14 Raffaella Bertazzoli (Mito-dAnnunzio).pdf - BOLbusiness
14 Raffaella Bertazzoli (Mito-dAnnunzio).pdf - BOLbusiness
14 Raffaella Bertazzoli (Mito-dAnnunzio).pdf - BOLbusiness
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
17] Il riuso del mito: l’“Ercole” di D’Annunzio<br />
363<br />
Di questo esito tragico, che potrebbe ricordare il sacrificio<br />
muliebre nei riti funebri dell’India e dei Traci, D’Annunzio si<br />
ricorderà nella Fedra quando narrerà con una chiara simbologia<br />
erotica il rogo di Capaneo e di Evadne, uniti nell’ultimo<br />
amplesso sulla pira:<br />
Ed ella,<br />
avvolta di faville innumerabili,<br />
gridò: Salute, o Luce!<br />
Immensa face nuziale è accesa<br />
A novissime nozze.<br />
Una cenere sola<br />
Innanzi l’alba Evadne<br />
Sia con l’eroe ch’Evadne<br />
Ama, alle Porte del Buio una sola<br />
Ombra, per l’Ellade una sola gloria 24 !<br />
Ma come non ricordare anche le parole di Massimilla, una<br />
delle tre sorelle delle Vergini delle rocce, che anela, anche se<br />
metaforicamente, al gesto delle concubine di Ercole:<br />
Un bisogno sfrenato di schiavitù mi fa soffrire. Mi divora<br />
un desiderio inestinguibile di donarmi tutta quanta, di appartenere<br />
ad un essere più alto e più forte, di dissolvermi nella<br />
sua volontà, di ardere come un olocausto nel fuoco della sua<br />
anima immensa 25 .<br />
Del mito di Ercole, D’Annunzio recupera la fine per fuoco.<br />
Ma ben altro è il senso di questa morte: qui l’estinzione non<br />
24 G. D’ANNUNZIO, Fedra, a cura di P. Gibellini, Milano, Mondadori,<br />
2001, vv. 527-536. Ma si veda anche Elegia campestre di Primo Vere: “Tu<br />
piangerai; e a me steso in funebre rogo / misti a tristi lagrime darai gli estremi<br />
baci”, vv. 61-62. E quindi l’Anniversario orfico di Alcyone: “Non odi i boschi<br />
patrii / offrirgli il rogo? / Mira funebre letto che s’appresta, / estrutto rogo”,<br />
vv. 55-58. Il modello è Seneca delle Troades che descrive la morte di Polissena<br />
nei termini di un rito nuziale.<br />
25 G. D’ANNUNZIO, Le verigini delle rocce, cit., p. 401.