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Criminalità economica:<br />

ricerca su mafia e reati<br />

“A Modena ottimi anticorpi, ma ci sono infiltrazioni”<br />

“Sicuramente mafia, camorra, ‘ndrangheta e sacra corona<br />

unita hanno avuto i loro rappresentanti che hanno agito<br />

sul territorio modenese, ma nonostante questa attività sia<br />

durata molti anni, nessuna di queste organizzazioni è<br />

riuscita a occupare il territorio”. Lo affermano Enzo<br />

Ciconte e Bianca La Rocca, due tra i maggiori studiosi<br />

italiani della criminalità organizzata, nella loro ricerca<br />

sui “Reati di tipo economico nel territorio della provincia<br />

di Modena” presentata alcuni mesi fa alla Conferenza<br />

delle autonomie locali.<br />

I due autori hanno ricor<strong>da</strong>to, tuttavia, una serie di episodi<br />

criminali, furti e van<strong>da</strong>lismi, avvenuti ai <strong>da</strong>nni di negozianti<br />

del centro, ma anche la bomba fatta esplodere<br />

all’Agenzia delle entrate di Sassuolo, l’accertata presenza<br />

nel territorio di affiliati al clan camorristico dei casalesi,<br />

intimi<strong>da</strong>zioni i numerosi arresti per estorsioni e truffa:<br />

“Tutti elementi che indicano come il territorio della<br />

provincia, pur continuando a possedere ottimi anticorpi<br />

grazie a un solido tessuto sociale, non sia del tutto<br />

indenne <strong>da</strong> infiltrazioni di criminalità organizzata”.<br />

Ciconte ha osservato che i settori più a rischio sono quello<br />

dei trasporti con legami riconducibili alla mafia e il<br />

caporalato che non riguar<strong>da</strong> solo l’edilizia.<br />

Modenesi “primi” nelle truffe, estorsioni <strong>da</strong>l sud<br />

La ricerca sulla criminalità economica è stata divisa in<br />

due parti: nella prima si dà conto della presenza mafiosa,<br />

nella secon<strong>da</strong> dei reati economico-commerciali come la<br />

truffa, i reati inerenti la falsità dei titoli di credito e gli<br />

assegni bancari, l’appropriazione indebita, i reati fallimentari,<br />

l’usura e il ricorso abusivo al credito, i marchi e<br />

le frode sui marchi, la frode nel commercio e alimentare.<br />

Per descrivere questi fenomeni sono state analizzate 308<br />

sentenze di primo grado emesse nella circoscrizione<br />

giudiziaria di Modena e provincia, nel periodo 1996-<br />

2006. Per alcune fattispecie di reato sono state prese in<br />

considerazione il cento per cento delle fonti disponibili<br />

(usura, marchi contraffatti, frode nei marchi, frode nel<br />

commercio e frode alimentare), per le altre una significativa<br />

campionatura che varia tra il 10 e il 50 per cento.<br />

Leoni (Pdl): Modena è la terza città in<br />

Italia per presenza di clandestini e tra le<br />

prime dieci per numero di reati<br />

“Ancora un record negativo”<br />

“Ancora un record negativo per Modena. Dopo essere<br />

stata ‘incoronata’ come la terza<br />

città d’Italia per presenza di clandestini,<br />

ora Modena colleziona<br />

un altro primato negativo. E’ tra<br />

le prime dieci città d’Italia per<br />

numero di reati denunciati in rapporto<br />

alla popolazione con 6,1<br />

reati denunciati su 100 abitanti.<br />

Un’altra triste conferma che il<br />

modello della ‘Signora città’ propagan<strong>da</strong>to<br />

per anni <strong>da</strong>lla sinistra<br />

è morto e sepolto <strong>da</strong> tempo”.<br />

E’ duro il commento del consigliere<br />

regionale del Pdl Andrea<br />

Leoni in merito alla pubblicazione<br />

della classifica della criminalità elaborata <strong>da</strong>l Sole 24<br />

Ore su <strong>da</strong>ti del Viminale che vede l’Emilia Romagna con<br />

quattro province tra le prime dieci in Italia per numero di<br />

reati denunciati in rapporto alla popolazione.<br />

Modena non è la sua provincia, ma non si può certamente<br />

ignorare questa realtà e soprattutto la prossimità.<br />

“Che Modena non sia un città sicura è sotto gli occhi di<br />

tutti. La miscela esplosiva tra la maxipresenza di clandestini<br />

ed una criminalità che sta rendendo la vita impossibile<br />

alla gente perbene deve finire quanto prima. Solo però<br />

se anche gli enti locali governati <strong>da</strong>lla sinistra faranno la<br />

loro parte, abbandonando politiche inutili e <strong>da</strong>nnose, sarà<br />

possibile invertire la rotta”.<br />

C RONA C ARPI<br />

8 giugno '08<br />

Colloquio con il vicequestore Ignazio Messina sulla sicurezza in<br />

città. Aumentano i furti nelle abitazioni, diminuiscono le rapine.<br />

Il fenomeno droga esiste anche se è sotterraneo, ma su tutto<br />

cresce la litigiosità. La causa principale: la mancanza di dialogo<br />

Annalisa Bonaretti<br />

“L Una<br />

avoro ce n’è, una cosa<br />

è la percezione, una<br />

cosa è la sicurezza”,<br />

parola di Ignazio Messina,<br />

vicequestore senza troppi peli<br />

sulla lingua.<br />

Non si tira indietro <strong>da</strong>vanti<br />

alle domande tipo “E’ vero<br />

che siete sottodimensionati?<br />

Il parco macchine è <strong>da</strong>vvero<br />

così carente?” e questo depone<br />

a suo onore. La diplomazia<br />

non è necessariamente<br />

un merito e in questi casi<br />

una sana verità vale mille<br />

mezze verità. Che poi sono<br />

mezze bugie.<br />

“Sì, siamo sottodimensionati<br />

– la risposta di Messina –<br />

come tutte le Forze dell’ordine.<br />

Se ci fossero solo cinque-sei<br />

uomini in più le cose<br />

andrebbero decisamente meglio<br />

e anche in questa situazione<br />

non avremmo ancora<br />

raggiunto l’organico che ci<br />

spetterebbe. Il discorso sulle<br />

auto è meglio lasciarlo<br />

perdere, abbiamo una carenza<br />

di mezzi che segnalano anche<br />

una certa vetustà. Le gomme<br />

sono un po’ lisce ma… la<br />

benzina ce l’abbiamo”. Non<br />

c’è male.<br />

Si capisce subito che Ignazio<br />

Messina è uomo abituato ai<br />

sacrifici e al lavoro duro, è a<br />

Carpi <strong>da</strong> un anno e mezzo e<br />

l’impronta che ha <strong>da</strong>to al<br />

commissariato è decisamente<br />

su questo stile, il suo. Potrebbe<br />

sembrare ruvido, ma<br />

non lo è nemmeno un po’e lo<br />

scopri appena parla di persone.<br />

Quelle che incontra e,<br />

visto il lavoro che svolge,<br />

non sono certo educande. Poi<br />

con il rispettoso affetto che<br />

ha per i suoi uomini e, ovviamente,<br />

per quanto c’è di<br />

più caro nella vita di una<br />

persona, la propria famiglia.<br />

“Basterebbe poco per <strong>da</strong>re<br />

ai cittadini presenza e intervento<br />

immediato, ma quel<br />

poco non ce lo <strong>da</strong>nno – spiega<br />

il vicequestore -; non chiedo<br />

miracoli, ma mi piacerebbe<br />

avere la dotazione adeguata<br />

di uomini e mezzi per<br />

rispondere prontamente alle<br />

esigenze sempre maggiori<br />

della nostra società”.<br />

E’ in città <strong>da</strong> poco ma fa<br />

capire di conoscerla piuttosto<br />

bene, in tutte le sue luci e<br />

le sue ombre. E pensare che<br />

le zone scure siano solo quelle<br />

riferibili agli “altri”, agli<br />

extracomunitari, sarebbe sbagliato.<br />

“Un fenomeno in continuo<br />

aumento è la litigiosità. Mi<br />

riferisco a liti in famiglia,<br />

liti di condominio perché la<br />

signora al piano di sopra innaffia<br />

i fiori e quella di sotto<br />

città<br />

con<br />

poche<br />

parole<br />

Ignazio Messina<br />

si bagna, liti perché c’è chi<br />

non paga al bar, al ristorante.<br />

Le liti in famiglia ci portano<br />

via un sacco di tempo e<br />

oggi come oggi sono diventate<br />

una cosa comune sia per<br />

gli italiani che per gli stranieri.<br />

Prima i maghrebini,<br />

gli islamici ci pensavano su<br />

parecchio prima di venire <strong>da</strong><br />

noi, adesso lo fanno tranquillamente.<br />

Comincia tutto<br />

con un niente, un no detto <strong>da</strong><br />

un genitore che provoca l’ira<br />

di un figlio e così si arriva a<br />

calci, pugni e altro, ma può<br />

anche essere l’inverso o un<br />

marito che teme che la mogli<br />

gli metta le corna. I motivi<br />

sono spesso futili – commenta<br />

Ignazio Messina – e<br />

sono praticamente sempre gli<br />

stessi. Il problema vero è<br />

che la gente non si parla più<br />

e scarica sulle Forze dell’ordine<br />

quella che noi definiamo<br />

come composizione bonaria<br />

di dissidi. Noi – prosegue<br />

il vicequestore – cerchiamo<br />

di mettere le parti<br />

insieme e di farle parlare, le<br />

‘obblighiano’ a parlare. Non<br />

è raro vedere le stesse persone<br />

per tre-quattro-cinque<br />

volte, continuano ad avere<br />

gli stessi problemi. Ci sono<br />

le liti tra ex coniugi che in<br />

fase di separazione o divorzio<br />

sono in disaccordo per<br />

gli orari di visita ai figli stabiliti<br />

<strong>da</strong>l Tribunale. Insomma,<br />

cose che si dovrebbero<br />

risolvere con un po’ di<br />

buonsenso. Penso che sia<br />

venuta meno la voglia di<br />

parlarsi e continuando a non<br />

parlare i problemi non si risolvono,<br />

anzi di solito si ingigantiscono.<br />

Poi adesso c’è<br />

la mania di comunicare con<br />

sms o internet e anche questo<br />

fatto disabitua al dialogo.<br />

Insomma, emerge una<br />

mancanza di valori”. Questa<br />

sì che fa impallidire, ancor<br />

più dei reati che vengono<br />

La sua assidua presenza nei frequenti controlli che la<br />

Polizia di stato fa sull’immigrazione stupisce persino i<br />

suoi uomini, così Ignazio Messina si sente dire, sempre<br />

più spesso <strong>da</strong> stranieri integrati, quelli che sono in<br />

possesso della carta di soggiorno tanto per intenderci,<br />

che “noi italiani stiamo sbagliando tutto. Sì, mi dicono<br />

proprio così, voi italiani state sbagliando tutto, ne state<br />

facendo entrare troppi. Lavoro ormai non ce n’è e chi<br />

arriva spesso fa altre cose. O è sottopagato e trattato<br />

praticamente come uno schiavo oppure delinque.<br />

Cercate di evitare altri arrivi di massa, questa è una<br />

raccoman<strong>da</strong>zione che mi sento fare <strong>da</strong>gli stranieri. La<br />

loro – commenta Ignazio Messina – è una presa di<br />

coscienza <strong>da</strong>vanti a un fenomeno che esiste, non<br />

vogliono che, a causa di qualcuno che delinque, tutta la<br />

loro etnia sia considerata di delinquenti. Qui – mi<br />

dicono – siamo già in troppi”. Se ne sono accorti anche<br />

loro; qualcuno di noi, ancora no.<br />

Sarà veramente il caso di non confondere bontà con<br />

buonismo: aprire gli occhi significa rispettare noi e<br />

loro. Senza abbandonarli alla miseria del loro paese e<br />

facendo sì che non debbano fuggire <strong>da</strong>lla povertà. Ma<br />

questa è un’altra storia, anche se è la radice di quella<br />

che, ormai, è diventata anche la nostra storia.<br />

7<br />

commessi qui, fortunatamente<br />

meno che altrove.<br />

“Se paragoniamo Carpi a città<br />

vicine, anche solo a Modena<br />

e Sassuolo, vediamo che la<br />

situazione è molto più tranquilla<br />

– precisa Messina -.<br />

Un altro <strong>da</strong>to positivo è che<br />

quando subisce reati, la gente<br />

continua a denunciarli e<br />

questo dimostra che non si è<br />

persa la fiducia nelle Forze<br />

dell’ordine. Lo fanno anche<br />

gli stranieri, altro fatto nuovo<br />

<strong>da</strong> segnalare, a dimostrazione<br />

di una avvenuta o quasi<br />

avvenuta integrazione. Purtroppo<br />

– continua il<br />

vicequestore – i furti in abitazione<br />

sono in aumento. E’<br />

un reato odioso, mi rendo<br />

perfettamente conto che le<br />

persone subiscono una vera<br />

e propria violenza ma spesse<br />

volte non stanno abbastanza<br />

attente, lasciano porte<br />

e finestre aperte e questo<br />

non va mai, ma proprio mai,<br />

fatto. Anche se – ammette –<br />

chiudere tutto come si deve<br />

può non bastare Sono spesso<br />

nomadi o persone di etnia<br />

romena e mol<strong>da</strong>va a rubare,<br />

questo non per criminalizzare<br />

l’etnia ma perché è un <strong>da</strong>to<br />

di fatto. Un segnale positivo<br />

riguar<strong>da</strong> invece le rapine, notevolmente<br />

diminuite rispetto<br />

allo scorso anno: a Carpi nel<br />

2007 ne abbiamo registrate<br />

14, finora quattro”.<br />

Per quanto riguar<strong>da</strong> lo spinoso<br />

problema della droga<br />

Messina dice che vale il principio<br />

di doman<strong>da</strong> e offerta.<br />

“Abbiamo fatto parecchie<br />

operazioni che hanno portato<br />

a risultati positivi, ma non<br />

possiamo certo essere noi a<br />

debellare il fenomeno della<br />

droga. Se non ci si riesce con<br />

la prostituzione, che è decisamente<br />

molto meno complessa,<br />

come si può pensare<br />

che, con qualche operazione<br />

di successo, si riesca a bloccare<br />

la droga in città? Che<br />

sia uno spinello o una sostanza<br />

pesante o alcol, le<br />

droghe sono nocive. Lo sono<br />

tutte quelle cose che possono<br />

alterare la normale fisiologia<br />

di una persone, anche<br />

una semplice litigata con la<br />

moglie o il marito può diventare<br />

pericolosa se poi si<br />

sale in macchina e si gui<strong>da</strong><br />

per smaltire la rabbia. Tutto<br />

ciò che devia <strong>da</strong>l modo di<br />

pensare normale andrebbe<br />

evitato, ma mi rendo conto<br />

che non sempre è possibile”.<br />

Più che parlare con un “poliziotto”<br />

sembra di parlare con<br />

uno psicologo o un sociologo,<br />

ma a pensarci su un buon<br />

poliziotto non può non essere<br />

un po’ dell’uno e un po’<br />

dell’altro.

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