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di trasformazione (191). Ed<br />
anche la sua crescita media<br />
annua fra il 1993 ed il 2008,<br />
pari al 6%, è risultata maggiore<br />
di quella dell’intera<br />
industria di trasformazione<br />
(5%).<br />
Fra i paesi più sviluppati,<br />
la Germania è quello con<br />
la quota industriale (fatturato<br />
industriale complessivo<br />
in rapporto al Pil) maggiore<br />
(30%). <strong>Il</strong> valore aggiunto<br />
generato dal settore<br />
elettrico (espresso come<br />
percentuale della produzione<br />
complessiva) è pa-<br />
ri al 37,8%; tale valore risul-<br />
ta non solo maggiore di quello dell’industria<br />
meccanica, bensì rappresenta<br />
pure il massimo raggiunto nell’intera<br />
industria di trasformazione germanica,<br />
la cui corrispondente quota è<br />
del 29,7% (Fig. 6). Merita osservare<br />
che detto valore aggiunto, nel periodo<br />
1993 - 2008, si è pressoché raddoppiato<br />
(con un incremento medio<br />
annuo del 5%) e nel 2008 superava<br />
di quasi un terzo quello dell’industria<br />
chimica che era al secondo posto nella<br />
graduatoria corrispondente.<br />
R&S sono la base<br />
del successo del<br />
settore<br />
Ed anche in fatto di innovazioni<br />
nessun ramo industriale<br />
supera quello<br />
elettrico: gli investimenti<br />
effettuati annualmente<br />
per lo sviluppo di nuovi<br />
prodotti e tecnologie sono<br />
infatti pari al 9,6% del fatturato<br />
– una quota percentuale<br />
raggiunta solo da<br />
un’altra industria, quella<br />
automobilistica, e che<br />
è quasi doppia del corrispondente<br />
valore relativo<br />
Fig. 6 - L’industria elettrica tedesca è, nell’intera industria<br />
di trasformazione, quella che genera il maggior valore<br />
aggiunto (37,8%). Nel settore automobilistico esso arriva<br />
solo al 21,9% (fonte: Destatis e ZVEI)<br />
all’intera industria di trasformazione<br />
(5,4%). I risultati di questa intelligente<br />
strategia di investimenti ne confermano<br />
la validità, visto che quasi<br />
otto su dieci aziende del settore introducono<br />
regolarmente sul mercato<br />
prodotti o processi innovativi ottenendone<br />
notevoli vantaggi economici.<br />
<strong>Il</strong> 40% del fatturato del settore<br />
viene infatti generato con la vendita<br />
di prodotti nuovi o soluzioni innovative.<br />
Ma c’è di più, dato che che<br />
un terzo delle innovazioni dell’in-<br />
Fig. 7 - Nell’industria elettrica le imprese dispongono di una<br />
quota di capitale proprio rispetto alla somma di bilancio<br />
pari al 39,1% – un valore che supera il corrispondente dato<br />
dell’intera industria di trasformazione (28,7%) di oltre dieci<br />
punti percentuali (fonte: Deutsche Bundesbank e ZVEI)<br />
tera industria di trasformazione<br />
si fonda su soluzioni<br />
offerte dall’industria<br />
elettrica. Essa contribuisce<br />
così in modo decisivo anche<br />
allo sviluppo dell’intera<br />
industria tedesca. I risultati<br />
ottenuti nel campo<br />
dell’innovazione sono resi<br />
possibili da un’altrettanto<br />
intensa attività di ricerca<br />
e sviluppo: nel 2010, infatti,<br />
l’industria elettrica ha<br />
investito ben 12 mld. di €<br />
nel settore R&S. Se poi si<br />
tien conto anche dei 5 mld.<br />
spesi per nuovi inpianti ed<br />
infrastrutture e dei 2 mld.<br />
investiti per la qualificazione professionale<br />
dei suoi dipendenti, risulta<br />
che gli “investimenti per il futuro” effettuati<br />
dal settore ammontano complessivamente<br />
a quasi 20 mld. di €.<br />
La solidità di un’impresa dipende<br />
in modo essenziale dalla base finanziaria<br />
su cui si fonda. E pure sotto<br />
questo profilo le aziende elettriche –<br />
la cui quota di capitale proprio rispetto<br />
alla somma di bilancio è del 39,1%<br />
– risultano essere di gran lunga le meglio<br />
posizionate fra tutti i maggiori<br />
settori industriale tedeschi<br />
(Fig. 7).<br />
Alla luce di tutti questi<br />
fatti non soprende, quindi,<br />
che la ZVEI veda il settore<br />
elettrico tedesco come uno<br />
dei meglio posizionati per<br />
affrontare gli effetti negativi<br />
della crisi dell’euro. Ed<br />
anche a nostro avviso il relativo<br />
turnover aumenterà<br />
– sia pur moderatamente –<br />
anche quest’anno.<br />
L’autore, Bruno Piovesan<br />
(piovesanbr@aol.com), lavora<br />
a Monaco di Baviera come<br />
giornalista tecnico indipendente<br />
tedesco e consulente marketing.<br />
PCB giugno 2012<br />
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