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7 // PRODUZIONE LAVORO // GLI SPECIALISTI DELLE INSEGNE LA SOCIETÀ COOPERATIVA
PUBBLINEON, LEADER
NELLA PUBBLICITÀ
Nove soci e una
storia che va
avanti dagli ann
i Ci nquant a,
passa per la trasformazione
in cooperativa
nel 1973 e arriva ai giorni
nostri. Questa è Pubblineon,
cooperativa con sede
a Cesena specializzata nel
settore delle insegne e dei
sistemi pubblicitari. Qualità,
servizio e professionalità
sono punti fermi che
hanno da sempre contraddistinto
l’azienda facendole
guadagnare un sempre più
vasto consenso nel mercato,
«anche se negli ultimi
anni, complice la crisi del
commercio, il nostro parco
clienti di riferimento si
è ristretto», spiega il presidente
Mauro Panzavolta.
«Sono uscite di scena diverse
aziende importanti e la
concorrenza si è fatta molto
forte, anche per diventare
fornitori di realtà che
per una cooperativa come
la nostra dovrebbero essere
più vicine. Noi di sicuro
abbiamo le carte in regola
per proporci come fornitore
di riferimento tanto per la
qualità quanto per il prezzo,
se ce ne viene data la possibilità».
Chi apre un nuovo
negozio in questo momento
punta al risparmio, e non
solo per motivi “ecologici”:
le insegne a led vengono
sempre più spesso affiancate
da pannellature e stampe
digitali. A questa situazione
Pubblineon risponde con i
suoi punti di forza tradizionali.
«Disponiamo di personale
altamente qualificato,
sempre aggiornato, e di un
ufficio tecnico per l’elaborazione
grafica di bozzetti e
progetti - spiega il commerciale
Gabriele Alessandrini
- ma naturalmente siamo
in grado di lavorare anche
sulla base degli input creativi
dei clienti o delle loro
agenzie di comunicazione.
«Un occhio di riguardo
- conclude Panzavolta - lo
riserviamo sempre alla sicurezza
del personale, sia interna
che in fase di installazione
delle strutture». Info:
www.pubblineon.com.
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La cooperativa che realizza sistemi pubblicitari
per grandi e piccole imprese di tutta Italia ha più di
cinquant’anni di storia alle spalle e un ricco carnet
di soluzioni per ogni tipo di esigenza.
Notizie a margine
la FarSa
In DIretta
Nella piazza di Barcellona
dedicata a George Orwell
hanno installato una telecamera.
Un paradosso vertiginoso.
Ma nella babele delle
immagini e dei significati è
precipitata infine anche la
politica italiana, finita sotto
il tallone di ferro della trasparenza.
Il feticcio
della diretta ha
sconfitto senza colpo
ferire l’opacità
dei conciliaboli e
delle trattative che
sono il sale della
vita parlamentare.
di Emanuele Chesi
Il colloquio in streaming
tra il presidente
incaricato Bersani e i
plenipotenziari del Movimento
Cinque Stelle (presente Rocco
Casalino, un comprimario
della prima mitica edizione
del Grande Fratello televisivo,
quella con Pietro Taricone!)
ha rimandato a uno dei peggiori
format per talk show tv.
E infatti l’impassibile capogruppo
grillina alla camera,
Roberta Lombardi, se n’è
uscita con l’implacabile ‘Non
siamo mica a Ballarò’. Invece
in quell’attimo la politica
italiana è parsa veramente
ridotta a un bruttissimo Ballarò,
a un’esibizione neanche
tanto muscolare di monadi.
Una rappresentazione di
manifesti politici ad uso degli
spettatori militanti. Una
rassicurazione per alcuni,
un tormento per altri. Una
mortificazione della mediazione
parlamentare (contro
la tentazione totalitaria di
ogni posizione ideologica o
politica). Qualche osservatore
ha paragonato la posizione di
Bersani a quella di Ceausescu
durante le riprese del processo
farsa che si concluse con la
sua esecuzione sommaria.
Ma in Italia la tragedia
si scolora nella farsa. E il
dramma resta. Permeato
appunto dell’illusione della
trasparenza totale. La diretta
streaming dei consigli comunali
era infatti tra i primi
punti dei programmi delle
liste civiche di marca grillina
alle amministrative. Uno strumento
utile, ci mancherebbe.
Ma che alla prova dei fatti ha
avuto un effetto democratico
pari a zero. I collegamenti
alle dirette dei consigli comunali
fanno meno audience del
vecchio monoscopio Rai (e del
resto già le aule erano vuote
di pubblico). E i problemi
restano sul tavolo, evidenti.