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PCB Magazine n.6 - GIUGNO 2012<br />

SPECIALE: ESD<br />

IL SOLE <strong>24</strong> ORE S.p.A. - Sede operativa - Via Carlo Pisacane 1, ang. SS Sempione - 20016 PERO (Milano) - Rivista mensile, una copia € 5,00<br />

LA PRIMA RIVISTA ITALIANA SUI CIRCUITI STAMPATI<br />

LEGGI PCB SFOGLIABILE<br />

E SEGUICI SU<br />

TWITTER<br />

n.6<br />

GIUGNO 2012


Nordson Asymtek SL940E<br />

Sistema di conformal coating<br />

Ersa Versaflow 3/45<br />

Saldatrice selettiva<br />

Panasonic NPM<br />

Pick & Place modulari<br />

Nikon XTV160<br />

Ispezione a raggi-x<br />

<br />

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<br />

<br />

CyberOptics QX500<br />

Ispezione ottica<br />

automatica<br />

Ersa Versaprint S1<br />

Serigrafica con<br />

ispezione al 100%<br />

Ersa IR/PL650<br />

Sistema di rework<br />

per IC, BGA, QFN<br />

CyberOptics QX100<br />

Ispezione ottica<br />

da banco


Disaffezione per la politica, malcontento generale,<br />

sacrifici su tutta la linea, austerità e crescita limitata.<br />

Sono argomenti che colpiscono quotidianamente il<br />

nostro Paese, argomenti che stanno diventando una<br />

norma, un’abitudine. Un po’ come durante gli anni<br />

del terrorismo, quando non si badava più (o quasi)<br />

a quello che succedeva ogni giorno, aspettando il<br />

domani quasi con rassegnazione.<br />

Tutti stanno facendo i conti con il momento difficile:<br />

l’Europa che non riesce a liberarsi dalle sabbie mobili<br />

di una crisi recessiva grave e preoccupante, gli Stati<br />

Uniti con una crescita che stenta, la stessa Cina, che<br />

ha rivisto il suo target di crescita del PiL al 7,5%,<br />

ben lontano ormai dai mitici valori superiori all’8%<br />

degli ultimi anni.<br />

Lo scenario dell’economia globale contribuisce a<br />

limitare gli entusiasmi anche dei più ottimisti. E se<br />

guardiamo la situazione dalla piccola prospettiva<br />

del campo di cui siamo la voce, quello dell’elettronica<br />

industriale, dei circuiti stampati, delle macchine<br />

d’assemblaggio, la situazione appare anche più<br />

complessa, perché più difficilmente interpretabile.<br />

Fra le aziende che non riescono a decollare per<br />

la stretta creditizia, a quelle che si trovano a<br />

navigare a vista fra stipendi da pagare, contratti<br />

che evaporano e pressione fiscale senza paragoni,<br />

alle (poche) aziende più fortunate che - basando le<br />

proprie strategie sull’export - conoscono invece un<br />

momento di tenuta, è complicato, se non impossibile,<br />

delineare per l’Italia dell’elettronica un quadro<br />

chiaro della situazione.<br />

Una cosa è comunque certa: anche nel settore<br />

dell’elettronica è difficile fare impresa in Italia.<br />

Come per tutti gli altri comparti, anche nel<br />

▶ EDITORIALE<br />

Prospettive di rilancio<br />

nostro campo la necessità di investire nella<br />

modernizzazione e nella globalizzazione delle<br />

aziende è l’unico modo per affrontare un momento<br />

che sembra senza uscita. E non lo dico io, ma lo stesso<br />

Giorgio Squinzi, neo presidente di Confindustria che<br />

- parlando in generale delle aziende italiane - pone<br />

la modernizzazione e la globalizzazione al primo<br />

posto fra gli imperativi da seguire, unitamente a<br />

un più concreto intervento da parte del governo per<br />

agevolare e semplificare i rapporti fra aziende e Pa.<br />

L’occasione nasce dal primo passo concreto del<br />

governo verso la crescita, quei 30 miliardi previsti<br />

come prima tranche per ovviare ai crediti delle<br />

imprese verso la pubblica amministrazione;<br />

una cifra criticata dal numero uno di viale<br />

dell’Astronomia per la sua effettiva esiguità. Non si<br />

può dire che Squinzi non abbia ragione, ma intanto<br />

il primo passo è stato fatto e questo è importante.<br />

Ora però ne aspettiamo un altro: la soluzione di<br />

quell’annoso e spinosissimo problema dei ritardi dei<br />

pagamenti da parte della Pa che ci vede fanalino<br />

di coda in Europa. Le cifre parlano chiaro: contro i<br />

180 giorni che di media sono necessari a un’azienda<br />

italiana per farsi pagare dallo Stato e in Germania<br />

ce ne vogliono solo 35.<br />

È un semplice dato numerico, certo, ma che la dice<br />

lunga sulle differenze che ci sono fra Paesi che<br />

veramente funzionano e altri che faticano a trovare<br />

la strada giusta per un rilancio che senz’altro si<br />

merita.<br />

PCB giugno 2012<br />

5


6 PCB giugno 2012<br />

▶ SOMMARIO - GIUGNO 2012<br />

IN COPERTINA<br />

Fondata nel 1969 a Concorezzo<br />

(MB), OMR Italia S.p.A. è oggi<br />

tra i maggiori produttori europei di<br />

circuiti stampati.<br />

Elevata capacità produttiva, processi<br />

altamente qualificati, un sistema<br />

qualità certificato ISO TS 16949<br />

abbinati a un’elevata flessibilità fanno<br />

di OMR un’azienda in grado di<br />

soddisfare ogni esigenza del mercato.<br />

OMR si pone quindi come supply<br />

partner europeo estremamente<br />

affidabile e flessibile, permettendo ai<br />

propri clienti di ridurre il total cost<br />

of ownership e di velocizzare il time<br />

to market.<br />

OMR Italia S.p.A.<br />

Via Brodolini 22/26 I<br />

20049 Concorezzo (MB)<br />

Tel. +39 039 61.13.1<br />

Fax +39 039 61.13.280<br />

sales@omritalia.it<br />

www.omritalia.it<br />

agenda<br />

Eventi/Piano Editoriale _______________10<br />

a cura della Redazione<br />

ultimissime<br />

C.S. e dintorni _______________________12<br />

a cura di Massimiliano Luce<br />

Attualità<br />

L’industria elettrica è la prima del mondo __20<br />

di Bruno Piovesan<br />

Speciale<br />

ESD<br />

Quota 14 per il Convegno Nazionale ESD __<strong>24</strong><br />

di Dario Gozzi<br />

Stato ed evoluzione della normativa ESD _28<br />

di Luca Gnisci, Giuseppe Angelo Reina e Giuseppe<br />

Vittori<br />

Come progettare un’area EPA __________32<br />

di Roberto Teppa e Cristiano Merlo<br />

Pavimentazione anti ESD negli ambienti<br />

controllati __________________________36<br />

di Alessandro Bonafede<br />

progettazione<br />

Quando l’E-Cad incontra l’M-Cad ______38<br />

di Frank Krämer<br />

Comprendere gli effetti delle via _________42<br />

di Zhen Mu


produzione<br />

L’azoto in rifusione ___________________48<br />

di Piero Bianchi<br />

La potenza di 120 Watt per dissaldare ____52<br />

di Edoardo Banfi e Luca Conte<br />

Uno spray flux per ogni esigenza ________56<br />

di Dario Gozzi<br />

Riconoscere i difetti di saldatura _________60<br />

di Serena Bassi<br />

test & quality<br />

La compatibilità elettromagnetica _______68<br />

di Piero Bianchi<br />

AOI benchtop a 5 telecamere ___________72<br />

di Dario Gozzi<br />

Ispezione a 360° _____________________74<br />

a cura di Richard Vereijssen<br />

aziende e prodotti<br />

Una soluzione completa per il rework _____78<br />

di Luca Camertoni<br />

Montaggio SMT e PTH tutto in uno ____80<br />

a cura di Massimiliano Luce<br />

fabbricanti<br />

Produttori di circuiti stampati in base<br />

al logo di fabbricazione ________________81<br />

a cura della Redazione<br />

PCB giugno 2012<br />

7<br />

Anno 26 - Numero 6 - Giugno 2012<br />

www.elettronicanews.it<br />

DIRETTORE RESPONSABILE: Pierantonio Palerma<br />

REDAZIONE: Riccardo Busetto (Responsabile di Redazione)<br />

CONSULENTE TECNICO: Dario Gozzi<br />

COLLABORATORI:Edoardo Banfi, Serena Bassi, Piero Bianchi, Alessandro<br />

Bonafede, Luca Camertoni, Luca Conte, Luca Gnisci, Frank Krämer,<br />

Massimiliano Luce, Cristiano Merlo, Zhen Mu, Piero Oltolina, Bruno Piovesan,<br />

Giuseppe Angelo Reina, Roberto Teppa, Richard Vereijssen, Giuseppe Vittori<br />

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: Elena Fusari<br />

DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi<br />

PROPRIETARIO ED EDITORE: <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A.<br />

SEDE LEGALE: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano<br />

PRESIDENTE: Giancarlo Cerutti<br />

AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu<br />

SEDE OPERATIVA: Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (Milano) - Tel. 02 3022.1<br />

UFFICIO TRAFFICO: Tel. 02 3022.6060<br />

STAMPA: Faenza Industrie Grafiche S.r.l. - Faenza (RA)<br />

Prezzo di una copia 5 euro (arretrati 7 euro).<br />

Registrazione Tribunale di Milano n. 148 del 19/3/1994<br />

ROC n. 6553 del 10 dicembre 2001<br />

Associato a:<br />

Informativa ex D. Lgs 196/3 (tutela della privacy).<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali,<br />

liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti<br />

dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica<br />

l’art. <strong>24</strong>, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio.<br />

Potrà esercitare i diritti dell’art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi<br />

al Responsabile del trattamento, che è il Direttore Generale dell’Area Professionale, presso<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., l’Ufficio Diffusione c/o la sede di via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (Milano).<br />

Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna<br />

parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo<br />

o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore.<br />

L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio<br />

Privacy, Via Monte Rosa 91, 20149 Milano. I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti<br />

agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati alle società<br />

di Gruppo <strong>24</strong> ORE per il perseguimento delle medesime finalità della raccolta, a società esterne<br />

per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale.<br />

Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati<br />

personali nell’esercizio della attività giornalistica”.<br />

La società <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., editore della rivista PCB Magazine rende noto al pubblico che esistono<br />

banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali. <strong>Il</strong> luogo dove è possibile<br />

esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali,<br />

presso il coordinamento delle segreterie redazionali (fax 02 3022.60951).


8 PCB giugno 2012<br />

▶ SI PARLA DI - LE AZIENDE CITATE<br />

Azienda pag. Azienda pag. Inserzionisti pag.<br />

A Altium Europe _____38, 40-41<br />

Apex Tool ___________ 52, 54<br />

B Bosch __________________ 37<br />

C Cabiotec _______________ 73<br />

CEI ______________<strong>24</strong>, 26, 28<br />

Custer Consulting Group __ 12<br />

D Destatis _____________ 21-23<br />

Deutsche Bundesbank ____ 23<br />

Dima SMT Systems ______ 63<br />

E Eipc ___________________ 12<br />

EL.BO. Service _______ 26, 28<br />

EPM __________________ 12<br />

Essegi System Service _____ 16<br />

G G-Tech ________________ 36<br />

I IEC ___________________ 25<br />

IHS Global Insight _______ 21<br />

J Juki ___________________ 80<br />

L Lifetek _________________ 12<br />

M Magna Electronics __26, 32, 34<br />

Mapei _________________ 26<br />

Martin ______________ 78-79<br />

Mentor Graphics ___19, 42, 46<br />

MGR Electro ___________ 58<br />

Mirtec _________________ 19<br />

N Nora System _________ 36-37<br />

Nordson _______________ 72<br />

P PCB Network ___________ 12<br />

PCB Technologies ____ 78-79<br />

Philips _________________ <strong>24</strong><br />

Prodelec ________16, 60, 66, 80<br />

Professional Circuit Design _ 19<br />

S SMT HYBRID/<br />

PACKAGING __________ 14<br />

T Team Nazionale ESD _____ <strong>24</strong><br />

V Valor __________________ 19<br />

VDA _______________ 21-22<br />

VDMA _____________ 21-22<br />

W Weller _________________ 53<br />

Y Yamaha Motor _____14, 74, 76<br />

Z Zvei ______________18, 20-23<br />

A<br />

AGM PCB ........................................... 81<br />

APEX TOOL ....................................... 51<br />

AREL .................................................. 81<br />

ASM ASSEMBLY ................................ 17<br />

C<br />

CABIOTEC ............................................ 4<br />

CORONA ........................................... 81<br />

E<br />

E.O.I. TECNE ...................................... 65<br />

F<br />

F.P.E. .................................................. 47<br />

I<br />

I-TRONIK ............................................. 9<br />

INVENTEC PERFORMANCE<br />

CHEMICALS ITALIA ...................... II cop<br />

ISCRA DIELECTRICS ....................IV cop.<br />

L<br />

LIFETEK .............................................. 15<br />

O<br />

OMR ITALIA ................................. I cop.<br />

OSAI A.S. ........................................... 35<br />

P<br />

PACKTRONIC ....................................... 3<br />

PHOENIX CONTACT ......................... 59<br />

PRODELEC ....................................11-13<br />

R<br />

RS COMPONENTS ...................... III cop.<br />

S<br />

SEICA ................................................ 45<br />

SPEA .................................................. 55<br />

T<br />

TECHNOLASA .................................... 49<br />

TECNOMETAL .............................41-82


10 PCB giugno 2012<br />

▶ AGENDA - FIERE E CONVEGNI<br />

Data e luogo Evento Segreteria<br />

3-7 giugno<br />

San Francisco, CA<br />

USA<br />

12-14 giugno<br />

Irvine, CA<br />

USA<br />

10-15 giugno<br />

Ottawa<br />

Canada<br />

12-14 giugno<br />

Penang<br />

Malesia<br />

25-27 giugno<br />

Losanna<br />

Svizzera<br />

Gennaio<br />

Test elettrico<br />

Febbraio<br />

<strong>Il</strong> rework e la saldatura manuale<br />

Marzo<br />

I sistemi di lavaggio<br />

Aprile<br />

Marcatura e tracciabilità<br />

Maggio<br />

Forni e profili termici<br />

Giugno<br />

ESD<br />

Luglio - Agosto<br />

Materiali di consumo e attrezzature<br />

Settembre<br />

Pick & Place<br />

Ottobre<br />

I sistemi di serigrafia<br />

Novembre<br />

Produzione circuiti stampati<br />

Dicembre<br />

Software di progettazione<br />

DAC 2012 Cayenne Communications<br />

Publicity Chair, 49th DAC<br />

Tel. +1 252 94.00.981<br />

IPC International Conference<br />

on Flexible Circuits<br />

IEEE ICC 2012 445 Hoes Lane<br />

Piscataway, NJ<br />

08855 - USA<br />

Tel. +1-732-465-7810<br />

icc12reg@ieee.org<br />

IPC - Association Connecting Electronics Industries<br />

3000 Lakeside Drive, 309 S,<br />

Bannockburn, IL<br />

60015 – USA<br />

Tel. +1 847 61.57.10.0<br />

Fax +1 847 61.57.10.5<br />

NEPCON Malaysia Reed Exhibitions Sdn Bhd<br />

Tel. +65 6780 4613<br />

Fax +65 6588 3779<br />

nepcon@reedexpo.com.my<br />

www.nepcon.com.my<br />

D43D: 4th Design for 3D<br />

Silicon Integration Workshop<br />

EPFL<br />

INF 330, Station 14,<br />

1015 Losanna<br />

Svizzera<br />

www.nano-tera.ch<br />

Piano editoriale 2012 Editorial calendar 2012<br />

January<br />

Test equipment<br />

February<br />

Rework and hand soldering<br />

March<br />

Cleaning systems<br />

April<br />

Labels and traceability<br />

May<br />

Reflow and wave soldering<br />

June<br />

ESD<br />

July - August<br />

Consumables<br />

September<br />

Pick & Place<br />

October<br />

Screen printing systems<br />

November<br />

PCB manufacturing<br />

Dicember<br />

Design software for pcb


12 PCB giugno 2012<br />

▶ ULTIMISSIME - C.S. E DINTORNI a cura di Massimiliano Luce<br />

Lifetek distribuisce le saldatrici<br />

ad onda di EPM CH<br />

Lifetek acquisce la<br />

distribuzione di<br />

EPM CH, azienda<br />

storica produttrice di<br />

saldatrici ad onda. La<br />

società svizzera con sede<br />

alle porte di Zurigo è<br />

attualmente guidata dal<br />

nuovo Ceo, Rebekka<br />

Lienhard, classe 1980.<br />

Entrata in azienda<br />

nel 2008 occupandosi<br />

di vendite, insieme al<br />

suo partner Matthias<br />

Koeppel, Lienhard ha<br />

acquistato il 100% della<br />

quota azionaria di Roland<br />

M. Hatebur. Matthias<br />

Koeppel è un impiegato<br />

di lunga data presso<br />

Appuntamento a Milano<br />

con l’EIPC Summer Conference<br />

È l’innovazione<br />

tecnologica la leva per<br />

lo sviluppo dell’Europa.<br />

Ne è fermamente convinta<br />

EIPC, European Institute<br />

of Printed Circuits. Per<br />

condividere al riguardo<br />

conoscenze e informazioni<br />

sull’industria europea<br />

dell’interconnessione e del<br />

packaging, EIPC invita le<br />

EPM CH, nel suo nuovo<br />

incarico si occuperà delle<br />

aree aziendali relative a<br />

servizi, sviluppo e progetti.<br />

L’obiettivo e le linee guida<br />

di Rebekka Lienhard e<br />

Matthias Koeppel sono<br />

di ottimizzare il contatto<br />

società e i professionisti<br />

del settore a partecipare<br />

a Milano alla Summer<br />

Conference del 13 e 14<br />

settembre presso l’Hotel<br />

Ramada Plaza. All’evento<br />

parteciperanno delegati e<br />

ospiti provenienti da tutta<br />

Europa. Tra i temi aff rontati,<br />

spiccano la keynote di<br />

Hans Friedrichkeit di Pcb<br />

con il cliente e garantirne<br />

la soddisfazione. Grazie<br />

a una forza lavoro<br />

collaudata e di cui è<br />

garantita la continuità<br />

per il futuro, EPM CH<br />

raff orzerà ulteriormente<br />

la sostenibilità e nuovi<br />

Network sull’electromobility<br />

come importante<br />

opportunità per l’industria<br />

europea dei pcb, il “Business<br />

Outlook: Global Electronics<br />

Industry” di Walt Custer<br />

di Custer Consulting<br />

Group e le sessioni dedicate<br />

a nuovi modi di fare<br />

innovazione come i progetti<br />

di ricerca collaborativi.<br />

canali di distribuzione<br />

saranno aperti. Strategia,<br />

quest’ultima, che si sta<br />

già concretizzando, come<br />

dimostra l’operazione<br />

condotta con Lifetek.<br />

EPM CH<br />

www.epm.ch<br />

Lifetek<br />

www.lifetek.it<br />

Per gli argomenti discussi,<br />

la conferenza si presenta<br />

come un appuntamento da<br />

non perdere per le tutte le<br />

aziende impegnate nella<br />

produzione di pcb e che<br />

desiderano essere aggiornate<br />

sulle ultimissime esigenze<br />

del mercato, sia per quanto<br />

riguarda i materiali, le<br />

attrezzature e i processi di<br />

produzione. Per chi volesse<br />

approfondire punti specifi ci,<br />

è prevista un’area dedicata<br />

per gli incontri one-to-one.<br />

L’evento è organizzato fi no<br />

al dettaglio, come prova<br />

la possibilità di seguire le<br />

presentazioni dei delegati<br />

esteri mediante traduzione<br />

simultanea.<br />

EIPC<br />

www.eipc.org


Le più flessibili,<br />

le più affidabili,<br />

con il miglior rapporto<br />

prezzo/prestazioni<br />

Un leader mondiale nel settore delle pick & place per il montaggio SMD<br />

Grazie alla gamma di sistemi più completa sul mercato, JUKI offre la soluzione<br />

migliore per ogni esigenza produttiva. I sistemi JUKI offrono affidabilità senza<br />

paragoni ai più bassi costi di gestione – Lowest Cost of Ownership.<br />

L’acquisto di una pick & place JUKI non è solo un investimento in un sistema<br />

di qualità, ma è l’inizio di una partnership di lunga durata. <strong>Il</strong> nostro partner<br />

PRODELEC da sempre fornisce competenza pluriennale e un supporto<br />

costante e tempestivo su tutto il territorio italiano.<br />

www.prodelecgroup.com<br />

Around the world: Europe | America | Asia<br />

Juki Automation Systems AG<br />

Weissensteinstrasse 81<br />

CH-4500 Solothurn<br />

Tel. +41 32 626 29 29<br />

www.jas-smt.com


14 PCB giugno 2012<br />

Yamaha è sempre più veloce<br />

Yamaha Motor IM ha<br />

sviluppato il nuovo<br />

modello di montaggio<br />

modulare ad alta densità di<br />

superfi cie YSM40. YSM40<br />

adotta un layout a 4 raggi e<br />

4 teste su una piattaforma<br />

compatta di appena un<br />

metro di ampiezza. Questo<br />

nuovo modello raggiunge<br />

i livelli più alti del settore<br />

per quanto riguarda la<br />

velocità di montaggio<br />

(oltre 100.000 CPH).<br />

Inoltre, è in grado di<br />

SMT Hybrid Packaging 2012 tra luci e ombre<br />

Una leggera fl essione nel<br />

numero dei visitatori<br />

ha caratterizzato l’edizione<br />

2012 di SMT Hybrid<br />

Packaging. L’evento bavarese,<br />

pur rappresentando un<br />

appuntamento consueto e<br />

collaudato, evidentemente<br />

ha risentito, seppure in<br />

modo contenuto, dei venti<br />

di recessione che soffi ano<br />

sull’Unione europea. Restano<br />

comunque positivi i dati<br />

relativi sia al numero di<br />

espositori, aumentati a 565<br />

rispetto ai 530 dell’edizione<br />

2011, sia sulla superfi cie<br />

supportare applicazioni e<br />

confi gurazioni diverse in<br />

modo versatile. YSM40 è<br />

stato sviluppato secondo<br />

un nuovo concetto basato<br />

su un alto livello di<br />

produttività e la possibilità<br />

di gestire un’ampia gamma<br />

di componenti su un’unica<br />

piattaforma. Questa<br />

qualità rende YSM40<br />

particolarmente adatta per<br />

aff rontare la crescita delle<br />

esigenze per un montaggio<br />

ad alta velocità ottimizzato<br />

espositiva, che quest’anno<br />

ha raggiunto i 27.700 mq,<br />

contro i 26 mila dell’anno<br />

scorso. Due numeri,<br />

questi, che dimostrano la<br />

per i pcb di piccole e medie<br />

dimensioni utilizzati nei<br />

prodotti elettronici digitali<br />

sempre più diff usi, come ad<br />

esempio gli smartphone e<br />

i dispositivi tablet. Inoltre,<br />

molte nuove caratteristiche<br />

aiutano a ridurre i tempi<br />

di setup e di passaggio,<br />

tra queste si segnala un<br />

innovativo sistema di<br />

sostituzione dei vassoi per<br />

il trasporto dei componenti<br />

che permette la modifi ca di<br />

tutti i pallet in una volta. Un<br />

dinamicità e la capacità<br />

degli operatori di espandere<br />

il settore, nonostante alcune<br />

diffi coltà emergenti tra le<br />

aziende clienti. Nutrita<br />

aumento della produttività<br />

piò essere raggiunto con il<br />

cambio al volo del feeder,<br />

che sarà disponibile su<br />

questa piattaforma con il<br />

nuovo ZS. Questo feeder<br />

è più veloce del 30/40%<br />

rispetto al suo predecessore,<br />

è anche retro compatibile<br />

e permette la sostituzione<br />

mentre la macchina sta<br />

operando.<br />

Yamaha Motor IM Europe GmbH<br />

www.yamaha-motor-IM.eu<br />

anche la schiera di delegati<br />

alle conferenze, che hanno<br />

raggiunto il numero di<br />

302. Infi ne, è già stata resa<br />

nota la data della prossima<br />

edizione.<br />

L’anno prossimo<br />

l’appuntamento con SMT<br />

Hybrid Packaging 2013<br />

sarà anticipata al mese di<br />

aprile. Per tutti, infatti,<br />

l’appuntamento è dal 16<br />

al 18 aprile, ovviamente<br />

sempre a Norimberga.<br />

SMT Hybrid Packaging 2012<br />

www.smt-exhibition.com


16 PCB giugno 2012<br />

Prodelec distribuisce i sistemi di immagazzinamento<br />

intelligente Storagesolutions<br />

Prodelec ha firmato<br />

con Essegi System<br />

Service il contratto<br />

per la distribuzione in<br />

esclusiva sul territorio<br />

italiano degli armadi<br />

intelligenti per lo<br />

stoccaggio e la gestione<br />

di componenti SMT<br />

Storagesolutions.<br />

Essegi System Service<br />

nasce all’inizio del<br />

1997 come azienda<br />

in grado di offrire<br />

supporto e innovazione<br />

nel campo della<br />

produzione elettronica,<br />

questo ha portato<br />

alla creazione e allo<br />

sviluppo di tecnologie<br />

in grado di ottimizzare<br />

i tempi sul processo di<br />

produzione. Nel corso<br />

degli anni il mercato<br />

ha richiesto macchinari<br />

che consentissero<br />

di velocizzare in<br />

maniera considerevole<br />

il montaggio dei<br />

componenti sulle<br />

schede elettroniche,<br />

il che si è rivelato<br />

insufficiente se non<br />

supportato da sistemi<br />

in grado di gestire<br />

in maniera rapida,<br />

precisa e funzionale<br />

l’approvvigionamento<br />

di componenti per<br />

il settaggio delle<br />

pick&place.<br />

Storagesolutions<br />

garantisce ai propri<br />

clienti la soluzione<br />

ideale per ottenere il<br />

massimo rendimento<br />

delle apparecchiature<br />

utilizzate all’interno<br />

del reparto produttivo.<br />

Grazie al software<br />

di gestione del<br />

magazzino e ai sistemi<br />

di immagazzinamento<br />

automatico e<br />

intelligente dei<br />

componenti,<br />

Storagesolutions è in<br />

grado di assicurare la<br />

riduzione dei tempi di<br />

set-up delle pick&place<br />

di oltre il 50% rispetto<br />

ai sistemi tradizionali<br />

e l’aumento della<br />

produttività delle<br />

linee pick&place,<br />

tramite la riduzione<br />

dei fermi macchina<br />

dovuti alla mancanza<br />

di componenti e/o<br />

all’impossibilità di<br />

individuare in tempi<br />

rapidi rolle allocate in<br />

posizione non tracciata.<br />

Inoltre, garantisce fino<br />

al 70% di risparmio<br />

dello spazio per<br />

lo stoccaggio del<br />

materiale necessario<br />

alla produzione,<br />

la tracciabilità dei<br />

componenti e la<br />

possibilità di stoccaggio<br />

in ambiente a<br />

temperatura e umidità<br />

controllate e relativa<br />

tracciabilità sul singolo<br />

componente.<br />

Tra le altre<br />

caratteristiche<br />

si segnalano la<br />

riduzione dei tempi<br />

dell’operatore con<br />

conseguente beneficio<br />

dei costi aziendali, il<br />

monitoraggio in tempo<br />

reale del quantitativo<br />

di componenti presenti<br />

a magazzino, l’analisi<br />

di fattibilità futura<br />

per le commesse da<br />

produrre e la possibilità<br />

di gestire in tempo<br />

reale magazzini esterni<br />

all’azienda.<br />

L’esperienza maturata<br />

da Essegi System<br />

in anni di studio<br />

ha portato alla<br />

realizzazione di armadi<br />

unici e brevettati che<br />

garantiscono il ritorno<br />

di investimento a<br />

breve termine, dando<br />

una netta svolta al<br />

concetto di gestione<br />

e tracciabilità del<br />

componente.<br />

Prodelec<br />

www.prodelecgroup.com


16 PCB giugno 2012<br />

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18 PCB giugno 2012<br />

La ZVEI è ottimista nonostante i dati<br />

poco entusiasmanti<br />

Nel primo trimestre di<br />

quest’anno i risultati<br />

ottenuti dall’industria<br />

elettrica tedesca non<br />

consentono di parlare<br />

di una chiara tendenza<br />

riscontrabile nella sua<br />

evoluzione economica.<br />

Infatti, anche se il fatturato<br />

del primo trimestre (42,9<br />

miliardi di €) risulta in<br />

lieve aumento annuo<br />

(+1,0%), il corrispondente<br />

dato di marzo (15,6<br />

miliardi) evidenzia una<br />

riduzione su base annua<br />

del 3,3%. E l’andamento<br />

degli ordini – che nel<br />

primo trimestre sono<br />

diminuiti del 4,9% – non<br />

fa certo ben sperare per<br />

il futuro, anche poiché il<br />

relativo risultato di marzo<br />

(-7,5% annuo) mostra che<br />

la tendenza negativa si è<br />

rafforzata.<br />

Vien da chiedersi, quindi,<br />

come possa la ZVEI, che<br />

per quest’anno prevede<br />

un aumento sia della<br />

produzione reale netta<br />

dell’industria elettrica<br />

germanica (+5%) sia del<br />

turnover complessivo<br />

(+3,7%), essere così<br />

ottimista. Ebbene, i<br />

motivi ci sono e, a nostro<br />

avviso, risultano essere<br />

convincenti. Così, nel<br />

primo bimestre, l’export<br />

(25,0 mld. di €) ha<br />

superato il corrispondente<br />

dato del 2011 del<br />

6,1%, con tendenza al<br />

rafforzamento in febbraio<br />

(+7,1% annuo); inoltre<br />

i prezzi dei prodotti<br />

importati sono diminuiti<br />

dello 0,9% nel primo<br />

trimestre, mentre la<br />

produzione reale netta,<br />

nello stesso periodo, è<br />

cresciuta del 3,8%. Ed<br />

anche il grado di utilizzo<br />

degli impianti – un dato<br />

che ben illustra lo stato<br />

di salute del settore –,<br />

pari all’84,1% in aprile,<br />

è cresciuto rispetto a<br />

gennaio di 1,4 punti<br />

percentuali e si trova ormai<br />

poco lontano dal valore<br />

medio del 2011 (85,9%).<br />

In crescita si trova pure<br />

il numero di occupati del<br />

settore (842.000) che, a<br />

febbraio, ha messo a segno<br />

un aumento annuo del<br />

2,9%, confermando così<br />

l’ottimismo espresso dagli<br />

operatori del settore in<br />

merito al business previsto<br />

per i mesi successivi.<br />

Questi fatti, da soli,<br />

non basterebbero però<br />

a spiegare l’ottimismo<br />

della ZVEI, ed infatti ve<br />

ne sono altri persino più<br />

importanti. Ci riferiamo in<br />

particolare al Pil tedesco<br />

che, dopo una contrazione<br />

dello 0,2% alla fine del<br />

2011, nel primo trimestre<br />

di quest’anno è aumentato<br />

in termini reali dello 0,5%<br />

sorprendendo così molti<br />

esperti, poiché l’aumento<br />

previsto era dello 0,1% -<br />

0,2% al massimo. Visto poi<br />

che per i mesi successivi<br />

tutti gli analisti ne<br />

pronosticano un ulteriore<br />

incremento, e tenuto conto<br />

del buon andamento della<br />

fiera di Hannover (la più<br />

grande manifestazione<br />

di questo genere al<br />

mondo), risulta realistica<br />

l’ipotesi secondo cui il suo<br />

andamento futuro favorirà<br />

anche la crescita del settore<br />

elettrico. A supportare<br />

questa previsione<br />

contribuisce specialmente<br />

l’andamento dell’indice<br />

Ifo – a ragione considerato<br />

essere il principale<br />

indicatore economico<br />

riguardante sia il settore<br />

elettrico sia l’intera<br />

economia germanica –,<br />

determinato per l’industria<br />

elettrica, che, da mesi<br />

ormai, sta crescendo e il<br />

cui valore in aprile (22<br />

punti) è aumentato di 4<br />

unità rispetto a marzo.<br />

Esso evidenzia inoltre<br />

che il 92% delle imprese<br />

elettriche valuta la propria<br />

situazione attuale in modo<br />

nettamente positivo ed il<br />

91% di esse prevede affari<br />

costanti o in aumento per i<br />

sei mesi successivi. Sempre<br />

il 91% degli operatori del<br />

settore si aspetta inoltre di<br />

incrementare (o almeno di<br />

non diminuire) la propria<br />

produzione nei tre mesi<br />

seguenti.<br />

Alla luce di tutti questi<br />

fatti risulta quindi<br />

comprensibile la posizione<br />

ottimistica assunta dal<br />

presidente della ZVEI,<br />

Friedhelm Loh, il quale<br />

prevede che il fatturato<br />

complessivo dell’industria<br />

elettrica germanica<br />

quest’anno raggiungerà,<br />

con 185 miliardi di €, un<br />

nuovo massimo storico<br />

assoluto. Queste sono<br />

buone nuove anche per le<br />

aziende elettriche italiane<br />

che possono, quindi,<br />

sperare di aumentare<br />

le loro esportazioni in<br />

Germania.<br />

Bruno Piovesan<br />

L’autore, Bruno Piovesan<br />

(piovesanbr@aol.com), lavora<br />

a Monaco di Baviera come<br />

giornalista tecnico indipendente<br />

tedesco e consulente marketing.


Mirtec cresce del 18%<br />

in Nord America<br />

Mirtec continua<br />

a crescere. “Nel<br />

corso del primo trimestre<br />

2012 le entrate derivanti<br />

dalle vendite della<br />

nostra North American<br />

Division sono aumentate<br />

del 18% rispetto<br />

allo stesso periodo<br />

dell’anno precedente”,<br />

ha commentato Brian<br />

D’Amico, President of<br />

Mirtec. “Questa forte<br />

crescita arriva sulla scia<br />

del già stupefacente<br />

anno fi scale 2011, nel<br />

corso del quale le entrate<br />

totali dalle vendite erano<br />

cresciute di oltre il 21%”.<br />

D’Amico attribuisce<br />

questa notevole crescita<br />

al grande riscontro avuto<br />

sul mercato dalla serie<br />

AOI MV-7 In-line. “Un<br />

numero crescente di<br />

fornitori Oem ed Ems<br />

stanno cominciando<br />

a rivalutare le loro<br />

attuali attrezzature AOI<br />

basate sui progressi<br />

compiuti nell’industria<br />

della produzione di<br />

elettronica. I produttori<br />

sono diventati ancora più<br />

selettivi nell’acquisto di<br />

nuove tecnologie AOI<br />

al fi ne di aggiungere<br />

valore al loro giro<br />

di aff ari e fornire il<br />

necessario vantaggio<br />

competitivo”. D’Amico<br />

ha infi ne concluso:<br />

“La nostra società<br />

investe enormemente in<br />

ricerca e sviluppo, con<br />

un focus molto forte<br />

sullo stato dell’arte a<br />

livello di tecnologie<br />

ottiche, lighting e<br />

laser, con l’obiettivo<br />

di off rire ai clienti le<br />

soluzioni di ispezioni<br />

tecnologicamente più<br />

avanzate disponibili sul<br />

mercato”.<br />

Mirtec<br />

www.mirtecusa.com<br />

Dati sempre sotto<br />

controllo<br />

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Design (PCD), con<br />

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le ultime tecnologie<br />

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Manufacturing di Mentor<br />

Graphics, compreso lo<br />

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Fondata nel 1997, PCD<br />

è la più grande società<br />

di progettazione e di<br />

consulenza per i pcb nel<br />

Regno Unito, nonché al<br />

servizio dei clienti in tutta<br />

Europa, negli Stati Uniti<br />

e Australia: sono utilizzati<br />

esclusivamente Mentor<br />

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Station XE, Expedition<br />

Enterprise, HyperLynx<br />

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Ora, con l’integrazione<br />

dello strumento Valor NPI,<br />

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pcb di Mentor con gli<br />

strumenti Valor rappresenta<br />

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i nostri clienti, che sono<br />

costantemente alla ricerca<br />

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per competere oggi”, ha<br />

dichiarato Paul Gamble,<br />

amministratore delegato<br />

di PCD. “La nostra<br />

collaborazione con Mentor,<br />

come punto di riferimento<br />

del settore per le soluzioni<br />

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PCB giugno 2012<br />

19


20 PCB giugno 2012<br />

▶ ATTUALITÀ - MERCATO EUROPEO<br />

L’industria elettrica<br />

è la prima al mondo<br />

Tutti sanno che l’industria elettrica è di grande<br />

importanza per le economie sviluppate. Non a<br />

ciascuno è noto, però, che essa, per giro d’affari,<br />

è al primo posto al mondo. L’Associazione<br />

tedesca delle industrie elettriche, ZVEI, ha<br />

pubblicato un interessante studio comparativo<br />

che, ovviamente, è centrato sulla Germania.<br />

Vediamone assieme i punti salienti<br />

di Bruno Piovesan<br />

Anche nel 2010 l’industria<br />

elettrotecnica ed elettronica<br />

globale è risultata, per<br />

fatturato, la prima a livello mondiale<br />

(Fig. 1) totalizzando ben 2.802 mld.<br />

di € e precedendo così quella chimica<br />

(al secondo posto con 2.408 mld.<br />

di €) e quella automobilistica (2.053<br />

mld. di €). <strong>Il</strong> settore della meccanica e<br />

dei macchinari, che in Germania è al<br />

secondo posto dopo quello automobilistico,<br />

nella graduatoria mondiale si<br />

trova invece al quarto posto con 1.698<br />

mld. di €.<br />

l’industria elettrica mondiale, che<br />

nel 2009 aveva visto il proprio turnover<br />

contrarsi del 4%, nel 2010 si è ripresa<br />

rapidamente con un incremento<br />

annuo del proprio giro d’affari del 9%<br />

che le ha consentito di superare i volumi<br />

ante crisi. Pur non essendo ancora<br />

disponibili i dati inerenti al fatturato<br />

mondiale nel 2011, la ZVEI stima<br />

che esso sia aumentato anche lo scorso<br />

anno.<br />

In Germania il turnover del settore<br />

è stato, nel 2011, pari a 177,9 mld.<br />

di € (+8,6% rispetto al 2010), e la<br />

ZVEI stima che anche quest’anno<br />

esso crescerà del 7%, mentre<br />

per i mercati globali della meccanica,<br />

chimica e del settore automobilistico<br />

essa pronostica, per il 2011<br />

(anche qui i dati mondiali non sono<br />

ancora disponibili) ed il 2012 una<br />

crescita, nell’ordine, del 6,5%, 5,0% e<br />

del 5,5% annuo.<br />

Queste previsioni, fa notare l’Associazione,<br />

valgono a condizione che la<br />

crisi dell’euro non sfoci in una nuova<br />

crisi globale.<br />

Le principali industrie<br />

tedesche<br />

In Germania l’industria elettrica<br />

(che nel 2011 ha dato lavoro a<br />

841.700 persone) occupa, per numero<br />

di dipendenti, il secondo posto dopo<br />

la meccanica (ma è al terzo posto se<br />

il parametro è il fatturato). Nel 2010<br />

il suo turnover è stato di 164 mld.<br />

di €, vale a dire l’11% del fatturato<br />

industriale complessivo del paese<br />

(Fig. 2).


Fig. 1 - L’industria elettrica ha mantenuto, con 2.802 mld. di €, anche nel 2010<br />

il primo posto nella graduatoria mondiale dei settori industriali principali. La<br />

seguono l’industria chimica (2.408 mld. di €), quella automobilistica (2.053 mld.<br />

di €) e l’industria meccanica e dei macchinari con 1.698 mld. di € (fonte: IHS<br />

Global Insight e ZVEI)<br />

E ciò sebbene l’industria elettrica –<br />

come fa giustamente notare la ZVEI<br />

– sia gravata dalla continua contrazione<br />

dei prezzi causata dal rapido progresso<br />

tecnologico che si riscontra in<br />

particolare nel settore dell’elettronica.<br />

Così, mentre nell’intera industria<br />

di trasformazione i prezzi dei prodotti<br />

negli ultimi cinque anni sono aumentati,<br />

in media, dell’1,5% annuo,<br />

nell’índustria elettrica essi sono mediamente<br />

diminuiti dell’1,5% annuo.<br />

Cio nonostante, fra il 1993 ed il<br />

2008 la produzione reale<br />

netta è cresciuta in media<br />

del 4,3% annuo, il che supera<br />

di 1,7 punti percentuali<br />

la crescita della produzione<br />

nell’intera industria di<br />

trasformazione, il cui incremento<br />

medio annuo è stato<br />

del 2,6%. Nel 2010 l’aumento<br />

è stato addirittura<br />

del 14% (contro il 12%<br />

dell’intera industria di trasformazione).<br />

Non sorprende quindi<br />

che l’industria elettrica germanica<br />

sia uno dei settori<br />

più forti dell’export tedesco:<br />

nel 2011 il volume esportato è stato di<br />

155,3 mld. di € (pari al 14,6% dell’intero<br />

export tedesco), mentre le sue importazioni<br />

sono state pari a 134,4 mld.<br />

di € (vedi Fig. 3 per i dati del 2010).<br />

L’export nel 2011 non solo è risultato<br />

superiore a quello dell’anno del boom<br />

2008, ma ha pure segnato un nuovo<br />

massimo assoluto. Soltanto l’industria<br />

automobilistica, con 159 mld.<br />

di €, nel 2010 ha esportato di più di<br />

quella elettrica. L’ingente volume delle<br />

importazioni del settore elettri-<br />

Fig. 2 - <strong>Il</strong> diagramma mostra la suddivisione dell’intero giro<br />

d’affari dell’industria tedesca per rami nel 2010 (fonte:<br />

Destatis, VDMA, VDA e ZVEI)<br />

co (136 mld. di € nel 2010), dovute<br />

in buona parte alle materie prime,<br />

evidenzia però anche la debolezza di<br />

questo ramo industriale che dipende,<br />

quindi, fortemente dai paesi fornitori.<br />

Nessun altro settore industriale ha<br />

importato beni per un valore superiore<br />

ai 100 mld. di €. La DIHK (Camera<br />

di commercio e dell’industria tedesca)<br />

prevede che anche quest’anno le<br />

esportazioni dell’intera economia tedesca<br />

aumenteranno (+4% in termini<br />

reali). Per il settore elettrico i dati<br />

di gennaio 2012 rilevano una sensibile<br />

diminuzione degli ordini dall’estero<br />

(ridottisi del 5,8% su base annua),<br />

ma vi sono motivi di ritenere che questa<br />

flessione verrà presto compensata<br />

da nuovi ordini in aumento, come ha<br />

evidenziato l’andamento della CeBit<br />

di quest’anno. Friedhelm Loh, presidente<br />

della ZVEI, l’ha infatti definita<br />

“un chiaro successo per l’industria<br />

elettrica nazionale”.<br />

Numero di occupati<br />

in aumento<br />

Non meno importante dei fatturati<br />

è il quadro occupazionale presentato<br />

dall’industria elettrica che, per<br />

numero di dipendenti (816.000 nel<br />

2010), risulta seconda solo all’indu-<br />

stria meccanica e dei macchinari<br />

(913.000). Mentre<br />

però il settore elettrico ha,<br />

sia pur lievemente, incrementato<br />

il proprio numero<br />

di dipendenti (+0,8% nel<br />

2010), gli altri tre rami industriali<br />

e l’intera industria<br />

di trasformazione hanno ridotto<br />

il personale (Fig. 4).<br />

Quest’ultima, nel 2010,<br />

ha dato lavoro a 5,642 mln.<br />

di persone. Queste cifre acquistano<br />

un ulteriore significato<br />

se si considera che, nel<br />

2010, il numero complessivo<br />

medio delle persone che<br />

PCB giugno 2012<br />

21


22 PCB giugno 2012<br />

Fig. 3 - Con 151 mld. di €, il volume esportato nel 2010<br />

dall’industria elettrica germanica è risultato secondo solo<br />

a quello dell’industria automobilistica (159 mld. di €). Nella<br />

graduatoria delle importazioni essa, invece, è nettamente<br />

al primo posto nell’intera industria tedesca (fonte: Destatis,<br />

VDMA, VCI, VDA e ZVEI)<br />

hanno esercitato un’attività lavorativa<br />

in Germania è stato di 40,55 mln.,<br />

vale a dire quasi esattamente la metà<br />

dell’intera popolazione residente<br />

(81,757 mln.). Nel 2011 il numero di<br />

occupati è aumentato di 541.000 unità<br />

ragiungendo i 41,09 mln.<br />

Nel 2009, tuttavia, anche il settore<br />

elettrico tedesco aveva, a causa della<br />

crisi economica globale, ridotto il<br />

numero dei propri dipendenti che era<br />

temporaneamente sceso ad 800.000. <strong>Il</strong><br />

buon andamento degli affari, nel 2011<br />

e nelle prime settimane del 2012 (il<br />

turnover di gennaio è stato di 13,3 mld.<br />

di €, con un aumento annuo del 5,1%)<br />

ha fatto sì che il numero degli occupati<br />

sta continuando ad aumentare.<br />

Ma c’è di più, visto che l’industria<br />

elettrica tedesca dà lavoro anche a ben<br />

Fig. 5 - La produttività dell’industria elettrica germanica – intesa come rapporto<br />

fra la produzione reale netta ed il numero totale dei dipendenti – è, dal 2004,<br />

sempre stata la maggiore fra tutti i rami dell’industria di trasformazione. Fra il<br />

1993 ed il 2008 essa è cresciuta mediamente del 6% annuo (fonte: Destatis e ZVEI)<br />

Fig. 4 - L’industria elettrica è stata l’unica ad aver<br />

incrementato il numero dei propri dipendenti (+0,8%)<br />

nel 2010. Nel suo complesso, l’intera industria di<br />

trasformazione, con 5,642 mln. di occupati, ha invece fatto<br />

registrare una riduzione dello 0,3% (fonte: Destatis, VDMA,,<br />

VDA e ZVEI)<br />

630.000 persone in varie regioni del<br />

mondo. Per l’intera economia tedesca<br />

sia gli organismi governativi competenti<br />

sia numerosi istituti di analisi<br />

economiche e l’Associazione dei datori<br />

di lavoro tedeschi pronosticano per<br />

il 2012 un’ulteriore riduzione del numero<br />

dei disoccupati che dovrebbe attestarsi<br />

sotto i 2,9 - 2,8 mln., con un<br />

calo di ca. 130.000 - 200.000 unità rispetto<br />

al 2011.<br />

Particolarmente alto<br />

il numero dei laureati<br />

nel settore elettrico<br />

Da notare, inoltre, l’elevato livello<br />

di istruzione degli occupati nel settore<br />

elettrico: un quinto di essi sono infatti<br />

laureati (in massima parte ingegneri<br />

e fisici), mentre tre quinti di essi sono<br />

tecnici specializzati. Ciò contribuisce<br />

a spiegare il fatto che la produttività<br />

del settore elettrico dal 2004 in poi<br />

risulta ininterrottamente essere la più<br />

alta nell’intera industria di trasformazione<br />

(Fig. 5). Nel 2010 il suo indice,<br />

per il settore elettrico, è stato pari a<br />

214 – sensibilmente superiore, quindi,<br />

al valore registrato nell’intera industria


di trasformazione (191). Ed<br />

anche la sua crescita media<br />

annua fra il 1993 ed il 2008,<br />

pari al 6%, è risultata maggiore<br />

di quella dell’intera<br />

industria di trasformazione<br />

(5%).<br />

Fra i paesi più sviluppati,<br />

la Germania è quello con<br />

la quota industriale (fatturato<br />

industriale complessivo<br />

in rapporto al Pil) maggiore<br />

(30%). <strong>Il</strong> valore aggiunto<br />

generato dal settore<br />

elettrico (espresso come<br />

percentuale della produzione<br />

complessiva) è pa-<br />

ri al 37,8%; tale valore risul-<br />

ta non solo maggiore di quello dell’industria<br />

meccanica, bensì rappresenta<br />

pure il massimo raggiunto nell’intera<br />

industria di trasformazione germanica,<br />

la cui corrispondente quota è<br />

del 29,7% (Fig. 6). Merita osservare<br />

che detto valore aggiunto, nel periodo<br />

1993 - 2008, si è pressoché raddoppiato<br />

(con un incremento medio<br />

annuo del 5%) e nel 2008 superava<br />

di quasi un terzo quello dell’industria<br />

chimica che era al secondo posto nella<br />

graduatoria corrispondente.<br />

R&S sono la base<br />

del successo del<br />

settore<br />

Ed anche in fatto di innovazioni<br />

nessun ramo industriale<br />

supera quello<br />

elettrico: gli investimenti<br />

effettuati annualmente<br />

per lo sviluppo di nuovi<br />

prodotti e tecnologie sono<br />

infatti pari al 9,6% del fatturato<br />

– una quota percentuale<br />

raggiunta solo da<br />

un’altra industria, quella<br />

automobilistica, e che<br />

è quasi doppia del corrispondente<br />

valore relativo<br />

Fig. 6 - L’industria elettrica tedesca è, nell’intera industria<br />

di trasformazione, quella che genera il maggior valore<br />

aggiunto (37,8%). Nel settore automobilistico esso arriva<br />

solo al 21,9% (fonte: Destatis e ZVEI)<br />

all’intera industria di trasformazione<br />

(5,4%). I risultati di questa intelligente<br />

strategia di investimenti ne confermano<br />

la validità, visto che quasi<br />

otto su dieci aziende del settore introducono<br />

regolarmente sul mercato<br />

prodotti o processi innovativi ottenendone<br />

notevoli vantaggi economici.<br />

<strong>Il</strong> 40% del fatturato del settore<br />

viene infatti generato con la vendita<br />

di prodotti nuovi o soluzioni innovative.<br />

Ma c’è di più, dato che che<br />

un terzo delle innovazioni dell’in-<br />

Fig. 7 - Nell’industria elettrica le imprese dispongono di una<br />

quota di capitale proprio rispetto alla somma di bilancio<br />

pari al 39,1% – un valore che supera il corrispondente dato<br />

dell’intera industria di trasformazione (28,7%) di oltre dieci<br />

punti percentuali (fonte: Deutsche Bundesbank e ZVEI)<br />

tera industria di trasformazione<br />

si fonda su soluzioni<br />

offerte dall’industria<br />

elettrica. Essa contribuisce<br />

così in modo decisivo anche<br />

allo sviluppo dell’intera<br />

industria tedesca. I risultati<br />

ottenuti nel campo<br />

dell’innovazione sono resi<br />

possibili da un’altrettanto<br />

intensa attività di ricerca<br />

e sviluppo: nel 2010, infatti,<br />

l’industria elettrica ha<br />

investito ben 12 mld. di €<br />

nel settore R&S. Se poi si<br />

tien conto anche dei 5 mld.<br />

spesi per nuovi inpianti ed<br />

infrastrutture e dei 2 mld.<br />

investiti per la qualificazione professionale<br />

dei suoi dipendenti, risulta<br />

che gli “investimenti per il futuro” effettuati<br />

dal settore ammontano complessivamente<br />

a quasi 20 mld. di €.<br />

La solidità di un’impresa dipende<br />

in modo essenziale dalla base finanziaria<br />

su cui si fonda. E pure sotto<br />

questo profilo le aziende elettriche –<br />

la cui quota di capitale proprio rispetto<br />

alla somma di bilancio è del 39,1%<br />

– risultano essere di gran lunga le meglio<br />

posizionate fra tutti i maggiori<br />

settori industriale tedeschi<br />

(Fig. 7).<br />

Alla luce di tutti questi<br />

fatti non soprende, quindi,<br />

che la ZVEI veda il settore<br />

elettrico tedesco come uno<br />

dei meglio posizionati per<br />

affrontare gli effetti negativi<br />

della crisi dell’euro. Ed<br />

anche a nostro avviso il relativo<br />

turnover aumenterà<br />

– sia pur moderatamente –<br />

anche quest’anno.<br />

L’autore, Bruno Piovesan<br />

(piovesanbr@aol.com), lavora<br />

a Monaco di Baviera come<br />

giornalista tecnico indipendente<br />

tedesco e consulente marketing.<br />

PCB giugno 2012<br />

23


<strong>24</strong> PCB giugno 2012<br />

▶ SPECIALE - ESD<br />

Quota 14 per il<br />

Convegno Nazionale ESD<br />

La XIV edizione del Convegno Nazionale<br />

ESD, organizzato dal Team Nazionale ESD e<br />

coordinato dal CEI (Comitato Elettrotecnico<br />

Italiano), si è svolto lo scorso 16 maggio presso<br />

la sede Philips di Monza<br />

di Dario Gozzi<br />

Velocità e impostazione dei<br />

moderni processi produttivi,<br />

i livelli tecnologici raggiunti<br />

e la natura isolante di molti materiali<br />

oggi utilizzati, portano a un cospicuo<br />

aumento delle situazioni in cui possono<br />

verificarsi accumuli di cariche elettrostatiche.<br />

<strong>Il</strong> problema delle cariche<br />

<strong>Il</strong> palazzo della Philips a Monza<br />

elettrostatiche si ripercuote in molti<br />

casi sulla bontà del prodotto finale,<br />

sulla resa produttiva e talvolta anche<br />

sulla sicurezza degli operatori.<br />

<strong>Il</strong> processo di accumulo di cariche<br />

elettrostatiche avviene in ogni occasione<br />

in cui materiali isolati vengono<br />

in contatto tra loro o si separato,<br />

provocando uno scambio di elettroni<br />

attraverso le loro superfici. Fenomeni<br />

classici osservabili nel quotidiano sono<br />

sotto lo sguardo di tutti noi, come<br />

ad esempio i lampi generati dalla<br />

scarica che avviene in seguito all’enorme<br />

accumulo di potenziale nelle nubi,<br />

o le fastidiose scosse che prendiamo<br />

toccando le maniglie delle portiere<br />

dell’auto.<br />

L’accumulo di cariche elettrostatiche<br />

avviene di preferenza negli ambienti<br />

a basso tenore di umidità e dove<br />

non è assicurata una adeguata messo<br />

a terra delle attrezzature e degli<br />

operatori.<br />

L’invisibilità delle cariche elettrostatiche<br />

induce spesso gli operatori a<br />

sottovalutarne la portata, trascurando<br />

quindi l’adozione delle necessarie<br />

contromisure per prevenirle.<br />

La valutazione relativa alle misure<br />

preventive da adottare si effettua<br />

con un attento esame dell’ambiente<br />

di lavoro, delle fasi di processo che vi<br />

si svolgono e dei materiali e attrezzature<br />

coinvolte. Superfluo sottolineare<br />

come il rischio elettrostatico sarebbe<br />

meglio indagarlo con l’aiuto di un<br />

esperto piuttosto che affidarsi al più<br />

casalingo metodo del “fai da te”.<br />

L’opera del Team Nazionale<br />

ESD e del CEI<br />

Con oltre un decennio di programmazione<br />

e in particolare dopo il successo<br />

dell’edizione 2011 tenutasi a<br />

Marostica, l’annuale appuntamento<br />

con i temi legati ai fenomeni elettrostatici<br />

si è ripresentato agli operatori e


agli esperti del settore come un evento<br />

fondamentale per l’aggiornamento<br />

sulle ultime novità tecnologiche e<br />

normative.<br />

Per il team ESD il Convegno ha<br />

rappresentato di contro l’occasione<br />

per recepire spunti e richieste utili<br />

tanto a migliorare il proprio lavoro<br />

quanto per individuare e focalizzare<br />

sempre più efficacemente le problematiche<br />

ESD.<br />

Obiettivo del Convegno è da sempre<br />

la divulgazione della cultura ESD<br />

e la sensibilizzazione per una efficace<br />

gestione ESD in seno alle varie attività<br />

produttive.<br />

Attraverso i vari interventi sono stati<br />

analizzati i criteri relativi alla protezione<br />

ESD (EPA-movimentazione)<br />

e gli elementi tecnici e amministrativi<br />

che caratterizzano la gestione di un<br />

programma ESD in linea con la normativa<br />

CEI EN 61340-5-1.<br />

Grazie alla partecipazione di Rainer<br />

Pfeifle, responsabile della delegazione<br />

tedesca in ambito IEC (International<br />

Electrotechnical Commission) sono<br />

stati illustrati i punti salienti riguardo<br />

la protezione attiva nell’ottica della<br />

normativa tecnica internazionale.<br />

Alcuni aspetti nella gestione dei<br />

componenti Moisture-Sensitive<br />

Device (MSD), un argomento di notevole<br />

interesse a causa dell’aumento<br />

dei processi conformi alle direttive<br />

RoHS, sono inoltre stati trattati<br />

in affiancamento ai requisiti ESD<br />

delle apparecchiature automatiche e<br />

all’evoluzione dei sistemi di protezione<br />

in ambiente elettronico e ATEX.<br />

Sono inoltre state esaminate le<br />

problematiche ESD sui sistemi di<br />

processo della linea di assemblaggio<br />

SMD. Dato che tutta la linea<br />

è esposta al fenomeno elettrostatico,<br />

anche le macchine più semplici,<br />

nella presentazione si è voluto dare<br />

le indicazioni per una soluzioni ottimale<br />

tesa ad evitare ogni tipo di ripercussione.<br />

Anche quest’anno, come in tutte le ultime edizioni del Forum Nazionale ESD, non<br />

è mancato un vasto pubblico di specialisti e di operatori del settore<br />

L’evoluzione<br />

della conoscenza<br />

nella protezione ESD<br />

Storie parallele di insignificanze distruttive<br />

costellano l’evoluzione umana<br />

e il mondo della tecnologia non fa<br />

eccezione.<br />

Elementi apparentemente insignificanti<br />

sono spesso causa di devastanti<br />

fenomeni distruttivi. È stato così<br />

per importanti bolle finanziarie della<br />

storia, lo è ancora, quasi quotidianamente,<br />

per numerosi processi produttivi<br />

industriali a cui quello elettronico<br />

non fa eccezione. I fenomeni ESD,<br />

sebbene quasi impalpabili e assai meno<br />

evidenti di molte altre manifestazioni<br />

distruttive, possono creare perdite<br />

anche pesanti nei bilanci delle<br />

aziende di produzione elettronica.<br />

Le dimensioni economiche di questi<br />

disturbi e le strategie di come minimizzare<br />

le perdite e massimizzare i ricavi<br />

utilizzando le giuste misure preventive<br />

e le cure adatte a limitare i danni dei fenomeni<br />

ESD in una moderna azienda<br />

di produzione elettronica, sono stati gli<br />

argomenti trattati da Riccardo Busetto<br />

di PCB Magazine (da anni media partner<br />

del convegno ESD) in una delle<br />

prime relazioni della giornata.<br />

<strong>Il</strong> tema della ionizzazione, trattato<br />

da Rainer Pfeifle ha descritto invece<br />

come utilizzare i vari sistemi in<br />

un’area EPA per minimizzare il fenomeno<br />

ESD. La presentazione ha passato<br />

in rassegna la qualifica e la verifica<br />

delle tecnologie disponibili in riferimento<br />

alla normativa IEC 61340-<br />

5-1 e i metodi di test in base alla IEC<br />

61340-4-7.<br />

I sistemi che fanno parte della linea<br />

di assemblaggio e saldatura SMT<br />

possono avere un impatto ESD più o<br />

meno significativo; occorre pertanto<br />

prestare attenzione a come installare<br />

tutte le macchine di processo, anche le<br />

più semplici come gli elementi di trasporto<br />

dei pcb. L’intervento incentrato<br />

sulle macchine di assemblaggio ha<br />

esaminato le problematiche specifiche<br />

ESD sulle macchine di processo della<br />

linea produttiva, presentando le possibili<br />

soluzioni per ridurne l’impatto.<br />

Protezione ESD, ma anche protezione<br />

meccanica; argomenti trattati<br />

in merito al packaging. Attenzione<br />

a spessori, peso e prestazioni per poi<br />

scegliere correttamente il tipo di cartone.<br />

Non solo scatole, ma anche interni<br />

dedicati per progettare l’imballo<br />

ottimale in relazione al prodotto da<br />

proteggere.<br />

PCB giugno 2012<br />

25


26 PCB giugno 2012<br />

Da sinistra: Roberto Teppa di Magna<br />

Electronics e Giuseppe Angelo Reina,<br />

di EL.BO. Service<br />

L’impiego del cartone ondulato<br />

rappresenta inoltre e da sempre una<br />

scelta ecosostenibile.<br />

L’impatto dell’umidità nei<br />

processi conduttivi<br />

L’influenza dell’umidità sull’affidabilità<br />

dei componenti elettronici è<br />

generalmente sottovalutata, o spesso<br />

semplicemente sconosciuta. I dispositivi<br />

sensibili all’umidità (MSD) sono<br />

componenti elettronici incapsulati<br />

con resine di molding igroscopiche.<br />

L’umidità presente nell’ambiente<br />

penetra in questo rivestimento plastico<br />

per diffusione.<br />

<strong>Il</strong> processo Lead-Free, per via delle<br />

più alte temperature di lavoro, incrementa<br />

il problema MSD in modo sostanziale.<br />

I guasti associati all’umidità<br />

possono essere molto dannosi e pertanto<br />

si richiede che i produttori investano<br />

tempo ed energie nel trovare<br />

una soluzione efficace al problema.<br />

La normativa di riferimento per la<br />

protezione dei componenti sensibili<br />

all’umidità è la IPC/JEDEC J STD<br />

033 B.1, che ha come obiettivo la salvaguardia<br />

della produttività e la protezione<br />

dei componenti MSD, gestita<br />

anche attraverso l’impiego di buste<br />

barriera.<br />

Un’esperienza concreta<br />

Lo stabilimento Magna di<br />

Campiglione Fenile ha avuto una trasformazione<br />

radicale, passando da<br />

realtà di assemblaggio prettamente<br />

meccanico a quella di assemblaggio<br />

elettromeccanico. Questa migrazione<br />

ha comportato non solo un completo<br />

rifacimento del layout di stabilimento,<br />

ma la strutturazione di reparti<br />

con criteri adatti a recepire la movimentazione<br />

e l’utilizzo di assemblati<br />

e componenti elettronici. <strong>Il</strong> progetto<br />

ha visto la creazione di specifiche<br />

aree EPA e l’attivazione di un programma<br />

ESD completo dei relativi<br />

piani di controllo e mantenimento.<br />

L’operazione più onerosa è stata la<br />

diffusione della cultura ESD a tutto il<br />

personale mediante una serie di sessioni<br />

di training.<br />

Tra le motivazioni che hanno portato<br />

l’azienda piemontese all’attivazione<br />

del programma rientrano sicuramente<br />

la richiesta del cliente e la<br />

necessità di garantire un elevato livello<br />

di qualità del prodotto, motivazioni<br />

sicuramente condivise dalla maggior<br />

parte di aziende che operano nel<br />

campo dell’elettronica professionale.<br />

La normativa ESD: dal<br />

come e perché si origina,<br />

all’evoluzione degli standard<br />

L’intervento del CEI si propone di<br />

far luce brevemente sul processo di<br />

creazione della normativa tecnica e<br />

sulle motivazioni che stanno alla base<br />

della sua origine.<br />

Nell’intervento sono presentate le<br />

modalità organizzative, le risorse, le<br />

regole e i meccanismi che stanno alla<br />

base dello studio, della preparazione,<br />

della diffusione e manutenzione della<br />

normativa, sottolineando quali sono<br />

le aree di intervento e gli obblighi<br />

dei Comitati Nazionali.<br />

Particolare attenzione viene dedicata<br />

alle ragioni e alle motivazioni<br />

che innescano i progetti normativi.<br />

Si evidenzia come le norme siano<br />

originate da motivazioni sia tecniche<br />

che di prestazioni, da motivazioni sociali<br />

e politiche, con queste ultime che<br />

vanno assumendo sempre più importanza,<br />

con notevoli ripercussioni tanto<br />

sul mercato quanto sugli operatori<br />

coinvolti.<br />

La normativa CEI EN 61340-5-1<br />

è in continua evoluzione e ad essa si<br />

fa riferimento per garantire la protezione<br />

ESD, attraverso sistemi attivi e<br />

passivi, all’interno delle aree EPA.<br />

<strong>Il</strong> meeting IEC 101 (Wg5) tenutosi<br />

a New York nel giugno 2011, attraverso<br />

l’analisi e la discussione del documento<br />

IEC 101/333/CD, ha posto<br />

<strong>Il</strong> prof. Gianfranco Coletti<br />

dell’Università di Genova


le basi per una nuova emissione della<br />

normativa ESD in linea con l’evoluzione<br />

tecnologica.<br />

Flooring<br />

<strong>Il</strong> sistema di pavimentazione negli<br />

ambienti controllati riveste un’importanza<br />

particolare, non solo per via<br />

del suo peso economico, ma anche per<br />

la necessaria gestione integrata degli<br />

aspetti tecnici, manutentivi e di sicurezza<br />

ambientale.<br />

<strong>Il</strong> primo degli interventi su questo<br />

tema ha illustrato come gestire il processo<br />

di scelta di una pavimentazione<br />

ESD resiliente, per ottenere i massimi<br />

risultati in termini di prestazioni elettriche,<br />

abbattimento dei costi e sicurezza<br />

degli operatori.<br />

Nella trattazione si fa riferimento<br />

ad esperienze concrete che consentono<br />

di esplorare gli aspetti critici relativi<br />

alla sicurezza degli operatori, citando<br />

le collegate norme vigenti in materia<br />

di qualità ambientale; tra queste<br />

le possibilità offerte dalle certificazioni<br />

internazionali in tema di sostanze<br />

volatili organiche, pericolose per l’uomo<br />

e l’ambiente.<br />

Di particolare interesse i metodi<br />

per condurre una manutenzione adatta<br />

a mantenere inalterato il valore e le<br />

prestazioni delle pavimentazioni installate,<br />

minimizzando il più possibili<br />

i costi di gestione lungo l’intero ciclo<br />

di vita del prodotto.<br />

Per quanto riguarda le emissioni di<br />

sostanze organiche volatili, sono ormai<br />

diversi anni che chi produce pavimenti<br />

deve assicurare dei limiti sulle<br />

emissioni.<br />

Oggi le norme della serie ISO<br />

16000, le linee guida di DIBt e AgBB<br />

rappresentano lo stato dell’arte per la<br />

garanzia della salubrità dell’aria negli<br />

ambienti dove il pavimento è stato<br />

posato. A confermare di come questo<br />

sia un argomento ancora in evoluzione,<br />

a breve la normativa francese ob-<br />

Paola Di Silvestro di Mapei ha trattato<br />

dei sistemi a bassissime emissioni<br />

di sostanze organiche volatili per<br />

la progettazione e realizzazione di<br />

pavimentazioni ESD<br />

bligherà a identificare, mediante etichettatura<br />

sull’imballaggio, la classe<br />

di emissione di ogni pavimento commercializzato<br />

nella nazione.<br />

Vi sono tuttavia applicazioni in<br />

ambienti EPA particolari come per<br />

esempio nell’industria aerospaziale,<br />

nella produzione di microchip o<br />

di hard disk, che già dagli anni ’90 richiedono<br />

lo stesso tipo di assicurazioni,<br />

ma con limiti molto più stretti e<br />

con test più severi. È noto infatti che i<br />

prodotti manipolati in questi ambienti<br />

sono per loro natura estremamente<br />

più sensibili del corpo umano al contatto<br />

con le emissioni di VOC.<br />

Una pavimentazione funzionale<br />

deve avere proprietà ben precise e<br />

durevoli per tutta la sua vita utile, o<br />

che possano essere facilmente ristabilite<br />

mediante una manutenzione non<br />

eccessivamente onerosa. Queste caratteristiche<br />

devono valere anche per<br />

le proprietà antistatiche richieste alle<br />

pavimentazioni installate in EPA.<br />

Un pavimento, conduttivo o statico<br />

dissipativo, con il quale le persone<br />

e gli oggetti mobili sono in contatto,<br />

costituisce una efficace protezione<br />

passiva utilizzata per garantire l’equipotenzialità<br />

delle postazioni all’interno<br />

dell’area protetta. A questo riguardo<br />

sono illustrate le regole fondamentali<br />

per una buona progettazione<br />

e posa, con diretto riferimento ai temi<br />

dell’eco-sostenibilità e della sicurezza<br />

negli ambienti di lavoro.<br />

In ambienti ESD esistono anche<br />

soluzioni resinose specifiche che permettono<br />

di scaricare attraverso punti<br />

di messa a terra le correnti elettrostatiche.<br />

Ambienti tipici che richiedono<br />

queste caratteristiche sono per<br />

esempio le sale operatorie, i centri di<br />

elaborazione dati, le linee di montaggio<br />

e i magazzini di prodotti elettronici<br />

o infiammabili, i laboratori chimici<br />

e così via.<br />

L’applicazione della resina consente<br />

di ottenere superfici e ambienti puliti<br />

e meglio pulibili, colorati e accoglienti,<br />

sicuri, con bassi costi di manutenzione<br />

e un ottimo impatto estetico,<br />

con facile definizione del layout<br />

aziendale (camminamenti, zone di<br />

produzione, attraversamenti pedonali),<br />

con la possibilità di realizzarli senza<br />

smantellamento del pavimento esistente.<br />

Uno degli interventi illustra appunto<br />

la possibilità di applicazione<br />

delle pavimentazioni resinose su supporti<br />

difficili e in ambienti sottoposti<br />

a carichi pesanti. Nello specifico è<br />

opportuno sottolineare che, mediante<br />

un’accurata analisi del supporto e delle<br />

sue caratteristiche, è possibile adottare<br />

soluzioni in grado di dissipare le<br />

cariche elettrostatiche, ottenendo nel<br />

contempo elevate prestazioni di tipo<br />

meccanico e chimico, anche in presenza<br />

di risalita capillare di umidità<br />

dal terreno.<br />

PCB giugno 2012<br />

27


28 PCB giugno 2012<br />

▶ SPECIALE - ESD<br />

Stato ed evoluzione<br />

della normativa ESD<br />

Le aree EPA e i sistemi di protezione ESD devono essere<br />

necessariamente progettati in accordo alle normative di sistema<br />

vigenti; la normativa CEI EN 61340-5-1 indica le prescrizioni per<br />

la protezione ESD in processi elettronici nei quali eventi ESD poco<br />

rilevanti per altre applicazioni possono dimostrarsi estremamente critici<br />

di Giuseppe Vittori - CEI, Luca Gnisci e Giuseppe Angelo Reina - Elbo Service<br />

I<br />

materiali e i prodotti che spesso<br />

risultano idonei per buona parte di<br />

settori esposti a eventi ESD non<br />

possono di solito garantire un’adeguata<br />

protezione ESD in ambiente elettronico.<br />

A tal proposito la CEI EN<br />

61340-5-1 indica le metodologie di<br />

prova che sono necessarie per verificare<br />

l’efficienza dei sistemi di protezione<br />

ESD in sede di qualificazione<br />

(laboratorio) così come di valutazione<br />

(sul campo) proprio nel settore delle<br />

applicazioni elettroniche.<br />

La normativa CEI EN 61340-5-1<br />

si pone l’obiettivo di fornire indicazioni<br />

e prescrizioni per garantire il massimo<br />

potenziale di 100 Volt (HBV – Human<br />

Body Voltage: potenziale sul corpo umano)<br />

all’interno di aree protette.<br />

Quanto appena detto richiede una valutazione<br />

accurata dei materiali e, a tal<br />

proposito, a corredo di ogni sistema di<br />

protezione, la normativa richiede metodi<br />

di prova specifici (vedi Tabella 1).<br />

La progettazione di aree EPA e di<br />

adeguati sistemi per la movimenta-<br />

zione rappresenta una delle fasi più<br />

importanti per poter assicurare la<br />

protezione da eventi ESD anche in<br />

funzione del trend della tecnologia;<br />

pertanto l’impiego di materiali idonei<br />

deve necessariamente garantire<br />

l’efficienza dei sistemi di protezione<br />

utilizzati sia nelle condizioni maggiormente<br />

critiche (RH 12%) sia attraverso<br />

il tempo (in questo caso il<br />

“design robusto” prevede l’ impiego<br />

di prodotti che mantengano le loro<br />

caratteristiche per tutta la loro vita<br />

operativa, quello che normalmente<br />

viene definito come “tempo di utilizzo”).<br />

La normativa CEI EN 61340-5-1<br />

prescrive e indica i requisiti sia per gli<br />

elementi tecnici sia per quelli amministrativi.<br />

Nello specifico:<br />

elementi tecnici: contemplano i sistemi<br />

di protezione, gli imballaggi e la gestione<br />

degli isolanti di processo;<br />

elementi amministrativi: stabiliscono i<br />

criteri minimi che un programma di<br />

base deve contemplare come i ruoli,<br />

le attività di manutenzione, il monitoraggio<br />

e la formazione.


Tabella 1 - Valutazione dei materiali con il riferimento della normativa specifica<br />

SISTEMA DI CONTROLLO ESD<br />

(CEI EN 61340-5-1)<br />

Gli elementi amministrativi possono<br />

essere considerati più flessibili e necessariamente<br />

legati al tipo di “organizzazione”,<br />

al processo e alle dimensioni<br />

della azienda; gli elementi tecnici<br />

i tecnici sono invece più vincolanti<br />

e il programma ESD, in conformità<br />

alla CEI EN 61340-5-1, deve basarsi<br />

di fatto su quattro elementi stabiliti e<br />

fondamentali:<br />

1 - personale (prescrizioni);<br />

2 - area protetta (prescrizioni);<br />

3 - isolanti (gestione);<br />

4 - imballaggi (prescrizioni).<br />

SISTEMA<br />

DI PROTEZIONE<br />

LIMITE RICHIESTO<br />

di Rt-Rs (12% UR<br />

per omologazionevalidazione<br />

processo)<br />

Questi quattro elementi tecnici sono<br />

chiaramente individuati e trattati<br />

nella normativa la quale, per la loro valutazione,<br />

stabilisce requisiti e metodi<br />

di prova a due livelli ben distinti quali:<br />

1 Product qualification (omologazione);<br />

2 Compliance Verification (attività di<br />

mantenimento).<br />

Resta inteso che le attività di omologazione<br />

devono essere condotte tassativamente<br />

in accordo con i metodi di prova<br />

stabiliti e, soprattutto, dopo attività di<br />

DOCUMENTAZIONE DI<br />

RIFERIMENTO T.M.<br />

Sistemi passivi Equipotential Bonding


Fig. 1 - Materiale<br />

isolante filtrato<br />

in sede di<br />

compliance<br />

verification<br />

- out spec.<br />

Rs >1,0*10 12 Ω -<br />

singolare la<br />

presenza del<br />

simbolo ESD<br />

30 PCB giugno 2012<br />

no l’immissione in EPA (Area Protetta<br />

da ESD) di prodotti non adeguati e pericolosi.<br />

Un altro aspetto rilevante è legato<br />

al design e al profilo del prodotto il quale,<br />

oltre alla durata, potrebbe influenzare<br />

pesantemente i costi di manutenzione<br />

che spesso sono analizzati in maniera<br />

sommaria in sede di valutazione e di<br />

analisi dei costi. Ne consegue, ad esempio,<br />

l’impatto negativo prodotto da sedute<br />

che vengono commercializzate prive<br />

di ruote antitraccia e, di conseguenza,<br />

nell’immediato più competitive dal punto<br />

di vista economico.<br />

Evoluzione della normativa<br />

CEI EN 61340-5-1<br />

La prima edizione della CEI EN<br />

61340-5-1 (1999) conteneva diversi<br />

metodi di prova, anche perché in buona<br />

parte i metodi normalizzati non erano<br />

disponibili e/o emessi all’atto del rilascio.<br />

Conseguentemente il primo documento<br />

risultava particolarmente voluminoso;<br />

la seconda edizione, emessa<br />

nel 2007 e dal 2009 disponibile anche<br />

in lingua italiana, contiene solo alcune<br />

prescrizioni per attività di monitoraggio,<br />

mentre sono indicati i metodi di<br />

prova che - in assenza di standard IEC<br />

rilasciati - fanno riferimento a normative<br />

ANSI (in Fig. 2 vi è un esempio di<br />

danni alle ruote di una sedia antistatica).<br />

Attraverso la revisione della CEI EN<br />

61340-5-1, che si è sviluppata attraverso<br />

il Meeting TC 101IEC dello scorso<br />

giugno 2011 presso la sede ANSI<br />

di New York e che sarà consolidata nel<br />

prossimo meeting 2012 a Berlino, saranno<br />

contemplate nuove norme in sede<br />

di realizzazione/emissione in parte<br />

già recepite con procedura fast track<br />

(cioè con accettazione di standard preesistenti<br />

da rivedere in seguito) e nello<br />

specifico:<br />

1. IEC 61340-4-6 Ed. 2 Electrostatics<br />

- Part 4-6: Standard test methods for<br />

specific applications – Wrist Straps<br />

(bracciali);<br />

Fig. 2 - Danni introdotti da sedie prive<br />

di ruote antitraccia<br />

2. IEC 61340-4-8 Ed. 2 - Electrosta-tics<br />

- Part 4-8: Standard test methods for<br />

specific applications – Discharge shielding<br />

– Bags (buste schermanti);<br />

3. IEC 61340-4-9 Ed. 2 - Electrostatics<br />

- Part 4-9: Standard test methods<br />

for specific applications – Garments (indumenti);<br />

4. IEC 61340-4-10 Ed. 1 - Test method<br />

for the protection of electrostatic discharge<br />

susceptible Items – Two point resistance<br />

measurement (resistenza punto<br />

punto);<br />

5. IEC 61340-4-7 Ed. 2.0 - Electrostatics<br />

- Part 4-7: Standard test methods<br />

for specific applications – Ionization<br />

(ionizzazione).<br />

In aggiunta si è attivato/ricostituito<br />

un gruppo di lavoro IEC che proprio<br />

al prossimo meeting di Berlino<br />

porrà le basi per sviluppare l’attività di<br />

“maintenance” della normativa relativa<br />

all’imballaggio di parti sensibili a ESD<br />

e nello specifico:<br />

IEC 61340-5-3 Ed. 2.0 Protection of<br />

electronic devices from electrostatic<br />

phenomena – Properties and requirements<br />

classifications for packaging intended<br />

for electrostatic discharge sensitive<br />

devices.<br />

Protezione ESD<br />

e sicurezza<br />

Un aspetto importante, come citato<br />

nel paragrafo 4.0 “Sicurezza del personale”,<br />

è quello che la norma CEI EN<br />

61340-5-1 non può sostituire o prendere<br />

il posto di alcuna prescrizione relativa<br />

alla sicurezza del personale, anche perché<br />

questi aspetti sono gestiti da normative<br />

nazionali.<br />

A tal proposito, un errore che spesso<br />

viene fatto e che a volte disorienta gli<br />

utilizzatori finali è quello di non considerare<br />

che un prodotto ESD conduttivo,<br />

oppure dissipativo per la elettricità<br />

statica, è isolante per la dinamica; valori


di resistenza di 50 Kohm e 100 Kohm<br />

sono considerati valori minimi di resistenza<br />

di isolamento da norme di sicurezza<br />

quale la CEI 64-8. In sede di progettazione<br />

diviene necessario considerare<br />

la tipologia degli impianti così defi<br />

niti:<br />

Impianti a bassa tensione<br />

Sono gli impianti con tensione fi no<br />

a 1000 volt in corrente alternata e 1500<br />

volt in corrente continua, e comprendono<br />

la maggior parte degli impianti privati,<br />

sia civili che industriali.<br />

Impianti a tensione media e alta<br />

Questi impianti, con tensioni superiori<br />

ai 1000 volt in alternata, sono prevalentemente<br />

in uso da parte delle società<br />

di produzione e distribuzione.<br />

C’è da osservare che in ambito legale<br />

si parla solo di bassa tensione o di<br />

alta tensione; la distinzione fra media<br />

ed alta è puramente di uso tecnico.<br />

Generalmente con “media tensione”<br />

s’intende un valore di tensione compreso<br />

fra i 1000 volt e i 30.000.<br />

Per quanto concerne gli impianti a bassa<br />

tensione si dovrà fare riferimento alla<br />

CEI 64-8 “Prescrizioni per la sicurezza<br />

–protezione mediante luoghi non conduttori”<br />

come indicato dal D.gls 81/08 che<br />

sostituisce il precedente DPR 547/55<br />

(abrogato dall’art. 304 del D.gls 81/08),<br />

mentre gli impianti ad alta tensione sono<br />

legiferati dal D.gls 81/08 che consente<br />

interventi per tensioni nominali<br />

superiori a 1000 V in corrente alternata<br />

e di 1500 V in corrente continua<br />

purché:<br />

Riferimenti Bibliografici<br />

1 - i lavori su parti in tensione sono eff ettuati<br />

da aziende autorizzate con specifi<br />

co provvedimento dei competenti<br />

uffi ci del Ministero del lavoro e della<br />

previdenza sociale ad operare sotto<br />

tensione;<br />

2 - l’esecuzione di lavori su parti in tensione<br />

è affi data a lavoratori abilitati<br />

dal datore di lavoro ai sensi della<br />

pertinente normativa tecnica riconosciuti<br />

idonei per tale attività;<br />

3 - le procedure adottate e le attrezzature<br />

utilizzate sono conformi ai criteri<br />

defi niti nelle norme di buona tecnica.<br />

Quanto indicato per gli impianti ad<br />

alta tensione viene citato a scopo informativo,<br />

non contemplando normalmente<br />

la presenza di componenti e parti<br />

sensibili a ESD, mentre per quelli a<br />

bassa tensione ne è possibile la presenza<br />

(in Tabella 2 una sintesi).<br />

In aggiunta, sempre nell’ottica di integrare<br />

i requisiti ESD con quelli specifi<br />

ci della sicurezza, che deve necessariamente<br />

essere rapportata alla applicazione,<br />

si rammenta che una calzatura<br />

ESD di sicurezza (defi nita antistati-<br />

Tabella 2 - Parti sensibili a ESD e loro resistenza alla<br />

tensione<br />

Tipologia Impianto<br />

(Tensione Vac)<br />

Resistenza vs terra<br />

(isolamento)<br />

[1] IEC 61340-5-1, Protection of electronic devices from electrostatic phenomena<br />

- General requirements, 2007<br />

[2] ESD: ANSI/ESD S20.20. - for the development of an Electrostatic Disharge<br />

Control Program for - Protection of electrical and electronic … - 2007<br />

[3] ESD: Caratterizzazione di materiali e prodotti ESD - XI Convegno ESD -<br />

Stefano Oleari - Giuseppe Angelo Reina - Maurizio Parola - XI Convegno ESD<br />

2009 Milano<br />

[4] Criteri di selezione dei materiali - IX Convegno ESD 2007 - R. Teppa - R.<br />

Furno - Giuseppe Angelo Reina<br />

[5] CEI 64-8 “Prescrizioni per la sicurezza - protezione mediante luoghi non<br />

conduttori”<br />

DECRETO – NORMA<br />

APPLICABILE<br />

≤ 500 volt 50 KΩ (CEI 64-8/4) D.gls 81/08 (CEI 64-8/4)<br />

≥500 volt ≤ 1000 volt 100 KΩ (CEI 64-8/4) D.gls 81/08 (CEI 64-8/4)<br />

≥1000 volt Aziende autorizzate D.gls 81/08<br />

ca e considerata DPI: dispositivo per la<br />

protezione individuale) oltre alla CEI<br />

EN 61340-5-1 (Protezione dei dispositivi<br />

elettronici …) deve incontrare la<br />

norma ISO 20345:2004. Questa, in relazione<br />

alla resistenza elettrica di calzature<br />

antistatiche, stabilisce un range che<br />

spazia da: 100 kΩ a 1000 MΩ e, di conseguenza,<br />

si trova assolutamente in linea<br />

con i requisiti della CEI 64-8/4, ma<br />

anche con altre normative equivalenti<br />

quali la VDE 100 tedesca.<br />

Conclusioni<br />

La progettazione di aree protette e di<br />

sistemi di protezione ESD trova nelle<br />

normative di sistema vigenti un valido<br />

apporto. In questa sede non possono essere<br />

trascurati aspetti tipici e spesso vincolanti<br />

sia a livello prodotto sia in ambito<br />

sicurezza; inoltre non devono essere<br />

sottovalutati elementi legati a ergonomia,<br />

manutenzione e vita applicativa<br />

(compatibilità).<br />

In questo ambito l’organizzazione e<br />

la relativa documentazione interna dovrà<br />

indicare chiaramente la defi nizione<br />

dei ruoli e contemplare la presenza di<br />

un coordinatore o di un program manager<br />

ESD il quale dovrà garantire l’idoneità<br />

dei processi produttivi in linea con<br />

stato dell’arte e evoluzione tecnologica.<br />

L’effi cacia di un programma è legata<br />

alla condivisione e i punti fondamentali<br />

sono, come sempre, formazione, disciplina<br />

e competenza in sede di certifi<br />

cazione.<br />

PCB giugno 2012<br />

31


32 PCB giugno 2012<br />

▶ SPECIALE AZIENDE - ESD<br />

Come progettare<br />

un’area EPA<br />

La progettazione di un’area EPA è<br />

fondamentale per garantire una protezione<br />

efficace sui componenti sensibili<br />

al fenomeno ESD, garantendo un HBV<br />

(Human Body Voltage) inferiore<br />

ai 100 V secondo le normative di sistema<br />

CEI EN 61340-5-1 e ANSI S.20.20<br />

di Roberto Teppa e Cristiano Merlo, Magna Electronics<br />

Allo scopo di garantire un<br />

programma affidabile e<br />

robusto si parta dall’analizzare<br />

gli aspetti critici del processo<br />

quali:<br />

Realizzazione istruzione operativa<br />

L‘istruzione operativa ha lo scopo<br />

di definire tutte le attività da svolgere<br />

per attuare il programma ESD in<br />

modo corretto, stabilire i ruoli e le responsabilità<br />

per la gestione e il mantenimento<br />

dello stesso, definire le attrezzature<br />

e la strumentazione da utilizzare<br />

e monitorare all’interno del<br />

processo.<br />

Pavimentazione<br />

Per le nostre aree di produzione si è<br />

dovuto realizzare un pavimento statico<br />

dissipativo per garantire una buona<br />

messa a terra del sistema e realizzare<br />

un accoppiamento pavimento-calzatura<br />

che rispecchi le normative citate<br />

in precedenza.<br />

<strong>Il</strong> tipo di pavimentazione scelto è<br />

stato una resina dissipativa, in quanto<br />

più resistente a movimentazioni<br />

di carrelli e materiale pesante. <strong>Il</strong> valore<br />

di Rg deve essere inferiore ai 35<br />

Mohm e possibilmente avere valori<br />

omogenei su tutta la superficie. <strong>Il</strong><br />

problema principale individuato è il<br />

mantenere la pavimentazione più pulita<br />

possibile, per garantire un buon<br />

accoppiamento pavimento-calzatura.<br />

Superfici di lavoro, carrelli, sedie e tavoli<br />

Le superfici di lavoro all’interno del<br />

nostro processo produttivo sono prevalentemente<br />

banchetti di assemblaggio<br />

scheda elettronica con tappeti antistatici<br />

collegati a terra.<br />

Le sedie sono rivestite da fodere<br />

antistatiche e hanno le ruote conduttive.<br />

Tutti i carrelli su cui vengono<br />

movimentate le schede elettroniche<br />

hanno almeno una ruota di tipo<br />

conduttivo.<br />

Definire e delimitare l’area interessata<br />

In prima analisi si sono definite le<br />

aree, ben delimitate da nastri gialli e<br />

contraddistinti da cartelli che segnalano<br />

il tipo di prodotto e l’area EPA.<br />

L’accesso a questa area è consentito<br />

solo a persone dotate di protezioni<br />

contro le ESD che devono obbligatoriamente<br />

testarsi sull’apposita apparecchiatura<br />

e registrare l’avvenuto<br />

controllo.<br />

Definire i materiali consentiti<br />

La definizione dei materiali consentiti<br />

all’interno del processo risulta<br />

essere una componente molto importante,<br />

in quanto permette di garantire<br />

un sistema di protezione robusto e<br />

affidabile anche a bassi valori di UR<br />

(12%). Quindi è stata valutata la gestione<br />

dei materiali isolanti all’interno<br />

dell’EPA, utilizzando ove necessario<br />

sistemi ionizzanti.<br />

Definire gli imballi per la movimentazione<br />

Gli imballi per la movimentazione<br />

delle schede elettroniche sono stati<br />

appositamente studiati e realizzati per<br />

evitare danneggiamenti e contaminazione<br />

da polveri.<br />

Sistemi di protezione attiva (ionizzatori)<br />

In alcune fasi del processo si è reso<br />

necessario utilizzare materiali isolanti,<br />

sia per le attrezzature, sia come<br />

componenti del prodotto assemblato.<br />

Questi materiali possono dare origine<br />

a fenomeni ESD, pertanto si sono<br />

utilizzati degli apparati ionizzanti che<br />

garantiscono un decay time


Protezioni del personale<br />

<strong>Il</strong> personale che opera all’interno<br />

dell’area EPA è dotato di indumenti<br />

antistatici e di calzature ESD che<br />

permettono di ottenere un valore di<br />

HBV < 100V e quindi garantire una<br />

protezione adeguata per le parti sensibili.<br />

Chiaramente non solo il personale<br />

operativo deve proteggersi, ma<br />

chiunque acceda all’interno dell’EPA:<br />

manager, tecnici, addetti alle pulizie,<br />

visitatori, ecc.<br />

Riguardo a questo argomento occorre<br />

monitorare continuamente il<br />

personale e accertarsi tramite opportuni<br />

moduli l’avvenuto controllo con<br />

il tester.<br />

Implementazioni di circuiti di protezione<br />

Anche la progettazione delle schede<br />

elettroniche fa sì che i circuiti elettronici<br />

abbiano una rete di protezione<br />

contro le scariche elettrostatiche, nella<br />

fase di validazione del prodotto si effettuano<br />

anche le prove di laboratorio<br />

finalizzate a questo scopo.<br />

Andamento degli scarti riferiti a ESD<br />

Viene svolto un lavoro di analisi su<br />

tutti gli scarti e i resi cliente, se ci so-<br />

no scarti dovuti a ESD viene redatto<br />

dalla qualità un report specifico.<br />

Gestione del programma<br />

Training generale<br />

Dopo aver adeguato la struttura è<br />

necessario che tutte le persone che<br />

operano all’interno siano consapevoli<br />

delle regole e che le rispettino. A<br />

questo proposito abbiamo formato il<br />

100% del personale a partire dai lavoratori<br />

di produzione fino ad arrivare<br />

al GM su quali sono i pericoli verso<br />

i prodotti e come devono comportarsi<br />

all’interno del plant. <strong>Il</strong> training di circa<br />

un’ora viene eseguito dal coordinatore<br />

ESD. Questa formazione è uno<br />

dei requisiti di base dei dipendenti<br />

Magna Campiglione, viene gestita<br />

e registrata dall’ufficio risorse umane.<br />

A conferma dell’avvenuta formazione<br />

e per verificarne la comprensione delle<br />

regole ESD, al personale viene sottoposto<br />

un questionario.<br />

Training focal point<br />

In ogni area di produzione abbiamo<br />

nominato dei focal point. Essi<br />

hanno il compito di monitorare tramite<br />

controlli specifici, l’efficacia del-<br />

le protezioni attive e passive, di mantenere<br />

in condizioni funzionali attrezzature<br />

e collegamenti, e di segnalare<br />

eventuali derive ai loro responsabili<br />

e ai coordinatori ESD. Inoltre<br />

essendo personale diretto o indiretto<br />

di produzione, contribuiscono al diffondere<br />

della cultura verso i rischi da<br />

scariche elettrostatiche ogni giorno e<br />

a ogni livello. La formazione dei focal<br />

point viene eseguita al nostro interno<br />

dai coordinatori ESD e si articola<br />

in tre step:<br />

1) formazione teorica approfondita;<br />

2) formazione pratica sui metodi di<br />

misura e di mantenimento;<br />

3) test finale.<br />

La formazione viene rinforzata e<br />

implementata da aggiornamenti annuali.<br />

Control plan<br />

È fondamentale per il funzionamento<br />

del programma stabilire e realizzare<br />

un piano di mantenimento del<br />

sistema delle protezione in uso e della<br />

struttura. I punti cardine su cui lavorare<br />

sono:<br />

Monitoraggio<br />

<strong>Il</strong> monitoraggio giornaliero è eseguito<br />

dal personale operativo, che<br />

deve testare braccialetti e calzature<br />

quotidianamente con l’apposito<br />

tester, posto all’ingresso dei reparti<br />

produttivi e registrare sull’apposito<br />

modulo l’avvenuto controllo. I focal<br />

point, seguendo uno specifico piano<br />

redatto dai coordinatori ESD appositamente<br />

per ogni area di processo,<br />

controllano le caratteristiche base<br />

della struttura e delle attrezzature:<br />

connessioni banchi e macchine, superfici<br />

di lavoro, pavimentazione, sedie,<br />

contenitori, temperatura, umidità<br />

relativa etc.<br />

I controlli sono pianificati a intervalli<br />

di tempo differenziati secondo i<br />

rischi e le necessità.<br />

PCB giugno 2012<br />

33


34 PCB giugno 2012<br />

Sopra, esempio di scheda<br />

per la raccolta dei dati,<br />

qui a lato la scheda piano<br />

azioni correttive<br />

I focal point registrano i valori misurati,<br />

e in caso di deriva intervengono<br />

per il ripristino se possibile, o segnalano<br />

al coordinatore per l’attivazione<br />

di un piano di azioni correttive.<br />

Metodi di misura<br />

Le misure vengono eseguite tramite<br />

un Mega Ohmetro specifi co per<br />

gli audit, con un kit di elettrodi, cavi<br />

e contatti per le misure Rs ed Rg.<br />

Temperatura e umidità vengono misurati<br />

tramite termo-igrometro fi sso<br />

in ogni reparto produttivo. Come tutti<br />

gli altri strumenti di misura, sono<br />

certifi cati periodicamente dalla metrologia.<br />

Al fi ne di rendere le misure univoche<br />

ed immediate abbiamo redatto<br />

una tabella con dei limiti min e max<br />

per le caratteristiche che vogliamo<br />

monitorare. Tale istruzione operativa<br />

fa riferimento alla IEC 61340-5-1.<br />

Azioni correttive<br />

In caso di deriva su una caratteristica<br />

verifi cata, occorre intervenire immediatamente.<br />

Se questo non è possibile,<br />

il focal point con il coordinatore<br />

ESD e il responsabile dell’area in<br />

questione, devono registrare sul PAC<br />

(Piano di Azioni Correttive) le attività<br />

concordate.<br />

<strong>Il</strong> piano deve essere esposto in<br />

una zona di passaggio e ben visibile<br />

da tutti i membri del team, al fi ne<br />

di garantire la chiusura dell’azione nei<br />

tempi e nei modi stabiliti.<br />

Conclusioni<br />

Le attività di maintenance sono un<br />

elemento decisamente critico e fondamentale<br />

affi nché la gestione della<br />

statica sia opportuna nell’ambito nei<br />

processi produttivi: la cattiva gestione<br />

può introdurre problemi molto seri<br />

sia nei processi elettronici ma soprattutto<br />

sul risultato dei prodotti stessi.<br />

Anche la scelta più sofi sticata e costosa<br />

può essere inibita attraverso operazioni<br />

di mantenimento improprie o la<br />

mancanza di attività di monitoraggio<br />

nei termini necessari che sono indicati<br />

da norme vigenti e/o tipologia soluzioni<br />

adottate. Sono quindi necessari<br />

una struttura adeguata, una cultura<br />

radicata e diff usa e un monitoraggio<br />

continuo e attivo.<br />

Per soddisfare i requisiti richiesti<br />

è fondamentale predisporre un programma<br />

di controllo in grado di limitare<br />

al minimo le possibilità di errore<br />

e che coinvolga tutte le funzioni<br />

e i reparti impattati direttamente<br />

ed indirettamente nella gestione della<br />

statica.<br />

Magna Electronics<br />

www.magna.com


34 PCB giugno 2012<br />

Sopra, esempio di scheda<br />

per la raccolta dei dati,<br />

qui a lato la scheda piano<br />

azioni correttive<br />

I focal point registrano i valori misurati,<br />

e in caso di deriva intervengono<br />

per il ripristino se possibile, o segnalano<br />

al coordinatore per l’attivazione<br />

di un piano di azioni correttive.<br />

Metodi di misura<br />

Le misure vengono eseguite tramite<br />

un Mega Ohmetro specifi co per<br />

gli audit, con un kit di elettrodi, cavi<br />

e contatti per le misure Rs ed Rg.<br />

Temperatura e umidità vengono misurati<br />

tramite termo-igrometro fi sso<br />

in ogni reparto produttivo. Come tutti<br />

gli altri strumenti di misura, sono<br />

certifi cati periodicamente dalla metrologia.<br />

Al fi ne di rendere le misure univoche<br />

ed immediate abbiamo redatto<br />

una tabella con dei limiti min e max<br />

per le caratteristiche che vogliamo<br />

monitorare. Tale istruzione operativa<br />

fa riferimento alla IEC 61340-5-1.<br />

Azioni correttive<br />

In caso di deriva su una caratteristica<br />

verifi cata, occorre intervenire immediatamente.<br />

Se questo non è possibile,<br />

il focal point con il coordinatore<br />

ESD e il responsabile dell’area in<br />

questione, devono registrare sul PAC<br />

(Piano di Azioni Correttive) le attività<br />

concordate.<br />

<strong>Il</strong> piano deve essere esposto in<br />

una zona di passaggio e ben visibile<br />

da tutti i membri del team, al fi ne<br />

di garantire la chiusura dell’azione nei<br />

tempi e nei modi stabiliti.<br />

Conclusioni<br />

Le attività di maintenance sono un<br />

elemento decisamente critico e fondamentale<br />

affi nché la gestione della<br />

statica sia opportuna nell’ambito nei<br />

processi produttivi: la cattiva gestione<br />

può introdurre problemi molto seri<br />

sia nei processi elettronici ma soprattutto<br />

sul risultato dei prodotti stessi.<br />

Anche la scelta più sofi sticata e costosa<br />

può essere inibita attraverso operazioni<br />

di mantenimento improprie o la<br />

mancanza di attività di monitoraggio<br />

nei termini necessari che sono indicati<br />

da norme vigenti e/o tipologia soluzioni<br />

adottate. Sono quindi necessari<br />

una struttura adeguata, una cultura<br />

radicata e diff usa e un monitoraggio<br />

continuo e attivo.<br />

Per soddisfare i requisiti richiesti<br />

è fondamentale predisporre un programma<br />

di controllo in grado di limitare<br />

al minimo le possibilità di errore<br />

e che coinvolga tutte le funzioni<br />

e i reparti impattati direttamente<br />

ed indirettamente nella gestione della<br />

statica.<br />

Magna Electronics<br />

www.magna.com


36 PCB giugno 2012<br />

▶ SPECIALE PRODOTTI - ESD<br />

Pavimentazione<br />

anti ESD negli ambienti<br />

controllati<br />

Ovvero, come gestire in modo integrato<br />

gli aspetti tecnici, manutentivi e di<br />

sicurezza ambientale nelle opere di posa di<br />

pavimentazioni anti ESD<br />

di Alessandro Bonafede, Nora System<br />

La protezione delle apparecchiature<br />

e degli operatori dalle<br />

scariche elettrostatiche (Electrostatic<br />

Discharge–ESD) è da sem-<br />

Fig. 1 - Installazione G-Tech, USA<br />

pre una problematica importante<br />

negli ambienti ESD, in quanto influisce<br />

sulla resa produttiva e sulla gestione<br />

dei costi produttivi, sulla qualità<br />

e affidabilità del prodotto e, dunque,<br />

sulla redditività. È ormai provato che<br />

nei processi produttivi dell’industria<br />

elettronica ed elettromeccanica il<br />

rischio di guasti arrecati dalle cariche<br />

elettrostatiche sui componenti, schede<br />

e prodotti finiti, risulta sempre di<br />

più critico, in quanto questo influenza<br />

negativamente i costi della produzione<br />

e la soddisfazione dei clienti (guasti<br />

latenti).<br />

Onde evitare rischi e costi incalcolabili<br />

occorre adottare misure idonee<br />

per proteggere le apparecchiature e i<br />

prodotti dalle scariche elettrostatiche.<br />

Requisiti di base<br />

Uno dei sistemi di protezione di<br />

maggior efficacia è la pavimentazione.<br />

<strong>Il</strong> pavimento destinato a un ambiente<br />

ESD deve garantire:<br />

- proprietà elettrostatiche, in grado<br />

di salvaguardare i componenti<br />

elettronici, gli equipaggiamenti<br />

e gli operatori, contro le scosse<br />

elettriche (un potenziale sul corpo<br />

umano massimo di 100 volt<br />

(HBV) in grado di non danneggiare<br />

la maggior parte dei componenti<br />

elettronici);<br />

- libertà di movimento rispetto ad<br />

altri sistemi per la protezione ESD<br />

del personale che trasporta componenti<br />

sensibili a ESD e che opera<br />

in piedi nel processo produttivo;


- proprietà fisiche, meccaniche,<br />

resistenza chimica:<br />

la durata, la resistenza<br />

allo slittamento e<br />

all’abrasione, la resistenza<br />

al fuoco e al traffico<br />

dei carrelli;<br />

- facilità, economicità dei<br />

metodi manutentivi;<br />

- salubrità del sito: cioè<br />

la limitazione al minimo<br />

dell’emissione di sostanze<br />

volatili organiche pericolose<br />

per l’uomo e per<br />

l’ambiente.<br />

Opportunità<br />

Una scelta di rivestimento<br />

sicuro è senza dubbio la<br />

pavimentazione in gomma,<br />

in quanto per natura presenta una ridotta<br />

tendenza a caricarsi elettrostaticamente<br />

sia nella versione conduttiva<br />

(


38 PCB giugno 2012<br />

▶ PROGETTAZIONE - CAD<br />

Quando l’E-Cad<br />

incontra l’M-Cad<br />

La soluzione dei complessi problemi<br />

progettuali passa oggi per un’inevitabile<br />

integrazione fra campi lontani fra loro, ma<br />

legati da vincoli strettissimi<br />

di Frank Krämer, Altium Europe<br />

Si sente spesso<br />

dire che quando<br />

i processi produttivi<br />

migrano verso<br />

le regioni economicamente<br />

più convenienti,<br />

chi ne soff re sono le economie<br />

più sviluppate. Un<br />

altro punto di vista è quello per<br />

cui trasferendo i lavori ripetitivi<br />

all’esterno, alle risorse che precedentemente<br />

si occupavano di attività di<br />

basso valore vengono ora presentate<br />

ben più interessanti opportunità. La<br />

stessa cosa dicasi per la progettazione:<br />

utilizzando strumenti automatizzati<br />

di progettazione, gli ingegneri hanno<br />

la possibilità di accrescere la loro produttività.<br />

È impensabile oggi per un<br />

ingegnere non utilizzare un approccio<br />

computerizzato nella progettazione<br />

di un pcb, anche se sarebbe sempre<br />

possibile eseguirlo senza strumenti di<br />

supporto.<br />

E così come le economie si devono<br />

adattare al cambiamento delle condizioni<br />

globali, i gruppi di ingegneri sono<br />

incoraggiati e incentivati a utilizzare<br />

qualsiasi strumento produttivo sia al<br />

momento a disposizione. Per gli inge-<br />

gneri progettisti del settore elettronico<br />

l’uso degli strumenti EDA ha aumentato<br />

grandemente i processi produttivi, a<br />

partire dal componente fi no al prodotto<br />

fi nito. Così come è possibile accelerare<br />

i processi di progettazione, ora è possibile<br />

simulare o emulare ogni parte di<br />

un progetto elettronico prima che qualsiasi<br />

componente venga acquistato. Nel<br />

campo dello sviluppo dei circuiti integrati,<br />

per esempio, l’ultimo passo che<br />

rappresenta un processo lungo e costoso<br />

è quello di collegare il progetto alla<br />

base di silicio. Ciò è dovuto agli enormi<br />

costi legati alla produzione dei dispositivi<br />

integrati, costi che sono determinati<br />

principalmente dalla necessità di vendere<br />

il dispositivo fi nale in grandi volumi.<br />

La stessa cosa non è tuttavia vera<br />

per tutti i dispositivi elettronici prodotti<br />

al giorno d’oggi: molti di questi sono infatti<br />

assai meno legati ai costi delle attività<br />

d’ingegneria di quanto non si possa<br />

pensare. Ciò non avviene però nel caso<br />

della progettazione meccanica, dato che<br />

esistono implicazioni signifi cative<br />

in termini di costo a causa<br />

degli strumenti utilizzati<br />

per le riprogettazioni, per<br />

esempio, per l’eliminazione<br />

di problemi che<br />

riguardano la parte<br />

di prodotto interna<br />

ai pcb.<br />

I progressi<br />

eff ettuati negli<br />

strumenti EDA<br />

dimostrano che sta<br />

diventando sempre più<br />

semplice simulare la forma esterna<br />

del prodotto e le sue funzioni prima che<br />

questo venga fabbricato. Anche in questo<br />

caso, con l’ovvia eccezione della progettazione<br />

dei circuiti integrati, il progresso<br />

negli strumenti per l’automazione<br />

del processo nel settore elettronico<br />

è stato indirizzato principalmente verso<br />

applicazioni di nicchia e verso mercati<br />

verticali. La progettazione di un<br />

pcb è un esempio: esistono innumerevoli<br />

strumenti a basso costo per la progettazione<br />

di un pcb che sono ideali per<br />

la creazione di layout a singola faccia o a<br />

doppia faccia, ma assai pochi che siano<br />

capaci di intervenire su pcb multistrato<br />

dotati di segnali ad alta velocità e a segnali<br />

misti e ancor meno quelli capaci<br />

di incorporare strumenti effi caci d’analisi<br />

che garantiscano che l’integrità del<br />

segnale non venga compromessa.


Per coloro che progettano dispositivi<br />

con tali caratteristiche, gli strumenti<br />

sono importantissimi. Questi offrono<br />

l’unica soluzione realistica per sviluppare<br />

tali tipi di prodotti, prodotti che<br />

al momento diamo per scontato nel nostro<br />

stile di vita digitale. Per esempio, le<br />

telecomunicazioni mobili non potrebbero<br />

essere possibili senza sofisticati<br />

strumenti EDA; questi hanno permesso<br />

agli ingegneri di sviluppare complessi<br />

dispositivi a segnali misti e sistemi che<br />

permettano di rendere le reti 3G e gli<br />

smartphone una realtà.<br />

Gli esempi sono numerosi, ma la tendenza<br />

è quella che più è complessa la<br />

fase di progettazione, più sofisticati devono<br />

essere gli strumenti utilizzati. In<br />

ogni caso c’è sempre un aspetto della<br />

progettazione che è applicabile praticamente<br />

a ogni singolo sviluppo di prodotto,<br />

senza tenere conto della sua complessità<br />

funzionale o del suo valore finale<br />

sul mercato.<br />

L’incrocio dei campi<br />

progettuali<br />

L’integrazione della progettazione<br />

elettronica e meccanica è un fatto inesorabile.<br />

Con poche eccezioni il progetto<br />

di un pcb non è solo influenzato dai<br />

componenti che questo dovrà ospitare,<br />

ma anche dallo spazio che questo occupa.<br />

Diversi prodotti impiegano oggi<br />

un’unica scheda e, in tali casi, le dimensioni<br />

e la forma del pcb dipendono<br />

meno dalla sue potenziali funzionalità<br />

e molto di più da fattori di relazione<br />

con l’ambiente fisico. Infatti, in certi casi<br />

- in particolare nei dispositivi consumer<br />

- la forma e le dimensioni del prodotto<br />

finale definiranno in realtà lo spazio<br />

disponibile per il pcb e per tutti i<br />

suoi componenti. In questi casi il progetto<br />

meccanico determina entrambi i<br />

campi e, nonostante ciò, rimangono ancora<br />

limitate le interazioni fra gli strumenti<br />

CAD dedicati agli aspetti meccanici<br />

e quelli invece che si occupano<br />

Fig. 1 - Con la visualizzazione 3D è possibile anticipare gli ingombri progettuali<br />

della progettazione elettronica propriamente<br />

detta.<br />

Mentre lo scopo del produttore dello<br />

strumento CAD è comprensibilmente<br />

dedicato alla complessità del progetto<br />

elettronico, le sue controparti si sono<br />

occupate di migliorare gli strumenti<br />

M-CAD per renderli totalmente compatibili<br />

con le potenzialità grafiche e di<br />

processo degli ultimi computer attualmente<br />

disponibili sul mercato. È oggi<br />

assai comune per gli ingegneri progettisti<br />

specializzati nella progettazione<br />

meccanica di avere accesso in tempo reale<br />

alle rappresentazioni tridimensionali<br />

del loro progetto. Dal punto di vista<br />

dell’aumento della produttività, è difficile<br />

negare il valore insito di un prodot-<br />

to osservandolo in un ambiente 3D che<br />

permetta la manipolazione dello stesso<br />

attraverso diversi angoli di osservazione.<br />

È importante ricordare che, mentre<br />

i circuiti integrati continuano a ridursi<br />

nelle loro dimensioni, i componenti<br />

che li affiancano spesso non riescono<br />

a stare al passo della miniaturizzazione.<br />

In modo specifico, i principali limiti<br />

delle dimensioni fisiche dei componenti<br />

passivi quali i trasformatori, i resistori,<br />

i condensatori e gli induttori e là<br />

dove vi siano meno necessità di un gran<br />

numero di connettori come nei dispositivi<br />

più moderni, quelli che rimangono<br />

sono obbligati ad adattarsi a restrizioni<br />

fisiche importanti legati alle loro dimensioni<br />

e, soprattutto, a dove debbano<br />

Fig. 2 - L’approccio integrato è essenziale quando l’involucro del progetto detta le<br />

dimensioni e gli ingombri del dispositivo<br />

PCB giugno 2012<br />

39


40 PCB giugno 2012<br />

Fig. 3 - L’elettronica moderna richiede un atteggiamento sempre più integrato fra<br />

i vari domini progettuali<br />

essere collocati sulla scheda. Comunque<br />

questo non è un problema insormontabile,<br />

visto che al momento esistono<br />

numerosi modelli 3D per componenti<br />

standard quali i componenti passivi<br />

e i connettori che possono essere usati<br />

e manipolati in un numero sempre più<br />

grande di package CAD.<br />

La creazione sempre più diff usa di<br />

questi modelli 3D è segno di un rinnovato<br />

interesse dei produttori per l’integrazione<br />

E-CAD/M-CAD. Si tratta<br />

di una tendenza che molte aziende credono<br />

continuerà nel tempo, portando<br />

a guadagni produttivi signifi cativi agli<br />

sviluppatori che si occupano di entrambi<br />

i campi applicativi.<br />

<strong>Il</strong> più signifi cativo sviluppo lungo<br />

la strada verso la totale integrazione<br />

è stata l’introduzione del protocol-<br />

lo di scambio progettuale che i produttori<br />

di E-CAD e di M-CAD portebbero<br />

adottare. Sebbene nel passato<br />

abbiano avuto luogo diversi tentativi<br />

di integrare i due campi, questi sono<br />

stati limitati da una mancanza di cooperazione<br />

fra i fornitori che ha creato<br />

nuove diffi coltà anziché eliminarne.<br />

Con l’introduzione dello STEP (lo<br />

STandard for the Exchange of Product, lo<br />

standard per lo scambio dei prodotti),<br />

in particolare la versione AP che defi -<br />

nisce i modelli 3D, lo scambio di dati<br />

progettuali è diventato più semplice. <strong>Il</strong><br />

settore M-CAD è stato rapido nell’integrare<br />

lo STEP AP214, ma lo stesso<br />

non è avvenuto per il settore E-CAD.<br />

L’Altium Designer, l’ambiente di progettazione<br />

unifi cata di Altium, supporta<br />

invece tranquillamente l’impor-<br />

Fig. 4 - Le dimensioni e gli ingombri dei componenti possono essere previsti prima<br />

della fase di produzione<br />

tazione e/o l’esportazione, così come la<br />

manipolazione di fi le STEP e tali caratteristiche<br />

le affi anca alla sua generale<br />

funzionalità di progettazione dei pcb<br />

portando a un nuovo livello di potenzialità<br />

progettuale gli ingegneri elettronici<br />

che lo utilizzano.<br />

Capacità 3D nello spazio<br />

del pcb<br />

Molti strumenti M-CAD supportano<br />

oggi modelli 3D di pcb popolati<br />

di componenti che siano stati creati<br />

da strumenti di sviluppo di terze parti.<br />

Sebbene ciò off ra una valida visualizzazione<br />

di come il pcb e il supporto interagiscano<br />

fra loro, ciò non dà tuttavia<br />

la possibilità all’ambiente meccanico circostante<br />

di fornire al progettista di pcb<br />

le dimensioni critiche, gli spazi vuoti o<br />

gli altri elementi spaziali fonti di possibili<br />

problemi. Oltre a ciò, l’ingegnere che<br />

si occupa di progetti meccanici dispone<br />

di meno strumenti che gli permettano di<br />

rendersi conto di aver bisogno di particolari<br />

componenti da collocare, in particolare<br />

quando si sia in presenza di alte<br />

velocità, segnali misti o segnali ad alta<br />

tensione.<br />

L’adozione del formato STEP presente<br />

all’interno dell’Altium Designer<br />

supera tali restrizioni. Questo strumento<br />

permette infatti agli ingegneri, non<br />

solo di utilizzare il modello 3D di un<br />

contenitore visualizzando il prodotto<br />

fi nito, ma di adottare in modo attivo<br />

un approccio tridimensionale a ciò<br />

che essi devono progettare. Integrato<br />

nell’AP214, il formato dispone di abbastanza<br />

dati da permettere al modello<br />

importato di un contenitore di essere<br />

usato in realtà defi nendo le dimensioni<br />

del pcb e superando con ciò i problemi<br />

di accuratezza e di trasferimento manuale<br />

delle misure critiche da un campo<br />

di progettazione all’altro. Questa capacità<br />

permette di compiere un deciso<br />

passo avanti consentendo agli ingegneri<br />

elettronici di progettare in vista diretta-


mente della produzione, legando strettamente<br />

il campo meccanico al processo<br />

di progettazione della sfera elettronica.<br />

Inoltre, la capacità di definire i requisiti<br />

imposti dalle dimesnioni in un formato<br />

3D permette agli ingegneri dei due<br />

diversi campi di progettazione di poter<br />

valutare istantaneamente il risultato<br />

delle eventuali trasformazioni del progetto.<br />

Combinando i modelli di contenitore<br />

con il pcb, all’interno dell’Altium<br />

Designer un ingegnere progettista può<br />

manipolare la rappresentazione 3D risultante<br />

operando misurazioni attive degli<br />

spazi. Tali caratteristiche innovative<br />

fanno sì che l’ingegnere elettronico<br />

acquisisca una completa conoscenza di<br />

come dovrà essere il pcb ben prima che<br />

questo entri in produzione.<br />

Per rendere il processo ancora più<br />

produttivo, i modelli possono essere legati<br />

in modo da far sì che ogni cambiamento<br />

operato in uno dei due campi<br />

venga a riflettersi in modo efficace<br />

sull’altro. Ciò significa che ogni modi-<br />

fica apportata al contenitore verrà vista<br />

dall’ingegnere elettronico e ogni alterazione<br />

apportata al pcb o ai suoi componenti<br />

verrà automaticamente inviata<br />

all’ingegnere che si occupa della progettazione<br />

meccanica.<br />

La chiave di volta di tale funzionalità è<br />

l’abilità, non tanto di manipolare un singolo<br />

modello 3D, ma di coordinare modelli<br />

multipli in uno spazio virtuale tridimensionale,<br />

usando punti di riferimento.<br />

Allineando precisamente i modelli delle<br />

parti di un contenitore e un pcb già popolato<br />

di componenti, l’ingegnere progettista<br />

potrà valutare gli spazi critici, così<br />

come il modo in cui il pcb si adatterà al<br />

contenitore, oppure al bisogno di inserire<br />

elementi di supporto e fissaggio, preservando<br />

nel contempo gli obiettivi globali<br />

di mercato del prodotto.<br />

Un altro vantaggio di lavorare in un<br />

mondo virtuale è poi quello che gli ingegneri<br />

possono operare una sperimentazione<br />

senza andare incontro a<br />

costi. Per esempio, se un componente<br />

viene progettato tridimensionalmente,<br />

sarà possibile piazzarlo in modo<br />

che questo passi attraverso un secondo.<br />

L’immagine di un componente disegnato<br />

in tale modo è tale che esso possa<br />

anche penetrare attraverso il contenitore;<br />

ciò può apparire non convenzionale,<br />

ma potrebbe risolvere non pochi<br />

dilemmi progettuali. Per raggiungere<br />

tale risultato usando modelli reali<br />

si richiederebbero ore e ore di sforzi,<br />

mentre in ambito virtuale tutto ciò sarebbe<br />

semplice come cambiare un solo<br />

punto di riferimento. Questa stretta<br />

relazione fra i campi elettronico e meccanico<br />

è oggi possibile solo con l’utilizzo<br />

del formato STEP. Incorporare il<br />

formato STEP in un ambiente di progettazione<br />

di pcb segna un vero e proprio<br />

passo avanti verso la creazione di<br />

un approccio veramente unificato allo<br />

sviluppo del prodotto.<br />

Altium Europe<br />

www.altium.com


A<br />

42 PCB giugno 2012<br />

▶ PROGETTAZIONE - HIGH SPEED<br />

Comprendere gli effetti<br />

delle via<br />

L’incremento delle velocità dei segnali<br />

comporta una serie di nuove sfide<br />

progettuali da affrontare che richiedono la<br />

soluzione di problemi completamente nuovi<br />

rispetto al passato<br />

di Zhen Mu, Mentor Graphics<br />

Fig. 1a - Schema generale del percorso del segnale tra due chip, con il percorso<br />

critico evidenziato in rosso<br />

B<br />

Negli ultimi anni la domanda<br />

di elevate velocità di elaborazione<br />

e di trasmissione delle<br />

informazioni è cresciuta in modo<br />

vertiginoso, di conseguenza la progettazione<br />

di schede presenta segnali<br />

aventi frequenze dell’ordine delle<br />

decine di Gbps. Infatti oggi i progetti<br />

delle memorie di tipo avanzato sono<br />

infatti oggi orientati verso frequenze<br />

di trasmissioni di dati di oltre<br />

10 Gbps, e anche le interfacce<br />

SERDES si stanno indirizzando verso<br />

i 25-28 Gbps.<br />

L’incremento delle velocità dei segnali<br />

comporta una serie di nuove sfide progettuali<br />

da affrontare per la soluzione di<br />

problemi completamente nuovi. In tali<br />

condizioni, le caratteristiche elettriche<br />

dei percorsi seguiti dai segnali sulle<br />

schede e nelle interconnessioni manifestano<br />

dei problemi che a velocità inferiori<br />

potevano risultare trascurabili, come ad<br />

esempio una significativa perdita dielettrica,<br />

o la discontinuità di impedenza nel<br />

percorso del segnale.<br />

Fig. 1b - Tipica rappresentazione schematica di un canale, utilizzata per la simulazione degli effetti delle via


Canali diversi, diverse<br />

metodologie<br />

Per un tipico canale SERDES<br />

(Fig. 1), i contributi alla discontinuità<br />

provengono dalle via per il<br />

trasferimento dei segnali tra i layer,<br />

dai connettori necessari per realizzazioni<br />

multi-scheda e, infine, dai<br />

package.<br />

Per quanto attiene alla progettazione<br />

dei pcb, ovviamente, gli unici contributi<br />

sotto il controllo dei progettisti<br />

sono quelli relativi alle configurazioni<br />

delle via.<br />

Consideriamo il percorso attraverso<br />

un singolo foro di via, per uno stackup<br />

standard di un pcb. Quando il<br />

segnale che attraversa la via ha una<br />

velocità limitata (più precisamente,<br />

quando i tempi dei fronti di salita e<br />

discesa sono relativamente lunghi), gli<br />

effetti indotti dalle via sono del tutto<br />

insignificanti.<br />

A<br />

Fig. 3a - Una coppia di via differenziali caratterizzate<br />

dalla presenza di stub di grandi dimensioni<br />

Tuttavia, quando l’edge rate dei<br />

segnali è più rapido (ed i tempi di salita/discesa<br />

si riducono fino a circa<br />

100 ps), le via producono effetti rilevanti<br />

sia di ritardo sia di degrado dei<br />

segnali (Fig. 2).<br />

Quelli mostrati sono i tipici<br />

effetti di discontinuità nell’integrità<br />

del segnale (SI, Signal<br />

Integrity) presenti in una reale<br />

struttura 3D.<br />

A<br />

Fig. 2a - Una semplice topologia di rete con il percorso di segnale attraverso un<br />

singolo foro di via<br />

B<br />

Fig. 2b - Con limitate velocità dei<br />

segnali, gli effetti indotti dalle via<br />

sono trascurabili<br />

B<br />

Fig. 3c - Confronto dei<br />

diagrammi ad occhio<br />

nei casi di via con e<br />

senza stub<br />

Fig. 2c - Con velocità dei segnali più<br />

elevate (dell’ordine di diversi Gbps),<br />

gli effetti delle via non possono più<br />

essere ignorati<br />

Fig. 3b - Confronto dei parametri S nei casi di via con<br />

gli stub (a sinistra) e senza stub (a destra)<br />

C<br />

C<br />

PCB giugno 2012<br />

43


44 PCB giugno 2012<br />

Fig. 4a - Rappresentazione 3D e 2D di una coppia di via differenziali con numerose piazzole inutilizzate<br />

Effetti delle via differenziali<br />

Ai fini dell’analisi dei canali, vanno<br />

poi considerati gli effetti delle via differenziali<br />

presenti sui percorsi dei segnali.<br />

Diversi aspetti della loro configurazione,<br />

infatti, introducono effetti di degrado<br />

del segnale. L’elemento più importante<br />

Fig. 5a - Una coppia di via differenziali affiancate<br />

da 2 stitching vias<br />

B<br />

Fig. 4b -<br />

Confronto dei<br />

parametri S, in<br />

rosa con piazzole<br />

inutilizzate<br />

presenti<br />

mentre in rosso<br />

con piazzole<br />

inutilizzate<br />

rimosse<br />

è rappresentato dagli stub presenti nelle<br />

via. Stub di dimensioni eccessive possono<br />

arrivare anche ad interrompere completamente<br />

la trasmissione del segnale a<br />

certe frequenze.<br />

La Fig. 3 mostra una coppia di via differenziali<br />

presenti in una scheda formata<br />

da 16 strati, confrontandone poi i pa-<br />

rametri S nel caso di due possibili configurazioni,<br />

una con gli stub e una priva<br />

di stub. Sono evidenti i picchi di risonanza<br />

indesiderati creati dagli stub delle<br />

via (in questo esempio, ad una frequenza<br />

di circa 8 GHz). Le componenti dello<br />

spettro del segnale prossime a quelle<br />

frequenze non possono essere trasmesse.<br />

Di conseguenza, il diagramma a occhio<br />

all’estremità del ricevitore evidenzia, nel<br />

caso con gli stub, un’apertura dell’occhio<br />

di minori dimensioni.<br />

Inoltre, considerando il fatto che i segnali<br />

differenziali presenti su un canale<br />

sono normalmente caratterizzati da<br />

un layer di ingresso ed uno di uscita, si<br />

può presumere che molte delle piazzole<br />

presenti intorno ai fori di via rimangano<br />

inutilizzate. Anche tali piazzole possono<br />

causare problemi d’integrità del segnale.<br />

A B<br />

Fig. 5b - Confronto della perdita di inserimento, mediante<br />

parametri S, in giallo con stitching vias disposte vicino, in rosa con<br />

stitching vias disposte lontano e in verde senza stitching vias<br />

A


La Fig. 4 mostra una configurazione in cui una coppia di via<br />

attraversa lo stackup di un scheda di 26 strati. Se il progettista<br />

lasciasse intatte nel progetto anche tutte le piazzole non funzionali,<br />

potrebbe rilevare dei significativi picchi di risonanza alle<br />

frequenze più basse. La rimozione dallo schema delle piazzole<br />

inutilizzate, invece, contribuisce a spingere tali picchi verso<br />

frequenze più elevate, con evidenti benefici per la trasmissione<br />

dei segnali. Questa tecnica progettuale può rivelarsi particolarmente<br />

utile in quei casi in cui sarebbe poco pratica la rimozione<br />

di lunghi stub delle via mediante tecniche di “back-drilling”.<br />

I pro e i contro delle stitching vias<br />

Un foro di via costituisce un metodo per realizzare il routing<br />

di un segnale, trasferendolo da un layer ad un altro. Quando avviene<br />

il salto di layer, tuttavia, il percorso della corrente di ritorno<br />

risulta interrotto e ciò comporta degli effetti sull’impedenza<br />

della traccia.<br />

Per impedire l’effetto di riflessione causato dal cambio (o<br />

discontinuità) dell’impedenza in corrispondenza delle via,<br />

nei progetti multi-Gbps è raccomandato l’utilizzo di apposite<br />

via aggiuntive per la massa, dette stitching vias, che garantiscano<br />

un opportuno percorso di ritorno per i segnali.<br />

Considerando che queste via aggiuntive consumano preziosa<br />

superficie della scheda, i progettisti hanno spesso bisogno<br />

di stabilire se le stitching vias siano assolutamente indispensabili,<br />

o se il progetto sia in grado di funzionare ugualmente<br />

anche senza la loro presenza. La simulazione e la comprensione<br />

degli effetti correlati alle stitching vias possono aiutare<br />

a prendere simili decisioni.<br />

La Fig. 5 mostra i risultati di diverse configurazioni, con presenza<br />

o assenza delle stitching vias, e anche con diverse variazioni<br />

della loro distanza dalle via del segnale. In questo caso, i progettisti<br />

sono in grado di verificare che sarebbe opportuno avvicinare<br />

le stitching vias alle via dei segnali; oppure, se i vincoli di<br />

progetto consentono di tollerare un perdita di circa 0,5 dB, come<br />

conseguenza della discontinuità delle via, allora in questo<br />

caso sarebbe anche possibile evitare l’utilizzo delle stitching vias.<br />

Quando lo spazio disponibile per il routing è limitato, i progettisti<br />

hanno anche bisogno di identificare il numero esatto<br />

delle stitching vias necessarie. La loro selezione verrà effettuata<br />

in funzione del range di frequenze a cui i progettisti sono interessati.<br />

La Fig. 6 mostra un esempio degli effetti correlati all’utilizzo<br />

di differenti quantità di stitching vias. In questo progetto, formato<br />

da 6 layer, il numero delle stitching vias si rivela ininfluente fino<br />

a circa 14 Ghz, mentre a 20 GHz, passando da 1 a 4 stitching<br />

vias, la differenza in termini di perdita di inserimento risulta pari<br />

a 0,3 dB. Anche in questo caso, la scelta della giusta quantità<br />

di stitching vias da parte dei progettisti sarà guidata da considerazioni<br />

relative ai requisiti in termini di rumore accettabile e<br />

tolleranze del progetto.


46 PCB giugno 2012<br />

A B<br />

Fig. 6a - Struttura di esempio, nella<br />

quale viene variato il numero delle<br />

stitching vias utilizzate<br />

Fig. 7a - <strong>Il</strong> progetto corrispondente alla simulazione<br />

di esempio illustrata nelle figure successive<br />

Fig. 7b - Rumore sul piano indotto dai fenomeni di<br />

accoppiamento delle via, al commutare del segnale<br />

DQ: 86 mV<br />

A<br />

B<br />

Rumori e interferenze<br />

Finora, è stato considerato solo il<br />

comportamento di una via (o di una<br />

coppia di via) in condizioni isolate. Ma le<br />

via possono anche generare nella rete un<br />

rumore di accoppiamento derivante dalle<br />

interferenze che avvengono nelle cavità<br />

tra i segnali di due via che attraversano<br />

la stessa coppia di layer. Esaminiamo<br />

l’esempio schematizzato in Fig. 7.<br />

<strong>Il</strong> canale considerato trasporta un segnale<br />

PCIExpress. Sulla stessa sche-<br />

Fig. 7c - Confronto tra i diagrammi<br />

a occhio e delle forme d’onda nel<br />

dominio del tempo, in blu senza<br />

crosstalk tra le via e in rosso con<br />

crosstalk tra le via<br />

C<br />

Fig. 6b - Confronto della<br />

perdita di inserimento<br />

rilevata al variare del<br />

numero delle stitching vias,<br />

per la struttura di esempio<br />

raffigurata nella Fig. 6a<br />

Giallo: 4 stitching vias<br />

Rosso: 2 stitching vias<br />

Bianco: 1 stitching via<br />

Verde: senza stitching via<br />

da sono presenti anche numerosi segnali<br />

DDR2. Sebbene il routing dei segnali<br />

DDR avvenga lontano da quello del canale<br />

PCIExpress (nessun fenomeno di<br />

accoppiamento, quindi, tra le tracce), le<br />

via di entrambi i segnali transitano attraverso<br />

la stessa coppia di piani. A ogni<br />

commutazione del segnale DQ del bus<br />

DDR, nella cavità del piano viene generato<br />

del rumore che si diffonde fino alle<br />

via del canale PCIExpress, dal quale viene<br />

infine raccolto. È possibile rilevarne<br />

l’effetto sul diagramma a occhio all’estremità<br />

del ricevitore. L’apertura dell’occhio<br />

è visibilmente ridotta, a causa del rumore<br />

di accoppiamento delle via.<br />

Conclusioni<br />

In conclusione, i diversi effetti di discontinuità<br />

derivanti dalle via presenti<br />

sui percorsi dei segnali possono indurre<br />

un degrado significativo della qualità del<br />

segnale di un canale multi-Gbps, chiaramente<br />

rilevabile nei diagrammi a occhio.<br />

Non è più possibile accettare quanto<br />

finora assunto, ovvero che tali effetti<br />

siano trascurabili, o che essi possano essere<br />

stimati mediante dei modelli molto<br />

semplificati.<br />

I progettisti sono tenuti a comprendere<br />

pienamente i contributi derivanti dalle<br />

diverse componenti delle via, e l’entità<br />

del loro impatto sulla qualità del segnale.<br />

Quindi, utilizzando le apposite funzionalità<br />

di modellazione 3D e di analisi<br />

presenti nei tool di SI, potranno determinare<br />

in quale modo apportare le opportune<br />

correzioni al progetto.<br />

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FPE è una società italiana leader nella produzione<br />

di etichette professionali per i sistemi di identificazione.<br />

ETICHETTE<br />

PER ALTA TEMPERATURA<br />

Negli impianti di assemblaggio automatico dei PCB viene sempre più richiesto il monitoraggio della movimentazione dei<br />

pezzi nelle diverse fasi di processo. L’applicazione di un’etichetta su ogni PCB, all’inizio della linea, costituisce ancor oggi la<br />

soluzione più semplice ed economica per realizzare un sistema di rilevazioni dati.<br />

L’etichetta assume una importanza fondamentale perché deve:<br />

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Range di temperatura: -40°... +537°C<br />

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I films di Polyimide bianco stampabili a trasferimento termico sono disponibili in tre spessori:<br />

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FPE offre oltre al Polyimide bianco, sei colori (rosa, giallo, arancio, blu, verde e viola<br />

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Tutti i materiali per alta temperatura in combinazioni con i nastri appropriati, sono approvati UL, MIL-STD-202G,<br />

MIL-STD-883E. Sono conformi alle Direttive RoHS e Reach.


48 PCB giugno 2012<br />

▶ PRODUZIONE - SALDATURA IN AZOTO<br />

L’azoto in rifusione<br />

La saldatura in azoto non avviene in ambiente totalmente inertizzato, ma<br />

piuttosto in presenza di un basso livello di ossigeno. Da un punto di vista<br />

del processo si tratta di una variabile critica da controllare, per cui il tenore<br />

di ppm dovrebbe essere monitorato in continuazione. Come sempre, la<br />

possibilità di misurare una variabile ne favorisce il controllo<br />

di Piero Bianchi<br />

dell’azoto nei processi<br />

di saldatura in ambien-<br />

L’utilizzo<br />

te inertizzato è sempre stato<br />

un tema dibattuto sin dalla sua introduzione,<br />

vuoi per la difficoltà di dimostrarne<br />

il ritorno economico, vuoi per<br />

l’alto costo nella gestione quotidiana e<br />

nell’investimento dei sistemi.<br />

Poco utilizzato in saldatura a onda,<br />

ha trovato la sua applicazione maggiore<br />

nella saldatura per rifusione e<br />

oggi nella saldatura selettiva.<br />

<strong>Il</strong> corto circuito è uno dei fenomeni più comuni<br />

Le ragioni che hanno portato a<br />

puntare sull’azoto sono dovute alla<br />

sua relativa economicità e al fatto<br />

che non reagisce con le superfici metalliche<br />

per formare superfici non saldabili.<br />

I tecnici che hanno puntato<br />

sull’azoto per avere un ambiente di<br />

saldatura inertizzato lo hanno fatto in<br />

relazione ai suoi bassi livelli di ossigeno<br />

(e umidità). Caratteristica che lo<br />

ha reso il gas ideale per diluire a dei<br />

livelli bassissimi l’ossigeno all’interno<br />

dei tunnel di saldatura, fatto che<br />

previene o quantomeno rallenta l’ossidazione<br />

delle superfici metalliche durante<br />

la rifusione.<br />

L’aria è composta mediamente per<br />

il 78% da azoto (N 2 ), 20,9% da ossigeno<br />

(O 2 ) e 0,9% da argon (Ar), il<br />

rimanente 0,2% è composto da una<br />

miscela di altri gas misurabili in ppm,<br />

tra cui l’anidride carbonica. <strong>Il</strong> contenuto<br />

di vapore acqueo è variabile e<br />

dipende dalla temperatura ambiente.<br />

I valori dei costituenti dell’aria<br />

non seguono una regola matematica,<br />

tant’é vero che l’anidride carbonica è<br />

passata da circa 280 ppm nel 1900 a<br />

315 ppm nel 1970, risultando in questi<br />

ultimi anni a 350 ppm che equivale<br />

allo 0,035%.<br />

Talvolta parlare di parti per milione<br />

risulta più agevole che non parlare di<br />

percentuali (dove 100 ppm = 0,01%).<br />

Quanto ossigeno rimane con<br />

l’utilizzo di N 2 ?<br />

Come primo punto va chiarito che<br />

il livello di ossigeno misurato in seno<br />

alla mandata di azoto, non è indicativo<br />

del livello che si trova all’interno<br />

del tunnel.


Se anche apparentemente il tunnel<br />

del forno si presenta ben sigillato, al<br />

suo interno si mescola l’aria dell’ambiente<br />

con l’azoto immesso. Questo<br />

avviene per normale diffusione o per<br />

via della turbolenza che può crearsi<br />

nei pressi delle aperture, così come<br />

per l’immissione di sacche d’aria presenti<br />

sul pcb.<br />

Immettere un debole flusso di<br />

azoto nel tunnel può avere un effetto<br />

trascurabile o non averne del tutto.<br />

Aumentando la quantità del flusso<br />

in ingresso si abbassa il livello di ossigeno,<br />

ma senza eliminarlo completamente.<br />

Aumentando oltre un certo<br />

livello il flusso di azoto si innescano<br />

fenomeni di turbolenza che tra l’altro<br />

hanno lo svantaggio di richiamare<br />

aria dalle aperture aumentando così il<br />

livello di ppm di ossigeno.<br />

D’altro canto non è neppure vero<br />

che pompando quanto più azoto sia<br />

possibile si possano ottenere migliori<br />

risultati di saldatura. L’azoto si ottie-<br />

ne come sottoprodotto nella produzione<br />

di ossigeno criogenico. <strong>Il</strong> gas di<br />

qualità migliore contiene sempre una<br />

quantità di ossigeno variabile da 2 a<br />

5 ppm. Anche “ripulendo” al meglio<br />

il tunnel di un forno, difficilmente<br />

si riuscirebbe a scendere a livelli<br />

così bassi, difficili anche da misurare.<br />

In pratica non si vedrebbe nessuna<br />

differenza anche lavorando a 10<br />

ppm, ogni sforzo sarebbe vanificato<br />

dalla turbolenza creata alle due bocche<br />

del tunnel.<br />

Di conseguenza si può dire che è si<br />

vero che aumentando il flusso di azoto<br />

si abbatte il livello di ppm di O 2 ,<br />

ma esistono dei livelli oltre il quale<br />

questa regola non è più valida. Ogni<br />

forno, in base alle proprie caratteristiche<br />

costruttive, ha una soglia al di sotto<br />

della quale gli è preclusa ogni ulteriore<br />

discesa. Del resto un forno in linea<br />

è tutt’altro che ermetico.<br />

Per completezza va anche sottolineato<br />

che non è assolutamen-<br />

te vero che all’apertura della valvola<br />

dell’azoto si inertizza il processo.<br />

L’eliminazione dell’ossigeno dal<br />

tunnel di rifusione richiede tempo;<br />

20,9% corrisponde a 209.000 ppm<br />

di O 2 che non vengono spazzate via<br />

al primo fluire di azoto. Si instaureranno<br />

infinite situazioni di equilibrio<br />

fino al raggiungimento del livello<br />

minimo tollerato dal forno, ma<br />

più spesso fino a un livello di compromesso<br />

tra costo d’esercizio e il<br />

minimo tenore qualitativo desiderato.<br />

Usualmente il compromesso<br />

operativo di O 2 si attesta tra i 50 e<br />

i 100 ppm.<br />

Dove e come interviene<br />

l’azoto<br />

L’azoto non ha particolari effetti<br />

pratici nel trasferimento termico, che<br />

nei gas che si trovano alla stessa temperatura<br />

e alla stessa pressione è governato<br />

dal loro peso molecolare.


50 PCB giugno 2012<br />

Ricostruzione tridimensionale del giunto di saldatura che ci si aspetta di ottenere<br />

a fine processo<br />

In un forno di rifusione l’efficienza<br />

del trasferimento termico è funzione<br />

di diverse variabili, in particolare del<br />

volume del flusso trasferito in direzione<br />

del pcb e della velocità del getto, ma anche<br />

di come sono configurati i suoi elementi<br />

riscaldanti. Nello specifico l’efficienza<br />

del trasferimento termico dipende<br />

da come avviene l’impatto del fluido,<br />

dal volume del flusso e dalla sua velocità.<br />

La dimensione del flusso messo<br />

in rapporto alla distanza da cui ha origine,<br />

determina l’angolo d’impatto, ma<br />

anche il volume di gas e la velocità con<br />

cui viaggia in direzione del pcb.<br />

<strong>Il</strong> trasferimento termico è massimo<br />

quando la velocità d’impatto è uguale<br />

Mancata saldatura di un bump in un componente area array<br />

a zero (è perpendicolare alla scheda) e<br />

diminuisce quando l’angolo d’impatto<br />

diventa inferiore a 90°. <strong>Il</strong> volume<br />

del flusso utile è solo quello che colpisce<br />

il pcb, un eventuale eccesso avrebbe<br />

l’effetto contrario di creare turbolenza,<br />

andando a scaldare (con perdite<br />

d’efficienza) le pareti del forno. È comunque<br />

rilevante notare come sia la<br />

velocità e non il volume a determinare<br />

il trasferimento termico.<br />

L’azoto di suo non possiede nessuna<br />

capacità decappante e di conseguenza<br />

non può rimuovere l’ossidazione,<br />

in generale alla temperatura<br />

d’esercizio in rifusione non reagisce<br />

chimicamente con nulla.<br />

La sua funzione è quella di prevenire<br />

o rallentare il processo di ossidazione.<br />

Solo quando mescolato all’idrogeno<br />

dando luogo al forming gas assume<br />

funzione decappante.<br />

L’atmosfera N 2 aiuta piuttosto a ridurre<br />

o a eliminare i difetti dovuti a<br />

problemi di bagnabilità; ampliando la<br />

finestra del processo di saldatura ha il<br />

pregio di trasformare quello marginalmente<br />

accettabile in accettabile o<br />

buono. Di contro potrebbe essere causa<br />

di tombstoning.<br />

Manutenzione innanzitutto<br />

Nei forni inertizzati la manutenzione<br />

è più importante rispetto a<br />

quelli che lavorano in aria, perché la<br />

trascuratezza può vanificarne i benefici.<br />

Per esempio le guarnizioni di isolamento<br />

possono perdere la loro elasticità<br />

e indurirsi, venendo meno alla<br />

loro funzione.<br />

Le sostanze volatili presenti nei<br />

flussanti, rimangono volatili sin tanto<br />

che sono in temperatura, raffreddandosi<br />

si depositano sulla pareti del tunnel<br />

e su quelle dei condotti, modificando<br />

l’andamento dei flussi. Infatti i<br />

residui di flussante col tempo possono<br />

ostruire i diffusori o bloccare l’aspirazione<br />

fumi.<br />

Nel primo caso, data l’importanza<br />

della corretta geometria della matrice<br />

di aperture, si ostacola la corretta generazione<br />

del flusso convettivo, diminuendo<br />

il livello di efficienza nel trasferimento<br />

termico.<br />

Nel secondo, dovendo essere identica<br />

la velocità di aspirazione dei fumi<br />

ai due estremi del forno, uno sbilanciamento<br />

comporta una differenza<br />

di pressione che avrà come risultato<br />

di favorire l’ingresso di aria nel tunnel.<br />

Pochi particolari apparentemente<br />

insignificanti possono fare la differenza,<br />

come una diversità nella lunghezza<br />

delle tendine sulle bocche di ingresso<br />

e uscita.


52 PCB giugno 2012<br />

▶ PRODUZIONE - DISSALDATORI<br />

La potenza di 120 Watt<br />

per dissaldare<br />

L’aumento delle masse termiche e le criticità<br />

introdotte da molti pcb dell’ultima generazione<br />

hanno sollecitato lo studio di nuovi dissaldatori<br />

capaci di reggere il confronto, a livello di<br />

prestazioni, con i saldatori di potenza di recente<br />

introduzione<br />

di Edoardo Banfi e Luca Conte, Apex Tool<br />

Con il miniaturizzarsi delle<br />

nuove schede elettroniche<br />

e con l’evolversi dei nuovi<br />

componenti a montaggio superficiale<br />

(SMD, Surface Mount Device), l’uso<br />

dei componenti a montaggio tradizionale<br />

(PTH, Pin Through Hole)<br />

nei circuiti moderni, si è di molto<br />

ridimensionato. Nonostante ciò i<br />

componenti PTH spesso si trovano<br />

in circuiti sempre più impegnativi per<br />

numero di strati, tipo di metallizzazioni<br />

e lega saldante, masse termiche<br />

e grado di ossidazione; se per saldarli<br />

si possono scegliere diverse soluzioni,<br />

al contrario per dissaldarli le opportunità<br />

si riducono.<br />

Lo si chiami dissaldatore, succhia<br />

stagno o pompetta a vuoto, la funzione<br />

non cambia. Allo stesso modo, che<br />

si usi il modello a controllo elettronico,<br />

quello più semplice a molla, che si<br />

preferisca usare le trecce dissaldanti o<br />

si utilizzi il saldatore anche per dissaldare,<br />

l’obiettivo rimane la rimozione<br />

del componente. In ambiente professionale,<br />

negli anni ci sono stati sicuramente<br />

dei cambiamenti per migliorare<br />

la tecnologia di questi utensili,<br />

ma i progressi non sono minimamente<br />

paragonabili a quanto accaduto<br />

invece per i saldatori.<br />

La proposta del mercato è pressoché<br />

uguale ormai da un decennio, con<br />

utensili lenti nel riscaldarsi (in media<br />

più di 100 secondi per raggiungere<br />

la temperatura operativa), che spesso<br />

si intasano di lega o che comunque<br />

necessitano di molta manutenzione.<br />

Per raggiungere il migliore risultato,<br />

i consigli sono sempre gli stessi:<br />

temperatura più bassa possibile, scelta<br />

dell’ugello in base alle dimensioni<br />

del reoforo (il foro dell’ugello deve<br />

essere il più simile possibile rispetto<br />

al foro nel circuito); se necessario<br />

aggiungere prima della lega nuova per<br />

riattivare quella già presente o comunque<br />

aiutarsi con del flussante,<br />

aiutarsi con una piastra di preriscaldo<br />

che innalzi la temperatura<br />

base del circuito.<br />

Come per le punte dei saldatori,<br />

sempre importante è la<br />

cura e la manutenzione degli<br />

ugelli: lasciare ostruito il foro<br />

Unità WXD 2020<br />

con stilo dissaldante<br />

WXDP 120 e saldatore WXP 120


quando a riposo, pulizia con sistema a<br />

secco, scaricare il condotto che porta<br />

la lega dall’ingresso dell’ugello al serbatoio<br />

completamente dopo l’utilizzo;<br />

pur seguendo i migliori consigli, spesso<br />

non si riescono a ottenere risultati<br />

soddisfacenti.<br />

La dissaldatura tradizionale<br />

Ancora oggi, soprattutto su circuiti<br />

stampati in applicazioni di potenza,<br />

è facile trovare componenti PTH<br />

(ad esempio elettrolitici, trasformatori,<br />

interruttori, connettori) che in fase<br />

di rilavorazione necessitano di procedure<br />

dissaldanti tradizionali “pin to<br />

pin”. Soprattutto la dissaldatura tradizionale<br />

ha dovuto fare i conti con<br />

la crescente richiesta termica nei giunti<br />

di saldatura e spesso la limitata<br />

prestazione e potenza degli utensili<br />

presenti sul mercato (da 80 e 100 W)<br />

non consentiva di lavorare garantendo<br />

la qualità o la riuscita dell’operazione.<br />

Estremamente impegnativa risultava<br />

anche la fase di aspirazione della lega<br />

dai fori di via sui multistrato dotati<br />

di piani di massa strutturati, situazione<br />

ormai assai comune ai settori<br />

automotive, radiofrequenza, medicali,<br />

militare e dei personal computer.<br />

Si aggiungano inoltre le maggiori<br />

temperature di rifusione e gli stadi di<br />

pastosità in genere più ampi delle leghe<br />

Lead Free più frequentemente utilizzate<br />

oggi nell’industria elettronica (ad<br />

esempio SAC 305 – 217 °C/225 °C<br />

o SC 99/1– 227 °C/231 °C). Queste<br />

hanno inoltre influito di molto sulle<br />

fasi esecutive del lavoro di dissaldatura,<br />

allungando sensibilmente i tempi di<br />

apporto termico al giunto (almeno 4/5<br />

secondi in più rispetto alle leghe con<br />

piombo).<br />

La lega RoHS dimostra un’affinità<br />

all’ossidazione elevata, quindi lavorando<br />

secondo gli automatismi consolidati<br />

durante le operazioni con leghe<br />

SnPb, ha portato frequenti mancate<br />

WXDP 120 - Dissaldatore da 120 Watt<br />

dissaldature dei reofori ed<br />

eccessivi interventi di manutenzione<br />

e di pulizia del condotto<br />

degli ugelli dissaldanti.<br />

Nuova tecnologia,<br />

nuova potenza<br />

La nuova tecnologia WXD2 introdotta<br />

da Weller e il moderno e funzionale<br />

design degli ugelli dissaldanti<br />

XDS, risolve radicalmente il problema,<br />

evitando in ogni condizione di<br />

lavoro che il condotto aspirante si occluda<br />

con la solidificazione della lega<br />

o con depositi di flussante cristallizzato.<br />

L’ugello dissaldante infatti mantiene<br />

liquida la lega e scorrevole il<br />

residuo di flussante fino al collettore<br />

montato sulla testa dell’utensile.<br />

Occorre scegliere con cura il tipo di<br />

ugello dissaldante in funzione al diametro<br />

dei fori sul circuito stampato<br />

(Ø foro circuito = Ø interno ugello)<br />

e alla densità dei reofori, mantenere<br />

in condizioni ottimali i filtri applicati<br />

agli utensili e alle unità dissaldanti,<br />

usare temperature adeguate comprese<br />

in genere tra i 390 °C e i 420 °C,<br />

temperature effettive di default in genere<br />

più elevate rispetto agli stili saldanti<br />

poiché le teste dissaldanti hanno<br />

maggiore dispersione termica di<br />

un saldatore e normalmente sono ben<br />

più strutturate, causando così maggiore<br />

assorbimento e dispersione termica.<br />

Apportare flussante sui giunti<br />

prima di iniziare le operazioni di dissaldatura<br />

è oggi assolutamente indis-<br />

pensabile al<br />

fine di disossidare<br />

queste leghe che altrimenti<br />

risulterebbero profondamente<br />

ossidate.<br />

Tutte le funzioni disponibili nelle<br />

unità WX permettono di contenere<br />

i costi di gestione fino al 25% e di<br />

ottimizzare l’apporto termico in funzione<br />

dell’applicazione. La potenza<br />

di 120 W messa a disposizione<br />

dall’utensile WXDP 120 e la sua estrema<br />

maneggevolezza, rendono semplicemente<br />

unica e ineguagliabile la<br />

sua capacità di adattamento alle difficoltà<br />

tecnologiche della moderna<br />

elettronica professionale.<br />

Potente, efficiente<br />

ed ergonomica sono<br />

le prerogative di WXD 2<br />

Lo stilo dissaldante viene spesso<br />

utilizzato per effettuare veloci rimozioni<br />

dalle piazzole delle metallizzazioni<br />

residue, dopo la dissaldatura di<br />

un componente SMD. La normativa<br />

in vigore (IPC 7711-7721) implica<br />

per una procedura ottimale di rilavorazione<br />

che dopo avere dissaldato<br />

il componente SMD (ad esempio<br />

utilizzando aria o azoto), si provveda<br />

ad applicare serigraficamente con mini<br />

stencil di nichel o con dosatori la<br />

crema saldante o che venga comunque<br />

utilizzata nuova lega in filo (con<br />

la relativa anima di flussante) per saldare<br />

un nuovo componente al circuito<br />

stampato.<br />

Spesso le piazzole collegate ai piani<br />

di massa del multistrato richiedono<br />

potenze superiori a quelle fino a<br />

ieri disponibili; è questa una delle ragioni<br />

per cui Weller introduce oggi i<br />

nuovi dissaldatori ad alta efficienza da<br />

120 W.<br />

PCB giugno 2012<br />

53


54 PCB giugno 2012<br />

Nato dall’esperienza tecnologica ed<br />

ergonomica del dissaldatore DSX, lo<br />

standard da 80 W, il nuovo DSX 120<br />

ha un nuovissimo elemento riscaldante<br />

in argento che ne migliora notevolmente<br />

le prestazioni. Partendo<br />

da “freddo” raggiunge la temperatura<br />

operativa di 350 °C in soli 35 secondi,<br />

e dalla temperatura di stand-by<br />

(180 °C) in 20 secondi, con una velocità<br />

di circa 3 volte superiore rispetto<br />

al DSX 80.<br />

La posizione avanzata del sensore<br />

e il nuovo gruppo composto da resistenza<br />

e testa dissaldante, mettono<br />

a disposizione un’efficienza termica<br />

senza paragoni.<br />

La temperatura è impostabile tra i<br />

50 °C e i 450 °C mentre con la semplice<br />

pressione di un piccolo pulsante,<br />

posizionato a portata del dito indice<br />

sull’impugnatura, si attiva il vuoto<br />

che porterà la lega sciolta fino al serbatoio<br />

di raccolta; quest’ultimo è realizzato<br />

in vetro, il che permette di verificarne<br />

il livello di riempimento. Nel<br />

nuovo WXDP120 il sistema di sgancio<br />

dell’ampolla in vetro di raccolta<br />

della lega ha un meccanismo a molla<br />

con blocco tramite ¼ di giro, e rende<br />

l’operazione di pulizia e sostituzione<br />

più semplice e sicura.<br />

Tramite le funzioni dell’unità di<br />

controllo, si possono ritardare l’accensione<br />

(Vac On) e lo spegnimento (Vac<br />

Off ) del vuoto, per ottimizzare l’operazione<br />

di dissaldatura.<br />

Sempre nell’impugnatura è residente<br />

un banco di memoria EPROM 2<br />

per la memorizzazione dei parametri<br />

operativi e la presenza di un anello a<br />

LED blu indica lo stato dell’utensile<br />

(se lampeggia è in stand-by o in fase<br />

di riscaldamento, luce accesa pronto<br />

all’uso).<br />

Grazie ai suoi 120 Watt di potenza<br />

il nuovo DSX 120 riesce a lavorare<br />

a temperature moderate, a differenza<br />

dei dissaldatori standard che sono<br />

invece costretti ad avvicinarsi al limi-<br />

te della soglia critica delle temperature<br />

elevate e per un tempi prolungati.<br />

Compatibile con stazioni Weller<br />

WDD 161V, WR 2, e WR 3M, questo<br />

dissaldatore, a oggi il più potente<br />

che offre il mercato, permette di lavorare<br />

velocemente con temperature<br />

non troppo elevate e senza l’angoscia<br />

di una routine di manutenzione e pulizia<br />

frequenti.<br />

Offrendo il massimo confort per<br />

la mano WXDP 120 è ergonomico<br />

e semplice da usare, integra il sensore<br />

di movimento per utilizzare energia<br />

solo quando è richiesta. Se l’utensile<br />

non viene utilizzato per un certo<br />

periodo predeterminato dall’operatore<br />

(stand-by), si porta automaticamente<br />

alla temperatura di riposo impostata;<br />

non appena viene mosso, si riscalda<br />

rapidamente (dai 180 °C ai 380 °C<br />

in 20 secondi).<br />

I nuovi ugelli XDS, con codolino<br />

allungato, mantengono la lega sciolta<br />

finché non raggiunge il serbatoio<br />

di raccolta in vetro, eliminando<br />

quindi i problemi di intasamento ti-<br />

Particolare della testa<br />

di WXP 120<br />

DSX 120 – Dissaldatore<br />

da 120 Watt<br />

pici di questo genere<br />

di utensili. <strong>Il</strong> sistema brevettato<br />

di aggancio con sede eccentrica,<br />

già presente su DSX 80, rimane invariato<br />

garantendo una sostituzione<br />

degli ugelli semplice, sicura e veloce.<br />

Sostituendo l’ugello in sostanza<br />

si sostituisce l’intero canale di risalita<br />

della lega, di conseguenza ad ogni<br />

cambio punta si ripristano le prestazioni<br />

di aspirazione.<br />

L’introduzione della nuova famiglia<br />

di stazioni di saldatura WX touch<br />

screen ha riscosso un notevole successo<br />

per via della marcata efficienza degli<br />

stili saldanti e dell’estrema versatilità<br />

delle stazioni stesse.<br />

Ora è disponibile WXD 2, la versione<br />

con dissaldatore: una stazione<br />

di controllo a due canali che ai vantaggi<br />

della tecnologia WX per la saldatura<br />

associa ora quelli della dissaldatura;<br />

grande display in vetro capacitivo,<br />

antistatico e resistente alle alte<br />

temperature e agli agenti chimici; due<br />

canali indipendenti per pilotare fino<br />

a 255 W contemporaneamente (per<br />

esempio: WXP120 e WXDP120, rispettivamente<br />

saldatore e dissaldatore<br />

da 120 W). A corredo dispone di<br />

una porta USB con funzioni di datalog<br />

o per le impostazioni degli utensili<br />

o ancora per l’aggiornamento software,<br />

due connessioni verso l’esterno per<br />

pilotare piastre di preriscaldo e sistemi<br />

di aspirazione fumi o per la connessione<br />

al pc.<br />

<strong>Il</strong> menù multilingue consente di<br />

impostare temperature e tempo di<br />

stand-by, l’autospegnimento e 3 diversi<br />

livelli di prestazioni: minimo,<br />

standard, massimo.<br />

Apex Tool<br />

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56 PCB giugno 2012<br />

▶ PRODUZIONE - SALDATURA ELETTRONICA<br />

Uno spray flux<br />

per ogni esigenza<br />

<strong>Il</strong> tema della flussatura sulle saldatrici a onda<br />

è sempre attuale, non solo per il materiale<br />

di consumo, ma soprattutto per il metodo<br />

migliore da impiegare.<br />

A dispetto della contrazione dei lotti ci sono<br />

aziende che investono nella ricerca di soluzioni<br />

capaci di rimodernare saldatrici non più<br />

attualissime<br />

di Dario Gozzi<br />

La corretta quantità di flussante<br />

deve essere applicata in modo<br />

omogeneo sull’intera superficie<br />

del pcb per ottenere una salda-<br />

Fig. 1 - Centralina di controllo dell’atomizzatore Easy Spray<br />

tura corretta di tutti i giunti, perché<br />

un’incorretta o una mancanza anche<br />

parziale di flussante produrrà sicuramente<br />

dei difetti di saldatura.<br />

Al contrario un’eccessiva quantità<br />

produrrà void e solder ball. È inoltre<br />

desiderabile flussare le pareti interne<br />

di ogni foro per assicurare la risalita<br />

della lega e la formazione del<br />

giunto anche sull’altro lato del pcb.<br />

L’applicazione del flussante avviene<br />

coi due metodi canonici dello<br />

spray e della schiuma.<br />

Flussatura a schiuma<br />

o con pietra porosa<br />

Fino alla metà degli anni novanta<br />

la flussatura a schiuma era il metodo<br />

più comunemente utilizzato sulle<br />

saldatrici a onda.<br />

Un’onda di schiuma è ottenuta<br />

facendo passare dell’aria compressa,<br />

ma a bassa pressione (inferiore a<br />

un bar), attraverso una pietra porosa<br />

immersa nella vaschetta del flussante,<br />

che a dispetto del suo nome è costituita<br />

da polipropilene o ceramica<br />

(più affidabile e facile da pulire).<br />

La dimensione dei pori di apertura<br />

(10 μm o 20 μm) determina la dimensione<br />

delle bolle che sono spinte<br />

all’interno di un camino alla cui<br />

sommità si forma appunto l’onda di<br />

schiuma (la dimensione dell’apertura<br />

è pari a quella dell’onda di stagno).<br />

<strong>Il</strong> pcb transita sulla cresta dell’onda,<br />

dove al contatto le bolle scoppiano<br />

bagnandone la superficie.<br />

<strong>Il</strong> flussante utilizzato deve essere<br />

idoneamente formulato, contenente<br />

additivi che aiutino la creazione<br />

di una schiuma stabile con bolle di<br />

ridotte dimensioni. Normalmente è<br />

a basso valore di viscosità, dato dal


modesto contenuti di solidi.<br />

<strong>Il</strong> diluente può essere<br />

a base alcolica o a base<br />

acqua; il secondo preferibile,<br />

se lunghezza e potenza<br />

dell’unità di preriscaldo lo<br />

consentono, perché conforme<br />

all’esigenza VOC-free.<br />

L’impostazione dell’altezza<br />

dell’onda di schiuma<br />

arriva normalmente ai<br />

15-20 mm e dipende dalla<br />

lunghezza dei reofori dei<br />

componenti. Altezza e stabilità delle<br />

bolle dipendono sia dal livello di<br />

flussante all’interno della vaschetta<br />

di contenimento che dalla regolazione<br />

della pressione dell’aria.<br />

Nella regolazione della flussatura<br />

si parte regolando l’aria d’ingresso<br />

perché inizi la formazione delle bolle<br />

al di sopra della pietra porosa, e<br />

si prosegue fino a quando si ottiene<br />

l’altezza desiderata al di sopra della<br />

bocca d’uscita e parallelamente si<br />

stabilizza la dimensione delle bolle.<br />

La quantità di flussante depositato<br />

sulla superficie del pcb non<br />

può essere controllata direttamente<br />

dall’impostazione dei parametri di<br />

lavoro del flussatore, ma dipende essenzialmente<br />

dalla velocità di transito<br />

della scheda e dalla viscosità del<br />

flussante che a sua volta è funzione<br />

del contenuto di solvente.<br />

La dinamica con cui si realizzano<br />

le bolle induce l’evaporazione del<br />

solvente alcolico che deve essere di<br />

conseguenza aggiunto in misura tale<br />

da riportare la densità al valore originale.<br />

(La viscosità è una grandezza<br />

che esprime la resistenza del fluido<br />

allo scorrimento. La viscosità di un<br />

fluido diminuisce al diminuire della<br />

densità).<br />

Una seconda controindicazione<br />

della flussatura a schiuma risiede<br />

nell’inconveniente della formazione<br />

di fanghiglia sul fondo della<br />

vaschetta. <strong>Il</strong> pcb, nel suo percorso<br />

Fig. 2 - Particolare della testa dell’atomizzatore<br />

verso l’interno della saldatrice, dopo<br />

la pietra porosa incontra la lama<br />

d’aria che ha il compito di rimuovere<br />

il flussante in eccesso. Con la sua<br />

ricaduta nella vaschetta il flussante<br />

trasporta anche i residui di lavorazioni<br />

precedenti e di polvere depositatisi<br />

sulla sua superficie, che si raccolgono<br />

e accumulano sul fondo.<br />

Spray flux<br />

Dall’introduzione della tecnologia<br />

SMT la flussatura spray flux ha<br />

guadagnato terreno per la possibilità<br />

di “sparare” finissime gocce di<br />

flussante nei più reconditi interstizi<br />

tra i package dei componenti, indipendentemente<br />

da quanto possa essere<br />

alta la densità dei componenti,<br />

laddove le bolle della schiuma si infrangerebbero<br />

sui corpi dei componenti<br />

senza riuscire a bagnare le zone<br />

di formazione dei giunti di saldatura.<br />

Molti sistemi di spray flux utilizzano<br />

serbatoi in pressione che inviano<br />

il flussante all’ugello di spruzzo,<br />

dove viene atomizzato dall’aria in<br />

pressione o da un dispositivo a ultrasuoni.<br />

<strong>Il</strong> miglior beneficio di un<br />

sistema di questo genere è che il<br />

flussante passa direttamente dal serbatoio<br />

all’ugello, senza pericolo di<br />

essere contaminato. Non serve neppure<br />

disporre di un complicato sistema<br />

di controllo.<br />

La testa è solidale con<br />

un asse che corre perpendicolarmente<br />

alla scheda,<br />

l’interpolazione dei due<br />

assi assicura la copertura<br />

della superficie del pcb.<br />

In funzione che la movimentazione<br />

sia pneumatica<br />

o motorizzata, i limiti<br />

della corsa dell’ugello sono<br />

impostati meccanicamente<br />

o elettronicamente,<br />

in quest’ultimo caso controllati<br />

a computer. Lo spray flux<br />

lavora di concerto con un sensore<br />

che intercetta la scheda in ingresso<br />

e avvia la flussatura.<br />

L’ammontare della quantità di<br />

flussante depositato varia direttamente<br />

con la velocità del convogliatore,<br />

ma può essere controllata mediante<br />

i parametri del flussatore.<br />

Come questo avvenga dipende dai<br />

singoli costruttori, in generale più è<br />

sofisticato il sistema e maggiore è la<br />

flessibilità, ma parallelamente si sale<br />

anche di costo.<br />

I principali problemi che si possono<br />

incontrare sono legati alla costruzione<br />

del nozzle, che se non ben<br />

dimensionato in un caso può rilasciare<br />

gocce troppo grosse e nell’altro<br />

avere un’apertura troppo fine<br />

dando problemi di occlusione. Altra<br />

parte sensibile è il controllo della<br />

velocità di movimento e dell’affidabilità<br />

del servomeccanismo che<br />

la controlla, che se bassa obbliga a<br />

una continua manutenzione. Diversi<br />

costruttori hanno trovato soluzioni<br />

differenti a questi problemi, ma per<br />

quanto buone sono usualmente anche<br />

costose.<br />

Comune a tutti i sistemi spray<br />

flux è la necessità di un efficiente sistema<br />

di aspirazione di quelle particelle<br />

in sospensione che inevitabilmente<br />

si formano atomizzando<br />

il flussante. A queste non deve essere<br />

consentito di ricadere sul lato top<br />

PCB giugno 2012<br />

57


58 PCB giugno 2012<br />

Fig. 3 - Principio di funzionamento della flussatura a schiuma<br />

della scheda andando a contaminarlo,<br />

né di migrare all’interno della<br />

saldatrice col rischio di diminuirne<br />

l’efficienza imbrattandola.<br />

Easy spray<br />

Easy spray rientra nella famiglia<br />

dei sistemi di flussatura spray,<br />

ma in realtà è un fine atomizzatore;<br />

realizzato da MGR ELECTRO<br />

con l’obiettivo di poterlo abbinare a<br />

tutte le saldatrici a onda presenti sul<br />

mercato, lo si può inserire in linea<br />

oppure utilizzarlo come dispositivo<br />

stand alone.<br />

A differenza di molti altri spray<br />

Easy spray è un fine atomizzatore<br />

che permette la precisa regolazione<br />

del flussante richiesto e il suo costante<br />

controllo, garantendo di conseguenza<br />

un deposito omogeneo di<br />

decappante sulla superficie del pcb<br />

interessata alla saldatura.<br />

La sua architettura è semplice<br />

quanto il suo funzionamento. Un<br />

sensore è posizionato in prossimità<br />

dell’entrata della saldatrice col compito<br />

di attivare il processo dando inizio<br />

alla corsa dell’ugello in direzione<br />

perpendicolare al senso di percorrenza<br />

della scheda e attivando la nebulizzazione<br />

del flussante. L’ugello è<br />

fissato su un cilindro pneumatico che<br />

si muove con velocità variabile.<br />

La quantità di liquido desiderata<br />

si ottiene agendo su un flussimetro<br />

posto sulla centrale di comando,<br />

dove si trova anche la regolazione<br />

dell’intensità della pressione d’aria,<br />

tramite cui si dosa la nebulizzazione<br />

del flussante.<br />

La regolazione dell’ampiezza della<br />

corsa dell’ugello consente di depositare<br />

il flussante unicamente<br />

all’interno dei confini della scheda<br />

e non oltre.<br />

Nozzle è cilindro sono contenuti<br />

in una vasca costruita in acciaio<br />

inox e dimensionata appositamente<br />

per poter costituire un sottosistema<br />

integrante della saldatrice a onda.<br />

Anche il serbatoio del flussante<br />

è realizzato in acciaio inox, come la<br />

cappa aspirante posizionata sopra la<br />

vasca, che ha la funzione di raccogliere<br />

e aspirare le eventuali gocce<br />

disperse che non si depositano sulla<br />

scheda. La centralina di comando,<br />

connessa elettricamente e pneumaticamente<br />

con l’unità spray, ha<br />

alimentazioni totalmente indipendenti<br />

dalla saldatrice.<br />

Ci sono diversi vantaggi che prevalgono<br />

rispetto al costo superiore<br />

dello spray flux nei confronti di un<br />

flussatore a schiuma:<br />

- la quantità di flussante depositata<br />

sulla scheda per unità di superficie<br />

può essere meglio con-<br />

trollata, fattore si ripercuote positivamente<br />

sul processo aumentando<br />

la qualità della saldatura;<br />

- controllando lo strato di flussante<br />

depositato, riducendolo allo<br />

stretto necessario, si ottiene<br />

inoltre una migliore bagnabilità<br />

e una minor quantità di residui;<br />

- l’area irrorata di flussante può essere<br />

ben delimitata alla superficie<br />

del pcb, riducendone lo spreco<br />

e l’accumulo su carrelli e infrastrutture<br />

della saldatrice. Non<br />

essendoci recupero di flussante,<br />

non c’è formazione di fanghi; riduzione<br />

parallela dei tempi e dei<br />

costi di manutenzione;<br />

- nel caso di utilizzo di flussanti a<br />

base alcolica non c’è bisogno di<br />

controlli della densità e di rabbocchi<br />

di solvente;<br />

- lunghi reofori (sino a circa<br />

18-20 mm) e alta densità dei<br />

componenti, non costituiscono<br />

un problema;<br />

- nel caso si utilizzino maschere<br />

di saldatura, non è fattibile l’utilizzo<br />

della schiuma per cui l’atomizzazione<br />

del flussante è l’unica<br />

via percorribile con significativo<br />

vantaggio qualitativo;<br />

- possibilità di lavorare con una<br />

più ampia varietà di flussanti in<br />

quanto lo spray flux pesca direttamente<br />

dalla tanica originale.<br />

A questi vantaggi si aggiungono<br />

la possibilità di accessoriare una saldatrice<br />

all’origine non predisposta<br />

per un sistema spray flux e di poter<br />

facilmente spostare Easy spray<br />

su un’altra macchina assecondando<br />

le necessità estemporanee della produzione.<br />

Economicamente, ai risparmi di<br />

esercizio si affianca quello dell’acquisto<br />

di un sistema totalmente<br />

italiano.<br />

MGR Electro<br />

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Raggiungere certe performance<br />

è una questione di potenza<br />

Ovunque ci sia l'esigenza di gestire<br />

connessioni di potenza elevate, dai<br />

costruttori di inverter, UPS ed<br />

azionamenti, fino all’impiego nel più<br />

recente settore dell’energia fotovoltaica,<br />

la gamma di morsetti e connettori<br />

per circuiti stampati di Phoenix Contact<br />

garantisce performance di eccellenza.<br />

L’ampio catalogo dedicato prevede<br />

soluzioni come:<br />

• Morsetti e connettori di potenza con<br />

portata in corrente fino a 135 A<br />

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portata in tensione fino ai 1000 Volt<br />

omologati VDE<br />

• Gamma completa di connessioni<br />

a molla (di tipo classico, push-in<br />

e a leva) oppure a vite<br />

• Prodotti omologati secondo<br />

normativa<br />

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60 PCB giugno 2012<br />

▶ PRODUZIONE - PUNTI DI SALDATURA<br />

Riconoscere i difetti<br />

di saldatura<br />

Una piccola guida al riconoscimento dei risultati<br />

ottenibili dal processo lead free<br />

di Serena Bassi, Prodelec<br />

Un efficace passaggio al lead<br />

free per qualsiasi scheda elettronica<br />

può dirsi tale solo al<br />

superamento di alcune sfide: la scelta<br />

dei materiali, delle attrezzature<br />

di produzione e il contenimento dei<br />

costi richiedono una attenta pianificazione,<br />

ma il punto focale del processo<br />

rimane la fase di saldatura. Questa<br />

fase è regolata da due fattori:<br />

1 - L’impatto dei diversi materiali e<br />

delle loro caratteristiche: la lega,<br />

il flussante, il materiale e la finitura<br />

del circuito stampato, il packaging<br />

e le caratteristiche di saldatura<br />

dei componenti limitano la<br />

finestra di processo, che determina<br />

come un giunto può essere saldato<br />

efficacemente preservando<br />

l’integrità della scheda e dei componenti.<br />

2 - La flessibilità e compatibilità dei sistemi<br />

di saldatura: che siano a rifusione,<br />

a onda o selettivi, essi devono<br />

assicurare un processo controllato in<br />

ogni sua fase e devono essere compatibili<br />

con l’esposizione a temperature<br />

maggiori.<br />

Per la maggior parte delle schede il<br />

passaggio alla saldatura lead free avrà<br />

un impatto minimo; è stato provato che<br />

per un gran numero di applicazioni il<br />

compito maggiore è quello di cambiare<br />

il bill of material e la logistica, mentre<br />

dopo aver trovato il settaggio ottimale<br />

di processo la saldatura senza piombo<br />

è raggiungibile con gli stessi o con migliori<br />

risultati rispetto a quella con leghe<br />

stagno-piombo.<br />

Sfortunatamente, a causa della grande<br />

varietà dei prodotti, esistono delle<br />

eccezioni: ciò che va bene per una scheda<br />

può essere deleterio per un’altra.<br />

Schede già difficili da lavorare con<br />

un processo stagno-piombo, ad esempio<br />

con caratteristiche termiche e di bagnabilità<br />

scarse, risultano doppiamente<br />

laboriose con l’uso della tecnologia le-<br />

ad-free. Possono manifestarsi problemi<br />

derivanti da differenti punti di fusione,<br />

differenti strati intermetallici o da altre<br />

caratteristiche ancora.<br />

Leghe senza piombo<br />

nella saldatura ad onda<br />

Un’ulteriore sfida nel processo di<br />

saldatura ad onda è rappresentata dalla<br />

riduzione della distanza dei punti di<br />

saldatura, da un attuale passo di 60-75<br />

mil ad un passo di 16-20 mil: questa<br />

sfida è resa più difficile dalla scarsa bagnabilità<br />

delle leghe lead free.<br />

È necessario determinare se la riduzione<br />

della distanza tra i punti può<br />

portare a difetti nella saldatura ad onda,<br />

con la conseguente necessità di dover<br />

adottare un processo di saldatura<br />

selettiva.<br />

Un numero sempre maggiore di<br />

schede richiede la presenza di maschere<br />

di saldatura: la tendenza ad utilizzare<br />

sempre più spesso componenti a<br />

Fig. 1 - Danneggiamento per surriscaldamento di un componente MELF


montaggio superficiale e press fit obbliga<br />

all’uso di maschere per evitare<br />

che la scheda e i componenti vengano<br />

a trovarsi a diretto contatto con l’onda.<br />

Parametri quali il design delle maschere<br />

di saldatura, il loro spessore, la<br />

forma dei bordi, la frequenza di utilizzo<br />

e la manutenzione cambiano con<br />

l’utilizzo di leghe lead free.<br />

Lo sviluppo del processo di saldatura<br />

ad onda deve tenere conto di alcuni<br />

elementi, quali composizione della lega,<br />

tipo di flussante, requisiti inerenti il<br />

preriscaldo, ottimizzazione delle onde.<br />

Inoltre, i nuovi materiali e le nuove<br />

caratteristiche del processo provocano<br />

un aumento del consumo elettrico della<br />

saldatrice.<br />

La decisione di utilizzare flussanti<br />

VOC free (meno dannosi per le esalazioni<br />

tossiche) in concomitanza con<br />

l’introduzione di leghe senza piombo,<br />

comporta l’aumento delle temperature<br />

di preriscaldo oltre i 120 °C sul lato<br />

top della scheda, mentre sul lato bottom<br />

la temperatura è dai 5 ai 30 °C (a<br />

seconda della complessità della scheda)<br />

maggiore che sul lato top.<br />

La quantità di energia necessaria per<br />

far evaporare il flussante a base acquosa<br />

è maggiore, e qualora esistessero limiti<br />

nelle capacità dei moduli di preriscaldo,<br />

potrebbe rendersi necessario<br />

diminuire la velocità del convogliatore.<br />

L’utilizzo della maschera di saldatura<br />

aggiunge ulteriori difficoltà nell’ottimizzazione<br />

dei processi di flussatura e<br />

preriscaldo.<br />

<strong>Il</strong> rapporto tra la temperatura del<br />

processo e il tempo di contatto della<br />

lega dipende dal tipo di tecnologia utilizzata<br />

e dalla complessità della scheda:<br />

PCB a singolo lato possono essere<br />

processate a temperature di 250-260<br />

°C (relativamente basse per il lead free)<br />

con tempo di contatto di 2-5 secondi,<br />

mentre schede a due lati con ovvie necessità<br />

di ottenere una buona risalita<br />

richiedono temperature di 260-265 °C<br />

e tempi di contatto sino a 3-8 secondi.<br />

Fig. 2 - Solder Wicking, ovvero la risalita dello stagno sul componente<br />

Difetti reali o questione<br />

di estetica?<br />

È necessario comprendere le caratteristiche<br />

della saldatura lead free: come<br />

appaiono i giunti di saldatura, quali difetti<br />

bisogna aspettarsi e come è possibile<br />

aumentare la qualità e mantenere<br />

basso il livello di difettosità.<br />

Perché la saldatura abbia successo è<br />

necessario che i componenti a contatto<br />

con la lega siano in grado di sopportare<br />

il processo senza danneggiarsi, e che<br />

abbiano come caratteristica una buona<br />

saldabilità (bagnabilità a contatto con la<br />

pasta). Inoltre la forma del giunto deve<br />

essere tale che la pasta resti liquida<br />

durante il processo di saldatura e non<br />

scenda sotto il punto di fusione durante<br />

il processo (saldabilità termica).<br />

La differenza principale tra le connessioni<br />

create con un processo stagnopiombo<br />

e uno lead free è in come appare<br />

la superficie di saldatura.<br />

La prima cosa che si nota nei giunti<br />

saldati con lead free è la loro apparenza<br />

ruvida e frastagliata, ben diversa<br />

dai giunti lisci e lucenti che sono caratteristici<br />

dell’utilizzo di leghe stagnopiombo.<br />

Affidandosi ai criteri estetici delle leghe<br />

classiche, i giunti lead free risulterebbero<br />

difettosi sulla base della loro<br />

apparenza, mentre è importante differenziare<br />

gli aspetti visivi dai reali difetti<br />

che potrebbero compromettere l’affidabilità<br />

dei giunti di saldatura.<br />

Tipici elementi di saldatura quali<br />

criccature e sollevamento del giunto o<br />

del pad (fillet e pad lifting), contrazione<br />

della superficie e formazione di vuoti<br />

(voids) sono da valutare per stabilire se<br />

essi costituiscano un difetto di saldatura<br />

oppure una semplice anomalia estetica.<br />

I difetti già riconosciuti come tali sono<br />

raggruppabili a seconda della caratteristica<br />

che li causa:<br />

1 - Materiali delle schede e temperature<br />

più alte<br />

2 - Danni ai componenti e mix non desiderati<br />

3 - Mancato flussaggio ed alte temperature<br />

4 - Caratteristiche delle leghe senza<br />

piombo<br />

5 - Contaminazione della saldatura<br />

6 - Surriscaldamento e altri difetti di rifusione.<br />

1 - Materiali delle schede e temperature<br />

più alte<br />

Temperature di saldatura più alte<br />

possono portare a vari difetti potenziali.<br />

Una bassa qualità della scheda unita<br />

agli effetti derivanti dall’aumento delle<br />

temperature può causare imbarcamen-<br />

PCB giugno 2012<br />

61


62 PCB giugno 2012<br />

Fig. 3 - Esempio di cortocircuiti su pin QFP<br />

to e delaminazione della scheda (separazione<br />

tra il materiale di base ed il rame<br />

delle piste, oppure tra i vari layer da<br />

cui una scheda è composta).<br />

L’imbarcamento di una scheda può<br />

essere limitato utilizzando materiali<br />

con alti valori di TG (glass transition<br />

temperature) e TD (Delamination<br />

Temperature).<br />

Possono essere installate opzioni, disponibili<br />

in alcuni sistemi, per ridurre<br />

l’imbarcamento schede, come ad esempio<br />

i supporti a fi lo o a catena.<br />

Nel processo di saldatura a rifusione<br />

il controllo del gradiente di raff reddamento<br />

diventa importante quando sono<br />

presenti BGA. Un rapido raff reddamento<br />

è consigliabile per ottenere una<br />

migliore struttura del giunto, ma può<br />

aumentare l’imbarcamento del substrato<br />

del BGA. Per limitare questo eff etto<br />

è consigliabile rallentare in modo controllato<br />

la velocità di raff reddamento.<br />

Un altro rischio dell’alta temperatura<br />

è la formazione di fori nei giunti: i<br />

circuiti stampati producono gas durante<br />

il processo di saldatura, i quali derivano<br />

da acqua assorbita o rimasta intrappolata,<br />

da materiali organici presenti nel<br />

coating o da elementi volatili contenuti<br />

nei materiali laminati. Questo problema<br />

è arginabile con una fase di preriscaldo<br />

del circuito stampato o un’appropriata<br />

fase di curing.<br />

L’introduzione di fi niture lead free<br />

ha fatto nascere alcuni nuovi fenomeni<br />

quali pad anneriti, layer difettosi con fi -<br />

nitura dorata, ossidazione degli stampati<br />

OSP oppure ad immersione di stagno<br />

o di argento: tutti questi difetti riducono<br />

la saldabilità e sono il risultato di una<br />

scarsa qualità o di una bassa resistenza<br />

delle schede alla corrosione.<br />

2 - Danni ai componenti e mix non desiderati<br />

I difetti legati ai componenti possono<br />

essere suddivisi in due gruppi:<br />

A - Difetti legati alla fi nitura del componente:<br />

essi sono prevalentemente<br />

relativi a whisker di stagno ma possono<br />

includere anche contaminazione<br />

ad opera di fi niture contenenti<br />

piombo oppure bismuto, che portano<br />

alla formazione di segmenti a<br />

basso punto di fusione e causano fori,<br />

una seconda rifusione durante la<br />

saldatura ad onda o aumentano il<br />

rischio di sollevamento del giunto<br />

(fi llet lifting).<br />

B - Difetti risultanti dalla bassa qualità<br />

delle materie prime: questi includono<br />

assorbimento di umidità, fusione<br />

o deformazione delle parti plastiche,<br />

oppure delaminazione dovuta<br />

alle più alte temperature richieste<br />

dalla tecnologia lead free.<br />

La dicitura “RoHs compliant” im-<br />

plica anche la resistenza a più alte temperature<br />

ed include solo quei materiali<br />

che sono conformi alla normativa europea<br />

RoHs.<br />

Attualmente non esistono standard<br />

di stoccaggio ed etichettatura dei materiali<br />

RoHs compliant: alcuni fornitori<br />

di componenti cambieranno i part<br />

number, mentre altri conserveranno<br />

identico part number e gestiranno la<br />

transizione a partire da una determinata<br />

data. Questi diversi atteggiamenti<br />

possono causare il rischio che componenti<br />

con diverse fi niture siano mischiati<br />

tra loro.<br />

Con i componenti BGA, per esempio,<br />

il mix di fi niture con e senza piombo<br />

è molto dannoso per la qualità dei<br />

giunti: le sfere potrebbero non fondersi<br />

completamente o potrebbero causare<br />

un aumento dei voids dovuto ai diversi<br />

comportamenti in fase di fusione<br />

dei materiali.<br />

Le alte temperature del processo lead<br />

free richiedono materiali plastici più<br />

resistenti, che assorbano meno umidità<br />

e che siano quindi meno suscettibili<br />

al difetto conosciuto come “pop corning”.<br />

Quest’ultimo è causato dal rapido<br />

surriscaldamento dell’umidità assorbita<br />

dai rivestimenti plastici, e porta alla<br />

delaminazione degli strati interni dei<br />

componenti.<br />

Di tutte le fi niture lead free, quella<br />

contenente stagno puro è la più sperimentata<br />

nella produzione per alti volumi,<br />

e si è dimostrata effi cace su miliardi<br />

di condensatori ceramici SMD utilizzati<br />

in passato con il processo di saldatura<br />

stagno-piombo.<br />

3 - Mancato fl ussaggio con alte temperature<br />

<strong>Il</strong> fl ussante gioca un ruolo primario<br />

nel processo di saldatura: numerosi difetti<br />

possono essere attribuibili ad una<br />

sua non corretta attivazione.<br />

Un fl ussante forte è in grado di rimuovere<br />

ossidi e prevenire corto circuiti,<br />

inoltre, la risalita per i componenti


A confronto i forni di piccole e grandi dimensioni di Dima<br />

Dima SMT Systems nasce nel 1986 con l’obiettivo di concepire e realizzare una linea completa di sistemi per la produzione<br />

di schede elettroniche in tecnologia SMT. L’attenzione di Dima si è da subito focalizzata su quell’area di mercato<br />

che comprende aziende con volumi di produzione medi e medio-bassi, con un occhio di riguardo al contenimento dei costi:<br />

fin da subito Dima si è dimostrata una tra le aziende con maggior successo nel settore. La linea di produzione Dima copre<br />

l’intero processo produttivo, dai sistemi serigrafici alle macchine dispensatrici, dalle Pick & Place ai sistemi di saldatura.<br />

<strong>Il</strong> forno a rifusione Solano, ad aria forzata e convettivo, è dotato di<br />

4 zone di preriscaldo nella zona top e da 1 a 4 nella zona bottom.<br />

Solano è un forno di medie dimensioni con una lunghezza di processo<br />

di 2250 mm (inclusa una zona di raffreddamento) ed offre un efficace<br />

sistema di preriscaldo ad aria forzata per mantenere costante la<br />

temperatura, indipendentemente dallo spessore della scheda e dalla<br />

dimensione dei componenti.<br />

Per eliminare la possibilità di danni causati dall’elettricità statica,<br />

Solano include come standard uno ionizzatore d’aria nella zona di<br />

raffreddamento. In un forno così<br />

compatto è importante limitare<br />

le emissioni di raggi infrarossi,<br />

che causano surriscaldamento:<br />

per<br />

questo le pareti<br />

interne sono rivestite<br />

da un sottile<br />

strato di acciaio inossidabile<br />

e gli elementi riscaldanti<br />

sono posti all’esterno<br />

della camera.<br />

<strong>Il</strong> sistema è equipaggiato con<br />

il profilatore DimaSoft in grado di<br />

immagazzinare fino a 6 diversi profili di saldatura, mentre nel microprocessore<br />

sono memorizzabili fino a 99 programmi di preriscaldo. Le<br />

celle di riscaldamento del Solano possono essere rimosse dal lato top<br />

senza smontare la camera di processo, rendendo il forno di facile utilizzo.<br />

Per minimizzare la contaminazione del forno sono presenti zone<br />

di raccolta del flussante.<br />

<strong>Il</strong> forno a rifusione Solano può essere utilizzato in linea, o stand-alone<br />

mediante un convogliatore a maglia. Esso può inoltre essere fornito<br />

con il convogliatore a catena con pin.<br />

Caratteristiche di Solano<br />

Forno di larghezza 500 mm ad aria forzata<br />

5 celle di riscaldamento indipendenti a potenza controllata<br />

Zona di raffreddamento interna<br />

Progettato per soddisfare i requisiti lead free<br />

Software che consente di comparare e variare i profili eseguiti e<br />

di modificarne il set-up<br />

Caratteristiche di funzionamento visibili su display<br />

Interfaccia SMEMA<br />

Dima Smt Systems - www.dima-smt.com<br />

Dima ha ideato il forno a rifusione Breeze, ad aria forzata e completamente<br />

convettivo, con 4 zone di preriscaldo nella zona top e 4 nella zona<br />

bottom. Breeze è un forno di piccole dimensioni con una lunghezza<br />

di processo di 1200 mm (inclusa una<br />

zona di raffreddamento). Per ridurre lo<br />

stress nella saldatura di schede a due<br />

lati, le temperature sul lato top<br />

e bottom possono essere impostate<br />

separatamente.<br />

<strong>Il</strong> forno è equipaggiato con il profilatore<br />

DimaSoft in grado di immagazzinare<br />

fino a 6 diversi profili<br />

di saldatura, mentre nel microprocessore<br />

sono memorizzabili<br />

fino a 99 programmi di preriscaldo.<br />

<strong>Il</strong> forno Breeze può essere utilizzato in linea o stand alone, grazie ad<br />

un convogliatore a maglia esente da vibrazioni. Breeze è disponibile anche<br />

in versione da tavolo. <strong>Il</strong> convogliatore a maglia alloggia schede fino<br />

ad un’ampiezza massima di 400 mm, con una velocità che va da un<br />

minimo di 50mm al minuto fino ad un massimo di 800 mm al minuto.<br />

Breeze dispone inoltre di un sistema di evacuazione fumi integrato.<br />

Per eliminare la possibilità di danni causati dall’elettricità statica,<br />

Breeze include come standard uno ionizzatore d’aria nella zona di<br />

raffreddamento.<br />

<strong>Il</strong> forno Breeze offre un efficace sistema di preriscaldo ad aria forzata<br />

per mantenere costante la temperatura, indipendentemente dallo spessore<br />

della scheda e dalla dimensione dei componenti.<br />

Grazie alle 8 zone di riscaldamento indipendenti è possibile creare innumerevoli<br />

profili di preriscaldo. La zona bottom è regolabile per prevenire<br />

il surriscaldamento dei componenti montati sul lato inferiore nelle<br />

schede a due lati. Uno schermo LCD dedicato permette il continuo monitoraggio<br />

del processo e della temperatura in ogni zona.<br />

Caratteristiche di Breeze<br />

8 zone di riscaldo controllate e indipendenti<br />

Progettato per soddisfare i requisiti lead free<br />

Ionizzatore nella sezione di raffreddamento esterno<br />

Microprocessore per memorizzare fino a 99 profili di saldatura<br />

Sistema di evacuazione fumi integrato<br />

Interfaccia SMEMA meccanica (per la versione stand alone)<br />

PCB giugno 2012<br />

63


64 PCB giugno 2012<br />

through-hole sarà favorita da un flussante<br />

con alta resistenza al calore.<br />

Una corretta risalita è uno degli<br />

obiettivi chiave nella saldatura, e le leghe<br />

lead free, caratterizzate da una minore<br />

bagnabilità, rendono questo processo<br />

più difficoltoso.<br />

Una inertizzazione con azoto<br />

nell’area di saldatura può migliorare le<br />

performance di bagnabilità, perchè gli<br />

ossidi possono così essere rimossi e la<br />

risalita aumentata.<br />

Difetti quali le cosidette “pagliuzze”<br />

di lega oppure i “ghiaccioli” sono evitabili<br />

con un’adeguata attività di flussaggio<br />

o con un’atmosfera di azoto.<br />

<strong>Il</strong> flussante dev’essere compatibile<br />

con le maggiori temperature di preriscaldo<br />

e di rifusione, con moduli a convezione<br />

di aria calda, con formatori a<br />

doppia onda, con le finiture ed il solder<br />

mask dei circuiti stampati.<br />

L’interazione tra flussante e solder<br />

mask può causare residui sul lato bottom<br />

della scheda a seguito della saldatura.<br />

Questi residui oleosi, che non evaporano<br />

durante il processo di saldatura,<br />

sono composti da solder resist modificato<br />

nella sua struttura a causa di problemi<br />

nella sua formulazione oppure da<br />

una sua errata cottura. I fabbricanti di<br />

pcb per ovviare a tali difetti devono curare<br />

in modo appropriato la fase di riscaldamento<br />

dei circuiti stampati.<br />

Per alcune aziende questo potrebbe<br />

non essere considerato un difetto mentre<br />

potrebbe esserlo per altre, che ad<br />

esempio utilizzano la tecnologia di conformal<br />

coating sulle proprie schede.<br />

I residui di saldatura che aderiscono<br />

al solder resist sono definiti “solder<br />

webbing”.<br />

4 - Caratteristiche delle leghe senza<br />

piombo<br />

Tutte le parti a contatto con la lega<br />

liquida nella saldatura ad onda aumentano<br />

la propria temperatura e si espandono<br />

a causa del calore introdotto nel<br />

giunto dalla lega.<br />

<strong>Il</strong> grado di espansione termica non<br />

è lo stesso per tutti i materiali, ma è<br />

generalmente più alto nella saldatura<br />

senza piombo.<br />

Per le schede realizzate in epoxyglass,<br />

l’espansione termica ha un valore<br />

variabile che dipende dalla temperatura:<br />

questa espansione diventa massima<br />

sull’asse Z.<br />

A causa delle differenze di espansione<br />

termica tra il rivestimento in rame<br />

e il materiale base della scheda possono<br />

verificarsi delle deformazioni nel<br />

giunto di saldatura. Questa deformazione<br />

si concentra prevalentemente<br />

nell’area di saldatura del pad, che assume<br />

una forma a cuneo durante il processo.<br />

Questa deformazione è un meccanismo<br />

dinamico, che muove su e giù<br />

i pad durante la saldatura e che può indurre<br />

alla formazione di crack (criccature)<br />

nei giunti.<br />

Un crack o micro-rottura è una<br />

spaccatura o un disallineamento nella<br />

superficie di saldatura che può risultare<br />

più o meno profondo. La formazione<br />

di spaccature è spesso il risultato del<br />

movimento del pad durante il processo<br />

di saldatura. Le micro-rotture possono<br />

essere causate da diversi meccanismi<br />

che agiscono sul giunto in fase di<br />

solidificazione.<br />

Lo standard IPC-A-610-D definisce<br />

che il restringimento dei fori è accettabile<br />

quando il fondo della spaccatura<br />

è visibile e quando la spaccatura<br />

non è a contatto con il pad, la metallizzazione<br />

del foro o il pin del componente.<br />

<strong>Il</strong> sollevamento del pad o del giunto<br />

sono causati dallo stesso meccanismo,<br />

ovvero la differente espansione termica<br />

dei materiali.<br />

Un contatto prolungato tra la scheda<br />

e la lega saldante porterà ad una migliore<br />

risalita. Una maggiore temperatura<br />

consentirà inoltre una migliore bagnabilità<br />

dei giunti: l’abbinamento di questi<br />

due elementi però può essere dannoso,<br />

perchè può causare diversi difetti, quali:<br />

Blow holes: i gas emessi dalla scheda<br />

sottoposta ad alta temperature sfiatano,<br />

entrando nella lega saldante e<br />

provocando vuoti (voids).<br />

Dissoluzione del rame: il rame che è<br />

contenuto nei pad tende a dissolversi<br />

nella saldatura. Tempi molto prolungati<br />

di contatto possono portare<br />

ad una eccessiva o totale dissoluzione<br />

del rame se questo è troppo<br />

sottile.<br />

Rifusione secondaria: i componenti<br />

SMT rifondono una seconda<br />

volta se le temperature del processo<br />

ad onda superano il punto di fusione<br />

della pasta. La lega potrebbe<br />

spostarsi ed i terminali dei componenti<br />

potrebbero staccarsi dal pad.<br />

Talvolta può rimanere una debole<br />

connessione tra il terminale ed il<br />

pad, rendendo ancora più difficile<br />

rilevare questo difetto, dal momento<br />

che sarebbe ancora possibile un flusso<br />

di corrente. Per prevenire la rifusione<br />

è utile posizionare dissipatori<br />

termici sulla superficie dei componenti<br />

più vulnerabili.<br />

Solder wicking: la lega tende a scorrere<br />

sulla superficie del terminale<br />

allontanadosi dall’area del giunto,<br />

rendendo difficile una connessione<br />

adeguata.<br />

Danno ai componenti: alcuni componenti<br />

(come ad esempio i MELF) se<br />

rimangono troppo a lungo immersi<br />

nella lega allo stato liquido durante<br />

la saldatura ad onda possono rompersi.<br />

In altri casi, la colla che li trattiene<br />

al circuito stampato può non<br />

sopportare la temperatura troppo<br />

elevata e il componente può cadere<br />

all’interno del bagno.<br />

5 - Contaminazione della saldatura<br />

Alcuni metalli tendono a dissolversi<br />

nella pasta saldante lead free: la temperatura,<br />

la velocità alla quale si muove<br />

la lega e la composizione della lega<br />

stessa determinano la rapidità di questo<br />

processo.


Valvole a coclea per la<br />

dosatura volumetrica<br />

di paste di saldatura.<br />

La camera<br />

del fl uido<br />

e la vite sono<br />

usa e getta<br />

Paste SMT per la saldatura senza a difetti<br />

> Tutte le leghe con e senza piombo nella<br />

formulazione, RMA – NC – WS.<br />

> Confezionamento in siringa,<br />

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saldatura<br />

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e dissaldatura<br />

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Microcesoie<br />

Treccie dissaldanti<br />

Pozzetti<br />

termoregolati<br />

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Adesivi Conduttivi<br />

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elettronica<br />

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sintetica<br />

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gomma<br />

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la lubrificazione.


66 PCB giugno 2012<br />

Per garantire un processo stabile di<br />

saldatura è necessario controllare la<br />

composizione della lega, perché ogni variazione<br />

rispetto alla struttura originale<br />

provoca una diversa reazione durante la<br />

fusione, in particolare nel caso della contaminazione<br />

con piombo o ferro.<br />

Attualmente in molti processi lead<br />

free coesistono paste saldanti senza<br />

piombo e componenti con finiture al<br />

piombo. Raggiunta una certa temperatura<br />

il piombo si dissolve nel pozzetto, e<br />

la contaminazione porta ad un abbassamento<br />

del punto di fusione, oltre che ad<br />

una violazione delle normative RoHS.<br />

Una volta contaminato, il pozzetto deve<br />

essere sostituito, comportando costi<br />

aggiuntivi.<br />

Lo stesso discorso è applicabile alla<br />

contaminazione da ferro.<br />

La contaminazione con piombo, bismuto,<br />

rame o altri metalli compromette<br />

il processo di solidificazione: in particolare,<br />

la lega SnPbBi crea segmenti a<br />

basso punto di fusione all’interno della<br />

massa di lega saldante che, uniti allo<br />

stress meccanico nei giunti, possono<br />

provocare spaccature.<br />

Se il materiale con il quale è costruito<br />

il pozzetto di saldatura non ha uno strato<br />

protettivo sufficiente, l’acciaio presente<br />

nella sua struttura potrebbe dissolversi<br />

nella pasta saldante e formare<br />

residui FeSn2. <strong>Il</strong> punto di fusione di<br />

questi cristalli è di 510 °C, perciò essi rimangono<br />

solidi nel bagno fuso e tendono<br />

a raccogliersi negli angoli del pozzetto,<br />

dove il flusso della lega è più ridotto.<br />

Tuttavia, se essi vengono aspirati<br />

dalle pompe insieme alla lega saldante,<br />

potrebbero finire in un giunto di saldatura,<br />

alterandone la struttura o provocando<br />

corto circuiti.<br />

6 - Surriscaldamento e altri difetti di rifusione<br />

Con le temperature più alte necessarie<br />

per il processo di rifusione lead free<br />

aumenta il rischio del surriscaldamento<br />

dei componenti.<br />

La finestra del processo di rifusione è<br />

ridotta con la tecnologia lead free, quindi<br />

è fondamentale raggiungere e mantenere<br />

una bassa differenza di temperatura<br />

tra il punto più freddo e quello<br />

più caldo sulla scheda (ΔT) in modo da<br />

fondere completamente la pasta saldante<br />

senza danneggiare i componenti.<br />

Alcuni difetti della saldatura a rifusione<br />

sono collegati alle caratteristiche<br />

della pasta saldante e al processo di serigrafia,<br />

come già accadeva con le leghe<br />

classiche. Essi sono:<br />

Effetto lapide: questo fenomeno avviene<br />

quando i componenti si sollevano<br />

su un lato, mentre l’altro rimane<br />

a contatto con la scheda. Alcuni studi<br />

hanno dimostrato che l’incidenza<br />

di tale difetto diminuisce con l’utilizzo<br />

di paste saldanti lead free: questo<br />

a causa della scarsa bagnabilità<br />

che provoca minore tensione superficiale<br />

e quindi minore forza sul<br />

componente.<br />

Formazione di microsfere: questo difetto<br />

si presenta con la formazione<br />

di sfere lungo i lati del componente.<br />

Tali sfere sono solitamente causate<br />

da un’eccessiva presenza di pasta<br />

saldante sul pad, da un processo<br />

di serigrafia non accurato oppure<br />

dalla fuoriuscita di solventi in forma<br />

gassosa dalla pasta durante la fase<br />

di preriscaldo.<br />

Corto circuito: tale difetto è causato da<br />

un processo di serigrafia non accurato,<br />

dalla sbavatura o dal collasso della<br />

pasta, da un volume eccessivo di<br />

pasta o da un piazzamento dei componenti<br />

impreciso.<br />

Materiali misti in BGA: utilizzare<br />

BGA nel processo può diventare<br />

problematico quando la finitura<br />

delle loro sfere e la pasta saldante<br />

non sono compatibili.<br />

Se la pasta saldante lead free è utilizzata<br />

con sfere BGA stagno-piombo,<br />

le sfere si fonderanno ad una temperatura<br />

di 183 °C, quando ancora la pasta<br />

starà producendo gas, facendo evaporare<br />

il flussante. Poiché le sfere collassano<br />

sopra la pasta, i gas possono fuoriuscire<br />

solo attraversando lo strato di Sn-Pb,<br />

causando vuoti (voids).<br />

Se le sfere BGA senza piombo sono<br />

utilizzate con pasta stagno-piombo<br />

è necessario assicurarsi che le sfere siano<br />

completamente fuse per ottenere un<br />

auto-allineamento sufficiente.<br />

La finitura di numerosi componenti<br />

è già stata modificata da stagno-piombo<br />

a stagno puro senza renderlo noto<br />

agli utilizzatori finali: ciò ha provocato<br />

numerosi problemi di scarsa bagnabilità<br />

e di differente aspetto della saldatura,<br />

causando anche seri dubbi sull’affidabilità<br />

di tali giunti.<br />

Raccomandazioni<br />

Numerosi difetti solo legati alla qualità<br />

del materiale di cui le schede sono<br />

composte. La saldabilità delle schede si<br />

basa su alcuni fattori tra cui la qualità<br />

nella fornitura del prodotto e le corrette<br />

condizioni di stoccaggio.<br />

Con la saldatura ad onda la temperatura<br />

deve essere più bassa possibile per<br />

prevenire il surriscaldamento dei componenti,<br />

il danneggiamnto dei materiali,<br />

e cosa più importante, la seconda riusione<br />

della pasta saldante.<br />

Temperature più basse di saldatura<br />

limitano gli effetti corrosivi dello stagno<br />

fuso sulle parti ferrose del pozzetto<br />

e delle giranti, ed evitano la formazione<br />

di cristalli di ferro-stagno.<br />

Sia nella saldatura ad onda che in<br />

quella a rifusione alcuni difetti sono<br />

causati da un’insufficiente attività<br />

di flussatura. Un flussante in grado di<br />

sopportare alte temperature può evitare<br />

corto circuiti e migliorare la risalita.<br />

Un buon controllo del processo di rifusione<br />

previene il surriscaldamento e<br />

l’incidenza di altri difetti.<br />

Prodelec<br />

www.prodelecgroup.com


le tecnologie elettroniche al servizio della salute<br />

Milano, 28 giugno 2012<br />

seconda edizione dell’evento organizzato<br />

da Selezione di Elettronica<br />

rivolto alla “Medical Design Community”<br />

<strong>Il</strong> convegno<br />

Una sessione convegnistica, a cura di università, associazioni, istituti di ricerca, società<br />

di analisi di mercato e Oem internazionali attivi nel settore elettromedicale, con interventi<br />

di elevato valore scientifico e tecnologico.<br />

I workshop<br />

Una serie di workshop tecnici, a cura delle aziende fornitrici di dispositivi microelettronici<br />

e di sistemi elettronici, dedicati alla presentazione delle ultime tecnologie disponibili<br />

nei semiconduttori, nella connessione, nella componentistica passiva, nell’alimentazione,<br />

nella visualizzazione.<br />

L’esposizione<br />

Un’esposizione, a cura delle aziende partecipanti, in cui i visitatori potranno verificare<br />

l’offerta disponibile e gli avanzamenti tecnologici e confrontarsi con gli specialisti sulle<br />

problematiche applicative dell’elettronica nei sistemi medicali.<br />

L’area dimostrativa<br />

Un’area dove il pubblico avrà la possibilità di accedere a sessioni dimostrative, “toccare<br />

con mano” gli strumenti e le apparecchiature ed effettuare prove pratiche sul campo, con<br />

la presentazione di casi applicativi reali.<br />

I partecipanti<br />

L’evento si rivolge alla “Medical Design Community” e in particolare ai progettisti e ai<br />

tecnici elettronici impegnati nello sviluppo di applicazioni medicali, ma anche ai responsabili<br />

delle tecnologie informative, ai tecnici sanitari, agli uffici acquisti e a tutti gli operatori<br />

interessati agli sviluppi delle tecnologie elettroniche nel medicale.<br />

CON IL SUPPORTO DI<br />

Sponsor<br />

CON IL PATROCINIO DI<br />

Milano, 28 giugno 2012<br />

Luogo<br />

Sala Bramante, Palazzo delle Stelline,<br />

Corso Magenta 61 – Milano<br />

Orario<br />

09.00 – 17.00<br />

Registrazione<br />

info@formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

http://www.formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com/


68 PCB giugno 2012<br />

▶ TEST & QUALITY – ENERGIA<br />

La compatibilità<br />

elettromagnetica<br />

Lo studio della compatibilità elettromagnetica ha<br />

l’obiettivo di garantire il corretto funzionamento,<br />

nel medesimo ambiente, dei diversi apparati che<br />

generano fenomeni elettromagnetici o ne sono<br />

suscettibili durante il loro funzionamento<br />

di Piero Bianchi<br />

<strong>Il</strong> termine compatibilità elettromagnetica<br />

o EMC (acronimo di<br />

Electromagnetic Compatibility)<br />

si riferisce alla disciplina che studia<br />

la generazione, la trasmissione e la<br />

ricezione non intenzionali di energia<br />

elettromagnetica in relazione agli<br />

Apparato per le prove di compatibilità elettromagnetica<br />

effetti indesiderati che queste possono<br />

comportare.<br />

La compatibilità elettromagnetica<br />

prende in considerazione tanto le<br />

problematiche di emissione quanto<br />

le problematiche di suscettibilità.<br />

Le prime si riferiscono alla riduzione<br />

della generazione non intenzionale<br />

di energia elettromagnetica e<br />

alle contromisure atte a evitare la sua<br />

trasmissione.<br />

Le seconde si riferiscono invece al<br />

corretto funzionamento degli apparati<br />

elettrici ed elettronici in presenza<br />

di disturbi elettromagnetici provenienti<br />

dall’esterno.<br />

Quando nell’ambito della compatibilità<br />

elettromagnetica si prendono<br />

in considerazione disturbi elettromagnetici<br />

che si propagano in strutture<br />

guidanti quali conduttori metallici,<br />

ci si riferisce a problematiche di<br />

suscettibilità ed emissione condotte;<br />

quando invece ci si riferisce a disturbi<br />

propagatisi nello spazio libero, ci si<br />

riferisce a problematiche di suscettibilità<br />

ed emissione irradiata.<br />

Un metodo classico per evitare interferenze<br />

elettromagnetiche da e verso<br />

un apparato elettrico è quello della<br />

schermatura metallica dell’apparato<br />

in questione creando una gabbia<br />

di Faraday: in tal modo le onde elettromagnetiche<br />

incidenti o irradiate<br />

dall’apparato rimangono confinate in<br />

buona parte rispettivamente all’esterno<br />

o all’interno della struttura.<br />

Le prove di compatibilità<br />

elettomagnetica<br />

Con l’introduzione a partire dal<br />

1997 del marchio CE è richiesto lo<br />

stretto rispetto delle normative specifiche<br />

sulle problematiche della<br />

compatibilità elettromagnetica in<br />

aggiunta a quelle sulla sicurezza elettrica.<br />

<strong>Il</strong> tema della compatibilità elettromagnetica<br />

non può essere lasciato alla<br />

valutazione dei singoli produttori e<br />

in seno all’Unione Europea si è cer-


cato di regolamentare e unificare la<br />

legislazione in materia per poi trasferirla<br />

dalla sede comunitaria agli stati<br />

membri ratificandola a livello nazionale.<br />

Come detto, per compatibilità<br />

elettromagnetica s’intende lo stato in<br />

cui un dispositivo elettrico/elettronico<br />

possa lavorare normalmente senza<br />

creare ed emettere interferenze verso<br />

l’ambiente che lo circonda (emissioni)<br />

e allo stesso tempo sia immune<br />

da disturbi generati da altre apparecchiature<br />

presenti nel medesimo<br />

ambiente in cui si vuole che questo<br />

operi (immunità). Le prove sono<br />

tecnicamente ben definite e indicate<br />

dalle norme EN; ad esempio, le prove<br />

di emissione relative a un personal<br />

computer sono definite dalla norma<br />

EN 55022, mentre le prove di immunità<br />

alla scariche elettrostatiche sono<br />

definite dalla norma EN 61000-4-2.<br />

Un apparato sottoposto alle prove<br />

di compatibilità elettromagnetica<br />

deve quindi superare tre differenti<br />

prove:<br />

- prove di emissione in radiofrequenza<br />

(RF) che si distinguono in condotte,<br />

ovvero la misura dei disturbi<br />

RF emessi dall’apparato in prova<br />

attraverso il cavo di alimentazione,<br />

e irradiate, ovvero la misura dei disturbi<br />

RF emessi sempre dall’apparato<br />

in prova nell’etere;<br />

- prove di emissione armonica e flicker<br />

che prevedono rispettivamente<br />

la valutazione delle armoniche<br />

generate dall’apparecchio<br />

in prova e immesse nella rete di<br />

alimentazione (creazione di armoniche)<br />

e della fluttuazione di<br />

tensione (flicker);<br />

- prove di immunità che prevedono<br />

prove di resistenza e corretto<br />

funzionamento in presenza di<br />

campi elettromagnetici (immunità<br />

RF) di transitori di rete (surge<br />

e burst), di buchi di tensione e di<br />

scariche elettrostatiche (ESD).<br />

Camera anecoica in costruzione<br />

L’applicazione della direttiva<br />

89/336/CEE richiede che, durante<br />

la progettazione e la realizzazione del<br />

prodotto, il costruttore deve obbligatoriamente<br />

rivolgersi a un ente certificatore<br />

competente che effettuerà le<br />

prove ritenute idonee al tipo di dispositivo.<br />

Solamente dopo il superamento<br />

di queste prove il costruttore<br />

potrà marchiare CE il suo prodotto.<br />

Se decidesse di autocertificare il<br />

proprio prodotto, il costruttore deve<br />

munirsi di tutte le apparecchiature<br />

di test per poter effettuare in proprio<br />

tutte le prove previste dalle leggi<br />

in vigore al momento. Questo implica<br />

il doversi dotare di un parco strumenti<br />

dal valore piuttosto elevato e<br />

sopratutto di formare i tecnici nel loro<br />

corretto utilizzo, non sempre semplice.<br />

La normativa di riferimento<br />

Emissioni RF condotte (EN 55011-<br />

55014 – 55022)<br />

Per emissioni RF condotte si intendono<br />

tutti i disturbi in radiofrequenza<br />

causati dall’apparecchiatura<br />

in prova ed emessi attraverso il cavo<br />

di alimentazione. Ogni norma,<br />

ciascuna diversificata per famiglie<br />

di prodotto, prevede dei livelli che<br />

non devono essere superati. La banda<br />

di radiofrequenza da analizzare<br />

per questo tipo di prova è compresa<br />

tra 150 KHz e 30 MHz. I dispositivi<br />

che permettono di rilevare questo tipo<br />

di disturbo sono la RETE LISN,<br />

l’analizzatore di spettro o il ricevitore<br />

EMI.<br />

La LISN (line impedance stabilization<br />

network) è letteralmente<br />

una rete di stabilizzazione dell’impedenza<br />

di linea. È utilizzata nelle<br />

prove di misura delle correnti di disturbo<br />

introdotte nella rete elettrica<br />

di alimentazione da parte di ogni<br />

dispositivo ad essa connesso. Viene<br />

introdotta per due motivi, il primo<br />

poiché la rete elettrica di alimentazione<br />

è essa stessa sede di disturbi<br />

e tali componenti potrebbero sommarsi<br />

a quelle prodotte dal dispositivo<br />

sotto test inficiando il risultato<br />

della misura. <strong>Il</strong> secondo perché<br />

l’impedenza vista ai capi di una presa<br />

di alimentazione è molto varia-<br />

PCB giugno 2012<br />

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70 PCB giugno 2012<br />

bile sia nel tempo che nello spazio,<br />

quindi misure fatte in luoghi o tempi<br />

diversi darebbero risultati non<br />

confrontabili. La LISN deve quindi<br />

comportarsi come un filtro passa<br />

basso nei confronti del dispositivo<br />

sotto verifica in modo da permettere<br />

il passaggio della corrente di alimentazione,<br />

ma non dei disturbi a<br />

più alta frequenza e deve mantenere<br />

un’impedenza di carico approssimativamente<br />

stabile nell’intervallo di<br />

frequenze previsto dalla normativa<br />

sulle emissioni condotte (cioè tra i<br />

150 kHz e i 30 MHz).<br />

Emissioni RF irradate (EN 55011-<br />

55014 – 55022)<br />

Per emissioni irradiate si intendono<br />

tutti i disturbi in radiofrequenza<br />

causati dall’apparato in prova ed<br />

emessi nell’etere, ovvero nell’ambiente<br />

circostante. Anche in questo caso<br />

ogni norma è diversificata per famiglia<br />

di prodotto e prevede dei livelli<br />

che non devono essere superati. La<br />

banda di radiofrequenza da analizzare<br />

per questo tipo di prova è compresa<br />

tra 30 MHz e 1000 MHz.<br />

I dispositivi che permettono di rilevare<br />

questo tipo di disturbi sono<br />

l’antenna LOG periodica e l’analizzatore<br />

di spettro o il ricevitore EMI.<br />

Emissioni armoniche (EN 61000-3-2)<br />

Per emissioni armoniche si intendono<br />

tutti i disturbi armonici generati<br />

dall’apparato in prova ed emessi<br />

nella rete di alimentazione. Come<br />

nelle precedenti, anche questa prevede<br />

dei livelli che non devono essere<br />

superati. La banda da analizzare per<br />

questo tipo di prova è compresa tra i<br />

50 Hz e i 4000 Hz. I dispositivi che<br />

permettono di rilevare questo tipo di<br />

disturbi sono la sonda di corrente e la<br />

scheda di acquisizione per i dati rilevati<br />

che verranno poi elaborati.<br />

Emissioni di flicker (EN 61000-3-2)<br />

Per emissione di flicker si intendono<br />

tutti i disturbi di fluttuazione<br />

generati dall’apparato in prova e<br />

immessi nella rete di alimentazione.<br />

I dispositivi che permettono di rilevare<br />

questo tipo di disturbo sono la<br />

sonda flicker e la scheda di acquisizione<br />

dei dati rilevati da elaborare.<br />

Camera anecoica con la strumentazione per le prove di compatibilità<br />

Immunità RF (EN 61000-4-3 e EN<br />

61000-4-6)<br />

L’immunità alla radiofrequenza è<br />

la capacità di continuare a funzionare<br />

anche sotto l’influsso di campi elettromagnetici,<br />

generati artificialmente<br />

tramite apparati dedicati. Le norme<br />

sono diversificate per famiglia di prodotto<br />

e prevedono dei livelli diversi di<br />

irraggiamento. La banda di frequenze<br />

per questo tipo di prova è compresa<br />

tra i 27 MHz e i 1000 MHz.<br />

I congegni che permettono di generare<br />

questo tipo di campi elettromagnetici<br />

sono l’antenna log periodica,<br />

la rete di accoppiamento, l’amplificatore<br />

RF completo di generatore<br />

RF modulato in AM.<br />

Immunità ai transitori o surge &burst<br />

(EN 61000-4-4 e 61000-4-5)<br />

Per immunità ai transitori di rete si<br />

intende la capacità di funzionamento<br />

dell’apparato sotto prova in presenza<br />

di disturbi transitori generati artificialmente<br />

tramite dispositivi appositi.<br />

Ogni norma prevede livelli specifici<br />

con i quali devono essere irradiati<br />

gli apparecchi in prova. Gli strumenti<br />

che permettono di generare<br />

questo tipo di campi elettromagnetici<br />

sono il generatore di burst & surge<br />

(Burst= treni di impulsi, Surge= simulazione<br />

delle fulminazioni), nonché<br />

le reti di accoppiamento con cui<br />

tali disturbi vengono inviati all’apparecchio<br />

in prova.<br />

Immunità ai buchi di rete (EN61000-<br />

4-11)<br />

Per immunità ai buchi di rete<br />

si intende la capacità di mantenere<br />

la continuità di funzionamento<br />

dell’unità in prova in presenza di interruzione<br />

dell’alimentazione di rete<br />

generati artificialmente. L’apparato<br />

che permette questo genere di prova<br />

è il generatore di buchi di tensione e<br />

la rete di accoppiamento per inviare i<br />

disturbi all’unità sotto test.


Particolare della parete interna della camera anecoica<br />

Immunità alle scariche elettrostatiche<br />

(EN 61000-4-2)<br />

Per immunità alle cariche elettrostatiche<br />

si intende la capacità di mantenere<br />

un funzionamento continuo delle<br />

apparecchiature in prova in presenza<br />

di scariche elettrostatiche generate artificialmente.<br />

L’apparato che permette<br />

questo genere di prova è il generatore<br />

di cariche elettrostatiche e i terminali<br />

con cui i disturbi sono inviati al dispositivo<br />

in prova.<br />

Dove nascono i disturbi<br />

nei cavi di connessione<br />

EMI - Rumori Induttivi<br />

Quando la sorgente del rumore è<br />

di origine esterna al cavo, può essere<br />

provocata da linee di potenza, motori,<br />

trasformatori, ecc. <strong>Il</strong> cavo d’interconnessione<br />

tra due unità viene a<br />

trovarsi immerso in un campo magnetico<br />

variabile. Quando è presente<br />

lo schermo, vi sono indotte correnti<br />

e tensioni che provocano delle<br />

distorsioni nel circuito del cavo.<br />

L’efficacia dello schermo normalmente<br />

viene misurata mediante l’impedenza<br />

di trasferimento, definita in<br />

una elementare lunghezza di cavo<br />

come il rapporto tra la tensione misurata<br />

lungo lo schermo e la corrente<br />

che attraversa il sistema pertur-<br />

bante. Per esperienza si può definire<br />

che per frequenze fino a 100 KHz,<br />

l’impedenza di trasferimento rimane<br />

pressoché costante e il valore è determinato<br />

dal tipo di schermo utilizzato,<br />

nel quale si deve tener conto della<br />

sua resistenza elettrica.<br />

Nel campo di frequenze che spazia<br />

da 100 KHz a 10 MHz, a parità<br />

di schermi, c’è un incremento della impedenza<br />

di trasferimento. Al salire nella<br />

fascia di frequenza, nell’intervallo da<br />

10 MHz a 300 MHz, il valore dell’impedenza<br />

di trasferimento permane influenzato<br />

dal tipo di schermo, oltre che<br />

dalla frequenza.<br />

Nel caso dei cavi di alimentazione<br />

si ricorre al filtro EMI: è un filtro<br />

passivo presente nella gran parte<br />

delle apparecchiature elettroniche,<br />

per permettergli di adeguarsi alle<br />

normative sulla compatibilità elettromagnetica,<br />

e in particolare a quelle<br />

riguardanti le emissioni condotte.<br />

Al lato pratico si tratta di un filtro<br />

passa basso che viene collegato come<br />

ultimo stadio tra l’apparecchiatura e<br />

la rete di alimentazione, in modo da<br />

attenuare le componenti di disturbo<br />

che ogni dispositivo elettronico tenderebbe<br />

a emettere. <strong>Il</strong> filtro EMI risulta<br />

trasparente alla frequenza di<br />

alimentazione (50-60 Hz) per permettere<br />

il corretto funzionamento<br />

del dispositivo, ma agisce nel campo<br />

delle frequenze 150 kHz-30 MHz<br />

come stabilito dalla normativa.<br />

ESI (electrostatic interferences) o rumori<br />

elettrostatici<br />

La sorgente del rumore è di origine<br />

esterna al cavo. <strong>Il</strong> disturbo è causato<br />

dall’accoppiamento del campo elettrico<br />

esterno con il circuito, nel cavo<br />

d’interconnessione. In questo caso<br />

l’accoppiamento capacitivo è ostacolato<br />

dall’alta copertura dello schermo,<br />

mentre la sua resistenza elettrica non<br />

è preminente. Importante è la messa a<br />

terra. Per disturbi di tipo ESI si presta<br />

molto bene lo schermo a nastro di<br />

alluminio/poliestere che ha rumori intorno<br />

allo 0,1 mV. Sono invece sconsigliati<br />

schermi a treccia di rame o a spirale<br />

di rame, che possono raggiungere<br />

valori fino a 5 mV.<br />

ESD (electrostatic discharge) o scariche<br />

elettrostatiche<br />

Anche in questo caso la sorgente del<br />

rumore è di origine esterna al cavo. <strong>Il</strong><br />

disturbo causa sullo schermo del cavo<br />

un impulso di corrente a basso tempo di<br />

salita, con componenti fino a 100 MHz.<br />

Gli schermi che si prestano meglio sono<br />

quelli composti da alluminio/poliestere<br />

più treccia di rame, ripetuti anche<br />

più volte nei casi ritenuti critici.<br />

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72 PCB giugno 2012<br />

▶ TEST & QUALITY - SISTEMA BX BENCHTOP<br />

AOI benchtop<br />

a 5 telecamere<br />

<strong>Il</strong> sistema AOI deve essere sufficientemente<br />

prestante da supportare produttività e veloci cambi<br />

di codice prodotto sotto l’egida di un efficiente<br />

controllo di processo che possa in tempo reale<br />

dare tutte le informazioni per mantenere<br />

nel target la produzione<br />

di Dario Gozzi<br />

La valutazione di un sistema AOI<br />

è tradizionalmente un’esperienza<br />

lunga e noiosa. Questo è in<br />

massima parte dovuto all’incertezza sul<br />

come valutare il sistema e sulla sensibilità<br />

umana che comunque entra in gioco<br />

nel percepire le prestazioni in termini di<br />

semplicità di programmazione e di risultati<br />

tra reali difetti e falsi difetti (o difetti<br />

non rilevati).<br />

La principale causa del lungo tempo<br />

di valutazione è da ricercare nella pro-<br />

Particolare del vano di alloggiamento del pcb del sistema<br />

a 5 telecamere Yestech BX di Nordson<br />

grammazione della libreria dei componenti<br />

e nella personalizzazione dei programmi.<br />

È richiesto inoltre un supporto<br />

tecnico capace nella programmazione,<br />

per un preciso aggiustamento delle luci e<br />

nell’utilizzo delle diverse telecamere presenti<br />

sul sistema per garantire un’ispezione<br />

efficace. Non è caso raro che dopo<br />

aver speso ore di set-up, sentendo che<br />

persiste la difficoltà, subentra la frustrazione<br />

con risultato negativo sulla valutazione.<br />

Altro fattore d’importanza strategica<br />

nella scelta di un sistema è la capacità del<br />

costruttore di perseguire continui sviluppi<br />

e aggiornamenti sia del software che<br />

dell’hardware al fine di garantire non solo<br />

l’aggiornamento del sistema col trend<br />

tecnologico in corso, ma anche di andare<br />

a porre rimedio alle eventuali lacune che<br />

l’utilizzo dovesse far emergere nel tempo.<br />

<strong>Il</strong> sistema BX benchtop<br />

Come leader emergente nel campo<br />

dell’ispezione ottica automatica<br />

YesTech, del gruppo Nordson, è ben<br />

cosciente di queste difficoltà per cui ha<br />

destinato notevoli risorse nella ricerca<br />

e sviluppo di telecamere ad alta risoluzione<br />

e di sistemi d’illuminazione che<br />

possano coadiuvare il lavoro delle varie<br />

telecamere di cui dispone il sistema.<br />

Anche lo studio del software ha portato<br />

ad ottenere un prodotto che sia alla<br />

portata di ogni operatore senza perdere<br />

di efficacia nella copertura dei vari<br />

gradi di complessità degli attuali pcb,<br />

Particolare della testa su cui trovano posto le telecamere<br />

e l’illuminazione


inclusa quella da alta intensità<br />

(High-density interconnection).<br />

Unico sistema<br />

in commercio che nella<br />

configurazione da banco<br />

sia configurabile con 5 telecamere,<br />

il modello BX è distribuito<br />

da Cabiotec che<br />

grazie al numeroso installato<br />

è anche in grado di garantire<br />

un efficiente servizio<br />

tecnico di supporto.<br />

<strong>Il</strong> sistema dispone di<br />

telecamere con cinque<br />

megapixel di risoluzione (<strong>24</strong>48 x 2048 -<br />

dimensioni di pixel pari a 25, 12 o 8<br />

micron), 3 livelli di zoom e ottiche telecentriche<br />

che ne aumentano la precisione<br />

e la ripetibilità perché garantiscono lo<br />

stesso ingrandimento a qualsiasi distanza<br />

ed eliminano l’incertezza su quanto<br />

posizionato ai bordi rispetto al centro<br />

dell’obiettivo. Le ottiche telecentriche<br />

riducono e in alcuni casi eliminano<br />

errori prospettici, il cambio di ingrandimento<br />

dovuto a spostamenti dell’oggetto<br />

e distorsione dell’immagine. <strong>Il</strong> sistema<br />

controlla i giunti di saldatura e il corretto<br />

posizionamento dei componenti nei pcb<br />

assemblati, ma verifica anche la corretta<br />

deposizione della pasta saldante (ispezione<br />

2D).<br />

Le quattro telecamere laterali aggiungono<br />

una capacità di ispezione che<br />

usualmente si riscontra solo nei sistemi<br />

in-line. Si passa da un’ispezione 2D con<br />

singola o doppia telecamera al lato top a<br />

un’ispezione multi telecamera grazie alla<br />

quale, attivando la telecamera con la migliore<br />

visuale, permette l’identificazione<br />

dei difetti più critici come ad esempio i<br />

piedini sollevati.<br />

La programmazione è facile e intuitiva;<br />

l’operatore al termine del corso<br />

d’istruzione riesce normamente in trenta<br />

minuti a realizzare il programma d’ispezione<br />

(componenti e giunti di saldatura).<br />

<strong>Il</strong> sistema BX dispone di una libreria<br />

standard dei package (aperta e implementabile)<br />

che semplifica sia la fase<br />

I seicento LED suddivisi in quattro colori sono il supporto<br />

indispensabile per una meticolosa visione di tutti i particolari<br />

che concorrono nel conferire la giusta qualità del pcb<br />

di training iniziale che ogni operazione<br />

di programmazione successiva. La tecnologia<br />

Fusion Lighting con cui è equipaggiato,<br />

consiste nel disporre di sistemi<br />

con illuminazioni dinamiche multicolore<br />

con differenti livelli di angolazione.<br />

Questo consente di aumentare il contrasto<br />

per una maggiore identificazione dei<br />

difetti. L’illuminazione è programmabile<br />

su 600 LED ad alta intensità, distribuiti<br />

su tre livelli di illuminazione in quattro<br />

colori: bianco, rosso, verde e blu.<br />

Lavorando con l’ampia combinazione<br />

offerta dalle varie telecamere e dall’insieme<br />

delle illuminazioni, il risultato non è<br />

influenzato né dal colore né dalla finitura<br />

del pcb, ma nemmeno dal tipo di crema<br />

saldante o dalla dimensione dei pad.<br />

L’insieme garantisce un’alta copertura<br />

delle difettosità.<br />

La configurazione benchtop del sistema<br />

BX consente di utilizzarlo con<br />

estrema efficacia sia per il controllo<br />

post serigrafico che pre e post-reflow.<br />

La capacità di ispezionare i componenti<br />

PTH (così come i loro giunti) lo vede<br />

ben collocato anche come sistema di<br />

ispezione a fine linea. Con la versione<br />

BX-UV inoltre è possibile eseguire un<br />

controllo automatico anche del processo<br />

di conformal coating.<br />

La programmazione off-line massimizza<br />

l’utilizzo del sistema mentre il<br />

controllo statistico di processo (SPC)<br />

in tempo reale costituisce una soluzione<br />

pratica all’incremento di produttività.<br />

Caratteristiche<br />

e capacità<br />

d’ispezione<br />

L’ispezione è condotta<br />

su schede con dimensione<br />

massima di 18” x 20”<br />

(457x508 mm) e una clearance<br />

di 50 mm per lato<br />

(top e bottom).<br />

La velocità di lavoro arriva<br />

a 25 cm 2 /secondo o<br />

circa 500.000 componenti<br />

all’ora. In funzione delle<br />

esigenze della produzione l’ispezione è<br />

condotta sia su schede serigrafate (pasta<br />

saldante) che su pcb assemblati, nel<br />

qual caso sono verificati:<br />

- difetti di saldatura come mancanza;<br />

- eccessiva o insufficiente quantità di<br />

lega;<br />

- pin sollevati, piegati o in corto tra<br />

loro;<br />

- presenza, assenza e posizionamento<br />

dei componenti;<br />

- tombstone e skew;<br />

- polarità e valori.<br />

Sui componenti PTH si rileva la<br />

presenza o meno del corpo del componente,<br />

l’eventuale polarità, il codice colore,<br />

la presenza del reoforo e la bontà<br />

del relativo giunto di saldatura.<br />

Volendo si può attivare la ricerca anche<br />

della presenza di solder ball, mentre<br />

il componente più piccolo ispezionabile<br />

è lo 0201 e con l’opzione di<br />

maggior ingrandimento si possono indagare<br />

anche gli 01005.<br />

Tra gli algoritmi, oltre a quelli che<br />

basano il riconoscimento sull’immagine<br />

o su precise regole di identificazione,<br />

si annovera quello per la lettura del<br />

barcode e quelli per l’OCV e l’OCR. A<br />

livello di software off-line l’operatore<br />

ha disponibili il pacchetto per il rework<br />

e quello per la creazione e la verifica del<br />

programma d’ispezione.<br />

Cabiotec<br />

www.cabiotec.it<br />

PCB giugno 2012<br />

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74 PCB giugno 2012<br />

▶ TEST & QUALITY - CONTROLLI INTEGRATI<br />

Ispezione a 360°<br />

Gli OEM e CEM che assemblano dispositivi<br />

di alto valore necessitano di soluzioni in<br />

grado di garantire una capacità di ispezione<br />

economicamente conveniente in produzioni in<br />

linea e ad alta velocità<br />

a cura di Richard Vereijssen, Yamaha Motor<br />

automatica viene<br />

largamente usata nelle<br />

L’ispezione<br />

attuali linee di assemblaggio<br />

per montaggio superfi ciale ad<br />

alta velocità quali quelle utilizzate<br />

in ambito automotive, aerospaziale<br />

e difesa, nel settore elettromedicale e<br />

nella produzione di dispositivi consumer.<br />

La tecnologia d’ispezione utilizzata<br />

è normalmente ottica. Quella<br />

a raggi X viene sempre più richiesta<br />

invece in quei settori industriali in<br />

cui sia richiesto un 100% d’ispezione<br />

degli assemblati.<br />

In ogni caso, in un rapporto del 2011<br />

della Reaserchandmarkets, viene ripor-<br />

tato che i manager che si occupano di<br />

produzione vengono spesso forzati a<br />

giustifi care il valore che il sistema AOI<br />

apporta alla linea di assemblaggio e che<br />

molti produttori sono incerti su dove<br />

piazzare le macchine d’ispezione per<br />

ottenere i risultati ottimali o come programmare<br />

e utilizzare al meglio gli strumenti<br />

a loro disposizione.<br />

Ancora, quando sono implementate<br />

in modo corretto, le AOI e la AXI non<br />

sono solo estremamente effi caci nell’evitare<br />

che giungano al cliente fi nale unità<br />

fallate o con caratteristiche inferiori rispetto<br />

agli standard richiesti, ma anche<br />

evidenziare in tempo reale le cause dei<br />

Macchine di ispezione AOI Yamaha, rispettivamente da sinistra i modelli YSi-12, YSi-S e YSi-X<br />

difetti incontrati. Ciò può aiutare i progettisti<br />

a massimizzare il prodotto di fi -<br />

ne linea e la produttività generale, minimizzando<br />

nel contempo i tempi morti,<br />

garantendo in tal modo un rapido ritorno<br />

del capitale iniziale investito.<br />

Integrare l’ispezione<br />

automatica<br />

Idealmente gli assemblati dovrebbero<br />

sottostare all’AOI dopo che il montaggio<br />

dei componenti sia stato eseguito<br />

e, di nuovo, dopo il processo di saldatura<br />

refl ow. Normalmente non c’è bisogno<br />

di eseguire l’SPI dopo la stampa<br />

della pasta saldante, visto che il processo<br />

è altamente automatizzato e può essere<br />

gestito senza problemi dalle moderne<br />

stampanti quali ad esempio la serie<br />

Yamaha YSP dotata del sistema Single<br />

Swing Squeegee (3S).<br />

Dato che il montaggio dei componenti<br />

può coinvolgere un signifi cativo<br />

intervento manuale, come ad esempio<br />

la giuntatura dei nastri e il setup dei<br />

nozzle e dei feeder, l’AOI viene compiuta<br />

in modo ideale dopo questa fase,


Grafico delle correzioni di costo<br />

proprio per localizzare difetti quali la<br />

mancanza di componenti o il loro disallineamento.<br />

Eseguire l’AOI dopo la fase<br />

di montaggio può isolare ogni variazione<br />

inaccettabile nei materiali, quali le<br />

dimensioni dei componenti o le loro effettive<br />

condizioni, che possano pregiudicare<br />

la percezione di qualità da parte<br />

del cliente finale.<br />

L’AOI in linea<br />

Le misure AOI raccolte immediatamente<br />

dopo il montaggio dei componenti<br />

forniscono una ricca fonte d’informazioni,<br />

non solo per segnalare l’esistenza<br />

di difetti, ma anche per l’individuazione<br />

delle cause di questi. Un operatore<br />

d’esperienza con l’abilità di identificare<br />

difetti ricorrenti nei rapporti<br />

può avere la capacità di tracciare la causa<br />

manualmente, per esempio imputandola<br />

a un nozzle di montaggio individuale<br />

o a un feeder.<br />

Una notifica assai più rapida però,<br />

che permette di rettificare l’origine del<br />

problema in tempo reale, è possibile se<br />

la macchia per l’AOI ha la capacità di<br />

comunicare direttamente con la pick<br />

& place. Questa è una cosa difficile da<br />

conseguire. Nonostante il fatto che vengano<br />

normalmente adottati standard<br />

largamente utilizzati a livello industriale<br />

quali lo SMEMA, lo scambio di informazioni<br />

dettagliate fra macchine su<br />

cui funzionino software sostanzialmente<br />

diversi fra loro rimane una vera e propria<br />

sfida. Entrambe le macchine possono<br />

non prevedere l’intero set di messaggi,<br />

cosa che può limitare l’interpretazione<br />

corretta da parte dell’unità di assemblaggio<br />

dei report d’errore forniti<br />

dalla macchina AOI.<br />

Tali problemi possono essere evitati<br />

se le stazioni AOI e le altre macchine<br />

in linea dispongano di una piattaforma<br />

software comune che permetta la comunicazione<br />

fra tutte le macchine agevolando<br />

i processi di individuazione e di<br />

rapporto.<br />

La soluzione Yamaha<br />

Solo pochi fornitori di apparecchiature<br />

dispongono nei loro cataloghi<br />

contemporaneamente di soluzioni<br />

di assemblaggio e di ispezione.<br />

Con una base installata di più di<br />

30.000 unità (fra macchine di piazzamento<br />

SMT e macchine AOI), il pacchetto<br />

Yamaha Intelligent Machines<br />

dispone di una soluzione ideale basata<br />

su un’architettura software unificata<br />

che permette a tutte le macchine in<br />

linea di essere collegate in modo rapido<br />

e semplice fra loro. Questo approccio<br />

supera lo sforzo d’integrazione<br />

necessario a connettere dispositivi<br />

di diversa provenienza e semplifica<br />

le sofisticate linee di comunicazione.<br />

Se un componente mancante, un<br />

errore di polarità o un guasto sia scoperto<br />

dal sistema d’ispezione post reflow<br />

su uno dei lati della scheda, il<br />

software Yamaha opzionale Quality<br />

Assurance (QA) invia un segnale<br />

Posizionamento delle teste laser in colore RGB-IR<br />

d’allarme dall’AOI verso la pick &<br />

place identificata, che si ferma prima<br />

che abbiano inizio le operazioni di<br />

posizionamento. <strong>Il</strong> rapporto d’ispezione<br />

può quindi essere analizzato per<br />

risolvere la causa del problema.<br />

La stazione AOI in linea YSi-12<br />

raggiunge le migliori prestazioni usando<br />

un sistema potenziato d’illuminazione<br />

e particolari tecniche di cattura<br />

delle immagini. Immagini catturate<br />

sotto illuminazione rossa, verde o<br />

blu emessa da LED posizionati a differenti<br />

angoli di puntamento aumentano<br />

le capacità di distinguere la forma<br />

e il vero colore di ogni obiettivo.<br />

Inoltre, l’immagine infrarossa aumenta<br />

le capacità d’ispezione nel dominio<br />

del visibile, potenziando in tal modo le<br />

capacità di localizzazione degli errori.<br />

Vengono quindi raccolte 10 immagini<br />

per ogni campo di visione, campi che<br />

sono illuminati mediante diverse lunghezze<br />

d’onda e diversi angoli d’incidenza.<br />

Con un numero così grande<br />

di immagini da analizzare, la macchina<br />

ha la possibilità di localizzare errori<br />

che difficilmente l’occhio umano riescirebbe<br />

a distinguere.<br />

Inoltre, la verifica coplanare verticale<br />

del laser risolve una delle<br />

classiche debolezze dei dispositivi<br />

AOI tradizionali, identificando<br />

condizioni quali le parti parzialmente<br />

sollevate dei componenti<br />

saldati. Ciò può aver luogo<br />

in presenza di package particolarmente<br />

leggeri o minuti quali i<br />

QFN o i SON, che possono perdere<br />

contatto con la scheda in caso di<br />

reflow. Una localizzazione tempestiva<br />

PCB giugno 2012<br />

75


76 PCB giugno 2012<br />

Ispezione laser di un componente<br />

permette un intervento che scongiuri<br />

la presenza di circuiti aperti,<br />

situazione questa che potrebbe altrimenti<br />

richiedere un’operazione di<br />

risaldatura dopo il test in-circuit.<br />

La YSi-12 mette a disposizione<br />

inoltre un grande profondità di campo<br />

capace di catturare segni sui componenti<br />

di maggiori dimensioni e migliorare<br />

il controllo dell’allineamento<br />

verticale che elimina gli effetti delle<br />

variazioni nelle dimensioni della piazzola<br />

o nella sua forma.<br />

Queste caratteristiche prese insieme<br />

semplificano la programmazione<br />

e permettono di creare con maggiore<br />

semplicità librerie di componenti.<br />

La nuova Yanaha YSi-S è un sistema<br />

AOI offline con la stessa identica<br />

funzionalità e hardware della Inline<br />

YSi-12.<br />

Testa in funzione in una YSi-S<br />

Questa macchina consente agli ingegneri<br />

di eseguire il setup di programmi<br />

indipendenti e trasferirli direttamente<br />

al dispositivo in linea, con<br />

un conseguente aumento della produttività<br />

complessiva. La macchina offline<br />

può inoltre essere usata per l’identificazione<br />

dei problemi e come sistema<br />

di ispezione di piccoli lotti.<br />

L’AOXI ibrida oggi<br />

L’AOI da sola non ha la capacità di<br />

soddisfare tutte le richieste avanzate<br />

dai più esigenti OEM di oggi.<br />

Dov’è richiesta un’ispezione del<br />

100%, gli OEM e i CEM devono<br />

normalmente compiere un’ispezione<br />

a raggi X (AXI) dopo la fase di<br />

reflow o dopo l’inserzione dei componenti<br />

in caso di tecnica through-<br />

hole. Tutto ciò è richiesto principalmente<br />

per garantire la sicurezza che<br />

siano stati verificati i giunti di saldatura<br />

dei componenti al di sotto delle<br />

BGA e dei CSP.<br />

Le macchine tradizionali AXI possono<br />

essere molto care da acquistare,<br />

complesse da utilizzare e possono<br />

essere spesso difficili da integrare in<br />

linea. Per proteggere gli operatori<br />

sono necessari scudi protettivi di<br />

grandi dimensioni. Diversi studi hanno<br />

dimostrato inoltre che l’esposizione<br />

prolungata dei componenti ai raggi<br />

X può determinare una perdita di<br />

corrente nei componenti a semiconduttori.<br />

Nessuno degli attuali produttori<br />

di semiconduttori può garantire<br />

oggi capacità di resistenza ai raggi X<br />

da parte dei componenti ordinari.<br />

La macchina ibrida Yamaha AOXI<br />

YSi-X usa invece una laminografia<br />

3D per acquisire un’immagine completa<br />

d’ispezione dopo aver mantenuto<br />

i componenti esposti a una<br />

dose minima di radiazione minimizzando<br />

in tal modo ogni effetto di<br />

danneggiamento. La massima potenza<br />

consumata da questo tipo di macchina<br />

è comunque sempre minima<br />

rispetto alla media, qualità questa che<br />

permette di ridurre i costi operativi e<br />

complessivamente le dimensioni del<br />

modulo AXI.<br />

La piattaforma ibrida sfrutta tale<br />

tecnologia per combinare l’AXI con le<br />

migliori prestazioni attualmente presenti<br />

sul mercato in fatto di AOI, il<br />

tutto in un unico chassis e senza per<br />

questo incorrere in un problema di<br />

aumento degli ingombri della macchina.<br />

In più, l’AOXI acquisisce simultaneamente<br />

le immagini a raggi X<br />

e quelle ottiche, processo questo che<br />

riduce sensibilmente il tempo ciclo.<br />

Quindi sia le capacità d’ispezione a<br />

raggi X sia quella ottica possono essere<br />

consolidate in un’area ridotta della<br />

linea, immediatamente dopo il reflow<br />

o dopo la pick & place. La flessibilità<br />

in più garantita da tale sistema aiuta<br />

a risolvere le sfide che il produttore si<br />

trova oggi ad affrontare nel tentativo<br />

di soddisfare le richieste di un’industria<br />

che guarda sempre più alla qualità,<br />

garantendo un’ispezione sul 100%<br />

del materiale prodotto.<br />

Yamaha<br />

www.yamaha-motor-IM.eu


Visita il sito www.elettronicanews.it<br />

e sfoglia on-line la precedente edizione<br />

<strong>Il</strong> 2012 sarà l’anno della seconda edizione della<br />

Guida all’acquisto<br />

Ci sarai anche tu?<br />

Guida<br />

all’acquisto<br />

Attrezzature e materiali<br />

per l’elettronica<br />

Electronics Equipment and Materials<br />

Circuiti stampati<br />

PCB<br />

Strumenti e macchine<br />

ricondizionate<br />

Refurbished tool and machines<br />

<strong>Il</strong> progetto di “Guida<br />

all’acquisto”, organizzato dalla<br />

redazione di PCB Magazine,<br />

si basa sulla richiesta sempre<br />

più frequente da parte<br />

del mercato dell’elettronica<br />

di raccogliere in un<br />

unico manuale l’elenco<br />

delle categorie e dei<br />

settori merceologici che<br />

caratterizzano il mercato<br />

della produzione<br />

e della distribuzione<br />

elettronica in Italia.<br />

Visita il sito www.elettronicanews.it<br />

o mettiti in contatto all’indirizzo redazione.pcb@ilsole<strong>24</strong>ore.com


78 PCB giugno 2012<br />

▶ AZIENDE E PRODOTTI - SISTEMA INNOVATIVO<br />

Una soluzione completa<br />

per il rework<br />

La nuova stazione di rework della Martin, Expert 10.6, è un sistema<br />

completamente automatico e computerizzato, dotato di una tecnologia<br />

di pre-riscaldamento di tipo ibrido (a raggi infrarossi e aria calda) che alle<br />

maggiori prestazioni combina un design moderno e innovativo<br />

di Luca Camertoni, P.C.B. Technologies<br />

Da quasi un anno il team R&D<br />

di Martin sta lavorando sulla<br />

stazione di rework Expert<br />

10.6 e, come sempre, l’obiettivo primario<br />

è di soddisfare la crescente<br />

domanda tecnologica nelle applicazioni<br />

di rework di ogni settore.<br />

Gli utilizzatori non solo trarranno<br />

notevoli vantaggi dalla combinazione<br />

di due fattori, cioè dalla maggiore<br />

potenza e da una più larga area di<br />

lavoro, ma anche dall’abbinamento<br />

di raggi infrarossi e aria calda. Questo<br />

moderno metodo di preriscaldo<br />

consente infatti una distribuzione<br />

più omogenea della temperatura sulla<br />

scheda.<br />

L’utente potrà così contare su un<br />

preciso ed efficace flusso di calore per<br />

la rilavorazione di qualsiasi tipo di<br />

scheda. Con questa tecnica viene ridotta<br />

al minimo qualsiasi disomogeneità<br />

di temperatura sul pcb, soluzione<br />

questa molto curata nei detta-<br />

gli che darà come risultato finale un<br />

incremento della produttività e della<br />

qualità insieme a una notevole facilità<br />

d’uso.<br />

Una stazione per il rework<br />

di qualsiasi SMD<br />

La tradizione è stata rispettata, seguendo<br />

la politica di Martin di fornire<br />

soluzioni a ogni problema di rework.<br />

Ai tool di saldatura e al reballing e pre-


Omogenea distribuzione di saldatura sui chip<br />

con i nuovi tool Martin<br />

bumping per tutti i componenti SMD<br />

standard Martin affianca la fornitura<br />

di soluzioni anche per quei componenti<br />

custom e comunque non standard la<br />

cui rilavorazione risulterebbe pressoché<br />

impossibile con altre apparecchiature.<br />

I vari tool sono anche realizzati<br />

su specifica del cliente senza variazioni<br />

rispetto ai prezzi di base. A titolo di<br />

esempio citiamo gli ugelli di saldatura<br />

per connettori, led, socket, component<br />

POP (Package on Package), strumenti<br />

che garantiscono una perfetta distribuzione<br />

di temperatura sul chip.<br />

Reballing di BGA e CSP<br />

Anche per il reballing Martin dispone<br />

di maschere per qualsiasi<br />

pitch, sia universali (full grid) che per<br />

layout particolari. Particolare interesse<br />

hanno generato nel mercato maschere<br />

dedicate specificamente al reballing<br />

di CPU e GPU di Play Station 3.<br />

Se le esigenze di rilavorazione o produzione<br />

richiedono elevate operazioni<br />

di reballing, è disponibile l’opzione<br />

“Multireballing”.<br />

Prebumping di QFN<br />

Martin fornisce tool speciali per il<br />

prebumping di QFN. Sono disponibili<br />

maschere standard, ma ovviamente<br />

possono essere prodotte maschere<br />

su specifica del cliente.<br />

Totale controllo<br />

della temperatura<br />

Grazie alla capacità di generare<br />

e utilizzare profili termici di elevata<br />

qualità sia di tipo “classico” (a nove<br />

zone) che di tipo “rapido”, oltre<br />

all’utilizzo di sensori estremamente<br />

precisi, i sistemi Martin Export 10.6<br />

consentono una gestione costante dei<br />

cicli termici nelle varie fasi di lavorazione.<br />

I livelli delle temperature e le durate<br />

dei processi sono intrinsecamente<br />

controllati al fine di prevenire danneggiamenti<br />

dei componenti e delle<br />

schede.<br />

Si possono gestire componenti FlipChip a MaxiBGA, CSP, SO, QFN, Sockets, Plugs,<br />

Shields, da 01005 a 48 x 48mm<br />

<strong>Il</strong> software Martin è in grado di fornire tutti i dati<br />

e le caratteristiche del processo<br />

Oltre alle operazioni di saldatura,<br />

dissaldatura, generazione automatica<br />

dei profili, piazzamento e prelevamento<br />

automatico dei chip (tramite<br />

AVP – Automatic Vision Placer e software<br />

grafico a colori), le stazioni Export<br />

10.6 consentono la rimozione dello stagno<br />

residuo dalla scheda e dal componente,<br />

l’erogazione della pasta saldante,<br />

così come la generazione di report di<br />

riparazione. Estremamente importante<br />

è poi la funzione di auto-calibrazione.<br />

Ricordiamo che Expert 10.6 è disponibile<br />

in varie versioni: menzioniamo in<br />

particolare il modello Expert 10.6 IV per<br />

cellulari e smartphone, il modello Expert<br />

10.6 HV per schede madri e console e il<br />

modello Expert 10.6 HXXV per schede<br />

di dimensioni molto grandi.<br />

Tipi di profili termici usati<br />

nelle stazioni Martin<br />

Rapid Profile: utilizza il massimo<br />

gradiente di temperatura consentito:<br />

3,5–4 °C/sec).<br />

Classic Profile: profilo classico a nove<br />

zone, di cui quattro di preriscaldo, tre<br />

di saldatura e due di raffreddamento.<br />

Diagram Profile: generato graficamente<br />

dall’operatore, consente di<br />

ricavare il profilo termico dai dati<br />

SMD del costruttore.<br />

PCB Technologies<br />

www.pcbtech.it/Martin.htm<br />

PCB giugno 2012<br />

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80 PCB giugno 2012<br />

▶ AZIENDE E PRODOTTI – PICK&PLACE<br />

Montaggio SMT e PTH<br />

tutto in uno<br />

Juki ha lanciato la nuova JM-10, la prima<br />

pick & place multi-tasking per il posizionamento<br />

o l’inserimento di componenti sia SMT che PTH<br />

a cura di Massimiliano Luce<br />

JM-10 è in grado di posizionare<br />

componenti lead radiali, chip,<br />

SOP, BGA, QFP, Connettori,<br />

induttori, capacitor. Grazie alla tecnologia<br />

di centratura laser (LNC60),<br />

i componenti sono ruotati di 360° nel<br />

raggio del laser e l’intera dimensione<br />

del componente è misurata accuratamente<br />

mediante un sensore CCD ad<br />

alta risoluzione. La posizione esatta e<br />

l’angolazione del componente sono<br />

rilevati in una frazione di secondo<br />

senza spostamenti laterali verso la<br />

telecamera. <strong>Il</strong> riconoscimento laser è<br />

possibile per componenti che vanno<br />

dagli 0201 fi no ai 33,5 x 33,5 mm,<br />

con un’altezza massima di 28 mm<br />

(25 mm + 3 mm di lunghezza dei<br />

terminali). Un inserimento dati<br />

semplice e un centraggio laser<br />

accurato dei componenti sono<br />

possibili con la funzione di<br />

allineamento laser. Grazie<br />

al riconoscimento laser, è<br />

possibile riconoscere i terminali<br />

dei componenti per realizzare<br />

un inserimento preciso dei pin.<br />

Per quanto riguarda la funzione<br />

di inserimento componenti,<br />

JM-10 può gestire schede di dimensioni<br />

minime di 50 x 50 mm e<br />

massime di 410 x 250 mm. La velocità<br />

di posizionamento con nozzle di pick<br />

up è di 0,8 secondi/componente, mentre<br />

con gripper nozzle è di 1,3 secondi/componente.<br />

La funzione di montaggio<br />

superfi ciale supporta schede di<br />

dimensioni pari a quelle della funzione<br />

di inserimento, con un’altezza massima<br />

componenti di 25mm.<br />

La dimensione dei componenti con<br />

sistema di riconoscimento laser va dagli<br />

0201 ai 33,5 x 33,5 mm,<br />

con sistema di riconoscimento<br />

mediante telecamera<br />

da 54 mm va dai<br />

3 mm ai 33,5 x 33,5 mm, mentre con<br />

telecamera da 27 mm i componenti<br />

riconoscibili vanno dagli 1 x 0,5 mm<br />

ai <strong>24</strong> mm. La velocità di posizionamento<br />

per i chip è di 17.500 cph ottimale<br />

e di 12.500 cph con standard<br />

IPC9850, mentre per gli IC è di 4.100<br />

cph. L’accuratezza di posizionamento è<br />

di +/- 0,05 mm (+/- 3 sigma) con riconoscimento<br />

laser e di +/- 0,04mm con<br />

visione (opzionale).<br />

I feeder a tazza vibrata (Bowl<br />

Feeders; MBF) di Juki sono disponibili<br />

per i componenti sfusi. Ogni feeder<br />

può alloggiare fi no a 6 diversi<br />

componenti. Due feeder possono<br />

essere montati su ciascuna macchina<br />

per una massimo di 12 diversi componenti<br />

sfusi. Per i componenti nastrati<br />

sono disponibili i feeder radiali<br />

(MRF), che tagliano i terminali dei<br />

componenti e li presentano in posizione<br />

di presa.<br />

Fino a 10 feeder possono<br />

essere montati sia sul fronte<br />

che sul retro della JM-10,<br />

per un totale di 20. La testa di<br />

posizionamento standard ha<br />

6 nozzle e un sistema di centratura<br />

laser. È inclusa, inoltre,<br />

una serie di nozzle comuni,<br />

mentre un’ampia gamma<br />

di nozzle specifi ci per componenti<br />

particolari è disponibile<br />

su richiesta.<br />

Juki<br />

www.jas-smt.com<br />

Prodelec<br />

www.prodelecgroup.com


Fabbricanti<br />

di circuiti stampati<br />

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PCB giugno 2012<br />

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Produttori di circuiti stampati<br />

pubblicati in base al logo di fabbricazione<br />

Nel corso di tutto il 2012 questa sezione dedicata ai fabbricanti di circuiti stampati verrà aggiornata mensilmente.<br />

Se siete interessati a comparire su queste pagine per ulteriori informazioni contattare il numero 02 30.22.60.60<br />

Informativa ex D. Lgs 196/3 (tutela della privacy).<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente<br />

conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali<br />

relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. <strong>24</strong>, comma 1, lett. d del<br />

D.Lgs n. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio.<br />

Potrà esercitare i diritti dell’art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi al<br />

Responsabile del trattamento, che è il Direttore Generale dell’Area Professionale, presso <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A.,<br />

l’Ufficio Diffusione c/o la sede di via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (Milano).<br />

Cognome___________________________________________________________________________________<br />

Nome ______________________________________________________________________________________<br />

Professione _________________________________________________________________________________<br />

Società _____________________________________________________________________________________<br />

Via _________________________________________________________________ n. _____________________<br />

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Tel. ______________________________________ Cell. _____________________________________________<br />

e-mail _____________________________________________________________________________________<br />

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L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio Privacy, Via<br />

Monte Rosa 91, 20149 Milano.<br />

I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione<br />

e potranno essere comunicati alle società di Gruppo <strong>24</strong> ORE per il perseguimento delle medesime finalità<br />

della raccolta, a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale.<br />

Ritagliare e spedire per posta in busta chiusa all’indirizzo: <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A. - Sede operativa ufficio traffico PCB Magazine<br />

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<strong>Il</strong> sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali in base all’Art. <strong>24</strong>, comma 1, lettera “d” del D.Lgs n. 196/03,<br />

per fi nalità di informazione e promozione commerciale nel rispetto delle disposizioni della vigente normativa.<br />

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Sono interessato a conoscere i costi<br />

della seguente offerta:<br />

1 spazio (3 x 17,5 cm) per 11 uscite<br />

<strong>Il</strong> Nostro logo in b/n visibile nella tabella<br />

descrittiva oltre a un breve testo di<br />

180 caratteri (spazi inclusi) nella colonna<br />

“tipologia di prodotto”.<br />

1 spazio (6 x 17,5 cm) per 11 uscite<br />

<strong>Il</strong> Nostro logo a colori in evidenza nel box<br />

oltre a un testo di 420/450 caratteri<br />

(spazi inclusi) con più eventuali altri loghi (es.<br />

omologazione, CSQ, UNI, ecc.).<br />

1 spazio (6 x 17,5 cm) per 11 uscite in<br />

contemporarea sia sulla rivista sia su web<br />

<strong>Il</strong> Nostro logo a colori in evidenza nel box<br />

(offerta B) così come appare sulla rivista, per<br />

avere una maggiore visibilità, così apparirà<br />

anche su web con rimando al Nostro sito<br />

internet.<br />

Firma __________________________________________________________________________________data ______________________________________<br />

82 PCB giugno 2012<br />

A<br />

B<br />

C


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