Università degli Studi di Padova - Formazione e Sicurezza

Sesto caso
L’infortunato stava riponendo dei pacchi contenenti indumenti in un locale del
capannone. Egli, terminato di riporre i pacchi, alla guida del carrello elevatore, si è
portato nella zona di lavoro, in particolare nello spazio lasciato tra i pallet di materiali
da spostare e la scaffalatura. Una volta posizionato tra il sistema di sollevamento e la
cabina del carrello elevatore, forse per sistemare i rotoli di carta da carrozzieri depositati
sulla scaffalatura. Il piede sinistro spingeva contro la seconda leva di azionamento
relativa all’inclinazione del sistema di sollevamento del carrello stesso. L’infortunato è
rimasto incastrato tra i montanti fissi del sistema di sollevamento e lo spigolo anteriore
del tettuccio di protezione del carrello elevatore.
E’ stato denunciato il responsabile legale, a parere dei tecnici Spisal, in quanto il
sistema di protezione delle leve in dotazione non risponde ai requisiti delle norme
antinfortunistiche. Inoltre non emergono quali sono stati i contenuti dell’informazione
ed il livello di formazione effettuati dal responsabile all’operaio, in merito all’uso del
carrello elevatore.
L’imputato, a parere del giudice, è stato assolto, in quanto nei fatti non è ravvisabile
alcun illecito penale.
Settimo caso
Nell’ultima inchiesta, l’infortunato era sul tetto e, mentre applicava una guaina su una
lastra, precipitava da una altezza di 7 metri, all’interno del capannone a causa dello
sfondamento della stessa lastra. Egli non indossava imbracature di sicurezza, ne
risultavano allestite misure anticaduta sui travi del capannone. Dalle indagini Spisal, il
contravventore responsabile è rappresentato dal socio della ditta presente in cantiere e in
possesso del relativo potere decisionale per provvedere all’allestimento delle misure di
sicurezza.
Il giudice ritiene che non sussista responsabilità in capo agli indagati.
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