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Dossier WWF - Polistirene espanso - WWF Ricerche e Progetti

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Figura 34. Vuoto creato dalla sublimazione termica dell’elemento in EPS utilizzato<br />

come alleggerimento in un solaio.<br />

ottimizzare il comfort interno adeguandosi<br />

al clima specifico e rispondendo<br />

alle sollecitazioni delle forzanti<br />

meteoclimatiche esterne, minimizzando<br />

il ricorso agli impianti per<br />

la climatizzazione degli ambienti.<br />

La risposta legislativa e normativa a<br />

tali problematiche è finalmente arrivata<br />

con il D.Lgs n. 192 del 19 agosto<br />

2005 e s.m.i. che introduce l’obbligatorietà<br />

di considerare la problematica<br />

energetica estiva nella progettazione<br />

e nella realizzazione degli edifici, ed<br />

operare conseguentemente a livello<br />

progettuale e realizzativo ricorrendo<br />

a specifici dispositivi ombreggianti,<br />

verificando la massa superficiale<br />

delle pareti (che fornisce un valido<br />

contributo alla riduzione dei flussi<br />

termici entranti ed al controllo delle<br />

temperature interne), predisponendo<br />

alternativamente anche tecniche e<br />

materiali innovativi che permettano<br />

di modulare correttamente le oscillazioni<br />

della temperatura degli<br />

ambienti in funzione dell’andamento<br />

dell’irraggiamento solare.<br />

L’attuazione del D.Lgs n. 192/2005<br />

ha permesso, con il DPR del 29 aprile<br />

2009 n. 59, di far riferimento ad<br />

importanti indicazioni tecnicoattuative.<br />

Fondamentale appare l’introduzione<br />

di un indice di prestazione<br />

energetica specificatamente preposto<br />

alla valutazione del comportamento<br />

energetico dell’edificio nel<br />

periodo estivo “EPe” (indice di prestazione<br />

energetica per la climatizzazione<br />

estiva) analogamente a<br />

quanto già in vigore per quanto<br />

riguarda l’aspetto della climatizzazione<br />

invernale “EPi”. Detto ciò, il<br />

Decreto definisce le condizioni e le<br />

attenzioni per la questione estiva,<br />

che però non appaiono soddisfacenti,<br />

ovvero tali da affrontare nel<br />

modo più efficace la problematica<br />

del raffrescamento e del comfort<br />

estivo per un clima temperato, quale<br />

quello italiano.<br />

La temperatura produce variazioni<br />

dello stato fisico<br />

Le sostanze infiammabili e tossiche<br />

contenute nel polistirene (fig. 32) lo<br />

rendono estremamente pericoloso<br />

per la salute umana (come visto nel<br />

paragrafo precedente), ma ne modificano<br />

anche i caratteri tecnici, sia<br />

nel caso di temperature elevate, sia<br />

in caso di incendio.<br />

Appartenendo il polistirene alla<br />

categoria delle materie termoplastiche,<br />

le sue caratteristiche meccaniche<br />

risultano decisamente influenzate<br />

dalla temperatura. Inoltre, il<br />

polistirene <strong>espanso</strong> risulta un materiale<br />

isolante sintetico combustibile<br />

già a basse temperature.<br />

La temperatura, producendo variazioni<br />

reversibili dello stato fisico, è<br />

una delle variabili principali che<br />

caratterizzano e limitano l’uso dei<br />

polimeri in generale.<br />

L’elevata infiammabilità e la rapidità<br />

di combustione<br />

Il polistirene è un materiale infiammabile<br />

e il suo uso negli edifici<br />

richiede sempre una protezione con<br />

materiali resistenti al fuoco.<br />

Per questa ragione, sono state sviluppate<br />

formulazioni contenenti dei<br />

ritardanti di fiamma che, anche se<br />

rendono più difficile la combustione<br />

del prodotto, una volta diffusa la<br />

fiamma, non impediscono un comportamento<br />

analogo a quello del<br />

materiale non additivato, con l’emissione<br />

di quantità maggiori di fumi.<br />

L’utilizzo dei ritardanti di fiamma bromurati<br />

(HBCD) permette di aumentare<br />

la soglia di accensione rispetto al<br />

materiale non trattato, ma comunque<br />

non assicura la non combustibilità<br />

dell’EPS (Baker G.B., 2002): se il pan-<br />

XXV<br />

nello di EPS è esposto ad una sufficiente<br />

fonte di calore, brucerà.<br />

Ogni volta che lo si utilizza in situazioni<br />

che lo espongono a temperature<br />

elevate (vicinanze ad apparecchi<br />

fissi, ecc.) sarebbe opportuno<br />

proteggere il contatto dell’EPS da<br />

tali fonti, riducendo così al minimo<br />

la possibilità di innescare un incendio<br />

(Baker G.B., 2002).<br />

Un ulteriore limite del polistirene<br />

<strong>espanso</strong>, oltre all’alta infiammabilità,<br />

risulta essere la velocità di combustione,<br />

rapidissima, e per la quale<br />

“…l’estinzione è impossibile” (Kruse<br />

H., Zucal A., 1996).<br />

Come isolanti sintetici, i prodotti in<br />

plastica e in particolare gli espansi<br />

sono quelli più pericolosi. Gli stessi<br />

fogli protettivi in alluminio, spesso<br />

utilizzati, hanno ragione di esserlo<br />

solo nella prima fase dell’incendio,<br />

mentre nelle fasi successive hanno<br />

una influenza negativa poiché<br />

aumentano la difficoltà di estinzione<br />

una volta che il materiale ha preso<br />

fuoco.<br />

Sono inoltre necessari particolari<br />

accorgimenti nella messa in opera<br />

di polistirene <strong>espanso</strong> sinterizzato<br />

nei solai alleggeriti prefabbricati in<br />

cemento armato e cemento armato<br />

precompresso.<br />

In caso di incendio, per conduzione,<br />

si ha un riscaldamento anche dell’aria<br />

presente nel polistirene che<br />

costituisce i blocchi di alleggerimento<br />

posti all’interno del manufatto:<br />

l’aumento di temperatura comporta<br />

un aumento della pressione<br />

che, combinato alla riduzione della<br />

resistenza del calcestruzzo, comporta<br />

pericolosi rigonfiamenti ed esplosioni<br />

come mostrato nella figura 33.<br />

Queste esplosioni avvengono nel

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