Dossier WWF - Polistirene espanso - WWF Ricerche e Progetti
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XXXII _ L’uso del polistirene <strong>espanso</strong> in edilizia<br />
Materiale<br />
Lana di roccia<br />
Cellulosa<br />
Fibre di lino<br />
<strong>Polistirene</strong> <strong>espanso</strong><br />
Poliuretano <strong>espanso</strong><br />
λ<br />
[mW/(mK)]<br />
37<br />
40<br />
42<br />
29<br />
26<br />
ρ<br />
[kg/m 3 ]<br />
32<br />
32<br />
30<br />
20<br />
80<br />
UF<br />
[kg]<br />
1.184<br />
1.28<br />
1.26<br />
0.58<br />
2.08<br />
Spessore corrispondente<br />
[mm]<br />
Figura 46. Caratteristiche dei materiali (conducibilità λ, densità ρ) e unità funzionale<br />
in chilogrammi necessaria per fornire una resistenza termica di 1 m 2 K/W per un uso di<br />
50 anni.<br />
quale sia la modalità di affrontare la<br />
questione ambientale, seppure nell’ambito<br />
della promozione commerciale.<br />
Coloro i quali operano per la qualità<br />
ambientale dell’edilizia hanno bisogno<br />
di avere informazioni oggettive<br />
e non interpretazioni tendenziose,<br />
di capire i limiti del prodotto per<br />
poterne ottimizzare l’impiego, per<br />
predisporre quelle soluzioni che ne<br />
permettano una appropriata utilizzazione.<br />
Una promozione commerciale che<br />
non affronti adeguatamente queste<br />
richieste mostra un uso strumentale<br />
dei temi ambientali, la loro marginalità<br />
nell’operato delle aziende,<br />
l’esclusività dell’interesse a promuovere<br />
comunque il prodotto.<br />
Questo atteggiamento va a scapito<br />
della qualità della comunicazione e<br />
pone in pessima luce la produzione<br />
intera aumentando la preoccupazione<br />
da parte degli operatori sulla<br />
effettiva consapevolezza ambientale<br />
e sociale delle aziende coinvolte e<br />
sulla loro capacità di interagire positivamente<br />
con questi delicatissimi<br />
aspetti.<br />
Di seguito viene svolto un rapido<br />
approfondimento dell’opuscolo<br />
citato.<br />
Il titolo “Quello che ti hanno detto su<br />
di lui fino ad oggi sono tutte palle”<br />
adotta un linguaggio spiccio, anche<br />
simpatico, ma che ipotizza come<br />
scontato che l’insieme delle notizie<br />
date dagli altri siano tutte errate e<br />
che finalmente, attraverso il documento,<br />
si possa accedere ad una<br />
corretta informazione. Inoltre, campeggia<br />
la rivelazione:“la verità è che<br />
hai un benefattore sconosciuto”.<br />
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40<br />
42<br />
29<br />
26<br />
Trasferire la denominazione di<br />
“benefattore” ad un materiale implica<br />
una consapevolezza che non è<br />
propria di una sostanza. Sarebbe<br />
altresì importante capire chi beneficia<br />
ed in quali circostanze.<br />
L’aggettivo “sconosciuto”, vista anche<br />
l’ampia diffusione, non appare congruo<br />
al prodotto in questione.<br />
“Questo materiale, ben lontano dall’essere<br />
nocivo, sa rendersi utile in tanti<br />
modi, uno più essenziale dell’altro”.<br />
È in questa dichiarazione che si rintracciano<br />
le motivazioni della non<br />
conoscenza. È sconosciuta, infatti, la<br />
sua nocività; di fatto, la comunità<br />
scientifica rimanda ad un principio<br />
di “precauzione” nei confronti di<br />
questo materiale. Proseguendo la<br />
lettura:“…sa rendersi utile in tanti<br />
modi, uno più essenziale dell’altro”.<br />
Anche in questo caso, il polistirene<br />
<strong>espanso</strong> viene raccontato come<br />
risolutore di ogni problema; sarebbe<br />
più opportuno dire che esso trova<br />
“applicazione in tanti modi”, ma non<br />
che possa essere utile allo stesso<br />
modo in ogni circostanza: i dati<br />
mostrano che ci possono essere<br />
sempre soluzioni dal minor impatto<br />
ambientale e dall’efficienza prestazionale<br />
più congrua al contesto.<br />
Con riferimento al corredo grafico,<br />
poi, l’immagine di una volpe, presente<br />
nella prima pagina dell’opuscolo,<br />
si inserisce nel continuo<br />
rimando alla naturalità di cui il<br />
depliant è ricco, ma ne considera<br />
impropriamente i caratteri che ad<br />
essa sono attribuiti nei luoghi<br />
comuni della cultura, come la furbizia:“il<br />
polistirene <strong>espanso</strong> è proprio<br />
un’idea furba: è atossico, non contiene<br />
né CFC, né HCFC…”. Composti a base<br />
di CFC e HCFC sono stati adoperati<br />
come agenti espandenti per molti<br />
anni ed oggi sorgono forti problemi<br />
ambientali nel recupero e riutilizzo<br />
dei prodotti che ne hanno fatto uso;<br />
di conseguenza, considerando le<br />
produzioni del passato e le ricadute<br />
sul lungo periodo, non pare un<br />
atteggiamento particolarmente<br />
“furbo”. L’esperienza acquisita non<br />
pone alcun dubbio sulla necessità di<br />
una maggiore attenzione rispetto<br />
alle sostanze attualmente contenute<br />
nel materiale, come se il passato<br />
non potesse tornare, soprattutto<br />
quando uno si comporti con la<br />
medesima disavvedutezza.<br />
“…ed ha un ottimo rapporto<br />
costi/prestazioni”. In riferimento al<br />
rapporto costi/prestazioni, il polistirene<br />
<strong>espanso</strong> mira ad evidenziare<br />
precise peculiarità che, applicate<br />
nello specifico al settore edilizio,<br />
non si relazionano in modo organico<br />
a tutte le variabili, mentre alcune<br />
di queste vengono completamente<br />
trascurate.<br />
“Piace alla natura”. Anche in questo<br />
caso, una sensazione umana addebitata<br />
al sistema a cui l’uomo afferisce<br />
appare più una appropriazione marcatamente<br />
pubblicitaria che una<br />
corretta riflessione.<br />
“Non presenta alcun rischio per la<br />
salute, perché non rilascia sostanze<br />
nocive”. Il polistirene <strong>espanso</strong>, come<br />
precedentemente visto, deriva da<br />
processi produttivi fortemente energivori<br />
e utilizza sostanze altamente<br />
instabili la cui pericolosità, sull’ambiente<br />
e sulla salute dell’uomo, è<br />
riconosciuta a livello normativo,<br />
tanto che obbliga a misure di prevenzione<br />
e salvaguardia decisamente<br />
restrittive.<br />
In edilizia, il polistirene <strong>espanso</strong>, in<br />
particolare nel suo uso come materiale<br />
isolante, non rilascia sostanze<br />
nocive, ma la comunità scientifica<br />
ha manifestato forti dubbi sulla sua<br />
salubrità a contatto con altre<br />
sostanze.<br />
“È fatto al 98% di aria”. Tale peculiarità<br />
deriva dall’utilizzo di agenti<br />
espandenti (“pentano”, idrocarburo<br />
gassoso) la cui salubrità è anch’essa<br />
fortemente messa in dubbio dalla<br />
comunità scientifica.<br />
“Sa rigenerarsi”: la dizione è senz’altro<br />
sbagliata. Un organismo vivente<br />
sa rigenerarsi, comunque sempre<br />
attraverso processi di scambio di<br />
energia. Un materiale si ricicla, si<br />
riusa, e questo avviene attraverso<br />
precisi processi produttivi, con<br />
impegno di energia aggiuntiva,<br />
impatti ambientali e la perdita di<br />
quantità di materia. Il fatto che sia<br />
riciclabile al 100% non implica che<br />
riciclando cento parti di polistirene<br />
si ricavino di nuovo 100 parti. Con<br />
riferimento all’edilizia, la difficoltà<br />
dello smontaggio delle costruzioni<br />
al termine della loro vita utile, e<br />
della differenziazione della raccolta<br />
che attualmente caratterizza il settore,<br />
e le condizioni in cui il polistirene<br />
si trova dopo decine di anni trascorsi<br />
nelle strutture edilizie, suggeriscono<br />
che sarebbe maggiormente<br />
opportuno riferirsi a processi di<br />
smaltimento le cui problematiche<br />
sono già a carico delle comunità e<br />
graveranno inevitabilmente sulle<br />
generazioni future.