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Un adulto chiamato Capo Parte II - Agesci

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direzione»). Per quanto riguarda il modo di operare, le tre forme suggerite da B.-P.<br />

sono tipicamente non-direttive:<br />

- l’educazione attraverso l’esempio o, come si direbbe oggi, attraverso la<br />

testimonianza del <strong>Capo</strong> «la nostra educazione è basata soprattutto sull’esempio»»;<br />

«ciò che fa il <strong>Capo</strong>, fanno i ragazzi; il <strong>Capo</strong> si riflette nei suoi Scouts»;<br />

- l’ascolto del ragazzo: « quando siete incerti sulla proposta educativa da fare al<br />

ragazzo, risparmierete tempo, preoccupazioni, pensieri e vista se, invece di studiare<br />

trattati di psicologia, consulterete la più alta autorità in merito, ossia lo stesso ragazzo<br />

»;<br />

- l’attenzione ai bisogni del singolo: «perché preoccuparsi dell’educazione della<br />

persona? Perché è la sola forma di educazione possibile»; «ciascun caso deve essere<br />

trattato differentemente, facendo appello alla conoscenza personale che il <strong>Capo</strong> ha del<br />

temperamento, dell’età e del carattere del ragazzo»; «non serve assolutamente a<br />

niente predicare la Legge scout o proclamarla ad un gruppo di ragazzi come una serie<br />

di ordini da eseguire: la mentalità di ciascuno richiede una spiegazione particolare; è<br />

qui che entrano in gioco la personalità e la capacità del <strong>Capo</strong> ».<br />

(<strong>Un</strong> ulteriore antidoto contro la direttività è nello stesso principio-base dello<br />

scautismo: imparare da sé, imparare dal proprio entusiasmo, imparare dai propri<br />

sbagli).<br />

Tutto ciò che abbiamo detto si riferisce al ruolo dell’educatore scout in quanto<br />

tale. B.-P. non dà, nei suoi manuali, un profilo delle qualità del <strong>Capo</strong> in genere, del<br />

leader. Peraltro quando era già avanti negli anni - andava allegramente verso gli 80 -<br />

si provò a tracciare tale profilo, e individuò nel <strong>Capo</strong> quattro punti essenziali:<br />

- fede: deve avere una fiducia sconfinata nella giustezza della sua causa;<br />

- personalità: deve possedere una personalità energica e vivace, capace di simpatia<br />

ed amichevole comprensione per i suoi seguaci;<br />

- fiducia in se stesso: deve aver quella fiducia in se stesso che deriva dalla propria<br />

conoscenza del mestiere;<br />

- coerenza: deve essere il primo a mettere in pratica ciò che predica.<br />

C’è tuttavia un’ulteriore dote che B.-P. ha sempre chiesto al <strong>Capo</strong>: l’umiltà.<br />

Umiltà nel giocare il gioco al suo posto: sei portiere, non voler essere terzino, o<br />

attaccante, o fare da arbitro. E nel giocarlo secondo le regole: non puoi accettarle solo<br />

finché ti vanno bene o finché vinci.<br />

Mario Sica, R/S Servire 1984, n.1/2, pp.33-34

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