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14 Raffaella Bertazzoli (Mito-dAnnunzio).pdf - BOLbusiness

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5] Il riuso del mito: l’“Ercole” di D’Annunzio<br />

351<br />

di Milano 8 . La ‘geremiade’, cui allude D’Annunzio, è dunque<br />

quella che rimanda all’esperienza autobiografica, narrata nell’Intermezzo,<br />

ma anche quella dei giovani che avevano seguito<br />

il solco lascivo, tracciato dalla donna ammaliatrice, descritta<br />

dal Michetti nel suo quadro.<br />

Proprio in quel tempo, in cui coglieva la potenza distruttrice<br />

dell’amore e ne scriveva al pittore, D’Annunzio stava pensando<br />

alla sua tragedia, stendendo alcuni appunti preparatori, con un<br />

nucleo incentrato proprio sulla figura della “sortiera”. La tragedia,<br />

scritta molti anni dopo, nell’estate del 1903, a stretto contatto<br />

con la sezione finale di Alcyone, sarebbe diventata altra<br />

cosa. A Mila sarebbe spettato il ruolo, ben più complesso, di<br />

maga redentrice. Assumendo su di sé la colpa del parricidio<br />

compiuto da Aligi, da lei amato in castità, Mila salva il giovane<br />

e il suo ruolo all’interno di una società governata da mores intoccabili.<br />

Al tempo della tragedia, i tempi erano cambiati e il<br />

rogo su cui Mila si immola, rogo reale e non più il simbolico<br />

fuoco della concupiscenza, segnerà anche la fine della fase mitica<br />

della poesia dannunziana, metaforizzata nel ‘folle volo’ di<br />

Icaro e nella sua caduta. Ma ora il nostro discorso parte proprio<br />

da un rogo.<br />

2. Un testo inserito nell’edizione napoletana del ’94 si intitola<br />

La tredicesima fatica. È un poemetto in versi martelliani,<br />

ricavato per la più parte da un testo pubblicato sulla<br />

“Cronaca Bizantina” il 16 ottobre 1883, sotto il titolo Poemi<br />

eroici – La tredicesima fatica. Il testo è di poco posteriore all’edizione<br />

del Canto Novo del 1882 e segue a stretto giro l’edizione<br />

dell’Intermezzo di rime (giusta la data autografa del<br />

luglio 1883). Non stupisce, dunque, che il componimento sia<br />

tutto intriso del sensualismo libero e vitalistico della prima<br />

raccolta e delle coeve novelle di Terra vergine, ma con alcuni<br />

8 Per la storia parallela della tela e della tragedia vedi: R. BERTAZZOLI,<br />

Il mito raggiunto. Preistoria testuale e elaborazione critica della “Figlia di<br />

Iorio”, Milano, Franco Angeli, 1989.

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