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Dossier WWF - Polistirene espanso - WWF Ricerche e Progetti

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piezza dell’onda termica esterna. Questo comporta due benefici sostanziali:<br />

- lo smorzamento rappresenta il rapporto tra l’ampiezza dell’onda termica<br />

interna e quello dell’onda termica esterna. Agisce come stabilizzatore<br />

delle condizioni di comfort interno ammortizzando, o meglio attenuando,<br />

le variazioni tra le condizioni climatiche interne ed esterne. Un buon<br />

smorzamento contribuisce a ridurre il dimensionamento dell’impianto<br />

termico (ovvero di condizionamento estivo) dell’abitazione;<br />

- lo sfasamento indica l’arco di tempo necessario all’onda termica per attraversare<br />

il componente edilizio. Rappresenta, quindi, la differenza di tempo<br />

che intercorre tra il momento in cui si ha la peggiore condizione esterna e<br />

quello in cui si ha la peggiore interna (minima temperatura notturna<br />

invernale; massimo irraggiamento estivo).<br />

Ad esempio, se la “massima punta termica estiva” si farà sentire all’interno<br />

dell’abitazione quando la temperatura esterna sarà inferiore rispetto all’interna,<br />

sarà possibile raffrescare l’ambiente attraverso una semplice ventilazione<br />

naturale. Nella figura 35 sono schematizzati la temperatura media<br />

esterna e il suo andamento nel tempo. È evidente come la temperatura più<br />

bassa si raggiunga alle due di notte e la più alta alle due del pomeriggio. Nel<br />

passaggio da esterno a interno, il cambiamento di temperatura dipende<br />

dalle caratteristiche tecniche della superficie di separazione.<br />

L’inerzia termica della struttura rappresenta, dunque, l’attitudine a ridurre<br />

(smorzamento) e ritardare (sfasamento) l’effetto delle sollecitazioni dinamiche<br />

esterne sul carico termico dell’ambiente interno.<br />

Solo nel caso in cui la superficie disperdente (l’involucro) non sia in grado di<br />

mantenere le condizioni di comfort interno, questo controllo potrà essere<br />

1. lana di vetro/roccia<br />

2. polistirene esp./estr.<br />

3. poliuretano<br />

spessore (cm)<br />

9<br />

4. sughero <strong>espanso</strong><br />

5. fibra di legno<br />

6. lana di lino<br />

[Trasmittanza 0,4 W/m 2 K]<br />

8 7 10 9 9<br />

1 2 3 4 5 6<br />

spessore (cm)<br />

[Sfasamento 9 ore]<br />

25<br />

26 21 15 9 24<br />

1 2 3 4 5 6<br />

XXVII<br />

demandato ad un impianto (riscaldatore o raffrescatore).<br />

Procedendo ad un confronto tra i diversi isolanti oggi disponibili sul mercato,<br />

in inverno ed in estate, si possono ricavare le seguenti conclusioni.<br />

Nel periodo invernale (fig. 36), gli isolanti offrono la possibilità con spessori<br />

ridotti di limitare le dispersioni di calore. Più è bassa la densità, minore è il<br />

valore di trasmittanza. Così risulta evidente che per raggiungere uno stesso<br />

valore di trasmittanza termica (ad esempio, 0,4 W/m 2 K), quanto più il materiale<br />

utilizzato presenta bassa densità, tanto più ridotto sarà lo spessore<br />

necessario all’ottenimento della prestazione richiesta.<br />

Tale comportamento è da favorire nei climi rigidi, dove è importante mantenere<br />

il caldo all’interno degli spazi abitati il più a lungo possibile, riducendo<br />

in questo modo i consumi energetici per il riscaldamento.<br />

Nel periodo estivo (fig. 37, fonte: http://www.naturalia-bau.it/i), alcuni dei<br />

materiali che risultano essere molto efficienti nella protezione dal freddo presentano,<br />

invece, basse prestazioni energetiche per quanto concerne il loro<br />

contributo ad assicurare idonee condizioni di comfort abitativo in estate.<br />

Come si evince dall’immagine, isolanti a struttura cellulare o fibrosa (lane<br />

minerali, polistirene <strong>espanso</strong>, poliuretano e lana di lino) necessitano di uno<br />

spessore molto elevato, rispetto a materiali più compatti (sughero o legno),<br />

per garantire uno sfasamento di 9 ore. Nei climi temperati, la condizione<br />

estiva è sicuramente la più problematica.<br />

Qui il parametro di riferimento è lo sfasamento a cui il materiale si relaziona<br />

attraverso la massa termica.“La massa ritarda l’onda termica in ingresso ad<br />

ore in cui è maggiore la necessità e stabilizza le temperature interne, esigenza<br />

questa assolutamente non presente nei climi estremi” (Stazi F. et al., 2008).<br />

1. lana di vetro/roccia<br />

2. polistirene esp./estr.<br />

3. poliuretano<br />

4. sughero <strong>espanso</strong><br />

5. fibra di legno<br />

6. lana di lino

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