<br />

tutto sommato frugale. Il<br />

bello veniva più tar<strong>di</strong> attorno<br />

al fuoco, quando iniziava<br />

quel rito che, pur ripetendosi<br />

<strong>di</strong> anno in anno, era sempre<br />

nuovo. Prese in giro reciproche,<br />

racconti <strong>di</strong> aneddoti, ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

episo<strong>di</strong> delle e<strong>di</strong>zioni passate,<br />

barzellette e canti. Il tutto<br />

accompagnato dal “nobil licore<br />

<strong>di</strong> Noè” che faceva il giro dei<br />

presenti nel classico “ciapèl”.<br />

Intanto le case del circondario<br />

si erano riempite, perché la<br />

Gara <strong>di</strong> Olano era anche un<br />

avvenimento mondano. E<br />

accadeva spesso <strong>di</strong> ricevere la<br />

visita <strong>di</strong> cortesia dei vicini. Ci<br />

In alto: lungo l’itinerario che<br />

da Mellarolo sale alla Corte.<br />

Sopra: l’arrivo alla chiesetta<br />

della Corte.<br />

A sinistra: mare <strong>di</strong> nebbia dalle<br />

Terze Tagliate.<br />

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