Alessandro Soddu - Paolo
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I PÁPEROS (“POVERI”) NELLA SARDEGNA GIUDICALE (XI-XII SECOLO) ...<br />
Quanto alla qualifi ca di donnu (“signore”), spettante al giudice, alla sua famiglia<br />
e ai majorales, questa viene attribuita nelle fonti solamente ai predetti Jorgia e<br />
Gosantine de Mularia 193 , mentre negli altri due casi documentati si fa riferimento<br />
non al titolo “nobiliare” bensì al dominium (peraltro collettivo) esercitato sui servi,<br />
ovvero donnos assume il signifi cato di “proprietari” 194 , facendo cadere, dunque,<br />
la caratterizzazione di “signori poveri” (donnos paperos) sulla quale si è a lungo<br />
dibattuto.<br />
Occorrerebbe rifl ettere, invece, su chi utilizzi il termine paperos nelle fonti: gli<br />
autori, sardi e non, dei condaghes di Silki e Salvennor 195 , i giudici di Arborea (Nibata;<br />
Costantino) e di Cagliari (Mariano-Torchitorio), a conferma della peculiarità locale<br />
dell’espressione, che non è mai utilizzata dagli stessi appartenenti a questo gruppo.<br />
In merito poi all’alterità etnica evocata da Giulio Paulis, secondo cui<br />
l’appellativo avrebbe caratterizzato, in epoca bizantina, l’elemento indigeno sardo,<br />
in contrapposizione ai detentori del potere, trasferendosi successivamente alle nuove<br />
élites giudicali 196 , ciò ammetterebbe implicitamente un’identifi cazione tra paperos e<br />
majorales (e tra questi anche i giudici), smentita dalle stesse fonti 197 .<br />
Il termine paperos indica non solo un gruppo sociale dai connotati più o meno<br />
precisati, ma è innanzitutto un soggetto giuridicamente defi nito nell’ambito di<br />
negozi o di liti (kertos), incentrati prevalentemente sulla spartizione della manodopera<br />
servile (evidentemente non così abbondante, se ne veniva effettuata una sistematica<br />
parcellizzazione) 198 . Dato, infatti, il carattere probatorio riconosciuto ai condaghes<br />
in sede di giudizio 199 , che valore poteva avere l’esibizione di una carta in cui la<br />
controparte era genericamente defi nita paperos? 200 Oppure bisogna pensare che tale<br />
dicitura tradisca un uso per così dire “interno” del condaghe da parte dei titolari<br />
delle abbazie? Per contro, vi sono numerosi casi in cui vengono specifi cati nomi e<br />
193. CSPS, schede 37-38.<br />
194. CSPS, schede 34 e 297. Per il signifi cato di donnu = “padrone, proprietario” cfr., ad esempio,<br />
CSPS, schede 32, 47, 95, 109, 222; CSNT, schede 15, 68, 288, 303, 306, 331-332 e Glossario,<br />
p. 204.<br />
195. Esplicitamente, in CSPS (schede 25, 34, 43, 65), Petru Iscarpis, il vescovo Giorgio Maiule,<br />
Petru Canbella; in CSMS (scheda 189), l’abate Bernardo.<br />
196. Cfr. G. PAULIS, Lingua e cultura nella Sardegna bizantina cit., p. 108.<br />
197. Piuttosto, appare enigmatico il riferimento ai sardos in due schede del condaghe di S. Pietro<br />
di Silki, quali controparte del monastero in altrettante spartizioni di servi: CSPS, schede 28 e 32<br />
(databili intorno al 1065).<br />
198. Talvolta si segnala una comunanza di interessi tra paperos e vescovi nelle relazioni con il<br />
monastero di S. Pietro di Silki: cfr. CSPS, schede 339 e 297.<br />
199. Cfr. ad esempio CSPS, schede 79, 95, 99, 245.<br />
200. Gli unici casi in cui permanga la vaghezza sono in CSPS, schede 25 e 65, cronologicamente<br />
distanti, relative al rapimento di serve, peraltro con lo stesso cognome (De Funtana); CSMS, scheda<br />
189, riguardante il matrimonio illecito di due servi.<br />
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