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PCB Magazine n.6 - GIUGNO 2012<br />
SPECIALE: ESD<br />
IL SOLE <strong>24</strong> ORE S.p.A. - Sede operativa - Via Carlo Pisacane 1, ang. SS Sempione - 20016 PERO (Milano) - Rivista mensile, una copia € 5,00<br />
LA PRIMA RIVISTA ITALIANA SUI CIRCUITI STAMPATI<br />
LEGGI PCB SFOGLIABILE<br />
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n.6<br />
GIUGNO 2012
Nordson Asymtek SL940E<br />
Sistema di conformal coating<br />
Ersa Versaflow 3/45<br />
Saldatrice selettiva<br />
Panasonic NPM<br />
Pick & Place modulari<br />
Nikon XTV160<br />
Ispezione a raggi-x<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
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<br />
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<br />
<br />
<br />
CyberOptics QX500<br />
Ispezione ottica<br />
automatica<br />
Ersa Versaprint S1<br />
Serigrafica con<br />
ispezione al 100%<br />
Ersa IR/PL650<br />
Sistema di rework<br />
per IC, BGA, QFN<br />
CyberOptics QX100<br />
Ispezione ottica<br />
da banco
Disaffezione per la politica, malcontento generale,<br />
sacrifici su tutta la linea, austerità e crescita limitata.<br />
Sono argomenti che colpiscono quotidianamente il<br />
nostro Paese, argomenti che stanno diventando una<br />
norma, un’abitudine. Un po’ come durante gli anni<br />
del terrorismo, quando non si badava più (o quasi)<br />
a quello che succedeva ogni giorno, aspettando il<br />
domani quasi con rassegnazione.<br />
Tutti stanno facendo i conti con il momento difficile:<br />
l’Europa che non riesce a liberarsi dalle sabbie mobili<br />
di una crisi recessiva grave e preoccupante, gli Stati<br />
Uniti con una crescita che stenta, la stessa Cina, che<br />
ha rivisto il suo target di crescita del PiL al 7,5%,<br />
ben lontano ormai dai mitici valori superiori all’8%<br />
degli ultimi anni.<br />
Lo scenario dell’economia globale contribuisce a<br />
limitare gli entusiasmi anche dei più ottimisti. E se<br />
guardiamo la situazione dalla piccola prospettiva<br />
del campo di cui siamo la voce, quello dell’elettronica<br />
industriale, dei circuiti stampati, delle macchine<br />
d’assemblaggio, la situazione appare anche più<br />
complessa, perché più difficilmente interpretabile.<br />
Fra le aziende che non riescono a decollare per<br />
la stretta creditizia, a quelle che si trovano a<br />
navigare a vista fra stipendi da pagare, contratti<br />
che evaporano e pressione fiscale senza paragoni,<br />
alle (poche) aziende più fortunate che - basando le<br />
proprie strategie sull’export - conoscono invece un<br />
momento di tenuta, è complicato, se non impossibile,<br />
delineare per l’Italia dell’elettronica un quadro<br />
chiaro della situazione.<br />
Una cosa è comunque certa: anche nel settore<br />
dell’elettronica è difficile fare impresa in Italia.<br />
Come per tutti gli altri comparti, anche nel<br />
▶ EDITORIALE<br />
Prospettive di rilancio<br />
nostro campo la necessità di investire nella<br />
modernizzazione e nella globalizzazione delle<br />
aziende è l’unico modo per affrontare un momento<br />
che sembra senza uscita. E non lo dico io, ma lo stesso<br />
Giorgio Squinzi, neo presidente di Confindustria che<br />
- parlando in generale delle aziende italiane - pone<br />
la modernizzazione e la globalizzazione al primo<br />
posto fra gli imperativi da seguire, unitamente a<br />
un più concreto intervento da parte del governo per<br />
agevolare e semplificare i rapporti fra aziende e Pa.<br />
L’occasione nasce dal primo passo concreto del<br />
governo verso la crescita, quei 30 miliardi previsti<br />
come prima tranche per ovviare ai crediti delle<br />
imprese verso la pubblica amministrazione;<br />
una cifra criticata dal numero uno di viale<br />
dell’Astronomia per la sua effettiva esiguità. Non si<br />
può dire che Squinzi non abbia ragione, ma intanto<br />
il primo passo è stato fatto e questo è importante.<br />
Ora però ne aspettiamo un altro: la soluzione di<br />
quell’annoso e spinosissimo problema dei ritardi dei<br />
pagamenti da parte della Pa che ci vede fanalino<br />
di coda in Europa. Le cifre parlano chiaro: contro i<br />
180 giorni che di media sono necessari a un’azienda<br />
italiana per farsi pagare dallo Stato e in Germania<br />
ce ne vogliono solo 35.<br />
È un semplice dato numerico, certo, ma che la dice<br />
lunga sulle differenze che ci sono fra Paesi che<br />
veramente funzionano e altri che faticano a trovare<br />
la strada giusta per un rilancio che senz’altro si<br />
merita.<br />
PCB giugno 2012<br />
5
6 PCB giugno 2012<br />
▶ SOMMARIO - GIUGNO 2012<br />
IN COPERTINA<br />
Fondata nel 1969 a Concorezzo<br />
(MB), OMR Italia S.p.A. è oggi<br />
tra i maggiori produttori europei di<br />
circuiti stampati.<br />
Elevata capacità produttiva, processi<br />
altamente qualificati, un sistema<br />
qualità certificato ISO TS 16949<br />
abbinati a un’elevata flessibilità fanno<br />
di OMR un’azienda in grado di<br />
soddisfare ogni esigenza del mercato.<br />
OMR si pone quindi come supply<br />
partner europeo estremamente<br />
affidabile e flessibile, permettendo ai<br />
propri clienti di ridurre il total cost<br />
of ownership e di velocizzare il time<br />
to market.<br />
OMR Italia S.p.A.<br />
Via Brodolini 22/26 I<br />
20049 Concorezzo (MB)<br />
Tel. +39 039 61.13.1<br />
Fax +39 039 61.13.280<br />
sales@omritalia.it<br />
www.omritalia.it<br />
agenda<br />
Eventi/Piano Editoriale _______________10<br />
a cura della Redazione<br />
ultimissime<br />
C.S. e dintorni _______________________12<br />
a cura di Massimiliano Luce<br />
Attualità<br />
L’industria elettrica è la prima del mondo __20<br />
di Bruno Piovesan<br />
Speciale<br />
ESD<br />
Quota 14 per il Convegno Nazionale ESD __<strong>24</strong><br />
di Dario Gozzi<br />
Stato ed evoluzione della normativa ESD _28<br />
di Luca Gnisci, Giuseppe Angelo Reina e Giuseppe<br />
Vittori<br />
Come progettare un’area EPA __________32<br />
di Roberto Teppa e Cristiano Merlo<br />
Pavimentazione anti ESD negli ambienti<br />
controllati __________________________36<br />
di Alessandro Bonafede<br />
progettazione<br />
Quando l’E-Cad incontra l’M-Cad ______38<br />
di Frank Krämer<br />
Comprendere gli effetti delle via _________42<br />
di Zhen Mu
produzione<br />
L’azoto in rifusione ___________________48<br />
di Piero Bianchi<br />
La potenza di 120 Watt per dissaldare ____52<br />
di Edoardo Banfi e Luca Conte<br />
Uno spray flux per ogni esigenza ________56<br />
di Dario Gozzi<br />
Riconoscere i difetti di saldatura _________60<br />
di Serena Bassi<br />
test & quality<br />
La compatibilità elettromagnetica _______68<br />
di Piero Bianchi<br />
AOI benchtop a 5 telecamere ___________72<br />
di Dario Gozzi<br />
Ispezione a 360° _____________________74<br />
a cura di Richard Vereijssen<br />
aziende e prodotti<br />
Una soluzione completa per il rework _____78<br />
di Luca Camertoni<br />
Montaggio SMT e PTH tutto in uno ____80<br />
a cura di Massimiliano Luce<br />
fabbricanti<br />
Produttori di circuiti stampati in base<br />
al logo di fabbricazione ________________81<br />
a cura della Redazione<br />
PCB giugno 2012<br />
7<br />
Anno 26 - Numero 6 - Giugno 2012<br />
www.elettronicanews.it<br />
DIRETTORE RESPONSABILE: Pierantonio Palerma<br />
REDAZIONE: Riccardo Busetto (Responsabile di Redazione)<br />
CONSULENTE TECNICO: Dario Gozzi<br />
COLLABORATORI:Edoardo Banfi, Serena Bassi, Piero Bianchi, Alessandro<br />
Bonafede, Luca Camertoni, Luca Conte, Luca Gnisci, Frank Krämer,<br />
Massimiliano Luce, Cristiano Merlo, Zhen Mu, Piero Oltolina, Bruno Piovesan,<br />
Giuseppe Angelo Reina, Roberto Teppa, Richard Vereijssen, Giuseppe Vittori<br />
PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: Elena Fusari<br />
DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi<br />
PROPRIETARIO ED EDITORE: <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A.<br />
SEDE LEGALE: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano<br />
PRESIDENTE: Giancarlo Cerutti<br />
AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu<br />
SEDE OPERATIVA: Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (Milano) - Tel. 02 3022.1<br />
UFFICIO TRAFFICO: Tel. 02 3022.6060<br />
STAMPA: Faenza Industrie Grafiche S.r.l. - Faenza (RA)<br />
Prezzo di una copia 5 euro (arretrati 7 euro).<br />
Registrazione Tribunale di Milano n. 148 del 19/3/1994<br />
ROC n. 6553 del 10 dicembre 2001<br />
Associato a:<br />
Informativa ex D. Lgs 196/3 (tutela della privacy).<br />
<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali,<br />
liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti<br />
dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica<br />
l’art. <strong>24</strong>, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio.<br />
Potrà esercitare i diritti dell’art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi<br />
al Responsabile del trattamento, che è il Direttore Generale dell’Area Professionale, presso<br />
<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., l’Ufficio Diffusione c/o la sede di via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (Milano).<br />
Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna<br />
parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo<br />
o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore.<br />
L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio<br />
Privacy, Via Monte Rosa 91, 20149 Milano. I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti<br />
agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati alle società<br />
di Gruppo <strong>24</strong> ORE per il perseguimento delle medesime finalità della raccolta, a società esterne<br />
per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale.<br />
Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati<br />
personali nell’esercizio della attività giornalistica”.<br />
La società <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., editore della rivista PCB Magazine rende noto al pubblico che esistono<br />
banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali. <strong>Il</strong> luogo dove è possibile<br />
esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali,<br />
presso il coordinamento delle segreterie redazionali (fax 02 3022.60951).
8 PCB giugno 2012<br />
▶ SI PARLA DI - LE AZIENDE CITATE<br />
Azienda pag. Azienda pag. Inserzionisti pag.<br />
A Altium Europe _____38, 40-41<br />
Apex Tool ___________ 52, 54<br />
B Bosch __________________ 37<br />
C Cabiotec _______________ 73<br />
CEI ______________<strong>24</strong>, 26, 28<br />
Custer Consulting Group __ 12<br />
D Destatis _____________ 21-23<br />
Deutsche Bundesbank ____ 23<br />
Dima SMT Systems ______ 63<br />
E Eipc ___________________ 12<br />
EL.BO. Service _______ 26, 28<br />
EPM __________________ 12<br />
Essegi System Service _____ 16<br />
G G-Tech ________________ 36<br />
I IEC ___________________ 25<br />
IHS Global Insight _______ 21<br />
J Juki ___________________ 80<br />
L Lifetek _________________ 12<br />
M Magna Electronics __26, 32, 34<br />
Mapei _________________ 26<br />
Martin ______________ 78-79<br />
Mentor Graphics ___19, 42, 46<br />
MGR Electro ___________ 58<br />
Mirtec _________________ 19<br />
N Nora System _________ 36-37<br />
Nordson _______________ 72<br />
P PCB Network ___________ 12<br />
PCB Technologies ____ 78-79<br />
Philips _________________ <strong>24</strong><br />
Prodelec ________16, 60, 66, 80<br />
Professional Circuit Design _ 19<br />
S SMT HYBRID/<br />
PACKAGING __________ 14<br />
T Team Nazionale ESD _____ <strong>24</strong><br />
V Valor __________________ 19<br />
VDA _______________ 21-22<br />
VDMA _____________ 21-22<br />
W Weller _________________ 53<br />
Y Yamaha Motor _____14, 74, 76<br />
Z Zvei ______________18, 20-23<br />
A<br />
AGM PCB ........................................... 81<br />
APEX TOOL ....................................... 51<br />
AREL .................................................. 81<br />
ASM ASSEMBLY ................................ 17<br />
C<br />
CABIOTEC ............................................ 4<br />
CORONA ........................................... 81<br />
E<br />
E.O.I. TECNE ...................................... 65<br />
F<br />
F.P.E. .................................................. 47<br />
I<br />
I-TRONIK ............................................. 9<br />
INVENTEC PERFORMANCE<br />
CHEMICALS ITALIA ...................... II cop<br />
ISCRA DIELECTRICS ....................IV cop.<br />
L<br />
LIFETEK .............................................. 15<br />
O<br />
OMR ITALIA ................................. I cop.<br />
OSAI A.S. ........................................... 35<br />
P<br />
PACKTRONIC ....................................... 3<br />
PHOENIX CONTACT ......................... 59<br />
PRODELEC ....................................11-13<br />
R<br />
RS COMPONENTS ...................... III cop.<br />
S<br />
SEICA ................................................ 45<br />
SPEA .................................................. 55<br />
T<br />
TECHNOLASA .................................... 49<br />
TECNOMETAL .............................41-82
10 PCB giugno 2012<br />
▶ AGENDA - FIERE E CONVEGNI<br />
Data e luogo Evento Segreteria<br />
3-7 giugno<br />
San Francisco, CA<br />
USA<br />
12-14 giugno<br />
Irvine, CA<br />
USA<br />
10-15 giugno<br />
Ottawa<br />
Canada<br />
12-14 giugno<br />
Penang<br />
Malesia<br />
25-27 giugno<br />
Losanna<br />
Svizzera<br />
Gennaio<br />
Test elettrico<br />
Febbraio<br />
<strong>Il</strong> rework e la saldatura manuale<br />
Marzo<br />
I sistemi di lavaggio<br />
Aprile<br />
Marcatura e tracciabilità<br />
Maggio<br />
Forni e profili termici<br />
Giugno<br />
ESD<br />
Luglio - Agosto<br />
Materiali di consumo e attrezzature<br />
Settembre<br />
Pick & Place<br />
Ottobre<br />
I sistemi di serigrafia<br />
Novembre<br />
Produzione circuiti stampati<br />
Dicembre<br />
Software di progettazione<br />
DAC 2012 Cayenne Communications<br />
Publicity Chair, 49th DAC<br />
Tel. +1 252 94.00.981<br />
IPC International Conference<br />
on Flexible Circuits<br />
IEEE ICC 2012 445 Hoes Lane<br />
Piscataway, NJ<br />
08855 - USA<br />
Tel. +1-732-465-7810<br />
icc12reg@ieee.org<br />
IPC - Association Connecting Electronics Industries<br />
3000 Lakeside Drive, 309 S,<br />
Bannockburn, IL<br />
60015 – USA<br />
Tel. +1 847 61.57.10.0<br />
Fax +1 847 61.57.10.5<br />
NEPCON Malaysia Reed Exhibitions Sdn Bhd<br />
Tel. +65 6780 4613<br />
Fax +65 6588 3779<br />
nepcon@reedexpo.com.my<br />
www.nepcon.com.my<br />
D43D: 4th Design for 3D<br />
Silicon Integration Workshop<br />
EPFL<br />
INF 330, Station 14,<br />
1015 Losanna<br />
Svizzera<br />
www.nano-tera.ch<br />
Piano editoriale 2012 Editorial calendar 2012<br />
January<br />
Test equipment<br />
February<br />
Rework and hand soldering<br />
March<br />
Cleaning systems<br />
April<br />
Labels and traceability<br />
May<br />
Reflow and wave soldering<br />
June<br />
ESD<br />
July - August<br />
Consumables<br />
September<br />
Pick & Place<br />
October<br />
Screen printing systems<br />
November<br />
PCB manufacturing<br />
Dicember<br />
Design software for pcb
12 PCB giugno 2012<br />
▶ ULTIMISSIME - C.S. E DINTORNI a cura di Massimiliano Luce<br />
Lifetek distribuisce le saldatrici<br />
ad onda di EPM CH<br />
Lifetek acquisce la<br />
distribuzione di<br />
EPM CH, azienda<br />
storica produttrice di<br />
saldatrici ad onda. La<br />
società svizzera con sede<br />
alle porte di Zurigo è<br />
attualmente guidata dal<br />
nuovo Ceo, Rebekka<br />
Lienhard, classe 1980.<br />
Entrata in azienda<br />
nel 2008 occupandosi<br />
di vendite, insieme al<br />
suo partner Matthias<br />
Koeppel, Lienhard ha<br />
acquistato il 100% della<br />
quota azionaria di Roland<br />
M. Hatebur. Matthias<br />
Koeppel è un impiegato<br />
di lunga data presso<br />
Appuntamento a Milano<br />
con l’EIPC Summer Conference<br />
È l’innovazione<br />
tecnologica la leva per<br />
lo sviluppo dell’Europa.<br />
Ne è fermamente convinta<br />
EIPC, European Institute<br />
of Printed Circuits. Per<br />
condividere al riguardo<br />
conoscenze e informazioni<br />
sull’industria europea<br />
dell’interconnessione e del<br />
packaging, EIPC invita le<br />
EPM CH, nel suo nuovo<br />
incarico si occuperà delle<br />
aree aziendali relative a<br />
servizi, sviluppo e progetti.<br />
L’obiettivo e le linee guida<br />
di Rebekka Lienhard e<br />
Matthias Koeppel sono<br />
di ottimizzare il contatto<br />
società e i professionisti<br />
del settore a partecipare<br />
a Milano alla Summer<br />
Conference del 13 e 14<br />
settembre presso l’Hotel<br />
Ramada Plaza. All’evento<br />
parteciperanno delegati e<br />
ospiti provenienti da tutta<br />
Europa. Tra i temi aff rontati,<br />
spiccano la keynote di<br />
Hans Friedrichkeit di Pcb<br />
con il cliente e garantirne<br />
la soddisfazione. Grazie<br />
a una forza lavoro<br />
collaudata e di cui è<br />
garantita la continuità<br />
per il futuro, EPM CH<br />
raff orzerà ulteriormente<br />
la sostenibilità e nuovi<br />
Network sull’electromobility<br />
come importante<br />
opportunità per l’industria<br />
europea dei pcb, il “Business<br />
Outlook: Global Electronics<br />
Industry” di Walt Custer<br />
di Custer Consulting<br />
Group e le sessioni dedicate<br />
a nuovi modi di fare<br />
innovazione come i progetti<br />
di ricerca collaborativi.<br />
canali di distribuzione<br />
saranno aperti. Strategia,<br />
quest’ultima, che si sta<br />
già concretizzando, come<br />
dimostra l’operazione<br />
condotta con Lifetek.<br />
EPM CH<br />
www.epm.ch<br />
Lifetek<br />
www.lifetek.it<br />
Per gli argomenti discussi,<br />
la conferenza si presenta<br />
come un appuntamento da<br />
non perdere per le tutte le<br />
aziende impegnate nella<br />
produzione di pcb e che<br />
desiderano essere aggiornate<br />
sulle ultimissime esigenze<br />
del mercato, sia per quanto<br />
riguarda i materiali, le<br />
attrezzature e i processi di<br />
produzione. Per chi volesse<br />
approfondire punti specifi ci,<br />
è prevista un’area dedicata<br />
per gli incontri one-to-one.<br />
L’evento è organizzato fi no<br />
al dettaglio, come prova<br />
la possibilità di seguire le<br />
presentazioni dei delegati<br />
esteri mediante traduzione<br />
simultanea.<br />
EIPC<br />
www.eipc.org
Le più flessibili,<br />
le più affidabili,<br />
con il miglior rapporto<br />
prezzo/prestazioni<br />
Un leader mondiale nel settore delle pick & place per il montaggio SMD<br />
Grazie alla gamma di sistemi più completa sul mercato, JUKI offre la soluzione<br />
migliore per ogni esigenza produttiva. I sistemi JUKI offrono affidabilità senza<br />
paragoni ai più bassi costi di gestione – Lowest Cost of Ownership.<br />
L’acquisto di una pick & place JUKI non è solo un investimento in un sistema<br />
di qualità, ma è l’inizio di una partnership di lunga durata. <strong>Il</strong> nostro partner<br />
PRODELEC da sempre fornisce competenza pluriennale e un supporto<br />
costante e tempestivo su tutto il territorio italiano.<br />
www.prodelecgroup.com<br />
Around the world: Europe | America | Asia<br />
Juki Automation Systems AG<br />
Weissensteinstrasse 81<br />
CH-4500 Solothurn<br />
Tel. +41 32 626 29 29<br />
www.jas-smt.com
14 PCB giugno 2012<br />
Yamaha è sempre più veloce<br />
Yamaha Motor IM ha<br />
sviluppato il nuovo<br />
modello di montaggio<br />
modulare ad alta densità di<br />
superfi cie YSM40. YSM40<br />
adotta un layout a 4 raggi e<br />
4 teste su una piattaforma<br />
compatta di appena un<br />
metro di ampiezza. Questo<br />
nuovo modello raggiunge<br />
i livelli più alti del settore<br />
per quanto riguarda la<br />
velocità di montaggio<br />
(oltre 100.000 CPH).<br />
Inoltre, è in grado di<br />
SMT Hybrid Packaging 2012 tra luci e ombre<br />
Una leggera fl essione nel<br />
numero dei visitatori<br />
ha caratterizzato l’edizione<br />
2012 di SMT Hybrid<br />
Packaging. L’evento bavarese,<br />
pur rappresentando un<br />
appuntamento consueto e<br />
collaudato, evidentemente<br />
ha risentito, seppure in<br />
modo contenuto, dei venti<br />
di recessione che soffi ano<br />
sull’Unione europea. Restano<br />
comunque positivi i dati<br />
relativi sia al numero di<br />
espositori, aumentati a 565<br />
rispetto ai 530 dell’edizione<br />
2011, sia sulla superfi cie<br />
supportare applicazioni e<br />
confi gurazioni diverse in<br />
modo versatile. YSM40 è<br />
stato sviluppato secondo<br />
un nuovo concetto basato<br />
su un alto livello di<br />
produttività e la possibilità<br />
di gestire un’ampia gamma<br />
di componenti su un’unica<br />
piattaforma. Questa<br />
qualità rende YSM40<br />
particolarmente adatta per<br />
aff rontare la crescita delle<br />
esigenze per un montaggio<br />
ad alta velocità ottimizzato<br />
espositiva, che quest’anno<br />
ha raggiunto i 27.700 mq,<br />
contro i 26 mila dell’anno<br />
scorso. Due numeri,<br />
questi, che dimostrano la<br />
per i pcb di piccole e medie<br />
dimensioni utilizzati nei<br />
prodotti elettronici digitali<br />
sempre più diff usi, come ad<br />
esempio gli smartphone e<br />
i dispositivi tablet. Inoltre,<br />
molte nuove caratteristiche<br />
aiutano a ridurre i tempi<br />
di setup e di passaggio,<br />
tra queste si segnala un<br />
innovativo sistema di<br />
sostituzione dei vassoi per<br />
il trasporto dei componenti<br />
che permette la modifi ca di<br />
tutti i pallet in una volta. Un<br />
dinamicità e la capacità<br />
degli operatori di espandere<br />
il settore, nonostante alcune<br />
diffi coltà emergenti tra le<br />
aziende clienti. Nutrita<br />
aumento della produttività<br />
piò essere raggiunto con il<br />
cambio al volo del feeder,<br />
che sarà disponibile su<br />
questa piattaforma con il<br />
nuovo ZS. Questo feeder<br />
è più veloce del 30/40%<br />
rispetto al suo predecessore,<br />
è anche retro compatibile<br />
e permette la sostituzione<br />
mentre la macchina sta<br />
operando.<br />
Yamaha Motor IM Europe GmbH<br />
www.yamaha-motor-IM.eu<br />
anche la schiera di delegati<br />
alle conferenze, che hanno<br />
raggiunto il numero di<br />
302. Infi ne, è già stata resa<br />
nota la data della prossima<br />
edizione.<br />
L’anno prossimo<br />
l’appuntamento con SMT<br />
Hybrid Packaging 2013<br />
sarà anticipata al mese di<br />
aprile. Per tutti, infatti,<br />
l’appuntamento è dal 16<br />
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sempre a Norimberga.<br />
SMT Hybrid Packaging 2012<br />
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16 PCB giugno 2012<br />
Prodelec distribuisce i sistemi di immagazzinamento<br />
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Prodelec ha firmato<br />
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Service il contratto<br />
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esclusiva sul territorio<br />
italiano degli armadi<br />
intelligenti per lo<br />
stoccaggio e la gestione<br />
di componenti SMT<br />
Storagesolutions.<br />
Essegi System Service<br />
nasce all’inizio del<br />
1997 come azienda<br />
in grado di offrire<br />
supporto e innovazione<br />
nel campo della<br />
produzione elettronica,<br />
questo ha portato<br />
alla creazione e allo<br />
sviluppo di tecnologie<br />
in grado di ottimizzare<br />
i tempi sul processo di<br />
produzione. Nel corso<br />
degli anni il mercato<br />
ha richiesto macchinari<br />
che consentissero<br />
di velocizzare in<br />
maniera considerevole<br />
il montaggio dei<br />
componenti sulle<br />
schede elettroniche,<br />
il che si è rivelato<br />
insufficiente se non<br />
supportato da sistemi<br />
in grado di gestire<br />
in maniera rapida,<br />
precisa e funzionale<br />
l’approvvigionamento<br />
di componenti per<br />
il settaggio delle<br />
pick&place.<br />
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clienti la soluzione<br />
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Grazie al software<br />
di gestione del<br />
magazzino e ai sistemi<br />
di immagazzinamento<br />
automatico e<br />
intelligente dei<br />
componenti,<br />
Storagesolutions è in<br />
grado di assicurare la<br />
riduzione dei tempi di<br />
set-up delle pick&place<br />
di oltre il 50% rispetto<br />
ai sistemi tradizionali<br />
e l’aumento della<br />
produttività delle<br />
linee pick&place,<br />
tramite la riduzione<br />
dei fermi macchina<br />
dovuti alla mancanza<br />
di componenti e/o<br />
all’impossibilità di<br />
individuare in tempi<br />
rapidi rolle allocate in<br />
posizione non tracciata.<br />
Inoltre, garantisce fino<br />
al 70% di risparmio<br />
dello spazio per<br />
lo stoccaggio del<br />
materiale necessario<br />
alla produzione,<br />
la tracciabilità dei<br />
componenti e la<br />
possibilità di stoccaggio<br />
in ambiente a<br />
temperatura e umidità<br />
controllate e relativa<br />
tracciabilità sul singolo<br />
componente.<br />
Tra le altre<br />
caratteristiche<br />
si segnalano la<br />
riduzione dei tempi<br />
dell’operatore con<br />
conseguente beneficio<br />
dei costi aziendali, il<br />
monitoraggio in tempo<br />
reale del quantitativo<br />
di componenti presenti<br />
a magazzino, l’analisi<br />
di fattibilità futura<br />
per le commesse da<br />
produrre e la possibilità<br />
di gestire in tempo<br />
reale magazzini esterni<br />
all’azienda.<br />
L’esperienza maturata<br />
da Essegi System<br />
in anni di studio<br />
ha portato alla<br />
realizzazione di armadi<br />
unici e brevettati che<br />
garantiscono il ritorno<br />
di investimento a<br />
breve termine, dando<br />
una netta svolta al<br />
concetto di gestione<br />
e tracciabilità del<br />
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Prodelec<br />
www.prodelecgroup.com
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e l’aumento della<br />
produttività delle<br />
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dei fermi macchina<br />
dovuti alla mancanza<br />
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rapidi rolle allocate in<br />
posizione non tracciata.<br />
Inoltre, garantisce fino<br />
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18 PCB giugno 2012<br />
La ZVEI è ottimista nonostante i dati<br />
poco entusiasmanti<br />
Nel primo trimestre di<br />
quest’anno i risultati<br />
ottenuti dall’industria<br />
elettrica tedesca non<br />
consentono di parlare<br />
di una chiara tendenza<br />
riscontrabile nella sua<br />
evoluzione economica.<br />
Infatti, anche se il fatturato<br />
del primo trimestre (42,9<br />
miliardi di €) risulta in<br />
lieve aumento annuo<br />
(+1,0%), il corrispondente<br />
dato di marzo (15,6<br />
miliardi) evidenzia una<br />
riduzione su base annua<br />
del 3,3%. E l’andamento<br />
degli ordini – che nel<br />
primo trimestre sono<br />
diminuiti del 4,9% – non<br />
fa certo ben sperare per<br />
il futuro, anche poiché il<br />
relativo risultato di marzo<br />
(-7,5% annuo) mostra che<br />
la tendenza negativa si è<br />
rafforzata.<br />
Vien da chiedersi, quindi,<br />
come possa la ZVEI, che<br />
per quest’anno prevede<br />
un aumento sia della<br />
produzione reale netta<br />
dell’industria elettrica<br />
germanica (+5%) sia del<br />
turnover complessivo<br />
(+3,7%), essere così<br />
ottimista. Ebbene, i<br />
motivi ci sono e, a nostro<br />
avviso, risultano essere<br />
convincenti. Così, nel<br />
primo bimestre, l’export<br />
(25,0 mld. di €) ha<br />
superato il corrispondente<br />
dato del 2011 del<br />
6,1%, con tendenza al<br />
rafforzamento in febbraio<br />
(+7,1% annuo); inoltre<br />
i prezzi dei prodotti<br />
importati sono diminuiti<br />
dello 0,9% nel primo<br />
trimestre, mentre la<br />
produzione reale netta,<br />
nello stesso periodo, è<br />
cresciuta del 3,8%. Ed<br />
anche il grado di utilizzo<br />
degli impianti – un dato<br />
che ben illustra lo stato<br />
di salute del settore –,<br />
pari all’84,1% in aprile,<br />
è cresciuto rispetto a<br />
gennaio di 1,4 punti<br />
percentuali e si trova ormai<br />
poco lontano dal valore<br />
medio del 2011 (85,9%).<br />
In crescita si trova pure<br />
il numero di occupati del<br />
settore (842.000) che, a<br />
febbraio, ha messo a segno<br />
un aumento annuo del<br />
2,9%, confermando così<br />
l’ottimismo espresso dagli<br />
operatori del settore in<br />
merito al business previsto<br />
per i mesi successivi.<br />
Questi fatti, da soli,<br />
non basterebbero però<br />
a spiegare l’ottimismo<br />
della ZVEI, ed infatti ve<br />
ne sono altri persino più<br />
importanti. Ci riferiamo in<br />
particolare al Pil tedesco<br />
che, dopo una contrazione<br />
dello 0,2% alla fine del<br />
2011, nel primo trimestre<br />
di quest’anno è aumentato<br />
in termini reali dello 0,5%<br />
sorprendendo così molti<br />
esperti, poiché l’aumento<br />
previsto era dello 0,1% -<br />
0,2% al massimo. Visto poi<br />
che per i mesi successivi<br />
tutti gli analisti ne<br />
pronosticano un ulteriore<br />
incremento, e tenuto conto<br />
del buon andamento della<br />
fiera di Hannover (la più<br />
grande manifestazione<br />
di questo genere al<br />
mondo), risulta realistica<br />
l’ipotesi secondo cui il suo<br />
andamento futuro favorirà<br />
anche la crescita del settore<br />
elettrico. A supportare<br />
questa previsione<br />
contribuisce specialmente<br />
l’andamento dell’indice<br />
Ifo – a ragione considerato<br />
essere il principale<br />
indicatore economico<br />
riguardante sia il settore<br />
elettrico sia l’intera<br />
economia germanica –,<br />
determinato per l’industria<br />
elettrica, che, da mesi<br />
ormai, sta crescendo e il<br />
cui valore in aprile (22<br />
punti) è aumentato di 4<br />
unità rispetto a marzo.<br />
Esso evidenzia inoltre<br />
che il 92% delle imprese<br />
elettriche valuta la propria<br />
situazione attuale in modo<br />
nettamente positivo ed il<br />
91% di esse prevede affari<br />
costanti o in aumento per i<br />
sei mesi successivi. Sempre<br />
il 91% degli operatori del<br />
settore si aspetta inoltre di<br />
incrementare (o almeno di<br />
non diminuire) la propria<br />
produzione nei tre mesi<br />
seguenti.<br />
Alla luce di tutti questi<br />
fatti risulta quindi<br />
comprensibile la posizione<br />
ottimistica assunta dal<br />
presidente della ZVEI,<br />
Friedhelm Loh, il quale<br />
prevede che il fatturato<br />
complessivo dell’industria<br />
elettrica germanica<br />
quest’anno raggiungerà,<br />
con 185 miliardi di €, un<br />
nuovo massimo storico<br />
assoluto. Queste sono<br />
buone nuove anche per le<br />
aziende elettriche italiane<br />
che possono, quindi,<br />
sperare di aumentare<br />
le loro esportazioni in<br />
Germania.<br />
Bruno Piovesan<br />
L’autore, Bruno Piovesan<br />
(piovesanbr@aol.com), lavora<br />
a Monaco di Baviera come<br />
giornalista tecnico indipendente<br />
tedesco e consulente marketing.
Mirtec cresce del 18%<br />
in Nord America<br />
Mirtec continua<br />
a crescere. “Nel<br />
corso del primo trimestre<br />
2012 le entrate derivanti<br />
dalle vendite della<br />
nostra North American<br />
Division sono aumentate<br />
del 18% rispetto<br />
allo stesso periodo<br />
dell’anno precedente”,<br />
ha commentato Brian<br />
D’Amico, President of<br />
Mirtec. “Questa forte<br />
crescita arriva sulla scia<br />
del già stupefacente<br />
anno fi scale 2011, nel<br />
corso del quale le entrate<br />
totali dalle vendite erano<br />
cresciute di oltre il 21%”.<br />
D’Amico attribuisce<br />
questa notevole crescita<br />
al grande riscontro avuto<br />
sul mercato dalla serie<br />
AOI MV-7 In-line. “Un<br />
numero crescente di<br />
fornitori Oem ed Ems<br />
stanno cominciando<br />
a rivalutare le loro<br />
attuali attrezzature AOI<br />
basate sui progressi<br />
compiuti nell’industria<br />
della produzione di<br />
elettronica. I produttori<br />
sono diventati ancora più<br />
selettivi nell’acquisto di<br />
nuove tecnologie AOI<br />
al fi ne di aggiungere<br />
valore al loro giro<br />
di aff ari e fornire il<br />
necessario vantaggio<br />
competitivo”. D’Amico<br />
ha infi ne concluso:<br />
“La nostra società<br />
investe enormemente in<br />
ricerca e sviluppo, con<br />
un focus molto forte<br />
sullo stato dell’arte a<br />
livello di tecnologie<br />
ottiche, lighting e<br />
laser, con l’obiettivo<br />
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PCB giugno 2012<br />
19
20 PCB giugno 2012<br />
▶ ATTUALITÀ - MERCATO EUROPEO<br />
L’industria elettrica<br />
è la prima al mondo<br />
Tutti sanno che l’industria elettrica è di grande<br />
importanza per le economie sviluppate. Non a<br />
ciascuno è noto, però, che essa, per giro d’affari,<br />
è al primo posto al mondo. L’Associazione<br />
tedesca delle industrie elettriche, ZVEI, ha<br />
pubblicato un interessante studio comparativo<br />
che, ovviamente, è centrato sulla Germania.<br />
Vediamone assieme i punti salienti<br />
di Bruno Piovesan<br />
Anche nel 2010 l’industria<br />
elettrotecnica ed elettronica<br />
globale è risultata, per<br />
fatturato, la prima a livello mondiale<br />
(Fig. 1) totalizzando ben 2.802 mld.<br />
di € e precedendo così quella chimica<br />
(al secondo posto con 2.408 mld.<br />
di €) e quella automobilistica (2.053<br />
mld. di €). <strong>Il</strong> settore della meccanica e<br />
dei macchinari, che in Germania è al<br />
secondo posto dopo quello automobilistico,<br />
nella graduatoria mondiale si<br />
trova invece al quarto posto con 1.698<br />
mld. di €.<br />
l’industria elettrica mondiale, che<br />
nel 2009 aveva visto il proprio turnover<br />
contrarsi del 4%, nel 2010 si è ripresa<br />
rapidamente con un incremento<br />
annuo del proprio giro d’affari del 9%<br />
che le ha consentito di superare i volumi<br />
ante crisi. Pur non essendo ancora<br />
disponibili i dati inerenti al fatturato<br />
mondiale nel 2011, la ZVEI stima<br />
che esso sia aumentato anche lo scorso<br />
anno.<br />
In Germania il turnover del settore<br />
è stato, nel 2011, pari a 177,9 mld.<br />
di € (+8,6% rispetto al 2010), e la<br />
ZVEI stima che anche quest’anno<br />
esso crescerà del 7%, mentre<br />
per i mercati globali della meccanica,<br />
chimica e del settore automobilistico<br />
essa pronostica, per il 2011<br />
(anche qui i dati mondiali non sono<br />
ancora disponibili) ed il 2012 una<br />
crescita, nell’ordine, del 6,5%, 5,0% e<br />
del 5,5% annuo.<br />
Queste previsioni, fa notare l’Associazione,<br />
valgono a condizione che la<br />
crisi dell’euro non sfoci in una nuova<br />
crisi globale.<br />
Le principali industrie<br />
tedesche<br />
In Germania l’industria elettrica<br />
(che nel 2011 ha dato lavoro a<br />
841.700 persone) occupa, per numero<br />
di dipendenti, il secondo posto dopo<br />
la meccanica (ma è al terzo posto se<br />
il parametro è il fatturato). Nel 2010<br />
il suo turnover è stato di 164 mld.<br />
di €, vale a dire l’11% del fatturato<br />
industriale complessivo del paese<br />
(Fig. 2).
Fig. 1 - L’industria elettrica ha mantenuto, con 2.802 mld. di €, anche nel 2010<br />
il primo posto nella graduatoria mondiale dei settori industriali principali. La<br />
seguono l’industria chimica (2.408 mld. di €), quella automobilistica (2.053 mld.<br />
di €) e l’industria meccanica e dei macchinari con 1.698 mld. di € (fonte: IHS<br />
Global Insight e ZVEI)<br />
E ciò sebbene l’industria elettrica –<br />
come fa giustamente notare la ZVEI<br />
– sia gravata dalla continua contrazione<br />
dei prezzi causata dal rapido progresso<br />
tecnologico che si riscontra in<br />
particolare nel settore dell’elettronica.<br />
Così, mentre nell’intera industria<br />
di trasformazione i prezzi dei prodotti<br />
negli ultimi cinque anni sono aumentati,<br />
in media, dell’1,5% annuo,<br />
nell’índustria elettrica essi sono mediamente<br />
diminuiti dell’1,5% annuo.<br />
Cio nonostante, fra il 1993 ed il<br />
2008 la produzione reale<br />
netta è cresciuta in media<br />
del 4,3% annuo, il che supera<br />
di 1,7 punti percentuali<br />
la crescita della produzione<br />
nell’intera industria di<br />
trasformazione, il cui incremento<br />
medio annuo è stato<br />
del 2,6%. Nel 2010 l’aumento<br />
è stato addirittura<br />
del 14% (contro il 12%<br />
dell’intera industria di trasformazione).<br />
Non sorprende quindi<br />
che l’industria elettrica germanica<br />
sia uno dei settori<br />
più forti dell’export tedesco:<br />
nel 2011 il volume esportato è stato di<br />
155,3 mld. di € (pari al 14,6% dell’intero<br />
export tedesco), mentre le sue importazioni<br />
sono state pari a 134,4 mld.<br />
di € (vedi Fig. 3 per i dati del 2010).<br />
L’export nel 2011 non solo è risultato<br />
superiore a quello dell’anno del boom<br />
2008, ma ha pure segnato un nuovo<br />
massimo assoluto. Soltanto l’industria<br />
automobilistica, con 159 mld.<br />
di €, nel 2010 ha esportato di più di<br />
quella elettrica. L’ingente volume delle<br />
importazioni del settore elettri-<br />
Fig. 2 - <strong>Il</strong> diagramma mostra la suddivisione dell’intero giro<br />
d’affari dell’industria tedesca per rami nel 2010 (fonte:<br />
Destatis, VDMA, VDA e ZVEI)<br />
co (136 mld. di € nel 2010), dovute<br />
in buona parte alle materie prime,<br />
evidenzia però anche la debolezza di<br />
questo ramo industriale che dipende,<br />
quindi, fortemente dai paesi fornitori.<br />
Nessun altro settore industriale ha<br />
importato beni per un valore superiore<br />
ai 100 mld. di €. La DIHK (Camera<br />
di commercio e dell’industria tedesca)<br />
prevede che anche quest’anno le<br />
esportazioni dell’intera economia tedesca<br />
aumenteranno (+4% in termini<br />
reali). Per il settore elettrico i dati<br />
di gennaio 2012 rilevano una sensibile<br />
diminuzione degli ordini dall’estero<br />
(ridottisi del 5,8% su base annua),<br />
ma vi sono motivi di ritenere che questa<br />
flessione verrà presto compensata<br />
da nuovi ordini in aumento, come ha<br />
evidenziato l’andamento della CeBit<br />
di quest’anno. Friedhelm Loh, presidente<br />
della ZVEI, l’ha infatti definita<br />
“un chiaro successo per l’industria<br />
elettrica nazionale”.<br />
Numero di occupati<br />
in aumento<br />
Non meno importante dei fatturati<br />
è il quadro occupazionale presentato<br />
dall’industria elettrica che, per<br />
numero di dipendenti (816.000 nel<br />
2010), risulta seconda solo all’indu-<br />
stria meccanica e dei macchinari<br />
(913.000). Mentre<br />
però il settore elettrico ha,<br />
sia pur lievemente, incrementato<br />
il proprio numero<br />
di dipendenti (+0,8% nel<br />
2010), gli altri tre rami industriali<br />
e l’intera industria<br />
di trasformazione hanno ridotto<br />
il personale (Fig. 4).<br />
Quest’ultima, nel 2010,<br />
ha dato lavoro a 5,642 mln.<br />
di persone. Queste cifre acquistano<br />
un ulteriore significato<br />
se si considera che, nel<br />
2010, il numero complessivo<br />
medio delle persone che<br />
PCB giugno 2012<br />
21
22 PCB giugno 2012<br />
Fig. 3 - Con 151 mld. di €, il volume esportato nel 2010<br />
dall’industria elettrica germanica è risultato secondo solo<br />
a quello dell’industria automobilistica (159 mld. di €). Nella<br />
graduatoria delle importazioni essa, invece, è nettamente<br />
al primo posto nell’intera industria tedesca (fonte: Destatis,<br />
VDMA, VCI, VDA e ZVEI)<br />
hanno esercitato un’attività lavorativa<br />
in Germania è stato di 40,55 mln.,<br />
vale a dire quasi esattamente la metà<br />
dell’intera popolazione residente<br />
(81,757 mln.). Nel 2011 il numero di<br />
occupati è aumentato di 541.000 unità<br />
ragiungendo i 41,09 mln.<br />
Nel 2009, tuttavia, anche il settore<br />
elettrico tedesco aveva, a causa della<br />
crisi economica globale, ridotto il<br />
numero dei propri dipendenti che era<br />
temporaneamente sceso ad 800.000. <strong>Il</strong><br />
buon andamento degli affari, nel 2011<br />
e nelle prime settimane del 2012 (il<br />
turnover di gennaio è stato di 13,3 mld.<br />
di €, con un aumento annuo del 5,1%)<br />
ha fatto sì che il numero degli occupati<br />
sta continuando ad aumentare.<br />
Ma c’è di più, visto che l’industria<br />
elettrica tedesca dà lavoro anche a ben<br />
Fig. 5 - La produttività dell’industria elettrica germanica – intesa come rapporto<br />
fra la produzione reale netta ed il numero totale dei dipendenti – è, dal 2004,<br />
sempre stata la maggiore fra tutti i rami dell’industria di trasformazione. Fra il<br />
1993 ed il 2008 essa è cresciuta mediamente del 6% annuo (fonte: Destatis e ZVEI)<br />
Fig. 4 - L’industria elettrica è stata l’unica ad aver<br />
incrementato il numero dei propri dipendenti (+0,8%)<br />
nel 2010. Nel suo complesso, l’intera industria di<br />
trasformazione, con 5,642 mln. di occupati, ha invece fatto<br />
registrare una riduzione dello 0,3% (fonte: Destatis, VDMA,,<br />
VDA e ZVEI)<br />
630.000 persone in varie regioni del<br />
mondo. Per l’intera economia tedesca<br />
sia gli organismi governativi competenti<br />
sia numerosi istituti di analisi<br />
economiche e l’Associazione dei datori<br />
di lavoro tedeschi pronosticano per<br />
il 2012 un’ulteriore riduzione del numero<br />
dei disoccupati che dovrebbe attestarsi<br />
sotto i 2,9 - 2,8 mln., con un<br />
calo di ca. 130.000 - 200.000 unità rispetto<br />
al 2011.<br />
Particolarmente alto<br />
il numero dei laureati<br />
nel settore elettrico<br />
Da notare, inoltre, l’elevato livello<br />
di istruzione degli occupati nel settore<br />
elettrico: un quinto di essi sono infatti<br />
laureati (in massima parte ingegneri<br />
e fisici), mentre tre quinti di essi sono<br />
tecnici specializzati. Ciò contribuisce<br />
a spiegare il fatto che la produttività<br />
del settore elettrico dal 2004 in poi<br />
risulta ininterrottamente essere la più<br />
alta nell’intera industria di trasformazione<br />
(Fig. 5). Nel 2010 il suo indice,<br />
per il settore elettrico, è stato pari a<br />
214 – sensibilmente superiore, quindi,<br />
al valore registrato nell’intera industria
di trasformazione (191). Ed<br />
anche la sua crescita media<br />
annua fra il 1993 ed il 2008,<br />
pari al 6%, è risultata maggiore<br />
di quella dell’intera<br />
industria di trasformazione<br />
(5%).<br />
Fra i paesi più sviluppati,<br />
la Germania è quello con<br />
la quota industriale (fatturato<br />
industriale complessivo<br />
in rapporto al Pil) maggiore<br />
(30%). <strong>Il</strong> valore aggiunto<br />
generato dal settore<br />
elettrico (espresso come<br />
percentuale della produzione<br />
complessiva) è pa-<br />
ri al 37,8%; tale valore risul-<br />
ta non solo maggiore di quello dell’industria<br />
meccanica, bensì rappresenta<br />
pure il massimo raggiunto nell’intera<br />
industria di trasformazione germanica,<br />
la cui corrispondente quota è<br />
del 29,7% (Fig. 6). Merita osservare<br />
che detto valore aggiunto, nel periodo<br />
1993 - 2008, si è pressoché raddoppiato<br />
(con un incremento medio<br />
annuo del 5%) e nel 2008 superava<br />
di quasi un terzo quello dell’industria<br />
chimica che era al secondo posto nella<br />
graduatoria corrispondente.<br />
R&S sono la base<br />
del successo del<br />
settore<br />
Ed anche in fatto di innovazioni<br />
nessun ramo industriale<br />
supera quello<br />
elettrico: gli investimenti<br />
effettuati annualmente<br />
per lo sviluppo di nuovi<br />
prodotti e tecnologie sono<br />
infatti pari al 9,6% del fatturato<br />
– una quota percentuale<br />
raggiunta solo da<br />
un’altra industria, quella<br />
automobilistica, e che<br />
è quasi doppia del corrispondente<br />
valore relativo<br />
Fig. 6 - L’industria elettrica tedesca è, nell’intera industria<br />
di trasformazione, quella che genera il maggior valore<br />
aggiunto (37,8%). Nel settore automobilistico esso arriva<br />
solo al 21,9% (fonte: Destatis e ZVEI)<br />
all’intera industria di trasformazione<br />
(5,4%). I risultati di questa intelligente<br />
strategia di investimenti ne confermano<br />
la validità, visto che quasi<br />
otto su dieci aziende del settore introducono<br />
regolarmente sul mercato<br />
prodotti o processi innovativi ottenendone<br />
notevoli vantaggi economici.<br />
<strong>Il</strong> 40% del fatturato del settore<br />
viene infatti generato con la vendita<br />
di prodotti nuovi o soluzioni innovative.<br />
Ma c’è di più, dato che che<br />
un terzo delle innovazioni dell’in-<br />
Fig. 7 - Nell’industria elettrica le imprese dispongono di una<br />
quota di capitale proprio rispetto alla somma di bilancio<br />
pari al 39,1% – un valore che supera il corrispondente dato<br />
dell’intera industria di trasformazione (28,7%) di oltre dieci<br />
punti percentuali (fonte: Deutsche Bundesbank e ZVEI)<br />
tera industria di trasformazione<br />
si fonda su soluzioni<br />
offerte dall’industria<br />
elettrica. Essa contribuisce<br />
così in modo decisivo anche<br />
allo sviluppo dell’intera<br />
industria tedesca. I risultati<br />
ottenuti nel campo<br />
dell’innovazione sono resi<br />
possibili da un’altrettanto<br />
intensa attività di ricerca<br />
e sviluppo: nel 2010, infatti,<br />
l’industria elettrica ha<br />
investito ben 12 mld. di €<br />
nel settore R&S. Se poi si<br />
tien conto anche dei 5 mld.<br />
spesi per nuovi inpianti ed<br />
infrastrutture e dei 2 mld.<br />
investiti per la qualificazione professionale<br />
dei suoi dipendenti, risulta<br />
che gli “investimenti per il futuro” effettuati<br />
dal settore ammontano complessivamente<br />
a quasi 20 mld. di €.<br />
La solidità di un’impresa dipende<br />
in modo essenziale dalla base finanziaria<br />
su cui si fonda. E pure sotto<br />
questo profilo le aziende elettriche –<br />
la cui quota di capitale proprio rispetto<br />
alla somma di bilancio è del 39,1%<br />
– risultano essere di gran lunga le meglio<br />
posizionate fra tutti i maggiori<br />
settori industriale tedeschi<br />
(Fig. 7).<br />
Alla luce di tutti questi<br />
fatti non soprende, quindi,<br />
che la ZVEI veda il settore<br />
elettrico tedesco come uno<br />
dei meglio posizionati per<br />
affrontare gli effetti negativi<br />
della crisi dell’euro. Ed<br />
anche a nostro avviso il relativo<br />
turnover aumenterà<br />
– sia pur moderatamente –<br />
anche quest’anno.<br />
L’autore, Bruno Piovesan<br />
(piovesanbr@aol.com), lavora<br />
a Monaco di Baviera come<br />
giornalista tecnico indipendente<br />
tedesco e consulente marketing.<br />
PCB giugno 2012<br />
23
<strong>24</strong> PCB giugno 2012<br />
▶ SPECIALE - ESD<br />
Quota 14 per il<br />
Convegno Nazionale ESD<br />
La XIV edizione del Convegno Nazionale<br />
ESD, organizzato dal Team Nazionale ESD e<br />
coordinato dal CEI (Comitato Elettrotecnico<br />
Italiano), si è svolto lo scorso 16 maggio presso<br />
la sede Philips di Monza<br />
di Dario Gozzi<br />
Velocità e impostazione dei<br />
moderni processi produttivi,<br />
i livelli tecnologici raggiunti<br />
e la natura isolante di molti materiali<br />
oggi utilizzati, portano a un cospicuo<br />
aumento delle situazioni in cui possono<br />
verificarsi accumuli di cariche elettrostatiche.<br />
<strong>Il</strong> problema delle cariche<br />
<strong>Il</strong> palazzo della Philips a Monza<br />
elettrostatiche si ripercuote in molti<br />
casi sulla bontà del prodotto finale,<br />
sulla resa produttiva e talvolta anche<br />
sulla sicurezza degli operatori.<br />
<strong>Il</strong> processo di accumulo di cariche<br />
elettrostatiche avviene in ogni occasione<br />
in cui materiali isolati vengono<br />
in contatto tra loro o si separato,<br />
provocando uno scambio di elettroni<br />
attraverso le loro superfici. Fenomeni<br />
classici osservabili nel quotidiano sono<br />
sotto lo sguardo di tutti noi, come<br />
ad esempio i lampi generati dalla<br />
scarica che avviene in seguito all’enorme<br />
accumulo di potenziale nelle nubi,<br />
o le fastidiose scosse che prendiamo<br />
toccando le maniglie delle portiere<br />
dell’auto.<br />
L’accumulo di cariche elettrostatiche<br />
avviene di preferenza negli ambienti<br />
a basso tenore di umidità e dove<br />
non è assicurata una adeguata messo<br />
a terra delle attrezzature e degli<br />
operatori.<br />
L’invisibilità delle cariche elettrostatiche<br />
induce spesso gli operatori a<br />
sottovalutarne la portata, trascurando<br />
quindi l’adozione delle necessarie<br />
contromisure per prevenirle.<br />
La valutazione relativa alle misure<br />
preventive da adottare si effettua<br />
con un attento esame dell’ambiente<br />
di lavoro, delle fasi di processo che vi<br />
si svolgono e dei materiali e attrezzature<br />
coinvolte. Superfluo sottolineare<br />
come il rischio elettrostatico sarebbe<br />
meglio indagarlo con l’aiuto di un<br />
esperto piuttosto che affidarsi al più<br />
casalingo metodo del “fai da te”.<br />
L’opera del Team Nazionale<br />
ESD e del CEI<br />
Con oltre un decennio di programmazione<br />
e in particolare dopo il successo<br />
dell’edizione 2011 tenutasi a<br />
Marostica, l’annuale appuntamento<br />
con i temi legati ai fenomeni elettrostatici<br />
si è ripresentato agli operatori e
agli esperti del settore come un evento<br />
fondamentale per l’aggiornamento<br />
sulle ultime novità tecnologiche e<br />
normative.<br />
Per il team ESD il Convegno ha<br />
rappresentato di contro l’occasione<br />
per recepire spunti e richieste utili<br />
tanto a migliorare il proprio lavoro<br />
quanto per individuare e focalizzare<br />
sempre più efficacemente le problematiche<br />
ESD.<br />
Obiettivo del Convegno è da sempre<br />
la divulgazione della cultura ESD<br />
e la sensibilizzazione per una efficace<br />
gestione ESD in seno alle varie attività<br />
produttive.<br />
Attraverso i vari interventi sono stati<br />
analizzati i criteri relativi alla protezione<br />
ESD (EPA-movimentazione)<br />
e gli elementi tecnici e amministrativi<br />
che caratterizzano la gestione di un<br />
programma ESD in linea con la normativa<br />
CEI EN 61340-5-1.<br />
Grazie alla partecipazione di Rainer<br />
Pfeifle, responsabile della delegazione<br />
tedesca in ambito IEC (International<br />
Electrotechnical Commission) sono<br />
stati illustrati i punti salienti riguardo<br />
la protezione attiva nell’ottica della<br />
normativa tecnica internazionale.<br />
Alcuni aspetti nella gestione dei<br />
componenti Moisture-Sensitive<br />
Device (MSD), un argomento di notevole<br />
interesse a causa dell’aumento<br />
dei processi conformi alle direttive<br />
RoHS, sono inoltre stati trattati<br />
in affiancamento ai requisiti ESD<br />
delle apparecchiature automatiche e<br />
all’evoluzione dei sistemi di protezione<br />
in ambiente elettronico e ATEX.<br />
Sono inoltre state esaminate le<br />
problematiche ESD sui sistemi di<br />
processo della linea di assemblaggio<br />
SMD. Dato che tutta la linea<br />
è esposta al fenomeno elettrostatico,<br />
anche le macchine più semplici,<br />
nella presentazione si è voluto dare<br />
le indicazioni per una soluzioni ottimale<br />
tesa ad evitare ogni tipo di ripercussione.<br />
Anche quest’anno, come in tutte le ultime edizioni del Forum Nazionale ESD, non<br />
è mancato un vasto pubblico di specialisti e di operatori del settore<br />
L’evoluzione<br />
della conoscenza<br />
nella protezione ESD<br />
Storie parallele di insignificanze distruttive<br />
costellano l’evoluzione umana<br />
e il mondo della tecnologia non fa<br />
eccezione.<br />
Elementi apparentemente insignificanti<br />
sono spesso causa di devastanti<br />
fenomeni distruttivi. È stato così<br />
per importanti bolle finanziarie della<br />
storia, lo è ancora, quasi quotidianamente,<br />
per numerosi processi produttivi<br />
industriali a cui quello elettronico<br />
non fa eccezione. I fenomeni ESD,<br />
sebbene quasi impalpabili e assai meno<br />
evidenti di molte altre manifestazioni<br />
distruttive, possono creare perdite<br />
anche pesanti nei bilanci delle<br />
aziende di produzione elettronica.<br />
Le dimensioni economiche di questi<br />
disturbi e le strategie di come minimizzare<br />
le perdite e massimizzare i ricavi<br />
utilizzando le giuste misure preventive<br />
e le cure adatte a limitare i danni dei fenomeni<br />
ESD in una moderna azienda<br />
di produzione elettronica, sono stati gli<br />
argomenti trattati da Riccardo Busetto<br />
di PCB Magazine (da anni media partner<br />
del convegno ESD) in una delle<br />
prime relazioni della giornata.<br />
<strong>Il</strong> tema della ionizzazione, trattato<br />
da Rainer Pfeifle ha descritto invece<br />
come utilizzare i vari sistemi in<br />
un’area EPA per minimizzare il fenomeno<br />
ESD. La presentazione ha passato<br />
in rassegna la qualifica e la verifica<br />
delle tecnologie disponibili in riferimento<br />
alla normativa IEC 61340-<br />
5-1 e i metodi di test in base alla IEC<br />
61340-4-7.<br />
I sistemi che fanno parte della linea<br />
di assemblaggio e saldatura SMT<br />
possono avere un impatto ESD più o<br />
meno significativo; occorre pertanto<br />
prestare attenzione a come installare<br />
tutte le macchine di processo, anche le<br />
più semplici come gli elementi di trasporto<br />
dei pcb. L’intervento incentrato<br />
sulle macchine di assemblaggio ha<br />
esaminato le problematiche specifiche<br />
ESD sulle macchine di processo della<br />
linea produttiva, presentando le possibili<br />
soluzioni per ridurne l’impatto.<br />
Protezione ESD, ma anche protezione<br />
meccanica; argomenti trattati<br />
in merito al packaging. Attenzione<br />
a spessori, peso e prestazioni per poi<br />
scegliere correttamente il tipo di cartone.<br />
Non solo scatole, ma anche interni<br />
dedicati per progettare l’imballo<br />
ottimale in relazione al prodotto da<br />
proteggere.<br />
PCB giugno 2012<br />
25
26 PCB giugno 2012<br />
Da sinistra: Roberto Teppa di Magna<br />
Electronics e Giuseppe Angelo Reina,<br />
di EL.BO. Service<br />
L’impiego del cartone ondulato<br />
rappresenta inoltre e da sempre una<br />
scelta ecosostenibile.<br />
L’impatto dell’umidità nei<br />
processi conduttivi<br />
L’influenza dell’umidità sull’affidabilità<br />
dei componenti elettronici è<br />
generalmente sottovalutata, o spesso<br />
semplicemente sconosciuta. I dispositivi<br />
sensibili all’umidità (MSD) sono<br />
componenti elettronici incapsulati<br />
con resine di molding igroscopiche.<br />
L’umidità presente nell’ambiente<br />
penetra in questo rivestimento plastico<br />
per diffusione.<br />
<strong>Il</strong> processo Lead-Free, per via delle<br />
più alte temperature di lavoro, incrementa<br />
il problema MSD in modo sostanziale.<br />
I guasti associati all’umidità<br />
possono essere molto dannosi e pertanto<br />
si richiede che i produttori investano<br />
tempo ed energie nel trovare<br />
una soluzione efficace al problema.<br />
La normativa di riferimento per la<br />
protezione dei componenti sensibili<br />
all’umidità è la IPC/JEDEC J STD<br />
033 B.1, che ha come obiettivo la salvaguardia<br />
della produttività e la protezione<br />
dei componenti MSD, gestita<br />
anche attraverso l’impiego di buste<br />
barriera.<br />
Un’esperienza concreta<br />
Lo stabilimento Magna di<br />
Campiglione Fenile ha avuto una trasformazione<br />
radicale, passando da<br />
realtà di assemblaggio prettamente<br />
meccanico a quella di assemblaggio<br />
elettromeccanico. Questa migrazione<br />
ha comportato non solo un completo<br />
rifacimento del layout di stabilimento,<br />
ma la strutturazione di reparti<br />
con criteri adatti a recepire la movimentazione<br />
e l’utilizzo di assemblati<br />
e componenti elettronici. <strong>Il</strong> progetto<br />
ha visto la creazione di specifiche<br />
aree EPA e l’attivazione di un programma<br />
ESD completo dei relativi<br />
piani di controllo e mantenimento.<br />
L’operazione più onerosa è stata la<br />
diffusione della cultura ESD a tutto il<br />
personale mediante una serie di sessioni<br />
di training.<br />
Tra le motivazioni che hanno portato<br />
l’azienda piemontese all’attivazione<br />
del programma rientrano sicuramente<br />
la richiesta del cliente e la<br />
necessità di garantire un elevato livello<br />
di qualità del prodotto, motivazioni<br />
sicuramente condivise dalla maggior<br />
parte di aziende che operano nel<br />
campo dell’elettronica professionale.<br />
La normativa ESD: dal<br />
come e perché si origina,<br />
all’evoluzione degli standard<br />
L’intervento del CEI si propone di<br />
far luce brevemente sul processo di<br />
creazione della normativa tecnica e<br />
sulle motivazioni che stanno alla base<br />
della sua origine.<br />
Nell’intervento sono presentate le<br />
modalità organizzative, le risorse, le<br />
regole e i meccanismi che stanno alla<br />
base dello studio, della preparazione,<br />
della diffusione e manutenzione della<br />
normativa, sottolineando quali sono<br />
le aree di intervento e gli obblighi<br />
dei Comitati Nazionali.<br />
Particolare attenzione viene dedicata<br />
alle ragioni e alle motivazioni<br />
che innescano i progetti normativi.<br />
Si evidenzia come le norme siano<br />
originate da motivazioni sia tecniche<br />
che di prestazioni, da motivazioni sociali<br />
e politiche, con queste ultime che<br />
vanno assumendo sempre più importanza,<br />
con notevoli ripercussioni tanto<br />
sul mercato quanto sugli operatori<br />
coinvolti.<br />
La normativa CEI EN 61340-5-1<br />
è in continua evoluzione e ad essa si<br />
fa riferimento per garantire la protezione<br />
ESD, attraverso sistemi attivi e<br />
passivi, all’interno delle aree EPA.<br />
<strong>Il</strong> meeting IEC 101 (Wg5) tenutosi<br />
a New York nel giugno 2011, attraverso<br />
l’analisi e la discussione del documento<br />
IEC 101/333/CD, ha posto<br />
<strong>Il</strong> prof. Gianfranco Coletti<br />
dell’Università di Genova
le basi per una nuova emissione della<br />
normativa ESD in linea con l’evoluzione<br />
tecnologica.<br />
Flooring<br />
<strong>Il</strong> sistema di pavimentazione negli<br />
ambienti controllati riveste un’importanza<br />
particolare, non solo per via<br />
del suo peso economico, ma anche per<br />
la necessaria gestione integrata degli<br />
aspetti tecnici, manutentivi e di sicurezza<br />
ambientale.<br />
<strong>Il</strong> primo degli interventi su questo<br />
tema ha illustrato come gestire il processo<br />
di scelta di una pavimentazione<br />
ESD resiliente, per ottenere i massimi<br />
risultati in termini di prestazioni elettriche,<br />
abbattimento dei costi e sicurezza<br />
degli operatori.<br />
Nella trattazione si fa riferimento<br />
ad esperienze concrete che consentono<br />
di esplorare gli aspetti critici relativi<br />
alla sicurezza degli operatori, citando<br />
le collegate norme vigenti in materia<br />
di qualità ambientale; tra queste<br />
le possibilità offerte dalle certificazioni<br />
internazionali in tema di sostanze<br />
volatili organiche, pericolose per l’uomo<br />
e l’ambiente.<br />
Di particolare interesse i metodi<br />
per condurre una manutenzione adatta<br />
a mantenere inalterato il valore e le<br />
prestazioni delle pavimentazioni installate,<br />
minimizzando il più possibili<br />
i costi di gestione lungo l’intero ciclo<br />
di vita del prodotto.<br />
Per quanto riguarda le emissioni di<br />
sostanze organiche volatili, sono ormai<br />
diversi anni che chi produce pavimenti<br />
deve assicurare dei limiti sulle<br />
emissioni.<br />
Oggi le norme della serie ISO<br />
16000, le linee guida di DIBt e AgBB<br />
rappresentano lo stato dell’arte per la<br />
garanzia della salubrità dell’aria negli<br />
ambienti dove il pavimento è stato<br />
posato. A confermare di come questo<br />
sia un argomento ancora in evoluzione,<br />
a breve la normativa francese ob-<br />
Paola Di Silvestro di Mapei ha trattato<br />
dei sistemi a bassissime emissioni<br />
di sostanze organiche volatili per<br />
la progettazione e realizzazione di<br />
pavimentazioni ESD<br />
bligherà a identificare, mediante etichettatura<br />
sull’imballaggio, la classe<br />
di emissione di ogni pavimento commercializzato<br />
nella nazione.<br />
Vi sono tuttavia applicazioni in<br />
ambienti EPA particolari come per<br />
esempio nell’industria aerospaziale,<br />
nella produzione di microchip o<br />
di hard disk, che già dagli anni ’90 richiedono<br />
lo stesso tipo di assicurazioni,<br />
ma con limiti molto più stretti e<br />
con test più severi. È noto infatti che i<br />
prodotti manipolati in questi ambienti<br />
sono per loro natura estremamente<br />
più sensibili del corpo umano al contatto<br />
con le emissioni di VOC.<br />
Una pavimentazione funzionale<br />
deve avere proprietà ben precise e<br />
durevoli per tutta la sua vita utile, o<br />
che possano essere facilmente ristabilite<br />
mediante una manutenzione non<br />
eccessivamente onerosa. Queste caratteristiche<br />
devono valere anche per<br />
le proprietà antistatiche richieste alle<br />
pavimentazioni installate in EPA.<br />
Un pavimento, conduttivo o statico<br />
dissipativo, con il quale le persone<br />
e gli oggetti mobili sono in contatto,<br />
costituisce una efficace protezione<br />
passiva utilizzata per garantire l’equipotenzialità<br />
delle postazioni all’interno<br />
dell’area protetta. A questo riguardo<br />
sono illustrate le regole fondamentali<br />
per una buona progettazione<br />
e posa, con diretto riferimento ai temi<br />
dell’eco-sostenibilità e della sicurezza<br />
negli ambienti di lavoro.<br />
In ambienti ESD esistono anche<br />
soluzioni resinose specifiche che permettono<br />
di scaricare attraverso punti<br />
di messa a terra le correnti elettrostatiche.<br />
Ambienti tipici che richiedono<br />
queste caratteristiche sono per<br />
esempio le sale operatorie, i centri di<br />
elaborazione dati, le linee di montaggio<br />
e i magazzini di prodotti elettronici<br />
o infiammabili, i laboratori chimici<br />
e così via.<br />
L’applicazione della resina consente<br />
di ottenere superfici e ambienti puliti<br />
e meglio pulibili, colorati e accoglienti,<br />
sicuri, con bassi costi di manutenzione<br />
e un ottimo impatto estetico,<br />
con facile definizione del layout<br />
aziendale (camminamenti, zone di<br />
produzione, attraversamenti pedonali),<br />
con la possibilità di realizzarli senza<br />
smantellamento del pavimento esistente.<br />
Uno degli interventi illustra appunto<br />
la possibilità di applicazione<br />
delle pavimentazioni resinose su supporti<br />
difficili e in ambienti sottoposti<br />
a carichi pesanti. Nello specifico è<br />
opportuno sottolineare che, mediante<br />
un’accurata analisi del supporto e delle<br />
sue caratteristiche, è possibile adottare<br />
soluzioni in grado di dissipare le<br />
cariche elettrostatiche, ottenendo nel<br />
contempo elevate prestazioni di tipo<br />
meccanico e chimico, anche in presenza<br />
di risalita capillare di umidità<br />
dal terreno.<br />
PCB giugno 2012<br />
27
28 PCB giugno 2012<br />
▶ SPECIALE - ESD<br />
Stato ed evoluzione<br />
della normativa ESD<br />
Le aree EPA e i sistemi di protezione ESD devono essere<br />
necessariamente progettati in accordo alle normative di sistema<br />
vigenti; la normativa CEI EN 61340-5-1 indica le prescrizioni per<br />
la protezione ESD in processi elettronici nei quali eventi ESD poco<br />
rilevanti per altre applicazioni possono dimostrarsi estremamente critici<br />
di Giuseppe Vittori - CEI, Luca Gnisci e Giuseppe Angelo Reina - Elbo Service<br />
I<br />
materiali e i prodotti che spesso<br />
risultano idonei per buona parte di<br />
settori esposti a eventi ESD non<br />
possono di solito garantire un’adeguata<br />
protezione ESD in ambiente elettronico.<br />
A tal proposito la CEI EN<br />
61340-5-1 indica le metodologie di<br />
prova che sono necessarie per verificare<br />
l’efficienza dei sistemi di protezione<br />
ESD in sede di qualificazione<br />
(laboratorio) così come di valutazione<br />
(sul campo) proprio nel settore delle<br />
applicazioni elettroniche.<br />
La normativa CEI EN 61340-5-1<br />
si pone l’obiettivo di fornire indicazioni<br />
e prescrizioni per garantire il massimo<br />
potenziale di 100 Volt (HBV – Human<br />
Body Voltage: potenziale sul corpo umano)<br />
all’interno di aree protette.<br />
Quanto appena detto richiede una valutazione<br />
accurata dei materiali e, a tal<br />
proposito, a corredo di ogni sistema di<br />
protezione, la normativa richiede metodi<br />
di prova specifici (vedi Tabella 1).<br />
La progettazione di aree EPA e di<br />
adeguati sistemi per la movimenta-<br />
zione rappresenta una delle fasi più<br />
importanti per poter assicurare la<br />
protezione da eventi ESD anche in<br />
funzione del trend della tecnologia;<br />
pertanto l’impiego di materiali idonei<br />
deve necessariamente garantire<br />
l’efficienza dei sistemi di protezione<br />
utilizzati sia nelle condizioni maggiormente<br />
critiche (RH 12%) sia attraverso<br />
il tempo (in questo caso il<br />
“design robusto” prevede l’ impiego<br />
di prodotti che mantengano le loro<br />
caratteristiche per tutta la loro vita<br />
operativa, quello che normalmente<br />
viene definito come “tempo di utilizzo”).<br />
La normativa CEI EN 61340-5-1<br />
prescrive e indica i requisiti sia per gli<br />
elementi tecnici sia per quelli amministrativi.<br />
Nello specifico:<br />
elementi tecnici: contemplano i sistemi<br />
di protezione, gli imballaggi e la gestione<br />
degli isolanti di processo;<br />
elementi amministrativi: stabiliscono i<br />
criteri minimi che un programma di<br />
base deve contemplare come i ruoli,<br />
le attività di manutenzione, il monitoraggio<br />
e la formazione.
Tabella 1 - Valutazione dei materiali con il riferimento della normativa specifica<br />
SISTEMA DI CONTROLLO ESD<br />
(CEI EN 61340-5-1)<br />
Gli elementi amministrativi possono<br />
essere considerati più flessibili e necessariamente<br />
legati al tipo di “organizzazione”,<br />
al processo e alle dimensioni<br />
della azienda; gli elementi tecnici<br />
i tecnici sono invece più vincolanti<br />
e il programma ESD, in conformità<br />
alla CEI EN 61340-5-1, deve basarsi<br />
di fatto su quattro elementi stabiliti e<br />
fondamentali:<br />
1 - personale (prescrizioni);<br />
2 - area protetta (prescrizioni);<br />
3 - isolanti (gestione);<br />
4 - imballaggi (prescrizioni).<br />
SISTEMA<br />
DI PROTEZIONE<br />
LIMITE RICHIESTO<br />
di Rt-Rs (12% UR<br />
per omologazionevalidazione<br />
processo)<br />
Questi quattro elementi tecnici sono<br />
chiaramente individuati e trattati<br />
nella normativa la quale, per la loro valutazione,<br />
stabilisce requisiti e metodi<br />
di prova a due livelli ben distinti quali:<br />
1 Product qualification (omologazione);<br />
2 Compliance Verification (attività di<br />
mantenimento).<br />
Resta inteso che le attività di omologazione<br />
devono essere condotte tassativamente<br />
in accordo con i metodi di prova<br />
stabiliti e, soprattutto, dopo attività di<br />
DOCUMENTAZIONE DI<br />
RIFERIMENTO T.M.<br />
Sistemi passivi Equipotential Bonding
Fig. 1 - Materiale<br />
isolante filtrato<br />
in sede di<br />
compliance<br />
verification<br />
- out spec.<br />
Rs >1,0*10 12 Ω -<br />
singolare la<br />
presenza del<br />
simbolo ESD<br />
30 PCB giugno 2012<br />
no l’immissione in EPA (Area Protetta<br />
da ESD) di prodotti non adeguati e pericolosi.<br />
Un altro aspetto rilevante è legato<br />
al design e al profilo del prodotto il quale,<br />
oltre alla durata, potrebbe influenzare<br />
pesantemente i costi di manutenzione<br />
che spesso sono analizzati in maniera<br />
sommaria in sede di valutazione e di<br />
analisi dei costi. Ne consegue, ad esempio,<br />
l’impatto negativo prodotto da sedute<br />
che vengono commercializzate prive<br />
di ruote antitraccia e, di conseguenza,<br />
nell’immediato più competitive dal punto<br />
di vista economico.<br />
Evoluzione della normativa<br />
CEI EN 61340-5-1<br />
La prima edizione della CEI EN<br />
61340-5-1 (1999) conteneva diversi<br />
metodi di prova, anche perché in buona<br />
parte i metodi normalizzati non erano<br />
disponibili e/o emessi all’atto del rilascio.<br />
Conseguentemente il primo documento<br />
risultava particolarmente voluminoso;<br />
la seconda edizione, emessa<br />
nel 2007 e dal 2009 disponibile anche<br />
in lingua italiana, contiene solo alcune<br />
prescrizioni per attività di monitoraggio,<br />
mentre sono indicati i metodi di<br />
prova che - in assenza di standard IEC<br />
rilasciati - fanno riferimento a normative<br />
ANSI (in Fig. 2 vi è un esempio di<br />
danni alle ruote di una sedia antistatica).<br />
Attraverso la revisione della CEI EN<br />
61340-5-1, che si è sviluppata attraverso<br />
il Meeting TC 101IEC dello scorso<br />
giugno 2011 presso la sede ANSI<br />
di New York e che sarà consolidata nel<br />
prossimo meeting 2012 a Berlino, saranno<br />
contemplate nuove norme in sede<br />
di realizzazione/emissione in parte<br />
già recepite con procedura fast track<br />
(cioè con accettazione di standard preesistenti<br />
da rivedere in seguito) e nello<br />
specifico:<br />
1. IEC 61340-4-6 Ed. 2 Electrostatics<br />
- Part 4-6: Standard test methods for<br />
specific applications – Wrist Straps<br />
(bracciali);<br />
Fig. 2 - Danni introdotti da sedie prive<br />
di ruote antitraccia<br />
2. IEC 61340-4-8 Ed. 2 - Electrosta-tics<br />
- Part 4-8: Standard test methods for<br />
specific applications – Discharge shielding<br />
– Bags (buste schermanti);<br />
3. IEC 61340-4-9 Ed. 2 - Electrostatics<br />
- Part 4-9: Standard test methods<br />
for specific applications – Garments (indumenti);<br />
4. IEC 61340-4-10 Ed. 1 - Test method<br />
for the protection of electrostatic discharge<br />
susceptible Items – Two point resistance<br />
measurement (resistenza punto<br />
punto);<br />
5. IEC 61340-4-7 Ed. 2.0 - Electrostatics<br />
- Part 4-7: Standard test methods<br />
for specific applications – Ionization<br />
(ionizzazione).<br />
In aggiunta si è attivato/ricostituito<br />
un gruppo di lavoro IEC che proprio<br />
al prossimo meeting di Berlino<br />
porrà le basi per sviluppare l’attività di<br />
“maintenance” della normativa relativa<br />
all’imballaggio di parti sensibili a ESD<br />
e nello specifico:<br />
IEC 61340-5-3 Ed. 2.0 Protection of<br />
electronic devices from electrostatic<br />
phenomena – Properties and requirements<br />
classifications for packaging intended<br />
for electrostatic discharge sensitive<br />
devices.<br />
Protezione ESD<br />
e sicurezza<br />
Un aspetto importante, come citato<br />
nel paragrafo 4.0 “Sicurezza del personale”,<br />
è quello che la norma CEI EN<br />
61340-5-1 non può sostituire o prendere<br />
il posto di alcuna prescrizione relativa<br />
alla sicurezza del personale, anche perché<br />
questi aspetti sono gestiti da normative<br />
nazionali.<br />
A tal proposito, un errore che spesso<br />
viene fatto e che a volte disorienta gli<br />
utilizzatori finali è quello di non considerare<br />
che un prodotto ESD conduttivo,<br />
oppure dissipativo per la elettricità<br />
statica, è isolante per la dinamica; valori
di resistenza di 50 Kohm e 100 Kohm<br />
sono considerati valori minimi di resistenza<br />
di isolamento da norme di sicurezza<br />
quale la CEI 64-8. In sede di progettazione<br />
diviene necessario considerare<br />
la tipologia degli impianti così defi<br />
niti:<br />
Impianti a bassa tensione<br />
Sono gli impianti con tensione fi no<br />
a 1000 volt in corrente alternata e 1500<br />
volt in corrente continua, e comprendono<br />
la maggior parte degli impianti privati,<br />
sia civili che industriali.<br />
Impianti a tensione media e alta<br />
Questi impianti, con tensioni superiori<br />
ai 1000 volt in alternata, sono prevalentemente<br />
in uso da parte delle società<br />
di produzione e distribuzione.<br />
C’è da osservare che in ambito legale<br />
si parla solo di bassa tensione o di<br />
alta tensione; la distinzione fra media<br />
ed alta è puramente di uso tecnico.<br />
Generalmente con “media tensione”<br />
s’intende un valore di tensione compreso<br />
fra i 1000 volt e i 30.000.<br />
Per quanto concerne gli impianti a bassa<br />
tensione si dovrà fare riferimento alla<br />
CEI 64-8 “Prescrizioni per la sicurezza<br />
–protezione mediante luoghi non conduttori”<br />
come indicato dal D.gls 81/08 che<br />
sostituisce il precedente DPR 547/55<br />
(abrogato dall’art. 304 del D.gls 81/08),<br />
mentre gli impianti ad alta tensione sono<br />
legiferati dal D.gls 81/08 che consente<br />
interventi per tensioni nominali<br />
superiori a 1000 V in corrente alternata<br />
e di 1500 V in corrente continua<br />
purché:<br />
Riferimenti Bibliografici<br />
1 - i lavori su parti in tensione sono eff ettuati<br />
da aziende autorizzate con specifi<br />
co provvedimento dei competenti<br />
uffi ci del Ministero del lavoro e della<br />
previdenza sociale ad operare sotto<br />
tensione;<br />
2 - l’esecuzione di lavori su parti in tensione<br />
è affi data a lavoratori abilitati<br />
dal datore di lavoro ai sensi della<br />
pertinente normativa tecnica riconosciuti<br />
idonei per tale attività;<br />
3 - le procedure adottate e le attrezzature<br />
utilizzate sono conformi ai criteri<br />
defi niti nelle norme di buona tecnica.<br />
Quanto indicato per gli impianti ad<br />
alta tensione viene citato a scopo informativo,<br />
non contemplando normalmente<br />
la presenza di componenti e parti<br />
sensibili a ESD, mentre per quelli a<br />
bassa tensione ne è possibile la presenza<br />
(in Tabella 2 una sintesi).<br />
In aggiunta, sempre nell’ottica di integrare<br />
i requisiti ESD con quelli specifi<br />
ci della sicurezza, che deve necessariamente<br />
essere rapportata alla applicazione,<br />
si rammenta che una calzatura<br />
ESD di sicurezza (defi nita antistati-<br />
Tabella 2 - Parti sensibili a ESD e loro resistenza alla<br />
tensione<br />
Tipologia Impianto<br />
(Tensione Vac)<br />
Resistenza vs terra<br />
(isolamento)<br />
[1] IEC 61340-5-1, Protection of electronic devices from electrostatic phenomena<br />
- General requirements, 2007<br />
[2] ESD: ANSI/ESD S20.20. - for the development of an Electrostatic Disharge<br />
Control Program for - Protection of electrical and electronic … - 2007<br />
[3] ESD: Caratterizzazione di materiali e prodotti ESD - XI Convegno ESD -<br />
Stefano Oleari - Giuseppe Angelo Reina - Maurizio Parola - XI Convegno ESD<br />
2009 Milano<br />
[4] Criteri di selezione dei materiali - IX Convegno ESD 2007 - R. Teppa - R.<br />
Furno - Giuseppe Angelo Reina<br />
[5] CEI 64-8 “Prescrizioni per la sicurezza - protezione mediante luoghi non<br />
conduttori”<br />
DECRETO – NORMA<br />
APPLICABILE<br />
≤ 500 volt 50 KΩ (CEI 64-8/4) D.gls 81/08 (CEI 64-8/4)<br />
≥500 volt ≤ 1000 volt 100 KΩ (CEI 64-8/4) D.gls 81/08 (CEI 64-8/4)<br />
≥1000 volt Aziende autorizzate D.gls 81/08<br />
ca e considerata DPI: dispositivo per la<br />
protezione individuale) oltre alla CEI<br />
EN 61340-5-1 (Protezione dei dispositivi<br />
elettronici …) deve incontrare la<br />
norma ISO 20345:2004. Questa, in relazione<br />
alla resistenza elettrica di calzature<br />
antistatiche, stabilisce un range che<br />
spazia da: 100 kΩ a 1000 MΩ e, di conseguenza,<br />
si trova assolutamente in linea<br />
con i requisiti della CEI 64-8/4, ma<br />
anche con altre normative equivalenti<br />
quali la VDE 100 tedesca.<br />
Conclusioni<br />
La progettazione di aree protette e di<br />
sistemi di protezione ESD trova nelle<br />
normative di sistema vigenti un valido<br />
apporto. In questa sede non possono essere<br />
trascurati aspetti tipici e spesso vincolanti<br />
sia a livello prodotto sia in ambito<br />
sicurezza; inoltre non devono essere<br />
sottovalutati elementi legati a ergonomia,<br />
manutenzione e vita applicativa<br />
(compatibilità).<br />
In questo ambito l’organizzazione e<br />
la relativa documentazione interna dovrà<br />
indicare chiaramente la defi nizione<br />
dei ruoli e contemplare la presenza di<br />
un coordinatore o di un program manager<br />
ESD il quale dovrà garantire l’idoneità<br />
dei processi produttivi in linea con<br />
stato dell’arte e evoluzione tecnologica.<br />
L’effi cacia di un programma è legata<br />
alla condivisione e i punti fondamentali<br />
sono, come sempre, formazione, disciplina<br />
e competenza in sede di certifi<br />
cazione.<br />
PCB giugno 2012<br />
31
32 PCB giugno 2012<br />
▶ SPECIALE AZIENDE - ESD<br />
Come progettare<br />
un’area EPA<br />
La progettazione di un’area EPA è<br />
fondamentale per garantire una protezione<br />
efficace sui componenti sensibili<br />
al fenomeno ESD, garantendo un HBV<br />
(Human Body Voltage) inferiore<br />
ai 100 V secondo le normative di sistema<br />
CEI EN 61340-5-1 e ANSI S.20.20<br />
di Roberto Teppa e Cristiano Merlo, Magna Electronics<br />
Allo scopo di garantire un<br />
programma affidabile e<br />
robusto si parta dall’analizzare<br />
gli aspetti critici del processo<br />
quali:<br />
Realizzazione istruzione operativa<br />
L‘istruzione operativa ha lo scopo<br />
di definire tutte le attività da svolgere<br />
per attuare il programma ESD in<br />
modo corretto, stabilire i ruoli e le responsabilità<br />
per la gestione e il mantenimento<br />
dello stesso, definire le attrezzature<br />
e la strumentazione da utilizzare<br />
e monitorare all’interno del<br />
processo.<br />
Pavimentazione<br />
Per le nostre aree di produzione si è<br />
dovuto realizzare un pavimento statico<br />
dissipativo per garantire una buona<br />
messa a terra del sistema e realizzare<br />
un accoppiamento pavimento-calzatura<br />
che rispecchi le normative citate<br />
in precedenza.<br />
<strong>Il</strong> tipo di pavimentazione scelto è<br />
stato una resina dissipativa, in quanto<br />
più resistente a movimentazioni<br />
di carrelli e materiale pesante. <strong>Il</strong> valore<br />
di Rg deve essere inferiore ai 35<br />
Mohm e possibilmente avere valori<br />
omogenei su tutta la superficie. <strong>Il</strong><br />
problema principale individuato è il<br />
mantenere la pavimentazione più pulita<br />
possibile, per garantire un buon<br />
accoppiamento pavimento-calzatura.<br />
Superfici di lavoro, carrelli, sedie e tavoli<br />
Le superfici di lavoro all’interno del<br />
nostro processo produttivo sono prevalentemente<br />
banchetti di assemblaggio<br />
scheda elettronica con tappeti antistatici<br />
collegati a terra.<br />
Le sedie sono rivestite da fodere<br />
antistatiche e hanno le ruote conduttive.<br />
Tutti i carrelli su cui vengono<br />
movimentate le schede elettroniche<br />
hanno almeno una ruota di tipo<br />
conduttivo.<br />
Definire e delimitare l’area interessata<br />
In prima analisi si sono definite le<br />
aree, ben delimitate da nastri gialli e<br />
contraddistinti da cartelli che segnalano<br />
il tipo di prodotto e l’area EPA.<br />
L’accesso a questa area è consentito<br />
solo a persone dotate di protezioni<br />
contro le ESD che devono obbligatoriamente<br />
testarsi sull’apposita apparecchiatura<br />
e registrare l’avvenuto<br />
controllo.<br />
Definire i materiali consentiti<br />
La definizione dei materiali consentiti<br />
all’interno del processo risulta<br />
essere una componente molto importante,<br />
in quanto permette di garantire<br />
un sistema di protezione robusto e<br />
affidabile anche a bassi valori di UR<br />
(12%). Quindi è stata valutata la gestione<br />
dei materiali isolanti all’interno<br />
dell’EPA, utilizzando ove necessario<br />
sistemi ionizzanti.<br />
Definire gli imballi per la movimentazione<br />
Gli imballi per la movimentazione<br />
delle schede elettroniche sono stati<br />
appositamente studiati e realizzati per<br />
evitare danneggiamenti e contaminazione<br />
da polveri.<br />
Sistemi di protezione attiva (ionizzatori)<br />
In alcune fasi del processo si è reso<br />
necessario utilizzare materiali isolanti,<br />
sia per le attrezzature, sia come<br />
componenti del prodotto assemblato.<br />
Questi materiali possono dare origine<br />
a fenomeni ESD, pertanto si sono<br />
utilizzati degli apparati ionizzanti che<br />
garantiscono un decay time
Protezioni del personale<br />
<strong>Il</strong> personale che opera all’interno<br />
dell’area EPA è dotato di indumenti<br />
antistatici e di calzature ESD che<br />
permettono di ottenere un valore di<br />
HBV < 100V e quindi garantire una<br />
protezione adeguata per le parti sensibili.<br />
Chiaramente non solo il personale<br />
operativo deve proteggersi, ma<br />
chiunque acceda all’interno dell’EPA:<br />
manager, tecnici, addetti alle pulizie,<br />
visitatori, ecc.<br />
Riguardo a questo argomento occorre<br />
monitorare continuamente il<br />
personale e accertarsi tramite opportuni<br />
moduli l’avvenuto controllo con<br />
il tester.<br />
Implementazioni di circuiti di protezione<br />
Anche la progettazione delle schede<br />
elettroniche fa sì che i circuiti elettronici<br />
abbiano una rete di protezione<br />
contro le scariche elettrostatiche, nella<br />
fase di validazione del prodotto si effettuano<br />
anche le prove di laboratorio<br />
finalizzate a questo scopo.<br />
Andamento degli scarti riferiti a ESD<br />
Viene svolto un lavoro di analisi su<br />
tutti gli scarti e i resi cliente, se ci so-<br />
no scarti dovuti a ESD viene redatto<br />
dalla qualità un report specifico.<br />
Gestione del programma<br />
Training generale<br />
Dopo aver adeguato la struttura è<br />
necessario che tutte le persone che<br />
operano all’interno siano consapevoli<br />
delle regole e che le rispettino. A<br />
questo proposito abbiamo formato il<br />
100% del personale a partire dai lavoratori<br />
di produzione fino ad arrivare<br />
al GM su quali sono i pericoli verso<br />
i prodotti e come devono comportarsi<br />
all’interno del plant. <strong>Il</strong> training di circa<br />
un’ora viene eseguito dal coordinatore<br />
ESD. Questa formazione è uno<br />
dei requisiti di base dei dipendenti<br />
Magna Campiglione, viene gestita<br />
e registrata dall’ufficio risorse umane.<br />
A conferma dell’avvenuta formazione<br />
e per verificarne la comprensione delle<br />
regole ESD, al personale viene sottoposto<br />
un questionario.<br />
Training focal point<br />
In ogni area di produzione abbiamo<br />
nominato dei focal point. Essi<br />
hanno il compito di monitorare tramite<br />
controlli specifici, l’efficacia del-<br />
le protezioni attive e passive, di mantenere<br />
in condizioni funzionali attrezzature<br />
e collegamenti, e di segnalare<br />
eventuali derive ai loro responsabili<br />
e ai coordinatori ESD. Inoltre<br />
essendo personale diretto o indiretto<br />
di produzione, contribuiscono al diffondere<br />
della cultura verso i rischi da<br />
scariche elettrostatiche ogni giorno e<br />
a ogni livello. La formazione dei focal<br />
point viene eseguita al nostro interno<br />
dai coordinatori ESD e si articola<br />
in tre step:<br />
1) formazione teorica approfondita;<br />
2) formazione pratica sui metodi di<br />
misura e di mantenimento;<br />
3) test finale.<br />
La formazione viene rinforzata e<br />
implementata da aggiornamenti annuali.<br />
Control plan<br />
È fondamentale per il funzionamento<br />
del programma stabilire e realizzare<br />
un piano di mantenimento del<br />
sistema delle protezione in uso e della<br />
struttura. I punti cardine su cui lavorare<br />
sono:<br />
Monitoraggio<br />
<strong>Il</strong> monitoraggio giornaliero è eseguito<br />
dal personale operativo, che<br />
deve testare braccialetti e calzature<br />
quotidianamente con l’apposito<br />
tester, posto all’ingresso dei reparti<br />
produttivi e registrare sull’apposito<br />
modulo l’avvenuto controllo. I focal<br />
point, seguendo uno specifico piano<br />
redatto dai coordinatori ESD appositamente<br />
per ogni area di processo,<br />
controllano le caratteristiche base<br />
della struttura e delle attrezzature:<br />
connessioni banchi e macchine, superfici<br />
di lavoro, pavimentazione, sedie,<br />
contenitori, temperatura, umidità<br />
relativa etc.<br />
I controlli sono pianificati a intervalli<br />
di tempo differenziati secondo i<br />
rischi e le necessità.<br />
PCB giugno 2012<br />
33
34 PCB giugno 2012<br />
Sopra, esempio di scheda<br />
per la raccolta dei dati,<br />
qui a lato la scheda piano<br />
azioni correttive<br />
I focal point registrano i valori misurati,<br />
e in caso di deriva intervengono<br />
per il ripristino se possibile, o segnalano<br />
al coordinatore per l’attivazione<br />
di un piano di azioni correttive.<br />
Metodi di misura<br />
Le misure vengono eseguite tramite<br />
un Mega Ohmetro specifi co per<br />
gli audit, con un kit di elettrodi, cavi<br />
e contatti per le misure Rs ed Rg.<br />
Temperatura e umidità vengono misurati<br />
tramite termo-igrometro fi sso<br />
in ogni reparto produttivo. Come tutti<br />
gli altri strumenti di misura, sono<br />
certifi cati periodicamente dalla metrologia.<br />
Al fi ne di rendere le misure univoche<br />
ed immediate abbiamo redatto<br />
una tabella con dei limiti min e max<br />
per le caratteristiche che vogliamo<br />
monitorare. Tale istruzione operativa<br />
fa riferimento alla IEC 61340-5-1.<br />
Azioni correttive<br />
In caso di deriva su una caratteristica<br />
verifi cata, occorre intervenire immediatamente.<br />
Se questo non è possibile,<br />
il focal point con il coordinatore<br />
ESD e il responsabile dell’area in<br />
questione, devono registrare sul PAC<br />
(Piano di Azioni Correttive) le attività<br />
concordate.<br />
<strong>Il</strong> piano deve essere esposto in<br />
una zona di passaggio e ben visibile<br />
da tutti i membri del team, al fi ne<br />
di garantire la chiusura dell’azione nei<br />
tempi e nei modi stabiliti.<br />
Conclusioni<br />
Le attività di maintenance sono un<br />
elemento decisamente critico e fondamentale<br />
affi nché la gestione della<br />
statica sia opportuna nell’ambito nei<br />
processi produttivi: la cattiva gestione<br />
può introdurre problemi molto seri<br />
sia nei processi elettronici ma soprattutto<br />
sul risultato dei prodotti stessi.<br />
Anche la scelta più sofi sticata e costosa<br />
può essere inibita attraverso operazioni<br />
di mantenimento improprie o la<br />
mancanza di attività di monitoraggio<br />
nei termini necessari che sono indicati<br />
da norme vigenti e/o tipologia soluzioni<br />
adottate. Sono quindi necessari<br />
una struttura adeguata, una cultura<br />
radicata e diff usa e un monitoraggio<br />
continuo e attivo.<br />
Per soddisfare i requisiti richiesti<br />
è fondamentale predisporre un programma<br />
di controllo in grado di limitare<br />
al minimo le possibilità di errore<br />
e che coinvolga tutte le funzioni<br />
e i reparti impattati direttamente<br />
ed indirettamente nella gestione della<br />
statica.<br />
Magna Electronics<br />
www.magna.com
34 PCB giugno 2012<br />
Sopra, esempio di scheda<br />
per la raccolta dei dati,<br />
qui a lato la scheda piano<br />
azioni correttive<br />
I focal point registrano i valori misurati,<br />
e in caso di deriva intervengono<br />
per il ripristino se possibile, o segnalano<br />
al coordinatore per l’attivazione<br />
di un piano di azioni correttive.<br />
Metodi di misura<br />
Le misure vengono eseguite tramite<br />
un Mega Ohmetro specifi co per<br />
gli audit, con un kit di elettrodi, cavi<br />
e contatti per le misure Rs ed Rg.<br />
Temperatura e umidità vengono misurati<br />
tramite termo-igrometro fi sso<br />
in ogni reparto produttivo. Come tutti<br />
gli altri strumenti di misura, sono<br />
certifi cati periodicamente dalla metrologia.<br />
Al fi ne di rendere le misure univoche<br />
ed immediate abbiamo redatto<br />
una tabella con dei limiti min e max<br />
per le caratteristiche che vogliamo<br />
monitorare. Tale istruzione operativa<br />
fa riferimento alla IEC 61340-5-1.<br />
Azioni correttive<br />
In caso di deriva su una caratteristica<br />
verifi cata, occorre intervenire immediatamente.<br />
Se questo non è possibile,<br />
il focal point con il coordinatore<br />
ESD e il responsabile dell’area in<br />
questione, devono registrare sul PAC<br />
(Piano di Azioni Correttive) le attività<br />
concordate.<br />
<strong>Il</strong> piano deve essere esposto in<br />
una zona di passaggio e ben visibile<br />
da tutti i membri del team, al fi ne<br />
di garantire la chiusura dell’azione nei<br />
tempi e nei modi stabiliti.<br />
Conclusioni<br />
Le attività di maintenance sono un<br />
elemento decisamente critico e fondamentale<br />
affi nché la gestione della<br />
statica sia opportuna nell’ambito nei<br />
processi produttivi: la cattiva gestione<br />
può introdurre problemi molto seri<br />
sia nei processi elettronici ma soprattutto<br />
sul risultato dei prodotti stessi.<br />
Anche la scelta più sofi sticata e costosa<br />
può essere inibita attraverso operazioni<br />
di mantenimento improprie o la<br />
mancanza di attività di monitoraggio<br />
nei termini necessari che sono indicati<br />
da norme vigenti e/o tipologia soluzioni<br />
adottate. Sono quindi necessari<br />
una struttura adeguata, una cultura<br />
radicata e diff usa e un monitoraggio<br />
continuo e attivo.<br />
Per soddisfare i requisiti richiesti<br />
è fondamentale predisporre un programma<br />
di controllo in grado di limitare<br />
al minimo le possibilità di errore<br />
e che coinvolga tutte le funzioni<br />
e i reparti impattati direttamente<br />
ed indirettamente nella gestione della<br />
statica.<br />
Magna Electronics<br />
www.magna.com
36 PCB giugno 2012<br />
▶ SPECIALE PRODOTTI - ESD<br />
Pavimentazione<br />
anti ESD negli ambienti<br />
controllati<br />
Ovvero, come gestire in modo integrato<br />
gli aspetti tecnici, manutentivi e di<br />
sicurezza ambientale nelle opere di posa di<br />
pavimentazioni anti ESD<br />
di Alessandro Bonafede, Nora System<br />
La protezione delle apparecchiature<br />
e degli operatori dalle<br />
scariche elettrostatiche (Electrostatic<br />
Discharge–ESD) è da sem-<br />
Fig. 1 - Installazione G-Tech, USA<br />
pre una problematica importante<br />
negli ambienti ESD, in quanto influisce<br />
sulla resa produttiva e sulla gestione<br />
dei costi produttivi, sulla qualità<br />
e affidabilità del prodotto e, dunque,<br />
sulla redditività. È ormai provato che<br />
nei processi produttivi dell’industria<br />
elettronica ed elettromeccanica il<br />
rischio di guasti arrecati dalle cariche<br />
elettrostatiche sui componenti, schede<br />
e prodotti finiti, risulta sempre di<br />
più critico, in quanto questo influenza<br />
negativamente i costi della produzione<br />
e la soddisfazione dei clienti (guasti<br />
latenti).<br />
Onde evitare rischi e costi incalcolabili<br />
occorre adottare misure idonee<br />
per proteggere le apparecchiature e i<br />
prodotti dalle scariche elettrostatiche.<br />
Requisiti di base<br />
Uno dei sistemi di protezione di<br />
maggior efficacia è la pavimentazione.<br />
<strong>Il</strong> pavimento destinato a un ambiente<br />
ESD deve garantire:<br />
- proprietà elettrostatiche, in grado<br />
di salvaguardare i componenti<br />
elettronici, gli equipaggiamenti<br />
e gli operatori, contro le scosse<br />
elettriche (un potenziale sul corpo<br />
umano massimo di 100 volt<br />
(HBV) in grado di non danneggiare<br />
la maggior parte dei componenti<br />
elettronici);<br />
- libertà di movimento rispetto ad<br />
altri sistemi per la protezione ESD<br />
del personale che trasporta componenti<br />
sensibili a ESD e che opera<br />
in piedi nel processo produttivo;
- proprietà fisiche, meccaniche,<br />
resistenza chimica:<br />
la durata, la resistenza<br />
allo slittamento e<br />
all’abrasione, la resistenza<br />
al fuoco e al traffico<br />
dei carrelli;<br />
- facilità, economicità dei<br />
metodi manutentivi;<br />
- salubrità del sito: cioè<br />
la limitazione al minimo<br />
dell’emissione di sostanze<br />
volatili organiche pericolose<br />
per l’uomo e per<br />
l’ambiente.<br />
Opportunità<br />
Una scelta di rivestimento<br />
sicuro è senza dubbio la<br />
pavimentazione in gomma,<br />
in quanto per natura presenta una ridotta<br />
tendenza a caricarsi elettrostaticamente<br />
sia nella versione conduttiva<br />
(
38 PCB giugno 2012<br />
▶ PROGETTAZIONE - CAD<br />
Quando l’E-Cad<br />
incontra l’M-Cad<br />
La soluzione dei complessi problemi<br />
progettuali passa oggi per un’inevitabile<br />
integrazione fra campi lontani fra loro, ma<br />
legati da vincoli strettissimi<br />
di Frank Krämer, Altium Europe<br />
Si sente spesso<br />
dire che quando<br />
i processi produttivi<br />
migrano verso<br />
le regioni economicamente<br />
più convenienti,<br />
chi ne soff re sono le economie<br />
più sviluppate. Un<br />
altro punto di vista è quello per<br />
cui trasferendo i lavori ripetitivi<br />
all’esterno, alle risorse che precedentemente<br />
si occupavano di attività di<br />
basso valore vengono ora presentate<br />
ben più interessanti opportunità. La<br />
stessa cosa dicasi per la progettazione:<br />
utilizzando strumenti automatizzati<br />
di progettazione, gli ingegneri hanno<br />
la possibilità di accrescere la loro produttività.<br />
È impensabile oggi per un<br />
ingegnere non utilizzare un approccio<br />
computerizzato nella progettazione<br />
di un pcb, anche se sarebbe sempre<br />
possibile eseguirlo senza strumenti di<br />
supporto.<br />
E così come le economie si devono<br />
adattare al cambiamento delle condizioni<br />
globali, i gruppi di ingegneri sono<br />
incoraggiati e incentivati a utilizzare<br />
qualsiasi strumento produttivo sia al<br />
momento a disposizione. Per gli inge-<br />
gneri progettisti del settore elettronico<br />
l’uso degli strumenti EDA ha aumentato<br />
grandemente i processi produttivi, a<br />
partire dal componente fi no al prodotto<br />
fi nito. Così come è possibile accelerare<br />
i processi di progettazione, ora è possibile<br />
simulare o emulare ogni parte di<br />
un progetto elettronico prima che qualsiasi<br />
componente venga acquistato. Nel<br />
campo dello sviluppo dei circuiti integrati,<br />
per esempio, l’ultimo passo che<br />
rappresenta un processo lungo e costoso<br />
è quello di collegare il progetto alla<br />
base di silicio. Ciò è dovuto agli enormi<br />
costi legati alla produzione dei dispositivi<br />
integrati, costi che sono determinati<br />
principalmente dalla necessità di vendere<br />
il dispositivo fi nale in grandi volumi.<br />
La stessa cosa non è tuttavia vera<br />
per tutti i dispositivi elettronici prodotti<br />
al giorno d’oggi: molti di questi sono infatti<br />
assai meno legati ai costi delle attività<br />
d’ingegneria di quanto non si possa<br />
pensare. Ciò non avviene però nel caso<br />
della progettazione meccanica, dato che<br />
esistono implicazioni signifi cative<br />
in termini di costo a causa<br />
degli strumenti utilizzati<br />
per le riprogettazioni, per<br />
esempio, per l’eliminazione<br />
di problemi che<br />
riguardano la parte<br />
di prodotto interna<br />
ai pcb.<br />
I progressi<br />
eff ettuati negli<br />
strumenti EDA<br />
dimostrano che sta<br />
diventando sempre più<br />
semplice simulare la forma esterna<br />
del prodotto e le sue funzioni prima che<br />
questo venga fabbricato. Anche in questo<br />
caso, con l’ovvia eccezione della progettazione<br />
dei circuiti integrati, il progresso<br />
negli strumenti per l’automazione<br />
del processo nel settore elettronico<br />
è stato indirizzato principalmente verso<br />
applicazioni di nicchia e verso mercati<br />
verticali. La progettazione di un<br />
pcb è un esempio: esistono innumerevoli<br />
strumenti a basso costo per la progettazione<br />
di un pcb che sono ideali per<br />
la creazione di layout a singola faccia o a<br />
doppia faccia, ma assai pochi che siano<br />
capaci di intervenire su pcb multistrato<br />
dotati di segnali ad alta velocità e a segnali<br />
misti e ancor meno quelli capaci<br />
di incorporare strumenti effi caci d’analisi<br />
che garantiscano che l’integrità del<br />
segnale non venga compromessa.
Per coloro che progettano dispositivi<br />
con tali caratteristiche, gli strumenti<br />
sono importantissimi. Questi offrono<br />
l’unica soluzione realistica per sviluppare<br />
tali tipi di prodotti, prodotti che<br />
al momento diamo per scontato nel nostro<br />
stile di vita digitale. Per esempio, le<br />
telecomunicazioni mobili non potrebbero<br />
essere possibili senza sofisticati<br />
strumenti EDA; questi hanno permesso<br />
agli ingegneri di sviluppare complessi<br />
dispositivi a segnali misti e sistemi che<br />
permettano di rendere le reti 3G e gli<br />
smartphone una realtà.<br />
Gli esempi sono numerosi, ma la tendenza<br />
è quella che più è complessa la<br />
fase di progettazione, più sofisticati devono<br />
essere gli strumenti utilizzati. In<br />
ogni caso c’è sempre un aspetto della<br />
progettazione che è applicabile praticamente<br />
a ogni singolo sviluppo di prodotto,<br />
senza tenere conto della sua complessità<br />
funzionale o del suo valore finale<br />
sul mercato.<br />
L’incrocio dei campi<br />
progettuali<br />
L’integrazione della progettazione<br />
elettronica e meccanica è un fatto inesorabile.<br />
Con poche eccezioni il progetto<br />
di un pcb non è solo influenzato dai<br />
componenti che questo dovrà ospitare,<br />
ma anche dallo spazio che questo occupa.<br />
Diversi prodotti impiegano oggi<br />
un’unica scheda e, in tali casi, le dimensioni<br />
e la forma del pcb dipendono<br />
meno dalla sue potenziali funzionalità<br />
e molto di più da fattori di relazione<br />
con l’ambiente fisico. Infatti, in certi casi<br />
- in particolare nei dispositivi consumer<br />
- la forma e le dimensioni del prodotto<br />
finale definiranno in realtà lo spazio<br />
disponibile per il pcb e per tutti i<br />
suoi componenti. In questi casi il progetto<br />
meccanico determina entrambi i<br />
campi e, nonostante ciò, rimangono ancora<br />
limitate le interazioni fra gli strumenti<br />
CAD dedicati agli aspetti meccanici<br />
e quelli invece che si occupano<br />
Fig. 1 - Con la visualizzazione 3D è possibile anticipare gli ingombri progettuali<br />
della progettazione elettronica propriamente<br />
detta.<br />
Mentre lo scopo del produttore dello<br />
strumento CAD è comprensibilmente<br />
dedicato alla complessità del progetto<br />
elettronico, le sue controparti si sono<br />
occupate di migliorare gli strumenti<br />
M-CAD per renderli totalmente compatibili<br />
con le potenzialità grafiche e di<br />
processo degli ultimi computer attualmente<br />
disponibili sul mercato. È oggi<br />
assai comune per gli ingegneri progettisti<br />
specializzati nella progettazione<br />
meccanica di avere accesso in tempo reale<br />
alle rappresentazioni tridimensionali<br />
del loro progetto. Dal punto di vista<br />
dell’aumento della produttività, è difficile<br />
negare il valore insito di un prodot-<br />
to osservandolo in un ambiente 3D che<br />
permetta la manipolazione dello stesso<br />
attraverso diversi angoli di osservazione.<br />
È importante ricordare che, mentre<br />
i circuiti integrati continuano a ridursi<br />
nelle loro dimensioni, i componenti<br />
che li affiancano spesso non riescono<br />
a stare al passo della miniaturizzazione.<br />
In modo specifico, i principali limiti<br />
delle dimensioni fisiche dei componenti<br />
passivi quali i trasformatori, i resistori,<br />
i condensatori e gli induttori e là<br />
dove vi siano meno necessità di un gran<br />
numero di connettori come nei dispositivi<br />
più moderni, quelli che rimangono<br />
sono obbligati ad adattarsi a restrizioni<br />
fisiche importanti legati alle loro dimensioni<br />
e, soprattutto, a dove debbano<br />
Fig. 2 - L’approccio integrato è essenziale quando l’involucro del progetto detta le<br />
dimensioni e gli ingombri del dispositivo<br />
PCB giugno 2012<br />
39
40 PCB giugno 2012<br />
Fig. 3 - L’elettronica moderna richiede un atteggiamento sempre più integrato fra<br />
i vari domini progettuali<br />
essere collocati sulla scheda. Comunque<br />
questo non è un problema insormontabile,<br />
visto che al momento esistono<br />
numerosi modelli 3D per componenti<br />
standard quali i componenti passivi<br />
e i connettori che possono essere usati<br />
e manipolati in un numero sempre più<br />
grande di package CAD.<br />
La creazione sempre più diff usa di<br />
questi modelli 3D è segno di un rinnovato<br />
interesse dei produttori per l’integrazione<br />
E-CAD/M-CAD. Si tratta<br />
di una tendenza che molte aziende credono<br />
continuerà nel tempo, portando<br />
a guadagni produttivi signifi cativi agli<br />
sviluppatori che si occupano di entrambi<br />
i campi applicativi.<br />
<strong>Il</strong> più signifi cativo sviluppo lungo<br />
la strada verso la totale integrazione<br />
è stata l’introduzione del protocol-<br />
lo di scambio progettuale che i produttori<br />
di E-CAD e di M-CAD portebbero<br />
adottare. Sebbene nel passato<br />
abbiano avuto luogo diversi tentativi<br />
di integrare i due campi, questi sono<br />
stati limitati da una mancanza di cooperazione<br />
fra i fornitori che ha creato<br />
nuove diffi coltà anziché eliminarne.<br />
Con l’introduzione dello STEP (lo<br />
STandard for the Exchange of Product, lo<br />
standard per lo scambio dei prodotti),<br />
in particolare la versione AP che defi -<br />
nisce i modelli 3D, lo scambio di dati<br />
progettuali è diventato più semplice. <strong>Il</strong><br />
settore M-CAD è stato rapido nell’integrare<br />
lo STEP AP214, ma lo stesso<br />
non è avvenuto per il settore E-CAD.<br />
L’Altium Designer, l’ambiente di progettazione<br />
unifi cata di Altium, supporta<br />
invece tranquillamente l’impor-<br />
Fig. 4 - Le dimensioni e gli ingombri dei componenti possono essere previsti prima<br />
della fase di produzione<br />
tazione e/o l’esportazione, così come la<br />
manipolazione di fi le STEP e tali caratteristiche<br />
le affi anca alla sua generale<br />
funzionalità di progettazione dei pcb<br />
portando a un nuovo livello di potenzialità<br />
progettuale gli ingegneri elettronici<br />
che lo utilizzano.<br />
Capacità 3D nello spazio<br />
del pcb<br />
Molti strumenti M-CAD supportano<br />
oggi modelli 3D di pcb popolati<br />
di componenti che siano stati creati<br />
da strumenti di sviluppo di terze parti.<br />
Sebbene ciò off ra una valida visualizzazione<br />
di come il pcb e il supporto interagiscano<br />
fra loro, ciò non dà tuttavia<br />
la possibilità all’ambiente meccanico circostante<br />
di fornire al progettista di pcb<br />
le dimensioni critiche, gli spazi vuoti o<br />
gli altri elementi spaziali fonti di possibili<br />
problemi. Oltre a ciò, l’ingegnere che<br />
si occupa di progetti meccanici dispone<br />
di meno strumenti che gli permettano di<br />
rendersi conto di aver bisogno di particolari<br />
componenti da collocare, in particolare<br />
quando si sia in presenza di alte<br />
velocità, segnali misti o segnali ad alta<br />
tensione.<br />
L’adozione del formato STEP presente<br />
all’interno dell’Altium Designer<br />
supera tali restrizioni. Questo strumento<br />
permette infatti agli ingegneri, non<br />
solo di utilizzare il modello 3D di un<br />
contenitore visualizzando il prodotto<br />
fi nito, ma di adottare in modo attivo<br />
un approccio tridimensionale a ciò<br />
che essi devono progettare. Integrato<br />
nell’AP214, il formato dispone di abbastanza<br />
dati da permettere al modello<br />
importato di un contenitore di essere<br />
usato in realtà defi nendo le dimensioni<br />
del pcb e superando con ciò i problemi<br />
di accuratezza e di trasferimento manuale<br />
delle misure critiche da un campo<br />
di progettazione all’altro. Questa capacità<br />
permette di compiere un deciso<br />
passo avanti consentendo agli ingegneri<br />
elettronici di progettare in vista diretta-
mente della produzione, legando strettamente<br />
il campo meccanico al processo<br />
di progettazione della sfera elettronica.<br />
Inoltre, la capacità di definire i requisiti<br />
imposti dalle dimesnioni in un formato<br />
3D permette agli ingegneri dei due<br />
diversi campi di progettazione di poter<br />
valutare istantaneamente il risultato<br />
delle eventuali trasformazioni del progetto.<br />
Combinando i modelli di contenitore<br />
con il pcb, all’interno dell’Altium<br />
Designer un ingegnere progettista può<br />
manipolare la rappresentazione 3D risultante<br />
operando misurazioni attive degli<br />
spazi. Tali caratteristiche innovative<br />
fanno sì che l’ingegnere elettronico<br />
acquisisca una completa conoscenza di<br />
come dovrà essere il pcb ben prima che<br />
questo entri in produzione.<br />
Per rendere il processo ancora più<br />
produttivo, i modelli possono essere legati<br />
in modo da far sì che ogni cambiamento<br />
operato in uno dei due campi<br />
venga a riflettersi in modo efficace<br />
sull’altro. Ciò significa che ogni modi-<br />
fica apportata al contenitore verrà vista<br />
dall’ingegnere elettronico e ogni alterazione<br />
apportata al pcb o ai suoi componenti<br />
verrà automaticamente inviata<br />
all’ingegnere che si occupa della progettazione<br />
meccanica.<br />
La chiave di volta di tale funzionalità è<br />
l’abilità, non tanto di manipolare un singolo<br />
modello 3D, ma di coordinare modelli<br />
multipli in uno spazio virtuale tridimensionale,<br />
usando punti di riferimento.<br />
Allineando precisamente i modelli delle<br />
parti di un contenitore e un pcb già popolato<br />
di componenti, l’ingegnere progettista<br />
potrà valutare gli spazi critici, così<br />
come il modo in cui il pcb si adatterà al<br />
contenitore, oppure al bisogno di inserire<br />
elementi di supporto e fissaggio, preservando<br />
nel contempo gli obiettivi globali<br />
di mercato del prodotto.<br />
Un altro vantaggio di lavorare in un<br />
mondo virtuale è poi quello che gli ingegneri<br />
possono operare una sperimentazione<br />
senza andare incontro a<br />
costi. Per esempio, se un componente<br />
viene progettato tridimensionalmente,<br />
sarà possibile piazzarlo in modo<br />
che questo passi attraverso un secondo.<br />
L’immagine di un componente disegnato<br />
in tale modo è tale che esso possa<br />
anche penetrare attraverso il contenitore;<br />
ciò può apparire non convenzionale,<br />
ma potrebbe risolvere non pochi<br />
dilemmi progettuali. Per raggiungere<br />
tale risultato usando modelli reali<br />
si richiederebbero ore e ore di sforzi,<br />
mentre in ambito virtuale tutto ciò sarebbe<br />
semplice come cambiare un solo<br />
punto di riferimento. Questa stretta<br />
relazione fra i campi elettronico e meccanico<br />
è oggi possibile solo con l’utilizzo<br />
del formato STEP. Incorporare il<br />
formato STEP in un ambiente di progettazione<br />
di pcb segna un vero e proprio<br />
passo avanti verso la creazione di<br />
un approccio veramente unificato allo<br />
sviluppo del prodotto.<br />
Altium Europe<br />
www.altium.com
A<br />
42 PCB giugno 2012<br />
▶ PROGETTAZIONE - HIGH SPEED<br />
Comprendere gli effetti<br />
delle via<br />
L’incremento delle velocità dei segnali<br />
comporta una serie di nuove sfide<br />
progettuali da affrontare che richiedono la<br />
soluzione di problemi completamente nuovi<br />
rispetto al passato<br />
di Zhen Mu, Mentor Graphics<br />
Fig. 1a - Schema generale del percorso del segnale tra due chip, con il percorso<br />
critico evidenziato in rosso<br />
B<br />
Negli ultimi anni la domanda<br />
di elevate velocità di elaborazione<br />
e di trasmissione delle<br />
informazioni è cresciuta in modo<br />
vertiginoso, di conseguenza la progettazione<br />
di schede presenta segnali<br />
aventi frequenze dell’ordine delle<br />
decine di Gbps. Infatti oggi i progetti<br />
delle memorie di tipo avanzato sono<br />
infatti oggi orientati verso frequenze<br />
di trasmissioni di dati di oltre<br />
10 Gbps, e anche le interfacce<br />
SERDES si stanno indirizzando verso<br />
i 25-28 Gbps.<br />
L’incremento delle velocità dei segnali<br />
comporta una serie di nuove sfide progettuali<br />
da affrontare per la soluzione di<br />
problemi completamente nuovi. In tali<br />
condizioni, le caratteristiche elettriche<br />
dei percorsi seguiti dai segnali sulle<br />
schede e nelle interconnessioni manifestano<br />
dei problemi che a velocità inferiori<br />
potevano risultare trascurabili, come ad<br />
esempio una significativa perdita dielettrica,<br />
o la discontinuità di impedenza nel<br />
percorso del segnale.<br />
Fig. 1b - Tipica rappresentazione schematica di un canale, utilizzata per la simulazione degli effetti delle via
Canali diversi, diverse<br />
metodologie<br />
Per un tipico canale SERDES<br />
(Fig. 1), i contributi alla discontinuità<br />
provengono dalle via per il<br />
trasferimento dei segnali tra i layer,<br />
dai connettori necessari per realizzazioni<br />
multi-scheda e, infine, dai<br />
package.<br />
Per quanto attiene alla progettazione<br />
dei pcb, ovviamente, gli unici contributi<br />
sotto il controllo dei progettisti<br />
sono quelli relativi alle configurazioni<br />
delle via.<br />
Consideriamo il percorso attraverso<br />
un singolo foro di via, per uno stackup<br />
standard di un pcb. Quando il<br />
segnale che attraversa la via ha una<br />
velocità limitata (più precisamente,<br />
quando i tempi dei fronti di salita e<br />
discesa sono relativamente lunghi), gli<br />
effetti indotti dalle via sono del tutto<br />
insignificanti.<br />
A<br />
Fig. 3a - Una coppia di via differenziali caratterizzate<br />
dalla presenza di stub di grandi dimensioni<br />
Tuttavia, quando l’edge rate dei<br />
segnali è più rapido (ed i tempi di salita/discesa<br />
si riducono fino a circa<br />
100 ps), le via producono effetti rilevanti<br />
sia di ritardo sia di degrado dei<br />
segnali (Fig. 2).<br />
Quelli mostrati sono i tipici<br />
effetti di discontinuità nell’integrità<br />
del segnale (SI, Signal<br />
Integrity) presenti in una reale<br />
struttura 3D.<br />
A<br />
Fig. 2a - Una semplice topologia di rete con il percorso di segnale attraverso un<br />
singolo foro di via<br />
B<br />
Fig. 2b - Con limitate velocità dei<br />
segnali, gli effetti indotti dalle via<br />
sono trascurabili<br />
B<br />
Fig. 3c - Confronto dei<br />
diagrammi ad occhio<br />
nei casi di via con e<br />
senza stub<br />
Fig. 2c - Con velocità dei segnali più<br />
elevate (dell’ordine di diversi Gbps),<br />
gli effetti delle via non possono più<br />
essere ignorati<br />
Fig. 3b - Confronto dei parametri S nei casi di via con<br />
gli stub (a sinistra) e senza stub (a destra)<br />
C<br />
C<br />
PCB giugno 2012<br />
43
44 PCB giugno 2012<br />
Fig. 4a - Rappresentazione 3D e 2D di una coppia di via differenziali con numerose piazzole inutilizzate<br />
Effetti delle via differenziali<br />
Ai fini dell’analisi dei canali, vanno<br />
poi considerati gli effetti delle via differenziali<br />
presenti sui percorsi dei segnali.<br />
Diversi aspetti della loro configurazione,<br />
infatti, introducono effetti di degrado<br />
del segnale. L’elemento più importante<br />
Fig. 5a - Una coppia di via differenziali affiancate<br />
da 2 stitching vias<br />
B<br />
Fig. 4b -<br />
Confronto dei<br />
parametri S, in<br />
rosa con piazzole<br />
inutilizzate<br />
presenti<br />
mentre in rosso<br />
con piazzole<br />
inutilizzate<br />
rimosse<br />
è rappresentato dagli stub presenti nelle<br />
via. Stub di dimensioni eccessive possono<br />
arrivare anche ad interrompere completamente<br />
la trasmissione del segnale a<br />
certe frequenze.<br />
La Fig. 3 mostra una coppia di via differenziali<br />
presenti in una scheda formata<br />
da 16 strati, confrontandone poi i pa-<br />
rametri S nel caso di due possibili configurazioni,<br />
una con gli stub e una priva<br />
di stub. Sono evidenti i picchi di risonanza<br />
indesiderati creati dagli stub delle<br />
via (in questo esempio, ad una frequenza<br />
di circa 8 GHz). Le componenti dello<br />
spettro del segnale prossime a quelle<br />
frequenze non possono essere trasmesse.<br />
Di conseguenza, il diagramma a occhio<br />
all’estremità del ricevitore evidenzia, nel<br />
caso con gli stub, un’apertura dell’occhio<br />
di minori dimensioni.<br />
Inoltre, considerando il fatto che i segnali<br />
differenziali presenti su un canale<br />
sono normalmente caratterizzati da<br />
un layer di ingresso ed uno di uscita, si<br />
può presumere che molte delle piazzole<br />
presenti intorno ai fori di via rimangano<br />
inutilizzate. Anche tali piazzole possono<br />
causare problemi d’integrità del segnale.<br />
A B<br />
Fig. 5b - Confronto della perdita di inserimento, mediante<br />
parametri S, in giallo con stitching vias disposte vicino, in rosa con<br />
stitching vias disposte lontano e in verde senza stitching vias<br />
A
La Fig. 4 mostra una configurazione in cui una coppia di via<br />
attraversa lo stackup di un scheda di 26 strati. Se il progettista<br />
lasciasse intatte nel progetto anche tutte le piazzole non funzionali,<br />
potrebbe rilevare dei significativi picchi di risonanza alle<br />
frequenze più basse. La rimozione dallo schema delle piazzole<br />
inutilizzate, invece, contribuisce a spingere tali picchi verso<br />
frequenze più elevate, con evidenti benefici per la trasmissione<br />
dei segnali. Questa tecnica progettuale può rivelarsi particolarmente<br />
utile in quei casi in cui sarebbe poco pratica la rimozione<br />
di lunghi stub delle via mediante tecniche di “back-drilling”.<br />
I pro e i contro delle stitching vias<br />
Un foro di via costituisce un metodo per realizzare il routing<br />
di un segnale, trasferendolo da un layer ad un altro. Quando avviene<br />
il salto di layer, tuttavia, il percorso della corrente di ritorno<br />
risulta interrotto e ciò comporta degli effetti sull’impedenza<br />
della traccia.<br />
Per impedire l’effetto di riflessione causato dal cambio (o<br />
discontinuità) dell’impedenza in corrispondenza delle via,<br />
nei progetti multi-Gbps è raccomandato l’utilizzo di apposite<br />
via aggiuntive per la massa, dette stitching vias, che garantiscano<br />
un opportuno percorso di ritorno per i segnali.<br />
Considerando che queste via aggiuntive consumano preziosa<br />
superficie della scheda, i progettisti hanno spesso bisogno<br />
di stabilire se le stitching vias siano assolutamente indispensabili,<br />
o se il progetto sia in grado di funzionare ugualmente<br />
anche senza la loro presenza. La simulazione e la comprensione<br />
degli effetti correlati alle stitching vias possono aiutare<br />
a prendere simili decisioni.<br />
La Fig. 5 mostra i risultati di diverse configurazioni, con presenza<br />
o assenza delle stitching vias, e anche con diverse variazioni<br />
della loro distanza dalle via del segnale. In questo caso, i progettisti<br />
sono in grado di verificare che sarebbe opportuno avvicinare<br />
le stitching vias alle via dei segnali; oppure, se i vincoli di<br />
progetto consentono di tollerare un perdita di circa 0,5 dB, come<br />
conseguenza della discontinuità delle via, allora in questo<br />
caso sarebbe anche possibile evitare l’utilizzo delle stitching vias.<br />
Quando lo spazio disponibile per il routing è limitato, i progettisti<br />
hanno anche bisogno di identificare il numero esatto<br />
delle stitching vias necessarie. La loro selezione verrà effettuata<br />
in funzione del range di frequenze a cui i progettisti sono interessati.<br />
La Fig. 6 mostra un esempio degli effetti correlati all’utilizzo<br />
di differenti quantità di stitching vias. In questo progetto, formato<br />
da 6 layer, il numero delle stitching vias si rivela ininfluente fino<br />
a circa 14 Ghz, mentre a 20 GHz, passando da 1 a 4 stitching<br />
vias, la differenza in termini di perdita di inserimento risulta pari<br />
a 0,3 dB. Anche in questo caso, la scelta della giusta quantità<br />
di stitching vias da parte dei progettisti sarà guidata da considerazioni<br />
relative ai requisiti in termini di rumore accettabile e<br />
tolleranze del progetto.
46 PCB giugno 2012<br />
A B<br />
Fig. 6a - Struttura di esempio, nella<br />
quale viene variato il numero delle<br />
stitching vias utilizzate<br />
Fig. 7a - <strong>Il</strong> progetto corrispondente alla simulazione<br />
di esempio illustrata nelle figure successive<br />
Fig. 7b - Rumore sul piano indotto dai fenomeni di<br />
accoppiamento delle via, al commutare del segnale<br />
DQ: 86 mV<br />
A<br />
B<br />
Rumori e interferenze<br />
Finora, è stato considerato solo il<br />
comportamento di una via (o di una<br />
coppia di via) in condizioni isolate. Ma le<br />
via possono anche generare nella rete un<br />
rumore di accoppiamento derivante dalle<br />
interferenze che avvengono nelle cavità<br />
tra i segnali di due via che attraversano<br />
la stessa coppia di layer. Esaminiamo<br />
l’esempio schematizzato in Fig. 7.<br />
<strong>Il</strong> canale considerato trasporta un segnale<br />
PCIExpress. Sulla stessa sche-<br />
Fig. 7c - Confronto tra i diagrammi<br />
a occhio e delle forme d’onda nel<br />
dominio del tempo, in blu senza<br />
crosstalk tra le via e in rosso con<br />
crosstalk tra le via<br />
C<br />
Fig. 6b - Confronto della<br />
perdita di inserimento<br />
rilevata al variare del<br />
numero delle stitching vias,<br />
per la struttura di esempio<br />
raffigurata nella Fig. 6a<br />
Giallo: 4 stitching vias<br />
Rosso: 2 stitching vias<br />
Bianco: 1 stitching via<br />
Verde: senza stitching via<br />
da sono presenti anche numerosi segnali<br />
DDR2. Sebbene il routing dei segnali<br />
DDR avvenga lontano da quello del canale<br />
PCIExpress (nessun fenomeno di<br />
accoppiamento, quindi, tra le tracce), le<br />
via di entrambi i segnali transitano attraverso<br />
la stessa coppia di piani. A ogni<br />
commutazione del segnale DQ del bus<br />
DDR, nella cavità del piano viene generato<br />
del rumore che si diffonde fino alle<br />
via del canale PCIExpress, dal quale viene<br />
infine raccolto. È possibile rilevarne<br />
l’effetto sul diagramma a occhio all’estremità<br />
del ricevitore. L’apertura dell’occhio<br />
è visibilmente ridotta, a causa del rumore<br />
di accoppiamento delle via.<br />
Conclusioni<br />
In conclusione, i diversi effetti di discontinuità<br />
derivanti dalle via presenti<br />
sui percorsi dei segnali possono indurre<br />
un degrado significativo della qualità del<br />
segnale di un canale multi-Gbps, chiaramente<br />
rilevabile nei diagrammi a occhio.<br />
Non è più possibile accettare quanto<br />
finora assunto, ovvero che tali effetti<br />
siano trascurabili, o che essi possano essere<br />
stimati mediante dei modelli molto<br />
semplificati.<br />
I progettisti sono tenuti a comprendere<br />
pienamente i contributi derivanti dalle<br />
diverse componenti delle via, e l’entità<br />
del loro impatto sulla qualità del segnale.<br />
Quindi, utilizzando le apposite funzionalità<br />
di modellazione 3D e di analisi<br />
presenti nei tool di SI, potranno determinare<br />
in quale modo apportare le opportune<br />
correzioni al progetto.<br />
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pezzi nelle diverse fasi di processo. L’applicazione di un’etichetta su ogni PCB, all’inizio della linea, costituisce ancor oggi la<br />
soluzione più semplice ed economica per realizzare un sistema di rilevazioni dati.<br />
L’etichetta assume una importanza fondamentale perché deve:<br />
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48 PCB giugno 2012<br />
▶ PRODUZIONE - SALDATURA IN AZOTO<br />
L’azoto in rifusione<br />
La saldatura in azoto non avviene in ambiente totalmente inertizzato, ma<br />
piuttosto in presenza di un basso livello di ossigeno. Da un punto di vista<br />
del processo si tratta di una variabile critica da controllare, per cui il tenore<br />
di ppm dovrebbe essere monitorato in continuazione. Come sempre, la<br />
possibilità di misurare una variabile ne favorisce il controllo<br />
di Piero Bianchi<br />
dell’azoto nei processi<br />
di saldatura in ambien-<br />
L’utilizzo<br />
te inertizzato è sempre stato<br />
un tema dibattuto sin dalla sua introduzione,<br />
vuoi per la difficoltà di dimostrarne<br />
il ritorno economico, vuoi per<br />
l’alto costo nella gestione quotidiana e<br />
nell’investimento dei sistemi.<br />
Poco utilizzato in saldatura a onda,<br />
ha trovato la sua applicazione maggiore<br />
nella saldatura per rifusione e<br />
oggi nella saldatura selettiva.<br />
<strong>Il</strong> corto circuito è uno dei fenomeni più comuni<br />
Le ragioni che hanno portato a<br />
puntare sull’azoto sono dovute alla<br />
sua relativa economicità e al fatto<br />
che non reagisce con le superfici metalliche<br />
per formare superfici non saldabili.<br />
I tecnici che hanno puntato<br />
sull’azoto per avere un ambiente di<br />
saldatura inertizzato lo hanno fatto in<br />
relazione ai suoi bassi livelli di ossigeno<br />
(e umidità). Caratteristica che lo<br />
ha reso il gas ideale per diluire a dei<br />
livelli bassissimi l’ossigeno all’interno<br />
dei tunnel di saldatura, fatto che<br />
previene o quantomeno rallenta l’ossidazione<br />
delle superfici metalliche durante<br />
la rifusione.<br />
L’aria è composta mediamente per<br />
il 78% da azoto (N 2 ), 20,9% da ossigeno<br />
(O 2 ) e 0,9% da argon (Ar), il<br />
rimanente 0,2% è composto da una<br />
miscela di altri gas misurabili in ppm,<br />
tra cui l’anidride carbonica. <strong>Il</strong> contenuto<br />
di vapore acqueo è variabile e<br />
dipende dalla temperatura ambiente.<br />
I valori dei costituenti dell’aria<br />
non seguono una regola matematica,<br />
tant’é vero che l’anidride carbonica è<br />
passata da circa 280 ppm nel 1900 a<br />
315 ppm nel 1970, risultando in questi<br />
ultimi anni a 350 ppm che equivale<br />
allo 0,035%.<br />
Talvolta parlare di parti per milione<br />
risulta più agevole che non parlare di<br />
percentuali (dove 100 ppm = 0,01%).<br />
Quanto ossigeno rimane con<br />
l’utilizzo di N 2 ?<br />
Come primo punto va chiarito che<br />
il livello di ossigeno misurato in seno<br />
alla mandata di azoto, non è indicativo<br />
del livello che si trova all’interno<br />
del tunnel.
Se anche apparentemente il tunnel<br />
del forno si presenta ben sigillato, al<br />
suo interno si mescola l’aria dell’ambiente<br />
con l’azoto immesso. Questo<br />
avviene per normale diffusione o per<br />
via della turbolenza che può crearsi<br />
nei pressi delle aperture, così come<br />
per l’immissione di sacche d’aria presenti<br />
sul pcb.<br />
Immettere un debole flusso di<br />
azoto nel tunnel può avere un effetto<br />
trascurabile o non averne del tutto.<br />
Aumentando la quantità del flusso<br />
in ingresso si abbassa il livello di ossigeno,<br />
ma senza eliminarlo completamente.<br />
Aumentando oltre un certo<br />
livello il flusso di azoto si innescano<br />
fenomeni di turbolenza che tra l’altro<br />
hanno lo svantaggio di richiamare<br />
aria dalle aperture aumentando così il<br />
livello di ppm di ossigeno.<br />
D’altro canto non è neppure vero<br />
che pompando quanto più azoto sia<br />
possibile si possano ottenere migliori<br />
risultati di saldatura. L’azoto si ottie-<br />
ne come sottoprodotto nella produzione<br />
di ossigeno criogenico. <strong>Il</strong> gas di<br />
qualità migliore contiene sempre una<br />
quantità di ossigeno variabile da 2 a<br />
5 ppm. Anche “ripulendo” al meglio<br />
il tunnel di un forno, difficilmente<br />
si riuscirebbe a scendere a livelli<br />
così bassi, difficili anche da misurare.<br />
In pratica non si vedrebbe nessuna<br />
differenza anche lavorando a 10<br />
ppm, ogni sforzo sarebbe vanificato<br />
dalla turbolenza creata alle due bocche<br />
del tunnel.<br />
Di conseguenza si può dire che è si<br />
vero che aumentando il flusso di azoto<br />
si abbatte il livello di ppm di O 2 ,<br />
ma esistono dei livelli oltre il quale<br />
questa regola non è più valida. Ogni<br />
forno, in base alle proprie caratteristiche<br />
costruttive, ha una soglia al di sotto<br />
della quale gli è preclusa ogni ulteriore<br />
discesa. Del resto un forno in linea<br />
è tutt’altro che ermetico.<br />
Per completezza va anche sottolineato<br />
che non è assolutamen-<br />
te vero che all’apertura della valvola<br />
dell’azoto si inertizza il processo.<br />
L’eliminazione dell’ossigeno dal<br />
tunnel di rifusione richiede tempo;<br />
20,9% corrisponde a 209.000 ppm<br />
di O 2 che non vengono spazzate via<br />
al primo fluire di azoto. Si instaureranno<br />
infinite situazioni di equilibrio<br />
fino al raggiungimento del livello<br />
minimo tollerato dal forno, ma<br />
più spesso fino a un livello di compromesso<br />
tra costo d’esercizio e il<br />
minimo tenore qualitativo desiderato.<br />
Usualmente il compromesso<br />
operativo di O 2 si attesta tra i 50 e<br />
i 100 ppm.<br />
Dove e come interviene<br />
l’azoto<br />
L’azoto non ha particolari effetti<br />
pratici nel trasferimento termico, che<br />
nei gas che si trovano alla stessa temperatura<br />
e alla stessa pressione è governato<br />
dal loro peso molecolare.
50 PCB giugno 2012<br />
Ricostruzione tridimensionale del giunto di saldatura che ci si aspetta di ottenere<br />
a fine processo<br />
In un forno di rifusione l’efficienza<br />
del trasferimento termico è funzione<br />
di diverse variabili, in particolare del<br />
volume del flusso trasferito in direzione<br />
del pcb e della velocità del getto, ma anche<br />
di come sono configurati i suoi elementi<br />
riscaldanti. Nello specifico l’efficienza<br />
del trasferimento termico dipende<br />
da come avviene l’impatto del fluido,<br />
dal volume del flusso e dalla sua velocità.<br />
La dimensione del flusso messo<br />
in rapporto alla distanza da cui ha origine,<br />
determina l’angolo d’impatto, ma<br />
anche il volume di gas e la velocità con<br />
cui viaggia in direzione del pcb.<br />
<strong>Il</strong> trasferimento termico è massimo<br />
quando la velocità d’impatto è uguale<br />
Mancata saldatura di un bump in un componente area array<br />
a zero (è perpendicolare alla scheda) e<br />
diminuisce quando l’angolo d’impatto<br />
diventa inferiore a 90°. <strong>Il</strong> volume<br />
del flusso utile è solo quello che colpisce<br />
il pcb, un eventuale eccesso avrebbe<br />
l’effetto contrario di creare turbolenza,<br />
andando a scaldare (con perdite<br />
d’efficienza) le pareti del forno. È comunque<br />
rilevante notare come sia la<br />
velocità e non il volume a determinare<br />
il trasferimento termico.<br />
L’azoto di suo non possiede nessuna<br />
capacità decappante e di conseguenza<br />
non può rimuovere l’ossidazione,<br />
in generale alla temperatura<br />
d’esercizio in rifusione non reagisce<br />
chimicamente con nulla.<br />
La sua funzione è quella di prevenire<br />
o rallentare il processo di ossidazione.<br />
Solo quando mescolato all’idrogeno<br />
dando luogo al forming gas assume<br />
funzione decappante.<br />
L’atmosfera N 2 aiuta piuttosto a ridurre<br />
o a eliminare i difetti dovuti a<br />
problemi di bagnabilità; ampliando la<br />
finestra del processo di saldatura ha il<br />
pregio di trasformare quello marginalmente<br />
accettabile in accettabile o<br />
buono. Di contro potrebbe essere causa<br />
di tombstoning.<br />
Manutenzione innanzitutto<br />
Nei forni inertizzati la manutenzione<br />
è più importante rispetto a<br />
quelli che lavorano in aria, perché la<br />
trascuratezza può vanificarne i benefici.<br />
Per esempio le guarnizioni di isolamento<br />
possono perdere la loro elasticità<br />
e indurirsi, venendo meno alla<br />
loro funzione.<br />
Le sostanze volatili presenti nei<br />
flussanti, rimangono volatili sin tanto<br />
che sono in temperatura, raffreddandosi<br />
si depositano sulla pareti del tunnel<br />
e su quelle dei condotti, modificando<br />
l’andamento dei flussi. Infatti i<br />
residui di flussante col tempo possono<br />
ostruire i diffusori o bloccare l’aspirazione<br />
fumi.<br />
Nel primo caso, data l’importanza<br />
della corretta geometria della matrice<br />
di aperture, si ostacola la corretta generazione<br />
del flusso convettivo, diminuendo<br />
il livello di efficienza nel trasferimento<br />
termico.<br />
Nel secondo, dovendo essere identica<br />
la velocità di aspirazione dei fumi<br />
ai due estremi del forno, uno sbilanciamento<br />
comporta una differenza<br />
di pressione che avrà come risultato<br />
di favorire l’ingresso di aria nel tunnel.<br />
Pochi particolari apparentemente<br />
insignificanti possono fare la differenza,<br />
come una diversità nella lunghezza<br />
delle tendine sulle bocche di ingresso<br />
e uscita.
52 PCB giugno 2012<br />
▶ PRODUZIONE - DISSALDATORI<br />
La potenza di 120 Watt<br />
per dissaldare<br />
L’aumento delle masse termiche e le criticità<br />
introdotte da molti pcb dell’ultima generazione<br />
hanno sollecitato lo studio di nuovi dissaldatori<br />
capaci di reggere il confronto, a livello di<br />
prestazioni, con i saldatori di potenza di recente<br />
introduzione<br />
di Edoardo Banfi e Luca Conte, Apex Tool<br />
Con il miniaturizzarsi delle<br />
nuove schede elettroniche<br />
e con l’evolversi dei nuovi<br />
componenti a montaggio superficiale<br />
(SMD, Surface Mount Device), l’uso<br />
dei componenti a montaggio tradizionale<br />
(PTH, Pin Through Hole)<br />
nei circuiti moderni, si è di molto<br />
ridimensionato. Nonostante ciò i<br />
componenti PTH spesso si trovano<br />
in circuiti sempre più impegnativi per<br />
numero di strati, tipo di metallizzazioni<br />
e lega saldante, masse termiche<br />
e grado di ossidazione; se per saldarli<br />
si possono scegliere diverse soluzioni,<br />
al contrario per dissaldarli le opportunità<br />
si riducono.<br />
Lo si chiami dissaldatore, succhia<br />
stagno o pompetta a vuoto, la funzione<br />
non cambia. Allo stesso modo, che<br />
si usi il modello a controllo elettronico,<br />
quello più semplice a molla, che si<br />
preferisca usare le trecce dissaldanti o<br />
si utilizzi il saldatore anche per dissaldare,<br />
l’obiettivo rimane la rimozione<br />
del componente. In ambiente professionale,<br />
negli anni ci sono stati sicuramente<br />
dei cambiamenti per migliorare<br />
la tecnologia di questi utensili,<br />
ma i progressi non sono minimamente<br />
paragonabili a quanto accaduto<br />
invece per i saldatori.<br />
La proposta del mercato è pressoché<br />
uguale ormai da un decennio, con<br />
utensili lenti nel riscaldarsi (in media<br />
più di 100 secondi per raggiungere<br />
la temperatura operativa), che spesso<br />
si intasano di lega o che comunque<br />
necessitano di molta manutenzione.<br />
Per raggiungere il migliore risultato,<br />
i consigli sono sempre gli stessi:<br />
temperatura più bassa possibile, scelta<br />
dell’ugello in base alle dimensioni<br />
del reoforo (il foro dell’ugello deve<br />
essere il più simile possibile rispetto<br />
al foro nel circuito); se necessario<br />
aggiungere prima della lega nuova per<br />
riattivare quella già presente o comunque<br />
aiutarsi con del flussante,<br />
aiutarsi con una piastra di preriscaldo<br />
che innalzi la temperatura<br />
base del circuito.<br />
Come per le punte dei saldatori,<br />
sempre importante è la<br />
cura e la manutenzione degli<br />
ugelli: lasciare ostruito il foro<br />
Unità WXD 2020<br />
con stilo dissaldante<br />
WXDP 120 e saldatore WXP 120
quando a riposo, pulizia con sistema a<br />
secco, scaricare il condotto che porta<br />
la lega dall’ingresso dell’ugello al serbatoio<br />
completamente dopo l’utilizzo;<br />
pur seguendo i migliori consigli, spesso<br />
non si riescono a ottenere risultati<br />
soddisfacenti.<br />
La dissaldatura tradizionale<br />
Ancora oggi, soprattutto su circuiti<br />
stampati in applicazioni di potenza,<br />
è facile trovare componenti PTH<br />
(ad esempio elettrolitici, trasformatori,<br />
interruttori, connettori) che in fase<br />
di rilavorazione necessitano di procedure<br />
dissaldanti tradizionali “pin to<br />
pin”. Soprattutto la dissaldatura tradizionale<br />
ha dovuto fare i conti con<br />
la crescente richiesta termica nei giunti<br />
di saldatura e spesso la limitata<br />
prestazione e potenza degli utensili<br />
presenti sul mercato (da 80 e 100 W)<br />
non consentiva di lavorare garantendo<br />
la qualità o la riuscita dell’operazione.<br />
Estremamente impegnativa risultava<br />
anche la fase di aspirazione della lega<br />
dai fori di via sui multistrato dotati<br />
di piani di massa strutturati, situazione<br />
ormai assai comune ai settori<br />
automotive, radiofrequenza, medicali,<br />
militare e dei personal computer.<br />
Si aggiungano inoltre le maggiori<br />
temperature di rifusione e gli stadi di<br />
pastosità in genere più ampi delle leghe<br />
Lead Free più frequentemente utilizzate<br />
oggi nell’industria elettronica (ad<br />
esempio SAC 305 – 217 °C/225 °C<br />
o SC 99/1– 227 °C/231 °C). Queste<br />
hanno inoltre influito di molto sulle<br />
fasi esecutive del lavoro di dissaldatura,<br />
allungando sensibilmente i tempi di<br />
apporto termico al giunto (almeno 4/5<br />
secondi in più rispetto alle leghe con<br />
piombo).<br />
La lega RoHS dimostra un’affinità<br />
all’ossidazione elevata, quindi lavorando<br />
secondo gli automatismi consolidati<br />
durante le operazioni con leghe<br />
SnPb, ha portato frequenti mancate<br />
WXDP 120 - Dissaldatore da 120 Watt<br />
dissaldature dei reofori ed<br />
eccessivi interventi di manutenzione<br />
e di pulizia del condotto<br />
degli ugelli dissaldanti.<br />
Nuova tecnologia,<br />
nuova potenza<br />
La nuova tecnologia WXD2 introdotta<br />
da Weller e il moderno e funzionale<br />
design degli ugelli dissaldanti<br />
XDS, risolve radicalmente il problema,<br />
evitando in ogni condizione di<br />
lavoro che il condotto aspirante si occluda<br />
con la solidificazione della lega<br />
o con depositi di flussante cristallizzato.<br />
L’ugello dissaldante infatti mantiene<br />
liquida la lega e scorrevole il<br />
residuo di flussante fino al collettore<br />
montato sulla testa dell’utensile.<br />
Occorre scegliere con cura il tipo di<br />
ugello dissaldante in funzione al diametro<br />
dei fori sul circuito stampato<br />
(Ø foro circuito = Ø interno ugello)<br />
e alla densità dei reofori, mantenere<br />
in condizioni ottimali i filtri applicati<br />
agli utensili e alle unità dissaldanti,<br />
usare temperature adeguate comprese<br />
in genere tra i 390 °C e i 420 °C,<br />
temperature effettive di default in genere<br />
più elevate rispetto agli stili saldanti<br />
poiché le teste dissaldanti hanno<br />
maggiore dispersione termica di<br />
un saldatore e normalmente sono ben<br />
più strutturate, causando così maggiore<br />
assorbimento e dispersione termica.<br />
Apportare flussante sui giunti<br />
prima di iniziare le operazioni di dissaldatura<br />
è oggi assolutamente indis-<br />
pensabile al<br />
fine di disossidare<br />
queste leghe che altrimenti<br />
risulterebbero profondamente<br />
ossidate.<br />
Tutte le funzioni disponibili nelle<br />
unità WX permettono di contenere<br />
i costi di gestione fino al 25% e di<br />
ottimizzare l’apporto termico in funzione<br />
dell’applicazione. La potenza<br />
di 120 W messa a disposizione<br />
dall’utensile WXDP 120 e la sua estrema<br />
maneggevolezza, rendono semplicemente<br />
unica e ineguagliabile la<br />
sua capacità di adattamento alle difficoltà<br />
tecnologiche della moderna<br />
elettronica professionale.<br />
Potente, efficiente<br />
ed ergonomica sono<br />
le prerogative di WXD 2<br />
Lo stilo dissaldante viene spesso<br />
utilizzato per effettuare veloci rimozioni<br />
dalle piazzole delle metallizzazioni<br />
residue, dopo la dissaldatura di<br />
un componente SMD. La normativa<br />
in vigore (IPC 7711-7721) implica<br />
per una procedura ottimale di rilavorazione<br />
che dopo avere dissaldato<br />
il componente SMD (ad esempio<br />
utilizzando aria o azoto), si provveda<br />
ad applicare serigraficamente con mini<br />
stencil di nichel o con dosatori la<br />
crema saldante o che venga comunque<br />
utilizzata nuova lega in filo (con<br />
la relativa anima di flussante) per saldare<br />
un nuovo componente al circuito<br />
stampato.<br />
Spesso le piazzole collegate ai piani<br />
di massa del multistrato richiedono<br />
potenze superiori a quelle fino a<br />
ieri disponibili; è questa una delle ragioni<br />
per cui Weller introduce oggi i<br />
nuovi dissaldatori ad alta efficienza da<br />
120 W.<br />
PCB giugno 2012<br />
53
54 PCB giugno 2012<br />
Nato dall’esperienza tecnologica ed<br />
ergonomica del dissaldatore DSX, lo<br />
standard da 80 W, il nuovo DSX 120<br />
ha un nuovissimo elemento riscaldante<br />
in argento che ne migliora notevolmente<br />
le prestazioni. Partendo<br />
da “freddo” raggiunge la temperatura<br />
operativa di 350 °C in soli 35 secondi,<br />
e dalla temperatura di stand-by<br />
(180 °C) in 20 secondi, con una velocità<br />
di circa 3 volte superiore rispetto<br />
al DSX 80.<br />
La posizione avanzata del sensore<br />
e il nuovo gruppo composto da resistenza<br />
e testa dissaldante, mettono<br />
a disposizione un’efficienza termica<br />
senza paragoni.<br />
La temperatura è impostabile tra i<br />
50 °C e i 450 °C mentre con la semplice<br />
pressione di un piccolo pulsante,<br />
posizionato a portata del dito indice<br />
sull’impugnatura, si attiva il vuoto<br />
che porterà la lega sciolta fino al serbatoio<br />
di raccolta; quest’ultimo è realizzato<br />
in vetro, il che permette di verificarne<br />
il livello di riempimento. Nel<br />
nuovo WXDP120 il sistema di sgancio<br />
dell’ampolla in vetro di raccolta<br />
della lega ha un meccanismo a molla<br />
con blocco tramite ¼ di giro, e rende<br />
l’operazione di pulizia e sostituzione<br />
più semplice e sicura.<br />
Tramite le funzioni dell’unità di<br />
controllo, si possono ritardare l’accensione<br />
(Vac On) e lo spegnimento (Vac<br />
Off ) del vuoto, per ottimizzare l’operazione<br />
di dissaldatura.<br />
Sempre nell’impugnatura è residente<br />
un banco di memoria EPROM 2<br />
per la memorizzazione dei parametri<br />
operativi e la presenza di un anello a<br />
LED blu indica lo stato dell’utensile<br />
(se lampeggia è in stand-by o in fase<br />
di riscaldamento, luce accesa pronto<br />
all’uso).<br />
Grazie ai suoi 120 Watt di potenza<br />
il nuovo DSX 120 riesce a lavorare<br />
a temperature moderate, a differenza<br />
dei dissaldatori standard che sono<br />
invece costretti ad avvicinarsi al limi-<br />
te della soglia critica delle temperature<br />
elevate e per un tempi prolungati.<br />
Compatibile con stazioni Weller<br />
WDD 161V, WR 2, e WR 3M, questo<br />
dissaldatore, a oggi il più potente<br />
che offre il mercato, permette di lavorare<br />
velocemente con temperature<br />
non troppo elevate e senza l’angoscia<br />
di una routine di manutenzione e pulizia<br />
frequenti.<br />
Offrendo il massimo confort per<br />
la mano WXDP 120 è ergonomico<br />
e semplice da usare, integra il sensore<br />
di movimento per utilizzare energia<br />
solo quando è richiesta. Se l’utensile<br />
non viene utilizzato per un certo<br />
periodo predeterminato dall’operatore<br />
(stand-by), si porta automaticamente<br />
alla temperatura di riposo impostata;<br />
non appena viene mosso, si riscalda<br />
rapidamente (dai 180 °C ai 380 °C<br />
in 20 secondi).<br />
I nuovi ugelli XDS, con codolino<br />
allungato, mantengono la lega sciolta<br />
finché non raggiunge il serbatoio<br />
di raccolta in vetro, eliminando<br />
quindi i problemi di intasamento ti-<br />
Particolare della testa<br />
di WXP 120<br />
DSX 120 – Dissaldatore<br />
da 120 Watt<br />
pici di questo genere<br />
di utensili. <strong>Il</strong> sistema brevettato<br />
di aggancio con sede eccentrica,<br />
già presente su DSX 80, rimane invariato<br />
garantendo una sostituzione<br />
degli ugelli semplice, sicura e veloce.<br />
Sostituendo l’ugello in sostanza<br />
si sostituisce l’intero canale di risalita<br />
della lega, di conseguenza ad ogni<br />
cambio punta si ripristano le prestazioni<br />
di aspirazione.<br />
L’introduzione della nuova famiglia<br />
di stazioni di saldatura WX touch<br />
screen ha riscosso un notevole successo<br />
per via della marcata efficienza degli<br />
stili saldanti e dell’estrema versatilità<br />
delle stazioni stesse.<br />
Ora è disponibile WXD 2, la versione<br />
con dissaldatore: una stazione<br />
di controllo a due canali che ai vantaggi<br />
della tecnologia WX per la saldatura<br />
associa ora quelli della dissaldatura;<br />
grande display in vetro capacitivo,<br />
antistatico e resistente alle alte<br />
temperature e agli agenti chimici; due<br />
canali indipendenti per pilotare fino<br />
a 255 W contemporaneamente (per<br />
esempio: WXP120 e WXDP120, rispettivamente<br />
saldatore e dissaldatore<br />
da 120 W). A corredo dispone di<br />
una porta USB con funzioni di datalog<br />
o per le impostazioni degli utensili<br />
o ancora per l’aggiornamento software,<br />
due connessioni verso l’esterno per<br />
pilotare piastre di preriscaldo e sistemi<br />
di aspirazione fumi o per la connessione<br />
al pc.<br />
<strong>Il</strong> menù multilingue consente di<br />
impostare temperature e tempo di<br />
stand-by, l’autospegnimento e 3 diversi<br />
livelli di prestazioni: minimo,<br />
standard, massimo.<br />
Apex Tool<br />
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56 PCB giugno 2012<br />
▶ PRODUZIONE - SALDATURA ELETTRONICA<br />
Uno spray flux<br />
per ogni esigenza<br />
<strong>Il</strong> tema della flussatura sulle saldatrici a onda<br />
è sempre attuale, non solo per il materiale<br />
di consumo, ma soprattutto per il metodo<br />
migliore da impiegare.<br />
A dispetto della contrazione dei lotti ci sono<br />
aziende che investono nella ricerca di soluzioni<br />
capaci di rimodernare saldatrici non più<br />
attualissime<br />
di Dario Gozzi<br />
La corretta quantità di flussante<br />
deve essere applicata in modo<br />
omogeneo sull’intera superficie<br />
del pcb per ottenere una salda-<br />
Fig. 1 - Centralina di controllo dell’atomizzatore Easy Spray<br />
tura corretta di tutti i giunti, perché<br />
un’incorretta o una mancanza anche<br />
parziale di flussante produrrà sicuramente<br />
dei difetti di saldatura.<br />
Al contrario un’eccessiva quantità<br />
produrrà void e solder ball. È inoltre<br />
desiderabile flussare le pareti interne<br />
di ogni foro per assicurare la risalita<br />
della lega e la formazione del<br />
giunto anche sull’altro lato del pcb.<br />
L’applicazione del flussante avviene<br />
coi due metodi canonici dello<br />
spray e della schiuma.<br />
Flussatura a schiuma<br />
o con pietra porosa<br />
Fino alla metà degli anni novanta<br />
la flussatura a schiuma era il metodo<br />
più comunemente utilizzato sulle<br />
saldatrici a onda.<br />
Un’onda di schiuma è ottenuta<br />
facendo passare dell’aria compressa,<br />
ma a bassa pressione (inferiore a<br />
un bar), attraverso una pietra porosa<br />
immersa nella vaschetta del flussante,<br />
che a dispetto del suo nome è costituita<br />
da polipropilene o ceramica<br />
(più affidabile e facile da pulire).<br />
La dimensione dei pori di apertura<br />
(10 μm o 20 μm) determina la dimensione<br />
delle bolle che sono spinte<br />
all’interno di un camino alla cui<br />
sommità si forma appunto l’onda di<br />
schiuma (la dimensione dell’apertura<br />
è pari a quella dell’onda di stagno).<br />
<strong>Il</strong> pcb transita sulla cresta dell’onda,<br />
dove al contatto le bolle scoppiano<br />
bagnandone la superficie.<br />
<strong>Il</strong> flussante utilizzato deve essere<br />
idoneamente formulato, contenente<br />
additivi che aiutino la creazione<br />
di una schiuma stabile con bolle di<br />
ridotte dimensioni. Normalmente è<br />
a basso valore di viscosità, dato dal
modesto contenuti di solidi.<br />
<strong>Il</strong> diluente può essere<br />
a base alcolica o a base<br />
acqua; il secondo preferibile,<br />
se lunghezza e potenza<br />
dell’unità di preriscaldo lo<br />
consentono, perché conforme<br />
all’esigenza VOC-free.<br />
L’impostazione dell’altezza<br />
dell’onda di schiuma<br />
arriva normalmente ai<br />
15-20 mm e dipende dalla<br />
lunghezza dei reofori dei<br />
componenti. Altezza e stabilità delle<br />
bolle dipendono sia dal livello di<br />
flussante all’interno della vaschetta<br />
di contenimento che dalla regolazione<br />
della pressione dell’aria.<br />
Nella regolazione della flussatura<br />
si parte regolando l’aria d’ingresso<br />
perché inizi la formazione delle bolle<br />
al di sopra della pietra porosa, e<br />
si prosegue fino a quando si ottiene<br />
l’altezza desiderata al di sopra della<br />
bocca d’uscita e parallelamente si<br />
stabilizza la dimensione delle bolle.<br />
La quantità di flussante depositato<br />
sulla superficie del pcb non<br />
può essere controllata direttamente<br />
dall’impostazione dei parametri di<br />
lavoro del flussatore, ma dipende essenzialmente<br />
dalla velocità di transito<br />
della scheda e dalla viscosità del<br />
flussante che a sua volta è funzione<br />
del contenuto di solvente.<br />
La dinamica con cui si realizzano<br />
le bolle induce l’evaporazione del<br />
solvente alcolico che deve essere di<br />
conseguenza aggiunto in misura tale<br />
da riportare la densità al valore originale.<br />
(La viscosità è una grandezza<br />
che esprime la resistenza del fluido<br />
allo scorrimento. La viscosità di un<br />
fluido diminuisce al diminuire della<br />
densità).<br />
Una seconda controindicazione<br />
della flussatura a schiuma risiede<br />
nell’inconveniente della formazione<br />
di fanghiglia sul fondo della<br />
vaschetta. <strong>Il</strong> pcb, nel suo percorso<br />
Fig. 2 - Particolare della testa dell’atomizzatore<br />
verso l’interno della saldatrice, dopo<br />
la pietra porosa incontra la lama<br />
d’aria che ha il compito di rimuovere<br />
il flussante in eccesso. Con la sua<br />
ricaduta nella vaschetta il flussante<br />
trasporta anche i residui di lavorazioni<br />
precedenti e di polvere depositatisi<br />
sulla sua superficie, che si raccolgono<br />
e accumulano sul fondo.<br />
Spray flux<br />
Dall’introduzione della tecnologia<br />
SMT la flussatura spray flux ha<br />
guadagnato terreno per la possibilità<br />
di “sparare” finissime gocce di<br />
flussante nei più reconditi interstizi<br />
tra i package dei componenti, indipendentemente<br />
da quanto possa essere<br />
alta la densità dei componenti,<br />
laddove le bolle della schiuma si infrangerebbero<br />
sui corpi dei componenti<br />
senza riuscire a bagnare le zone<br />
di formazione dei giunti di saldatura.<br />
Molti sistemi di spray flux utilizzano<br />
serbatoi in pressione che inviano<br />
il flussante all’ugello di spruzzo,<br />
dove viene atomizzato dall’aria in<br />
pressione o da un dispositivo a ultrasuoni.<br />
<strong>Il</strong> miglior beneficio di un<br />
sistema di questo genere è che il<br />
flussante passa direttamente dal serbatoio<br />
all’ugello, senza pericolo di<br />
essere contaminato. Non serve neppure<br />
disporre di un complicato sistema<br />
di controllo.<br />
La testa è solidale con<br />
un asse che corre perpendicolarmente<br />
alla scheda,<br />
l’interpolazione dei due<br />
assi assicura la copertura<br />
della superficie del pcb.<br />
In funzione che la movimentazione<br />
sia pneumatica<br />
o motorizzata, i limiti<br />
della corsa dell’ugello sono<br />
impostati meccanicamente<br />
o elettronicamente,<br />
in quest’ultimo caso controllati<br />
a computer. Lo spray flux<br />
lavora di concerto con un sensore<br />
che intercetta la scheda in ingresso<br />
e avvia la flussatura.<br />
L’ammontare della quantità di<br />
flussante depositato varia direttamente<br />
con la velocità del convogliatore,<br />
ma può essere controllata mediante<br />
i parametri del flussatore.<br />
Come questo avvenga dipende dai<br />
singoli costruttori, in generale più è<br />
sofisticato il sistema e maggiore è la<br />
flessibilità, ma parallelamente si sale<br />
anche di costo.<br />
I principali problemi che si possono<br />
incontrare sono legati alla costruzione<br />
del nozzle, che se non ben<br />
dimensionato in un caso può rilasciare<br />
gocce troppo grosse e nell’altro<br />
avere un’apertura troppo fine<br />
dando problemi di occlusione. Altra<br />
parte sensibile è il controllo della<br />
velocità di movimento e dell’affidabilità<br />
del servomeccanismo che<br />
la controlla, che se bassa obbliga a<br />
una continua manutenzione. Diversi<br />
costruttori hanno trovato soluzioni<br />
differenti a questi problemi, ma per<br />
quanto buone sono usualmente anche<br />
costose.<br />
Comune a tutti i sistemi spray<br />
flux è la necessità di un efficiente sistema<br />
di aspirazione di quelle particelle<br />
in sospensione che inevitabilmente<br />
si formano atomizzando<br />
il flussante. A queste non deve essere<br />
consentito di ricadere sul lato top<br />
PCB giugno 2012<br />
57
58 PCB giugno 2012<br />
Fig. 3 - Principio di funzionamento della flussatura a schiuma<br />
della scheda andando a contaminarlo,<br />
né di migrare all’interno della<br />
saldatrice col rischio di diminuirne<br />
l’efficienza imbrattandola.<br />
Easy spray<br />
Easy spray rientra nella famiglia<br />
dei sistemi di flussatura spray,<br />
ma in realtà è un fine atomizzatore;<br />
realizzato da MGR ELECTRO<br />
con l’obiettivo di poterlo abbinare a<br />
tutte le saldatrici a onda presenti sul<br />
mercato, lo si può inserire in linea<br />
oppure utilizzarlo come dispositivo<br />
stand alone.<br />
A differenza di molti altri spray<br />
Easy spray è un fine atomizzatore<br />
che permette la precisa regolazione<br />
del flussante richiesto e il suo costante<br />
controllo, garantendo di conseguenza<br />
un deposito omogeneo di<br />
decappante sulla superficie del pcb<br />
interessata alla saldatura.<br />
La sua architettura è semplice<br />
quanto il suo funzionamento. Un<br />
sensore è posizionato in prossimità<br />
dell’entrata della saldatrice col compito<br />
di attivare il processo dando inizio<br />
alla corsa dell’ugello in direzione<br />
perpendicolare al senso di percorrenza<br />
della scheda e attivando la nebulizzazione<br />
del flussante. L’ugello è<br />
fissato su un cilindro pneumatico che<br />
si muove con velocità variabile.<br />
La quantità di liquido desiderata<br />
si ottiene agendo su un flussimetro<br />
posto sulla centrale di comando,<br />
dove si trova anche la regolazione<br />
dell’intensità della pressione d’aria,<br />
tramite cui si dosa la nebulizzazione<br />
del flussante.<br />
La regolazione dell’ampiezza della<br />
corsa dell’ugello consente di depositare<br />
il flussante unicamente<br />
all’interno dei confini della scheda<br />
e non oltre.<br />
Nozzle è cilindro sono contenuti<br />
in una vasca costruita in acciaio<br />
inox e dimensionata appositamente<br />
per poter costituire un sottosistema<br />
integrante della saldatrice a onda.<br />
Anche il serbatoio del flussante<br />
è realizzato in acciaio inox, come la<br />
cappa aspirante posizionata sopra la<br />
vasca, che ha la funzione di raccogliere<br />
e aspirare le eventuali gocce<br />
disperse che non si depositano sulla<br />
scheda. La centralina di comando,<br />
connessa elettricamente e pneumaticamente<br />
con l’unità spray, ha<br />
alimentazioni totalmente indipendenti<br />
dalla saldatrice.<br />
Ci sono diversi vantaggi che prevalgono<br />
rispetto al costo superiore<br />
dello spray flux nei confronti di un<br />
flussatore a schiuma:<br />
- la quantità di flussante depositata<br />
sulla scheda per unità di superficie<br />
può essere meglio con-<br />
trollata, fattore si ripercuote positivamente<br />
sul processo aumentando<br />
la qualità della saldatura;<br />
- controllando lo strato di flussante<br />
depositato, riducendolo allo<br />
stretto necessario, si ottiene<br />
inoltre una migliore bagnabilità<br />
e una minor quantità di residui;<br />
- l’area irrorata di flussante può essere<br />
ben delimitata alla superficie<br />
del pcb, riducendone lo spreco<br />
e l’accumulo su carrelli e infrastrutture<br />
della saldatrice. Non<br />
essendoci recupero di flussante,<br />
non c’è formazione di fanghi; riduzione<br />
parallela dei tempi e dei<br />
costi di manutenzione;<br />
- nel caso di utilizzo di flussanti a<br />
base alcolica non c’è bisogno di<br />
controlli della densità e di rabbocchi<br />
di solvente;<br />
- lunghi reofori (sino a circa<br />
18-20 mm) e alta densità dei<br />
componenti, non costituiscono<br />
un problema;<br />
- nel caso si utilizzino maschere<br />
di saldatura, non è fattibile l’utilizzo<br />
della schiuma per cui l’atomizzazione<br />
del flussante è l’unica<br />
via percorribile con significativo<br />
vantaggio qualitativo;<br />
- possibilità di lavorare con una<br />
più ampia varietà di flussanti in<br />
quanto lo spray flux pesca direttamente<br />
dalla tanica originale.<br />
A questi vantaggi si aggiungono<br />
la possibilità di accessoriare una saldatrice<br />
all’origine non predisposta<br />
per un sistema spray flux e di poter<br />
facilmente spostare Easy spray<br />
su un’altra macchina assecondando<br />
le necessità estemporanee della produzione.<br />
Economicamente, ai risparmi di<br />
esercizio si affianca quello dell’acquisto<br />
di un sistema totalmente<br />
italiano.<br />
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Raggiungere certe performance<br />
è una questione di potenza<br />
Ovunque ci sia l'esigenza di gestire<br />
connessioni di potenza elevate, dai<br />
costruttori di inverter, UPS ed<br />
azionamenti, fino all’impiego nel più<br />
recente settore dell’energia fotovoltaica,<br />
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garantisce performance di eccellenza.<br />
L’ampio catalogo dedicato prevede<br />
soluzioni come:<br />
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portata in corrente fino a 135 A<br />
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portata in tensione fino ai 1000 Volt<br />
omologati VDE<br />
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a molla (di tipo classico, push-in<br />
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60 PCB giugno 2012<br />
▶ PRODUZIONE - PUNTI DI SALDATURA<br />
Riconoscere i difetti<br />
di saldatura<br />
Una piccola guida al riconoscimento dei risultati<br />
ottenibili dal processo lead free<br />
di Serena Bassi, Prodelec<br />
Un efficace passaggio al lead<br />
free per qualsiasi scheda elettronica<br />
può dirsi tale solo al<br />
superamento di alcune sfide: la scelta<br />
dei materiali, delle attrezzature<br />
di produzione e il contenimento dei<br />
costi richiedono una attenta pianificazione,<br />
ma il punto focale del processo<br />
rimane la fase di saldatura. Questa<br />
fase è regolata da due fattori:<br />
1 - L’impatto dei diversi materiali e<br />
delle loro caratteristiche: la lega,<br />
il flussante, il materiale e la finitura<br />
del circuito stampato, il packaging<br />
e le caratteristiche di saldatura<br />
dei componenti limitano la<br />
finestra di processo, che determina<br />
come un giunto può essere saldato<br />
efficacemente preservando<br />
l’integrità della scheda e dei componenti.<br />
2 - La flessibilità e compatibilità dei sistemi<br />
di saldatura: che siano a rifusione,<br />
a onda o selettivi, essi devono<br />
assicurare un processo controllato in<br />
ogni sua fase e devono essere compatibili<br />
con l’esposizione a temperature<br />
maggiori.<br />
Per la maggior parte delle schede il<br />
passaggio alla saldatura lead free avrà<br />
un impatto minimo; è stato provato che<br />
per un gran numero di applicazioni il<br />
compito maggiore è quello di cambiare<br />
il bill of material e la logistica, mentre<br />
dopo aver trovato il settaggio ottimale<br />
di processo la saldatura senza piombo<br />
è raggiungibile con gli stessi o con migliori<br />
risultati rispetto a quella con leghe<br />
stagno-piombo.<br />
Sfortunatamente, a causa della grande<br />
varietà dei prodotti, esistono delle<br />
eccezioni: ciò che va bene per una scheda<br />
può essere deleterio per un’altra.<br />
Schede già difficili da lavorare con<br />
un processo stagno-piombo, ad esempio<br />
con caratteristiche termiche e di bagnabilità<br />
scarse, risultano doppiamente<br />
laboriose con l’uso della tecnologia le-<br />
ad-free. Possono manifestarsi problemi<br />
derivanti da differenti punti di fusione,<br />
differenti strati intermetallici o da altre<br />
caratteristiche ancora.<br />
Leghe senza piombo<br />
nella saldatura ad onda<br />
Un’ulteriore sfida nel processo di<br />
saldatura ad onda è rappresentata dalla<br />
riduzione della distanza dei punti di<br />
saldatura, da un attuale passo di 60-75<br />
mil ad un passo di 16-20 mil: questa<br />
sfida è resa più difficile dalla scarsa bagnabilità<br />
delle leghe lead free.<br />
È necessario determinare se la riduzione<br />
della distanza tra i punti può<br />
portare a difetti nella saldatura ad onda,<br />
con la conseguente necessità di dover<br />
adottare un processo di saldatura<br />
selettiva.<br />
Un numero sempre maggiore di<br />
schede richiede la presenza di maschere<br />
di saldatura: la tendenza ad utilizzare<br />
sempre più spesso componenti a<br />
Fig. 1 - Danneggiamento per surriscaldamento di un componente MELF
montaggio superficiale e press fit obbliga<br />
all’uso di maschere per evitare<br />
che la scheda e i componenti vengano<br />
a trovarsi a diretto contatto con l’onda.<br />
Parametri quali il design delle maschere<br />
di saldatura, il loro spessore, la<br />
forma dei bordi, la frequenza di utilizzo<br />
e la manutenzione cambiano con<br />
l’utilizzo di leghe lead free.<br />
Lo sviluppo del processo di saldatura<br />
ad onda deve tenere conto di alcuni<br />
elementi, quali composizione della lega,<br />
tipo di flussante, requisiti inerenti il<br />
preriscaldo, ottimizzazione delle onde.<br />
Inoltre, i nuovi materiali e le nuove<br />
caratteristiche del processo provocano<br />
un aumento del consumo elettrico della<br />
saldatrice.<br />
La decisione di utilizzare flussanti<br />
VOC free (meno dannosi per le esalazioni<br />
tossiche) in concomitanza con<br />
l’introduzione di leghe senza piombo,<br />
comporta l’aumento delle temperature<br />
di preriscaldo oltre i 120 °C sul lato<br />
top della scheda, mentre sul lato bottom<br />
la temperatura è dai 5 ai 30 °C (a<br />
seconda della complessità della scheda)<br />
maggiore che sul lato top.<br />
La quantità di energia necessaria per<br />
far evaporare il flussante a base acquosa<br />
è maggiore, e qualora esistessero limiti<br />
nelle capacità dei moduli di preriscaldo,<br />
potrebbe rendersi necessario<br />
diminuire la velocità del convogliatore.<br />
L’utilizzo della maschera di saldatura<br />
aggiunge ulteriori difficoltà nell’ottimizzazione<br />
dei processi di flussatura e<br />
preriscaldo.<br />
<strong>Il</strong> rapporto tra la temperatura del<br />
processo e il tempo di contatto della<br />
lega dipende dal tipo di tecnologia utilizzata<br />
e dalla complessità della scheda:<br />
PCB a singolo lato possono essere<br />
processate a temperature di 250-260<br />
°C (relativamente basse per il lead free)<br />
con tempo di contatto di 2-5 secondi,<br />
mentre schede a due lati con ovvie necessità<br />
di ottenere una buona risalita<br />
richiedono temperature di 260-265 °C<br />
e tempi di contatto sino a 3-8 secondi.<br />
Fig. 2 - Solder Wicking, ovvero la risalita dello stagno sul componente<br />
Difetti reali o questione<br />
di estetica?<br />
È necessario comprendere le caratteristiche<br />
della saldatura lead free: come<br />
appaiono i giunti di saldatura, quali difetti<br />
bisogna aspettarsi e come è possibile<br />
aumentare la qualità e mantenere<br />
basso il livello di difettosità.<br />
Perché la saldatura abbia successo è<br />
necessario che i componenti a contatto<br />
con la lega siano in grado di sopportare<br />
il processo senza danneggiarsi, e che<br />
abbiano come caratteristica una buona<br />
saldabilità (bagnabilità a contatto con la<br />
pasta). Inoltre la forma del giunto deve<br />
essere tale che la pasta resti liquida<br />
durante il processo di saldatura e non<br />
scenda sotto il punto di fusione durante<br />
il processo (saldabilità termica).<br />
La differenza principale tra le connessioni<br />
create con un processo stagnopiombo<br />
e uno lead free è in come appare<br />
la superficie di saldatura.<br />
La prima cosa che si nota nei giunti<br />
saldati con lead free è la loro apparenza<br />
ruvida e frastagliata, ben diversa<br />
dai giunti lisci e lucenti che sono caratteristici<br />
dell’utilizzo di leghe stagnopiombo.<br />
Affidandosi ai criteri estetici delle leghe<br />
classiche, i giunti lead free risulterebbero<br />
difettosi sulla base della loro<br />
apparenza, mentre è importante differenziare<br />
gli aspetti visivi dai reali difetti<br />
che potrebbero compromettere l’affidabilità<br />
dei giunti di saldatura.<br />
Tipici elementi di saldatura quali<br />
criccature e sollevamento del giunto o<br />
del pad (fillet e pad lifting), contrazione<br />
della superficie e formazione di vuoti<br />
(voids) sono da valutare per stabilire se<br />
essi costituiscano un difetto di saldatura<br />
oppure una semplice anomalia estetica.<br />
I difetti già riconosciuti come tali sono<br />
raggruppabili a seconda della caratteristica<br />
che li causa:<br />
1 - Materiali delle schede e temperature<br />
più alte<br />
2 - Danni ai componenti e mix non desiderati<br />
3 - Mancato flussaggio ed alte temperature<br />
4 - Caratteristiche delle leghe senza<br />
piombo<br />
5 - Contaminazione della saldatura<br />
6 - Surriscaldamento e altri difetti di rifusione.<br />
1 - Materiali delle schede e temperature<br />
più alte<br />
Temperature di saldatura più alte<br />
possono portare a vari difetti potenziali.<br />
Una bassa qualità della scheda unita<br />
agli effetti derivanti dall’aumento delle<br />
temperature può causare imbarcamen-<br />
PCB giugno 2012<br />
61
62 PCB giugno 2012<br />
Fig. 3 - Esempio di cortocircuiti su pin QFP<br />
to e delaminazione della scheda (separazione<br />
tra il materiale di base ed il rame<br />
delle piste, oppure tra i vari layer da<br />
cui una scheda è composta).<br />
L’imbarcamento di una scheda può<br />
essere limitato utilizzando materiali<br />
con alti valori di TG (glass transition<br />
temperature) e TD (Delamination<br />
Temperature).<br />
Possono essere installate opzioni, disponibili<br />
in alcuni sistemi, per ridurre<br />
l’imbarcamento schede, come ad esempio<br />
i supporti a fi lo o a catena.<br />
Nel processo di saldatura a rifusione<br />
il controllo del gradiente di raff reddamento<br />
diventa importante quando sono<br />
presenti BGA. Un rapido raff reddamento<br />
è consigliabile per ottenere una<br />
migliore struttura del giunto, ma può<br />
aumentare l’imbarcamento del substrato<br />
del BGA. Per limitare questo eff etto<br />
è consigliabile rallentare in modo controllato<br />
la velocità di raff reddamento.<br />
Un altro rischio dell’alta temperatura<br />
è la formazione di fori nei giunti: i<br />
circuiti stampati producono gas durante<br />
il processo di saldatura, i quali derivano<br />
da acqua assorbita o rimasta intrappolata,<br />
da materiali organici presenti nel<br />
coating o da elementi volatili contenuti<br />
nei materiali laminati. Questo problema<br />
è arginabile con una fase di preriscaldo<br />
del circuito stampato o un’appropriata<br />
fase di curing.<br />
L’introduzione di fi niture lead free<br />
ha fatto nascere alcuni nuovi fenomeni<br />
quali pad anneriti, layer difettosi con fi -<br />
nitura dorata, ossidazione degli stampati<br />
OSP oppure ad immersione di stagno<br />
o di argento: tutti questi difetti riducono<br />
la saldabilità e sono il risultato di una<br />
scarsa qualità o di una bassa resistenza<br />
delle schede alla corrosione.<br />
2 - Danni ai componenti e mix non desiderati<br />
I difetti legati ai componenti possono<br />
essere suddivisi in due gruppi:<br />
A - Difetti legati alla fi nitura del componente:<br />
essi sono prevalentemente<br />
relativi a whisker di stagno ma possono<br />
includere anche contaminazione<br />
ad opera di fi niture contenenti<br />
piombo oppure bismuto, che portano<br />
alla formazione di segmenti a<br />
basso punto di fusione e causano fori,<br />
una seconda rifusione durante la<br />
saldatura ad onda o aumentano il<br />
rischio di sollevamento del giunto<br />
(fi llet lifting).<br />
B - Difetti risultanti dalla bassa qualità<br />
delle materie prime: questi includono<br />
assorbimento di umidità, fusione<br />
o deformazione delle parti plastiche,<br />
oppure delaminazione dovuta<br />
alle più alte temperature richieste<br />
dalla tecnologia lead free.<br />
La dicitura “RoHs compliant” im-<br />
plica anche la resistenza a più alte temperature<br />
ed include solo quei materiali<br />
che sono conformi alla normativa europea<br />
RoHs.<br />
Attualmente non esistono standard<br />
di stoccaggio ed etichettatura dei materiali<br />
RoHs compliant: alcuni fornitori<br />
di componenti cambieranno i part<br />
number, mentre altri conserveranno<br />
identico part number e gestiranno la<br />
transizione a partire da una determinata<br />
data. Questi diversi atteggiamenti<br />
possono causare il rischio che componenti<br />
con diverse fi niture siano mischiati<br />
tra loro.<br />
Con i componenti BGA, per esempio,<br />
il mix di fi niture con e senza piombo<br />
è molto dannoso per la qualità dei<br />
giunti: le sfere potrebbero non fondersi<br />
completamente o potrebbero causare<br />
un aumento dei voids dovuto ai diversi<br />
comportamenti in fase di fusione<br />
dei materiali.<br />
Le alte temperature del processo lead<br />
free richiedono materiali plastici più<br />
resistenti, che assorbano meno umidità<br />
e che siano quindi meno suscettibili<br />
al difetto conosciuto come “pop corning”.<br />
Quest’ultimo è causato dal rapido<br />
surriscaldamento dell’umidità assorbita<br />
dai rivestimenti plastici, e porta alla<br />
delaminazione degli strati interni dei<br />
componenti.<br />
Di tutte le fi niture lead free, quella<br />
contenente stagno puro è la più sperimentata<br />
nella produzione per alti volumi,<br />
e si è dimostrata effi cace su miliardi<br />
di condensatori ceramici SMD utilizzati<br />
in passato con il processo di saldatura<br />
stagno-piombo.<br />
3 - Mancato fl ussaggio con alte temperature<br />
<strong>Il</strong> fl ussante gioca un ruolo primario<br />
nel processo di saldatura: numerosi difetti<br />
possono essere attribuibili ad una<br />
sua non corretta attivazione.<br />
Un fl ussante forte è in grado di rimuovere<br />
ossidi e prevenire corto circuiti,<br />
inoltre, la risalita per i componenti
A confronto i forni di piccole e grandi dimensioni di Dima<br />
Dima SMT Systems nasce nel 1986 con l’obiettivo di concepire e realizzare una linea completa di sistemi per la produzione<br />
di schede elettroniche in tecnologia SMT. L’attenzione di Dima si è da subito focalizzata su quell’area di mercato<br />
che comprende aziende con volumi di produzione medi e medio-bassi, con un occhio di riguardo al contenimento dei costi:<br />
fin da subito Dima si è dimostrata una tra le aziende con maggior successo nel settore. La linea di produzione Dima copre<br />
l’intero processo produttivo, dai sistemi serigrafici alle macchine dispensatrici, dalle Pick & Place ai sistemi di saldatura.<br />
<strong>Il</strong> forno a rifusione Solano, ad aria forzata e convettivo, è dotato di<br />
4 zone di preriscaldo nella zona top e da 1 a 4 nella zona bottom.<br />
Solano è un forno di medie dimensioni con una lunghezza di processo<br />
di 2250 mm (inclusa una zona di raffreddamento) ed offre un efficace<br />
sistema di preriscaldo ad aria forzata per mantenere costante la<br />
temperatura, indipendentemente dallo spessore della scheda e dalla<br />
dimensione dei componenti.<br />
Per eliminare la possibilità di danni causati dall’elettricità statica,<br />
Solano include come standard uno ionizzatore d’aria nella zona di<br />
raffreddamento. In un forno così<br />
compatto è importante limitare<br />
le emissioni di raggi infrarossi,<br />
che causano surriscaldamento:<br />
per<br />
questo le pareti<br />
interne sono rivestite<br />
da un sottile<br />
strato di acciaio inossidabile<br />
e gli elementi riscaldanti<br />
sono posti all’esterno<br />
della camera.<br />
<strong>Il</strong> sistema è equipaggiato con<br />
il profilatore DimaSoft in grado di<br />
immagazzinare fino a 6 diversi profili di saldatura, mentre nel microprocessore<br />
sono memorizzabili fino a 99 programmi di preriscaldo. Le<br />
celle di riscaldamento del Solano possono essere rimosse dal lato top<br />
senza smontare la camera di processo, rendendo il forno di facile utilizzo.<br />
Per minimizzare la contaminazione del forno sono presenti zone<br />
di raccolta del flussante.<br />
<strong>Il</strong> forno a rifusione Solano può essere utilizzato in linea, o stand-alone<br />
mediante un convogliatore a maglia. Esso può inoltre essere fornito<br />
con il convogliatore a catena con pin.<br />
Caratteristiche di Solano<br />
Forno di larghezza 500 mm ad aria forzata<br />
5 celle di riscaldamento indipendenti a potenza controllata<br />
Zona di raffreddamento interna<br />
Progettato per soddisfare i requisiti lead free<br />
Software che consente di comparare e variare i profili eseguiti e<br />
di modificarne il set-up<br />
Caratteristiche di funzionamento visibili su display<br />
Interfaccia SMEMA<br />
Dima Smt Systems - www.dima-smt.com<br />
Dima ha ideato il forno a rifusione Breeze, ad aria forzata e completamente<br />
convettivo, con 4 zone di preriscaldo nella zona top e 4 nella zona<br />
bottom. Breeze è un forno di piccole dimensioni con una lunghezza<br />
di processo di 1200 mm (inclusa una<br />
zona di raffreddamento). Per ridurre lo<br />
stress nella saldatura di schede a due<br />
lati, le temperature sul lato top<br />
e bottom possono essere impostate<br />
separatamente.<br />
<strong>Il</strong> forno è equipaggiato con il profilatore<br />
DimaSoft in grado di immagazzinare<br />
fino a 6 diversi profili<br />
di saldatura, mentre nel microprocessore<br />
sono memorizzabili<br />
fino a 99 programmi di preriscaldo.<br />
<strong>Il</strong> forno Breeze può essere utilizzato in linea o stand alone, grazie ad<br />
un convogliatore a maglia esente da vibrazioni. Breeze è disponibile anche<br />
in versione da tavolo. <strong>Il</strong> convogliatore a maglia alloggia schede fino<br />
ad un’ampiezza massima di 400 mm, con una velocità che va da un<br />
minimo di 50mm al minuto fino ad un massimo di 800 mm al minuto.<br />
Breeze dispone inoltre di un sistema di evacuazione fumi integrato.<br />
Per eliminare la possibilità di danni causati dall’elettricità statica,<br />
Breeze include come standard uno ionizzatore d’aria nella zona di<br />
raffreddamento.<br />
<strong>Il</strong> forno Breeze offre un efficace sistema di preriscaldo ad aria forzata<br />
per mantenere costante la temperatura, indipendentemente dallo spessore<br />
della scheda e dalla dimensione dei componenti.<br />
Grazie alle 8 zone di riscaldamento indipendenti è possibile creare innumerevoli<br />
profili di preriscaldo. La zona bottom è regolabile per prevenire<br />
il surriscaldamento dei componenti montati sul lato inferiore nelle<br />
schede a due lati. Uno schermo LCD dedicato permette il continuo monitoraggio<br />
del processo e della temperatura in ogni zona.<br />
Caratteristiche di Breeze<br />
8 zone di riscaldo controllate e indipendenti<br />
Progettato per soddisfare i requisiti lead free<br />
Ionizzatore nella sezione di raffreddamento esterno<br />
Microprocessore per memorizzare fino a 99 profili di saldatura<br />
Sistema di evacuazione fumi integrato<br />
Interfaccia SMEMA meccanica (per la versione stand alone)<br />
PCB giugno 2012<br />
63
64 PCB giugno 2012<br />
through-hole sarà favorita da un flussante<br />
con alta resistenza al calore.<br />
Una corretta risalita è uno degli<br />
obiettivi chiave nella saldatura, e le leghe<br />
lead free, caratterizzate da una minore<br />
bagnabilità, rendono questo processo<br />
più difficoltoso.<br />
Una inertizzazione con azoto<br />
nell’area di saldatura può migliorare le<br />
performance di bagnabilità, perchè gli<br />
ossidi possono così essere rimossi e la<br />
risalita aumentata.<br />
Difetti quali le cosidette “pagliuzze”<br />
di lega oppure i “ghiaccioli” sono evitabili<br />
con un’adeguata attività di flussaggio<br />
o con un’atmosfera di azoto.<br />
<strong>Il</strong> flussante dev’essere compatibile<br />
con le maggiori temperature di preriscaldo<br />
e di rifusione, con moduli a convezione<br />
di aria calda, con formatori a<br />
doppia onda, con le finiture ed il solder<br />
mask dei circuiti stampati.<br />
L’interazione tra flussante e solder<br />
mask può causare residui sul lato bottom<br />
della scheda a seguito della saldatura.<br />
Questi residui oleosi, che non evaporano<br />
durante il processo di saldatura,<br />
sono composti da solder resist modificato<br />
nella sua struttura a causa di problemi<br />
nella sua formulazione oppure da<br />
una sua errata cottura. I fabbricanti di<br />
pcb per ovviare a tali difetti devono curare<br />
in modo appropriato la fase di riscaldamento<br />
dei circuiti stampati.<br />
Per alcune aziende questo potrebbe<br />
non essere considerato un difetto mentre<br />
potrebbe esserlo per altre, che ad<br />
esempio utilizzano la tecnologia di conformal<br />
coating sulle proprie schede.<br />
I residui di saldatura che aderiscono<br />
al solder resist sono definiti “solder<br />
webbing”.<br />
4 - Caratteristiche delle leghe senza<br />
piombo<br />
Tutte le parti a contatto con la lega<br />
liquida nella saldatura ad onda aumentano<br />
la propria temperatura e si espandono<br />
a causa del calore introdotto nel<br />
giunto dalla lega.<br />
<strong>Il</strong> grado di espansione termica non<br />
è lo stesso per tutti i materiali, ma è<br />
generalmente più alto nella saldatura<br />
senza piombo.<br />
Per le schede realizzate in epoxyglass,<br />
l’espansione termica ha un valore<br />
variabile che dipende dalla temperatura:<br />
questa espansione diventa massima<br />
sull’asse Z.<br />
A causa delle differenze di espansione<br />
termica tra il rivestimento in rame<br />
e il materiale base della scheda possono<br />
verificarsi delle deformazioni nel<br />
giunto di saldatura. Questa deformazione<br />
si concentra prevalentemente<br />
nell’area di saldatura del pad, che assume<br />
una forma a cuneo durante il processo.<br />
Questa deformazione è un meccanismo<br />
dinamico, che muove su e giù<br />
i pad durante la saldatura e che può indurre<br />
alla formazione di crack (criccature)<br />
nei giunti.<br />
Un crack o micro-rottura è una<br />
spaccatura o un disallineamento nella<br />
superficie di saldatura che può risultare<br />
più o meno profondo. La formazione<br />
di spaccature è spesso il risultato del<br />
movimento del pad durante il processo<br />
di saldatura. Le micro-rotture possono<br />
essere causate da diversi meccanismi<br />
che agiscono sul giunto in fase di<br />
solidificazione.<br />
Lo standard IPC-A-610-D definisce<br />
che il restringimento dei fori è accettabile<br />
quando il fondo della spaccatura<br />
è visibile e quando la spaccatura<br />
non è a contatto con il pad, la metallizzazione<br />
del foro o il pin del componente.<br />
<strong>Il</strong> sollevamento del pad o del giunto<br />
sono causati dallo stesso meccanismo,<br />
ovvero la differente espansione termica<br />
dei materiali.<br />
Un contatto prolungato tra la scheda<br />
e la lega saldante porterà ad una migliore<br />
risalita. Una maggiore temperatura<br />
consentirà inoltre una migliore bagnabilità<br />
dei giunti: l’abbinamento di questi<br />
due elementi però può essere dannoso,<br />
perchè può causare diversi difetti, quali:<br />
Blow holes: i gas emessi dalla scheda<br />
sottoposta ad alta temperature sfiatano,<br />
entrando nella lega saldante e<br />
provocando vuoti (voids).<br />
Dissoluzione del rame: il rame che è<br />
contenuto nei pad tende a dissolversi<br />
nella saldatura. Tempi molto prolungati<br />
di contatto possono portare<br />
ad una eccessiva o totale dissoluzione<br />
del rame se questo è troppo<br />
sottile.<br />
Rifusione secondaria: i componenti<br />
SMT rifondono una seconda<br />
volta se le temperature del processo<br />
ad onda superano il punto di fusione<br />
della pasta. La lega potrebbe<br />
spostarsi ed i terminali dei componenti<br />
potrebbero staccarsi dal pad.<br />
Talvolta può rimanere una debole<br />
connessione tra il terminale ed il<br />
pad, rendendo ancora più difficile<br />
rilevare questo difetto, dal momento<br />
che sarebbe ancora possibile un flusso<br />
di corrente. Per prevenire la rifusione<br />
è utile posizionare dissipatori<br />
termici sulla superficie dei componenti<br />
più vulnerabili.<br />
Solder wicking: la lega tende a scorrere<br />
sulla superficie del terminale<br />
allontanadosi dall’area del giunto,<br />
rendendo difficile una connessione<br />
adeguata.<br />
Danno ai componenti: alcuni componenti<br />
(come ad esempio i MELF) se<br />
rimangono troppo a lungo immersi<br />
nella lega allo stato liquido durante<br />
la saldatura ad onda possono rompersi.<br />
In altri casi, la colla che li trattiene<br />
al circuito stampato può non<br />
sopportare la temperatura troppo<br />
elevata e il componente può cadere<br />
all’interno del bagno.<br />
5 - Contaminazione della saldatura<br />
Alcuni metalli tendono a dissolversi<br />
nella pasta saldante lead free: la temperatura,<br />
la velocità alla quale si muove<br />
la lega e la composizione della lega<br />
stessa determinano la rapidità di questo<br />
processo.
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dosatura volumetrica<br />
di paste di saldatura.<br />
La camera<br />
del fl uido<br />
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66 PCB giugno 2012<br />
Per garantire un processo stabile di<br />
saldatura è necessario controllare la<br />
composizione della lega, perché ogni variazione<br />
rispetto alla struttura originale<br />
provoca una diversa reazione durante la<br />
fusione, in particolare nel caso della contaminazione<br />
con piombo o ferro.<br />
Attualmente in molti processi lead<br />
free coesistono paste saldanti senza<br />
piombo e componenti con finiture al<br />
piombo. Raggiunta una certa temperatura<br />
il piombo si dissolve nel pozzetto, e<br />
la contaminazione porta ad un abbassamento<br />
del punto di fusione, oltre che ad<br />
una violazione delle normative RoHS.<br />
Una volta contaminato, il pozzetto deve<br />
essere sostituito, comportando costi<br />
aggiuntivi.<br />
Lo stesso discorso è applicabile alla<br />
contaminazione da ferro.<br />
La contaminazione con piombo, bismuto,<br />
rame o altri metalli compromette<br />
il processo di solidificazione: in particolare,<br />
la lega SnPbBi crea segmenti a<br />
basso punto di fusione all’interno della<br />
massa di lega saldante che, uniti allo<br />
stress meccanico nei giunti, possono<br />
provocare spaccature.<br />
Se il materiale con il quale è costruito<br />
il pozzetto di saldatura non ha uno strato<br />
protettivo sufficiente, l’acciaio presente<br />
nella sua struttura potrebbe dissolversi<br />
nella pasta saldante e formare<br />
residui FeSn2. <strong>Il</strong> punto di fusione di<br />
questi cristalli è di 510 °C, perciò essi rimangono<br />
solidi nel bagno fuso e tendono<br />
a raccogliersi negli angoli del pozzetto,<br />
dove il flusso della lega è più ridotto.<br />
Tuttavia, se essi vengono aspirati<br />
dalle pompe insieme alla lega saldante,<br />
potrebbero finire in un giunto di saldatura,<br />
alterandone la struttura o provocando<br />
corto circuiti.<br />
6 - Surriscaldamento e altri difetti di rifusione<br />
Con le temperature più alte necessarie<br />
per il processo di rifusione lead free<br />
aumenta il rischio del surriscaldamento<br />
dei componenti.<br />
La finestra del processo di rifusione è<br />
ridotta con la tecnologia lead free, quindi<br />
è fondamentale raggiungere e mantenere<br />
una bassa differenza di temperatura<br />
tra il punto più freddo e quello<br />
più caldo sulla scheda (ΔT) in modo da<br />
fondere completamente la pasta saldante<br />
senza danneggiare i componenti.<br />
Alcuni difetti della saldatura a rifusione<br />
sono collegati alle caratteristiche<br />
della pasta saldante e al processo di serigrafia,<br />
come già accadeva con le leghe<br />
classiche. Essi sono:<br />
Effetto lapide: questo fenomeno avviene<br />
quando i componenti si sollevano<br />
su un lato, mentre l’altro rimane<br />
a contatto con la scheda. Alcuni studi<br />
hanno dimostrato che l’incidenza<br />
di tale difetto diminuisce con l’utilizzo<br />
di paste saldanti lead free: questo<br />
a causa della scarsa bagnabilità<br />
che provoca minore tensione superficiale<br />
e quindi minore forza sul<br />
componente.<br />
Formazione di microsfere: questo difetto<br />
si presenta con la formazione<br />
di sfere lungo i lati del componente.<br />
Tali sfere sono solitamente causate<br />
da un’eccessiva presenza di pasta<br />
saldante sul pad, da un processo<br />
di serigrafia non accurato oppure<br />
dalla fuoriuscita di solventi in forma<br />
gassosa dalla pasta durante la fase<br />
di preriscaldo.<br />
Corto circuito: tale difetto è causato da<br />
un processo di serigrafia non accurato,<br />
dalla sbavatura o dal collasso della<br />
pasta, da un volume eccessivo di<br />
pasta o da un piazzamento dei componenti<br />
impreciso.<br />
Materiali misti in BGA: utilizzare<br />
BGA nel processo può diventare<br />
problematico quando la finitura<br />
delle loro sfere e la pasta saldante<br />
non sono compatibili.<br />
Se la pasta saldante lead free è utilizzata<br />
con sfere BGA stagno-piombo,<br />
le sfere si fonderanno ad una temperatura<br />
di 183 °C, quando ancora la pasta<br />
starà producendo gas, facendo evaporare<br />
il flussante. Poiché le sfere collassano<br />
sopra la pasta, i gas possono fuoriuscire<br />
solo attraversando lo strato di Sn-Pb,<br />
causando vuoti (voids).<br />
Se le sfere BGA senza piombo sono<br />
utilizzate con pasta stagno-piombo<br />
è necessario assicurarsi che le sfere siano<br />
completamente fuse per ottenere un<br />
auto-allineamento sufficiente.<br />
La finitura di numerosi componenti<br />
è già stata modificata da stagno-piombo<br />
a stagno puro senza renderlo noto<br />
agli utilizzatori finali: ciò ha provocato<br />
numerosi problemi di scarsa bagnabilità<br />
e di differente aspetto della saldatura,<br />
causando anche seri dubbi sull’affidabilità<br />
di tali giunti.<br />
Raccomandazioni<br />
Numerosi difetti solo legati alla qualità<br />
del materiale di cui le schede sono<br />
composte. La saldabilità delle schede si<br />
basa su alcuni fattori tra cui la qualità<br />
nella fornitura del prodotto e le corrette<br />
condizioni di stoccaggio.<br />
Con la saldatura ad onda la temperatura<br />
deve essere più bassa possibile per<br />
prevenire il surriscaldamento dei componenti,<br />
il danneggiamnto dei materiali,<br />
e cosa più importante, la seconda riusione<br />
della pasta saldante.<br />
Temperature più basse di saldatura<br />
limitano gli effetti corrosivi dello stagno<br />
fuso sulle parti ferrose del pozzetto<br />
e delle giranti, ed evitano la formazione<br />
di cristalli di ferro-stagno.<br />
Sia nella saldatura ad onda che in<br />
quella a rifusione alcuni difetti sono<br />
causati da un’insufficiente attività<br />
di flussatura. Un flussante in grado di<br />
sopportare alte temperature può evitare<br />
corto circuiti e migliorare la risalita.<br />
Un buon controllo del processo di rifusione<br />
previene il surriscaldamento e<br />
l’incidenza di altri difetti.<br />
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Milano, 28 giugno 2012<br />
seconda edizione dell’evento organizzato<br />
da Selezione di Elettronica<br />
rivolto alla “Medical Design Community”<br />
<strong>Il</strong> convegno<br />
Una sessione convegnistica, a cura di università, associazioni, istituti di ricerca, società<br />
di analisi di mercato e Oem internazionali attivi nel settore elettromedicale, con interventi<br />
di elevato valore scientifico e tecnologico.<br />
I workshop<br />
Una serie di workshop tecnici, a cura delle aziende fornitrici di dispositivi microelettronici<br />
e di sistemi elettronici, dedicati alla presentazione delle ultime tecnologie disponibili<br />
nei semiconduttori, nella connessione, nella componentistica passiva, nell’alimentazione,<br />
nella visualizzazione.<br />
L’esposizione<br />
Un’esposizione, a cura delle aziende partecipanti, in cui i visitatori potranno verificare<br />
l’offerta disponibile e gli avanzamenti tecnologici e confrontarsi con gli specialisti sulle<br />
problematiche applicative dell’elettronica nei sistemi medicali.<br />
L’area dimostrativa<br />
Un’area dove il pubblico avrà la possibilità di accedere a sessioni dimostrative, “toccare<br />
con mano” gli strumenti e le apparecchiature ed effettuare prove pratiche sul campo, con<br />
la presentazione di casi applicativi reali.<br />
I partecipanti<br />
L’evento si rivolge alla “Medical Design Community” e in particolare ai progettisti e ai<br />
tecnici elettronici impegnati nello sviluppo di applicazioni medicali, ma anche ai responsabili<br />
delle tecnologie informative, ai tecnici sanitari, agli uffici acquisti e a tutti gli operatori<br />
interessati agli sviluppi delle tecnologie elettroniche nel medicale.<br />
CON IL SUPPORTO DI<br />
Sponsor<br />
CON IL PATROCINIO DI<br />
Milano, 28 giugno 2012<br />
Luogo<br />
Sala Bramante, Palazzo delle Stelline,<br />
Corso Magenta 61 – Milano<br />
Orario<br />
09.00 – 17.00<br />
Registrazione<br />
info@formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />
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68 PCB giugno 2012<br />
▶ TEST & QUALITY – ENERGIA<br />
La compatibilità<br />
elettromagnetica<br />
Lo studio della compatibilità elettromagnetica ha<br />
l’obiettivo di garantire il corretto funzionamento,<br />
nel medesimo ambiente, dei diversi apparati che<br />
generano fenomeni elettromagnetici o ne sono<br />
suscettibili durante il loro funzionamento<br />
di Piero Bianchi<br />
<strong>Il</strong> termine compatibilità elettromagnetica<br />
o EMC (acronimo di<br />
Electromagnetic Compatibility)<br />
si riferisce alla disciplina che studia<br />
la generazione, la trasmissione e la<br />
ricezione non intenzionali di energia<br />
elettromagnetica in relazione agli<br />
Apparato per le prove di compatibilità elettromagnetica<br />
effetti indesiderati che queste possono<br />
comportare.<br />
La compatibilità elettromagnetica<br />
prende in considerazione tanto le<br />
problematiche di emissione quanto<br />
le problematiche di suscettibilità.<br />
Le prime si riferiscono alla riduzione<br />
della generazione non intenzionale<br />
di energia elettromagnetica e<br />
alle contromisure atte a evitare la sua<br />
trasmissione.<br />
Le seconde si riferiscono invece al<br />
corretto funzionamento degli apparati<br />
elettrici ed elettronici in presenza<br />
di disturbi elettromagnetici provenienti<br />
dall’esterno.<br />
Quando nell’ambito della compatibilità<br />
elettromagnetica si prendono<br />
in considerazione disturbi elettromagnetici<br />
che si propagano in strutture<br />
guidanti quali conduttori metallici,<br />
ci si riferisce a problematiche di<br />
suscettibilità ed emissione condotte;<br />
quando invece ci si riferisce a disturbi<br />
propagatisi nello spazio libero, ci si<br />
riferisce a problematiche di suscettibilità<br />
ed emissione irradiata.<br />
Un metodo classico per evitare interferenze<br />
elettromagnetiche da e verso<br />
un apparato elettrico è quello della<br />
schermatura metallica dell’apparato<br />
in questione creando una gabbia<br />
di Faraday: in tal modo le onde elettromagnetiche<br />
incidenti o irradiate<br />
dall’apparato rimangono confinate in<br />
buona parte rispettivamente all’esterno<br />
o all’interno della struttura.<br />
Le prove di compatibilità<br />
elettomagnetica<br />
Con l’introduzione a partire dal<br />
1997 del marchio CE è richiesto lo<br />
stretto rispetto delle normative specifiche<br />
sulle problematiche della<br />
compatibilità elettromagnetica in<br />
aggiunta a quelle sulla sicurezza elettrica.<br />
<strong>Il</strong> tema della compatibilità elettromagnetica<br />
non può essere lasciato alla<br />
valutazione dei singoli produttori e<br />
in seno all’Unione Europea si è cer-
cato di regolamentare e unificare la<br />
legislazione in materia per poi trasferirla<br />
dalla sede comunitaria agli stati<br />
membri ratificandola a livello nazionale.<br />
Come detto, per compatibilità<br />
elettromagnetica s’intende lo stato in<br />
cui un dispositivo elettrico/elettronico<br />
possa lavorare normalmente senza<br />
creare ed emettere interferenze verso<br />
l’ambiente che lo circonda (emissioni)<br />
e allo stesso tempo sia immune<br />
da disturbi generati da altre apparecchiature<br />
presenti nel medesimo<br />
ambiente in cui si vuole che questo<br />
operi (immunità). Le prove sono<br />
tecnicamente ben definite e indicate<br />
dalle norme EN; ad esempio, le prove<br />
di emissione relative a un personal<br />
computer sono definite dalla norma<br />
EN 55022, mentre le prove di immunità<br />
alla scariche elettrostatiche sono<br />
definite dalla norma EN 61000-4-2.<br />
Un apparato sottoposto alle prove<br />
di compatibilità elettromagnetica<br />
deve quindi superare tre differenti<br />
prove:<br />
- prove di emissione in radiofrequenza<br />
(RF) che si distinguono in condotte,<br />
ovvero la misura dei disturbi<br />
RF emessi dall’apparato in prova<br />
attraverso il cavo di alimentazione,<br />
e irradiate, ovvero la misura dei disturbi<br />
RF emessi sempre dall’apparato<br />
in prova nell’etere;<br />
- prove di emissione armonica e flicker<br />
che prevedono rispettivamente<br />
la valutazione delle armoniche<br />
generate dall’apparecchio<br />
in prova e immesse nella rete di<br />
alimentazione (creazione di armoniche)<br />
e della fluttuazione di<br />
tensione (flicker);<br />
- prove di immunità che prevedono<br />
prove di resistenza e corretto<br />
funzionamento in presenza di<br />
campi elettromagnetici (immunità<br />
RF) di transitori di rete (surge<br />
e burst), di buchi di tensione e di<br />
scariche elettrostatiche (ESD).<br />
Camera anecoica in costruzione<br />
L’applicazione della direttiva<br />
89/336/CEE richiede che, durante<br />
la progettazione e la realizzazione del<br />
prodotto, il costruttore deve obbligatoriamente<br />
rivolgersi a un ente certificatore<br />
competente che effettuerà le<br />
prove ritenute idonee al tipo di dispositivo.<br />
Solamente dopo il superamento<br />
di queste prove il costruttore<br />
potrà marchiare CE il suo prodotto.<br />
Se decidesse di autocertificare il<br />
proprio prodotto, il costruttore deve<br />
munirsi di tutte le apparecchiature<br />
di test per poter effettuare in proprio<br />
tutte le prove previste dalle leggi<br />
in vigore al momento. Questo implica<br />
il doversi dotare di un parco strumenti<br />
dal valore piuttosto elevato e<br />
sopratutto di formare i tecnici nel loro<br />
corretto utilizzo, non sempre semplice.<br />
La normativa di riferimento<br />
Emissioni RF condotte (EN 55011-<br />
55014 – 55022)<br />
Per emissioni RF condotte si intendono<br />
tutti i disturbi in radiofrequenza<br />
causati dall’apparecchiatura<br />
in prova ed emessi attraverso il cavo<br />
di alimentazione. Ogni norma,<br />
ciascuna diversificata per famiglie<br />
di prodotto, prevede dei livelli che<br />
non devono essere superati. La banda<br />
di radiofrequenza da analizzare<br />
per questo tipo di prova è compresa<br />
tra 150 KHz e 30 MHz. I dispositivi<br />
che permettono di rilevare questo tipo<br />
di disturbo sono la RETE LISN,<br />
l’analizzatore di spettro o il ricevitore<br />
EMI.<br />
La LISN (line impedance stabilization<br />
network) è letteralmente<br />
una rete di stabilizzazione dell’impedenza<br />
di linea. È utilizzata nelle<br />
prove di misura delle correnti di disturbo<br />
introdotte nella rete elettrica<br />
di alimentazione da parte di ogni<br />
dispositivo ad essa connesso. Viene<br />
introdotta per due motivi, il primo<br />
poiché la rete elettrica di alimentazione<br />
è essa stessa sede di disturbi<br />
e tali componenti potrebbero sommarsi<br />
a quelle prodotte dal dispositivo<br />
sotto test inficiando il risultato<br />
della misura. <strong>Il</strong> secondo perché<br />
l’impedenza vista ai capi di una presa<br />
di alimentazione è molto varia-<br />
PCB giugno 2012<br />
69
70 PCB giugno 2012<br />
bile sia nel tempo che nello spazio,<br />
quindi misure fatte in luoghi o tempi<br />
diversi darebbero risultati non<br />
confrontabili. La LISN deve quindi<br />
comportarsi come un filtro passa<br />
basso nei confronti del dispositivo<br />
sotto verifica in modo da permettere<br />
il passaggio della corrente di alimentazione,<br />
ma non dei disturbi a<br />
più alta frequenza e deve mantenere<br />
un’impedenza di carico approssimativamente<br />
stabile nell’intervallo di<br />
frequenze previsto dalla normativa<br />
sulle emissioni condotte (cioè tra i<br />
150 kHz e i 30 MHz).<br />
Emissioni RF irradate (EN 55011-<br />
55014 – 55022)<br />
Per emissioni irradiate si intendono<br />
tutti i disturbi in radiofrequenza<br />
causati dall’apparato in prova ed<br />
emessi nell’etere, ovvero nell’ambiente<br />
circostante. Anche in questo caso<br />
ogni norma è diversificata per famiglia<br />
di prodotto e prevede dei livelli<br />
che non devono essere superati. La<br />
banda di radiofrequenza da analizzare<br />
per questo tipo di prova è compresa<br />
tra 30 MHz e 1000 MHz.<br />
I dispositivi che permettono di rilevare<br />
questo tipo di disturbi sono<br />
l’antenna LOG periodica e l’analizzatore<br />
di spettro o il ricevitore EMI.<br />
Emissioni armoniche (EN 61000-3-2)<br />
Per emissioni armoniche si intendono<br />
tutti i disturbi armonici generati<br />
dall’apparato in prova ed emessi<br />
nella rete di alimentazione. Come<br />
nelle precedenti, anche questa prevede<br />
dei livelli che non devono essere<br />
superati. La banda da analizzare per<br />
questo tipo di prova è compresa tra i<br />
50 Hz e i 4000 Hz. I dispositivi che<br />
permettono di rilevare questo tipo di<br />
disturbi sono la sonda di corrente e la<br />
scheda di acquisizione per i dati rilevati<br />
che verranno poi elaborati.<br />
Emissioni di flicker (EN 61000-3-2)<br />
Per emissione di flicker si intendono<br />
tutti i disturbi di fluttuazione<br />
generati dall’apparato in prova e<br />
immessi nella rete di alimentazione.<br />
I dispositivi che permettono di rilevare<br />
questo tipo di disturbo sono la<br />
sonda flicker e la scheda di acquisizione<br />
dei dati rilevati da elaborare.<br />
Camera anecoica con la strumentazione per le prove di compatibilità<br />
Immunità RF (EN 61000-4-3 e EN<br />
61000-4-6)<br />
L’immunità alla radiofrequenza è<br />
la capacità di continuare a funzionare<br />
anche sotto l’influsso di campi elettromagnetici,<br />
generati artificialmente<br />
tramite apparati dedicati. Le norme<br />
sono diversificate per famiglia di prodotto<br />
e prevedono dei livelli diversi di<br />
irraggiamento. La banda di frequenze<br />
per questo tipo di prova è compresa<br />
tra i 27 MHz e i 1000 MHz.<br />
I congegni che permettono di generare<br />
questo tipo di campi elettromagnetici<br />
sono l’antenna log periodica,<br />
la rete di accoppiamento, l’amplificatore<br />
RF completo di generatore<br />
RF modulato in AM.<br />
Immunità ai transitori o surge &burst<br />
(EN 61000-4-4 e 61000-4-5)<br />
Per immunità ai transitori di rete si<br />
intende la capacità di funzionamento<br />
dell’apparato sotto prova in presenza<br />
di disturbi transitori generati artificialmente<br />
tramite dispositivi appositi.<br />
Ogni norma prevede livelli specifici<br />
con i quali devono essere irradiati<br />
gli apparecchi in prova. Gli strumenti<br />
che permettono di generare<br />
questo tipo di campi elettromagnetici<br />
sono il generatore di burst & surge<br />
(Burst= treni di impulsi, Surge= simulazione<br />
delle fulminazioni), nonché<br />
le reti di accoppiamento con cui<br />
tali disturbi vengono inviati all’apparecchio<br />
in prova.<br />
Immunità ai buchi di rete (EN61000-<br />
4-11)<br />
Per immunità ai buchi di rete<br />
si intende la capacità di mantenere<br />
la continuità di funzionamento<br />
dell’unità in prova in presenza di interruzione<br />
dell’alimentazione di rete<br />
generati artificialmente. L’apparato<br />
che permette questo genere di prova<br />
è il generatore di buchi di tensione e<br />
la rete di accoppiamento per inviare i<br />
disturbi all’unità sotto test.
Particolare della parete interna della camera anecoica<br />
Immunità alle scariche elettrostatiche<br />
(EN 61000-4-2)<br />
Per immunità alle cariche elettrostatiche<br />
si intende la capacità di mantenere<br />
un funzionamento continuo delle<br />
apparecchiature in prova in presenza<br />
di scariche elettrostatiche generate artificialmente.<br />
L’apparato che permette<br />
questo genere di prova è il generatore<br />
di cariche elettrostatiche e i terminali<br />
con cui i disturbi sono inviati al dispositivo<br />
in prova.<br />
Dove nascono i disturbi<br />
nei cavi di connessione<br />
EMI - Rumori Induttivi<br />
Quando la sorgente del rumore è<br />
di origine esterna al cavo, può essere<br />
provocata da linee di potenza, motori,<br />
trasformatori, ecc. <strong>Il</strong> cavo d’interconnessione<br />
tra due unità viene a<br />
trovarsi immerso in un campo magnetico<br />
variabile. Quando è presente<br />
lo schermo, vi sono indotte correnti<br />
e tensioni che provocano delle<br />
distorsioni nel circuito del cavo.<br />
L’efficacia dello schermo normalmente<br />
viene misurata mediante l’impedenza<br />
di trasferimento, definita in<br />
una elementare lunghezza di cavo<br />
come il rapporto tra la tensione misurata<br />
lungo lo schermo e la corrente<br />
che attraversa il sistema pertur-<br />
bante. Per esperienza si può definire<br />
che per frequenze fino a 100 KHz,<br />
l’impedenza di trasferimento rimane<br />
pressoché costante e il valore è determinato<br />
dal tipo di schermo utilizzato,<br />
nel quale si deve tener conto della<br />
sua resistenza elettrica.<br />
Nel campo di frequenze che spazia<br />
da 100 KHz a 10 MHz, a parità<br />
di schermi, c’è un incremento della impedenza<br />
di trasferimento. Al salire nella<br />
fascia di frequenza, nell’intervallo da<br />
10 MHz a 300 MHz, il valore dell’impedenza<br />
di trasferimento permane influenzato<br />
dal tipo di schermo, oltre che<br />
dalla frequenza.<br />
Nel caso dei cavi di alimentazione<br />
si ricorre al filtro EMI: è un filtro<br />
passivo presente nella gran parte<br />
delle apparecchiature elettroniche,<br />
per permettergli di adeguarsi alle<br />
normative sulla compatibilità elettromagnetica,<br />
e in particolare a quelle<br />
riguardanti le emissioni condotte.<br />
Al lato pratico si tratta di un filtro<br />
passa basso che viene collegato come<br />
ultimo stadio tra l’apparecchiatura e<br />
la rete di alimentazione, in modo da<br />
attenuare le componenti di disturbo<br />
che ogni dispositivo elettronico tenderebbe<br />
a emettere. <strong>Il</strong> filtro EMI risulta<br />
trasparente alla frequenza di<br />
alimentazione (50-60 Hz) per permettere<br />
il corretto funzionamento<br />
del dispositivo, ma agisce nel campo<br />
delle frequenze 150 kHz-30 MHz<br />
come stabilito dalla normativa.<br />
ESI (electrostatic interferences) o rumori<br />
elettrostatici<br />
La sorgente del rumore è di origine<br />
esterna al cavo. <strong>Il</strong> disturbo è causato<br />
dall’accoppiamento del campo elettrico<br />
esterno con il circuito, nel cavo<br />
d’interconnessione. In questo caso<br />
l’accoppiamento capacitivo è ostacolato<br />
dall’alta copertura dello schermo,<br />
mentre la sua resistenza elettrica non<br />
è preminente. Importante è la messa a<br />
terra. Per disturbi di tipo ESI si presta<br />
molto bene lo schermo a nastro di<br />
alluminio/poliestere che ha rumori intorno<br />
allo 0,1 mV. Sono invece sconsigliati<br />
schermi a treccia di rame o a spirale<br />
di rame, che possono raggiungere<br />
valori fino a 5 mV.<br />
ESD (electrostatic discharge) o scariche<br />
elettrostatiche<br />
Anche in questo caso la sorgente del<br />
rumore è di origine esterna al cavo. <strong>Il</strong><br />
disturbo causa sullo schermo del cavo<br />
un impulso di corrente a basso tempo di<br />
salita, con componenti fino a 100 MHz.<br />
Gli schermi che si prestano meglio sono<br />
quelli composti da alluminio/poliestere<br />
più treccia di rame, ripetuti anche<br />
più volte nei casi ritenuti critici.<br />
PCB giugno 2012<br />
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72 PCB giugno 2012<br />
▶ TEST & QUALITY - SISTEMA BX BENCHTOP<br />
AOI benchtop<br />
a 5 telecamere<br />
<strong>Il</strong> sistema AOI deve essere sufficientemente<br />
prestante da supportare produttività e veloci cambi<br />
di codice prodotto sotto l’egida di un efficiente<br />
controllo di processo che possa in tempo reale<br />
dare tutte le informazioni per mantenere<br />
nel target la produzione<br />
di Dario Gozzi<br />
La valutazione di un sistema AOI<br />
è tradizionalmente un’esperienza<br />
lunga e noiosa. Questo è in<br />
massima parte dovuto all’incertezza sul<br />
come valutare il sistema e sulla sensibilità<br />
umana che comunque entra in gioco<br />
nel percepire le prestazioni in termini di<br />
semplicità di programmazione e di risultati<br />
tra reali difetti e falsi difetti (o difetti<br />
non rilevati).<br />
La principale causa del lungo tempo<br />
di valutazione è da ricercare nella pro-<br />
Particolare del vano di alloggiamento del pcb del sistema<br />
a 5 telecamere Yestech BX di Nordson<br />
grammazione della libreria dei componenti<br />
e nella personalizzazione dei programmi.<br />
È richiesto inoltre un supporto<br />
tecnico capace nella programmazione,<br />
per un preciso aggiustamento delle luci e<br />
nell’utilizzo delle diverse telecamere presenti<br />
sul sistema per garantire un’ispezione<br />
efficace. Non è caso raro che dopo<br />
aver speso ore di set-up, sentendo che<br />
persiste la difficoltà, subentra la frustrazione<br />
con risultato negativo sulla valutazione.<br />
Altro fattore d’importanza strategica<br />
nella scelta di un sistema è la capacità del<br />
costruttore di perseguire continui sviluppi<br />
e aggiornamenti sia del software che<br />
dell’hardware al fine di garantire non solo<br />
l’aggiornamento del sistema col trend<br />
tecnologico in corso, ma anche di andare<br />
a porre rimedio alle eventuali lacune che<br />
l’utilizzo dovesse far emergere nel tempo.<br />
<strong>Il</strong> sistema BX benchtop<br />
Come leader emergente nel campo<br />
dell’ispezione ottica automatica<br />
YesTech, del gruppo Nordson, è ben<br />
cosciente di queste difficoltà per cui ha<br />
destinato notevoli risorse nella ricerca<br />
e sviluppo di telecamere ad alta risoluzione<br />
e di sistemi d’illuminazione che<br />
possano coadiuvare il lavoro delle varie<br />
telecamere di cui dispone il sistema.<br />
Anche lo studio del software ha portato<br />
ad ottenere un prodotto che sia alla<br />
portata di ogni operatore senza perdere<br />
di efficacia nella copertura dei vari<br />
gradi di complessità degli attuali pcb,<br />
Particolare della testa su cui trovano posto le telecamere<br />
e l’illuminazione
inclusa quella da alta intensità<br />
(High-density interconnection).<br />
Unico sistema<br />
in commercio che nella<br />
configurazione da banco<br />
sia configurabile con 5 telecamere,<br />
il modello BX è distribuito<br />
da Cabiotec che<br />
grazie al numeroso installato<br />
è anche in grado di garantire<br />
un efficiente servizio<br />
tecnico di supporto.<br />
<strong>Il</strong> sistema dispone di<br />
telecamere con cinque<br />
megapixel di risoluzione (<strong>24</strong>48 x 2048 -<br />
dimensioni di pixel pari a 25, 12 o 8<br />
micron), 3 livelli di zoom e ottiche telecentriche<br />
che ne aumentano la precisione<br />
e la ripetibilità perché garantiscono lo<br />
stesso ingrandimento a qualsiasi distanza<br />
ed eliminano l’incertezza su quanto<br />
posizionato ai bordi rispetto al centro<br />
dell’obiettivo. Le ottiche telecentriche<br />
riducono e in alcuni casi eliminano<br />
errori prospettici, il cambio di ingrandimento<br />
dovuto a spostamenti dell’oggetto<br />
e distorsione dell’immagine. <strong>Il</strong> sistema<br />
controlla i giunti di saldatura e il corretto<br />
posizionamento dei componenti nei pcb<br />
assemblati, ma verifica anche la corretta<br />
deposizione della pasta saldante (ispezione<br />
2D).<br />
Le quattro telecamere laterali aggiungono<br />
una capacità di ispezione che<br />
usualmente si riscontra solo nei sistemi<br />
in-line. Si passa da un’ispezione 2D con<br />
singola o doppia telecamera al lato top a<br />
un’ispezione multi telecamera grazie alla<br />
quale, attivando la telecamera con la migliore<br />
visuale, permette l’identificazione<br />
dei difetti più critici come ad esempio i<br />
piedini sollevati.<br />
La programmazione è facile e intuitiva;<br />
l’operatore al termine del corso<br />
d’istruzione riesce normamente in trenta<br />
minuti a realizzare il programma d’ispezione<br />
(componenti e giunti di saldatura).<br />
<strong>Il</strong> sistema BX dispone di una libreria<br />
standard dei package (aperta e implementabile)<br />
che semplifica sia la fase<br />
I seicento LED suddivisi in quattro colori sono il supporto<br />
indispensabile per una meticolosa visione di tutti i particolari<br />
che concorrono nel conferire la giusta qualità del pcb<br />
di training iniziale che ogni operazione<br />
di programmazione successiva. La tecnologia<br />
Fusion Lighting con cui è equipaggiato,<br />
consiste nel disporre di sistemi<br />
con illuminazioni dinamiche multicolore<br />
con differenti livelli di angolazione.<br />
Questo consente di aumentare il contrasto<br />
per una maggiore identificazione dei<br />
difetti. L’illuminazione è programmabile<br />
su 600 LED ad alta intensità, distribuiti<br />
su tre livelli di illuminazione in quattro<br />
colori: bianco, rosso, verde e blu.<br />
Lavorando con l’ampia combinazione<br />
offerta dalle varie telecamere e dall’insieme<br />
delle illuminazioni, il risultato non è<br />
influenzato né dal colore né dalla finitura<br />
del pcb, ma nemmeno dal tipo di crema<br />
saldante o dalla dimensione dei pad.<br />
L’insieme garantisce un’alta copertura<br />
delle difettosità.<br />
La configurazione benchtop del sistema<br />
BX consente di utilizzarlo con<br />
estrema efficacia sia per il controllo<br />
post serigrafico che pre e post-reflow.<br />
La capacità di ispezionare i componenti<br />
PTH (così come i loro giunti) lo vede<br />
ben collocato anche come sistema di<br />
ispezione a fine linea. Con la versione<br />
BX-UV inoltre è possibile eseguire un<br />
controllo automatico anche del processo<br />
di conformal coating.<br />
La programmazione off-line massimizza<br />
l’utilizzo del sistema mentre il<br />
controllo statistico di processo (SPC)<br />
in tempo reale costituisce una soluzione<br />
pratica all’incremento di produttività.<br />
Caratteristiche<br />
e capacità<br />
d’ispezione<br />
L’ispezione è condotta<br />
su schede con dimensione<br />
massima di 18” x 20”<br />
(457x508 mm) e una clearance<br />
di 50 mm per lato<br />
(top e bottom).<br />
La velocità di lavoro arriva<br />
a 25 cm 2 /secondo o<br />
circa 500.000 componenti<br />
all’ora. In funzione delle<br />
esigenze della produzione l’ispezione è<br />
condotta sia su schede serigrafate (pasta<br />
saldante) che su pcb assemblati, nel<br />
qual caso sono verificati:<br />
- difetti di saldatura come mancanza;<br />
- eccessiva o insufficiente quantità di<br />
lega;<br />
- pin sollevati, piegati o in corto tra<br />
loro;<br />
- presenza, assenza e posizionamento<br />
dei componenti;<br />
- tombstone e skew;<br />
- polarità e valori.<br />
Sui componenti PTH si rileva la<br />
presenza o meno del corpo del componente,<br />
l’eventuale polarità, il codice colore,<br />
la presenza del reoforo e la bontà<br />
del relativo giunto di saldatura.<br />
Volendo si può attivare la ricerca anche<br />
della presenza di solder ball, mentre<br />
il componente più piccolo ispezionabile<br />
è lo 0201 e con l’opzione di<br />
maggior ingrandimento si possono indagare<br />
anche gli 01005.<br />
Tra gli algoritmi, oltre a quelli che<br />
basano il riconoscimento sull’immagine<br />
o su precise regole di identificazione,<br />
si annovera quello per la lettura del<br />
barcode e quelli per l’OCV e l’OCR. A<br />
livello di software off-line l’operatore<br />
ha disponibili il pacchetto per il rework<br />
e quello per la creazione e la verifica del<br />
programma d’ispezione.<br />
Cabiotec<br />
www.cabiotec.it<br />
PCB giugno 2012<br />
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74 PCB giugno 2012<br />
▶ TEST & QUALITY - CONTROLLI INTEGRATI<br />
Ispezione a 360°<br />
Gli OEM e CEM che assemblano dispositivi<br />
di alto valore necessitano di soluzioni in<br />
grado di garantire una capacità di ispezione<br />
economicamente conveniente in produzioni in<br />
linea e ad alta velocità<br />
a cura di Richard Vereijssen, Yamaha Motor<br />
automatica viene<br />
largamente usata nelle<br />
L’ispezione<br />
attuali linee di assemblaggio<br />
per montaggio superfi ciale ad<br />
alta velocità quali quelle utilizzate<br />
in ambito automotive, aerospaziale<br />
e difesa, nel settore elettromedicale e<br />
nella produzione di dispositivi consumer.<br />
La tecnologia d’ispezione utilizzata<br />
è normalmente ottica. Quella<br />
a raggi X viene sempre più richiesta<br />
invece in quei settori industriali in<br />
cui sia richiesto un 100% d’ispezione<br />
degli assemblati.<br />
In ogni caso, in un rapporto del 2011<br />
della Reaserchandmarkets, viene ripor-<br />
tato che i manager che si occupano di<br />
produzione vengono spesso forzati a<br />
giustifi care il valore che il sistema AOI<br />
apporta alla linea di assemblaggio e che<br />
molti produttori sono incerti su dove<br />
piazzare le macchine d’ispezione per<br />
ottenere i risultati ottimali o come programmare<br />
e utilizzare al meglio gli strumenti<br />
a loro disposizione.<br />
Ancora, quando sono implementate<br />
in modo corretto, le AOI e la AXI non<br />
sono solo estremamente effi caci nell’evitare<br />
che giungano al cliente fi nale unità<br />
fallate o con caratteristiche inferiori rispetto<br />
agli standard richiesti, ma anche<br />
evidenziare in tempo reale le cause dei<br />
Macchine di ispezione AOI Yamaha, rispettivamente da sinistra i modelli YSi-12, YSi-S e YSi-X<br />
difetti incontrati. Ciò può aiutare i progettisti<br />
a massimizzare il prodotto di fi -<br />
ne linea e la produttività generale, minimizzando<br />
nel contempo i tempi morti,<br />
garantendo in tal modo un rapido ritorno<br />
del capitale iniziale investito.<br />
Integrare l’ispezione<br />
automatica<br />
Idealmente gli assemblati dovrebbero<br />
sottostare all’AOI dopo che il montaggio<br />
dei componenti sia stato eseguito<br />
e, di nuovo, dopo il processo di saldatura<br />
refl ow. Normalmente non c’è bisogno<br />
di eseguire l’SPI dopo la stampa<br />
della pasta saldante, visto che il processo<br />
è altamente automatizzato e può essere<br />
gestito senza problemi dalle moderne<br />
stampanti quali ad esempio la serie<br />
Yamaha YSP dotata del sistema Single<br />
Swing Squeegee (3S).<br />
Dato che il montaggio dei componenti<br />
può coinvolgere un signifi cativo<br />
intervento manuale, come ad esempio<br />
la giuntatura dei nastri e il setup dei<br />
nozzle e dei feeder, l’AOI viene compiuta<br />
in modo ideale dopo questa fase,
Grafico delle correzioni di costo<br />
proprio per localizzare difetti quali la<br />
mancanza di componenti o il loro disallineamento.<br />
Eseguire l’AOI dopo la fase<br />
di montaggio può isolare ogni variazione<br />
inaccettabile nei materiali, quali le<br />
dimensioni dei componenti o le loro effettive<br />
condizioni, che possano pregiudicare<br />
la percezione di qualità da parte<br />
del cliente finale.<br />
L’AOI in linea<br />
Le misure AOI raccolte immediatamente<br />
dopo il montaggio dei componenti<br />
forniscono una ricca fonte d’informazioni,<br />
non solo per segnalare l’esistenza<br />
di difetti, ma anche per l’individuazione<br />
delle cause di questi. Un operatore<br />
d’esperienza con l’abilità di identificare<br />
difetti ricorrenti nei rapporti<br />
può avere la capacità di tracciare la causa<br />
manualmente, per esempio imputandola<br />
a un nozzle di montaggio individuale<br />
o a un feeder.<br />
Una notifica assai più rapida però,<br />
che permette di rettificare l’origine del<br />
problema in tempo reale, è possibile se<br />
la macchia per l’AOI ha la capacità di<br />
comunicare direttamente con la pick<br />
& place. Questa è una cosa difficile da<br />
conseguire. Nonostante il fatto che vengano<br />
normalmente adottati standard<br />
largamente utilizzati a livello industriale<br />
quali lo SMEMA, lo scambio di informazioni<br />
dettagliate fra macchine su<br />
cui funzionino software sostanzialmente<br />
diversi fra loro rimane una vera e propria<br />
sfida. Entrambe le macchine possono<br />
non prevedere l’intero set di messaggi,<br />
cosa che può limitare l’interpretazione<br />
corretta da parte dell’unità di assemblaggio<br />
dei report d’errore forniti<br />
dalla macchina AOI.<br />
Tali problemi possono essere evitati<br />
se le stazioni AOI e le altre macchine<br />
in linea dispongano di una piattaforma<br />
software comune che permetta la comunicazione<br />
fra tutte le macchine agevolando<br />
i processi di individuazione e di<br />
rapporto.<br />
La soluzione Yamaha<br />
Solo pochi fornitori di apparecchiature<br />
dispongono nei loro cataloghi<br />
contemporaneamente di soluzioni<br />
di assemblaggio e di ispezione.<br />
Con una base installata di più di<br />
30.000 unità (fra macchine di piazzamento<br />
SMT e macchine AOI), il pacchetto<br />
Yamaha Intelligent Machines<br />
dispone di una soluzione ideale basata<br />
su un’architettura software unificata<br />
che permette a tutte le macchine in<br />
linea di essere collegate in modo rapido<br />
e semplice fra loro. Questo approccio<br />
supera lo sforzo d’integrazione<br />
necessario a connettere dispositivi<br />
di diversa provenienza e semplifica<br />
le sofisticate linee di comunicazione.<br />
Se un componente mancante, un<br />
errore di polarità o un guasto sia scoperto<br />
dal sistema d’ispezione post reflow<br />
su uno dei lati della scheda, il<br />
software Yamaha opzionale Quality<br />
Assurance (QA) invia un segnale<br />
Posizionamento delle teste laser in colore RGB-IR<br />
d’allarme dall’AOI verso la pick &<br />
place identificata, che si ferma prima<br />
che abbiano inizio le operazioni di<br />
posizionamento. <strong>Il</strong> rapporto d’ispezione<br />
può quindi essere analizzato per<br />
risolvere la causa del problema.<br />
La stazione AOI in linea YSi-12<br />
raggiunge le migliori prestazioni usando<br />
un sistema potenziato d’illuminazione<br />
e particolari tecniche di cattura<br />
delle immagini. Immagini catturate<br />
sotto illuminazione rossa, verde o<br />
blu emessa da LED posizionati a differenti<br />
angoli di puntamento aumentano<br />
le capacità di distinguere la forma<br />
e il vero colore di ogni obiettivo.<br />
Inoltre, l’immagine infrarossa aumenta<br />
le capacità d’ispezione nel dominio<br />
del visibile, potenziando in tal modo le<br />
capacità di localizzazione degli errori.<br />
Vengono quindi raccolte 10 immagini<br />
per ogni campo di visione, campi che<br />
sono illuminati mediante diverse lunghezze<br />
d’onda e diversi angoli d’incidenza.<br />
Con un numero così grande<br />
di immagini da analizzare, la macchina<br />
ha la possibilità di localizzare errori<br />
che difficilmente l’occhio umano riescirebbe<br />
a distinguere.<br />
Inoltre, la verifica coplanare verticale<br />
del laser risolve una delle<br />
classiche debolezze dei dispositivi<br />
AOI tradizionali, identificando<br />
condizioni quali le parti parzialmente<br />
sollevate dei componenti<br />
saldati. Ciò può aver luogo<br />
in presenza di package particolarmente<br />
leggeri o minuti quali i<br />
QFN o i SON, che possono perdere<br />
contatto con la scheda in caso di<br />
reflow. Una localizzazione tempestiva<br />
PCB giugno 2012<br />
75
76 PCB giugno 2012<br />
Ispezione laser di un componente<br />
permette un intervento che scongiuri<br />
la presenza di circuiti aperti,<br />
situazione questa che potrebbe altrimenti<br />
richiedere un’operazione di<br />
risaldatura dopo il test in-circuit.<br />
La YSi-12 mette a disposizione<br />
inoltre un grande profondità di campo<br />
capace di catturare segni sui componenti<br />
di maggiori dimensioni e migliorare<br />
il controllo dell’allineamento<br />
verticale che elimina gli effetti delle<br />
variazioni nelle dimensioni della piazzola<br />
o nella sua forma.<br />
Queste caratteristiche prese insieme<br />
semplificano la programmazione<br />
e permettono di creare con maggiore<br />
semplicità librerie di componenti.<br />
La nuova Yanaha YSi-S è un sistema<br />
AOI offline con la stessa identica<br />
funzionalità e hardware della Inline<br />
YSi-12.<br />
Testa in funzione in una YSi-S<br />
Questa macchina consente agli ingegneri<br />
di eseguire il setup di programmi<br />
indipendenti e trasferirli direttamente<br />
al dispositivo in linea, con<br />
un conseguente aumento della produttività<br />
complessiva. La macchina offline<br />
può inoltre essere usata per l’identificazione<br />
dei problemi e come sistema<br />
di ispezione di piccoli lotti.<br />
L’AOXI ibrida oggi<br />
L’AOI da sola non ha la capacità di<br />
soddisfare tutte le richieste avanzate<br />
dai più esigenti OEM di oggi.<br />
Dov’è richiesta un’ispezione del<br />
100%, gli OEM e i CEM devono<br />
normalmente compiere un’ispezione<br />
a raggi X (AXI) dopo la fase di<br />
reflow o dopo l’inserzione dei componenti<br />
in caso di tecnica through-<br />
hole. Tutto ciò è richiesto principalmente<br />
per garantire la sicurezza che<br />
siano stati verificati i giunti di saldatura<br />
dei componenti al di sotto delle<br />
BGA e dei CSP.<br />
Le macchine tradizionali AXI possono<br />
essere molto care da acquistare,<br />
complesse da utilizzare e possono<br />
essere spesso difficili da integrare in<br />
linea. Per proteggere gli operatori<br />
sono necessari scudi protettivi di<br />
grandi dimensioni. Diversi studi hanno<br />
dimostrato inoltre che l’esposizione<br />
prolungata dei componenti ai raggi<br />
X può determinare una perdita di<br />
corrente nei componenti a semiconduttori.<br />
Nessuno degli attuali produttori<br />
di semiconduttori può garantire<br />
oggi capacità di resistenza ai raggi X<br />
da parte dei componenti ordinari.<br />
La macchina ibrida Yamaha AOXI<br />
YSi-X usa invece una laminografia<br />
3D per acquisire un’immagine completa<br />
d’ispezione dopo aver mantenuto<br />
i componenti esposti a una<br />
dose minima di radiazione minimizzando<br />
in tal modo ogni effetto di<br />
danneggiamento. La massima potenza<br />
consumata da questo tipo di macchina<br />
è comunque sempre minima<br />
rispetto alla media, qualità questa che<br />
permette di ridurre i costi operativi e<br />
complessivamente le dimensioni del<br />
modulo AXI.<br />
La piattaforma ibrida sfrutta tale<br />
tecnologia per combinare l’AXI con le<br />
migliori prestazioni attualmente presenti<br />
sul mercato in fatto di AOI, il<br />
tutto in un unico chassis e senza per<br />
questo incorrere in un problema di<br />
aumento degli ingombri della macchina.<br />
In più, l’AOXI acquisisce simultaneamente<br />
le immagini a raggi X<br />
e quelle ottiche, processo questo che<br />
riduce sensibilmente il tempo ciclo.<br />
Quindi sia le capacità d’ispezione a<br />
raggi X sia quella ottica possono essere<br />
consolidate in un’area ridotta della<br />
linea, immediatamente dopo il reflow<br />
o dopo la pick & place. La flessibilità<br />
in più garantita da tale sistema aiuta<br />
a risolvere le sfide che il produttore si<br />
trova oggi ad affrontare nel tentativo<br />
di soddisfare le richieste di un’industria<br />
che guarda sempre più alla qualità,<br />
garantendo un’ispezione sul 100%<br />
del materiale prodotto.<br />
Yamaha<br />
www.yamaha-motor-IM.eu
Visita il sito www.elettronicanews.it<br />
e sfoglia on-line la precedente edizione<br />
<strong>Il</strong> 2012 sarà l’anno della seconda edizione della<br />
Guida all’acquisto<br />
Ci sarai anche tu?<br />
Guida<br />
all’acquisto<br />
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per l’elettronica<br />
Electronics Equipment and Materials<br />
Circuiti stampati<br />
PCB<br />
Strumenti e macchine<br />
ricondizionate<br />
Refurbished tool and machines<br />
<strong>Il</strong> progetto di “Guida<br />
all’acquisto”, organizzato dalla<br />
redazione di PCB Magazine,<br />
si basa sulla richiesta sempre<br />
più frequente da parte<br />
del mercato dell’elettronica<br />
di raccogliere in un<br />
unico manuale l’elenco<br />
delle categorie e dei<br />
settori merceologici che<br />
caratterizzano il mercato<br />
della produzione<br />
e della distribuzione<br />
elettronica in Italia.<br />
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o mettiti in contatto all’indirizzo redazione.pcb@ilsole<strong>24</strong>ore.com
78 PCB giugno 2012<br />
▶ AZIENDE E PRODOTTI - SISTEMA INNOVATIVO<br />
Una soluzione completa<br />
per il rework<br />
La nuova stazione di rework della Martin, Expert 10.6, è un sistema<br />
completamente automatico e computerizzato, dotato di una tecnologia<br />
di pre-riscaldamento di tipo ibrido (a raggi infrarossi e aria calda) che alle<br />
maggiori prestazioni combina un design moderno e innovativo<br />
di Luca Camertoni, P.C.B. Technologies<br />
Da quasi un anno il team R&D<br />
di Martin sta lavorando sulla<br />
stazione di rework Expert<br />
10.6 e, come sempre, l’obiettivo primario<br />
è di soddisfare la crescente<br />
domanda tecnologica nelle applicazioni<br />
di rework di ogni settore.<br />
Gli utilizzatori non solo trarranno<br />
notevoli vantaggi dalla combinazione<br />
di due fattori, cioè dalla maggiore<br />
potenza e da una più larga area di<br />
lavoro, ma anche dall’abbinamento<br />
di raggi infrarossi e aria calda. Questo<br />
moderno metodo di preriscaldo<br />
consente infatti una distribuzione<br />
più omogenea della temperatura sulla<br />
scheda.<br />
L’utente potrà così contare su un<br />
preciso ed efficace flusso di calore per<br />
la rilavorazione di qualsiasi tipo di<br />
scheda. Con questa tecnica viene ridotta<br />
al minimo qualsiasi disomogeneità<br />
di temperatura sul pcb, soluzione<br />
questa molto curata nei detta-<br />
gli che darà come risultato finale un<br />
incremento della produttività e della<br />
qualità insieme a una notevole facilità<br />
d’uso.<br />
Una stazione per il rework<br />
di qualsiasi SMD<br />
La tradizione è stata rispettata, seguendo<br />
la politica di Martin di fornire<br />
soluzioni a ogni problema di rework.<br />
Ai tool di saldatura e al reballing e pre-
Omogenea distribuzione di saldatura sui chip<br />
con i nuovi tool Martin<br />
bumping per tutti i componenti SMD<br />
standard Martin affianca la fornitura<br />
di soluzioni anche per quei componenti<br />
custom e comunque non standard la<br />
cui rilavorazione risulterebbe pressoché<br />
impossibile con altre apparecchiature.<br />
I vari tool sono anche realizzati<br />
su specifica del cliente senza variazioni<br />
rispetto ai prezzi di base. A titolo di<br />
esempio citiamo gli ugelli di saldatura<br />
per connettori, led, socket, component<br />
POP (Package on Package), strumenti<br />
che garantiscono una perfetta distribuzione<br />
di temperatura sul chip.<br />
Reballing di BGA e CSP<br />
Anche per il reballing Martin dispone<br />
di maschere per qualsiasi<br />
pitch, sia universali (full grid) che per<br />
layout particolari. Particolare interesse<br />
hanno generato nel mercato maschere<br />
dedicate specificamente al reballing<br />
di CPU e GPU di Play Station 3.<br />
Se le esigenze di rilavorazione o produzione<br />
richiedono elevate operazioni<br />
di reballing, è disponibile l’opzione<br />
“Multireballing”.<br />
Prebumping di QFN<br />
Martin fornisce tool speciali per il<br />
prebumping di QFN. Sono disponibili<br />
maschere standard, ma ovviamente<br />
possono essere prodotte maschere<br />
su specifica del cliente.<br />
Totale controllo<br />
della temperatura<br />
Grazie alla capacità di generare<br />
e utilizzare profili termici di elevata<br />
qualità sia di tipo “classico” (a nove<br />
zone) che di tipo “rapido”, oltre<br />
all’utilizzo di sensori estremamente<br />
precisi, i sistemi Martin Export 10.6<br />
consentono una gestione costante dei<br />
cicli termici nelle varie fasi di lavorazione.<br />
I livelli delle temperature e le durate<br />
dei processi sono intrinsecamente<br />
controllati al fine di prevenire danneggiamenti<br />
dei componenti e delle<br />
schede.<br />
Si possono gestire componenti FlipChip a MaxiBGA, CSP, SO, QFN, Sockets, Plugs,<br />
Shields, da 01005 a 48 x 48mm<br />
<strong>Il</strong> software Martin è in grado di fornire tutti i dati<br />
e le caratteristiche del processo<br />
Oltre alle operazioni di saldatura,<br />
dissaldatura, generazione automatica<br />
dei profili, piazzamento e prelevamento<br />
automatico dei chip (tramite<br />
AVP – Automatic Vision Placer e software<br />
grafico a colori), le stazioni Export<br />
10.6 consentono la rimozione dello stagno<br />
residuo dalla scheda e dal componente,<br />
l’erogazione della pasta saldante,<br />
così come la generazione di report di<br />
riparazione. Estremamente importante<br />
è poi la funzione di auto-calibrazione.<br />
Ricordiamo che Expert 10.6 è disponibile<br />
in varie versioni: menzioniamo in<br />
particolare il modello Expert 10.6 IV per<br />
cellulari e smartphone, il modello Expert<br />
10.6 HV per schede madri e console e il<br />
modello Expert 10.6 HXXV per schede<br />
di dimensioni molto grandi.<br />
Tipi di profili termici usati<br />
nelle stazioni Martin<br />
Rapid Profile: utilizza il massimo<br />
gradiente di temperatura consentito:<br />
3,5–4 °C/sec).<br />
Classic Profile: profilo classico a nove<br />
zone, di cui quattro di preriscaldo, tre<br />
di saldatura e due di raffreddamento.<br />
Diagram Profile: generato graficamente<br />
dall’operatore, consente di<br />
ricavare il profilo termico dai dati<br />
SMD del costruttore.<br />
PCB Technologies<br />
www.pcbtech.it/Martin.htm<br />
PCB giugno 2012<br />
79
80 PCB giugno 2012<br />
▶ AZIENDE E PRODOTTI – PICK&PLACE<br />
Montaggio SMT e PTH<br />
tutto in uno<br />
Juki ha lanciato la nuova JM-10, la prima<br />
pick & place multi-tasking per il posizionamento<br />
o l’inserimento di componenti sia SMT che PTH<br />
a cura di Massimiliano Luce<br />
JM-10 è in grado di posizionare<br />
componenti lead radiali, chip,<br />
SOP, BGA, QFP, Connettori,<br />
induttori, capacitor. Grazie alla tecnologia<br />
di centratura laser (LNC60),<br />
i componenti sono ruotati di 360° nel<br />
raggio del laser e l’intera dimensione<br />
del componente è misurata accuratamente<br />
mediante un sensore CCD ad<br />
alta risoluzione. La posizione esatta e<br />
l’angolazione del componente sono<br />
rilevati in una frazione di secondo<br />
senza spostamenti laterali verso la<br />
telecamera. <strong>Il</strong> riconoscimento laser è<br />
possibile per componenti che vanno<br />
dagli 0201 fi no ai 33,5 x 33,5 mm,<br />
con un’altezza massima di 28 mm<br />
(25 mm + 3 mm di lunghezza dei<br />
terminali). Un inserimento dati<br />
semplice e un centraggio laser<br />
accurato dei componenti sono<br />
possibili con la funzione di<br />
allineamento laser. Grazie<br />
al riconoscimento laser, è<br />
possibile riconoscere i terminali<br />
dei componenti per realizzare<br />
un inserimento preciso dei pin.<br />
Per quanto riguarda la funzione<br />
di inserimento componenti,<br />
JM-10 può gestire schede di dimensioni<br />
minime di 50 x 50 mm e<br />
massime di 410 x 250 mm. La velocità<br />
di posizionamento con nozzle di pick<br />
up è di 0,8 secondi/componente, mentre<br />
con gripper nozzle è di 1,3 secondi/componente.<br />
La funzione di montaggio<br />
superfi ciale supporta schede di<br />
dimensioni pari a quelle della funzione<br />
di inserimento, con un’altezza massima<br />
componenti di 25mm.<br />
La dimensione dei componenti con<br />
sistema di riconoscimento laser va dagli<br />
0201 ai 33,5 x 33,5 mm,<br />
con sistema di riconoscimento<br />
mediante telecamera<br />
da 54 mm va dai<br />
3 mm ai 33,5 x 33,5 mm, mentre con<br />
telecamera da 27 mm i componenti<br />
riconoscibili vanno dagli 1 x 0,5 mm<br />
ai <strong>24</strong> mm. La velocità di posizionamento<br />
per i chip è di 17.500 cph ottimale<br />
e di 12.500 cph con standard<br />
IPC9850, mentre per gli IC è di 4.100<br />
cph. L’accuratezza di posizionamento è<br />
di +/- 0,05 mm (+/- 3 sigma) con riconoscimento<br />
laser e di +/- 0,04mm con<br />
visione (opzionale).<br />
I feeder a tazza vibrata (Bowl<br />
Feeders; MBF) di Juki sono disponibili<br />
per i componenti sfusi. Ogni feeder<br />
può alloggiare fi no a 6 diversi<br />
componenti. Due feeder possono<br />
essere montati su ciascuna macchina<br />
per una massimo di 12 diversi componenti<br />
sfusi. Per i componenti nastrati<br />
sono disponibili i feeder radiali<br />
(MRF), che tagliano i terminali dei<br />
componenti e li presentano in posizione<br />
di presa.<br />
Fino a 10 feeder possono<br />
essere montati sia sul fronte<br />
che sul retro della JM-10,<br />
per un totale di 20. La testa di<br />
posizionamento standard ha<br />
6 nozzle e un sistema di centratura<br />
laser. È inclusa, inoltre,<br />
una serie di nozzle comuni,<br />
mentre un’ampia gamma<br />
di nozzle specifi ci per componenti<br />
particolari è disponibile<br />
su richiesta.<br />
Juki<br />
www.jas-smt.com<br />
Prodelec<br />
www.prodelecgroup.com
Fabbricanti<br />
di circuiti stampati<br />
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PCB giugno 2012<br />
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Produttori di circuiti stampati<br />
pubblicati in base al logo di fabbricazione<br />
Nel corso di tutto il 2012 questa sezione dedicata ai fabbricanti di circuiti stampati verrà aggiornata mensilmente.<br />
Se siete interessati a comparire su queste pagine per ulteriori informazioni contattare il numero 02 30.22.60.60<br />
Informativa ex D. Lgs 196/3 (tutela della privacy).<br />
<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente<br />
conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali<br />
relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. <strong>24</strong>, comma 1, lett. d del<br />
D.Lgs n. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio.<br />
Potrà esercitare i diritti dell’art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi al<br />
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I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione<br />
e potranno essere comunicati alle società di Gruppo <strong>24</strong> ORE per il perseguimento delle medesime finalità<br />
della raccolta, a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale.<br />
Ritagliare e spedire per posta in busta chiusa all’indirizzo: <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A. - Sede operativa ufficio traffico PCB Magazine<br />
via Carlo Pisacane, 1 (ang. SS Sempione) - 20016 PERO (Milano), oppure inviare via fax al numero 02 30.22.60.91<br />
<strong>Il</strong> sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali in base all’Art. <strong>24</strong>, comma 1, lettera “d” del D.Lgs n. 196/03,<br />
per fi nalità di informazione e promozione commerciale nel rispetto delle disposizioni della vigente normativa.<br />
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Sono interessato a conoscere i costi<br />
della seguente offerta:<br />
1 spazio (3 x 17,5 cm) per 11 uscite<br />
<strong>Il</strong> Nostro logo in b/n visibile nella tabella<br />
descrittiva oltre a un breve testo di<br />
180 caratteri (spazi inclusi) nella colonna<br />
“tipologia di prodotto”.<br />
1 spazio (6 x 17,5 cm) per 11 uscite<br />
<strong>Il</strong> Nostro logo a colori in evidenza nel box<br />
oltre a un testo di 420/450 caratteri<br />
(spazi inclusi) con più eventuali altri loghi (es.<br />
omologazione, CSQ, UNI, ecc.).<br />
1 spazio (6 x 17,5 cm) per 11 uscite in<br />
contemporarea sia sulla rivista sia su web<br />
<strong>Il</strong> Nostro logo a colori in evidenza nel box<br />
(offerta B) così come appare sulla rivista, per<br />
avere una maggiore visibilità, così apparirà<br />
anche su web con rimando al Nostro sito<br />
internet.<br />
Firma __________________________________________________________________________________data ______________________________________<br />
82 PCB giugno 2012<br />
A<br />
B<br />
C
TROVA.<br />
PROGETTA.<br />
ACQUISTA.<br />
rswww.it/elettronica 02.66058.1