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materiale didattico – i SOA - Corso di laurea in tecniche della ...

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I SOTTOPRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE ALLA LUCE DEL NUOVO<br />

REGOLAMENTO (CE) N. 1069/2009<br />

Def<strong>in</strong>izione <strong>di</strong> sottoprodotti <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e animale<br />

Dott.ssa Adriana Lo Giu<strong>di</strong>ce<br />

I sottoprodotti <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e animale <strong>–</strong> conosciuti semplicemente con l’acronimo <strong>SOA</strong> <strong>–</strong> sono gli scarti<br />

delle lavorazioni <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e animale, le parti <strong>di</strong> animali giu<strong>di</strong>cate non idonee per il<br />

consumo umano ed <strong>in</strong>oltre, tutto ciò che deve essere <strong>di</strong>strutto poiché non utilizzabile né per<br />

l’<strong>in</strong>dustria zootecnica, né come fertilizzante, né per la produzione <strong>di</strong> biogas o compostaggio.<br />

Evoluzione del quadro normativo<br />

F<strong>in</strong>o al 1990, il settore <strong>della</strong> trasformazione dei <strong>SOA</strong> è stato regolato da un Decreto <strong>di</strong> polizia<br />

veter<strong>in</strong>aria risalente al 1954.<br />

Tuttavia, a seguito delle crisi sanitarie e dei casi <strong>di</strong> contam<strong>in</strong>azione dei mangimi (ricor<strong>di</strong>amo <strong>in</strong><br />

particolar modo la BSE l’encefalopatia spongiforme bov<strong>in</strong>a - volgarmente conosciuta come<br />

morbo <strong>della</strong> “mucca pazza”) è stato adottato il Decreto Legislativo 508/92, che ha stabilito le<br />

norme sanitarie per l’elim<strong>in</strong>azione, la trasformazione e l’immissione sul mercato <strong>di</strong> rifiuti <strong>di</strong><br />

orig<strong>in</strong>e animale. Per cui ancora all’epoca gli scarti <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e animale venivano trattati come<br />

rifiuti e non come <strong>SOA</strong>.<br />

Ciò avvenne f<strong>in</strong>o all’emanazione del Regolamento (CE) 1774/2002 che ha <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>ato norme<br />

sanitarie relative ai sottoprodotti <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e animale non dest<strong>in</strong>ati al consumo umano. I pr<strong>in</strong>cipi<br />

ispiratori sono stati gli stessi enunciati nel Regolamento (CE) n. 178/2008 e nel Libro Bianco<br />

<strong>della</strong> Commissione sulla sicurezza alimentare, ovvero: l’approccio <strong>di</strong> filiera (dai campi alla<br />

tavola), la r<strong>in</strong>tracciabilità e l’analisi del rischio. Lo scopo car<strong>di</strong>ne del Regolamento 1774/2002 è<br />

stato, dunque, quello <strong>di</strong> fornire un quadro giuri<strong>di</strong>co unitario che permettesse <strong>di</strong> superare le<br />

numerose norme <strong>in</strong> materia, <strong>di</strong> garantire una maggiore protezione <strong>della</strong> salute umana ed<br />

animale, e nello stesso tempo <strong>di</strong> porre f<strong>in</strong>e alle numerose <strong>di</strong>atribe tra il M<strong>in</strong>istero <strong>della</strong> Salute e<br />

quello dell’Ambiente, circa l’assoggettabilità degli scarti <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e animale al Decreto Ronchi.<br />

Tuttavia, l’Unione Europea ha recentemente riorganizzato l’<strong>in</strong>tera normativa con l’emanazione<br />

del Regolamento 1069/2009, attuale caposaldo normativo <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> sottoprodotti <strong>di</strong> o. a. che<br />

ha abrogato, a partire dal 4 marzo 2011, il precedente Regolamento.<br />

Perché un nuovo Regolamento <strong>in</strong> materia <strong>di</strong> <strong>SOA</strong>?<br />

La necessità da parte dell’UE <strong>di</strong> emanare un nuovo testo normativo che <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>asse i <strong>SOA</strong> è sorta<br />

a seguito <strong>di</strong> problematiche emerse nel corso dell’applicazione del Regolamento 1774/2002.


Innanzitutto gli Stati membri e gli operatori economici (come prescritto dall’art. 35 del Reg.<br />

1774/2002) hanno <strong>in</strong><strong>di</strong>cato alla Commissione Europea alcune tematiche del Regolamento a cui<br />

dover apportare delle mo<strong>di</strong>fiche.<br />

Sulla base sia <strong>di</strong> tali <strong>in</strong>formazioni che dei risultati <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> sopralluoghi <strong>di</strong> accertamento<br />

effettuati <strong>in</strong> 25 Stati, nel 2004 e nel 2005, dall’Ufficio Alimentare e Veter<strong>in</strong>ario <strong>della</strong> Commissione<br />

(UAV), il 21 ottobre 2005, la Commissione ha presentato al Parlamento europeo e al Consiglio una<br />

relazione che ha sottol<strong>in</strong>eato la necessità <strong>di</strong>:<br />

mantenere <strong>in</strong> vigore i pr<strong>in</strong>cipi fondamentali del Regolamento 1774/02;<br />

risolvere i problemi legati:<br />

1. alla mancanza <strong>di</strong> certezze <strong>in</strong> merito al campo d’applicazione del Regolamento (<strong>in</strong><br />

particolare non era chiaro a partire da quale punto <strong>della</strong> filiera i prodotti non fossero<br />

più considerati <strong>SOA</strong> e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> soggetti alle prescrizioni <strong>della</strong> norma);<br />

2. scarsa applicazione dell’autocontrollo da parte degli operatori;<br />

3. all’<strong>in</strong>terazione spesso non chiara tra le norme sui <strong>SOA</strong> e altre normative comunitarie;<br />

4. alla carente r<strong>in</strong>tracciabilità del flusso dei <strong>SOA</strong>;<br />

5. ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, problemi riguardanti all’efficacia e all’armonizzazione dei controlli<br />

ufficiali.<br />

Per i suddetti motivi, la revisione normativa si è conclusa con l’emanazione del Reg. 1069/2009.<br />

Regolamento 1069/2009<br />

Dal 4 marzo 2011 è applicabile <strong>in</strong> tutti gli Stati membri dell’UE fissando le norme sanitarie relative<br />

ai sottoprodotti <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e animale e ai prodotti derivati non dest<strong>in</strong>ati al consumo umano.<br />

Esso si pone <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea <strong>di</strong> cont<strong>in</strong>uità con la precedente norma, <strong>di</strong> cui conferma i pr<strong>in</strong>cipi fondamentali<br />

come richiesto dalla Commissione Europea. In particolar modo quello secondo cui:<br />

i sottoprodotti <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e animale derivati da animali <strong>di</strong>chiarati non idonei al consumo<br />

umano, <strong>in</strong> seguito al controllo veter<strong>in</strong>ario, non devono entrare nella catena dei mangimi;<br />

Il Regolamento 1069/2009 classifica i <strong>SOA</strong> <strong>in</strong> 3 categorie specifiche (agli artt. 8, 9 e 10) che<br />

riflettono il loro livello <strong>di</strong> rischio per la salute pubblica e degli animali:<br />

CATEGORIA 1 rischio sanitario più elevato sottoprodotti nocivi per la salute;<br />

CATEGORIA 2 rischio <strong>in</strong>terme<strong>di</strong>o sottoprodotti non adatti per il consumo umano;<br />

CATEGORIA 3 basso rischio igienico-sanitario sottoprodotti che possono essere<br />

impiegati nell’alimentazione animale, se sod<strong>di</strong>sf<strong>in</strong>o determ<strong>in</strong>ate con<strong>di</strong>zioni.


Materiale specifico a rischio (MRS)<br />

Per <strong>materiale</strong> specifico a rischio si <strong>in</strong>tende il cranio, compresi il cervello e gli occhi, le tonsille, la<br />

colonna vertebrale, ma <strong>in</strong>cludendo il midollo sp<strong>in</strong>ale dei bov<strong>in</strong>i <strong>di</strong> età superiore a do<strong>di</strong>ci mesi,<br />

nonché gli <strong>in</strong>test<strong>in</strong>i dal duodeno al retto; il cranio, compresi il cervello e gli occhi, le tonsille e il<br />

midollo sp<strong>in</strong>ale <strong>di</strong> ov<strong>in</strong>i e capr<strong>in</strong>i <strong>di</strong> età superiore a do<strong>di</strong>ci mesi nonché milza <strong>di</strong> ov<strong>in</strong>i e capr<strong>in</strong>i <strong>di</strong><br />

tutte le età.


Panoramica generale sulle pr<strong>in</strong>cipali novità <strong>in</strong>trodotte dal nuovo Regolamento<br />

Le pr<strong>in</strong>cipali novità riguardano:<br />

la <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a <strong>della</strong> lavorazione, del trattamento e <strong>della</strong> trasformazione dei Prodotti Derivati (PD),<br />

ovvero quei prodotti ottenuti attraverso uno o più trattamenti, trasformazioni o fasi <strong>di</strong><br />

lavorazione <strong>di</strong> sottoprodotti <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e animale (art. 3, 2° paragrafo, del Reg. 1069).<br />

l’<strong>in</strong>troduzione <strong>di</strong> due concetti <strong>in</strong>novativi: “start<strong>in</strong>g po<strong>in</strong>t” e “end po<strong>in</strong>t”;<br />

la def<strong>in</strong>izione delle responsabilità per gli operatori <strong>in</strong> tema <strong>di</strong>:<br />

o riconoscimento/registrazione degli stabilimenti e degli impianti;<br />

o tracciabilità/r<strong>in</strong>tracciabilità del flusso dei <strong>SOA</strong>;<br />

o autocontrollo, basato sui pr<strong>in</strong>cipi dell’HACCP (Analisi dei Pericoli e Punti Critici <strong>di</strong><br />

Controllo);<br />

Start<strong>in</strong>g po<strong>in</strong>t ed end po<strong>in</strong>t<br />

Lo “start<strong>in</strong>g po<strong>in</strong>t” (o punto <strong>di</strong> partenza) rappresenta il momento <strong>in</strong> cui il <strong>SOA</strong> viene generato e,<br />

pertanto, entra nel campo <strong>di</strong> applicazione del Regolamento. Una volta che un prodotto è <strong>di</strong>ventato<br />

un sottoprodotto <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e animale, esso non deve più rientrare nella catena alimentare.<br />

Il term<strong>in</strong>e “end po<strong>in</strong>t”, <strong>in</strong>vece, <strong>in</strong><strong>di</strong>ca il punto f<strong>in</strong>ale <strong>della</strong> fabbricazione dei <strong>SOA</strong>, oltre il quale i<br />

prodotti derivati non sono più soggetti alle prescrizioni del suddetto Regolamento.


I prodotti che hanno raggiunto tale punto sono esenti dalla tracciabilità e dai controlli ufficiali,<br />

possono essere immessi sul mercato senza restrizioni ed essere manipolati e trasportati da operatori<br />

che non sono stati riconosciuti o registrati conformemente al vigente testo normativo.<br />

Nello specifico, l’end po<strong>in</strong>t si applica:<br />

ai prodotti <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>ati da altra legislazione comunitaria:<br />

o prodotti cosmetici;<br />

o <strong>di</strong>spositivi me<strong>di</strong>ci;<br />

o me<strong>di</strong>c<strong>in</strong>ali veter<strong>in</strong>ari e per l’uomo;<br />

ai prodotti che non presentano più alcun rischio grave per la salute umana ed animale:<br />

<strong>materiale</strong> trasformato dest<strong>in</strong>ato al pet-food;<br />

lana per l’<strong>in</strong>dustria tessile;<br />

mangimi per animali da pelliccia;<br />

pelli per la produzione <strong>di</strong> pellami;<br />

prodotti a base <strong>di</strong> ossa per la fabbricazione <strong>di</strong> colle.<br />

Bisogna aggiungere che il Regolamento (UE) n. 142/2011 (questo Reg. stabilisce le misure <strong>di</strong><br />

attuazione per le norme sanitarie e <strong>di</strong> polizia sanitaria relative ai sottoprodotti <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e animale e ai<br />

prodotti da essi derivati <strong>di</strong> cui al Reg. n. 1069/2009 ), dopo l’end po<strong>in</strong>t, prevede esenzioni analoghe<br />

per i seguenti prodotti:<br />

bio<strong>di</strong>esel;<br />

articoli da masticare;<br />

pelli <strong>di</strong> ungulati e pellicce, peli e piume;<br />

olio <strong>di</strong> pesce per la produzione <strong>di</strong> prodotti me<strong>di</strong>c<strong>in</strong>ali;<br />

ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e benz<strong>in</strong>a e combustibili.<br />

Riconoscimento <strong>di</strong> stabilimenti ed impianti<br />

Gli stabilimenti o gli impianti <strong>in</strong> cui si svolgono operazioni relative ai <strong>SOA</strong>, che presentano un<br />

livello <strong>di</strong> rischio considerevole per la salute pubblica e per gli animali, sono soggetti al preventivo<br />

riconoscimento da parte dell’autorità competente.<br />

Nello specifico, sono soggetti a riconoscimento gli stabilimenti e gli impianti che svolgono una o<br />

più delle seguenti attività:<br />

trasformazione, attraverso i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> trasformazione standard o i meto<strong>di</strong> alternativi;<br />

combustione <strong>di</strong> sottoprodotti e PD;<br />

produzione <strong>di</strong> alimenti per animali da compagnia;<br />

produzione <strong>di</strong> fertilizzanti organici ed ammendanti;


<strong>in</strong>cenerimento e co<strong>in</strong>cenerimento, <strong>di</strong>versi da quelli riconosciuti ai sensi delle <strong>di</strong>rettiva<br />

2000/76/CE15;<br />

comp manipolazione dei <strong>SOA</strong> a seguito <strong>della</strong> raccolta me<strong>di</strong>ante le seguenti operazioni:<br />

o <strong>–</strong> selezione;<br />

o <strong>–</strong> taglio;<br />

o <strong>–</strong> refrigerazione;<br />

o <strong>–</strong> congelamento;<br />

o <strong>–</strong> salatura;<br />

o <strong>–</strong> asportazione delle pelli e del <strong>materiale</strong> specifico a rischio;<br />

magazz<strong>in</strong>aggio dei <strong>SOA</strong>; ostaggio e biogas;<br />

magazz<strong>in</strong>aggio <strong>di</strong> prodotti derivati se dest<strong>in</strong>ati ad essere:<br />

o smaltiti <strong>in</strong> <strong>di</strong>scarica o me<strong>di</strong>ante <strong>in</strong>cenerimento o co<strong>in</strong>cenerimento;<br />

o usati come combustibile;<br />

o usati come mangimi;<br />

o usati come fertilizzanti organici o ammendanti (far<strong>in</strong>e tal quali), escluso il<br />

magazz<strong>in</strong>aggio <strong>in</strong> un luogo <strong>di</strong> <strong>di</strong>retta applicazione.<br />

Procedura <strong>di</strong> riconoscimento<br />

Al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> ottenere il riconoscimento <strong>di</strong> un nuovo stabilimento o impianto, l’operatore presenta,<br />

all’ASP <strong>di</strong> competenza secondo modalità def<strong>in</strong>ite dalle Regioni o Prov<strong>in</strong>ce Autonome (PA),<br />

apposita istanza corredata dalla documentazione prevista.<br />

L’autorità competente, a seguito <strong>di</strong> un’ispezione <strong>in</strong> loco effettuata prima dell’avvio dell’attività, può<br />

concedere:<br />

un riconoscimento con<strong>di</strong>zionato, se lo stabilimento sod<strong>di</strong>sfa tutti i requisiti relativi alle <strong>in</strong>frastrutture<br />

e alle attrezzature;<br />

un riconoscimento def<strong>in</strong>itivo qualora da una nuova visita <strong>in</strong> loco, effettuata entro 3 mesi dalla<br />

concessione del riconoscimento con<strong>di</strong>zionato, risulti che lo stabilimento sod<strong>di</strong>sfa i requisiti<br />

mancanti.<br />

Nel caso <strong>in</strong> cui, l’autorità competente riconosca che siano stati compiuti dei progressi notevoli, ma<br />

che lo stabilimento o l’impianto non sod<strong>di</strong>sfa ancora tutte le prescrizioni necessarie, il<br />

riconoscimento con<strong>di</strong>zionato può essere prorogato. Tuttavia, tale riconoscimento non può avere una<br />

durata superiore a 180 giorni dalla data <strong>della</strong> sua concessione.<br />

Qualora, <strong>in</strong>vece, l’autorità competente riceva l’istanza completa <strong>di</strong> tutta la documentazione e il<br />

parere favorevole del Servizio Veter<strong>in</strong>ario, emette l’atto <strong>di</strong> riconoscimento e lo notifica<br />

all’operatore.


L’atto <strong>di</strong> riconoscimento deve riportare almeno:<br />

l’attività;<br />

la tipologia <strong>di</strong> prodotto generato;<br />

la categoria <strong>di</strong> sottoprodotto manipolato, lavorato ed utilizzato;<br />

il numero <strong>di</strong> riconoscimento.<br />

Se il riconoscimento viene revocato o, <strong>in</strong> caso <strong>di</strong> riconoscimento con<strong>di</strong>zionato, non viene prorogato<br />

o non viene concesso il pieno riconoscimento, gli operatori devono procedere alla cessazione <strong>della</strong><br />

propria attività.<br />

Registrazione <strong>di</strong> stabilimenti e <strong>di</strong> impianti<br />

Gli stabilimenti, gli impianti <strong>di</strong> trasformazione o <strong>di</strong> manipolazione <strong>di</strong> determ<strong>in</strong>ati prodotti<br />

trasformati che non presentano più rischi per la salute pubblica o degli animali non sono sottoposti a<br />

riconoscimento bensì a registrazione, <strong>in</strong> modo da consentire e garantire il controllo ufficiale dei<br />

flussi <strong>di</strong> <strong>materiale</strong> e garantirne la tracciabilità.<br />

Per gli stabilimenti e gli impianti già riconosciuti o registrati ai sensi del Reg. 852/2004 o del Reg.<br />

853/2004 non è necessario effettuare la registrazione ai sensi del Reg. 1069.<br />

Procedura <strong>di</strong> registrazione<br />

Ai f<strong>in</strong>i <strong>della</strong> registrazione <strong>di</strong> una nuova attività, l’operatore notifica la Segnalazione Certificata <strong>di</strong><br />

Inizio Attività (SCIA) all’ASP o al Comune <strong>in</strong> cui ha sede l’attività o <strong>in</strong> cui l’operatore è residente<br />

(nel caso si tratti <strong>di</strong> attività prive <strong>di</strong> stabilimento, quali, ad esempio, il trasporto), secondo modalità<br />

def<strong>in</strong>ite dalle Regioni o PA.<br />

L’operatore, al momento <strong>della</strong> presentazione <strong>della</strong> notifica, <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> rispettare i requisiti generali<br />

e specifici richiesti dai Regolamenti 1069 del 2009 e 142 del 2011.<br />

L’operatore può <strong>in</strong>iziare l’attività successivamente all’avvenuta notifica.<br />

Elenchi degli stabilimenti o degli impianti registrati e riconosciuti<br />

Ogni Stato membro ha l’obbligo <strong>di</strong> elaborare, per il proprio territorio, un elenco <strong>di</strong> stabilimenti,<br />

impianti ed operatori riconosciuti o registrati e <strong>di</strong> assegnare a ciascun impianto un numero ufficiale<br />

<strong>di</strong> identificazione connesso alla natura delle sue attività.<br />

Al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> supportare gli Stati membri nello stabilire tali elenchi, l’UE mette a <strong>di</strong>sposizione una<br />

pag<strong>in</strong>a web (http://ec.europa.eu/food/food/biosafety/establishments/list_abp_en.htm) contenente un<br />

l<strong>in</strong>k ai siti web nazionali dove è possibile visionare l’elenco master <strong>di</strong> tutti gli stabilimenti, impianti<br />

e operatori riconosciuti o registrati sul proprio territorio.


In Italia, ogni stabilimento riconosciuto o registrato è <strong>in</strong>serito, a cura <strong>della</strong> Regione o PA,<br />

nell’elenco nazionale del M<strong>in</strong>istero <strong>della</strong> Salute. In questo elenco sono <strong>di</strong>sponibili le liste degli<br />

stabilimenti italiani autorizzati alla lavorazione e manipolazione dei sottoprodotti <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e<br />

animale.<br />

La tracciabilità e la r<strong>in</strong>tracciabilità<br />

La cosiddetta “tracciabilità” è uno strumento e un processo che permette alle aziende alimentari <strong>di</strong><br />

identificare i propri prodotti (alimenti, mangimi, animali dest<strong>in</strong>ati alla produzione alimentare,<br />

sostanze atte a far parte <strong>di</strong> un alimento o <strong>di</strong> un mangime) seguendoli da monte a valle <strong>della</strong> filiera,<br />

facendo <strong>in</strong> modo che ad ogni sta<strong>di</strong>o venga lasciata una traccia, un’<strong>in</strong>formazione.<br />

Per r<strong>in</strong>tracciabilità, <strong>in</strong>vece, si <strong>in</strong>tende il processo <strong>in</strong>verso, che deve essere <strong>in</strong> grado <strong>di</strong> raccogliere e<br />

ricostruire tutte le <strong>in</strong>formazioni precedentemente rilasciate e che ha un significato prettamente<br />

sanitario.<br />

Per quanto riguarda la filiera dei <strong>SOA</strong>, la tracciabilità si applica dallo start<strong>in</strong>g po<strong>in</strong>t f<strong>in</strong>o all’end<br />

po<strong>in</strong>t <strong>della</strong> catena <strong>di</strong> fabbricazione.<br />

Essa deve essere garantita non solo dagli operatori che generano, raccolgono o trasportano <strong>SOA</strong>, ma<br />

anche dagli operatori che smaltiscono tali sottoprodotti me<strong>di</strong>ante <strong>in</strong>cenerimento, co<strong>in</strong>cenerimento o<br />

deposito <strong>in</strong> <strong>di</strong>scarica.<br />

Tutti i seguenti operatori garantiscono la tracciabilità me<strong>di</strong>ante:<br />

i documenti commerciali e/o certificati sanitari:<br />

registro delle partite (se previsto).<br />

Il documento commerciale, detto anche documento <strong>di</strong> trasporto (DDT), è una scheda che<br />

accompagna le partite <strong>di</strong> <strong>SOA</strong> e <strong>di</strong> prodotti derivati durante il loro trasporto, anche sul territorio<br />

nazionale, dal luogo <strong>di</strong> produzione f<strong>in</strong>o all’impianto <strong>di</strong> dest<strong>in</strong>azione f<strong>in</strong>ale.<br />

Nei casi previsti dal Reg. 142/2011, al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> garantire un alto livello <strong>di</strong> sorveglianza<br />

epidemiologica nei riguar<strong>di</strong> delle TSE, il DDT può essere sostituito o accompagnato da un<br />

certificato sanitario, il quale deve essere rilasciato e firmato dall’autorità competente e conservato<br />

per almeno 2 anni.<br />

Il documento commerciale deve contenere le seguenti <strong>in</strong>formazioni:<br />

la data <strong>in</strong> cui i sottoprodotti sono stati prelevati dallo stabilimento;<br />

la descrizione dei materiali, <strong>in</strong><strong>di</strong>cando:<br />

o la categoria dei <strong>SOA</strong>;<br />

o le specie animali per i materiali <strong>di</strong> categoria 3 e i prodotti trasformati da essi derivati<br />

dest<strong>in</strong>ati ai mangimi;<br />

o eventualmente il numero del marchio auricolare dell’animale;


la quantità del <strong>materiale</strong>, <strong>in</strong> volume, peso o numeri <strong>di</strong> pacchi;<br />

il luogo <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e del <strong>materiale</strong>;<br />

il nome e l’<strong>in</strong><strong>di</strong>rizzo del trasportatore;<br />

il nome, l’<strong>in</strong><strong>di</strong>rizzo e il numero <strong>di</strong> riconoscimento o <strong>di</strong> registrazione del dest<strong>in</strong>atario;<br />

se del caso, il numero <strong>di</strong> riconoscimento o <strong>di</strong> registrazione dello stabilimento o impianto <strong>di</strong><br />

orig<strong>in</strong>e, nonché la natura e i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> trattamento;<br />

la causale del trasporto:<br />

o <strong>in</strong>vio ad impianto <strong>di</strong> trasformazione;<br />

o <strong>in</strong>vio ad impianto <strong>di</strong> transito;<br />

o <strong>in</strong>vio ad <strong>in</strong>ceneritore a norma ambientale come sottoprodotto;<br />

o <strong>in</strong>vio ad <strong>in</strong>ceneritore riconosciuto ai sensi del Reg. CE/1774/2002;<br />

o <strong>in</strong>vio ad <strong>in</strong>ceneritore o co<strong>in</strong>ceneritore a norma ambientale come prodotto<br />

trasformato.<br />

Questo documento, specifico per ciascuna categoria <strong>di</strong> <strong>SOA</strong> o prodotti trasformati, deve essere<br />

redatto <strong>in</strong> almeno tre esemplari (uno orig<strong>in</strong>ale e due copie):<br />

l’orig<strong>in</strong>ale (compilata e firmata dal responsabile) accompagna la partita f<strong>in</strong>o alla<br />

dest<strong>in</strong>azione f<strong>in</strong>ale e deve essere conservata dal dest<strong>in</strong>atario;<br />

una copia è trattenuta dal produttore;<br />

l’altra copia dal trasportatore.<br />

Nel caso <strong>in</strong> cui il trasporto è effettuato dal dest<strong>in</strong>atario, questo dovrà conservare anche la copia del<br />

DDT prevista per il trasportatore.<br />

Il documento commerciale deve essere firmato sia dal produttore che dal trasportatore e le copie dei<br />

documenti commerciali devono essere conservate per un periodo <strong>di</strong> almeno due anni, a <strong>di</strong>sposizione<br />

per eventuali controlli degli organi <strong>di</strong> vigilanza.<br />

Registro delle partite<br />

Gli operatori che spe<strong>di</strong>scono, trasportano e ricevono <strong>SOA</strong> e prodotti derivati sono obbligati a tenere<br />

aggiornato un registro <strong>di</strong> carico-scarico delle partite. Questo registro, numerato pag<strong>in</strong>a per pag<strong>in</strong>a,<br />

deve essere vi<strong>di</strong>mato dall’U.O. Veter<strong>in</strong>aria dell’ASP <strong>di</strong> competenza sul territorio.<br />

Le <strong>in</strong>formazioni che il registro deve riportare sono conformi a quanto previsto all’allegato VIII,<br />

capo IV del Reg. 142/2011.


Il Sistema <strong>di</strong> Autocontrollo<br />

Oltre ad ottemperare all’obbligo <strong>della</strong> tracciabilità e r<strong>in</strong>tracciabilità, gli operatori che effettuano la<br />

lavorazione, la trasformazione <strong>in</strong> biogas e compost <strong>di</strong> sottoprodotti, la fabbricazione <strong>di</strong> alimenti per<br />

animali da compagnia, la manipolazione e il magazz<strong>in</strong>aggio <strong>di</strong> più <strong>di</strong> una categoria <strong>di</strong> <strong>SOA</strong> o <strong>di</strong> PD<br />

nello stesso stabilimento o impianto, devono pre<strong>di</strong>sporre, attuare e mantenere una o più procedure<br />

basate sui pr<strong>in</strong>cipi dell’analisi <strong>di</strong> rischio e punti critici <strong>di</strong> controllo (HACCP - Hazard Analysis and<br />

Critical Control Po<strong>in</strong>ts).<br />

La produzione dei <strong>SOA</strong><br />

La produzione dei <strong>SOA</strong> avviene soprattutto all’<strong>in</strong>terno dei mattatoi a seguito del ciclo <strong>di</strong><br />

macellazione animale, <strong>in</strong> questo caso <strong>di</strong> capi bov<strong>in</strong>i.<br />

Fase pre-macellazione<br />

Ciclo <strong>di</strong> macellazione bov<strong>in</strong>a<br />

Il ciclo <strong>di</strong> lavorazione <strong>della</strong> carne bov<strong>in</strong>a comprende anche la fase <strong>di</strong> pre-macellazione.<br />

Questa fase ha <strong>in</strong>izio dopo il trasferimento e l’arrivo degli animali agli stabilimenti <strong>di</strong> macellazione<br />

e comprende:<br />

l’identificazione,<br />

l’ispezione ante-mortem,<br />

la movimentazione dei bov<strong>in</strong>i lungo il corridoio <strong>di</strong> accesso alla gabbia <strong>di</strong> stor<strong>di</strong>mento e <strong>di</strong><br />

abbattimento.<br />

Identificazione degli animali<br />

L’identificazione degli animali, dopo il loro arrivo al macello, è eseguita dal veter<strong>in</strong>ario ufficiale o<br />

dal tecnico <strong>della</strong> prevenzione, allo scopo <strong>di</strong> verificare che tutte le <strong>in</strong>formazioni contenute nel<br />

documento <strong>di</strong> accompagnamento (modello 4) e <strong>della</strong> cedola identificativa (passaporto) siano<br />

compilate correttamente e rispondenti alla verità.<br />

La visita ante-mortem<br />

La visita ante-mortem dei bov<strong>in</strong>i viene effettuata, <strong>di</strong> norma, al momento dello scarico degli stessi,<br />

oppure presso la stalla <strong>di</strong> sosta dello stabilimento entro le 24 ore dal loro arrivo. Durante la visita, il<br />

veter<strong>in</strong>ario dovrà verificare che l’animale sia pulito, sano, <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zioni sod<strong>di</strong>sfacenti <strong>di</strong> benessere e<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>viduare eventuali segni riferibili a trattamenti fraudolenti.


La movimentazione degli animali<br />

Per quanto riguarda la movimentazione degli animali lungo il corridoio <strong>di</strong> accesso alla gabbia <strong>di</strong><br />

stor<strong>di</strong>mento, il loro trasferimento deve avvenire velocemente ma nel modo più tranquillo possibile<br />

per gli animali, evitando qu<strong>in</strong><strong>di</strong> ogni atteggiamento che possa provocare panico, stress o <strong>in</strong>utili<br />

sofferenze. Solamente per i bov<strong>in</strong>i adulti (per <strong>in</strong>durli a procedere) è possibile usare strumenti che<br />

provocano scariche elettriche da applicare per non più <strong>di</strong> due secon<strong>di</strong> e soltanto ai muscoli<br />

posteriori.<br />

Una volta che il bov<strong>in</strong>o ha raggiunto la gabbia <strong>di</strong> contenzione ha <strong>in</strong>izio il processo <strong>di</strong> macellazione,<br />

il quale prevede le seguenti fasi fondamentali:<br />

Stor<strong>di</strong>mento<br />

Dissanguamento<br />

Scuoiamento<br />

Eviscerazione<br />

Divisione <strong>in</strong> mezzene o quarti<br />

Visita veter<strong>in</strong>aria e bollatura<br />

Stoccaggio <strong>in</strong> cella e refrigerazione<br />

La fase <strong>di</strong> stor<strong>di</strong>mento dei bov<strong>in</strong>i, presso il macello <strong>di</strong> Villabate, viene eseguita attraverso<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> una pistola captiva, provvista <strong>di</strong> una punta <strong>di</strong> ferro <strong>di</strong> 6 cm, che penetrando nel cranio<br />

dell’animale ne provoca un rapido stor<strong>di</strong>mento, ma non l’uccisione.<br />

L’animale, ormai stor<strong>di</strong>to, viene agganciato per un arto posteriore (con apposita catena con gancio),<br />

sollevato, appeso alla guidovia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssanguamento, e trasportato a testa <strong>in</strong> giù f<strong>in</strong>o alla l<strong>in</strong>ea <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ssanguamento, dove un operatore andrà a recidere i gran<strong>di</strong> vasi sanguigni del collo del bov<strong>in</strong>o (la<br />

carotide o la vena giugulare) così da provocare la morte dell’animale per anemia acuta.<br />

Il sangue ricavato è raccolto <strong>in</strong> un’apposita vasca <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssanguamento, <strong>in</strong> acciaio <strong>in</strong>ossidabile,<br />

collegata ad una grossa cisterna che viene regolarmente svuotata dalla <strong>di</strong>tta convenzionata con il<br />

macello per il trasporto ai centri <strong>di</strong> trasformazione o <strong>di</strong> smaltimento.<br />

In questa fase si ha la produzione del primo <strong>SOA</strong> generato all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> un stabilimento <strong>di</strong><br />

macellazione, ovvero il sangue che è un sottoprodotto <strong>di</strong> categoria 3.<br />

Una volta eseguito il <strong>di</strong>ssanguamento, si procede all’asportazione <strong>della</strong> testa e delle zampe<br />

anteriori e posteriori del bov<strong>in</strong>o.<br />

La testa viene appesa <strong>in</strong> una gancera e, attraverso una guidovia, viene trasportata e lavorata <strong>in</strong><br />

appositi locali <strong>di</strong> rasatura, scuoiatura e <strong>di</strong> sezionamento; <strong>in</strong> quest’ultimo locale, dopo visita


sanitaria, viene asportata la l<strong>in</strong>gua e viene <strong>di</strong>sossata la testa che viene poi appesa per l’asciugatura.<br />

Il cranio compresi gli occhi e le tonsille vanno elim<strong>in</strong>ati come MSR.<br />

La tranciatura delle zampe posteriori deve essere preceduta dallo scuoiamento <strong>della</strong> parte per<br />

l’evidenziazione del ten<strong>di</strong>ne d’Achille (necessario per agganciare il bov<strong>in</strong>o); durante questa fase è<br />

pertanto necessario ricorrere a due coltelli. Una volta asportate le zampe vengono gettate <strong>in</strong> un<br />

apposito contenitore e dest<strong>in</strong>ate al cosiddetto render<strong>in</strong>g.<br />

Il term<strong>in</strong>e render<strong>in</strong>g <strong>in</strong>clude tutti quei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> trasformazione standard ed alternativi che portano<br />

alla produzione <strong>di</strong> grassi, far<strong>in</strong>e e altri prodotti ad <strong>in</strong>teresse <strong>in</strong>dustriale visualizzabili all’allegato<br />

IV, capo III e capo IV del Regol. 142/2011.<br />

NB: le zampe sono Soa <strong>di</strong> categoria 3.<br />

La fase successiva è quella dello scuoiamento, attraverso cui si rimuove totalmente la pelle<br />

dall’animale (Soa <strong>di</strong> categoria 3). Il macello <strong>di</strong> Villabate utilizza una scuoiatrice rapida a trazione o<br />

a strappo: i lembi <strong>di</strong> pelle, leggermente <strong>di</strong>staccati durante il pre-scuoiamento, sono collegati con<br />

catene e morsetti, ad un cil<strong>in</strong>dro che, girando, arrotola la pelle che viene strappata dall’alto (coda) al<br />

basso (spalla). Le pelli così ottenute vengono poi riposte <strong>in</strong> un apposito locale <strong>in</strong> attesa del trasporto<br />

verso il luogo <strong>di</strong> lavorazione.<br />

Dopo lo scuoiamento, la fase seguente è l’eviscerazione. L’operazione consiste nel taglio <strong>della</strong><br />

parte ventrale dell’animale e nella successiva asportazione degli organi <strong>in</strong>terni (o visceri, o<br />

<strong>in</strong>teriora, o frattaglie) alcuni dei quali andranno a costituire la corata (polmone, cuore, <strong>di</strong>aframma,<br />

trachea, lar<strong>in</strong>ge, esofago, fegato), mentre i restanti verranno allontanati dalla l<strong>in</strong>ea pr<strong>in</strong>cipale <strong>di</strong><br />

macellazione me<strong>di</strong>ante nastri trasportatori verso la tripperia. In questo locale, gli stomaci e gli<br />

<strong>in</strong>test<strong>in</strong>i vengono svuotati, lavati e lavorati. Si avrà così produzione <strong>di</strong>: stallatico e <strong>di</strong> contenuto del<br />

tubo <strong>di</strong>gerente (Soa <strong>di</strong> cat. 2).<br />

I visceri, essendo dei MSR, dopo essere stati gettati nell’apposito contenitore, vengono colorati con<br />

il blu <strong>di</strong> metilene per evitarne la ven<strong>di</strong>ta fraudolenta.<br />

Successivamente la carcassa viene tagliata a metà, longitu<strong>di</strong>nalmente, con una sega lungo la sp<strong>in</strong>a<br />

dorsale, ricavandone così due parti dette mezzene, che vengono ulteriormente <strong>di</strong>vise <strong>in</strong> quarti.<br />

Vic<strong>in</strong>o all’operatore deve essere sempre presente un contenitore per MSR, per il deposito del<br />

midollo sp<strong>in</strong>ale asportato.<br />

In seguito dell’ispezione sanitaria che ha come obiettivo <strong>di</strong> rilevare eventuali malattie che possono<br />

essere pericolose per la salute pubblica o casi <strong>di</strong> contam<strong>in</strong>azioni, le mezzene, le <strong>in</strong>teriori (fegato) e<br />

le teste (l<strong>in</strong>gua, man<strong>di</strong>bola) sono sottoposte a bollatura sanitaria sotto il controllo del veter<strong>in</strong>ario.<br />

(APPUNTO La bollatura garantisce che le carni sono state giu<strong>di</strong>cate idonee al consumo umano e<br />

riporta il numero <strong>di</strong> riconoscimento dello stabilimento <strong>di</strong> produzione).


La bollatura è seguita dalla docciatura delle mezzene e refrigerazione a 7 °C entro 24 ore, mentre le<br />

frattaglie sono refrigerate a 3 °C.<br />

In tutte le fasi <strong>della</strong> macellazione si ha la produzione <strong>di</strong> notevoli quantità <strong>di</strong> sangue, devono qu<strong>in</strong><strong>di</strong><br />

essere previste delle canalette <strong>di</strong> raccolta al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> garantire buone con<strong>di</strong>zioni igieniche degli<br />

ambienti <strong>di</strong> lavoro.<br />

Identificazione e stoccaggio temporaneo dei <strong>SOA</strong><br />

I sottoprodotti <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e animale, una volta generati durante il ciclo <strong>di</strong> macellazione, devono essere<br />

temporaneamente stoccati <strong>in</strong> contenitori ermeticamente chiusi, resistenti alla corrosione, costruiti <strong>in</strong><br />

<strong>materiale</strong> facilmente lavabile e <strong>di</strong>s<strong>in</strong>fettabile, identificati me<strong>di</strong>ante apposizione <strong>di</strong> una striscia<br />

<strong>in</strong>amovibile alta almeno 15 cm e <strong>di</strong> lunghezza tale da renderla evidente.<br />

Tale striscia deve essere <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso colore <strong>in</strong> relazione alla categoria <strong>di</strong> <strong>materiale</strong> trattato:<br />

nero, per il <strong>materiale</strong> <strong>di</strong> categoria 1;<br />

giallo, per il <strong>materiale</strong> <strong>di</strong> categoria 2;<br />

verde, per il <strong>materiale</strong> <strong>di</strong> categoria 3.<br />

I macelli sono, qu<strong>in</strong><strong>di</strong>, responsabili <strong>della</strong> corretta identificazione e raccolta dei sottoprodotti<br />

generati, i quali devono essere consegnati senza <strong>in</strong>debiti ritar<strong>di</strong> ed esclusivamente <strong>in</strong> con<strong>di</strong>zioni<br />

idonee a prevenire i rischi per la salute pubblica e degli animali.<br />

Qualora la raccolta dei <strong>SOA</strong> non venga effettuata giornalmente, nell’area del macello:<br />

i contenitori devono essere conservati a temperatura <strong>di</strong> refrigerazione;<br />

deve essere <strong>di</strong>sponibile un luogo rec<strong>in</strong>tato per l’immagazz<strong>in</strong>amento temporaneo dei prodotti<br />

del metabolismo (letame, contenuti del rum<strong>in</strong>e, dello stomaco e dell’<strong>in</strong>test<strong>in</strong>o).<br />

Raccolta e trasporto<br />

Dai siti <strong>di</strong> produzione, i <strong>SOA</strong> devono essere allontanati e trasportati esclusivamente me<strong>di</strong>ante<br />

automezzi o contenitori autorizzati dal Servizio Veter<strong>in</strong>ario dell’ASP competente per territorio, nel<br />

rispetto delle con<strong>di</strong>zioni previste dal Regolamento (CE) 1069/2009.<br />

Tali veicoli e contenitori devono essere identificati con targa <strong>in</strong>amovibile <strong>di</strong> metallo, o <strong>di</strong> altro<br />

<strong>materiale</strong> idoneo, riportante l’<strong>in</strong><strong>di</strong>cazione <strong>della</strong> Regione, dell’ASP competente ed il numero<br />

identificativo assegnato sulla base dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> registrazione. Inoltre, tutti i veicoli, recipienti, o<br />

imballaggi devono, attraverso l’applicazione <strong>di</strong> un’etichetta, <strong>in</strong><strong>di</strong>care chiaramente la categoria dei<br />

<strong>SOA</strong> trasportati. Su questa etichetta devono <strong>in</strong>oltre figurare i colori e le <strong>di</strong>citure seguenti:<br />

il colore nero e la scritta «dest<strong>in</strong>ato solo all’elim<strong>in</strong>azione o all’<strong>in</strong>cenerimento» oppure<br />

«dest<strong>in</strong>ato allo sfruttamento energetico e al successivo <strong>in</strong>cenerimento» nel caso <strong>di</strong> <strong>SOA</strong> <strong>di</strong><br />

categoria 1;


il colore giallo e la scritta «non dest<strong>in</strong>ato al consumo animale» nel caso <strong>di</strong> <strong>SOA</strong> <strong>di</strong> cat. 2;<br />

il colore verde e la scritta «non dest<strong>in</strong>ato al consumo umano» nel caso <strong>di</strong> sottoprodotti <strong>di</strong><br />

orig<strong>in</strong>e animale <strong>di</strong> categoria 3.<br />

L’etichetta apposta sui veicoli o sui contenitori scarrabili deve avere <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> cm 50x35 (per<br />

piccoli contenitori cm 20x30) e l’altezza dei caratteri non devono essere <strong>in</strong>feriori a 5 cm.<br />

Ulteriore precisazione i veicoli scarrabili impiegati dalle <strong>di</strong>tte che trasportano Soa <strong>di</strong> cat. 3<br />

possono essere dotati <strong>di</strong>:<br />

<strong>–</strong> apertura sulla superficie superiore, il cui funzionamento idraulico è azionabile da un operatore a<br />

terra;<br />

<strong>–</strong> cassone recl<strong>in</strong>abile;<br />

<strong>–</strong> apertura <strong>della</strong> faccia posteriore.<br />

Dopo la raccolta dei <strong>SOA</strong>, essi vengono trasportati <strong>di</strong>rettamente presso l’impianto <strong>di</strong> dest<strong>in</strong>azione<br />

f<strong>in</strong>ale (per lo smaltimento o trasformazione) oppure giungono presso l’impianto <strong>di</strong> stoccaggio<br />

temporaneo dove avverrà il trasferimento dei Soa dai veicoli scarrabili agli autoarticolati per il<br />

successivo e tempestivo trasporto presso l’impianto <strong>di</strong> dest<strong>in</strong>azione f<strong>in</strong>ale.<br />

Successivamente, i contenitori e i veicoli (comprese le ruote) devono essere sottoposti a lavaggio e<br />

<strong>di</strong>s<strong>in</strong>fezione. Quest’area deve presentare pavimenti impermeabilizzati, costruiti <strong>in</strong> modo tale da<br />

facilitare la canalizzazione dei liqui<strong>di</strong> verso la fognatura, e pareti lisce, <strong>di</strong> color bianco, anch’esse<br />

facili da pulire e <strong>di</strong>s<strong>in</strong>fettare. Le avvenute operazioni <strong>di</strong> sanificazione devono essere attestate dal<br />

titolare dell’impianto, o dal suo delegato, e riportate sul documento <strong>di</strong> trasporto con l’<strong>in</strong><strong>di</strong>cazione <strong>di</strong><br />

data, ora e luogo.<br />

Dest<strong>in</strong>o f<strong>in</strong>ale dei <strong>SOA</strong><br />

I <strong>SOA</strong> e PD dopo essere stati identificati e raccolti dai luoghi <strong>di</strong> produzione sono trasportati, <strong>in</strong><br />

modo temporaneo o def<strong>in</strong>itivo, presso uno o più dei seguenti impianti:<br />

<strong>–</strong> impianti <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> alimenti per animali da compagnia;<br />

<strong>–</strong> impianti <strong>di</strong> <strong>in</strong>cenerimento e co<strong>in</strong>cenerimento;<br />

<strong>–</strong> impianti <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> biogas e <strong>di</strong> compostaggio;<br />

<strong>–</strong> impianti <strong>di</strong> trasformazione <strong>di</strong> categoria 1, 2 e 3.<br />

(Requisiti degli impianti negli allegati del Reg. UE/142/2011)<br />

Smaltimento o riutilizzo sicuro dei <strong>SOA</strong>?<br />

In Italia, smaltire tutti i sottoprodotti <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e animale non è un’opzione realistica, <strong>in</strong> quanto<br />

comporterebbe costi <strong>in</strong>sostenibili e rischi rilevanti <strong>di</strong> carattere sanitario per la salute pubblica,<br />

animale e per l’ambiente. Fortunatamente, lo smaltimento dei <strong>SOA</strong> <strong>in</strong> <strong>di</strong>scarica autorizzata o


attraverso <strong>in</strong>ceneritori non è l’unica opzione ad oggi <strong>di</strong>sponibile, poiché i <strong>SOA</strong> o i PD - grazie alle<br />

nuove tecnologie - possono essere utilizzati <strong>in</strong> un ampio numero <strong>di</strong> settori produttivi, quali ad<br />

esempio nelle <strong>in</strong>dustrie farmaceutiche, mangimistiche, del pellame, e per la produzione <strong>di</strong> energia.<br />

Lavorazione <strong>di</strong> <strong>SOA</strong> <strong>di</strong> cat. 3 presso impianti <strong>di</strong> trasformazione.<br />

Tutti gli stabilimenti che effettuano trasformazione <strong>di</strong> <strong>SOA</strong> devono <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> una zona “pulita” e<br />

<strong>di</strong> una zona “sporca”, adeguatamente separate. Inoltre, devono essere idoneamente riconosciuti<br />

dall’ASP competente per territorio.<br />

L’impianto da noi analizzato effettua la lavorazione del grasso bov<strong>in</strong>o per l’ottenimento <strong>di</strong>:<br />

grasso animale grezzo fuso;<br />

cicciolo.<br />

Per ottenere questi due prodotti, le fasi operative sono le seguenti:<br />

<strong>in</strong>nanzitutto, il grasso viene separato dalle ossa degli scarti animali e selezionato accuratamente<br />

per evitare la presenza <strong>di</strong> residui;<br />

dopo essere stato tagliato ad una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> 2-4 cm, il grasso viene messo all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong><br />

un’apposita caldaia dove avviene la cottura a 170°C ad una pressione <strong>di</strong> 2,5 bar;<br />

term<strong>in</strong>ata questa fase, l’operatore, aprendo la valvola presente nella parte <strong>in</strong>feriore <strong>di</strong> questo<br />

“pentolone”, favorisce il trasferimento del grasso fuso all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> un pozzetto <strong>di</strong> raccolta;<br />

Il grasso residuo, <strong>in</strong>vece, viene estratto attraverso un’apposita schiumarola e messo all’<strong>in</strong>terno<br />

<strong>di</strong> una pressa, e torchiato.<br />

Il grasso che fuoriesce dopo la pressatura, tramite un’apposita conduttura, viene <strong>in</strong>viato<br />

all’<strong>in</strong>terno del pozzetto <strong>di</strong> raccolta e poi me<strong>di</strong>ante una pompa, viene trasferito all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> un<br />

silos.<br />

Dal residuo del grasso spremuto si ottiene il cicciolo, <strong>in</strong>gre<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> base per la produzione del<br />

tipico prodotto alimentare palermitano denom<strong>in</strong>ato “frittola”.<br />

Il secondo impianto da noi visionato a seguito <strong>della</strong> trasformazione degli scarti animali a basso<br />

rischio produce:<br />

far<strong>in</strong>e proteiche, da impiegare come fertilizzanti organici e come alimenti per animali da<br />

compagnia;<br />

grassi animali colati grezzi, da utilizzare nell’<strong>in</strong>dustria dei saponi, dei detergenti e nel settore<br />

farmaceutico.


La trasformazione dei <strong>SOA</strong> avviene attraverso il seguente processo operativo:<br />

Gli automezzi una volta giunti nello stabilimento vengono pesati e attraversando un<br />

percorso obbligato raggiungono l’<strong>in</strong>terno dell’impianto dove scaricano il <strong>materiale</strong> nelle 2<br />

vasche <strong>di</strong> accumulo;<br />

Il <strong>materiale</strong> dalle due vasche <strong>di</strong> accumulo è trasferito attraverso appositi trasportatori a vite<br />

(coclee) al frangi-ossa dove viene frantumano e ridotto a <strong>di</strong>mensioni <strong>in</strong>feriori a 30 mm<br />

(metodo <strong>di</strong> trasformazione n. 4);<br />

Il prodotto così omogeneizzato, tramite coclee, viene avviato alla cottura; fase che avviene<br />

ad una temperatura <strong>di</strong> 110°C per almeno 13 m<strong>in</strong>uti, all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> due autoclavi <strong>di</strong>scont<strong>in</strong>ue;<br />

Dalle autoclavi il <strong>materiale</strong> passa all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> 2 cuocitori da cui si ha la formazione <strong>di</strong> due<br />

<strong>di</strong>st<strong>in</strong>ti prodotti:<br />

o grasso colato;<br />

o ciccioli.<br />

Il grasso colato, viene canalizzato <strong>in</strong> una condotta a<strong>di</strong>acente alla coclea <strong>di</strong> trasporto dei<br />

ciccioli e trasportato alle presse.<br />

Dopo la spremitura, il grasso viene pompato <strong>in</strong> un decantatore e successivamente<br />

centrifugato, filtrato e stoccato <strong>in</strong> appositi silos coibentati che mantengono una<br />

temperatura idonea per evitare che il grasso condensi;<br />

I ciccioli ricavati dal cuocitore vengono trasferiti, me<strong>di</strong>ante coclee, <strong>in</strong> due presse cont<strong>in</strong>ue,<br />

per un’ulteriore estrazione del grasso.<br />

Quando il <strong>materiale</strong> risulta essere privo <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà passa all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> un mul<strong>in</strong>o a martelli,<br />

<strong>di</strong>ventando così far<strong>in</strong>a.<br />

La far<strong>in</strong>a una volta prodotta, tramite un elevatore a tazze viene stoccata all’<strong>in</strong>terno dei silos<br />

posti esternamente al capannone.<br />

Attività <strong>di</strong> vigilanza<br />

Al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> garantire la coerenza <strong>della</strong> legislazione comunitaria, i controlli ufficiali - <strong>in</strong> materia <strong>di</strong><br />

<strong>SOA</strong> e PD - devono essere realizzati conformemente ai pr<strong>in</strong>cipi generali e nell’ambito dei Piani <strong>di</strong><br />

Controllo Pluriennali (PNI) stabiliti dal Regolamento (CE) n. 882/2004.<br />

L’attività <strong>di</strong> vigilanza, esercitata dai Tecnici <strong>della</strong> Prevenzione e/o Veter<strong>in</strong>ari Ufficiali, viene<br />

effettuata lungo tutta la filiera <strong>di</strong> produzione dei <strong>SOA</strong> - dallo start<strong>in</strong>g po<strong>in</strong>t f<strong>in</strong>o all’end po<strong>in</strong>t -<br />

conformemente all’articolo 4, paragrafo 2, del Regolamento 1069/09.<br />

I controlli svolti lungo la catena <strong>di</strong> produzione dei sottoprodotti hanno l’obiettivo <strong>di</strong> verificare la<br />

corretta gestione dei <strong>SOA</strong>, nonché i requisiti igienico-sanitari, strutturali, gestionali e <strong>di</strong>


autocontrollo <strong>di</strong> macelli, stabilimenti <strong>di</strong> sezionamento, macellerie, pescherie, caseifici, depositi<br />

frigoriferi e così via.<br />

Per cui, l’attività ispettiva deve riguardare:<br />

<strong>–</strong> la verifica delle con<strong>di</strong>zioni igieniche dei locali, attrezzature, personale;<br />

<strong>–</strong> la verifica dell’esistenza, nel piano <strong>di</strong> autocontrollo, <strong>di</strong> una specifica procedura per la gestione<br />

dei <strong>SOA</strong>;<br />

<strong>–</strong> la corretta identificazione dei contenitori;<br />

<strong>–</strong> le modalità <strong>di</strong> raccolta e <strong>di</strong> trasporto dei sottoprodotti;<br />

<strong>–</strong> la loro corretta dest<strong>in</strong>azione;<br />

<strong>–</strong> il loro corretto smaltimento o recupero;<br />

<strong>–</strong> il controllo dei documenti commerciali o dei certificati sanitari e del registro delle partite<br />

(qualora sia previsto).

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