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INSEGNE E SIMBOLI. ARALDICA PUBBLICA E PRIVATA ...

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Il Maigne, il Gourdon de Genouillac, il Révérend, G. di Crollalanza<br />

ed altri hanno trattato delle insegne delle dignità e cariche<br />

adottate da Napoleone per gli stemmi. Ma si trattò di una araldica<br />

ben diversa dalla precedente. Innanzitutto furono costituiti pochissimi<br />

feudi, ma certi predicati - come «Duca di Lodi» e simili - ebbero<br />

per lo più soltanto valore onorifico. Inoltre i titoli e gli stemmi spettavano<br />

solamente alla persona investita, non ai successori, salvo i rari<br />

casi dell'istituzione di un maggiorascato, di cui parleremo, e questa fu<br />

una innovazione decisiva. Ogni stemma era dotato di un capo ma<br />

sempre di un «canton franco » della dignità del titolare, detto anche<br />

«quarto franco » (ma quest'ultimo ha maggiori dimensioni) posto sull'angolo<br />

destro, in alto, dello scudo, ovvero a sinistra. Inoltre l'eventuale<br />

cambio di carica e di dignità della medesima persona comportava<br />

pure la sostituzione delle insegne di carica, militari, civili, ecclesiastiche,<br />

giudiziarie o d'altro genere. In luogo delle corone dei titolati<br />

dell'antico regime furono adottati tocchi piumati, di colori diversi<br />

e con vario numero di piume, secondo i gradi.<br />

Le città sovrapposero al proprio scudo antico un capo rosso caricato<br />

da tre api d'oro con corona muraria turrita, se erano di prima<br />

categoria, un canton franco a destra, azzurro caricato dalla N d'oro<br />

sormontata da una stella a sei punte pure d'oro, se erano di seconda,<br />

quelle della terza un canton franco a sinistra, rosso, caricato da una<br />

N e da una stella d'argento.<br />

L'araldica napoleonica durò otto anni, dal 1806 al 1814, pertanto<br />

non potè assumere un ruolo efficace e duraturo nella vita sociale.<br />

I titolari che avessero voluto rendere ereditario il proprio titolo<br />

dovevano costituire un maggiorascato inalienabile, con beni immobili<br />

o titoli di Stato. Ma pochi poterono farlo, anche per la rapida fine<br />

dell'impero.<br />

Codeste insegne d'onore e di dignità furono in parte unite agli<br />

antichi stemmi di famiglie già nobilitate da dinastie antecedenti (ma<br />

furono tolte le aquile monocipiti o bicipiti del sacro romano Impero,<br />

i gigli di Francia e altri simboli). Per coloro che non avevano uno<br />

stemma, si provvide a concessioni ex nova. In tal modo l'araldica,<br />

soppressa dalla Rivoluzione, riviveva, però con forme in parte nuove.<br />

L' « Elenco generale » delle nuove titolature conferite nel regno<br />

i tali co risulta da atti dell'Archivio di Stato di Milano 4. In tale elenco<br />

non si trovano ovviamente, i titoli del Regno d'Etruria e del Regno di<br />

Napoli, ma mancano persino certi nobili bresciani (ad es. Leonardo<br />

Martinengo, ciambellano).<br />

Conviene altresì notare che non tutti gli antichi titoli furono riesumati<br />

dal Buonaparte: vennero esclusi quelli di marchese, di visconte,<br />

di nobile. Inoltre, essendo le titolature non trasmissibili (salvo<br />

con la erezione di un « maggiorascato ») anche gli stemmi erano<br />

strettamente personali e sempre forniti dell'emblema o simbolo della<br />

carica; per conseguenza ad ogni cambiamento di dignità o di fun-<br />

752<br />

4 ASMi, Atti di Governo, Araldica, p. m. cart. 2, fase. 8.<br />

zione il dignitario doveva far sostituire il vecchio simbolo da uno<br />

nuovo poiché i discendenti non avendo quasi mai le cariche dei padri,<br />

non potevano evidentemente succedere nelle qualifiche e nelle insegne<br />

relative.<br />

Insomma l'imperatore non volle, salvo rare eccezioni, costituire<br />

una classe privilegiata ereditaria, bensì_ conferire a personalità, ad alti<br />

funzionari, ai grandi ufficiali dello Stato, persino ad ecclesiastici (ogni<br />

arcivescovo era conte, ogni vescovo barone) una « dignitas » un titolo<br />

onorifico personale e strettamente legato alla carica. Ed in ciò consiste,<br />

istituzionalmente, la differenza sostanziale fra le titolature napoleoniche<br />

e la vecchia nobiltà, titolata o no.<br />

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"'<br />

48. - Insegne e szmbolz.<br />

d:1 '0()<br />

Bandiera dell'Ordine della Corona Ferrea.<br />

753

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