pdf da 4.544 KB - Webdiocesi - Chiesa Cattolica Italiana
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8<br />
giugno '08<br />
Il commento di Avvenire<br />
I due volti tivù di don Zeno,<br />
tra realtà e finzione<br />
E’<br />
Mirella Poggialini*<br />
il confronto fra effetto-fiction ed effetto-documentario<br />
quel che resta nella memoria dopo la<br />
visione della secon<strong>da</strong> puntata di Don Zeno su<br />
Raiuno, coraggiosa fiction in cui Giulio Scarpati, al<br />
quale non ha fatto bene l’imprinting indelebile di Un<br />
medico in famiglia, ha comunque reso con grande<br />
passione la figura di un prete generoso e vitale, che ha<br />
lasciato dietro di sé una traccia non cancellata. Un<br />
«prete bolscevico», come si dice a un certo punto<br />
nella fiction, diretta <strong>da</strong> Gianluigi Calderone con<br />
scrupolo e diligenza, secondo uno stile che ormai la<br />
tv ha adottato, trattando di sacerdoti. Quindi tono<br />
comunque elogiativo, aura di emotività diffusa, momenti<br />
di spettacolare commozione, in episodi ai quali<br />
la tragicità vien meno in nome di una effusione<br />
sentimentale in grado di catturare e di coinvolgere.<br />
Ben diverso il tono asciutto e anche aspro, invece, di<br />
certi dettagli che sono emersi, alle 0,40 della stessa<br />
serata di mercoledì, nel documentario Don Zeno, il<br />
prete ribelle che Raitre ha messo in on<strong>da</strong> in opportuno<br />
confronto<br />
con la fiction<br />
appena terminata.<br />
Un lavoro<br />
denso di<br />
Maite Carpio<br />
inserito nel ciclo<br />
La storia<br />
siamo noi, in<br />
cui il vero volto<br />
di don Zeno<br />
Saltini, la sua<br />
voce e il suo<br />
accento si sono<br />
offerti in un<br />
revival che ha<br />
consentito un<br />
paragone e la<br />
sottolineatura<br />
degli aspetti<br />
più spinosi e<br />
dei momenti<br />
più dolorosi della vita di questo prete innamorato dei<br />
«figli dell’abbandono» e convinto che nel mondo<br />
ricchi e poveri non potessero convivere, in nome di<br />
una giustizia predicata <strong>da</strong> Cristo. La creazione di<br />
Nomadelfia nell’excampo di concentramento di Fossoli<br />
vicino a Carpi, lo smantellamento della città dei<br />
ragazzi per i debiti eccessivi, la richiesta di riduzione<br />
allo stato laicale, per dieci anni, per ricostruire una<br />
nuova città in Maremma, fatta di tende, povertà e<br />
abnegazione; il senso della famiglia e dell’amore<br />
come risorsa per i più deboli e soli sono temi che il<br />
documentario ha reso con forza maggiore rispetto<br />
alla fiction. Il confronto fra il linguaggio della fiction,<br />
volto a narrare romanzando e ad avvolgere i fatti con<br />
emozioni facilmente leggibili e perciò condivisibili,<br />
e la scabra immediatezza del documento ha messo in<br />
risalto, con abbinamento felice, la necessità delle due<br />
forme espositive in sovrapposizione e contrapposizione.<br />
Don Zeno alla fine è emerso <strong>da</strong>vanti allo spettatore<br />
con una sua forza icastica e convincente, con le sue<br />
perorazioni appassionate, la sua convinzione radicata<br />
e fedele, il suo amore per la <strong>Chiesa</strong> e insieme la sua<br />
opposizione vibrante, in nome di una fratellanza<br />
cristiana in cui ha prodigato tutto se stesso con<br />
insegnamento di bene.<br />
* critica televisiva di Avvenire<br />
Grande successo di ascolti per la fiction di Raiuno su don Zeno.<br />
Lorenzo Di Pietro, attore carpigiano, ha recitato la parte di<br />
Palita. Tra i suoi progetti anche un ritorno nella città dei Pio<br />
con il desiderio di aprire una scuola di musical<br />
“S<br />
Daniele Fran<strong>da</strong><br />
ono una persona determinata,<br />
timi<strong>da</strong> ed<br />
estroversa al tempo<br />
stesso”.<br />
Si autodefinisce così Lorenzo<br />
Di Pietro, l’attore<br />
carpigiano che ha interpretato<br />
il personaggio di Palita,<br />
un ragazzo cresciuto a<br />
Nomadelfia, nello<br />
sceneggiato prodotto <strong>da</strong>lla<br />
Rai “Don Zeno – L’uomo<br />
di Nomadelfia”. “Sono molto<br />
estroverso con gli amici<br />
e nel lavoro ma in altre situazioni<br />
sono abbastanza riservato”<br />
precisa. Lorenzo,<br />
29 anni e una vocazione pura<br />
per la recitazione e il canto,<br />
promette: “Lotterò fino in<br />
fondo per fare questo mestiere”.<br />
Poi aggiunge: “In<br />
un mondo difficile come<br />
quello dello spettacolo e del<br />
cinema la caparbietà e la<br />
tenacia sono fon<strong>da</strong>mentali<br />
per riuscire ad an<strong>da</strong>re avanti”.<br />
Per inseguire <strong>da</strong> più vicino<br />
il suo sogno nel 2001<br />
si è trasferito <strong>da</strong> Budrione,<br />
dove vive tuttora la sua famiglia,<br />
a Roma. Dice di voler<br />
comprare casa nella Capitale<br />
(“magari a Trastevere”)<br />
ma tra i suoi progetti c’è<br />
anche un ritorno a Carpi per<br />
<strong>da</strong>re vita ad una scuola di<br />
musical, il suo genere preferito.<br />
C OPERTINA<br />
Sul set<br />
aria di casa<br />
Lorenzo, parliamo subito<br />
di “Don Zeno”, la fiction<br />
della Rai an<strong>da</strong>ta in on<strong>da</strong><br />
in prima serata il 27 e 28<br />
maggio e che ha riscosso<br />
un successo di pubblico e<br />
di critica. Come è an<strong>da</strong>ta<br />
sul set? Raccontaci qualche<br />
aneddoto particolare.<br />
Sul set si respirava una bellissima<br />
aria. La comunità di<br />
Nomadelfia mi ha fatto vedere<br />
la realtà in modo diverso,<br />
come nessuno, o quasi,<br />
di noi concepisce. Penso<br />
che siano riusciti a lasciare<br />
il segno anche a noi attori e<br />
tecnici... di questi tempi, chi<br />
ci pensa più a fermarsi un<br />
attimino e guar<strong>da</strong>rsi attorno<br />
per vedere se qualcuno<br />
ha bisogno? Lì invece ci si<br />
aiuta tutti e in continuazione<br />
e questo dimostra che in<br />
fondo, aiutare il prossimo e<br />
chi ha bisogno può non essere<br />
concepito tanto utopistico.<br />
Ricordo una curiosità:<br />
il mio primo giorno di<br />
riprese, in Bulgaria, avevo<br />
un bambino in braccio e<br />
mentre scendevamo le scale<br />
lui mi doveva fare una<br />
doman<strong>da</strong> e io dovevo rispondergli.<br />
Ma lui parlava<br />
in lingua bulgara e io in<br />
carpigiano! E’ stato buffo,<br />
ma quel bambino mi ha guar<strong>da</strong>to<br />
così profon<strong>da</strong>mente che<br />
mi sembrava di capirlo.<br />
Prima di iniziare a girare<br />
conoscevi la figura di don<br />
Zeno? Pensi che il suo operato<br />
e i suoi insegnamenti<br />
possano trasmettere qualcosa<br />
ancora oggi, nella società<br />
“claudicante” del nostro<br />
tempo?<br />
Mi ricordo di don Zeno in<br />
quanto fratello di Mamma<br />
Nina: alle scuole elementari<br />
la mia maestra ci parlava<br />
spesso di lei. Ovviamente,<br />
dopo essere stato preso per<br />
questa fiction, mi sono documentato<br />
e ho approfondito<br />
ciò che ricor<strong>da</strong>vo molto<br />
superficialmente. E’ la<br />
Cantina Sociale di Carpi<br />
PUNTI VENDITA<br />
CARPI - via Cavata, 14 - Tel. 059 643071<br />
CONCORDIA - Prov. le per Mirandola, 57 - Tel. 0535 57037<br />
RIO SALICETO - Via XX Settembre, 11/13 - Tel. 0522 699110<br />
Aperto tutti i giorni <strong>da</strong>lle ore 8 alle 12 e <strong>da</strong>lle 14 alle 18 - Sabato mattina aperto fino alle 12<br />
Da sinistra Nicolas Tenerani, Carlo Massari, Lorenzo Di Pietro<br />
durante le riprese in Bulgaria<br />
stessa cosa che ho detto al<br />
regista Gianluigi<br />
Calderone quando ho fatto<br />
il provino e lui mi ha risposto:<br />
“Sarà meglio che ti documenti,<br />
Lorenzo, perché<br />
ho deciso di prenderti!”. Secondo<br />
me l’operato di don<br />
Zeno continuerà a lasciare<br />
importanti tracce man mano<br />
che passeranno gli anni.<br />
Nomadelfia ha radici così<br />
solide che potrà solo fortificarsi<br />
ancora di più negli<br />
anni a venire.<br />
Giulio Scarpati ha interpretato<br />
con passione il prete<br />
di Nomadelfia. Sei d’accordo?<br />
Un’interpretazione magistrale.<br />
Giulio Scarpati è un<br />
uomo di una professionalità<br />
meravigliosa, tanti suoi<br />
colleghi dovrebbero prenderlo<br />
ad esempio invece di<br />
scimmiottare questo mestie-<br />
re. E gli ascolti della fiction<br />
lo hanno dimostrato: la bravura<br />
del protagonista e la<br />
qualità del prodotto alla fine<br />
hanno avuto la meglio e il<br />
pubblico ha deciso di premiare<br />
queste cose.<br />
Parlaci un po’ di te: come<br />
è nata la passione per la<br />
recitazione?<br />
Prima ancora di diplomarmi<br />
al Istituto Professionale<br />
“Carlo Cattaneo” di Carpi<br />
avevo iniziato a frequentare<br />
il primo laboratorio di<br />
teatro organizzato <strong>da</strong>l Comunale<br />
di Carpi. Ho iniziato<br />
in sordina nel 1994, con<br />
Paolo Gera e Alessandra<br />
Gasparini, a cui dirò per<br />
sempre grazie, che tuttora<br />
insegnano al Vallauri. Per<br />
lo più lavoravamo con testi<br />
drammatici e autori come<br />
Brecht, Strindberg, ecc.<br />
Poi nel 2001, con tanta pa-