1 - Mondadori Education
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Lessico 1<br />
Le parole della scuola<br />
A partire dai cinque anni, il bambino romano diventava discipulus,<br />
“allievo”: a quell’età, infatti, egli iniziava a discĕre,<br />
“imparare”, – osserva che disc-ipulus e disc-ere derivano<br />
dalla medesima radice – andando a scuola, ludus. Ludus,<br />
propriamente, significa “gioco”, ed è un termine che ci dice<br />
molto del modo in cui i Romani intendevano la scuola: si<br />
trattava di un’attività fine a se stessa, qual è per l’appunto<br />
anche il gioco, un’attività che era chiamata anche – con termine<br />
da cui è poi derivato quello italiano – schola, da una<br />
parola greca che indica il “tempo libero” che, appunto, si<br />
trascorreva lontano dalla vita e dagli affari pubblici.<br />
Ad accompagnare a scuola il bambino era il paedagogus,<br />
lo schiavo che, come già sappiamo, si preoccupava anche<br />
della sua educazione. L’istruzione di base del discipulus,<br />
corrispondente alla nostra “scuola elementare”, era affidata<br />
al ludi magister, “maestro di scuola”, che aveva il<br />
compito di docēre, “insegnare”. Il magister era chiamato<br />
anche, in modo più preciso, litterator: come rivela il suo<br />
stesso nome, il litterator insegnava ai suoi allievi le litterae,<br />
ossia propriamente le lettere dell’alfabeto e, più in<br />
generale, tutti i rudimenti dell’istruzione: legĕre, “leggere”;<br />
scribĕre, “scrivere”; e rationem ducĕre, “fare i conti”.<br />
Inoltre – poiché il termine litterae indica anche la “letteratura”<br />
– il litterator aveva anche il compito di far conoscere<br />
ai suoi discipuli alcune famose opere letterarie, e inoltre<br />
poesie, leggi, aforismi, che venivano in genere imparati<br />
ars, artis, f.: arte; abilità in qualcosa;<br />
professione<br />
codex, -ĭcis, m.: tronco d’albero;<br />
tavoletta per scrivere; libro<br />
discipulus, -i, m.: allievo<br />
disco, -is, didĭci, -ĕre: imparo<br />
doceo, -es, docui, doctum, -ēre: insegno<br />
eloquentia, -ae, f.: eloquenza, arte del<br />
parlare bene<br />
grammatica, -ae, f.: grammatica; il<br />
complesso dei testi letterari, nella loro<br />
forma e nel loro contenuto.<br />
grammaticus, -i, m.: maestro di<br />
grammatica<br />
ius, iuris, n.: diritto<br />
lego, -is, legi, lectum, -ĕre: leggo<br />
liber, -bri, m.: libro<br />
litterae, -arum, f. pl.: lettere<br />
dell’alfabeto; letteratura<br />
litterator, -ōris, m.: maestro; letterato<br />
ludi magister, -stri, m.: maestro di scuola<br />
ludus, -i, m.: scuola; gioco<br />
memoriae mandare: imparare a memoria<br />
oratoria, -ae: arte di comporre un<br />
discorso<br />
a memoria (memoriae mandare). La memoria serviva a<br />
tramandare un testo alle generazioni successive, dal momento<br />
che i libri erano rarissimi e molto costosi; l’unica<br />
cosa di cui i ragazzi disponevano per prendere appunti<br />
era il codex, propriamente “tronco d’albero” e più genericamente<br />
“tavoletta”, ricoperta da uno strato di cera (e per<br />
questo detta tabula cerata). Su di essa si scriveva con una<br />
specie di penna, lo stilus.<br />
Terminata a undici anni l’istruzione primaria, i figli maschi<br />
delle famiglie più benestanti (non le femmine, che iniziavano<br />
a prepararsi per il matrimonio) si recavano dal grammaticus,<br />
“maestro di grammatica”, che aveva il compito di<br />
insegnare loro la grammatica ossia – il termine latino ha<br />
un significato molto diverso dal suo corrispettivo italiano<br />
– il complesso dei testi letterari, nella loro forma e nel loro<br />
contenuto.<br />
Dopo i quindici anni, poi, i ragazzi avviati alla carriera politica<br />
frequentavano il rhetor, esperto di rhetorica; la rhetorica<br />
era una scienza complessa, che abbracciava tutto ciò<br />
che riguardava l’eloquentia, l’arte del parlare bene: un’ars<br />
che era evidentemente indispensabile al futuro uomo pubblico<br />
e politico, chiamato a persuadēre, “persuadere”, i suoi<br />
ascoltatori; e che si avvaleva pertanto anche di altre materie<br />
la cui conoscenza fosse indispensabile alla persuasione,<br />
come la philosophia, la oratoria, “arte di comporre un discorso”,<br />
e il ius, “diritto”.<br />
paedagogus, -i, m.: pedagogo<br />
persuadĕo, -es, suasi, suasum, -ēre:<br />
persuado, convinco<br />
philosophia, -ae, f.: filosofia<br />
rationem ducĕre: fare di conto<br />
rhetor, -ŏris, m.: retore, maestro di<br />
eloquenza<br />
rhetorica, -ae, f.: retorica, arte del dire<br />
schola, -ae, f.: scuola; tempo libero<br />
dedicato allo studio<br />
scribo, -is, scripsi, scriptum, -ĕre: scrivo<br />
stilus, -i, m.: stilo, cannuccia per scrivere<br />
tabula cerata: tavoletta per scrivere<br />
Tre delle quattro parole elencate per ciascun gruppo derivano dal medesimo verbo latino; aiutandoti<br />
eventualmente con un dizionario, individua questo verbo, specificando il valore di ciascuno dei termini da esso<br />
derivati, e cancella la parola intrusa.<br />
1. dottore, dotato, dottrina, docente …………………………………………<br />
2. disciplina, discepolo, discorso, discente …………………………………………<br />
3. leggenda, leggero, lettura, lezione …………………………………………<br />
4. scrigno, scrivania, scrittore, scriba …………………………………………<br />
• octoginta unus • 81<br />
UNItà<br />
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