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PCB06_Copertina (200x267).indd - B2B24 - Il Sole 24 Ore

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quando a riposo, pulizia con sistema a<br />

secco, scaricare il condotto che porta<br />

la lega dall’ingresso dell’ugello al serbatoio<br />

completamente dopo l’utilizzo;<br />

pur seguendo i migliori consigli, spesso<br />

non si riescono a ottenere risultati<br />

soddisfacenti.<br />

La dissaldatura tradizionale<br />

Ancora oggi, soprattutto su circuiti<br />

stampati in applicazioni di potenza,<br />

è facile trovare componenti PTH<br />

(ad esempio elettrolitici, trasformatori,<br />

interruttori, connettori) che in fase<br />

di rilavorazione necessitano di procedure<br />

dissaldanti tradizionali “pin to<br />

pin”. Soprattutto la dissaldatura tradizionale<br />

ha dovuto fare i conti con<br />

la crescente richiesta termica nei giunti<br />

di saldatura e spesso la limitata<br />

prestazione e potenza degli utensili<br />

presenti sul mercato (da 80 e 100 W)<br />

non consentiva di lavorare garantendo<br />

la qualità o la riuscita dell’operazione.<br />

Estremamente impegnativa risultava<br />

anche la fase di aspirazione della lega<br />

dai fori di via sui multistrato dotati<br />

di piani di massa strutturati, situazione<br />

ormai assai comune ai settori<br />

automotive, radiofrequenza, medicali,<br />

militare e dei personal computer.<br />

Si aggiungano inoltre le maggiori<br />

temperature di rifusione e gli stadi di<br />

pastosità in genere più ampi delle leghe<br />

Lead Free più frequentemente utilizzate<br />

oggi nell’industria elettronica (ad<br />

esempio SAC 305 – 217 °C/225 °C<br />

o SC 99/1– 227 °C/231 °C). Queste<br />

hanno inoltre influito di molto sulle<br />

fasi esecutive del lavoro di dissaldatura,<br />

allungando sensibilmente i tempi di<br />

apporto termico al giunto (almeno 4/5<br />

secondi in più rispetto alle leghe con<br />

piombo).<br />

La lega RoHS dimostra un’affinità<br />

all’ossidazione elevata, quindi lavorando<br />

secondo gli automatismi consolidati<br />

durante le operazioni con leghe<br />

SnPb, ha portato frequenti mancate<br />

WXDP 120 - Dissaldatore da 120 Watt<br />

dissaldature dei reofori ed<br />

eccessivi interventi di manutenzione<br />

e di pulizia del condotto<br />

degli ugelli dissaldanti.<br />

Nuova tecnologia,<br />

nuova potenza<br />

La nuova tecnologia WXD2 introdotta<br />

da Weller e il moderno e funzionale<br />

design degli ugelli dissaldanti<br />

XDS, risolve radicalmente il problema,<br />

evitando in ogni condizione di<br />

lavoro che il condotto aspirante si occluda<br />

con la solidificazione della lega<br />

o con depositi di flussante cristallizzato.<br />

L’ugello dissaldante infatti mantiene<br />

liquida la lega e scorrevole il<br />

residuo di flussante fino al collettore<br />

montato sulla testa dell’utensile.<br />

Occorre scegliere con cura il tipo di<br />

ugello dissaldante in funzione al diametro<br />

dei fori sul circuito stampato<br />

(Ø foro circuito = Ø interno ugello)<br />

e alla densità dei reofori, mantenere<br />

in condizioni ottimali i filtri applicati<br />

agli utensili e alle unità dissaldanti,<br />

usare temperature adeguate comprese<br />

in genere tra i 390 °C e i 420 °C,<br />

temperature effettive di default in genere<br />

più elevate rispetto agli stili saldanti<br />

poiché le teste dissaldanti hanno<br />

maggiore dispersione termica di<br />

un saldatore e normalmente sono ben<br />

più strutturate, causando così maggiore<br />

assorbimento e dispersione termica.<br />

Apportare flussante sui giunti<br />

prima di iniziare le operazioni di dissaldatura<br />

è oggi assolutamente indis-<br />

pensabile al<br />

fine di disossidare<br />

queste leghe che altrimenti<br />

risulterebbero profondamente<br />

ossidate.<br />

Tutte le funzioni disponibili nelle<br />

unità WX permettono di contenere<br />

i costi di gestione fino al 25% e di<br />

ottimizzare l’apporto termico in funzione<br />

dell’applicazione. La potenza<br />

di 120 W messa a disposizione<br />

dall’utensile WXDP 120 e la sua estrema<br />

maneggevolezza, rendono semplicemente<br />

unica e ineguagliabile la<br />

sua capacità di adattamento alle difficoltà<br />

tecnologiche della moderna<br />

elettronica professionale.<br />

Potente, efficiente<br />

ed ergonomica sono<br />

le prerogative di WXD 2<br />

Lo stilo dissaldante viene spesso<br />

utilizzato per effettuare veloci rimozioni<br />

dalle piazzole delle metallizzazioni<br />

residue, dopo la dissaldatura di<br />

un componente SMD. La normativa<br />

in vigore (IPC 7711-7721) implica<br />

per una procedura ottimale di rilavorazione<br />

che dopo avere dissaldato<br />

il componente SMD (ad esempio<br />

utilizzando aria o azoto), si provveda<br />

ad applicare serigraficamente con mini<br />

stencil di nichel o con dosatori la<br />

crema saldante o che venga comunque<br />

utilizzata nuova lega in filo (con<br />

la relativa anima di flussante) per saldare<br />

un nuovo componente al circuito<br />

stampato.<br />

Spesso le piazzole collegate ai piani<br />

di massa del multistrato richiedono<br />

potenze superiori a quelle fino a<br />

ieri disponibili; è questa una delle ragioni<br />

per cui Weller introduce oggi i<br />

nuovi dissaldatori ad alta efficienza da<br />

120 W.<br />

PCB giugno 2012<br />

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