Un adulto chiamato Capo Parte II - Agesci
Un adulto chiamato Capo Parte II - Agesci
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Il coraggio di educare<br />
Pensare e agire con lo sguardo alla generazione futura, pronti a partire ogni<br />
giorno, senza paura e senza preoccupazione - questo è il comportamento che<br />
praticamente ci viene imposto e che non è facile, ma necessario, mantenere con<br />
coraggio. Gli educatori, Capi dell’<strong>Agesci</strong>, sono immersi e partecipi di queste<br />
situazioni, vivono anch’essi il dubbio, le contraddizioni, la fatica di “capire” e di<br />
essere coerenti. Potrebbero, legittimamente, essere tentati di rinunciare al proprio<br />
compito di educatori e potrebbero scegliere la strada, apparentemente rispettosa e<br />
intelligente, di sostituire l’educazione con un accompagnamento silente e discreto,<br />
amichevole e affettuoso verso i giovani a loro affidati rinunciando a proporre scelte,<br />
valori, stile di comportamento, come invece è chiesto da una vera proposta educativa.<br />
Questo nodo è ineluttabile: non c’è educazione senza proposta di valori, non c’è<br />
proposta autentica di valori senza speranza verso il futuro. Lo scautismo è una grande<br />
scuola in questo impegno. Esso crede nell’Uomo e crede nella possibilità di educare<br />
il suo carattere, il suo cuore, le sue scelte.<br />
Le grandi contraddizioni dell’epoca attuale, che all’inizio ho evidenziato, possono<br />
trovare soluzione soltanto partendo da persone nuove, che sappiano e vogliono<br />
mettersi al servizio del Bene in un atteggiamento di disponibilità alla volontà di Dio e<br />
di seria preparazione delle proprie capacità. I valori espressi con chiarezza e<br />
semplicità nella Legge Scout sono i valori che un capo propone ai suoi ragazzi: la<br />
lealtà, il senso di responsabilità, la cortesia e lo spirito di servizio, la sobrietà, la<br />
chiarezza e linearità dei comportamenti.<br />
<strong>Un</strong> capo non deve avere paura nel proporli con forza e convinzione ai ragazzi<br />
sapendo che questo non è solo il migliore servizio che può offrire loro, ma è anche un<br />
grande impegno di valore politico e sociale. L’umanità ha oggi bisogno di persone<br />
che sappiano e vogliano sperare in un futuro migliore e abbiano il coraggio di<br />
indicare ai giovani la strada della solidarietà, della giustizia, della linearità dei<br />
comportamenti, seminando la fiducia anche quando questa sembrerebbe poco<br />
giustificata. Non vi sarà futuro qualitativamente migliore se lo affideremo soltanto<br />
allo sviluppo tecnologico, a una più sofisticata professionalità, a una indiscriminata<br />
esuberanza produttiva, a un più ampio orizzonte geografico, ma non lo sapremo<br />
animare con un diverso spirito: con una più forte ossatura morale.<br />
Educare, avere il coraggio di educare, è partecipare di questo impegno, è<br />
assumersi responsabilità con i rischi che questo comporta. Ciò esige “coraggio civile”<br />
e fede in Dio, in quel Dio che, sa venire a capo non solo delle nostre supposte buone<br />
azioni ma anche dei nostri errori e delle nostre manchevolezze quando sono<br />
espressione delle nostre rette intenzioni e delle nostre azioni responsabili.<br />
Giancarlo Lombardi, R/S Servire, 2003, n.1, pp.47-50