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Magari siamo degli inguaribili vecchioni<br />
[soprattutto per causa mia, io ed il mio compagno di<br />
cordata siamo inquietantemente vicini a cento anni<br />
di età in totale]; eppure non ci sembra giusto<br />
imbrattare la storia con <strong>del</strong>la polvere bianca, inutile<br />
e dannosa.<br />
Compresi nella nostra parte di depositari <strong>del</strong>la vera<br />
verità, affrontiamo le ultime difficoltà. Non quelle<br />
tecniche, che fortunatamente siamo ancora in grado<br />
di tenere a bada, quanto piuttosto quelle<br />
interpretative. Dobbiamo passare a destra o a<br />
sinistra? Prendiamo il canale sopra di noi o<br />
ripieghiamo sulla placca abbattuta?<br />
Sono falsi problemi: ancora una volta, ancora tutte<br />
le volte, basterà pensare come gli "antichi". E’ molto<br />
Relazione <strong>del</strong>la via:<br />
Salire un canalino erboso fino alla comoda terrazza all’attaco <strong>del</strong>la via.<br />
L1) Superare una fessura di 8 metri (IV, 1 spit)<br />
Alpi Liguri - Marittime - Cozie<br />
semplice, <strong>del</strong> resto. Loro non cercavano la difficoltà<br />
per la difficoltà: loro hanno sempre cercato la<br />
semplicità.<br />
Così, ci ritroviamo in cima al Corno, dove un<br />
roccioso pianoro inclinato "adduce alla vetta".<br />
Lasciatemelo scrivere così, come a volte si legge<br />
nelle guide più datate.<br />
Tanto, lo avete capito. La storia siamo noi non vuol<br />
dire che noi abbiamo fatto la storia. La storia siamo<br />
noi vuol dire che noi abbiamo cercato.<br />
E che questa volta abbiamo trovato.<br />
L2) Proseguire per un camino e poi per gradini erbosi per circa 35 metri fino a un risalto nero (chiodi)<br />
L3) Attraversare decisamente a destra per 60 metri su una grande placconata inclinata e raggiungere la fascia di<br />
quarzo (III, 2 spit)<br />
L4) La fascia di quarzo forma un risalto con due camini: salire quello di destra. Non seguire la facile e invitante<br />
rampa erbosa all’estrema destra, essa porta contro strapiombi invalicabili. Obliquare invece a sinistra, seguire una<br />
fessura e raggiungere una specie di canale , terminato il quale si appoggia a destra per entrare in un camino<br />
ingombro di massi incastrati che conduce su una terrazza alla base di una placca strapiombante di rocce nere (1<br />
spit, chiodi)<br />
L5) Attaccare la parete di rocce biancastre immediatamente a sinistra ( il famoso "Mauvais Pas", 22 metri, IV-IV+,<br />
3 spit 1 chiodo)<br />
L6) Continuare per una fessura obliqua a sinistra per 10 metri con uscita a sinistra in leggero strapiombo (IV-, 1<br />
spit, 1 chiodo) e portarsi su una lastronata inclinata. Obliquare a sinistra per 25 metri (1 chiodo)<br />
L7) Attraversare a destra (breve strapiombo, III+) e raggiungere un evidente canale che conduce direttamente al<br />
plateau sommitale.<br />
NOTE: da questo punto finiscono soste e protezioni, si può procedere di conserva o sfruttare i vari spuntoni per<br />
fare assicurazione.<br />
Discesa:<br />
dall’uscita <strong>del</strong>la via scendere il plateau in direzione <strong>del</strong>lo spigolo inferiore. A circa 50/60 dallo spigolo reperire un<br />
ometto sotto il quale si trova uno spit con cordone. Traversare a sin per qualche metro su cengia fino a reperire 2<br />
calate su catena.<br />
Si fanno due doppie da 50 diette ed una terza di 50 m un po’ obliqua a dx fino a raggiungere la parte più alta <strong>del</strong>le<br />
cengie erbose che si seguono fino alla loro estremità occidentale.<br />
Poco più sopra <strong>del</strong> sentiero reperire un’ultima calata (ometto giallo con bollo rosso) che consente di arrivare al<br />
ghiaione evitando di arrampicare in discesa le roccette risalite per andare all’attacco (bolli rossi)<br />
Mazzysan<br />
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