Dossier WWF - Polistirene espanso - WWF Ricerche e Progetti
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XXVIII _ L’uso del polistirene <strong>espanso</strong> in edilizia<br />
Materiale<br />
Inerti<br />
Mattoni pieni<br />
Legno clima temperato<br />
Cemento<br />
Ceramiche vetrificate<br />
Vetro<br />
Pittura ad acqua<br />
Alluminio riciclato al 100%<br />
Polivinilcloruro PVC<br />
<strong>Polistirene</strong> <strong>espanso</strong><br />
Alluminio<br />
caso in cui, in fase di posa in opera<br />
del solaio, non vengano predisposti<br />
degli appositi sfoghi (come da<br />
norma UNI 9502/2001, art. 7.2.2, e<br />
D.M. 16 febbraio 2007, allegato D-<br />
D.5.1) che permettono la fuoriuscita<br />
dei gas provocati dalla sublimazione<br />
del polistirolo <strong>espanso</strong> sinterizzato<br />
ad alta temperatura (fig. 34, Franchi<br />
A., 2007).<br />
Uno studio condotto da una compagnia<br />
di assicurazioni internazionale<br />
(FM Global, USA) ha analizzato circa<br />
dieci anni di dati e mostrato chiaramente<br />
un aumento dei danni causati<br />
dal fuoco da parte dei materiali<br />
plastici da costruzione (Battrick,<br />
2001). Analisi più dettagliate<br />
mostrano che in circa 1/4 dei 70 casi<br />
di incendio analizzati erano stati utilizzati<br />
pannelli con isolante di origine<br />
sintetica per la coibentazione<br />
dell’edificio (http://epsfiretruth.blog<br />
spot.com).<br />
Non è un materiale socialmente<br />
sostenibile<br />
Il polistirene è un materiale non<br />
connesso ai luoghi, non collegato<br />
con specifiche soluzioni tecnologiche<br />
scaturite dall’interpretazione<br />
delle condizioni ambientali locali.<br />
Quella che è una delle maggiori<br />
motivazioni di mercato – l’essere<br />
utilizzabile in qualunque contesto –<br />
diviene uno degli elementi di maggiore<br />
delicatezza sociale: la sua<br />
indifferenza al contesto contribuisce<br />
alla perdita delle capacità tecniche<br />
diffuse, alla uniformazione delle<br />
soluzioni e quindi all’omogeneizzazione<br />
delle stesse.<br />
Queste condizioni riducono di specificità<br />
l’organismo edilizio che<br />
perde connotati e identità locali, ma<br />
consumo in kWh/kg<br />
0,03<br />
0,79 (circa 26 volte maggiore)<br />
0,83 (circa 28 volte maggiore)<br />
1,94 (circa 65 volte maggiore)<br />
2.78 (circa 93 volte maggiore)<br />
5.28 (circa 26 volte maggiore)<br />
5.56 (176 volte maggiore)<br />
6.39 (circa 213 volte maggiore)<br />
22.22 (circa 740 volte maggiore)<br />
7.78 (926 volte maggiore)<br />
59.72 (circa 1991 volte maggiore)<br />
Figura 38. Valutazione energetica dei materiali (rielaborazione dei dati contenuti in<br />
G. Longhi, 2003).<br />
anche allontanano la considerazione<br />
delle condizioni naturali quale<br />
elemento di progettazione degli<br />
edifici.<br />
Il prodotto fa perdere capacità tecnica,<br />
contribuisce a rendere la fase<br />
di cantierizzazione un mero montaggio<br />
di elementi sempre simili a<br />
se stessi, sminuisce quindi la cultura<br />
locale.<br />
Risulta evidente che tale critica non<br />
può essere rivolta solo al materiale,<br />
né esclusivamente ai suoi produttori,<br />
ma anche agli utilizzatori (progettisti,<br />
imprese, cittadini) che, partendo<br />
dalla facile reperibilità, basso<br />
costo, semplicità ed economicità,<br />
unite alla mancanza di una consapevolezza<br />
diffusa sul suo “peso<br />
ambientale”, adoperano il materiale<br />
anche nei casi in cui sussistono soluzioni<br />
molto più adeguate.<br />
“La compatibilità ambientale di un<br />
edificio va verificata non solo in base<br />
al consumo dei materiali impiegati,<br />
ma anche in funzione della quantità<br />
di energia contenuta, da intendersi in<br />
termini di consumo energetico di ogni<br />
singolo materiale in ogni fase (del suo<br />
ciclo vita).<br />
È evidente che più è alto il contenuto<br />
energetico di un materiale, minore è<br />
la sua compatibilità ambientale in<br />
quanto l’energia incorporata (Gallo<br />
C., 2000) è proporzionale alla quantità<br />
di anidride carbonica immessa nell’atmosfera,<br />
principale responsabile<br />
dell’effetto serra e del conseguente<br />
riscaldamento del pianeta” (Bovati<br />
M., 2000).<br />
L’uso di soluzioni non adeguate<br />
contribuisce alla dequalificazione<br />
dell’edificio e quindi alla riduzione<br />
delle prestazioni funzionali delle<br />
Figura 39. Andamento<br />
dell’energia spesa (GER)<br />
all’aumentare della<br />
percentuale di EPS riciclato<br />
immesso nel processo<br />
produttivo.<br />
Figura 40. Andamento del<br />
GWP 100 all’aumentare della<br />
percentuale di EPS riciclato<br />
immesso nel processo<br />
produttivo.<br />
abitazioni, degli insediamenti e della<br />
qualità della vita degli individui.<br />
Confermata la necessità di perseguire<br />
un significativo risparmio energetico<br />
negli edifici, questa azione può<br />
essere svolta utilizzando semplicisticamente<br />
dei materiali isolanti, oppu-<br />
Energia spesa MJ/kg<br />
GWp [kg CO 2 -eq./kg]<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
4<br />
3,5<br />
3<br />
2,5<br />
2<br />
1,5<br />
1<br />
0,5<br />
0<br />
Condizioni standard<br />
45,6 MJ/kg<br />
31<br />
re affrontando in maniera sistemica<br />
il problema e quindi considerando<br />
la possibilità di realizzare organismi<br />
edilizi di maggiore qualità complessiva,<br />
connessi ai luoghi, dove al<br />
risparmio energetico locale corrisponda<br />
un risparmio dell’intero<br />
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100<br />
% Riciclato<br />
Condizioni standard<br />
3,5 kg CO 2 -eq./kg<br />
2,3<br />
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100<br />
% Riciclato<br />
12<br />
0,9