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14 Raffaella Bertazzoli (Mito-dAnnunzio).pdf - BOLbusiness

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7] Il riuso del mito: l’“Ercole” di D’Annunzio<br />

353<br />

zionale per la definitiva edizione dell’Intermezzo, se D’Annunzio<br />

lo recupera per il tardivo rifacimento, collocandolo<br />

in una posizione, potremmo dire, strategica nella raccolta.<br />

Posto nella sezione delle Eleganze, il componimento è contiguo<br />

a Venere d’acqua dolce, suo contraltare al femminile<br />

per l’esaltazione di una bellezza e di una sensualità di tipo<br />

naturalistico-panico, con precisi riferimenti alla Vénus rustique<br />

di Maupassant. Mentre è preceduto da due sonetti dal titolo<br />

significativo di Herotica-Heroica con un décalage dall’eros<br />

al gesto eroico, che sintetizza la storia (così nell’intenzione<br />

dell’autore) dell’io autobiografico, narrato nella raccolta11<br />

. Ed è un’analisi di questo componimento sul mito di<br />

Ercole, che tenga conto delle spore del superomismo, sviluppate<br />

nei romanzi dell’ultimo decennio del secolo, nonché la<br />

sua voluta e consapevole funzione mitopoietica, che interessa<br />

al nostro discorso.<br />

La tredicesima fatica si definisce per la ripresa di elementi<br />

classici in una scrittura dai contorni decadentistico-parnassiani,<br />

secondo la tendenza delle letture dannunziane del tempo.<br />

Assumendo e combinando elementi diversi, in una sorta di<br />

sperimentalismo sincretico, vengono riproposti alcuni aspetti<br />

del complesso e vasto mito eraclèo, che D’Annunzio piega a<br />

esigenze proprie, con una disinvoltura intellettuale che è marca<br />

di sicura genialità. Il titolo, secondo una tradizione tarda, che<br />

ha nel Roman de la rose un suo luogo codificato, identifica<br />

nella tredicesima, la fatica non superata, quella cioè combattuta<br />

con la donna. Così il testo di Jean de Meun:<br />

Ercole ha superato numerose avventure: ha trionfato su dodici<br />

terribili mostri, ma una volta che ha vinto il dodicesimo,<br />

11 Anche I. CIANI (Esercizi dannunziani, a cura di G. Papponetti e M.M.<br />

Cappellini, Pescara, EDIARS, 2001, pp. 353-408) scrive che D’Annunzio a<br />

quest’altezza accantona la vecchia poetica e corregge e sviluppa nuove tematiche<br />

dando corpo a qualche motivo che appartiene già al superuomo.

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