DONNA IMPRESA MAGAZINE cover Pierlorenzo Bassetti e Marco Gambedotti
"IT MAKES THE DIFFERENCE" Percorsi professionali diversi ma sensibilità affini avvicinano il duo creativo che ama spaziare nella cultura dell’immagine verso l’inventiva e l’originalità. La loro, è una ricerca della bellezza orientata alla felicità. Obiettivo solo per gente tosta, gente che ha capito una cosa: bisogna concedersi sempre una possibilità. O forse più di una. Pierlorenzo e Marco, due tipi tosti, non tipi da “Mi chiedo cosa sarebbe successo se…”. continua su PDF e/o http://www.donnaimpresa.com Pierlorenzo Bassetti (Pierlorenzo Bassetti Tessuti) e Marco Gambedotti (Cadiee
"IT MAKES THE DIFFERENCE" Percorsi professionali diversi ma sensibilità affini avvicinano il duo creativo che ama spaziare nella cultura dell’immagine verso l’inventiva e l’originalità. La loro, è una ricerca della bellezza orientata alla felicità. Obiettivo solo per gente tosta, gente che ha capito una cosa: bisogna concedersi sempre una possibilità. O forse più di una. Pierlorenzo e Marco, due tipi tosti, non tipi da “Mi chiedo cosa sarebbe successo se…”. continua su PDF e/o http://www.donnaimpresa.com
Pierlorenzo Bassetti (Pierlorenzo Bassetti Tessuti) e Marco Gambedotti (Cadiee
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Camera Regionale<br />
della<br />
Moda Calabria<br />
Di<br />
special edition 2013/14<br />
donna impresa magazine<br />
MODA<br />
Must have:<br />
<strong>Bassetti</strong>Tessuti e<br />
Candies & Cakes couture<br />
EVENTI<br />
Eccetera, eccetera,<br />
eccetera...<br />
SPECIALE<br />
DONNE<br />
Only Italia - China<br />
Infrastructure Group<br />
al via l'accordo<br />
DOSSIER<br />
Tra estetismo ed estetica<br />
LUI<br />
Cos'è la felicità<br />
BELLA<br />
VITA<br />
Do you remember the radio<br />
storiadicopertina<br />
atupertucon<br />
<strong>Pierlorenzo</strong><br />
BASSETTI <strong>Marco</strong><br />
GAMBEDOTTI<br />
www.donnaimpresa.com
ENTIRELY MADE IN ITALY<br />
BY EXPERT CRAFTSMEN<br />
I testi e le foto sono coperti da copyright. E’ vietata la riproduzione parziale o totale salvo espresso consenso degli autori. _ brunobaldassarri@fastwebnet.it<br />
per la tua pubblicità e/o publiredazionale Dott. Bruno Romano Baldassarri mob. 339.1309721 _ www.donnaimpresa.com<br />
INDICE:<br />
05 25<br />
STORIA DI COPERTINA<br />
IT MAKES THE DIFFERENCE<br />
<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> e<br />
<strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong><br />
67<br />
DOSSIER BELLEZZA<br />
FRA ESTETISMO ED ESTETICA<br />
Anadela Serra Visconti<br />
95<br />
EVENTI<br />
NOI C'ERAVAMO<br />
Sposi ma non solo<br />
Norman Academy<br />
Gran Gala Malta<br />
SMAC Fashion Award<br />
Salerno - Atrani<br />
Cilentum Pizza<br />
Moda Show Stilisti<br />
in Passerella - Bronte<br />
Premio Moda Città<br />
dei Sassi - Matera<br />
114<br />
ARTE<br />
Paolo Sistilli<br />
SPECIALE DONNE<br />
E' INTELLIGENTE MA<br />
NON SI APPLICA<br />
Irene Pivetti<br />
Marzia Roncacci<br />
Cecilia Villani<br />
Bianca Maria Lucibelli<br />
Lorena Magliocco<br />
Simonetta Lein<br />
Roberta Razzano<br />
Adriana Agostini<br />
Claudia Ferrise<br />
Diana Alexandroae<br />
Bianca Imbembo<br />
Rosa Maria Mondragon<br />
77<br />
coming:soon<br />
LUI<br />
PROTAGONISTI LEADER<br />
Giuseppe Emilio Bruzzese<br />
Giandaniele Battilà<br />
Cesare Rossi<br />
Luigi Gaglione<br />
Alessandro Godoni<br />
Alberto Moretti<br />
Gianfranco Vastaroli<br />
Omega Model<br />
103<br />
BELLA VITA<br />
REMEMBER THE PIRATE RADIO<br />
Leonardo Rececconi<br />
Bruno Romano Baldassarri<br />
Mario Mazzaferro<br />
Willy Franquellucci<br />
Fabio di Fabio<br />
Stefano Castori<br />
Nicolino Sassi<br />
Fabio Castori<br />
Fabrizio Eugeni<br />
Sergio Menghini<br />
Viola Valentino<br />
Ph: Luca Esposito<br />
antares<br />
fendi<br />
Da sinistra: il Generale Stefano Murace, il Consigliere Capo<br />
Servizi del Quirinale Prof. Tito Lucrezio Rizzo e Valeriana Mariani<br />
Presidente di Donna Impresa Magazine.<br />
ROMA, CASA DELL'AVIATORE - PRESENTAZIONE<br />
UFFICIALE DEL CENTRO STUDI STORICO MILITARE<br />
EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA DUCA D'AOSTA<br />
Una nuova importante tessera si è aggiunta al composito mosaico di<br />
iniziative e propositi cui ormai da anni si dedicano con impegno dirigenti e<br />
sostenitori di Rinnovamento per la Tradizione Crocereale – Libero<br />
Movimento per l’Italia. Dinnanzi ad un folto pubblico qualificato dalla<br />
presenza di alte autorità militari e civili è stato infatti inaugurato in Roma il<br />
Centro Studi Storico Militari “Emanuele Filiberto di Savoia Duca<br />
d’Aosta M.O.V.M.”, che si onora dell’alto Patrocinio dell’Augusto nipote<br />
del Duca Invitto, S.A.R. Amedeo di Savoia-Aosta, la cui applauditissima<br />
presenza coronata dalla Sua nomina a Presidente Onorario del Centro<br />
Studi, ha conferito alla cerimonia un meritato ed insostituibile valore. Il<br />
battesimo del nuovo cenacolo culturale ha avuto luogo al Circolo Ufficiali<br />
dell’Aeronautica ed ha visto la partecipazione di numerosissime<br />
personalità del mondo militare, della cultura e dell’arte. Oltre 200 i presenti<br />
invitati in sala, fra alti ufficiali delle varie Forze Armate che hanno ricevuto<br />
un attestato di riconoscimento, fra questi: la dott.ssa Anita Garibaldi la<br />
pronipote di Giuseppe Garibaldi, il Generale di Brigata Stefano Murace, il<br />
Consigliere Capo Servizi del Quirinale Prof. Dott. Tito Lucrezio Rizzo, il<br />
Prof.dott. Natale Santucci, neurochirurgo, il Prof. Dott. Giulio Tarro PhD<br />
MD, virologo ed oncologo, la dott.ssa Paola Zanoni, il generale di Corpo<br />
d’Armata A. Rocco Panunzi, il gen. di brigata Adolfo Pascarella, il prof.<br />
Sergio Allegra editore della Gazzetta Romana, gli alti vertici di Croce<br />
Reale il Presidente Giovanni Ruzzier, il Segretario generale Fabrizio<br />
Nucera Giampaolo, i Vice segretari Fabio Cavallero, Gaetano Panico e<br />
<strong>Marco</strong> Gussoni, delegati provinciali e regionali come Sergio Giacalone<br />
ed il rappresentante ecclesiastico CroceReale don Riccardo Petroni, il<br />
Delegato regionale RNT CroceReale dott. Vincenzo Cortese, il cav.<br />
Teodoro Calvo. Grande è stata la soddisfazione della dirigenza,<br />
soprintesa in qualità di Presidente dal Dott. Riccardo Giordani, e dei<br />
delegati di RnT – Crocereale per questo nuovo importante traguardo.<br />
INTERVISTA ESCLUSIVA AD ANNA FENDI<br />
Una donna che ti sorprende prima<br />
ancora che per la sua sobrietà ed il<br />
suo charme innati, per la<br />
disarmante dolcezza e la gioiosa<br />
semplicità con cui si pone nei<br />
confronti del suo interlocutore.<br />
Manager della splendida Villa<br />
Laetitia, un albergo su<br />
Lungotevere delle armi, a due passi<br />
da Piazza del Popolo, che ha<br />
restaurato e realizzato<br />
personalmente curandone tutti i<br />
minimi particolari ed a cui si dedica<br />
anima e corpo con lo stesso<br />
appassionato impegno, con la<br />
scrupolosa attenzione, con<br />
l’assoluta dedizione riservata un<br />
tempo alle tessuti, ai colori, ai<br />
materiali, ai modelli della sua<br />
Maison che hanno dettato legge<br />
nel campo dell’eleganza femminile<br />
di tutto il mondo, così come<br />
dell’interior design.<br />
Anna Fendi e Valeriana Mariani
PH :Justyna Pawlowska e Guido Martirani - Make up : Elvira Meola<br />
it makes<br />
difference...<br />
the<br />
Percorsi professionali diversi ma sensibilità affini avvicinano il duo creativo che<br />
ama spaziare nella cultura dell’immagine verso l’inventiva e l’originalità. La loro, è<br />
una ricerca della bellezza orientata alla felicità. Obiettivo solo per gente tosta,<br />
gente che ha capito una cosa: bisogna concedersi sempre una possibilità. O forse<br />
più di una. <strong>Pierlorenzo</strong> e <strong>Marco</strong>, due tipi tosti, non tipi da “Mi chiedo cosa sarebbe<br />
successo se…”.<br />
di Valeriana Mariani<br />
PIERLORENZO<br />
BASSETTI<br />
Amministratore e Direttore Creativo "<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong><br />
Tessuti" in Via delle Botteghe Oscure 44 - Roma<br />
T. +39 06 62206988 F.+39 06 6794779<br />
www.pierlorenzobassettitessuti.com<br />
mail: info@pierlorenzobassettitessuti.com<br />
MARCO<br />
GAMBEDOTTI<br />
Amministratore di Italian Fashion Company e<br />
Designer "Candies & Cakes couture" in Via delle<br />
Botteghe Oscure 48 - Roma<br />
T. +39 06 62206988 F. +39 06 6794779<br />
www.candiescakescouture.com<br />
mail: info@candiescakescouture.com<br />
www.donnaimpresa.com 05
La cultura della "famiglia d'impresa" gioca un<br />
ruolo molto importante nella socializzazione<br />
dei valori e della cultura imprenditoriale, tanto<br />
che assume spesso un ruolo determinante<br />
nella decisione dei figli, di intraprendere il<br />
percorso imprenditoriale all'interno<br />
dell'azienda di famiglia, quasi mai per tentare<br />
come in questo caso specifico, una propria<br />
sfida. Diventare manager di se stessi significa<br />
infatti assumere un atteggiamento di<br />
responsabilità personale da riversare nella<br />
quotidianità, nel proprio lavoro, nel personale<br />
modo di guardare la vita. Una scienza, una<br />
filosofia, una ideologia, chiamatela come<br />
volete, molto ricercata da uomini, donne, nel<br />
privato e nella vita professionale, che cercano<br />
di scoprire a tutti i costi l'arte di sapersi gestire,<br />
nella vita come nel lavoro. In poche parole,<br />
l'arte di saper stare al mondo. E questa<br />
particolare arte la si impara solo vivendo: non<br />
esistono ricette o formule magiche, si tratta di<br />
verificare se esistono motivazioni,<br />
atteggiamenti, attitudini e capacità che,<br />
insieme, orientano la volontà ad assumere il<br />
rischio imprenditoriale. Per avere successo e<br />
far sì che esso sia duraturo, vi deve essere<br />
alla base un sistema di valori forte nel quale<br />
siano presenti il lavoro, il merito, la<br />
responsabilità, l’accettazione del rischio,<br />
l’umiltà, la tenacia, la flessibilità, la correttezza,<br />
l’onestà intellettuale ed umana. Poi severità e<br />
determinazione ad affrontare le sfide che il<br />
mondo impone senza cadere nella trappola<br />
della spregiudicatezza. Ci sono modi e modi di<br />
fare l’imprenditore, e qualunque persona può<br />
esserlo di se stessa a prescindere da quale<br />
mestiere faccia, perché tutto dipende da come<br />
viene impostata la propria vita. Concludo<br />
questa premessa con una frase di Goethe<br />
“Qualunque cosa tu possa fare o sognare di<br />
fare, incominciala. L’audacia ha in sé genio,<br />
potere e magia. Incominciala adesso”. Ed è<br />
proprio questa intraprendenza per un’impresa<br />
creata ex novo sbocciata sui valori di umiltà,<br />
tenacia e passione trasmessi dalla famiglia i<br />
cui punti di forza si radicano nella semplicità<br />
ed una sana sfida al futuro, uno dei motivi che<br />
mi hanno indotta a scegliere nelle persone di<br />
<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> e <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong> i<br />
nostri protagonisti di copertina perché, chi ha<br />
detto che per diventare imprenditori o<br />
manager di successo bisogna essere<br />
aggressivi e competitivi? Il modello di individuo<br />
rampante e privo di scrupoli è tramontato da<br />
un pezzo, sbiadito, come una lontana foto<br />
ricordo, di un mondo d'altri tempi. Oggi, in<br />
epoca di crisi, si riscoprono nuovi valori e<br />
l'aggressività fa posto all'assertività: quel<br />
particolare equilibrio emotivo che permette di<br />
entrare in relazione con gli altri.<br />
PH :Justyna Pawlowska e Guido Martirani - Make up : Elvira Meola<br />
<strong>Pierlorenzo</strong><br />
<strong>Bassetti</strong>: una<br />
galleria<br />
d'arte e di<br />
storia del<br />
tessile made<br />
in Italy nel<br />
cuore di<br />
Roma, che<br />
scaturisce<br />
dall' idea di<br />
dare una<br />
nuova<br />
anima,<br />
ancor più<br />
eclettica e<br />
originale, sia<br />
nello stile che<br />
nei materiali.<br />
A TU PER TU CON PIERLORENZO<br />
<strong>Pierlorenzo</strong><strong>Bassetti</strong><br />
Tra artigianato, richiami alla tradizione e<br />
contemporaneità, una passione per i tessuti da<br />
sempre nel cuore di <strong>Pierlorenzo</strong> che oggi conferma<br />
la sfida alla modernità aprendo un bellissimo<br />
spazio espositivo in Via delle Botteghe Oscure 44,<br />
una via nevralgica per lo shopping romano, uno<br />
spazio in cui poter conoscere e valutare quelli che<br />
da sempre vengono riconosciuti come autentici<br />
gioielli del filato. L’occasione permette di<br />
sperimentare nuove espressività stilistiche in<br />
coerenza con le forti concezioni progettuali della<br />
nuova azienda di cui <strong>Pierlorenzo</strong> è Direttore<br />
Creativo e che porta il suo nome. La traduzione
“arte tessile” implica un sottaciuto di autentica, preziosa,<br />
manualità artigiana: sogni e motivi di un'antica tradizione<br />
sopravvivono immutati nella produzione di tessuti in una ricca e<br />
varia produzione in cui ritorna il fascino e la bellezza di un'arte<br />
millenaria. <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong>, il viaggiatore romantico e<br />
contemporaneo, icona di una filosofia che non disperde la<br />
memoria ma la sostanzia di tecnologia e cultura del presente<br />
attraverso una grande attenzione alla qualità della vita e al<br />
capitale umano dell'impresa. Sempre attento a decifrare i<br />
maggiori trend ed i cambiamenti sociali, <strong>Pierlorenzo</strong> ha acquisito<br />
credibilità ed esperienza nell’industria tessile e della moda<br />
attraverso importanti collaborazioni con i designer italiani ed<br />
internazionali, nel mondo del cinema, del teatro e dello spettacolo<br />
grazie a un dialogo ininterrotto con la professione che dura da<br />
decenni. Dalle fibre ai filati, dai colori ai tessuti, la creatività è<br />
ingrediente essenziale di ogni processo produttivo. Con<br />
<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> prosegue la lunga storia che ha fatto<br />
dell’azienda un leader indiscusso nel panorama nazionale ed<br />
internazionale, la vocazione per le finiture di pregio, la cura per<br />
ogni dettaglio, il gusto per il design elegante, raffinato e<br />
funzionale non potevano non riversarsi anche in un marchio che<br />
raccontasse la sua idea di stile: ed è così che dopo tanti<br />
ragionamenti nasce il marchio Candies & Cakes couture: capi che<br />
si trovano a loro agio in ogni ora della giornata; capi senza tempo<br />
perché non si fermano alla leggerezza della moda ma cercano nel<br />
bello continuità e ricercatezza.<br />
Come nasce l'azienda <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> Tessuti?<br />
Un'idea imprenditoriale nasce sempre dalla volontà di trasformare una<br />
passione in mestiere. Nel mio caso poi, nasce nel momento stesso in<br />
cui ho deciso di investire su me stesso, armato di coraggio e<br />
determinazione in un periodo, commercialmente parlando, anche<br />
critico, aprendo un negozio legato interamente al concetto di arte<br />
tessile. Grande e piccola al contempo, Roma è la sede storica della<br />
moda couture, dell’alta sartorialità, del teatro e del cinema, è luogo da<br />
scoprire e da cui trarre ispirazione costante anche per me che ho<br />
maturato una esperienza decennale in questi ambienti. Le produzioni<br />
culturali, intese nella loro più ampia accezione, sono state infatti, e lo<br />
sono tutt’oggi, un nodo nevralgico importantissimo della mia<br />
esperienza; un bagaglio di conoscenza maturato attraverso eventi che<br />
hanno inciso il proprio nome nella storia e nel costume italiani.<br />
Esperienze che mi portano oggi ad altro obiettivo da raggiungere che è<br />
quello di favorire una vera vocazione e moti-vazione a tutti coloro i<br />
quali ricercano, nel bello, la qualità della tradizione. Acquistare un<br />
tessuto "<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> Tessuti" significa portarsi a casa un po’ di<br />
storia dunque, oltre che un tessuto di pregio e, non di meno,<br />
difenderete il nostro preziosissimo made in Italy. Questa mia lunga<br />
storia nel tessile e questo primo periodo di apertura della struttura<br />
commerciale sita in Via Delle Botteghe Oscure al civico 44,<br />
faticosissimi sebbene pure appaganti dal punto di vista più intimo, mi<br />
hanno fatto capire quanto l’impegno, la dedizione e la passione per il<br />
proprio lavoro siano fondamentali per costruire una solida<br />
professionalità. Spero di riuscire a fare tesoro degli insegnamenti di<br />
mio padre Antonio, e di mio nonno prima di lui, per poter realizzare con<br />
la medesima passione un percorso personale che sia in linea con la<br />
tradizione familiare, ma sia anche aperto alle nuove sfide del mercato<br />
e al confronto continuo con i creatori di stile.<br />
Quale, la peculiarità e il punto di forza principale della <strong>Pierlorenzo</strong><br />
<strong>Bassetti</strong> Tessuti?<br />
Il punto di forza e la peculiarità penso risiedano entrambe nell'amore e<br />
nella passione che riverso nel mio lavoro che mi portano ad indagare<br />
la sequenza e la modalità inventiva, progettuale e operativa, che<br />
concorrono alla formazione di ogni qualsivoglia prodotto tessile.<br />
I tessuti “<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong>” trasudano quel sentimento forte che<br />
riverso in loro, e questo, i miei clienti, lo percepiscono. Mi piace<br />
pensare che i miei tessuti siano qualcosa di più di un abile intreccio di<br />
fili… mi piace pensare che essi posseggono un'anima impressa su di<br />
loro: la mia.<br />
E’ per questi motivi che la visione di <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> è<br />
ritenuta tanto speciale?<br />
Immagino di sì (sorride). L’azienda “<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> Tessuti” che<br />
ho fondato e che rappresento è per un 25% cultura, un 25% anima, un<br />
25% talento e un 25% stile. L’invito i miei clienti a lasciarsi sedurre<br />
dalla mia filosofia, dalla mia vision, dall`affascinante cultura che<br />
permea in profondità i tessuti che produco... Per questo uso la<br />
metafora del “gene nell’abito”, un simbolo della nostra seconda pelle.<br />
Questo gene riesce a far apprezzare alla gente la bellezza dei tessuti<br />
più nobili, le tinte ed i disegni più raffinati. Il talento è una dote che ti<br />
regala la Natura, non puoi ignorarlo. Puoi cercare solo di fare del tuo<br />
meglio per manifestarlo. In uno sport può essere la capacità di<br />
compiere un gesto con estrema spontaneità che ad altri risulta più<br />
artificiale e difficile, nel mio caso il donare bellezza. E’ questo amore<br />
smisurato per quello che faccio, l’ossequio nei confronti del patrimonio<br />
di valori ereditati ed il rispetto nei confronti dei miei clienti a rendere<br />
speciale la mia visione… la spinta a migliorarmi ed affinarmi, a puntare<br />
sempre all’eccellenza.<br />
La connotazione estetica e comunicativa del prodotto tessile ne<br />
indica la collocazione e la riconoscibilità nel mercato...<br />
Ritengo che un tessuto si definisca, oltre che per il suo valore<br />
commerciale, anche e soprattutto per il suo messaggio culturale e non<br />
di meno dal linguaggio innovativo capace di creare nuove regole<br />
espressive e di sviluppo. Gli intrecci di questo fitto discorso poi, sono<br />
infiniti, come le varianti possibili create dal design tessile che si colloca<br />
a mezza via tra un’operazione culturale e un’operazione commerciale,<br />
la ricerca artistico-estetica, l’orientamento dei consumi, l’utilizzo di<br />
soluzioni sempre più sofisticate che riguardano sia le tecnologie che la<br />
gestione delle risorse, dalla progettazione dei tessuti fino alla loro<br />
distribuzione sul mercato e la regolamentazione di quest’ultimo.<br />
Termini come biotecnologie, reti neutrali, sistemi esperti, ricorrono<br />
sempre più spesso nella letteratura tessile, a riprova della forte<br />
connessione con filoni di ricerca importanti e decisamente trasversali.<br />
Quanto conta la coerenza?<br />
Beh, per essere riconoscibili sul mercato bisogna innanzi tutto essere<br />
coerenti. Coerenti con se stessi che poi diventa coerenza attraverso<br />
quello che si fa, che nel mio caso è il lavoro certosino nei confronti di<br />
tutto quello che realizzo... una cura quasi di altro tempo. Oggi il mondo<br />
è assolutamente “fast” ma anche molto attento alla qualità, viviamo un<br />
momento particolare in cui la massificazione ha portato<br />
all’omologazione tuttavia penso che esista ancora chi sceglie un<br />
prodotto ricercato, non solo innovativo nello stile ma soprattutto di<br />
ottima qualità. La cura del dettaglio è una mia prerogativa oltre che del<br />
Made in Italy, non riuscirei a pensare ad un mio tessuto senza queste<br />
caratteristiche.<br />
Ago e filo: si torna alla tradizione. Se è vero che la congiuntura<br />
economica degli ultimi anni ha messo in difficoltà alcune case di<br />
moda, le botteghe dei sarti godono invece di ottima salute.<br />
Affidabili, capaci di soddisfare ogni desiderio, precisi, gli<br />
specialisti dell’abbigliamento su misura sono sempre molto<br />
richiesti. Di più, c’è un vero e proprio ritorno alla tradizione di<br />
acquistare il tessuto per confezionarsi degli abiti in casa: una<br />
tendenza o una necessità legata al particolare momento storico<br />
che impone austerità nei consumi?<br />
Entrambe, presumo. Negli ultimi anni c’è stato un grosso ritorno<br />
all’acquisto del tessuto per realizzare i capi che solitamente non si<br />
riescono a trovare come li desideriamo e quindi può diventare sia un<br />
momento divertente il poter scegliere un tessuto e crearsi un outfit<br />
personalizzato a seconda del proprio gusto, che in parallelo,<br />
rispondere alla richiesta di ponderatezza suggerita dal vivere<br />
Una galleria d'arte e di storia del tessile made in Italy nel cuore di Roma in Via delle Botteghe Oscure<br />
al civico 44 che nasce dall’idea di dare una nuova anima, ancor più eclettica e originale, sia nello stile<br />
che nei materiali, all’arte manifatturiera, una delle attività più antiche con cui l’uomo ha dato forma alla<br />
propria sensibilità creativa. Un atto d’amore che attinge al passato per proiettarsi nel futuro: nessun<br />
gusto passatista, ma il bisogno di riscoprire, attraverso i colori, le fantasie, le stampe, una vena creativa<br />
tipicamente italiana che sembra invece essersi esaurita proprio tra le nuove generazioni di competitor.<br />
La ricerca dei tessuti, che diventano fonte di ispirazione, è dunque una parte fondamentale del lavoro di<br />
“<strong>Pierlorenzo</strong><br />
”<br />
<strong>Bassetti</strong>, che cura personalmente ogni aspetto, seguendo tutti i processi di sviluppo.
il processo creativo?<br />
Il web e le nuove tecnologie fanno parte integrante del nostro quotidiano e<br />
sono fondamentali per raggiungere e connettersi ad altre realtà, per poter<br />
condividere anche il proprio lavoro e ampliare il proprio business usando<br />
ogni mezzo di comunicazione in particolare anche i social network che<br />
ormai fanno parte della nostra vita quotidiana… l’importante a mio avviso<br />
e’ non esagerare, il contatto umano è quello che preferisco.<br />
Ogni uomo, fin dalla nascita, mette la propria epidermide a contatto<br />
con prodotti di natura tessile, o comunque a base di fibre,<br />
considerazione che può sembrare scontata, ma corrisponde a un<br />
fatto reale, che deve far valutare il rapporto tra tessile e salute come<br />
una grossa opportunità per le aziende, al fine di stimolare<br />
l’evoluzione dei loro prodotti verso nuovi contenuti e nuove aree di<br />
mercato…<br />
In estrema sintesi possiamo dire che, storicamente, vi è stato un continuo<br />
affinamento dei prodotti tessili, passati dal soddisfacimento dei bisogni più<br />
elementari (coprirsi, proteggersi...) ad una ricerca del bello, che li ha<br />
portati ad assumere valenze legate allo status sociale e alla moda. Solo in<br />
tempi recenti il focus dello sviluppo si è concentrato sulla funzionalità e<br />
sulle performance, in termini, ad esempio, di comfort e di sicurezza, senza<br />
per questo rinunciare ai contenuti estetici. A partire da questo assunto<br />
possiamo dunque asserire che la nuova frontiera consiste nella messa a<br />
punto di prodotti non solo belli e pratici, ma anche intelligenti e interattivi,<br />
capaci cioè di leggere i nostri bisogni e di modulare la risposta al mutare<br />
delle esigenze, contribuendo così al benessere e alla salute<br />
dell’utilizzatore. Con l’avanzare delle tecnologie in questi ultimi anni si<br />
possono ottenere delle fibre naturali che rispettano l’ambiente e l’uomo in<br />
particolare, tessuti ecologici dal cotone al bamboo o alle fibre di rose<br />
purtroppo però su questo tipo di prodotto che soddisferebbe molti<br />
consumatori ecosostenibili i costi sono molto proibitivi ed e’ per questo che<br />
questa tipologia di tessuti sono destinati ad un pubblico di nicchia.<br />
Il vestiario è dunque la nostra seconda pelle. Ci tiene al caldo e ci<br />
protegge. Di più, gli abiti raccontano di noi, chi siamo, la nostra età,<br />
di che sesso siamo, il nostro status, la classe sociale di<br />
appartenenza, la cultura, la religione, il nostro orientamento politico,<br />
l’appartenenza a un gruppo piuttosto che a un altro, i nostri gusti<br />
personali…<br />
Proprio perché il vestiario è la nostra seconda pelle è molto importante,<br />
per quanto sia possibile, indossare capi di qualità magari scegliendo con<br />
più oculatezza ciò che si acquista. E’ anche una responsabilità del<br />
consumatore orientarsi verso prodotti di qualità e oggi può farlo<br />
conservando integro il proprio gusto personale.<br />
I prodotti fatti in Italia subiscono la fortissima concorrenza dei<br />
prodotti realizzati in Paesi a basso costo di manodopera, di bassa<br />
qualità e privi delle più elementari limitazioni all’impiego di sostanze<br />
nocive. In molti Paesi stranieri (Cina compresa) esistono all’ingresso<br />
laboratori enormi che controllano parametri qualitativi e chimici su<br />
ogni lotto di produzione proveniente dall’Italia. Al contrario, sui<br />
prodotti che da quegli stessi Paesi arrivano in Italia, noi non<br />
facciamo alcun controllo, nemmeno di nocività per la salute...<br />
Se produco in Italia, oltre a sopportare costi energetici e di manodopera<br />
elevati, devo sottostare a leggi severe che mi impongono sicurezza,<br />
rispetto dell’ambiente, prodotti sani e divieti per certe sostanze coloranti e<br />
chimiche. Se invece quei prodotti li importo da lontano, taglio gran parte di<br />
costi e occupazione e ho ben pochi vincoli anche se compro in Paesi<br />
“disinvolti” in fatto di sicurezza, ambiente e nocività delle sostanze<br />
coloranti e chimiche applicate. La sfida della globalizzazione dunque va<br />
accolta ma dobbiamo tener conto che il mercato è talmente complesso e<br />
sfaccettato, che ogni cliente ha una logica diversa, non di meno<br />
dobbiamo abituarci al fatto che il prodotto è importante ma va abbinato a<br />
prezzo e servizio…<br />
“La vera bellezza, dopo tutto, sta nella purezza di cuore” dice<br />
Gandhi… vero è però che nella società contemporanea sentirsi al<br />
meglio ed apparire al meglio oltre ad essere un must di riferimento al<br />
quale non possiamo sottarci “Essere belli fuori per sentirsi bene<br />
dentro” diventa dunque binomio inscindibile?<br />
E’ sicuramente inscindibile imposto a volte da quello che ci circonda ma la<br />
Nella foto: <strong>Pierlorenzo</strong> con il figlio Leonardo <strong>Bassetti</strong><br />
Antonio<strong>Bassetti</strong><br />
"La mia storia<br />
nell’azienda di famiglia<br />
inizia quando ancora<br />
ero giovanissimo.<br />
Appena ventunenne<br />
infatti sono stato<br />
chiamato ad affrontare,<br />
assieme a mio padre<br />
Lorenzo e mio zio<br />
Giuseppe che avevano<br />
decretato in me il<br />
successore della<br />
tradizione <strong>Bassetti</strong>,<br />
questa nuova e<br />
rischiosa avventura: il<br />
commercio dei tessuti a<br />
Roma in Via delle<br />
Botteghe Oscure n.27<br />
n.29 (ora questi locali<br />
fanno parte della Cripta<br />
Baldi). Era la domenica<br />
del 7/6/1953, lo ricordo<br />
come fosse ieri. Così<br />
come rammento che gli<br />
inizi furono molto duri in quanto ci andavamo ad inserire nel commercio di<br />
tessuti romano dove già dettavano legge i nostri futuri concorrenti. Mio padre<br />
mi aveva già preparato alle tante difficoltà da affrontare quando mi chiese di<br />
aiutarlo a provvedere al mantenimento anche dei miei fratelli più piccoli di 10 e<br />
8 anni, cosa che accettai di buon grado per la dimostrazione di fiducia che mio<br />
padre aveva in me. Fu cosi che mi dedicai anima e corpo al lavoro senza mai<br />
lamentarmi perché si lavorava dalla mattina presto alla sera tardi. E così ,<br />
briciola dopo briciola, sono riuscito ad avviare il nuovo negozio romano.<br />
Rimanemmo nei locali di Via delle Botteghe Oscure fino al maggio del 1959 per<br />
trasferirci in corso Vittorio Emanuele. Nel corso degli anni ho avuto l'intuizione<br />
di cercare ispirazione laddove si decideva la moda in maniera da essere<br />
sempre informato sulle tendenze; è stato in quel periodo che ho avuto il<br />
privilegio di conoscere la signora Clara Centinaro, creatrice di abiti di alta<br />
moda, la quale non senza molte ore di anticamera, ha accettato di realizzare le<br />
sue collezioni con i tessuti da me presentati aprendomi di fatto la strada per<br />
l’alta moda e presentando i miei tessuti negli ambienti più prestigiosi di quel<br />
periodo. In seguito, tra il 1960 e il 1972, anche mio zio ed i miei fratelli<br />
entrarono a far parte dell'azienda di famiglia. Oggi sono i miei figli <strong>Pierlorenzo</strong><br />
ed Anna Maria, ad affrontare una nuova rinascita, di nuovo in Via delle<br />
Botteghe Oscure 44, l’ennesima sfida volta a dare continuità alla lunga<br />
tradizione di famiglia e che, sono certo, sarà per me, grande motivo di<br />
orgoglio."<br />
RITRATTO DI FAMIGLIA<br />
cosa importante e’ non smarrire la propria personalità. Il vestire ci permette di<br />
esprimere e comunicare la propria natura anche uno stato d’animo scegliendo un<br />
colore a seconda del proprio umore ci permette di essere unici, di narrare la<br />
nostra unicità. Una necessità dunque per sentirsi bene con se stessi e con gli altri.<br />
Mi piace giocare con la moda da sempre e non potrei farne a meno.<br />
Dicono che il processo creativo cominci con tanto caffè e tanta angoscia.<br />
Bisogna raggiungere dentro di sé e poi vagliare innumerevoli pensieri e<br />
idee prima di trovare quella storia giusta, che ha bisogno di essere<br />
condivisa…<br />
Il mio processo creativo è un po’ anomalo in quanto non mi ritengo solo un<br />
imprenditore in realtà devo destreggiarmi come se dovessi avere due personalità.<br />
Mi sono sempre occupato di moda e il mio percorso artistico mi ha portato a<br />
Nella foto: Antonio <strong>Bassetti</strong> con il figlio <strong>Pierlorenzo</strong>
collaborare con tantissimi fotografi e stilisti di tutto il mondo, cinema<br />
teatro e tv e arredatori d’interni, consulenze di ogni genere, la<br />
passione per la musica realizzando progetti e compilation dedicate al<br />
mondo della moda... tutto questo mi ha portato ad essere la persona<br />
che sono oggi, mi ha aiutato e arricchito molto e mi ha permesso di<br />
lavorare con tranquillità a lungo termine. Le mie intuizioni a volte non<br />
le so’ spiegare neanche a me stesso… anticipo troppo le tendenze e il<br />
tempo mi conferma che non mi sbagliavo, che ciò che visualizzo nella<br />
mia mente per qualche strano e straordinario meccanismo si avverano<br />
e arrivano al grande pubblico; questo mi capita anche con i colori delle<br />
stagioni… sento attrazione per dei colori che inserisco nella mia<br />
selezione delle collezioni di tessuti e poi, come per magia, quel<br />
determinato colore mi conferma che tutto quello che avevo pensato è<br />
diventato realtà da condividere con gli altri.<br />
Sei partito alla stra-grande con eventi che hanno riscosso<br />
l’attenzione del grande pubblico oltre che dei media nazionali ed<br />
internazionali. Prossimi passi?<br />
Lavorare sempre con grande impegno e dedizione poter crescere<br />
insieme a tutti coloro ai quali credono nel nostro progetto e<br />
collaborano alla sua realizzazione quotidianamente.<br />
Se dovessi ringraziare qualcuno, chi sarebbe?<br />
Ringrazio mio padre Antonio che mi ha insegnato i veri valori della vita<br />
e mi ha trasmesso la passione per questo mestiere così di tradizione<br />
nella nostra famiglia.<br />
Quanto ritieni importante padroneggiare gli strumenti linguistici e<br />
le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per<br />
interagire nei contesti di vita e di lavoro?<br />
Oggi è necessario poter comunicare e trovo fondamentale potersi<br />
esprimere ed entrare in empatia con il nostro interlocutore, a volte<br />
basta solo una piccola cosa nel sapersi rapportare e confrontare ci<br />
permette di aprire nuove opportunità importanti per il nostro lavoro.<br />
Se fossi un tessuto, quale saresti?<br />
Sicuramente cashmere… caldo e avvolgente capace di riscaldarci con<br />
la sua leggerezza e qualità.<br />
Quali sono le tre cose che ti hanno cambiato la vita?<br />
In assoluto mio figlio Leonardo che e’ il mio orgoglio di vita; un ragazzo<br />
pieno di idee sempre attento a ciò che lo circonda e soprattutto molto<br />
esigente con se stesso il che lo porta a spingersi sempre al limite. Ha<br />
una grande capacità di autocritica nel sapersi migliorare e superare gli<br />
ostacoli a cui e’ sottoposto... in molte cose mi rivedo in lui (sorride)…<br />
l’incontro con <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong> che ha completamente capito la mia<br />
personalità e ha saputo incastrarsi alla perfezione per affrontare<br />
questa nuova avventura insieme e la terza, la moda, amore a prima<br />
vista.<br />
Qualcosa di urgente da suggerire al mondo?<br />
Di non rimanere fermi il sistema a volte ci anestetizza ed e’ proprio per<br />
questo che dobbiamo reagire darci da fare per che nel mondo ci sono<br />
menti geniali soprattutto in Italia in tutti i settori… il popolo italiano così<br />
ricco di cultura e grandi capacità deve scegliere di cambiare, trovare la<br />
forza e la determinazione di uscire da questa fase di stallo che ci sta<br />
opprimendo. Scegliere… un verbo la cui etimologia può farci riflettere<br />
sull’essenza di questa azione… E’ un termine che deriva dal latino<br />
“Ex- eligere” e letteralmente significa “separare la parte migliore di una<br />
cosa dalla peggiore – eleggere ciò che sembra meglio”. La scelta è<br />
quel moto dell’anima che ci dovrebbe far prendere la direzione giusta<br />
e andare incontro a ciò che è migliore per noi. Riuscire a connettersi<br />
alle proprie motivazioni più profonde ed a ciò che ci riesce più naturale<br />
fare, ai nostri talenti, potrebbe aiutarci a compierne di migliori.<br />
Domanda di rito: <strong>Pierlorenzo</strong>, come nasce la collaborazione con<br />
“Candies & Cakes couture”?<br />
<strong>Pierlorenzo</strong> con Marica Flora<br />
NELLE FOTO: Sempre bellissima, con un total look black, Claudia Cardinale ha<br />
presentato al Teatro Centrale Carlsberg di Roma “Signora Enrica” la pellicola di Ali Ilhan,<br />
girata tra Rimini e Istanbul e che la vede recitare accanto alla giovane Lavinia Longhi; Prima,<br />
voluta e promossa da <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong>, titolare dell'azienda di cui è titolare e che porta<br />
il suo nome, e da <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong>, amministratore di Italian Fashion Company e<br />
designer del nuovo brand Candies & Cakes couture. Tanti i volti noti che sono intervenuti<br />
all’evento: una scintillante Valeria Marini, Rosalinda Celentano, Simona Borioni,<br />
Gabriele Rossi con la fidanzata Desiree, Gianfranco Terrin, Dana Ferrara,<br />
Monica<br />
Scattini, Ilaria De Grenet e molti altri ancora. Gli ospiti, dopo la proiezione, hanno potuto<br />
gustare un prelibatissimo banchetto composto da prodotti tipici offerti dallo storico Pastificio<br />
F.lli De Carlonis di Campofilone (Fm) annaffiati dal vino prodotto dal Tenente Colonnello<br />
Daniele Mocio, famoso meteorologo della tv.<br />
<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> e <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong> con alcuni degli ospiti; da sinistra: Monica Scattini , Dana Ferrara , Wendy D. Lewis,<br />
In basso: Rosalinda Celentano e Simona Borioni, I giornalisti Paolo Di Mizio TG5 e Marzia Roncacci RAI 2<br />
<strong>Pierlorenzo</strong> e <strong>Marco</strong> con<br />
Valeria Marini<br />
Nasce dall’incontro con <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong>, un creativo puro. La nostra collaborazione è complementare<br />
in quanto come per altri designer con cui collaboro, curo la parte tessile ed identifico il processo di<br />
<strong>Marco</strong> riflesso nel tessuto cercando di entrare in connessione, di capire il gusto lo stile che in quel<br />
momento la collezione deve avere a seconda del designer che ho di fronte. Entro a far parte integrante<br />
dell’intero progetto creativo rispettando il genere a cui mi devo attenere per far sì che collezione diventi<br />
tessuto da applicare. “Candies & Cakes couture” è un nome che racconta l’essenza di un’idea, un’idea<br />
fondata sul cambiamento, sulla passione, la ricerca di un’espressione capace di racchiudere un modo<br />
diverso di fare moda. Ricerca e sperimentazione sono le nostre parole d’ordine, non ci fermiamo mai.<br />
L’ultima domanda, qual è la tua ricetta per stare bene?<br />
Contornarsi delle persone che ami mi rivolgo ai miei amici che fanno parte della mia vita che ti<br />
sostengono quando ho bisogno e non finirò mai di ringraziarli e soprattutto vivere la vita a pieno perché<br />
non sai mai cosa ti riserva il futuro, godersi ogni istante.
NEW<br />
FABRICS<br />
SHOP<br />
<strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong>, Federica Scialanga<br />
e <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong><br />
Anteprima esclusiva a Roma,<br />
nell'affascinante Teatro<br />
Centrale Carlsberg, per il nuovo<br />
film di Claudia Cardinale a<br />
sostegno dell’eccellenza Made in<br />
Italy; iniziativa promossa<br />
dall'imprenditore <strong>Pierlorenzo</strong><br />
<strong>Bassetti</strong> eda<strong>Marco</strong><br />
<strong>Gambedotti</strong> ."Signora Enrica" ,<br />
opera prima del giovane regista<br />
Alì Ilhan, che ripercorre le fasi di<br />
un incontro che ha segnato<br />
profondamente la sua vita:<br />
quello con la signora Enrica, per l'appunto, ruolo magistralmente<br />
interpretato dalla Cardinale, una delle indiscusse icone del cinema<br />
nazionale ed internazionale. A promozione della pellicola in quel di<br />
Roma, i fratelli Annamaria e <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> che oggi<br />
detengono le redini della nuova realtà imprenditoriale "<strong>Pierlorenzo</strong><br />
Basseti Tessuti" e l'imprenditore <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong> Amministratore<br />
di Italian Fashion Company e designer del nuovo brand " Candies &<br />
Cakes couture", ai quali va un sentito, meritatissimo plauso, per<br />
l'impegno profuso nella promozione delle eccellenze italiane negli<br />
ambiti della moda, del cinema, dell’editoria e dell’arte. Nell’ampio e<br />
luminosissimo spazio di Via delle Botteghe Oscure 44 e 48 a Roma,<br />
sede di <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> e di <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong>, si<br />
alterneranno di volta in volta eventi dedicati alla promozione di giovani<br />
talenti. Di seguito una piacevole carrellata dei momenti più significativi<br />
dell'evento il cui impeccabile svolgimento ha visto la consulenza<br />
artistico-tecnica di <strong>Marco</strong> Martorelli.<br />
PH Make up<br />
:Justyna Pawlowska e Guido Martirani - : Elvira Meola<br />
<strong>Marco</strong><strong>Gambedotti</strong><br />
Candies &<br />
Cakes couture<br />
è il nuovo<br />
brand di<br />
<strong>Marco</strong><br />
<strong>Gambedotti</strong><br />
l’innovativo<br />
designer che<br />
oggi coniuga<br />
Food &<br />
Fashion, colui<br />
che esorta a<br />
vivere le<br />
proprie<br />
creazioni<br />
prima<br />
immaginan -<br />
dole...<br />
A TU PER TU CON MARCO<br />
Le cose fatte con amore si capiscono al volo, non<br />
necessitano spiegazione o chiarimenti. La loro<br />
genesi è lampante. La loro storia è semplice, come<br />
semplice è ogni progetto che poggia su basi solide.<br />
<strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong> è un personaggio molto lontano<br />
dagli schemi della moda e da una classica idea di<br />
glamour: la sua ricerca è impostata sulla cura nei<br />
dettagli e nella qualità di un progetto consapevole<br />
del tempo in cui ci troviamo a vivere. Potremmo<br />
paragonare la ricerca del suo stile al gioco russo<br />
delle matrioske, le bambole di legno di diverse<br />
dimensioni che si aprono e stanno una dentro<br />
l'altra: solo dopo aver aperto ed estratto tutte le
ambole si arriva alla fine del gioco, cioè alla bambola<br />
più piccola, l'unica che rimane intera, il nocciolo della<br />
questione. Ma tenete presente che il gioco<br />
perderebbe gran parte del suo fascino se non fosse<br />
considerato nella sua completezza: sono tutte le<br />
bambole, nel loro insieme (insieme contenuto dalla<br />
prima e più grande) che formano il gioco. È il perfetto<br />
incastro di tanti elementi uno dentro all'altro che<br />
rende unica ed originale anche la loro totalità. Totalità<br />
che prende il nome di “Candies & Cakes couture”, il<br />
nuovo brand di <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong>, l’innovativo<br />
designer che oggi coniuga Food & Fashion, colui che<br />
esorta a vivere le proprie creazioni prima<br />
immaginandole...“Ssshh!!!” ... Provate a chiudere gli<br />
occhi ... seguite l'istinto ... immaginate di camminare<br />
su una tavolozza fatta di colori primari ... come in un<br />
quadro il rosso, il blu si mescolano e danno vita a<br />
pennellate di arcobaleno. Eccole!! Sono le parole<br />
giuste “Candies & Cakes couture”, una collezione<br />
tutta da vedere e gustare, ricca di abiti ed accessori<br />
dalle linee pulite ed essenziali. Essenziali, come un<br />
sogno. Già, perché prima ancora che un laboratorio di<br />
sartoria creativa e artigianale, “Candies & Cakes<br />
couture” è un viaggio fantastico, è arte e visione<br />
onirica, è un insieme di sfumature che nascono da ciò<br />
che <strong>Marco</strong> ama e sente nell’intimo. Ed è proprio nel<br />
sogno che l’abito compie la sua sperimentazione, che<br />
si carica di verità e funzione in quanto l’abito venuto<br />
dal sogno ha compiuto il collaudo sensoriale. Tessuti,<br />
fibre, materiali, stampe e decorazioni sono curati nei<br />
minimi particolari, creando movimenti fluidi e<br />
armoniosi che ci guidano attraverso il percorso<br />
chimerico del nostro giardino interiore. La donna<br />
“Candies & Cakes couture” è vestita di tutto punto<br />
con abiti sfarzosi, semplici ed eleganti sia nella linea<br />
couture che nel tempo libero senza mai trascurare la<br />
sua femminilità e le sue esigenze. E’ una donna senza<br />
età, ma ha passione e voglia, curiosità e interesse,<br />
una donna a cui piace la qualità e preferisce abiti che<br />
non la definiscano, ma che la aiutino a delineare un<br />
proprio stile. Una donna a cui piace giocare con il<br />
proprio look. A condire il tutto è il rigoroso rispetto<br />
del Made in Italy a garanzia del quale la collezione<br />
viene interamente realizzata con tessuti prodotti dalla<br />
nuova azienda di tessuti di <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong>,<br />
indiscutibile detentore del primato di eccellenza per<br />
qualità dei materiali e pregio della manifattura italiana<br />
il quale, in piena sinergia con <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong>, ha<br />
aperto i battenti nel nuovo, bellissimo, spazio<br />
espositivo di via delle Botteghe Oscure. <strong>Marco</strong><br />
<strong>Gambedotti</strong>, la napoletanità nel sangue ma romano di<br />
adozione, è l’elemento di continuità e di rottura; è<br />
colui il quale, attraverso una ricerca artistica da<br />
sempre giocata in un campo dove arte visiva e moda<br />
si confondono, sperimenta il nuovo sulle basi della<br />
tradizione: il fascino della mobilità, leggerezza e glam<br />
si sostanziano di quel senso etico del consumo ed<br />
eleganza senza tempo rappresentato dai principi<br />
ereditati dalla descrizione dei grandi sarti partenopei.<br />
Caratteri che <strong>Marco</strong> intende trasmettere in ogni suo<br />
modello con tutta la forza della sua terra negli occhi e<br />
nelle mani. C’è poco da fare: quando la passione e la<br />
creatività si esprimono al meglio, il risultato comunica<br />
gioia autentica percepibile da tutti i sensi, a cui non si<br />
può restar indifferenti…<br />
E’ Corretto definirti Fashion Styling, <strong>Marco</strong>?<br />
Non saprei, in realtà trovo che sia limitativo rimanere<br />
relegato in ruolo definito ed identificato da un etichetta<br />
precisa, diciamo che mi si addice maggiormente la<br />
definizione di “designer ad ampio spettro” consentendomi<br />
così una maggiore libertà d’azione.<br />
Candies & Cakes couture è un brand per chi, nel<br />
tempo libero e nelle attività professionali che<br />
consentano l’abbigliamento informale, predilige<br />
indossare capi sportivi, moderni e di qualità, a prezzi<br />
accessibili. È dedicato a persone dinamiche,<br />
contemporanee e aperte al mondo che cambia: una<br />
filosofia peculiare della nostra epoca.<br />
Mi fa molto piacere costatare che hai colto a pieno il<br />
senso della collezione che per l’appunto coniuga il food e<br />
fashion come elementi comuni della quotidianità<br />
attraverso i quali ognuno di noi afferma il proprio modo di<br />
essere, quante volte abbiamo sentito dire, o noi stessi<br />
diciamo, di altre persone che sono molto dolci o piccanti o<br />
addirittura acide terminologie propriamente derivanti dal<br />
senso del gusto ma attraverso le quali identifichiamo ed<br />
affermiamo quotidianamente in qualunque momento della<br />
giornata, le nostre diverse identità.<br />
Dove trovi le ispirazioni per le tue collezioni?<br />
Osservo sempre con attenzione tutto ciò che mi circonda,<br />
ultimamente mi sono reso conto che ciò che mi circonda<br />
maggiormente sono proprio le persone, mi piace molto<br />
indagare la natura dei rapporti umani, spesso mi ritrovo a<br />
disegnare pensando che ciò che sto per realizzare<br />
piacerà sicuramente ad una persona che conosco e<br />
probabilmente essa stessa è stata inconsapevolmente<br />
fonte di questa ispirazione. Anche attraverso la fotografia,<br />
altra mia grande passione, cerco di catturare il momento<br />
in cui il soggetto nella sua inconsapevolezza fa trasparire<br />
il vero carattere scevro dal contesto che lo circonda.<br />
Come, a parer tuo, <strong>Marco</strong>, le nuove tecnologie e il web<br />
hanno cambiato il processo creativo?<br />
L’innovazione tecnologica non ha tanto modificato il<br />
processo creativo quanto lo ha amplificato, credo che<br />
l’elaborazione della creatività avvenga in ognuno di noi in<br />
maniera diversa attraverso il filtro delle proprie emozioni,<br />
della propria sensibilità e del proprio bagaglio culturale ed<br />
esperienziale. Internet ed i social network offrono una<br />
finestra sul mondo in tempo reale e sicuramente sono un<br />
ampio spunto di riflessione ma rimangono solo uno dei<br />
mezzi attraverso il quale la nostra sensibilità può dare il<br />
via al processo creativo.<br />
Quali sono le tre cose che ti hanno cambiato la vita?<br />
Un brutto incidente d’auto che mi ha fatto capire che la<br />
vita è un bene preziosissimo e che bisogna viverla a<br />
pieno, prenderla a morsi, prendendo tutto il buono che ha<br />
da offrire, alle volte pretendendolo e sempre ricambiarlo<br />
con ciò che di buono abbiamo da offrire noi. L’assurda<br />
scoperta della consapevolezza che non esistono cose che<br />
possano cambiarti la vita quando sei abbastanza forte da<br />
essere tu stesso il fautore del tuo destino e di<br />
conseguenza sei tu a cambiare la tua vita. L’incontro con<br />
<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> attraverso il quale riesco a dare<br />
corpo alle mie creazioni.<br />
Ogni uomo, fin dalla nascita, mette la propria<br />
epidermide a contatto con prodotti di natura tessile,
come laboratorio per il confronto e la crescita dei nostri talenti con l’estero.<br />
Il vestiario è la nostra seconda pelle. Ci tiene al caldo e ci protegge. Gli<br />
abiti raccontano di noi, chi siamo, la nostra età, di che sesso siamo, il<br />
nostro status, la classe sociale di appartenenza, la cultura, la religione, il<br />
nostro orientamento politico, l’appartenenza a un gruppo piuttosto che a<br />
un altro, i nostri gusti personali.<br />
Eppure c’è chi dice che l’abito non fa il monaco e troppo spesso ha ragione, gli<br />
abiti possono anche trasformarci in ciò che non siamo e tutto questo non<br />
sempre è un male se preso come un gioco, ma una cosa è vera … gli abiti<br />
raccontano di noi. Spesso ci mostrano proiettati in ciò che vorremmo essere,<br />
raccontano i nostri desideri e le nostre passioni, spesso ci nascondiamo dentro<br />
gli abiti per timidezza ed altrettanto spesso sono così succinti da consentire a<br />
forme sinuose e prorompenti di dare bella mostra di se ma da sempre parlano<br />
di chi li indossa.<br />
“La vera bellezza, dopo tutto, sta nella purezza di cuore” dice Gandhi…<br />
vero è però che nella società contemporanea sentirsi al meglio ed<br />
apparire al meglio oltre ad essere un must di riferimento al quale non<br />
possiamo sottarci “Essere belli fuori per sentirsi bene dentro” diventa<br />
dunque binomio inscindibile?<br />
Parole sante quelle di Gandhi e concettualmente molto vere ma la realtà<br />
occidentale impone spesso dettami diversi … credo che ben pochi occidentali<br />
aspirino alla povertà economica in cambio della ricchezza di spirito … come in<br />
tutte le cose credo che ci sia bisogno del giusto equilibrio. La cosa<br />
imprescindibile di quando si indossa un qualsiasi abito è sentirsi a proprio agio<br />
la nostra personalità farà il resto. L’abito deve solo rispettare le esigenze di chi<br />
lo indossa sottolineando stile ed eleganza della persona.<br />
Dicono che il processo creativo cominci con tanto caffè e tanta angoscia.<br />
Bisogna raggiungere dentro di sé e poi vagliare innumerevoli pensieri e<br />
idee prima di trovare quella storia giusta, che ha bisogno di essere<br />
condivisa…<br />
Per fortuna non è così per tutti, non nego di consumare innumerevoli tazze di<br />
caffè nè di averne passate di cotte e di crude nella vita ma sinceramente<br />
l’angoscia è un sentimento che poco mi appartiene. Lavoro molto sulle mie<br />
idee ma queste raramente scaturiscono da stati di depressione o solitudine<br />
anzi sono per lo più il frutto di gioie condivise, di una serenità d’animo che<br />
custodisco gelosamente.<br />
La tendenza/stile che vorresti tornasse in voga?<br />
Non credo che ci sia uno stile o una tendenza particolare che prediligo, ogni<br />
periodo della moda ha delle caratteristiche ben definite e giuste per il loro<br />
tempo. Personalmente sono per le linee definite, per le forme essenziali che<br />
mettano in risalto la figura consentendo al tessuto di essere co-protagonista<br />
dell’abito in perfetta sinergia con la persona che lo indossa.<br />
Se dovessi ringraziare qualcuno, chi sarebbe?<br />
Di certo ringrazio mio padre che con non poca pazienza, ha saputo trasmettere<br />
a quel bambino curioso che ero la passione per le belle arti, l’educazione visiva<br />
e la progettazione grafica, lo ringrazio per quell’angoletto ritagliatomi nel suo<br />
studio dove ero libero di pasticciare a mio piacimento consentendomi così di<br />
dare ampio spazio alla mia creatività, lo ringrazio anche per avermi insegnato<br />
ad andare in bicicletta infondendomi quella fiducia in me stesso che oggi<br />
contribuisce a farmi essere la persona che sono.<br />
Quanto ritenete importante padroneggiare gli strumenti linguistici e le<br />
tecnologie dell’informazione e della comunicazione per interagire nei<br />
contesti di vita e di lavoro?<br />
Le nuove tecnologie sono di certo utilissime in questi contesti in quanto<br />
consento lo scambio di informazioni in tempo reale ed in qualsiasi luogo.<br />
E se non avessi fatto il designer cosa avresti fatto?<br />
Bella domanda, nella vita mi è capitato di svolgere molti lavori tra i più disparati<br />
e talvolta poco attinenti al mondo della moda o del design ma in ognuno di<br />
questi sono sempre riuscito a trovare un risvolto nel quale potevo dare sfogo<br />
alla mia creatività forse perché penso che una vena artistica sia insita in ogni<br />
essere umano basta solo saperla coltivare e trovare l’elemento catalizzatore<br />
per far si che la propria creatività scaturisca trovando la giusta applicazione.<br />
L’ultima domanda, qual è la tua ricetta per stare bene?<br />
In questo mi ritengo un fortunato, ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace al<br />
quale posso dedicare gran parte della mia giornata senza risentirne troppo e<br />
nel tempo libero, aimè sempre meno, dare spazio agli affetti personali. Ogni<br />
tanto un giro sulle montagne russe e gridare a squarciagola mi fa molto bene !!<br />
Nicola <strong>Gambedotti</strong> con il figlio <strong>Marco</strong><br />
La sicura identità<br />
Nicola <strong>Gambedotti</strong><br />
Biografia<br />
Nicola <strong>Gambedotti</strong> è nato ad Urbino (a Roma non è mai<br />
vissuto) nel settembre del 1931 ed ha compiuto il ciclo di<br />
studi nella stessa città presso l' Istituto Statale d'Arte per<br />
la "Decorazione e Illustrazione del Libro", conseguendo<br />
NEW<br />
FABRICS<br />
SHOP<br />
l'abilitazione all'insegnamento delle tecniche<br />
dell'incisione. Ha insegnato a Napoli come titolare della<br />
cattedra di progettazione (arte della stampa) presso<br />
Tre opere dell'artista .<br />
Nicola <strong>Gambedotti</strong><br />
In alto "Le streghe" a seguire il<br />
"Don Chischiotte" e il "Beone"<br />
l'Istituto Statale d'Arte F. Palizzi. La sua attività artistica<br />
ha inizio nel 1952. Da allora è frequentemente presente<br />
alle più importanti rassegne di pittura e di grafica sia in<br />
Italia che all'estero. Numerose personalità dell'arte e della<br />
cultura si sono interessate al linguaggio pittorico di<br />
questo artista arricchendo il suo curriculum di preziosi<br />
cenni storici. Nel 1954 si aggiudica il 1° Premio alla 2ª<br />
Biennale Nazionale<br />
Dalla Critica, liberamente tratti:<br />
"....Ed il viaggiatore di cose d'arte ha certo seguito, sin<br />
dagli anni Sessanta, il giovane artista di nome Nicola<br />
<strong>Gambedotti</strong>, per meglio sapere come avviene, quando<br />
avviene e perché avviene questo transfert nelle ucronìe e<br />
nelle utopie dell'accidentato circostante simbologico. La<br />
risposta che ne ha avuto è stata illuminante certo, ma<br />
non tanto da accendere la luce su tutto il camminamento<br />
dell'operazione artistica, che in <strong>Gambedotti</strong> ha dei tratti di<br />
superficie ma anche dei camminamenti sotterranei che<br />
l'artista compie ogni giorno nella sua "isola di terra"<br />
mentale, per raggiungere i suoi personaggi. Per cui il<br />
lettore di queste note è invitato cortesemente a<br />
soffermarsi con estrema attenzione sulla decriptazione<br />
delle opere: questo intramare armi e cavalieri, questo<br />
evocare dame e amori, questo offrire a esseri e oggetti la<br />
ieratica epopea dell' istrionismo. Niente da più chiaro che<br />
il silenzio della storia....." Donato Conenna, dal volume<br />
“Ricambio generazionale. Dopo il Novecento”<br />
"....Le opere di <strong>Gambedotti</strong> si caratterizzano tutte per le<br />
proprietà di una sorta di "quarta dimensione"; quella<br />
narrativa. Le sue raffigurazioni, lungi dal cogliere<br />
situazioni statiche, si presentano come storie complete,<br />
con un inizio, uno sviluppo e un epilogo; leggende che<br />
l'artista racconta su tela utilizzando il pennello con la<br />
stessa maestria con la quale un buon narratore userebbe<br />
la penna...." Domenico Raio dal giornale “Le Verità”.<br />
"....Intanto c'è l'eccezionale perizia di un eccezionale grafico. E l'incommensurabile carica di una<br />
fantasia, che pure risulta radicata nella convincente e storica realtà. È l'ambigua capacità ad<br />
alimentare una poetica fatta di illusioni e di teatralità. E l'istintiva predilezione per la simbologia.<br />
E la sapiente, sconcertante costruzione di improbabili architetture. E la convinta rinuncia a<br />
qualsivoglia protagonista a vantaggio di una rappresentazione corale, di una scena traboccante<br />
di figure, meccanismi, armamenti di ogni genere, corazze, scettri, accessori vari, minuterie<br />
fantastiche...." Nino D'Antonio, cataloghi Mostra Personale "Passato, presente e futuro".<br />
".....In tutto questo si trova l'uomo. Ecce homo! Un uomo, oppure strade o vicoli. Il suo aspetto, in<br />
particolare nel viso, è duro senza individualità...." "....L'idea diventa quadro, senza intenzioni<br />
letterarie. L'espressione di <strong>Gambedotti</strong> e tutta da vedere". Friedhelm Rottger, in occasione della<br />
mostra alla Kunstgaiene Esslingen.
PIERLORENZO BASSETTI TESSUTI Via delle Botteghe Oscure 44 ROMA _ www.pierlorenzobassetti.com - CANDIES&CAKES couture 48 _ http://www.candiescakescouture.com<br />
immediate rivelazioni<br />
“<br />
Cosa conferisce ad una società l’attributo di “mistico”? La sua filosofia di business, la struttura<br />
operativa o la famiglia fondatrice? Nel caso di <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong>, amministratore della<br />
nuova realtà imprenditoriale che porta il suo nome, tutte e tre. Si tratta di un processo in<br />
costante evoluzione dove si coltiva l’ambizione di creare tessuti che parlino il linguaggio antico<br />
dell’eleganza e del buon gusto. Tessuti pregiati si susseguono allineati nelle stanze di uno<br />
storico palazzo situato in Via delle Botteghe Oscure 44. Srotolati sui banconi i tessuti<br />
raccontano la magia delle confezioni d'alta moda, dei tessuti da sposa declinati in ogni<br />
espressione, così come quelli per la sartoria maschile. Grande spazio è dedicato ai tessuti per<br />
l'arredamento e alla biancheria per la casa. <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> Tessuti conserva oggi intatta<br />
l'alta qualità che ha fatto di questa azienda un punto di riferimento per una infinita moltitudine di<br />
giovani talenti della moda così come per le griffes consacrate a livello internazionale. Altrettante<br />
le premesse in materia di business, struttura operativa e famiglia d'arte <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong><br />
amministratore di Italian Fashion Company e design del nuovo brand " Candies&Cakes<br />
couture" coniuga Food e Fashion realizzando una collezione tutta da gustare dal tempo libero<br />
all'alta moda tutta rigorosamente "Made in Italy" a garanzia e rispetto del quale fa esclusivo<br />
utilizzo dei tessuti di <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> Tessuti ubicato a se adiacente in Via delle Botteghe<br />
Oscure. Dal filato al tessuto per <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> e dal tessuto al capo finito per <strong>Marco</strong><br />
<strong>Gambedotti</strong>; due anelli nella stessa catena creativa che vede uniti tradizione, innovazione,<br />
creatività e design tutti concetti da sempre riconosciuti nel mondo come eccellenze italiane. Già<br />
molti personaggi noti hanno scelto di indossare " Candies&Cakes couture" sia nel tempo libero<br />
che nelle occasioni ufficiali che li vedono protagonisti. Ma non è finita qui... <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong>,<br />
già partner qualificato di grandi produzioni cinematografiche, teatrali e televisive nazionali ed<br />
internazionali, vede oggi rinnovata la propria, indiscutibile, leadership; a tal fine non possiamo<br />
non citare le collaborazioni attuali con “ Project Runway”, “ Sanremo”, “ Tale e quale show”,<br />
“ C'è posta per te”“ Uomini e donne”,“ Italian got talent”“ X Factor-Project Runway Italia”a<br />
breve in onda su Fox Life, solo per citarne alcune. Interprete della bellezza senza tempo, la<br />
" <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> Tessuti" crede nelle forme e nei tessuti che assicurano benessere.<br />
Arreda la casa, l’ufficio, lo spazio pubblico e il viaggio assicurando qualità e design Made in Italy.<br />
Affacciati su grandi vetrine, a pochi passi da Piazza Venezia, centro della Capitale, i nuovi<br />
concept " <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> Tessuti" e " Candies & Cakes couture" non sono semplici<br />
showroom, ma affascinanti scenari dove i clienti possono avvicinarsi al prodotto “vivendo” una<br />
vera e propria esperienza che coinvolge tutti i sensi.<br />
”
Febersnc<br />
ASSEMBLAGGIO FONDI E LAVORAZIONE CALZATURE<br />
di Pacioni Berio & C._ Via Gian Lorenzo Bernini, 32 _ 62010 Trodica Macerata T. 0733 564396
AMMINISTRATORE<br />
World Service s.a.s.<br />
la comunicazione pensata<br />
EDITORE<br />
Donna Impresa Magazine<br />
PRESIDENTE NAZIONALE<br />
Donna Impresa<br />
PRESIDENTE<br />
Aziende Associate<br />
PRESIDENTE<br />
Di.Donna International<br />
International Association<br />
Women Entrepreneurs<br />
and Business Leaders<br />
Employment, Social Affaire<br />
& Equal Opportunities<br />
Valeriana Mariani<br />
indossa un abito<br />
della Fashion designer<br />
Roberta Razzano<br />
Hair Style<br />
Gianni Nicolai<br />
<strong>DONNA</strong> <strong>IMPRESA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> - MILANO - ROMA - TORINO - FIRENZE - SIENA<br />
BOLOGNA - VERONA - UDINE - NAPOLI - GENOVA - CATANIA - VERONA<br />
VENEZIA - PESCARA - AOSTA - MATERA - REGGIO CALABRIA - PALERMO - BARI<br />
PERUGIA - ANCONA - SALERNO - VARESE - PORTO SAN GIORGIO - ITALY<br />
E' intelligente<br />
ma non si applica<br />
Se si spiegano le cose in maniera tale che nessuno possa<br />
non capire, qualcuno non capirà.<br />
rubrica a cura di Valeriana Mariani<br />
E’ giunto il momento affinché, fra le tante innovazioni, fra le<br />
tante affermazioni, fra le tante battaglie, si ricrei una moderna<br />
amalgama della comunicazione, del fare e dell’agire. Occorre<br />
che i valori dei generi si integrino, senza scimmiottarsi.<br />
Occorre educare le nuove generazioni ad un nuovo modello<br />
gerarchico che veda alla pari ogni essere umano, eliminando la<br />
diversità in quanto discriminazione, ma facendola diventare accrescimento. Solo così si<br />
potrà avere una svolta e si tornerà a crescere in un mondo civile: la società del futuro si<br />
fonda sull’esistenza e compatibilità, oltre che necessità, di considerare l’integrarsi di due<br />
mondi diversi elemento imprescindibile di progresso. Bisogna vedere la “differenza come<br />
ricchezza” e che questa differenza, quella di genere, che si moltiplica non con la<br />
sostituzione dei generi ma insegnando che l’affiancamento del modo di pensare e di<br />
agire al femminile, non solo è compatibile ed integrante all’attuale cultura aziendale<br />
maschile, ma crea quell’innovazione che può determinare il salto di qualità e la<br />
competitività sui mercati. La presenza femminile nei settori produttivi ha costituito e<br />
costituisce una straordinaria fonte di vitalità e innovazione per il sistema Italia che ha<br />
dimostrato di essere capace di rinnovarsi e di competere sui mercati internazionali in via<br />
del tutto spontanea nonostante l’inadeguatezza e l’assoluta mancanza di strumenti<br />
normativi idonei ad assecondarne il rinnovamento. Le caratteristiche peculiari dei<br />
manager del nuovo millennio saranno dunque da ricercarsi nella capacità di affrontare la<br />
complessità e il nuovo, l’etica nel lavoro, la capacità di condividere le responsabilità<br />
valorizzando i propri collaboratori, la capacità di apprendere e semplificare, di trovare<br />
soluzioni e condividerle con gli altri (...)<br />
Valeriana Mariani<br />
www.donnaimpresa.com 25
La cura dei particolari, la concretezza, l’ordine e la diligenza: fattori indispensabili per il<br />
raggiungimento degli obiettivi. Personalmente trovo inconcepibile che ancora oggi si parli di<br />
“leadership al femminile”, che di solito si intende il modo in cui le donne agiscono la leadership o, in<br />
altri termini, lo stile di leadership che caratterizza il genere femminile e non di “leadership<br />
femminile”. Il presupposto è che la leadership di declini diversamente a seconda del genere, cioè<br />
che le donne abbiano un modo diverso di essere leader dagli uomini. Questo è un argomento su<br />
cui esistono varie opinioni: c’è chi come me ritiene ancora che la personalità, storia individuale e il<br />
background (sociale, culturale, ecc.) pesino più del genere nel determinare lo stile di leadership e<br />
c’è chi, diversamente, pensa invece che il genere dia una connotazione molto forte al<br />
comportamento del leader. Non è una questione così banale. Immaginate di voler aumentare la<br />
diversità all’interno di un consiglio di amministrazione i cui membri siano solo uomini, provengano<br />
dall’establishment, siano laureati in economia o in legge nelle migliori università. Potete scegliere<br />
tra una donna che ha fatto gli stessi studi e proviene dallo stesso background (bocconiana, master<br />
alla Columbia University, posizioni di rilievo nel mondo finanziario) professionale degli altri membri<br />
o uomo che di background e formazione diversa. Chi scegliereste? Chi potrebbe meglio salvare<br />
questo ipotetico CdA dalle insidie del groupthink (cioè dalla tendenza a conformarsi a un punto di<br />
vista dominante)? I tempi sono maturi perché si scelga chi sa porsi in modo deciso, chi sa<br />
chiedere quando ritiene di meritare di più. A prescindere.<br />
Donne ed ostacoli:<br />
eseiltallone<br />
d’Achille fosse solo<br />
nella nostra testa?<br />
Se ci sono davvero degli ostacoli da superare, quelli risiedono nella paura di rischiare che di solito<br />
le donne hanno più degli uomini (non si costruisce il potere senza rischiare qualcosa e uscire dalla<br />
propria comfort-zone) e nella scarsa capacità di un networking professionale in modo intenzionale<br />
e strategico. Spesso le donne tessono relazioni nel privato e non lo fanno invece in campo<br />
professionale. Le relazioni sono un modo di costruire potere, alleanze e tutto ciò che supporta il<br />
raggiungimento degli obiettivi. Senza un buon network, è noto, si è tagliati fuori dalle decisioni e<br />
dalle informazioni che contano. Ma anche: essere parte di un network professionale crea un<br />
legame psicologico forte col lavoro. le donne devono diventare resilienti anche nel contesto<br />
lavorativo. Il perseguimento del potere comporta anche sconfitte brucianti che arrivano dopo<br />
grandi sforzi. Alla lunga, vince chi non si fa scoraggiare e ricomincia, cioè chi pensa al prossimo<br />
gol e non a quello che ha appena subito. Ultimo impedimento, forse il più interessante, è quello<br />
relativo al “fare squadra”; pensare di cambiare le dinamiche del potere senza una squadra<br />
compatta è un’idea che non tiene conto, appunto, delle dinamiche di potere. Se oggettivamente vi<br />
sono delle difficoltà, queste risiedono innanzi tutto nel non riuscire, noi tutti, uomini e donne, ad<br />
inventarci nuove possibilità, percorrere strade a volte secondarie, più difficili e rischiose, ma di<br />
grande libertà e autonomia. E sebbene pure oggigiorno il “fare impresa” in Italia di fatto equivale a<br />
un’attività di equilibrismo in cui si è obbligati a barcamenarsi fra mille adempimenti burocratici e<br />
problemi nel disperato tentativo di ritagliarsi del tempo per il lavoro vero e proprio, oltremodo<br />
vessati da vincoli e tasse e con una situazione esterna che non favorisce flessibilità, creatività e<br />
innovazione, vero anche che il piangerci addosso non è da ritenersi uno degli atteggiamenti<br />
mentali fondamentali per un business fiorente e di successo. Se fare impresa oggi è davvero<br />
“un'impresa”: noi ripensiamo il modo di farla. Credo fermamente che sia fondamentale riscoprire il<br />
valore del fare economia, oggi ridotto a mera monetizzazione. Dobbiamo considerare che le<br />
risorse del pianeta non sono infinite e che il bene comune è parte integrante del sistema<br />
economico. Quelle che sono infinite, sono le nostre possibilità circa la capacità di ciascuno di noi di<br />
ripensare ad un nuovo stile di vita che ci allontani dalla seduzione del doverci innalzare al di sopra<br />
di tutti e tutto, al di sopra ed al di fuori dall’essenza di noi. Sta a noi svezzarci e renderci<br />
indipendenti, di sentirci liberi dai nostri autosabotaggi, dalle convinzioni che ci limitano.<br />
Soffitti a cielo<br />
aperto:<br />
qui-e-ora.<br />
L’uguaglianza nella<br />
differenza: casi<br />
virtuosi.<br />
Le mie donne<br />
Nella foto: Valeriana Mariani indossa una creazione di Giuseppe Perri. Hair Stilyst e<br />
Regia Giuseppe Fata, MakeUp Dario Caminiti. Sullo sfondo, una tre gigantesche opere<br />
scultoree dell'artista Paola Epifani, in arte Rabarama, collocate presso il Lungomare<br />
Falcomatà di Reggio Calabria: Trans-lettera (bronzo dipinto bianco/nero, 2000).<br />
www.donnaimpresa.com 27
Le mie donne<br />
IRENE<br />
La mia interlocutrice è Irene Pivetti. Una donna forte, schietta e determinata, quanto basta.<br />
Quanto basta per rendersi immediatamente conto che con lei le chance devi guadagnartele,<br />
a prescindere dal genere, a prescindere dallo status, a prescindere. E’ quel tipo di donna<br />
capace di essere un'amica sincera, ma all'occorrenza, anche una formidabile avversaria. Ha il<br />
carattere della leader, è combattiva, ma sa chinare la testa quando lo ritiene opportuno, e mai<br />
per remissività. Istintiva, ma non impulsiva, se viene provocata ha una lingua molto tagliente<br />
che può scegliere anche di non tenere a freno, poco le importa esser giudicata spregiudicata.<br />
Se la cava con un sorriso dolcissimo, dopo. Di quelli che ti portano a perdonarle anche il più<br />
audace dei commenti. Il più grande pregio di Irene ma anche il suo più grande difetto penso<br />
sia quello di cercare il lato migliore in ogni persona, e ciò sembrerebbe essere in palese<br />
contrasto con quanto espresso su di lei fino a questo momento, eppure non lo è. Riesce, con<br />
la sua imprevedibile dolcezza, a tirare fuori da ognuno, le cose più belle e a trovare il lato<br />
positivo in ogni situazione, fino a quando ovviamente non le si dia un valido motivo per<br />
abbassare la soglia della fiducia e della meraviglia e guardare la realtà delle cose, e delle<br />
persone, sulla base di criteri non manifesti, ma tangibili. E' una scelta morale. Irene Pivetti<br />
non è una donna che ha bisogno di presentazioni vista anche la notorietà per i trascorsi<br />
politici e l’impegno a favore della internazionalizzazione del made in Italy attraverso il<br />
progetto “Only Italia” di cui è Presidente e che ha catturato la leadership nel progetto di<br />
trasformazione globale, tuttavia ho voluto introdurre quanto ci appresteremo a leggere<br />
essenzialmente per due motivi: il primo, per vanità. Il fatto che abbia deciso di dare continuità<br />
ai nostri incontri mi fa sentire privilegiata. Non penso che sia così scontato piacerle. Il<br />
secondo è che, pur mantenendo un senso di ospitalità ammirevole ed un essere<br />
gradevolmente informale nell’atteggiamento e nella dialettica, anche più volte sconfinata in<br />
rapidi excursus che poco avevano a che fare con il leit-motiv dell’intervista ma che si sono<br />
resi indispensabili al fine della corrispondenza empatica, non si è sottratta dal dirmi che<br />
dovevo sacrificare il mio barocchesco pourparler arzigogolato e ridondante ad un<br />
interloquire contemporaneo senza troppi fronzoli e imbellettamenti e dal farmi percepire, con<br />
lo sguardo qualcosa del tipo “… dai, che tanto ci siamo capite”. Il suo “... stringi stringi”<br />
proferito con un sorriso appena accennato mi è parso come qualcosa di particolarmente<br />
intimo, in quel momento avevamo compreso entrambe qualcosa di importante: lei poteva<br />
sentirsi libera di esprimere la sua necessità a congedarmi anche frettolosamente vista<br />
l’agenda che le imponeva ritmi faticosissimi sulla consapevolezza che io non mi sarei offesa.<br />
Ci sono livelli di comprensione, più alta, dove le persone si incontrano. Oppure no. Che dire<br />
ancora: credo che nella vita avere una passione, un obiettivo per cui lottare, forza di volontà,<br />
crederci ed essere determinati, mettersi in gioco, siano gli ingredienti di una formula magica<br />
per ottenere risultati stra-ordinari ma che a prescindere dall’obiettivo (che sia nello sport, nel<br />
lavoro piuttosto che nella vita di tutti i giorni), l’unica cosa che davvero ci renda tali sia il<br />
chiederci cosa merita i nostri sacrifici e come possiamo rendere speciale la nostra vita e<br />
quella degli altri. Il resto è tempo perso. Scuse, alibi, chiacchiere, alienazione. Centrarci<br />
dunque, riportando dentro di noi le scelte e la responsabilità dei risultati è l’unico modo di<br />
trovare tutto ciò di cui abbiamo bisogno; i grandi uomini della storia d’altronde non avevano<br />
risorse economiche, avevano situazioni culturali spesso avverse, avevano tutti contro, erano<br />
spesso derisi. Cartesio, Leonardo da Vinci, Newton, Tesla, <strong>Marco</strong>ni, Lincoln, Ghandi,<br />
Churchill, Madre Teresa, Steve Jobs, Harley e Davidson, Bill Gates, e ne potremmo citare<br />
decine o centinaia. Tutti accomunati da qualcosa, quel qualcosa che noi chiamiamo<br />
passione, volontà, vision e determinazione incrollabile. Certo, anche dal genio. Non di meno,<br />
il considerarsi parte di un universo in cui "esistere" sulla base del rispetto delle diversità<br />
biologiche e culturali ma soprattutto sul credere fermamente che ogni loro azione potesse<br />
fare la differenza. Invece di passare il tempo a spiegare perché oggi è così difficile<br />
raggiungere un traguardo, perché non si possono fare certe cose, perché “era meglio<br />
prima”… chiediamoci quanta, della nostra passione mettiamo in campo, quanto siamo<br />
disposti a dare di noi e cosa possiamo fare per fare la differenza ogni giorno, per rendere<br />
migliore noi stessi, il nostro lavoro e l’ambiente intorno a noi.<br />
PIVE TTI<br />
ORGANIGRAMMA " ONLY ITALIA"<br />
* Presidente: Irene Pivetti<br />
* Vicepresidente: Biagio Cerrato<br />
* Amministratore: Stefania Villa<br />
* Organo di valutazione: Michele Di Franco . Donato Nitti<br />
Fernando Memoli<br />
* Presidente Only Italia Academy: Elisabetta Amore<br />
* Segreteria e Ufficio Stampa Antonella Pitrelli info-press<br />
06.68408111 ufficiostampa@irenepivetti.it<br />
www.only-italia.it<br />
www.donnaimpresa.com 29
A partire dal suo inizio nel 2007, la crisi economica<br />
mondiale ha rischiato almeno tre volte di sfociare in un<br />
crollo totale: nell’autunno del 2008, dopo il fallimento di<br />
Lehman Brothers e il panico sui mercati finanziari, nei<br />
primi mesi del 2009, appena prima del varo del primo<br />
quantitative easing e, di nuovo, a cavallo tra il 2011 e il<br />
2012, all’apice della crisi del debito in Europa. Le<br />
politiche “tappabuchi” avviate in ciascuna di tali occasioni<br />
hanno evitato il blocco totale dei mercati finanziari, e<br />
quindi anche del sistema economico mondiale, che<br />
avrebbero portato a scenari da terza guerra mondiale.<br />
Ma nonostante le iniezioni senza precedenti di liquidità, e<br />
un periodo mai così protratto di interessi reali a zero,<br />
l’economia, dopo più di cinque anni di crisi, continua a<br />
essere moribonda in Europa, stagnante in termini reali<br />
nella maggior parte del resto del mondo e in forte<br />
rallentamento nei paesi emergenti. I responsabili delle<br />
politiche economiche mondiali non si sono finora<br />
distaccati dagli strumenti politici che sono un dogma del<br />
neoliberismo: la politica monetaria intesa come<br />
toccasana per ogni problema, l’austerità fiscale mirata in<br />
primo luogo a diminuire l’incidenza del costo della<br />
manodopera su quello complessivo di produzione. Il<br />
quadro che abbiamo tracciato qui sopra, pur limitandosi<br />
agli sviluppi degli ultimi mesi, parla chiaramente di una<br />
situazione globale costantemente esposta al rischio di un<br />
crollo e che nel migliore dei casi porterà solo al vicolo<br />
chiuso di una lunga stagnazione. L’incapacità del potere<br />
politico ed economico di andare al di là della ripetizione<br />
automatica dei vecchi modelli, così come l’inefficienza<br />
delle sue azioni, sono ormai evidenti da lungo tempo e la<br />
sfiducia che generano in tutto il mondo è senz’altro uno<br />
dei fattori che hanno portato negli ultimi due anni milioni<br />
di persone a protestare a livello globale nelle forme più<br />
varie e nei paesi più disparati. Quella che sta gestendo la<br />
crisi non è più semplicemente una burocrazia, ma è<br />
diventata una vera e propria “bancarottocrazia”, come la<br />
ha definita giustamente l’economista greco Yanis<br />
Varoufakis. Fra vecchie classi dirigenti che continuano a<br />
fare il loro canto del cigno nonostante lo stato vegetativo<br />
(a voler essere ottimisti) in cui soggiace la comunità<br />
internazionale e le nuove leadership che stanno<br />
avanzando prepotentemente, qualcuno in Italia, sulla scia<br />
del “Poveri ma belli” il titolo di un vecchio film di Dino Risi<br />
che ha simboleggiato la storia del costume italiano, ha<br />
pensato di cogliere opportunità commerciali in un<br />
continente, quello asiatico, intenzionato a scrollarsi di<br />
dosso lo status di “catena di montaggio”. Lo sfruttamento<br />
delle opportunità commerciali attraverso un uso efficiente<br />
delle risorse è di fatto al centro della missione odierna in<br />
Cina proposta da Only Italia il cui obiettivo generale è<br />
promuovere la crescita e la competitività dell'industria<br />
italiana valorizzando meglio le potenzialità di crescita dei<br />
paesi terzi, nella fattispecie l'economia in espansione<br />
della Cina. La missione intende inoltre rafforzare la<br />
cooperazione economica e aiutare le imprese italiane ad<br />
accedere al mercato cinese sulla base di nuove priorità<br />
della politica cinese che puntano sul benessere della<br />
popolazione (negli ultimi anni si è parlato anche di<br />
“felicità”), sull'assoluta priorità da dare al rafforzamento<br />
dello sviluppo sociale. La vecchia concezione di vita va<br />
via via disperdendosi dunque, anche con un certo senso<br />
di fallimento rispetto a quello che non è riuscita ad<br />
ottenere: l'inquinamento e la devastazione ambientale<br />
sono cresciuti a livelli mostruosi, il gap dei redditi è<br />
diventato uno dei più gravi del mondo, la corruzione non<br />
è stata per nulla abbattuta ed è diventata uno dei<br />
problemi più gravi che minacciano la legittimità del<br />
partito. Da questo punto di vista la leadership uscente<br />
lascia una Cina che è cresciuta enormemente ma nella<br />
quale sono anche cresciuti enormemente i problemi:<br />
un'eredità grandiosa e al tempo stesso terribile alla<br />
nuova leadership che adesso dovrà prenderla in mano.<br />
Ciò nonostante, secondo diversi economisti cinesi,<br />
mentre gli Stati Uniti sono stati danneggiati seriamente<br />
dall’inizio della crisi, in Cina lo scenario negativo sta<br />
svolgendosi più lentamente, dando in questo modo al<br />
governo e al settore industriale di sviluppare una<br />
strategiadimercatopiùeffettivaealungo termine.<br />
Only Italia: progetto di<br />
promozione del made in<br />
Italy nato su iniziativa di<br />
Irene Pivetti che si è<br />
fatto strada nel mercato<br />
del Drago.<br />
L’obiettivo è quello di fornire un modello di<br />
business che permette alle aziende<br />
italiane di ottenere visibilità. Non più<br />
aziende italiane che si affacciano<br />
impreparate su un mercato sconosciuto,<br />
dunque, bensì un sistema che mette a<br />
disposizione le competenze di un team di<br />
esperti italiani e cinesi che uniscono le<br />
forze per lanciare in Cina prodotti italiani.<br />
Il criterio per partecipare? Prodotti italiani<br />
al 100%.<br />
Cito testualmente, Irene “La missione di Only Italia è cavalcare la<br />
crisi per trasformarla in opportunità capovolgendo le logiche<br />
conservative e le strategie giocate in difesa a favore di un<br />
approccio efficace ed aggressivo ai mercati emergenti e<br />
abbandonando l'idea che essi rappresentino una minaccia per<br />
concorrenza spesso sleale. L'export del Made in Italy in Cina è<br />
un'opportunità di crescita per le aziende della rete”. Opportunità<br />
concrete di internazionalizzazione, dunque ...<br />
Si. La nostra è una missione che rientra nella serie delle "Missioni per<br />
la crescita" finalizzate ad aiutare le imprese italiane, in particolare le<br />
piccole e medie imprese, ad accedere e trarre profitto dal mercato<br />
asiatico, ed in particolare cinese, nonché approfondendo la<br />
cooperazione politica bilaterale in diversi settori al fine di incentivarne<br />
sviluppo e la competitività. Only Italia raccoglie ricerche, analisi di<br />
rischio e previsioni nel breve-medio periodo sul continente asiatico e<br />
sulla Cina, e risponde all’esigenza di fornire uno strumento alle<br />
imprese italiane che si affacciano su quei mercati, che stanno<br />
valutando le strategie d’ingresso oppure che sono già presenti con<br />
investimenti e che necessitano perciò di informazioni aggiornate e di<br />
prospettiva sulla politica, l’economia, il business environment e le<br />
opportunità legate all’ambiente ed alle energie pulite, al settore<br />
sanitario, alimentare e bevande, macchinari, automotive, retail e<br />
distribuzione, beni di lusso, chimico. L’originalità - e qui sta il nostro<br />
più incisivo contributo - è che si tratta di un rapporto di carattere<br />
previsionale, non una mera fotografia dello status quo. Tuttavia,<br />
l’osservazione di tendenze storiche ed una solida conoscenza del<br />
contesto attuale ci hanno consentito di sviluppare e proporre gli<br />
scenari qui esposti. Fino a poco tempo fa la Cina rappresentava<br />
soprattutto una piattaforma di produzione, approvvigionamento ed<br />
esportazione, oggi è sempre più rilevante quale fonte di investimenti<br />
diretti esteri e per il fatto che vi risiede una popolazione dinamica ed<br />
imprenditoriale che rappresenta un quinto del pianeta ed ha la<br />
possibilità di studiare, viaggiare, investire e lavorare all’estero.<br />
Altro grande elemento di novità che offriamo è la possibilità di testare i<br />
prodotti: il feedback è immediato, i clienti toccano con mano il<br />
prodotto e, in base alle vendite, capiamo anche quali sono i loro gusti.<br />
Nel contempo, le location particolari di cui disponiamo, facilmente<br />
raggiungibili da ogni angolo della Cina, permettono di attrarre gli<br />
operatori commerciali, i buyer. Le aziende italiane aderenti hanno la<br />
possibilità di vendere il proprio prodotto, adeguatamente<br />
sponsorizzato, in grandi corner multimarca dedicati presso grandi<br />
catene di distribuzione, prime per importanza in Cina e tra le più<br />
rinomate a livello mondiale.<br />
Con quale criterio selezionate le vostre aziende?<br />
I criteri di selezione sono sostanzialmente due: i prodotti devono<br />
essere retail e made in Italy al 100%. Parliamo principalmente di<br />
moda, gioielleria e bigiotteria, cosmetici e anche di gastronomia.<br />
Inoltre, quando l'azienda ci propone i suoi prodotti, noi chiediamo un<br />
feedback sulla base della valutazione visiva del prodotto e sulla fascia<br />
di prezzo direttamente, aiutando in questo modo la società a puntare<br />
su determinati prodotti piuttosto che altri.<br />
Promozione dei brand italiani, dunque, ma sono solo marchi di<br />
lusso?<br />
Noi miriamo a quel target che è rappresentato dal numero sempre<br />
crescente di cinesi che ambiscono al prodotto italiano, non<br />
necessariamente rappresentato da marchi noti. Non parliamo quindi<br />
di lusso nel senso stretto del termine, quanto piuttosto di prodotti di<br />
qualità e di fascia medio-alta.<br />
Perché la Cina è così interessata al made in Italy?<br />
Il Made in Italy ha un forte appeal sul consumatore cinese e ciò vale<br />
anche per cibo e vino, prodotti evocativi dello stile di vita italiano,<br />
sebbene ancora percepiti principalmente come status symbol.<br />
Fortunatamente, in Italia abbiamo ancora la capacità di far percepire<br />
all'estero il pregio dei nostri prodotti. Oggi, per il consumatore di<br />
fascia medio-alta cinese, il prodotto made in Italy è sinonimo<br />
innanzitutto di qualità, ed in secondo luogo è evocativo di un certo<br />
stile di vita, quello europeo, che ha il fortissimo potere di attrarre<br />
clienti. Dei nostri prodotti agro-alimentari i cinesi apprezzano in modo<br />
particolare le garanzie relative alla sicurezza alimentare, assicurate<br />
dalla normativa italiana in materia. E', questo, un tema molto sensibile<br />
in un paese in cui si sono verificati scandali relativi a casi di<br />
intossicazione e contraffazione alimentare che hanno avuto una forte<br />
risonanza nell'opinione pubblica. Altro aspetto molto importante per i<br />
cinesi è l'autenticità, che noi possiamo garantire in quanto lavoriamo<br />
a diretto contatto con i produttori, accorciando pertanto la filiera e<br />
Li Jianping e Irene Pivetti, nominata Presidente di Italy China Friendship Association.Giugno 2013<br />
“Finalmente<br />
scesa dal “banco<br />
degli accusati”,<br />
l’industria cinese è<br />
passata dalla<br />
copia alla cultura<br />
del branding,<br />
investendo in<br />
innovazione<br />
tecnologica e<br />
scegliendo di<br />
competere sui<br />
mercati di alta<br />
gamma. Il<br />
Florentia Village:<br />
outlet a nord di<br />
Pechino con le<br />
grandi firme della<br />
moda italiana in<br />
una città<br />
immaginaria che<br />
riproduce un finto<br />
Colosseo, finte<br />
case fiorentine e<br />
finti canali<br />
veneziani, lo<br />
dimostra.”<br />
selezionando le produzioni migliori e più adatte al mercato cinese, sia<br />
nella fascia entry level sia nell'alto di gamma.<br />
Altri progetti di promozione dei marchi italiani in Cina sono falliti.<br />
Qual è stato il vostro punto di forza?<br />
Nel nostro progetto sono presenti tre importanti elementi di<br />
innovazione. Il primo è che Only Italia ha un network fortemente<br />
integrato con le strutture governative e con i canali commerciali della<br />
Repubblica Popolare Cinese. Potrà sembrare meno “eroico” agli<br />
imprenditori italiani, però funziona. Altro punto di forza è che siamo<br />
consapevoli del fatto che il made in Italy ci difende bene, ma non è il<br />
caso che ce ne stiamo seduti sugli allori: è assurdo pensare che il<br />
made in Italy in Cina “si vende da solo”, per così dire… c'è bisogno di<br />
un marketing specifico per quel mercato, i consumatori cinesi<br />
vogliono il prodotto italiano nella sua unicità, o piuttosto un prodotto
prodotto italiano adattato alle caratteristiche del mercato cinese.<br />
Sarebbe un grave errore per l’azienda italiana pensare che i propri<br />
prodotti avranno successo solo perché di qualità. Pensiamo ad un<br />
aspetto banale, ma fondamentale, come le taglie: abbiamo assistito alle<br />
difficoltà di eccellenti aziende italiane produttrici di scarpe che non<br />
vendevano perché la forma dei piedi dei cinesi è diversa, o piuttosto<br />
perché i tagli degli abiti mal si adattavano alla conformazione fisica della<br />
popolazione. Spesso abbiamo difficoltà a far capire alle aziende italiane<br />
che c’è sempre da fare un lavoro di marketing: il made in Italy è la spinta<br />
iniziale, ma il prodotto va adattato secondo il gusto del consumatore<br />
finale. E’ dunque questo “fare sistema” aggregando produttori che<br />
offrono una selezione delle eccellenze Made in Italy con la<br />
consapevolezza che per affrontare un mercato enorme e complesso<br />
come quello cinese la strategia vincente sia fare massa critica, ovvero<br />
unire le forze e presentarsi compatti piuttosto che disperdere energie e<br />
risorse procedendo per tentativi da parte di tanti singoli produttori, a<br />
decretare le sorti di questo nostro progetto. Terzo punto di forza è<br />
rappresentato dalla piattaforma di penetrazione commerciale che si<br />
avvale di proprie licenze di importazione e distribuzione, in modo da<br />
poter controllare l'intera filiera al fine di arrivare competitivi sul mercato, e<br />
di uffici, show room, punti vendita (la rete di vendita Only Italia ha a<br />
disposizione 9.000mq di aree adibite all'esposizione di abbigliamento e<br />
fashion Made in Italy ed una logistica integrata basati in Cina e gestiti da<br />
management italiano). La nostra rete commerciale, attualmente in via di<br />
ulteriore potenziamento, si rivolge a ricerca, distribuzione, retail al fine di<br />
offrire un paniere di prodotti quanto mai vario e rappresentativo del Made<br />
in Italy e privilegiando produzioni dall'eccellente rapporto qualità-prezzo<br />
e che possano quindi essere competitive nel mercato cinese.<br />
E’ appena rientrata da una missione in Cina, dove ha presentato il<br />
Global Fashion Design Center. Di cosa si tratta?<br />
Global Fashion Design Center sarà un grande spazio interamente<br />
dedicato a Design, Fotografia, Moda, Nuove Tecnologie, tutto all’insegna<br />
del Made in Italy, che nascerà all’interno del Feng Jing Shopping Center,<br />
distretto commerciale alle porte di Shanghai, città simbolo del<br />
vertiginoso sviluppo dell’economia cinese. Lo abbiamo presentato in<br />
Cina lo scorso 11 gennaio, con una conferenza stampa e un Gala che<br />
hanno riscosso molto successo, sia con gli investitori che con i media<br />
cinesi. GFDC rappresenta la prima pietra di un disegno molto ambizioso:<br />
creare una solida partnership tra imprese italiane e cinesi finalizzate alla<br />
promozione del Made in Italy. Il progetto nasce dalla collaborazione tra<br />
Only Italia, ZonFA Commercial Management Group, importante gruppo<br />
cinese, e Firmati & Griffati. Sono particolarmente orgogliosa di avere<br />
avuto il sostegno del Consolato Italiano di Shanghai e dell’ICE. La<br />
delegazione italiana di Only Italia era costituita da Maurizio Riccardi,<br />
AGR Press e Archivio Riccardi; Carmine Marinucci, General Secretary di<br />
AICI, Italian Institute of Culture Association; Flavio Corradini, Rettore<br />
Università di Camerino; Raoul Carbone, presidente di VIGAMUS The<br />
Video Game Museum of Rome. Una Delegazione importante, composta<br />
da esponenti del mondo dell’Impresa, della Comunicazione e delle<br />
Università italiane, che curerà i vari progetti del Global Fashion Design<br />
Center, che saranno divisi in tre grandi aree: Fashion School and<br />
Laboratories; Photography Laboratory & Museum; Fashion Videogame<br />
Museum. Una sfida che mi entusiasma e che rappresenta una bella<br />
occasione di promozione per le imprese italiane che aderiranno al<br />
progetto.<br />
Sappiamo che il Made in Italy per i consumatori cinesi rappresenta<br />
un vero oggetto del desiderio: sinonimo di Moda, Eccellenza,<br />
Lusso. Cos’è per Irene Pivetti il lusso?<br />
«Il vero lusso è la cultura e soprattutto la cultura del bello. Le nostre città<br />
moderne sorgono sopra e accanto ad edifici di 2500 anni fa. Uno<br />
studente italiano va a scuola in metropolitana passando sotto al nostro<br />
magnifico Colosseo. Una signora italiana fa shopping in mezzo a palazzi<br />
del 1500, non solo a Roma, a FirenzeoaVenezia, ma nelle oltre 200<br />
città d’arte d’Italia. Dall’arte antica viene la nostra cultura del bello, non si<br />
può capire Versace senza conoscere i templi della Magna Grecia, non si<br />
può capire Prada senza conoscere i disegni di Leonardo da Vinci. Per<br />
me la sfida del Global Fashion Design Center è questa: portare la<br />
cultura dell’Italia, un paese dove il bello viene dalla Storia, nel paese più<br />
moderno del mondo, la Cina, dove il bello fa sempre pensare al futuro».<br />
Irene Pivetti con Chen Denghua, Presidente Shanghai<br />
ZONFA Electric Group<br />
Irene Pivetti con Eugenia Palagi<br />
del Consolato Italiano di Sganghai,<br />
Elisabetta Merlino dell'ICE e parte<br />
della delegazione Only Italia<br />
Irene Pivetti con Merlino dell'ICE e la<br />
delegazione italiana a Shanghai<br />
C. Marinucci, M. Riccardi,<br />
Irene Pivetti<br />
Richard Ding, F. Corradini.<br />
Nella foto: Irene Pivetti firma ad Hong Kong l'accordo di collaborazione con<br />
Mr. Lin Zhuoyan, Presidente di China Infrastructure Group".<br />
di Antonella Pitrelli responsabile comunicazione" Only Italia"<br />
e<br />
Only Italia China<br />
Infrastructure<br />
Group firmano una<br />
partnership per portare in<br />
Cina i brand italiani della<br />
moda<br />
Il27 marzo 2014 èstatofirmatoaRomaunimportanteaccordotraOnly Italia<br />
e China Infrastructure Group (International) Limited, finalizzato alla<br />
distribuzione in Cina di brand italiani della moda. La conferenza stampa, cui<br />
saranno presenti Mr. Lin Zhuoyan, Presidente di CG.Intl. LTD e Irene Pivetti,<br />
Presidente di Only italia, si terrà presso l' Auditorium del Museum Ara Pacis.<br />
Only Italia è da anni impegnata a promuovere e distribuire in Cina le imprese<br />
italiane dei più svariati settori merceologici (dalla moda all’enogastronomia,<br />
dall’arredamento al settore del lusso), di cui garantisce e certifica, con il suo<br />
marchio registrato, la qualità e la produzione originale Made in Italy.<br />
China<br />
Infrastructure Group è un importante Gruppo cinese e internazionale, con<br />
base ad Hong Kong, attivo nel settore immobiliare, dell’energia, delle<br />
infrastrutture, che ha deciso di investire nella realizzazione di grandi centri<br />
commerciali, a partire dalla provincia del Guangdong . "Si tratta di un accordo<br />
importante per il nostro Made in Italy. Sono molto orgogliosa di avviare una<br />
partnership con un grande gruppo cinese che vuole investire in Italia, in un<br />
progetto come Only Italia che ha da sempre l’obiettivo di promuovere il made<br />
in Italy, il modo italiano di fare impresa e di creare beni di consumo, brand, ma<br />
anche arte e cultura. La collaborazione con China Infrastructure Group è<br />
finalizzata alla distribuzione e vendita di brand italiani della moda nei loro<br />
grandi centri commerciali in via di costruzione in Cina. Questo accordo –<br />
continua Pivetti - è dunque il coronamento della pluriennale attività di Only<br />
Italia, per l'internazionalizzazione delle imprese italiane in Cina, la distribuzione<br />
dei loro prodotti su un mercato in fortissima crescita, e la promozione del<br />
Sistema Italia".<br />
www.donnaimpresa.com 33
sono con noi:<br />
Camera<br />
Regionale<br />
della<br />
Moda<br />
Calabria<br />
GALLUCCI<br />
MONTEURANO<br />
Only Italia<br />
and China<br />
Infrastructure<br />
Group sign a<br />
partnership<br />
to bring Italian fashion<br />
brand in China<br />
Irene Pivetti ( photo) firm to Hong Kong the partnership with Mr. Lin Zhuoyan, President of China Infrastructure Group".<br />
On March 27, 2014 has been signed in Rome an important agreement between Only Italia and China Infrastructure<br />
Group (International) Limited, finalized to the distribution in China of Italian fashion brand. The press conference,<br />
which will be featured Mr. Lin Zhuoyan, President of CG.Intl. LTD and Irene Pivetti, President of Only Italia, will be<br />
held Auditorium Museum of the Ara Pacis. Only Italia has been working for years to promote and distribute in China<br />
Italian enterprises of various sectors (from fashion to wine, from furnishing to the luxury sector), of which warrants and<br />
certifies, with its registered trademark, the quality and the original production made in Italy. China Infrastructure<br />
Group is an important international and Chinese Group, based in Hong Kong, active in real estate, energy,<br />
infrastructure, who has decided to invest in the construction of large shopping malls, starting from Guangdong<br />
province. "This is an important agreement for our Made in Italy. I am very proud to start a partnership with a major<br />
Chinese group that wants to invest in Italy, in a project like Only Italia that had always the aim of promoting the Made in<br />
Italy, the Italian way of doing business and to create consumer goods, brand, but also art and culture. The<br />
collaboration with China Infrastructure Group is finalized the distribution and sales of Italian fashion brand in their large<br />
shopping centers in China. This agreement - continued Pivetti - is therefore the crowning of many years of activity of<br />
Only Italia, for the internationalization of Italian companies in China, the distribution of their products in a market in<br />
strong growth, and the promotion of the Sistema Italia".<br />
Irene Pivetti e il suo staff in riunione con i partner cinesi di China Infrastrcture Group presso la sede Only Italia di Roma<br />
Bruzzese<br />
1870<br />
stILE D’EpOCA<br />
MARINELLI SRL (Mc)<br />
MADE IN ITALY<br />
dove siamo:<br />
sono stati con noi:<br />
Feber<br />
ASSEMBLAGGIO FONDI E LAVORAZIONE CALZATURE<br />
Studio Leasing<br />
Villa Cesarina<br />
OMEGA:MODEL<br />
FERMO<br />
Camere di Commercio<br />
d'Italia<br />
Presidenza del Consiglio dei Ministri<br />
Dipartimento per le Pari Oppurtunità<br />
O.M.M.<br />
Accademia di BelleArti Fidia<br />
<strong>DONNA</strong><br />
<strong>IMPRESA</strong><br />
magazine<br />
www.donnaimpresa.com<br />
ITALIAN CHAMBER OF COMMERCE<br />
AND INDUSTRY in australia inc.<br />
Assocamerestero<br />
Associazione delle Camere<br />
Italiane all'Estero<br />
<strong>DONNA</strong><strong>IMPRESA</strong><br />
magazine<br />
Consiglio dell’Ordine Nazionale<br />
dei TecnologiAlimentari<br />
International Association Women<br />
Entrepreneurs and Business Leaders<br />
Employment, Social Affaire & Equal<br />
Opportunities<br />
since 2005<br />
PREMIERE<br />
Federazione Nazionale dei<br />
Cavalieri del Lavoro<br />
RADIO<br />
J ack<br />
XING<br />
Presidenza della Repubblica ENIT ente nazionale del turismo EMIRATI ARABI UNITI<br />
Ministero degli Affari Esteri<br />
IDI<br />
Istituto Diplomatico<br />
Internazionale<br />
...iveriviaggi<br />
tornanoconvoi<br />
Via Tintoretto, 7 ss16 _ 63013 Grottammare (AP) - T. 0735 632622 - F.0735 730238 - web: www-estorilviaggi.it Mail:info@estorilviaggi.it
RONCACCI<br />
MARZIA<br />
Marzia Roncacci conduttrice televisiva nel programma del mattino Tg2 Insieme in onda su RAI 2 dalle 10.00 alle 11.00 è<br />
anche alla conduzione della rubrica storica del Tg2 " Costume e società " in onda dal lunedì al giovedì alle 13.30.<br />
Cito testualmente: “nasce a Roma, si laurea in lettere e<br />
filosofia e in geografia alla Sapienza di Roma, insegna al<br />
liceo, è docente in dizione, oltre all'inglese, impara la lingua<br />
araba. Giornalista professionista, cresce in radio come<br />
inviata e conduttrice delle news di RDS, gavetta maturata<br />
anche in tv, giornali locali e nazionali. Autrice di programmi,<br />
passa in Tv, a Rai Due, poi al Tg2 dove lavora nella<br />
redazione di Costume e Società, Medicina 33, e ancora nella<br />
redazione Interni, Esteri. Da qualche anno nella redazione<br />
Economico-sindacale, in cui lavori tanto a tutto tondo: il<br />
direttore Marcello Masi d'accordo con il caporedattore Mauro<br />
Lozzi sono attentissimi a tutte le problematiche reali del<br />
nostro paese che in questo periodo non sono poche e<br />
tantomeno da sottovalutare. Inoltre conduce Tg2 Insieme e<br />
Tg2 Costume e Società. Molte le Storie raccontate per Tg2<br />
Storie. Vince il premio "Media Price 2009", e il premio per la<br />
"Comunicazione e Salute 2010" da parte della federazione<br />
diabete giovanile. Ama la vita e crede nel motto: volere è<br />
potere". Quello che non è stato ancora detto è che Marzia è<br />
reduce di un riconoscimento importantissimo: il Premio<br />
Personalità Europea 2013 e che è, non solo bravissima nella<br />
sua professione, ma anche straordinariamente bella e<br />
simpatica. Bellezza, dovuta precisazione da parte mia, non<br />
stereotipata su quei canoni oramai desueti della avvenenza<br />
fisica senza personalità. Diciamo pure che l’una, sostanzia, o<br />
meglio, dà senso all’altra. Palese che chi svolga una<br />
professione come la sua, debba occuparsi anche<br />
dell'estetica, ma ciò non equivale al dire di lei che questo la<br />
allontani dal prendersi cura della propria interiorità con la<br />
stessa tenacia con cui ci si impegna nella cura del proprio<br />
corpo. Che gli occhi siano lo specchio dell’anima è dato<br />
oramai assodato, e dunque se così è, non posso lesinare<br />
parole di lode, che lungi dall’essere una sorta di opera<br />
celebrativa, sono però significative ai fini del difendere una<br />
sacrosanta verità: ovvero quanto sia determinante, ai fini<br />
della seduzione, l’imparare a conoscersi, a coltivare le<br />
proprie qualità ed a potenziare al meglio le attitudini, a<br />
misurare l'espressività, ad arricchirsi di esperienze<br />
costruttive, dirette ed indirette, ad ampliare i propri orizzonti e<br />
rapportarsi con la realtà attivando le risorse che ciascuno di<br />
noi ha nella sua cantina. E' l'idea, costruita sulla base del<br />
proprio vissuto, che ciascuno di noi ha di se stesso; è quello<br />
cioè che ciascuno di noi crede di essere e di valere e che<br />
determina il rapporto con noi stessi e conseguentemente con<br />
gli altri. La base del fascino è sempre la Personalità... ed i<br />
bei manichini non hanno fascino neanche se hanno le<br />
sembianze di Davide o di Venere.<br />
Le mie donne<br />
" Costume e società" è stato in<br />
assoluto il primo magazine<br />
televisivo in Italia, una specie di<br />
settimanale quotidiano dedicato<br />
agli approfondimenti e alle notizie<br />
di attualità.<br />
www.donnaimpresa.com 37
Grazie all'esperienza ormai decennale del<br />
suo staff costituisce oggi una sorta di terza<br />
pagina filmata del principale quotidiano del<br />
tg2, ovvero il TG2 delle 13,00. Parte<br />
integrante del circuito della comunicazione<br />
culturale del servizio pubblico, è oggi in testa<br />
alla classifica degli indici di ascolto, ciò<br />
grazie alla variegata offerta di tematiche ed al<br />
dinamismo della sua conduttrice Marzia<br />
Roncacci, capace di confrontarsi con viva<br />
intelligenza con le sfide politico-culturali del<br />
Paese e sviluppando visioni innovative per<br />
un mondo in maggiore armonia e<br />
conseguentemente più umano, che<br />
contempli la bellezza quale elemento<br />
essenziale della nostra crescita morale ed<br />
economica. Ampi spazi vengono dedicati al<br />
merito inteso come leva del progresso<br />
sociale e civile, in altri termini, alle cosiddette<br />
“eccellenze” consapevole che valorizzare i<br />
migliori in tutti i campi è giusto e soprattutto<br />
necessario, perché la società di oggi e quella<br />
che domani sarà dei nostri figli ha bisogno di<br />
eccellenti professionisti, imprenditori,<br />
politici, tecnici, scienziati, studiosi; e non<br />
solo perché operino al meglio ciascuno nel<br />
proprio settore, ma anche perché con la loro<br />
azione, con il loro esempio, con i loro scritti,<br />
con il loro insegnamento trasmettano alle<br />
nuove generazioni, al più alto livello<br />
possibile, il nostro patrimonio culturale. Non<br />
di meno attenta l'indagine sul significato di<br />
identità che è la radice della nostra esistenza,<br />
la radice della nostra vita. Dove abita il cuore,<br />
coperto d’emozione e d’innocenza. D’attese<br />
e di ricerche. Di parole e di tempo. L’identità<br />
è un passaggio d’uomini e di virtù, un tempo<br />
di ricordi e di conquiste, un luogo infinito di<br />
conoscenza verginale e passionale,<br />
pascolato, giorno dopo giorno, da poeti e<br />
non. L’identità è il saluto d’una madre dal<br />
balcone di casa, nel bagliore del giorno che<br />
nasce, per il figlio che vola lontano, per un<br />
semplice tozzo di pane; è il triste inventario<br />
di volti che hanno vissuto mille momenti di<br />
vita. L’identità è tormento e responsabilità,<br />
disperazione e convincimento, passione e<br />
commiserazione. Questo racconta Marzia, e<br />
molto altro ancora. Racconta di che cosa sia<br />
un giorno dinnanzi all’eternità. E cos’è<br />
l’eternità innanzi ai nostri occhi: sacco mai<br />
colmo di giorni, un’invenzione dei giorni,<br />
degli attimi, degli anni, di quella minuziosa,<br />
metodica, sistematica collezione di tempi che<br />
chiamiamo Storia. E racconta di memoria,<br />
quel vecchio scantinato del tempo,<br />
impolverato, imbiancato, dal puzzo a volte<br />
asfittico di muffa. Ma i tempi, si sa, si nutrono<br />
di fatti di misfatti e di disfatti; volano leggeri<br />
o si schiantano addosso, macigni,<br />
all’umanità, ed in ogni caso, vanno. Ciò che<br />
resta è l’umanità, schiacciata o sublimata,<br />
che esce dal vortice della storia come<br />
eternità, come riproposizione costante di sé<br />
stessa, coerente come una lastra di granito<br />
apposta sulle sue stesse spoglie mortali.<br />
Compito non facile raccontare la vita. Ma lei<br />
lo fa, ed anche benissimo. E non sono solo io<br />
a dirlo, ma tutti i milioni di persone che le<br />
consegnano fiducia a Marzia condividendo<br />
con lei il pranzo delle tredici.<br />
Un altro genere di<br />
comunicazione<br />
Inizio questa intervista a Marzia Roncacci<br />
con un ringraziamento. Un grazie che non è<br />
di maniera ma sincero, per avermi<br />
consegnato l’opportunità di toccare<br />
tematiche che sono proprie del nostro vivere<br />
contemporaneo. Intanto, va puntualizzata<br />
una tua dimensione caratterizzante, il<br />
buonsenso, che lungi dal divenire “senso<br />
comune”, testimonia altresì l'insieme<br />
dell’attenta valutazione utilizzata per valutare<br />
la realtà ed esprimere giudizi sui problemi<br />
della vita, mantenendo un atteggiamento<br />
equilibrato. E non è così scontato che<br />
avvenga. Ciò denota e sottolinea<br />
espressamente come, a livello di "buone<br />
pratiche", la rilevanza della responsabilità e<br />
serietà non si riversi solo nella tua attività<br />
professionale ma si riversi anche nella vita di<br />
tutti i giorni. Ravviso in te una donna in<br />
ricerca; una donna che si pone<br />
continuamente problemi, dominata da una<br />
azione intellettuale interiore che si supera<br />
continuamente. Aliena da dogmatismi, da<br />
rischiosi trapianti di credenze nella<br />
esperienza erudita, ami fortificarti nell’umile<br />
approccio con gli altri, misurando sempre le<br />
le personali conclusioni alla luce della<br />
inesauribile ricchezza di messaggi<br />
provenienti da tutto quanto ti sia intorno.<br />
Parole (e intuizioni) tutte da meditare,<br />
soprattutto oggi che il tempo di transizione in<br />
cui viviamo soffre di una rapidità convulsa,<br />
oggi in cui movimento e mutamento<br />
sembrano erodere vecchi edifici ormai<br />
cadenti senza però che se ne siano costruiti<br />
di nuovi. Per sordità? Per negligenza? Per<br />
pigrizia? Ai posteri l’ardua sentenza…<br />
Cosa significa essere donne, oggi, in un mondo globalizzato?<br />
Nel corso degli ultimi decenni la questione femminile ha dato vita ad<br />
un fervente dibattito di pensiero su molteplici aspetti, tra i quali spicca,<br />
per l’attualità che riveste, quello della conciliazione tra tempi di vita,<br />
tempi di lavoro, tempi di cura della famiglia. Dopo la richiesta iniziale<br />
di uguaglianza e non discriminazione per le donne, raggiunta grazie al<br />
riconoscimento di diritti ed opportunità fino a quel momento negate, il<br />
pensiero femminista si è sempre più focalizzato sulla considerazione<br />
dell’identità della donna in generale, delle sue peculiarità, dei suoi<br />
bisogni, del suo particolare sguardo sul mondo, tanto che dagli anni<br />
‘80 le rivendicazioni assumono una colorazione meno politica e più<br />
specificamente culturale. L’idea di fondo è che le donne siano<br />
portatrici di idee, valori, sentimenti, sensibilità, visioni del mondo che<br />
non possono essere oggetto di omologazione ed appiattimento per<br />
poter aderire al modello maschile. La capacità progettuale delle donne<br />
deve essere, e lo è stato in parte, riconosciuta garantendo loro,<br />
innanzi tutto, la libertà di gestire la propria vita tenendo conto dei loro<br />
bisogni e non rincorrendo un modello di efficienza legato meramente<br />
alla sfera produttiva. A distanza di più di trent’anni il concetto di<br />
“doppia presenza”, definisce ancora compiutamente il senso del<br />
percorso di vita di molte donne e dei problemi cui si trovano<br />
quotidianamente di fronte. La doppia presenza sta infatti ad indicare il<br />
duplice coinvolgimento ed impegno della donna a livello produttivo e<br />
riproduttivo, impegno che implica la messa in gioco di delicate<br />
strategie di equilibrio ed in ultima istanza comporta una compressione<br />
del tempo per sé. Tale duplice ruolo delle donne, conseguente alla<br />
loro entrata sul mercato del lavoro, porta direttamente con sé problemi<br />
legati alla necessità di conciliare i tempi delle due sfere, lavorativa da<br />
un lato e familiare dall’altro. La femminilizzazione del mercato del<br />
lavoro infatti, oltre che rappresentare il segno di un desiderio di<br />
realizzazione della donna anche al di fuori delle mura domestiche, un<br />
scelta di vita quindi, è divenuta anche un’esigenza economica forte,<br />
legata alla sopravvivenza del nucleo familiare. La conciliazione dei<br />
tempi delle donne non deve però essere considerata solo nel suo<br />
aspetto privato, legato alla qualità della vita, ma anche dal punto di<br />
vista economico, poiché una più adeguata utilizzazione delle risorse<br />
femminili inciderebbe sulla competitività del sistema produttivo nel suo<br />
complesso. Se negli anni ’70 il ruolo della donna era perlopiù ristretto<br />
a quello di moglie-madre consacrata al lavoro domestico senza<br />
percepire un salario, oggi la maggior parte delle donne, divise tra due<br />
fronti, è quotidianamente costretta a fare l’equilibrista per riuscire a<br />
conciliare esigenze diverse. Ecco, questo significa essere donne oggi.<br />
Fare bene il mestiere dell’operatrice dell’informazione e non solo<br />
della giornalista, equivale a...?<br />
Equivale all’indagare la contemporaneità attraverso una visione<br />
imparziale delle cause e dei fenomeni che ne caratterizzano la nuova<br />
fisionomia. Occorre guardare la realtà e non quella cosa edulcorata e<br />
immaginaria che scambiano per tale. Le ragioni del cambiamento<br />
sono molteplici e dunque quello che di saggio possiamo fare noi che<br />
lavoriamo nel campo dell’informazione, è il partire dall’esplorarne le<br />
cause coniugando i codici dell'interiorità con quelli della vita sociale,<br />
ed il conseguente “rivelarle” dimostrando come oramai sia necessaria<br />
una visione che si ponga sul crocevia dei saperi, sganciata<br />
dell’appartenenza ideologica. Null’altro che l’acquisizione della<br />
padronanza di strumenti critici e conoscitivi e di vivere<br />
responsabilmente un ruolo attivo in questa delicatissima fase storica,<br />
impersonando il compito di sincero reporter ad esempio. Il mondo sta<br />
scivolando verso un’involuzione preoccupante: tutto è minato, dalla<br />
coesione dei terreni ai DNA vegetali ed animali, dall’aria all’acqua,<br />
dall’esterno e dall’interno delle nostre menti. Che ognuno di noi<br />
accenda almeno una candela (benché sintetica) per mostrare il suo<br />
netto dissenso. E’ tempo di agire, ora.<br />
Uno stato di cose dal quale possiamo redimerci attraverso le<br />
nostre coscienze?<br />
Difficile dirlo ma possiamo, dobbiamo, augurarcelo. Certo è che è un<br />
nuovo capitolo della nostra storia… magari un passaggio obbligatorio,<br />
se visto nell’ottica della contemporaneità, ma il contraccolpo è stato<br />
molto grande. E’ grande… Quando la nostra tensione autocritica si<br />
assopisce, quando le difficoltà quotidiane sembrano sovrastarci,<br />
quando la realtà si rifiuta di combaciare coi nostri desideri, quando la<br />
passione lascia il posto all'abitudine, allora è comodo trasferire sugli<br />
oggetti, sugli strumenti le nostre responsabilità, e le nostre colpe.<br />
La famiglia ad esempio ha subito cambiamenti sconvolgenti,<br />
come tutta la società, e questo è innegabile…<br />
Sì, la famiglia il primo luogo ha subito metamorfosi tali fin quasi a<br />
trasfigurarsi da simbolo di stabilità a realtà instabile ed esplosiva.<br />
Quello che vedo, a prescindere dalla giustezza o meno, ovvio che io<br />
come d’altronde ciascuno di noi abbia le proprie impressioni al<br />
riguardo, è che le persone che si uniscono in matrimonio non sanno<br />
più mediamente perché stanno insieme. Vedo intorno a me unioni che<br />
si frantumano nell’arco di pochi mesi. Lo dico da conoscitrice degli<br />
strati più sottili della coscienza: non è moralismo. La famiglia viene<br />
troppo spesso sfoggiata come luogo di crescita e successo, come<br />
simbolo di solidità, unione e felicità ma a fare da contrapposto a<br />
queste immagini vengono diffuse notizie molto diverse: violenze, ed<br />
in taluni casi anche delitti, atti a punire ed autopunirsi, perché in molti<br />
casi il carnefice diventa vittima delle sue stesse violenze. La famiglia<br />
diventa teatro di negazione della vita, luogo in cui si consumano<br />
drammi violenti… e non sono pochi i casi di violenze tra coniugi o<br />
contro i minori. Le famiglie troppo spesso diventano, invece che luogo<br />
di rifugio, di sicurezza, veri e propri calvari che si dipanano attraverso<br />
gli anni delle liti familiari, attraverso lo spettro della separazione. Della<br />
rivendicazione, poi. Rivendicazione in cui i figli diventano troppo<br />
spesso il leit motiv, o se vogliamo, il terreno fertile sul quale<br />
combattere le proprie rivendicazioni, le personali frustrazioni… per<br />
farsi del male, insomma.. più o meno consapevolmente. E’ il non
tenere conto dell’altro, quello che mi spaventa oggi, neppure quando<br />
“l’altro” è il proprio figlio. Capita allora che da parte dei ragazzi vi sia la<br />
necessità di aggrapparsi a qualcosa che dia loro sicurezza ed il<br />
salvagente, in molti casi, purtroppo, diventa un surrogato non sempre<br />
auspicabile. Palliativi pericolosi per la sana crescita psico-fisica<br />
dell’individuo. Capita a molti adolescenti che si trovi il rifugio proprio<br />
laddove risiede il fascino della seduzione. Fascino ma anche di<br />
minacce. Ci si rifugia in una torre-prigione per proteggersi dall’autorità<br />
di genitori inadeguati e fragili che vogliono i figli responsabili e perfetti,<br />
quasi a compensare le loro incompletezze. Io sono cresciuta in una<br />
famiglia come tante altre. Tante di quelle in cui si era educati con ferrea<br />
disciplina, il valore “princeps” che mi è stato trasferito è quello del<br />
“dovere”. Sin da piccolissima mi è stato insegnato l’esercizio della<br />
disciplina, il senso del dovere, il ricercare motivazioni in quello che<br />
facevo che non fossero mera utilità. A sfruttare ogni risorsa ed ogni<br />
energia per produrre, per essere sempre “migliore”, non la “numero<br />
uno”, che è ben lungi. Sebbene pure per me l’essere “migliore” e “la<br />
prima della classe” coerentemente a quest’insegnamento,<br />
coincidevano. Scuola è sempre stato sinonimo di “sfida”, di impegno<br />
ferreo, superamento dei propri limiti.<br />
I problemi fondamentali del nostro tempo sembrerebbero essere il<br />
razionalismo, individualismo e l’edonismo…<br />
Infatti… ed è proprio in relazione a questi aspetti che bisogna con forza<br />
recuperare la famiglia. Prima di tutto perché la famiglia è la<br />
manifestazione più compiuta di quella esperienza fondamentale della<br />
persona che è la relazione con l’altro. Io non esisto in quanto io, esisto<br />
nel momento stesso in cui mi rapporto con te e insieme costruiamo che<br />
cosa? Una comunità. La famiglia è una comunità costituita da persone<br />
che sperimentano la relazione come elemento fondamentale del bene<br />
comune. Gratuità, solidarietà, reciprocità, accoglienza: sono termini che<br />
ben si addicono alla famiglia intesa come comunità di persone. Una<br />
comunità come sistema relazionale, contraddistinto da vincoli di forte<br />
interdipendenza, ma un sistema relazionale non chiuso, un sistema<br />
aperto all’ambiente in cui vive. La dimensione educativa è una<br />
dimensione peculiare della famiglia.<br />
Come difendersi dunque, educando?<br />
Se educare vuol dire comunicare, si. Dare il permesso di esistere.<br />
Sembra un’ovvietà, ma non lo è. Spesso i genitori vogliono che i propri<br />
figli siano quello che vogliamo loro; non gli danno il permesso di essere<br />
quello che sono, anche diversi da loro. Questo non significa però che<br />
devono esentarsi da ogni impegno educativo, cosa che avviene con<br />
allarmante frequenza oggi. Direi che i momenti educativi più importanti<br />
cominciano sin dalla prima infanzia. Anzi, sin dalla gravidanza la<br />
mamma trasmette messaggi al proprio figlio che porta. Fermezza<br />
educativa non vuol dire impedire sempre e tutto o dire sempre “No”.<br />
Vuol dire semmai essere fermi e coerenti sui principi… dei “No” coerenti<br />
e motivati: la coerenza è molto, molto importante. I ragazzi hanno come<br />
delle antenne che percepiscono, non solo dalle nostre parole, ma<br />
anche dal nostro atteggiamento se siamo coerenti. Non possiamo<br />
educare e trasmettere qualcosa in cui noi non crediamo per primi.<br />
Viceversa, i valori e le cose a cui crediamo veramente li trasmettiamo<br />
quasi in maniera inconsapevole. Per esempio bisogna correggere<br />
alcune pseudo certezze della moda “devo provare tutto” è un’enorme<br />
stupidaggine. Solo in una relazione simmetrica è possibile una<br />
comunicazione profonda. Un modello non comunica: trasmette. Il<br />
processo è unidirezionale. Il dialogo, quando c'è, è fittizio. Se non c'è<br />
ricerca comune, non sono possibili risposte alternative. Comunicare<br />
vuol dire mettere in comune. Non c'è comunicazione autentica, se non<br />
c'è ascolto, e non c'è ascolto, se non si ritiene che la persona che parla<br />
possa dire qualcosa di importante per noi. L’incontro, il mettere in<br />
comune la propria autenticità, è il più straordinario momento che sia<br />
possibile tra esseri umani. Comunicando profondamente, essi mettono<br />
in comune quello che sono intimamente, la comunicazione si fa<br />
comunione, accettazione e riconoscimento reciproco. Poiché i valori<br />
non sono qualcosa di astratto, che troviamo come belle parole fissate<br />
una volta per sempre, ma si traducono in comportamenti di vita<br />
evidentemente i valori si comunicano attraverso azioni ispirate ad essi,<br />
e comportamenti di vita coerenti ad essi. Quindi comunicazione,<br />
condivisione, esperienza di relazione: la famiglia è sicuramente lo<br />
spazio interpersonale dove si percepiscono, ma soprattutto si<br />
sperimentano, valori, dove si prende consapevolezza del significato<br />
della vita, della fiducia nel futuro. La fragilità va difesa, la parte buona<br />
va invece coltivata. C’è, dunque, una dimensione educativa propria<br />
della famiglia come ce n’è una propria a ciascuna delle agenzie<br />
formative.<br />
Ritengo opportuno a questo punto prendere le mosse dalla<br />
considerazione della modificazione che ha subito il concetto di<br />
famiglia nel nostro tempo, in cui si ha ormai a che fare con quella<br />
che Roberto Galli chiama “costellazione di famiglie”, che si<br />
differenziano tra loro in ragione della diversità di composizione, di<br />
vincoli, di modelli organizzativi ma anche di modelli educativi…<br />
Per sopravvivere oggi la famiglia deve aprirsi all’esterno, deve cercare<br />
nutrimenti. L’alternativa è una patologia gravissima senza arrivare alla<br />
violenza abbaccinante di questi giorni. Per crescere oggi ci vogliono<br />
ben altri legami che quelli del sangue. Non bastano sono una realtà<br />
solo animalesca: noi abbiamo bisogno di altro. Poi c’è un problema di<br />
libertà, di fatti vissuti spesso come possesso, come diritto di proprietà.<br />
E accanto a questa pretesa la crisi della capacità di comunicare, il<br />
dilagare dei gadget per adolescenti, dei “tvb” da sms. E’ (incapacità di<br />
fare un discorso, di parlare, di ascoltare. Ma se non comunico, se non<br />
dico quello che sono, resta solo la sopraffazione dell’altro da me. E qui<br />
la crisi paurosa dell’educazione, qui la religione dell’incapacità a<br />
insegnare rispetto). Certo che esistono ancora famiglie bellissime, ma<br />
la media non è consapevole del disastro. Solo educando, vale a dire<br />
lavorando e lottando perché le persone possano sviluppare<br />
pienamente, liberamente, senza paura sé stessi, si superano la<br />
violenza, il dominio, la guerra. L'educazione alla pace è una educazione<br />
settoriale, si affianca alla educazione alla democrazia, alla legalità, alla<br />
affettività eccetera, come se si trattasse di completare con dei dettagli<br />
(anche se con dettagli decisivi) il piano formativo generale. Di più: il<br />
rischio è quello di mirare ad adeguare, attraverso l'educazione, un certo<br />
modello umano, considerato desiderabile, di pervenire ad una sorta di<br />
personalità pacifica o nonviolenta.<br />
Tocchiamo il tema della violenza…<br />
La diffusa violenza penso sia sotto gli occhi di tutti, così come è<br />
oggettivo il ritenere che le donne siano le vittime privilegiate. Che<br />
l’uomo faccia la parte del più forte e che sia sempre la donna a<br />
soccombere trovo sia vero, se l’oggetto è la coercizione fisica. Ma è<br />
vero il contrario, o comunque il “verdetto” non è così sfacciatamente<br />
unanime, se prendiamo in oggetto la violenza psicologica. Ci sono<br />
forme di prigionia psicologica molto nefaste che non conosce “genere”.<br />
La verità è che molto spesso, dietro questo subdolo ricatto "in nome<br />
dell'amore", "in virtù di una promessa", "per il bene dei figli"... ci sono<br />
uomini e donne.<br />
Mi piace pensare alla fragilità come scambio di forza di vivere:<br />
quella fragilità che si colora di forza, che vive e si fa storia non<br />
solo, come invece spesso avviene, sulla cronaca nera. Una<br />
fragilità a tinte rosa, insomma…<br />
La fragilità è la percezione del proprio limite e nasce dalla paura. Se<br />
uno l'avverte, cerca di sanarla con l'altro, e lo ricerca e lo guarda come<br />
la propria forza, senza immaginare che egli si dona perché si sente<br />
debole e trova anch'egli nella fragilità dell'altro la propria forza. La<br />
condizione umana è tutta dentro la paura. Il dolore chiama la paura e la<br />
paura genera dolore. Credo che in molti casi l’amore nasca dal bisogno<br />
e dalla fragilità e che tutto si leghi al senso del limite che uno avverte<br />
dentro di sé. Una base utilitaristica, strumentale… quell’amore che poi<br />
si sostanzia di coercizione e violenza. Non temo questi termini che<br />
sono stati banditi da false retoriche. Non mi scandalizzo affatto di<br />
annodare l'amore, o comunque talune forme di amore, ai bisogni e non<br />
alla magia dell'incontro, a una pura alchimia che si lega al destino<br />
indipendentemente dalle necessità, come se l'amore fosse il risultato<br />
della libertà, una decorazione non necessaria a campare, a stare nel<br />
mondo senza essere attanagliati dalla paura.<br />
La fragilità dunque, paradossalmente, in questa società non<br />
possiamo ritenerla una forza, Marzia…<br />
La fragilità è dentro l'anatomia dell'uomo. Il dolore è la sostanza,<br />
l'ubi consistam della fragilità, e la fragilità genera una visione del mondo<br />
che tiene conto del bisogno dell'altro. Per la fragilità l'uomo cerca aiuto,<br />
cerca dei legami per scambiare fragilità, e appoggiando una fragilità a<br />
un'altra si sostiene il mondo. Una visione in cui campeggia il limite, il<br />
proprio limite, quello delle persone vicine e dell'uomo come specie. Un<br />
limite che impedisce i deliri di onnipotenza, di vivere per il potere, per<br />
accumulare ciò che sarebbe bene fosse diviso e distribuito. Impedisce<br />
di essere cattivi verso chi sbaglia, poiché l'errore è connaturale alla<br />
fragilità, alla paura di sbagliare che, se talora aiuta a evitare l'errore,<br />
sovente lo facilita: per la preoccupazione di evitare l'errore, lo si<br />
immagina e lo si compie. Non c'entra il nichilismo, ma la voglia di<br />
aiutare l'altro, non di dominarlo, di stare con tutti poiché ti aiutano e tu<br />
aiuti loro, e aiutarsi è bellissimo. È forse l'azione più significativa che<br />
l'uomo può compiere. Eppure. Eppure mai come oggi la società cerca<br />
di sfuggire la fragilità, e mai come oggi la alimenta. La situazione<br />
dell’uomo nella società contemporanea trovo sia da un lato<br />
l’ossessione, l’incubo quasi, di sfuggire la fragilità, dall’altro la<br />
straordinaria capacità di riprodurla, di alimentarla, sino a diventarne<br />
vittima. Più la si demonizza per la paura di percepire il proprio limite, più<br />
si tenta di negarla moltiplicando le nostre performance nell’illusione di<br />
sfuggirla, più la si moltiplica in altre forme. Più intime. Più psicologiche.<br />
Più diffuse... una situazione paradossale. Assurda. La fragilità è una<br />
sfida da affrontare sia a livello sociale che individuale.<br />
La forza dell’uomo sta insomma tutta nella consapevolezza di<br />
essere fragile: “la fragilità, scrive Vittorino Andreoli, rifà l’uomo,<br />
mentre la potenza lo distrugge, lo riduce a frammenti che si<br />
trasformano in polvere”.<br />
La vita è fragilità. E’ la fragilità che ci fa crescere. La si accetta per<br />
diventare un essere umano con dignità. Per essere noi stessi, con le<br />
nostre zone d’ombra, le nostre imperfezioni. La fragilità è nascosta e/o<br />
palesata ovunque perché non c’è nulla che sia indistruttibile o sicuro,<br />
soprattutto ai giorni nostri sempre più contrassegnati da una dilagante<br />
cultura del relativo che corrode certezze, intacca valori, cancella<br />
tradizioni, logora collaudate sicurezze. Oggi tutto sembra poggiare su<br />
instabili equilibri: dal mondo del lavoro che assomiglia sempre più ad<br />
una giungla, alla famiglia che si disgrega, da codici comportamentali e<br />
morali oggi di colpo obsoleti, alle chiese che si svuotano e ai passati<br />
modelli pedagogici improvvisamente sbagliati. Oggi certamente più di<br />
ieri, il mondo bussa alle porte con il suo bagaglio quotidiano di<br />
disumanità... ed è per questo che occorre ridefinire il concetto stesso di<br />
progresso perché quello di cui godiamo e del quale non sappiamo più<br />
farne a meno, sembra pregiudicare pesantemente il futuro dei nostri<br />
figli...<br />
Condivido appieno la tua tesi, Marzia.. non dimentichiamo che nel<br />
suo “Elogio della debolezza” Alexandre Jollien, affetto da paralisi<br />
cerebrale infantile, ebbe la forza di scrivere: “la mia incapacità di<br />
raggiungere una completa autonomia mi rivela quotidianamente la<br />
grandezza dell’uomo”. Quasi a convincerci che la fragilità,<br />
nonostante la nostra società, in nome di un’utopica onnipotenza<br />
tenti di negarla, diventa forza. Deve, o meglio, dovrebbe,<br />
ridiventare forza. Per quanto riguarda invece il ruolo delle donne<br />
(giustificato il mio ritornare sulla celebrata “questione di genere”,<br />
si è avuta un’evoluzione notevole nella presenza di donne nei<br />
loghi di lavoro, questo in moltissimi paesi. Marginali invece<br />
ancora gli ingressi ai luoghi di potere. La domanda è: come si può<br />
declinare oggi l’educazione alla cittadinanza circa l’argomento<br />
complesso intorno al potere e al ruolo delle donne?<br />
Direi che ci sono due elementi. Da un lato c’è una fragilità specifica ogni<br />
qual volta si parla delle donne e dei diritti delle donne, dall’altro c’è una<br />
fragilità più generale delle nostre democrazie contemporanee, nel<br />
senso che non si è ancora trovato il modo per garantire i diritti delle<br />
minoranze. E le donne entrano senz’altro nel novero delle minoranze,<br />
anche se dal punto di vista quantitativo non lo sono. Rispetto ai loro<br />
diritti, infatti, in particolar modo se si guarda alla società italiana, io direi<br />
che ci si trova davanti una vera e propria forma di stasi, se non di<br />
regressione: perché è come se in questi ultimi anni si stesse tornando<br />
indietro. Nonostante l’uguaglianza sia dichiarata a livello costituzionale,<br />
in realtà questa stessa uguaglianza non è garantita a livello sostanziale:<br />
i diritti delle donne non sono ancora realmente tutelati. Tornando al<br />
caso del lavoro: quasi ovunque esistono leggi che garantiscono<br />
l’uguaglianza salariale però poi, se si va a guardare l’applicazione, si<br />
vede che le donne non riescono ad accedere a posizioni di potere<br />
come gli uomini. Per cui, nella realtà, l’uguaglianza non è garantita. È<br />
per questo che molto deve ancora essere fatto, anche a livello<br />
educativo, perché questa uguaglianza in termini di diritti si traduca in<br />
una uguaglianza effettiva, reale. La complessità del fenomeno oggi è<br />
che noi donne siamo più o meno tutte sottomesse ad un’immagine<br />
negativa della femminilità e dobbiamo combattere ogni giorno per<br />
portare avanti un discorso alternativo, fatto di convinzioni e di credenze<br />
che non coincidono con le convinzioni e le credenze veicolate dai<br />
mass-media. Bisogna impegnarsi quotidianamente per riuscire ad<br />
andare contro corrente e smettere di cercare lo sguardo dell’altro per<br />
sentirsi confermate nel nostro valore. E soltanto nel momento in cui ci si<br />
svincola dallo sguardo dell’altro e si crede in se stesse, nella possibilità<br />
di affermarsi indipendentemente dal giudizio degli altri, che si riesce a<br />
comunicare una serie di valori e di messaggi positivi che potranno<br />
permettere alle nuove generazioni di uscire dalla strettoia in cui si<br />
trovano oggi.<br />
Quale, oggi, il ruolo della donna nei mass media e soprattutto,<br />
quale, il potere dei media?<br />
Il potere dei media è evidente e su questo non si discute, in particolare<br />
quello televisivo. Comunicazione e informazione sono fondamentali<br />
all’interno delle società contemporanee: il loro ruolo e lo sviluppo<br />
all’interno della società sono decisivi. Ogni nuovo strumento di<br />
comunicazione ha profondamente trasformato la cultura e la società; il<br />
loro progresso ha trasformato abitudini di vita e di comunicazione,<br />
influendo su mentalità, cultura e meccanismi sociali e politici.<br />
Inizialmente con l’espressione mass media si faceva riferimento a<br />
giornali, radio e televisione, oggi si assiste invece all’affermazione di<br />
nuovi media: Internet .. anche se la tv resta ancora in testa circa la sua<br />
capacità di penetrazione. Anche qui la donna ha una scelta ancora<br />
limitata, o comunque non rappresenta la complessità del femminile; si<br />
trova a scegliere: o cercare un certo successo, giocando sul proprio<br />
corpo, la propria apparenza, la propria immagine, oppure conformarsi<br />
ad un modello di femminile in contrapposizione a quella maschile.<br />
Percorso più difficile. I mass media, e non di meno la pubblicità, in<br />
genere non sono il luogo da cui scaturiscono gli stereotipi, essi<br />
amplificano quegli stereotipi che già esistono. Non bisogna confondere<br />
mezzo e messaggio; ciò che conta è entrare nel mondo dei simboli per<br />
osservarli e riconoscerli, per renderli, forse e finalmente, innocui. Su<br />
questo dovremmo riflettere…<br />
In relazione a motto al quale dici di credere fermamente: ovvero,<br />
volere è potere….“La volontà non può superare i limiti della sfera<br />
psichica; non è in grado di costringere l’istinto, e non ha potere<br />
sullo spirito.” (C.G.Jung – 1947) “L’unica cosa che ci rifiutiamo di<br />
ammettere è di essere in balia di «forze» che non siano riducibili al<br />
nostro controllo. [...]<br />
Il motto «volere è potere» si pensa rimandi alla superstizione dell’uomo<br />
moderno. E invece no: psicologizzando la realtà si stabilisce che basta<br />
intervenire su di sé, sul proprio "sistema psicologico", affinché tutto poi<br />
vada bene. O comunque al meglio, rispetto alla personali aspettative, e<br />
non di meno, alle capacità. La causa di tutto è dentro noi stessi. Un<br />
ottimo pretesto insomma per non tentare di modificare le cose<br />
all'esterno: in alcune circostanze questo può trasformarsi in un perfetto<br />
strumento per esercitare il potere e mantenere lo status quo. Come dire<br />
"Non è vero che la realtà ti sta stritolando, ma sei tu che non hai il<br />
giusto atteggiamento mentale"...<br />
“Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo<br />
smesso di bruciarle”.. lo afferma Voltaire…<br />
Ti risponderò ironicamente, così come sono certa che volessi<br />
suggerirmi attraverso la tua citazione, molto carina fra le altre cose…<br />
che nella realtà la donna ha tantissime sfaccettature e contraddizioni: la<br />
sua identità resta un punto di domanda.<br />
Progetti futuri?<br />
Anche tornare alla radio.. un ritorno alla origini. Come tornare a casa.<br />
Ovviamente mi riferisco a quella radio bella, di grandissimo appeal
in cui ho trascorso un periodo indimenticabile della mia vita e che ritengo sia davvero<br />
luogo alto della parola, della genesi di idee e della loro circolazione. La radio è la vera<br />
agorà dello scambio delle idee, del confronto dello spirito. Sembra bizzarro che io utilizzi<br />
una parola come 'spirito' parlando di radio, però è davvero così, perché soltanto dove c'è il<br />
primato della parola si può misurare l'altezza dello spirito umano quando questo è<br />
veramente posto al servizio della civiltà. Può apparire retorico, ma non lo è. Mi piace<br />
definire la radio quale media di civiltà e, di conseguenza, individuo intelligente chi la<br />
ascolta. Il pubblico che sceglie di ascoltare la radio è un pubblico consapevole che opera<br />
scelte precise e motivate.<br />
E la televisione?<br />
La televisione è la mia casa… però.. come dire.. vorrei riprovare il gusto dell’agorà,<br />
all'arengo, in quel luogo laddove ci sottraiamo dalle immagini..<br />
Quello che non abbiamo detto…<br />
Ci siamo un po’ dette tutto… quello che non abbiamo detto di incisivo circa la mia persona<br />
(sorride) è che sono una donna molto solare.. e che mi piace anche molto cucinare …<br />
intervista a cura di Valeriana Mariani<br />
Le mie donne<br />
VILLANI<br />
CECILIA<br />
Energica innovatrice, con la sua grande<br />
capacità di visione ma al contempo con la sua<br />
concretezza e le esperienze maturate in<br />
decenni di lavoro nel pubblico impiego, Cecilia<br />
ha deciso di mettere oggi la sua esperienza e<br />
talento nella diffusione di una innovativa<br />
“filosofia e stile di vita” che porti benefici a tutta<br />
la comunità.<br />
Dotata di ottime capacità e competenze organizzative e<br />
straordinariamente abile nel dirigere e coordinare, si reinventa manager<br />
di se stessa. Madre di due figlie, oggi più che mai, in questa atmosfera di<br />
sconforto morale e professionale, in questa drammatica crisi economica<br />
e sociale, trova sia diventato imperativo il porsi al di sopra delle cose<br />
effimere della vita con quell’entusiasmo che è proprio solo di chi<br />
possiede una giusta maturità culturale e di pensiero. C'è una<br />
dimensione intima, emotiva, personale che per lei è raggiungere un<br />
obiettivo professionale. Lo sente come una responsabilità forte, verso se<br />
stessa e verso le persone che credono lei. Una responsabilità superata<br />
solo da quella che sento nei confronti della sua famiglia. Cecilia è una di<br />
quelle donne che guardano alla vita come ad una battaglia durissima da<br />
vincere giorno dopo giorno, con austerità. La turba il pensare che un<br />
giorno potrebbe rimpiangere di aver perduto qualcosa, o di aver fatto<br />
degli errori in passato a cui non poter porre rimedio. Il tempo che passa<br />
la fa sentire più libera, più disinvolta nei confronti dell’esistere. Vuole<br />
fortemente continuare a vivere come desidero. Ci vuole coraggio amore<br />
e pazienza. E quel pizzico di buonumore che non la abbandona mai.<br />
Cecilia Villani con le figlie Maria Lisa e Marta Selvaggini (a destra)<br />
Responsabile per il centro-Italia del<br />
PROGRAMMA Bioallergen ®<br />
che offre una linea completa di dispositivi sanitari per un’efficace e naturale protezione<br />
dell’ecosistema casa e non solo Un programma per una naturale ed efficace pulizia dell’aria da<br />
allergeni, microrganismi e contaminanti chimici in ambienti residenziali e lavorativi principalmente<br />
attraverso due sistemi : - HygienicO3 - Biocleaner Med.<br />
Elite - Bioallergen è un’azienda impegnata da oltre un decennio nella continua ricerca di soluzioni<br />
innovative per la prevenzione delle allergie indoor, che distribuisce con i marchi Bioallergen e Auraderma.<br />
I campi di applicazione vanno dalla prevenzione delle allergie respiratorie, (acari, pollini, muffe, etc.) al<br />
trattamento e prevenzione delle allergie dermatologiche con particolare attenzione all’ambito pediatrico.<br />
Nel 2013 ha avviato il progetto Allergy Free Hotels®, che consente ad alberghi, hotels e B&B, di offrire,<br />
attraverso l’adozione di un adeguato protocollo, camere “Allergy Free”. Scopo di questa iniziativa è dare<br />
un servizio a un gran numero di persone che spesso si trovano in difficoltà quando devono soggiornare o<br />
affrontare un viaggio di lavoro o desiderano godere di un periodo di vacanza al di fuori della propria<br />
residenza. L'elenco delle strutture che già aderiscono al programma Allergy free Hotels® è disponibile sul<br />
sito www.allergyfreehotels.info. (Cecilia Villani mobile 348 9281669 ceci.villani@gmail.com)<br />
www.donnaimpresa.com 43
Hotel Excelsior, Via Veneto 125, Roma. Il<br />
prestigiosissimo parterre degli ospiti del Gala delle<br />
Margherite 2013 il cui ricavato è stato devoluto a<br />
beneficio delle finalità statutarie di Viva la Vita onlus<br />
associazione di familiari e malati di Sclerosi Laterale<br />
Amiotrofica che ha come Presidente Onorario e<br />
Testimonial Erminia Manfredi, moglie del<br />
compianto grande attore Nino. Presenti all'evento,<br />
così come avvenuto per le edizioni precedenti, circa<br />
cinquecento persone del mondo dell'imprenditoria,<br />
delle Istituzioni, della cultura e dello spettacolo.<br />
Gala delle Margherit e<br />
Roma 2013<br />
Una manifestazione annuale<br />
patrocinata dall'Alto Patronato della<br />
Presidenza della Repubblica, dalla<br />
Presidenza del Consiglio, dalla Regione<br />
Lazio e da Roma Capitale che ha<br />
contribuito alla realizzazione di<br />
numerosi progetti umanitari, tra i quali:<br />
il Centro per la ricerca sul Diabete<br />
(Associazione Italiana Lions per il<br />
Diabete) a Perugia; completamento<br />
dell'Ospedale Madre Teresa di Calcutta<br />
a Tirana; il completamento di una casa<br />
di accoglienza per ragazzi a Porto<br />
Seguro in Brasile tramite la Onlus<br />
S.O.S. Brasile; il funzionamento del<br />
Centro di Formazione in Tecniche<br />
Agricole ed Artigianali per Disabili in<br />
Marocco tramite la Onlus ong VISES<br />
Volontari Iniziative e Sviluppo<br />
Economico e Sociale, Roma; lo<br />
svolgimento dei programmi di<br />
integrazione per Artisti Disabili gestito<br />
dall'Associazione Onlus VSA (Very<br />
Special Arts) Italia, affiliata alla Very<br />
Special Arts International della Kennedy<br />
Foundation for Performing Arts in USA;<br />
alla Associazione KIM Onlus che si<br />
impegna a favore di minori, affetti da<br />
gravi patologie, provenienti da paesi le<br />
cui condizioni non rendono possibili i<br />
necessari interventi terapeutici; alla<br />
Associazione ALDO PERINI Onlus che<br />
si prodiga per la ricerca scientifica ed<br />
assistenza morale e materiale delle<br />
persone colpite dalla SLA (Sclerosi<br />
Laterale Amiotrofica); a SMILE TRAIN<br />
ITALIA Onlus che organizza missioni<br />
chirurgiche nei paesi in via di sviluppo<br />
per operare bambini affetti da<br />
malformazioni del volto, ustioni e<br />
traumi bellici; All'Ente Morale ISTITUTO<br />
LEONARDA VACCARI Onlus per la<br />
riabilitazione, l'integrazione e<br />
l'inserimento delle persone con<br />
disabilità.<br />
Le mie donne<br />
LUCIBELLI<br />
BIANCA MARIA CARINGI<br />
comingsoon<br />
Metti una sera a cena... a casa di Stefania<br />
Bianca Maria Caringi Lucibelli è una donna straordinaria. Sempre<br />
in movimento, organizza iniziative che lasciano il segno, come<br />
l’oramai celeberrimo Gala della Margherite. Concentrata sulle<br />
tematiche del sociale, Bianca non scivola mai nella retorica e<br />
nella banalità. E i risultati si vedono.<br />
Una donna consapevole che è sempre meglio darsi da fare piuttosto che guardare e giudicare la<br />
vita da una finestra, senza mai osare, senza mai impegnarsi in prima persona e a fornire il proprio<br />
contributo al cambiamento. La parola d’ordine è: cambiare tutto ciò che è possibile, a fin di bene.<br />
L’Italia è tramortita. L’Italia ha bisogno di risorgere. Ha bisogno di tirare fuori dalla sua testa, dalla<br />
sua pancia e dal suo cuore le energie che pure conserva dentro di sé e che, come è successo altre<br />
volte in passato, possono farla rinascere. C’è bisogno di gesti, individuali e collettivi, che diano una<br />
spinta verso questa rigenerazione. C’è bisogno di unire sentimento e visione. C’è bisogno di<br />
mettere al mondo e rendere visibile questa urgente necessità e questo desiderio diffuso attraverso<br />
gesti significativi e prefiguranti da percorrere insieme. C’è bisogno di un incontro non solo mentale<br />
e ideale ma anche fisico, che renda visibile e che faccia vivere l’immagine e la possibilità di<br />
un’unione dinamica riconquistata, dopo anni di avvelenamento, di abbattimento e di mancanza di<br />
prospettive, di angosce, lacerazioni e divisioni, territoriali e sociali, in cui c’è stato chi ha creduto di<br />
prosperare agitando e acuendo proprio tali divisioni e lacerazioni, fino a portarci nel vicolo cieco in<br />
cui oggi ci troviamo e da cui è difficile, se non addirittura impossibile, uscire per poter finalmente<br />
imboccare altre strade. La capacità femminile si sostanzia prima di tutto nella capacità di creare<br />
legami, ossia di generare intorno a se un ambiente di accoglienza e di cura, in cui si renda possibile<br />
il superamento dell’individualismo autoreferenziale e si consolidi invece un atteggiamento di<br />
solidarietà e di collaborazione, di servizio discreto e silenzioso, ma proprio per questo efficace e<br />
costruttivo. C'è è una dimensione intima, emotiva, personale che in donne come Bianca non può<br />
essere soddisfatta da alcun obiettivo che non sia il solo trasmettere emozioni. La sente come una<br />
responsabilità forte, verso noi e verso le persone che credono in lei.<br />
Il Premio Internazionale Donna Impresa a<br />
Bianca Maria Caringi Lucibelli sarà conferito<br />
dal Presidente di Donna Impresa Magazine<br />
Valeriana Mariani in occasione del "GRAN<br />
GALA DELLE MARGHERITE Festa di<br />
Primavera" che si terrà come di consueto<br />
presso l' Hotel Excelsior di Via Veneto in<br />
Roma il 12 Aprile 2014 di cui è ideatrice ed<br />
organizzatrice. Le finalità: " Per l'autentica<br />
vocazione, volontaria e gratuita della propria<br />
opera a favore di categorie di persone che<br />
hanno gravi necessità e assoluto ed urgente<br />
bisogno di aiuto e assistenza". Il patrocinio e la<br />
sponsorizzazione di questa 25° edizione sarà<br />
assunta dall' Ambasciatrice di Egitto in Italia<br />
Sig.ra Abir Helmy, che ha già assicurato il suo<br />
massimo impegno insieme ad Anna Maria<br />
Benedetti Presidente della S.I.B. e Vice<br />
Presidente onorario dell' Ospedale Italiano<br />
Umberto I° al Cairo<br />
www.donnaimpresa.com 45
Gala delle Margherit e<br />
Roma 2013<br />
Erminia Manfredi<br />
Viva La Vita<br />
L’intenso rapporto umano e d’amore che mi ha legato a Nino per tutta la<br />
vita ha inciso profondamente in me anche nell’esperienza dell’ultimo<br />
distacco. La lunga fase di degenza in rianimazione che ha caratterizzato la<br />
sua dipartita, mi ha messo in contatto con un mondo d’intenso dolore ma<br />
anche di grandi speranze e passioni, come quelle che attraversano i<br />
familiari dei malati inguaribili e in fase terminale. Gli ultimi sorrisi di Nino mi<br />
hanno legata a questa realtà e ho deciso di dedicare le mie forze e la mia<br />
energia all’assistenza dei malati di S.L.A. che, come lui, sono totalmente<br />
dipendenti dall’aiuto degli altri nel loro letto di dolore. Una società civile ed<br />
evoluta non può far finta di non vedere questa sofferenza e negare il livello<br />
di assistenza medica e affettiva che queste persone, perchè di persone e<br />
non di malati o pazienti dobbiamo sempre parlare, chiedono a noi tutti per<br />
conservare la loro dignità umana anche in momenti di così grande difficoltà.<br />
Accogliere cittadini sensibili e generosi nelle occasioni di incontro cui riesco<br />
a dare vita, è per me motivo di grande commozione e gioia nel constatare,<br />
ogni volta, come con l’aiuto di tutti voi possiamo sopperire, almeno in parte,<br />
alle tante carenze del sistema sanitario, oggi in una crisi finanziaria e<br />
organizzativa così grave da condizionarne la capacità di risposta<br />
tempestiva a queste problematiche. Dal profondo del cuore, grazie per il<br />
vostro affetto e per la vostra partecipazione alla mia battaglia.<br />
Erminia Manfredi<br />
Tra gli ospiti: l’attore Pierfrancesco Favino, premiato durante il soiréè da Erminia Manfredi, Maria Grazia Cucinotta, Rita Dalla<br />
Chiesa, <strong>Marco</strong> Columbro, Lando Buzzanca, Franca e Paola Fendi, Valeria Mangani Dani Del Secco d’Aragona, i direttori di<br />
Woman & Bride Erika Gottardi e Massimiliano Piccinno, Giovanna Bonaventura, Cinzia Th Torrini con Ralph Palka, Paolo<br />
Zerbinati, Claudia Toti Lombardozzi, Rossana Tomassi Golkar, Giada e Antonio Curti, Christian Berlakovitz con Maria<br />
Grazia Tetti, Bruno Ferraro, Nori Corbucci, Diego Percossi Papi, Saveria Dandini, Silvia Capaldo, Adele Federico, Assunta<br />
Almirante, Francesca Bonanni, Maria Rita Parsi, Irene Bozzi, Alessandro Cassiani, Isabella Rauti, Patrizia de Rose,<br />
Giuseppe Ferrajoli e Olga, Elena Aceto di Capriglia, Sandra Cioffi e Francesco Fedi, Daria Pesce, Osvaldo De Santis,<br />
Livia Turco, Patrizia De Santis (Presidente Camera Moda Monegasca) , Maurizio Gelli (Ambasciatore in Uruguay e Nicaragua) ,<br />
Mohammed Seraj (Consigliere dell'Ambasciata Saudita) , Marina Pignatelli, Margherita Bonazzi, Laura e Lavinia Biagiotti,<br />
Mario D’Urso, Lella Bertinotti, Assunta Almirante, la principessa Marilu Gaetani, i principi di Libia Ana Maria e Idris Al<br />
Senussi, Anna Maria Jacorossi, principe Jonathan Doria Pamphili, Gina Spallone, Sara Iannone, Anna Maria Quattrini,<br />
Luigi Bruno, Marzia Spatafora, Paola Romano, Cecilia Villani ed il Presidente/editore di Donna Impresa International<br />
Valeriana Mariani
noialtruisti nati<br />
Credere ed incarnare il Cambiamento<br />
Maria Lorena Magliocco, 31 anni autrice Tv e storica dell’arte. Oggi<br />
attiva concretamente nella vita politica romana e Presidente<br />
dell’associazione Altruisti Nati. Fiera di non aver apparati cerca<br />
nella propria generazione e nel proprio genere la forza per<br />
sovvertire questo mondo, perché si può. L’abbiamo incontrata per<br />
le strade del centro storico di Roma, in una serata particolarmente<br />
fredda e tra le prime cose che ci ha detto: “Anche se fa freddo,<br />
facciamo una passeggiata, adoro questa città… la sento mia anche se<br />
nelle mie vene scorre il sangue del Salento, terra antica e piena di<br />
storia. Fin da subito ho capito che qui volevo vivere e realizzarmi.<br />
Conosco molto bene questa città, le sue strade, i suoi palazzi, i suoi<br />
monumenti e quei luoghi celati dalle guide turistiche. Roma è come una<br />
grande madre accoglie tutti, ma ripudia nello stesso tempo se non ci sai<br />
vivere”.<br />
Osservando Maria Lorena, il suo è un volto come tanti che si<br />
confonde tra gli sguardi dei tanti e variegati quartieri della capitale.<br />
Ama respirare tutto ciò che vita e realtà e la stessa gente si<br />
riconosce in quegli occhi così vivi e veri. E’ una donna che non ha<br />
timore di esporsi, che non ha paura di fare scelte, e soprattutto<br />
che, è consapevole che le scelte fatte adesso sono scelte su cui si<br />
giocherà il futuro di questo paese. Una donna dalle ambizioni non<br />
comuni, ma perché non comuni è la chiarezza con cui sa’ quello<br />
che vuole... Cos’è Altruisti Nati?<br />
Ho voluto fortemente la nascita dell’associazione Altruisti Nati e nasce<br />
dall’esigenza di un reale cambiamento della vita culturale e sociale del<br />
nostro Paese, promuovendo un’idea di mondo e un’azione nel mondo,<br />
in cui l’altruismo, inteso come partecipazione, mutualità diffusa – di<br />
saperi, informazioni, servizi o beni – sia la naturale implicazione del<br />
principio di reciprocità che sta a fondamento di ogni normativa<br />
democratica sui diritti e doveri di uno Stato. In tal senso, l’altruismo<br />
viene a configurarsi anche come la conseguenza razionale<br />
dell’applicazione del principio di reciprocità. Altruisti Nati riscopre il<br />
valore positivo delle cooperazioni cioè mutualità di strumenti e obiettivi.<br />
E’ questa la tua prima impresa?<br />
La mia prima impresa innanzitutto è stata quella di costruire me stessa.<br />
Voglio rendere significative le cose in cui mi impegno… attraverso la<br />
trasparenza e l’onestà intellettuale. Questo progetto è un obiettivo da<br />
perseguire con impegno e passione. Per me è concreto dovere e lo<br />
sento sulla pelle e vibra come le più forti emozioni. Sono pronta ad<br />
impegnarmi per il bene pubblico, ma non voglio farlo a livello politico<br />
nazionale perché ci sono le lobby talmente forti e ben radicate che per il<br />
cambiamento vero nazionale tanto annunciato si dovrà attendere<br />
ancora qualche anno. Il primo passo è tentare di portare un<br />
cambiamento nel locale, solo chi governa il locale influisce sulla qualità<br />
della vita della persona. In tutto ciò c’è una perfetta visione commisurata<br />
ad una strategia che porta all’obiettivo unico e concreto. Perché è il<br />
pragmatismo che salva le cose, non le professioni ideali. Talmente<br />
pragmatico da risvegliare il Nostro Paese dormiente e in Ritirata di<br />
fronte ad ogni vera sfida di progresso Non servono molte cose, ma le<br />
cose giuste per raggiungere l’obiettivo; non servono molte idee, ma una<br />
buona idea, non servono molti strumenti, ma lo strumento che funziona.<br />
Per questo l’etica deve essere arricchita dall’estetica, dalla bellezza<br />
d' ogni cosa.<br />
Ti senti molto determinata?<br />
Si, credo molto in questo progetto così ambizioso. E’ come scalare<br />
un’enorme montagna, ma la mia forte autodeterminazione, la strada<br />
della consapevolezza che il cosiddetto potere tanto ricercato non è<br />
avere qualcosa da qualcuno, ma fare qualcosa, la cosa migliore, per<br />
tutti. Poterla fare. Perché il potere è fare delle scelte. Scelte che<br />
consentono di realizzare delle cose diverse, cose che funzionano, che<br />
creano opportunità e benessere, e gioia. Un progetto che non è<br />
Grandioso, ma grande, ovvero capace di creare davvero un’opportunità<br />
vincente. Non servono mote cose, ma quella sola cosa che funziona.<br />
La tua sfida parte da Roma...<br />
Il naturale avvio del processo di cambiamento non può che riguardare<br />
la realtà più vicina ai bisogni quotidiani dei cittadini, il governo<br />
municipale: la nostra sfida parte da Roma, capitale d’Italia nella sua<br />
ricchezza potenziale e nella sua degenerazione reale, emblema di una<br />
società incapace di trasformarsi al punto da ricadere su se stessa.<br />
Roma, elemento reale e simbolico al contempo, perciò tanto più<br />
potente, lungi dall’essere diventata quel che avrebbe naturalmente<br />
dovuto essere, una grande capitale europea, anziché aver creato e<br />
promosso nuovi modelli culturali, è diventata elemento frenante e<br />
mortificante per l’intera cultura e società italiane. Perciò proprio da<br />
Roma partirà il nostro progetto di cambiamento, perché questo è il<br />
momento, non semplicemente opportuno ma necessario, per muoversi<br />
all’azione. Urgente è la sfida per il cambiamento, per il superamento<br />
culturale dell’immobilismo gattopardesco del sistema politico e sociale<br />
del nostro Paese. Non le forme, non l’apparenza, non gli slogan, ma la<br />
sostanza della partecipazione all’istituzione di nuove regole comuni è il<br />
nostro obiettivo, che si riassume nell’uguaglianza reale di possibilità, per<br />
tutti i cittadini, qualunque sia il loro status sociale, economico, culturale,<br />
di salute, di credo religioso o morale, di affettività, sessualità e<br />
prospettiva vitale. Noi di Altruisti Nati vogliamo ottenere risultati concreti<br />
e ragionevoli per fare di Roma una capitale europea del terzo millennio,<br />
attraverso una politica di modernizzazione e razionalizzazione della città<br />
e delle sue possibilità di sviluppo e vivibilità. Il che, tradotto in obiettivo<br />
politico, significa garantire la governabilità della città di Roma attraverso<br />
grandi regole comuni, basate su valori condivisi e comune assunzione<br />
di responsabilità verso la cittadinanza, regole da stabilire insieme senza<br />
ambiguità o possibilità di aggiramenti e colpi di mano, per superare ogni<br />
conflittualità sociale in vista di un benessere collettivo realmente<br />
condiviso. Le nostre parole d’ordine per realizzare tale progetto sono<br />
competenza, meritocrazia, equità e libertà, perché vogliamo che Roma<br />
torni ad essere una realtà all’altezza della sua storia e dei suoi cittadini.<br />
Se l’ideale è la tramutazione, non tramuto nulla se non comincio a<br />
mutare me stesso. L’utopia comincia domani, e può anche non<br />
cominciare mai; la tramutazione comincia oggi e non ha mai fine.<br />
[ Norberto Bobbio]<br />
Momenti della inaugurazione: Fondazione Altruisti Nati presso il Teatro Centrale Carlsberg _ Roma<br />
"Riprendiamoci la Nostra Italia"... to be continued...<br />
L.S.<br />
GERALDINE DE<br />
Le mie donne<br />
VULPIAN<br />
www.fidenzavillage.com<br />
LORENA<br />
MAGLIOCCO<br />
“Adoro passeggiare da sola per il centro di<br />
Roma, quando le strade sono semivuote,<br />
perchériescoasentireearespirarequel<br />
profumo del passato di un tempo che non<br />
esiste più. Sai, se fossi nata in epoca romana sicuramente sarei stata una<br />
matrona oppure una vestale, avrei custodito il sacro fuoco dell’Impero, il fasto della<br />
città la più importante del mondo. ”<br />
www.donnaimpresa.com 49
SIMONETTA<br />
LEIN<br />
Citiamo testualmente:<br />
“Simonetta Lein è un’artista di<br />
respiro internazionale: attrice,<br />
scrittrice e personaggio tv, vive<br />
tra l’Italia e l’America. Nata a<br />
Pordenone, classe 1983. Ha<br />
pubblicato per Sperling &<br />
Kupfer il romanzo “Tutto ciò che<br />
si vuole”, un romanzo sul potere<br />
dei desideri. E' impegnata in<br />
progetti sociali collegati all’arte<br />
TRAMONTANO<br />
e allo spettacolo. E’ fondatrice<br />
del “People Wish Tree”,<br />
movimento virtuale e realtà<br />
concreta di raccolta di desideri.<br />
Sull’onda del successo del suo<br />
ISABELLA<br />
libro, per Simonetta Lein realizza<br />
L’Occhialaia, un negozio di ottica dove un Vanity Fair “Desideriamo”:<br />
progetto lavorano blog che di raccolta si collega soltanto di desideri<br />
al<br />
donne.<br />
Nasce il venti ottobre del nuovo secolo da un’idea di IsabellaPeople Tramontano, Wish Tree, economista, un per<br />
iterare la tradizione familiare. Figlia di ottici, cresciuta tra lenti programma a contatto eradio oftalmiche, Svanitydecide in di<br />
creare qualcosa di “diverso”, di accedere a un settore moltocollaborazione maschile, dovecon le donne Margherita al massimo<br />
erano “addette alle vendite”, da protagonista. Meglio, rendendo Pogliani, le donne unaprotagoniste. serie tv dove Nasce<br />
così un negozio femmina, con un nome di genere femminile,<br />
intervista<br />
con una<br />
moltissimi<br />
compagine<br />
personaggi.<br />
societaria tutta<br />
rosa, dove le dipendenti sono “curvilinee”. Per punti: L’Occhialaia:<br />
E’ testimonial<br />
non ti sbagli,<br />
per il fotografo<br />
ci vai e ci trovi<br />
donne. Socie: culturalmente la donna ha nel DNA l’Economia,<br />
Bruno<br />
che<br />
Oliviero<br />
etimologicamente<br />
di “Oltre la<br />
vuol<br />
crisi”,<br />
mostra fotografica che tratta i<br />
dire<br />
“arte di reggere e bene amministrare le cose della famiglia”,<br />
temi<br />
quindi:<br />
salienti<br />
perché<br />
della<br />
no?<br />
crisi<br />
Dipendenti:<br />
volendo professionalità, le socie hanno deciso di rivolgersi direttamente<br />
economica e<br />
alle<br />
sociale<br />
scuole<br />
in<br />
di<br />
cui<br />
ottica<br />
ci<br />
e<br />
optometria e, quando ai presidi hanno chiesto le eccellenzetroviamo, femminili, realizzata hanno avuto al Teatro visi straniti,<br />
hanno dovuto spiegare che la donna ha una perizia e una pazienza Dal Verme singolari. di Milano In più: conlalalegge più<br />
ironica e vera del marketing afferma che gli uomini guardanocollaborazione le donne e le donne di Cultura guardano e le<br />
donne, quindi nessun pericolo di discriminazione da parte delle Solidarietà clienti, e in– occasione dal celeberrimo del<br />
termine coniato dal giornalista Simpson del giornale The Indipendent Premio annuale nel ‘94‘Stella – si cavalca al la<br />
società metrosexual che vuole uomini attenti all’aspetto e amanti merito’. dello E’ il shopping. nuovo volto Dadi questi “Maripunti<br />
di partenza nasce “L’Occhialaia”, e vive bene con voglia di crescere. per sempre”, In unreading Sud particolare, teatrale inla<br />
provincia di Salerno (Nocera Inferiore), in cui essere solo donne tournee potrebbe tratto dalla a volte biografia spaventare “Io<br />
L’Occhialaia_Via Zanzara 13, Mariangela 15_ isabella.tramontano@gmail.com<br />
Melato”.<br />
Scrittrice, attrice e conduttrice. Italiana e internazionale.<br />
Volto e firma di VanityFair.it<br />
NOCERA INFERIORE_SALERNO_ITALY<br />
Allora è vero che l’essenza di un incontro si rivela al primo istante. Quando le<br />
persone non hanno ancora preso le misure l’uno dall’altra, alzato difese,<br />
rivelato debolezze, infiorettato la propria storia, nascosto sotto il tappeto<br />
paure, condizionamenti, paure. Diversi i colori, gli orientamenti e le età, diverse le ricchezze,<br />
le competenze e le latitudini, ma simili, molto simili, i desideri, le sofferenze. Ma uguali. Simili nelle<br />
infinite dissimilitudini, fin anche nell’apparente condivisa complementarietà. Le donne si assomigliano<br />
quando lavorano, quando amano e pregano, quando sono madri, figlie e sorelle anche se non sempre<br />
sanno aiutarsi e riconoscersi mentre svolgono le loro imprese, materiali e immateriali, nel mondo. I<br />
secoli terreni ci hanno allenate a sopravvivere ma non a mettere in comune esperienze e difficoltà.<br />
Peccato. Tuttavia ciò che mi stupisce e rincuora è la straordinaria capacità di ogni donna di immaginare<br />
con energia scienza e passione obiettivi di felicità. Di solito quella immaginata dalla donna è una felicità<br />
condivisa, fatta di serenità e sicurezza, legata a lontane radici antropologiche e alla tutela delle<br />
generazioni. Ascoltare la voce e osservare i volti delle altre donne che condividono le loro storie e la loro<br />
passione e intelligenza è una esperienza rassicurante perché il pensiero condiviso che emerge è<br />
pacifico e profondo. A volte più stanche di sempre a volte piene della loro forza, le donne si accorgono<br />
di essere semplicemente una donne qualunque fra le donne. Una qualunque di noi nel nostro essere<br />
profondamente uniche, perché le similitudini tra una vita femminile e l’altra che sembrerebbero<br />
innegabili ed evidenti non hanno nulla di così innegabile ed evidente. Almeno non per lei..<br />
MARIAPIA DELLA<br />
VALLE<br />
Se è vero che la ricetta d’oro per arrivare<br />
alla popolarità non esiste, in quanto<br />
riteniamo che Sicuramente una parte è<br />
giocata dalla fortuna, siamo però<br />
consapevoli anche del fatto che molto<br />
dipenda anche a ciò che trasmettiamo agli<br />
altri, di positivo. Far veicolare la verità di<br />
quello che siamo, insomma, sembrerebbe<br />
essere quel gap di vantaggio, che ci<br />
permette di uscir fuori da una società<br />
sempre maggiormente streotipata. Essere<br />
se stessi richiede coraggio, e la nostra<br />
protagonista di oggi, di coraggio, ne ha da<br />
vendere. Solare, intelligente, grintosa,<br />
simpaticissima, Mariapia della Valle è la giovane Fashion Blogger che<br />
è riuscita a conquistare la nostra attenzione, nella non facile ricerca<br />
all’interno del vastissimo mondo delle donne che parlano di moda,<br />
perchè, se da una parte è vero che la passione della moda va ad<br />
accomunare tutte le varie blogger, è vero anche che è il rapporto<br />
stesso con la moda ciò che va a differenziare un blog dall’altro. Di<br />
sicuro c’è anche che leggendo il suo blog avverti come una<br />
sensazione di trovarti immerso in un’atmosfera più frizzante e vivace:<br />
quello che leggi è un mix di tante cose: il suo “about me” è tutt’altro<br />
che monotematico spazia bensì dalle vacanze, alle uscite con le<br />
amiche e dalle giornate in palestra a quelle con il suo ragazzo. Segno<br />
che la moda sia veramente presente ovunque ogni giorno. Il suo blog<br />
si basa essenzialmente su un rapporto amichevole con le donne che<br />
la seguono e che che seguono i suoi consigli sugli outfit. Donne con le<br />
quali scambia consigli per make-up e capelli, piuttosto che condividere<br />
le ultime novità nei negozi. La supportano e la sopportano nella sua<br />
vulcanica genialità creativa, la aiutano e le chiedono aiuto, la<br />
consigliano e le chiedono consigli. Questo il senso del suo blog<br />
www.modidimoda-mapi.blogspot.it Nessun senso, tutti i sensi.<br />
Mariapia ha all'attivo della sua carriera importantissime collaborazioni:<br />
scrive di moda per i magazine Donna Impresa e PinkLife, è inoltre<br />
consulente per gli shootting fotografici del Ph Thom Rever.<br />
Connoi<br />
nelprossimonumero<br />
VALDISERRI<br />
MARIELLA<br />
Docente di moda e fashion Journalist<br />
www.donnaimpresa.com39<br />
51
Le mie donne<br />
ROBERTA<br />
RAZZANO<br />
si racconta<br />
Avete presente un presepe? Antiche case di pietra, che si alzano dritte sulla rupe di tufo. Dietro, un fiorire di campanili di chiese. Un ponte<br />
altissimo che attraversa il vallone selvaggio. Questo è il mio paese. Un tempo, famoso per Sant’Alfonso e il suo “Tu scendi dalle stelle”. Ora, di<br />
nuovo alla ribalta per aver dato le origini al sindaco di New York. Questa è Sant’Agata dei Goti, piccola perla di un Sud poco conosciuto, dove<br />
sono nata e ho passato la mia infanzia tra la bellezza e l’incanto dei sensi. Il bello era normale, era quotidianità, era quasi scontato. I monumenti<br />
antichi e i vestiti di mia madre accompagnavano i miei sguardi; il romanico asciutto ed elegante della chiesa di San Menna si abbinava ai tagli<br />
raffinati di Valentino. E poi, i piatti seducenti che riusciva a cucinare… Tutto era colore, profumo, vita. Mio padre, il suo critico più costruttivo e<br />
severo. Fu la mia prima e sola guida. Non accettava le mezze misure, quando si parlava di bello e di buono. Tanto era amabile e tollerante<br />
verso gli esseri umani, tanto era rigoroso nel giudicare le loro creazioni. “Quelle si possono sempre migliorare – diceva – ed io sprono a farlo”.<br />
Quando ti trovi a vivere in un mondo bello e stimolante, non sei mai propensa ad adagiarti: sei sempre spinta a fare di meglio, a cercare il<br />
diverso, ad andare oltre. Gli abitini uguali a quelli delle altre bambine non mi piacevano. Volevo essere originale. Volevo essere io. Se non<br />
potevo scegliere i miei vestiti, nessuno mi vietava di farlo con quelli della Barbie. Dopo aver provato tutto il campionario esistente, cominciai a<br />
confezionarli di persona. Usavo gli stracci bianchi di mia madre e li decoravo con i pennarelli colorati. Non potendo cucire, li assemblavo con la<br />
pinzatrice. Erano belli anche per le mie amiche, che me li chiedevano. Ed io li facevo per loro, con piacere. Forse tutto iniziò da lì… Ero da poco<br />
una teenager, quando mi si aprì la strada verso il mondo vero. Mi ero macchiata la maglia bianca di caffè. Invece di lavarla, pensai che potevo<br />
usare il caffè per tingerla tutta quanta. L’appallottolai in una pentola stretta riempita con cinque o sei caffettiere grandi. Con mia sorpresa ne uscì<br />
non una tinta uniforme, ma un disegno, astratto e affascinante, in cui<br />
riuscivo a distinguere forme inaspettate, come quando si guardano le<br />
nuvole e si sogna. Intuii che quel disegno era più bello di qualunque<br />
forma avessi potuto progettare a priori. Avevo capito che l’arte comincia<br />
quando si va oltre il progetto, oltre l’intenzione, e ci si lascia trasportare<br />
da quell’imponderabile che è sempre presente intorno a noi. Avevo<br />
imparato a viverlo senza temerlo. Iniziai a tingere di tutto e con tutto. Mia<br />
madre brontolava: sporcavo dovunque. Ed io le ripetevo: “Tu mi hai fatta<br />
ultima di quattro sorelle, perché fossi il bastone della tua vecchiaia. Mi<br />
avresti voluta come una damigella dal sangue blu, ma il mio sangue non<br />
è né rosso né blu: l’hai fatto multicolor!” Allora non sapevo nulla di<br />
shibori. Non avrei mai immaginato di ritrovarmi, dieci anni più tardi, in un<br />
angolo di Giappone, a bottega da un maestro ultracentenario, a<br />
perfezionarmi in quell’arte antica. Laozi Nagayama fu per me una figura<br />
di maestro come non ne ho più incontrate. La tecnica era solo un aspetto<br />
marginale dei suoi insegnamenti. Si preoccupava anche di come e<br />
quanto mangiavo e dormivo. Perfino di come respiravo. E tutto il suo<br />
sapere, oggi, lo posso ancora riassumere in quelle tre parole che<br />
ripeteva sempre: “Mani, testa, cuore.”. Se viene a mancare un solo<br />
elemento a questa triade così umana, nulla sta più in piedi. E’ come un<br />
tavolino a tre gambe che ne perde una. In quei dieci anni, a dire il vero,<br />
non ero stata ferma. Anzi… avevo lasciato gli studi di giurisprudenza,<br />
con grande sconforto della mia famiglia, per seguire il mio sogno ed<br />
iscrivermi all’accademia di belle arti di Napoli. Furono anni difficili. Ci<br />
entrai quasi da sprovveduta. Non sapevo disegnare e non mi piaceva<br />
disegnare. Ma dovevo imparare ad ogni costo. Avevo bisogno di<br />
materiale. Cercavo la carta e i colori migliori. Ed era una cosa mia, solo<br />
mia. Per non chiedere nulla alla mia famiglia decisi di lavorare la sera,<br />
come cameriera, come lavapiatti. Furono anni di solitudine e sacrificio.<br />
L’unico sostegno era la mia passione, sfrenata, irrazionale quasi, per<br />
tutto ciò che era un abito. Gli abiti mi attiravano per la loro materialità. Li<br />
dovevo vedere dal vivo, toccare, annusare. Erano fatti di tessuto e non di<br />
carta. È nell'aspetto tattile che sta gran parte del fascino dei tessuti. Il<br />
tatto e' il senso più diretto che abbiamo per conoscere il mondo. Io ho<br />
bisogno di toccare ciò che creo. Gli oggetti e la materia ci parlano<br />
quando li tocchiamo. Mi piace toccare la roccia quando arrampico,<br />
sentire fra le dita la tensione del filo quando tiro di balestra, accarezzare<br />
il pelo di animali inconsueti o stringere tra le mani le foglie di un albero.<br />
Lungo tutto il mio percorso, i tessuti sono sempre stati i grandi<br />
protagonisti. Come pinzavo gli abiti indosso alle bambole, così ho<br />
sempre preferito costruire e montare i capi veri sul manichino, senza<br />
disegnarli prima. Non c’è immaginazione, per quanto fervida, che riesca<br />
a eguagliare la realtà, con i suoi giochi di luce, di testure, di gravità, di<br />
tensioni e di torsioni. Bisogna provare, osservare, e lasciarsi stupire.<br />
Solo così si può dare spazio al sogno. Da un sogno nacque alla fine la<br />
mia tesi, “La rivelazione di Ercolano”, che poi sarebbe divenuta un libro,<br />
una collezione ed uno spettacolo. Era un pomeriggio assolato della mia<br />
infanzia e mio padre mi aveva trascinato ad Ercolano per mostrare gli<br />
scavi ai parenti venuti dall’America. Io correvo, saltavo, non stavo mai<br />
ferma. Scivolai sul selciato antico e lui mi salvò da una brutta caduta<br />
prendendomi la mano. Mentre mi teneva, per tranquillizzarmi mi disse:<br />
“Tu ora vedi solo rovine vuote. Ma prova a chiudere gli occhi e pensa a<br />
duemila anni fa. Qui intorno tanta gente che passa. Un suonatore di<br />
cetra. Le donne con i loro vestiti colorati…”. Aveva colto nel segno.<br />
Improvvisamente nacque dentro di me l’immagine della città viva, e la<br />
vita erano quei vestiti che si muovevano insieme alle persone e<br />
riflettevano il sole di duemila anni prima. “Papà, com’erano quei vestiti?”.<br />
Me li mostrò a casa, sui libri. E io sognavo di farli rivivere. La mia gavetta<br />
iniziò a Roma alla maison Gattinoni. Madame Fernanda resta ancora un<br />
esempio indelebile nei miei ricordi. Lei non era solo arte. Era<br />
determinazione e tenacia. Non mollava, non se ne andava, non si<br />
arrendeva finché il capo non era quello che voleva. All’anelito al meglio<br />
che avevo imparato da mio padre, lei univa la capacità di realizzarlo.<br />
Tutte le persone che in me hanno lasciato un segno, mi hanno insegnato<br />
a non accettare le mezze misure. L’alta moda mi affascinava, perché non<br />
si poneva limiti, Non c’erano limiti alla fantasia e nemmeno alla spesa.<br />
Non c’erano vincoli o censure. Bisognava solo puntare in alto, il più in<br />
alto possibile. Ed arrivarci ad ogni costo. Da lì partì il mio viaggio per<br />
l’Europa e per il mondo. Ero diventata la donna dei tessuti. Li sceglievo, li<br />
tingevo, li creavo dal nulla. Tingevo con le spezie, con il vino ed il caffè.<br />
Tessevo tutto ciò che poteva prendere la forma di un filo, compreso<br />
quello interdentale. Trasformavo la materia lasciandomi trasportare<br />
dall’imponderabile come da un’onda amica. Un giorno, tutto si interruppe<br />
bruscamente. Pensai di lasciare un sogno per seguirne uno migliore. Ma<br />
era un’illusione, e mi ritrovai a terra, senza ali. Abbandonai il mondo<br />
sfavillante dell’alta moda, che mi destava solo ricordi tristi, e mi<br />
reinventai in mille vesti nuove. Creatrice di costumi teatrali, decoratrice di<br />
vele, giornalista. Scrivevo di ecologia e natura e quasi per caso arrivai ad<br />
occuparmi di cibo. Incontrai persone nuove e, come per magia, mi si aprì<br />
davanti un mondo inaspettato. Nel giro di pochi anni venivo catapultata<br />
dall’alta moda all’alta cucina. L’illuminazione fu un invito a pranzo da<br />
Fulvio Pierangelini. Gli dissi che non mangiavo pesce. Il risultato fu il<br />
menù sbattuto con rabbia sul tavolo, uno sguardo torvo ed una girata di<br />
spalle senza un saluto. Ma sul mio tavolo arrivarono pesci d’ogni sorta. Li<br />
assaggiavo. Mi piacevano. Mi davano emozioni. Avevo scoperto l’haute<br />
cuisine. Il dopopranzo fu più amichevole, in una saletta riservata, tra<br />
pizzi, cristalli e due opere di Fontana. Mi spiegò che aveva accettato la<br />
sfida e aveva cucinato il pesce in modo da farmelo piacere. Lo aveva<br />
personalizzato. Io, che fino ad allora avevo vissuto di surgelati e pizze a<br />
domicilio, dovetti ammettere che anche il cibo poteva diventare una<br />
forma d’arte. Nel giro di qualche mese la mia vita era di nuovo cambiata.<br />
Vagabondavo tra i migliori ristoranti d’Europa, negli anni della più grande<br />
rivoluzione gastronomica di tutti i tempi. La vecchia passione si poteva<br />
sposare con la nuova. Creai Dolceveste, un involucro impalpabile di<br />
tessuto colorato e profumato, che permetteva di mangiare i cioccolatini<br />
senza toccarli con le mani. Preparai contenitori di tessuto e bacchette di<br />
ceramica per i cuochi del Bulli. Avevano inventato le “arie”, schiume<br />
evanescenti e profumate, ed io dovevo inventare un modo nuovo per<br />
degustarle. Così, alla Mostra Internazionale dell’Alimentazione del 2005<br />
presentai “Flores de Pescado” insieme ad Oriol Castro: fiori di tessuto<br />
che avvolgono arie di mare. Riscoprii l’amore per il cibo della mia<br />
infanzia, ma con la mente e il cuore di chi ha scelto di aspirare sempre al<br />
meglio. Studiai, scrissi, insegnai. Mi si aprirono le porte dell’università e<br />
scoprii quella forma incredibile di affetto che può legarti ai tuoi studenti.<br />
Se li guardi, li ascolti e impari a conoscerli, diventano come figli. E ti senti<br />
parte di una famiglia grande ad antica. Io li ho sempre amati, uno ad uno.<br />
Ognuno per come era fatto e per quello che poteva dare e diventare. Ad<br />
ognuno ho dato tutto quello che potevo. E loro hanno dato a me.<br />
Purtroppo, l’università non è fatta solo da loro. Ci sono squallidi burocrati<br />
e dirigenti gretti e venali, che possono uccidere ogni forma di poesia e<br />
dignità. La mia strada non poteva fermarsi lì. L’insegnamento, senza<br />
ricerca, può diventare una ripetizione vuota. Così, mi sono decisa a fare<br />
sul serio. Sono entrata a fare parte del Laboratorio di Fisica<br />
Gastronomica dell’Università di Parma, assumendomi la responsabilità<br />
di tutto il settore estetica e design. Lì ho iniziato il progetto drink design,<br />
come nuova forma di food art. Realizziamo drink personalizzati, ognuno<br />
diverso dall’altro, con disegni tridimensionali creati da liquidi colorati,<br />
iniettati all’interno di un liquido trasparente. Anche qui, la scienza e lo<br />
studio ti portano al limite, poi lascio scattare quell’ineffabile abbandono<br />
all’imponderabile… Poi, un giorno, arriva di nuovo l’ombra. Scura,<br />
spaventosa, invincibile. Mio padre si ammala e in pochi mesi se ne va.<br />
Nel mio cuore, sentivo che avrebbe avuto ancora tante cose da dirmi,<br />
ma il tempo era finito. Ero persa. Cercavo dovunque un segno, un<br />
appiglio, un punto da cui riprendere il filo dei suoi insegnamenti. E mi<br />
tornò alla mente quel pomeriggio lontano, agli scavi di Ercolano… Sentii<br />
rinascere il richiamo della moda. Ma in forme diverse. Il tempo era<br />
passato. A vent’anni volevo trasgredire, ma ora? Non riuscivo a<br />
convincermi che fosse il momento di ricominciare. Però mi guardavo<br />
intorno, e vedevo che il mondo era cambiato. La crisi che imperversa.<br />
Una realtà che nessuno più ama. Si può trasgredire quando tutto è<br />
perfetto e felice. Si desidera andare oltre, ma perché il presente è già<br />
bello. Ma ora? Ora, mi sono detta, non c’è più sete di trasgressione. C’è<br />
tanta voglia di sognare. Di fuggire.<br />
Roberta Razzano<br />
www.donnaimpresa.com 53
Il conferimento del<br />
"Premio Donna Impresa"<br />
Al Fashion Week Bucarest<br />
ADRIANA<br />
AGOSTINI<br />
Fashion designer _ www.adriana-agostini.com<br />
Donne di moda<br />
L’abbiamo incontrata per la prima volta a Bucarest e precisamente all’evento<br />
FashionTv Week presso la sua Galleria - Atelier. La sua ispirazione nasce in primo<br />
luogo dal tessuto e poi si sviluppa dall’osservazione della società.<br />
Lei è Adriana Agostini, fashion designer rumena le cui<br />
collezioni, in passerella, assumono la caratteristica di uno<br />
spettacolo nello spettacolo, tanto lei è abile a dotare di senso le<br />
sue rappresentazioni. Scenografie teatrali in cui si esprime la<br />
bellezza della donna, magnificandola in tutta la sua più sensuale<br />
femminilità. Mai una donna mortificata in rigide vesti, mai un<br />
corpo umiliato nella sua avvenente grazia. Il corpo si esprime,<br />
fluendo fra tagli e tessuti che lasciano il libero manifestarsi. Bella,<br />
solare, Adriana Agostini ci accoglie con un sorriso che lascia<br />
intuire quanto, quella serenità espressa, sia trasferita in tutto<br />
quello che crea, quanto rappresenti l’elemento distintivo di<br />
qualcosa che prima ancora che essere un brand, è la sua vision.<br />
Un modo di percepire il mondo, il suo, in cui si contempla la gioia<br />
di vivere. Ha iniziato in Italia la sua professione lavorando per<br />
diversi Atelier nel campo del tessile. La definivano una design<br />
della “maglieria” per la sua straordinaria capacità di abbinare<br />
tessuti di natura diversa, cachemire e seta, in particolare. E tutto<br />
questo avveniva negli anni ’80. Poi il salto di qualità tentando di<br />
vendere i suoi prodotti fuori dall’Italia, strategia vincente che le<br />
conferì da subito popolarità. Una svolta al suo modo di intendere<br />
la moda, il fashion. Qualcuno è magico; altri ammaliano; taluni<br />
raccontano la storia intessuta da infinite piccole vicende umane;<br />
certi rimangono imperiose roccaforti di un glorioso passato<br />
seppure ne hanno perso i fasti opulenti; alcuni sono abbandonati<br />
a sé stessi; talaltri si lasciano scivolare il tempo sulla pelle;<br />
qualcheduno sembra materializzarsi dalle pagine ingiallite<br />
d'antichi libri di fiabe, dove le parole gotiche sono arricchite da<br />
fantasiosi disegni di fate del bosco, di folletti dai buffi cappelli<br />
nascosti fra i fili d'erba, d'acque cristalline e di ponti magici,<br />
metafora di un passaggio fra bene e male, fra buio e luce, fra<br />
civitas e barbaritas, fra noto ed ignoto... Infine qualcuno, e questo<br />
è il caso di Adriana, scrive libri incantati a più dimensioni, dove le<br />
pagine sono tessuti, le penne aghi, dove le idee si esprimono<br />
attraverso piccoli ritagli di tessuto, s'incorsano in formule magiche<br />
comprensibili solo ad eletti che possiedono il sapere di<br />
comprendere la magia della sua arte. Saperi che invitano a<br />
superare le cortine, a varcare la soglia per scoprire che tutto è<br />
arte in continuo movimento, un'altra storia da svelare... per chi la<br />
vorrà e saprà ascoltarla. Adriana Agostini è stata insignita con il<br />
prestigioso Premio Internazionale “Donna Impresa” “PREMIO<br />
INTERNAZIONALE <strong>DONNA</strong> <strong>IMPRESA</strong>/AT THE HEART OF<br />
COMMUNITY” all’interno del prestigioso evento che si è tenuto<br />
presso Villa Cesarina di Valganna (provincia di Varese) nelle<br />
giornate dell’8e9marzo,iltutto sintetizzato in un video per la<br />
La collezione di Adriana Agostini presentata<br />
a Villa Cesarina - Valganna (Va) - Italy<br />
Le mie donne<br />
di Annabella Ciardiello<br />
regia dell'eclettico Dragan Sebastian denominato "Una bellezza<br />
reale". " CULTURA AGENZIA" dunque giunge in Italia, a Villa<br />
Cesarina a raccontare le meravigliose creazioni della fashion<br />
designer Adriana Agostini che hanno fatto sfoggio della loro<br />
magnificenza attraverso la statuaria bellezza delle modelle in un<br />
contest, quello della splendida dimora liberty, reso ancor più<br />
magico dagli scatti del ph George Cristian. Nel soirée di Gala,<br />
all'insegna di una giuria d'eccezione presieduta dal Principe<br />
Stefan de Montenegro e dalla sua splendida consorte, da<br />
Bruno Romano Baldassarri in qualità di Direttore Marketing<br />
Italia Donna Impresa e Giuseppe Vigilante Patron dell'evento,<br />
sono state assegnate le fasce di merito alle partecipanti a "Lady<br />
Storica", una per ciascuna concorrente attribuite in base alle<br />
caratteristiche peculiari di ciascuna; un concorso dunque che non<br />
ha visto né vincitrici né vinte, a celebrare la bellezza delle donne<br />
nella loro dissomiglianza di caratteri. A conquistare il "Premio<br />
eleganza" la modella rumena Ana Maria Iancu che vestita in uno<br />
splendido abito di Adriana ispirato all'ottocento di gattopardiana<br />
memoria, ha incantato ospiti e giuria oltre che per la sua<br />
bellezza, per il suo portamento regale. Nel corso della serata<br />
sono stati poi assegnati i PREMI INTERNAZIONALI <strong>DONNA</strong><br />
<strong>IMPRESA</strong> alla oramai celeberrima scrittrice Ada Cattaneo, alla<br />
straordinaria fashion designer Adriana Agostini, lo ricordiamo ad<br />
onor di cronaca, ed alla versatile bellezza di Kurimi Mami. " Arte,<br />
Bellezza e Solidarietà nelle giornate dell'8e9marzo2014 è stata<br />
un successo al di sopra di ogni più rosea aspettativa - ci dice<br />
Giuseppe Viglilante - metti una troupe di 12 elementi al seguito<br />
della stilista Adriana Agostini, Bruno Baldassarri e Valeriana<br />
Mariani, la polizia a cavallo e Nicola Corrarello, 12 bellissime<br />
donne per Lady Storica, Pin Berve e Kurimi Mami, 6 guerrieri<br />
medioevali con Alessandro Varagnolo e una scrittrice di leggende<br />
Ada Cattaneo, le bellissime piante di Vivai Giardinaggio Selve e la<br />
onlus per l'aiuto ai bambini autistici... per non parlare poi della<br />
bellezza dei quadri esposti nei saloni della villa di sei artisti:<br />
Daniela Galli, Monica Trioli, Milly Martionou, Anna Zulla, Mirella<br />
Zulla e Benedetto Codella... dei premi assegnati, dello<br />
Champagne Dom Caudron Marne abilmente presentatoci da "La<br />
Dame du Vin" personaggio cult nel panorama dell'enologia<br />
nazionale, del magnifico risotto preparato da uno dei ristoranti<br />
tipici di Valganna annaffiato da vini "eccellenti", quelli portati in<br />
degustazione da Boris Laziosi per il Podere Vilarga prodotto<br />
vinicolo del Principe del Montenegro. Beh.. che dire, se non il<br />
ringraziare tutti coloro che hanno dato vita a questo magnifico<br />
sogno… “. Il servizio, in esclusiva per MDI TV o mditv.ro.<br />
agostini<br />
Model: Mihaela Dragne<br />
Model: Ana Maria Iancu<br />
da destra: Adriana Agostini con i Principi di<br />
Montenegro, Giuseppe Vigilante con i figli.<br />
www.donnaimpresa.com 55
Le mie donne<br />
CLAUDIA<br />
FERRISE<br />
Fashion designer _ Lamezia _ Italy<br />
Modelli dal taglio apparentemente semplice, quasi classico, ma impreziositi con dettagli<br />
ricercatissimi, che regalano alla sposa un look sofisticato, di alta classe, indubbiamente<br />
glamour. Per le gonne, scivolate e dalla linea morbida, vengono utilizzati tessuti fluttuanti<br />
come lo chiffon, il tulle e la seta ma anche più strutturati come il damascato, e il raso, uniti a<br />
bustini dal taglio prevalentemente a cuore ed a V, anche con scollature profonde, che<br />
regalano grande femminilità persino alla sposa più formale<br />
Per coloro che sono alla ricerca di un look più moderno, non mancano però accenni minimal chic, come lo scollo squadrato. L’anima delle<br />
collezioni è senz’altro il pizzo, utilizzato come tessuto principale o in piccole applicazioni , che danno vita a fiori, petali e decorazioni di alta<br />
lavorazione, arricchite con punti luce, perline e cristalli, che illuminano gli abiti senza appesantirli, ma donano un tocco di brillantezza che ben “si<br />
sposa”, è proprio il caso di dirlo, con le linee romantiche e delicate dei modelli. Accanto alle gonne ampie in tulle, dal taglio principesco, troviamo<br />
anche linee più aderenti e femminili, con gonna a sirena, abbinate perfettamente a maniche lunghe o in tulle, che lasciano trasparire le braccia,<br />
avvolgendole in ricami e applicazioni. Soffici petali in pizzo o chiffon, che ritroviamo sul velo sposa, anch’esso protagonista indiscusso della<br />
passerella, con strascico importante e lunghezza cathedral. Guardando al colore, è il bianco che regna sovrano nelle collezioni di Claudia, nelle<br />
sue sfumature ricercate: etereo ed elegante, in una fusione perfetta di romanticismo e modernità, per donne sensibili e capaci però di mostrare<br />
anche il mistero, la malizia e la seduzione. Se sognate che la vostra sia una favola, ricordatevi che una storia meravigliosa ha sempre un inizio<br />
speciale. E la scelta dell’abito è l’incipit giusto per un matrimonio fiabesco. Come orientarsi tra aspettative da favola e quel ci fa essere<br />
assolutamente favolose? A raccontarci il percorso che porta alla scelta dell’abito da sposa (non di “un” abito da sposa qualsiasi) è Claudia<br />
Ferrise padrona di casa all’Atelier “Sposa Lucy Claudia” che ci guida con il suo prezioso savoir faire. La storia comincia insomma con la<br />
condivisione di desideri e aspettative: riguardo all’abito, alle linee, ai tessuti, ai dettagli, ma anche a tutto il contesto del matrimonio, dalla<br />
location allo stile della cerimonia. Il compito di Claudia è dunque il trasformare il sogno delle proprie clienti in realtà, cogliendo emozioni e<br />
aspirazioni, ascoltando e consigliando. “Senza esasperazioni” forte della lunga esperienza nel settore più romantico che esista. Idee semplici e<br />
chiare, suggerimenti mirati e realistici, perché quello della scelta sia un momento meraviglioso, senza inutili stress. Si inizia così un affascinante<br />
viaggio: passando da tessuti, stili e modelli, alle pregiate proposte di raffinate case nazionali ed internazionali, a disegni su misura, realizzati per<br />
la sposa dall’Atelier fino al lavoro sartoriale realizzato qui, con la professionalità stilistica artigianale della tradizione, dal cartamodello all’abito.<br />
Scelto il modello, in un trionfo di emozione, la fase successiva è la prima prova. Non dobbiamo ai dimenticare che la protagonista quel giorno<br />
deve piacere prima di tutti... a se’.<br />
DIANA<br />
ALEXANDROAE<br />
Presidente Kasta Morrely _ www.kastamorrely.ro<br />
a tu per tu con:<br />
Diana Alexandroae<br />
presidente Kasta Morrely<br />
Le industrie creative, così come<br />
troviamo che sono state definite da<br />
inglesi, sono quelle industrie che hanno<br />
l’origine nella creatività, talento e<br />
maestria degli individui, e che hanno il<br />
potenziale della creazione di impieghi e<br />
di prosperità tramite la generazione e<br />
l' utilizzo delle proprietà intellettuali.<br />
I campi che costituiscono (conforme DCMS- Department of<br />
Culture, Media and Sport, UK) sono advertising, l’architettura,<br />
le arti, i mestieri, il design, la moda, il cinema, video e foto,<br />
software e computer games, la musica, le arti visuali e<br />
performing arts, publishing, televisione, radio. Esse hanno un<br />
ruolo educativo molto importante nella società odierna ed è<br />
per questo motivo, e per nostra sfortuna, siamo aggrediti con<br />
troppe produzioni e prodotti di bassa qualità. Per questo<br />
siamo moralmente obbligati trovare e promuovere l’autenticità,<br />
la qualità ed il professionismo per sbarazzarci della nocività<br />
del kitch e dell’incultura presente dappertutto nell’importante<br />
settore delle professioni che formano il campo dell’immagine.<br />
E’ sulla base di questa considerazione che abbiamo ritenuto<br />
indispensabile ascoltare una specialista in termini di autorità<br />
internazionale nell’organizzazione d’eventi, sfilate di moda e<br />
Fashion Theater: lei è Diana Alexandroae Presidente Kasta<br />
Morrely, uno degli esperti che sono stati alla base della<br />
creazione e legalizzazione per la prima volta nel mondo, della<br />
scienza dell’occupazione di modella(o) e dell’occupazione di<br />
organizzatore di eventi. Diana Alexandroae fa parte anche dal<br />
collettivo degli esperti che hanno creato e registrato come<br />
marca il nuovo genere artistico Teatro di Moda (Fashion Theater). “Desidererei precisare dall’inizio il fatto che la mia attività di ricerca in qualità di<br />
presidente Kasta Morrely è stata centrata specialmente sul campo delle sfilate di moda e dell’organizzazione degli eventi di moda. Questa attività<br />
– ci dice Diana - non ha però escluso il coinvolgimento nello studio della realizzazione delle trasmissioni TV e film. Come si sa ogni persona<br />
ambiziosa sogna diventare una stella oppure una personalità pubblica conosciuta molto spesso senza aver approfondito l’effimerità che ruota<br />
intorno alle stelle della televisione o cinematografiche. La causa della loro effimerità è dovuta al fatto che sono persone impreparate che tramite<br />
l’apparizione sul piccolo schermo danno un'impressione iniziale d’intelligenza, fascino e spontaneità, ma... come dire – continua - il pubblico si<br />
rende conto assai velocemente della realtà e si annoia presto della falsa stella. Lo stesso ovviamente vale per le stelle cinematografiche che, se<br />
non supportate da un vero talento ed un corretto management, scompaiono nell’ignoto. Mi sono domandata anche io all’inizio perché sono stelle<br />
che resistono nel tempo ed altre scompaiono con la stessa rapidità con cui sono apparse. Tematiche che ho approfondito durante gli studi di<br />
ricerca del mondo della moda e che sono state la base della mia consapevolezza di oggi. Quello che ho compreso, è che il settore è stracolmo di<br />
molto dilettantismo basato sulla sfrontatezza di manager improvvisati e senza troppi scrupoli che giocano sulla pelle e sul talento, non ultimo sulla<br />
timidezza, di quanti vorrebbero intraprendere una carriera artistica, qualsiasi essa sia.<br />
L’interesse per le prestazioni artistiche si perde in<br />
continuazione perché molte dalle attività di creazione sono dominate dagli impostori e spavaldi. questa è la verità. Il lavoro di creazione si basa su<br />
una preparazione complessa che congloba più qualificazioni complementari. Non puoi avere un’attività di successo nelle industrie creative senza<br />
qualificazione e senza una preparazione laboriosa preliminare perché senza preparazione solida l’atto artistico si svolge caoticamente, con molto<br />
lavoro invano e alla fine si scelgono ruoli che di bassa qualità, pur di apparire. sono sotto gli occhi di tutti - conclude Diana – le ridicolaggini delle<br />
dirette televisive e/o le produzioni di basso spessore culturale ed estetico. E’ solo nel momento in cui hai una preparazione idonea al ruolo che<br />
vuoi svolgere che diventa facile il valutare la qualità dell’offerta. Mai diversamente. Una professione, per essere riconosciuta legalmente dallo<br />
stato, deve necessariamente dotarsi di un progetto approvato della scienza di quella professione. Così quelli che sono qualificati in quella<br />
professione imparano cosa devono fare con efficienza e rendimento massimo, benefico per se stessi così come per le persone che si affidano ai<br />
suoi servigi. Ho constatato quando lavoravo all’elaborazione dell’occupazione di modella(o) che le sfilate di moda in molti casi annoiano la maggior<br />
parte degli spettatori a causa della loro monotonia… ragazze che portano a spasso dei vestiti tutte nello stesso modo, invece che indossarli. Vi è<br />
una grandissima differenza fra l’indossare un capo e vestirlo. Ecco perché ho pensato di mettere a punto il Teatro di Moda (Fashion Theater), di<br />
proprietà intellettuale Kasta Morrely. Questo nuovo genere artistico conferisce valore tanto alle creazioni dei designer quanto il talento di coloro<br />
che sfilano. Sono stata piacevolmente sorpresa alla fine dell’anno 2013, quando nell’ambito della Gala Romanian Fashion Awards, ho ricevuto il<br />
Premio per la creazione di questo progetto Moda, ancor più sorpresa e felice quando, subito dopo, sono stata insignita di un Diploma di<br />
Eccellenza come autorità riconosciuta nelle industrie creative ed il riconoscimento del nuovo genere artistico Teatro di Moda (Fashion Theater),<br />
dalla parte dei funzionari di una città turistica molto importante. Posso dire con piacere ed orgoglio, che sulla scena del grande festival Bucharest<br />
Fashion Week dal dicembre 2013 sono state molte le sfilate organizzate in collaborazione con noi... e gli effetti si sono visti. Il pubblico non solo<br />
non dava segno di insofferenza, ma restava compostamente seduto... quasi rapito da ciò che in quel momento avveniva in passerella. Questa<br />
reazione del pubblico è la conferma che il fondamento delle industrie creative, il successo, dipendono dalle qualificazioni, oltre che dal talento.<br />
Insomma, non possiamo parlare del futuro di successo e dello sviluppo del settore culturale artistico senza un’approccio scientifico basato sulle<br />
qualificazioni ed innovazioni di quelli che si affacciano in questo campo d’attività. I paesi che hanno investito nello sviluppo del settore delle<br />
industrie creative sono i più conosciuti ed apprezzati per il loro livello di civiltà e benessere anche se in altri settori non eccellono”.<br />
www.donnaimpresa.com 57
Antares:<br />
un'azienda<br />
giovane e<br />
dinamica che<br />
fornisce una<br />
qualità<br />
produttiva<br />
impeccabile<br />
di suole e<br />
fondi<br />
termoplastici<br />
in TR, PVC,<br />
TPU<br />
monocolore,<br />
di colore e<br />
tricolore, (con<br />
inserti, grd,<br />
fasce in<br />
cuoio,inserti in<br />
cuoio ecc...)<br />
per calzatura<br />
uomo-donna.<br />
L'alta tecnologia e la conoscenza nella<br />
progettazione e produzione di fondi fanno<br />
di Antares una realtà capace di conciliare<br />
le esigenze della moda con il massimo<br />
confort, massima flessibilità,<br />
personalizzazione del prodotto,<br />
realizzazione esclusiva o su progetto del<br />
cliente della suola desiderata con le<br />
caratteristiche che contraddistinguono<br />
l'azienda e che sono alla base di una<br />
mission atta a soddisfare le richieste di un<br />
mercato in costante sviluppo. Un prodotto<br />
all'avanguardia in termini di ricerca<br />
stilistica, design e di materiali innovativi<br />
che hanno fatto dell'artigianalità tipica del<br />
"Made in Italy" e della struttura aziendale i<br />
suoi punti di forza.<br />
www.suolificioantares.it<br />
Grottazzolina (Fm) _Italy _ info@suolificioantares.it _ T. 0734.632735 _ F. 0734.636777<br />
www.donnaimpresa.com 59<br />
Model: Sara Ben Zidane e Roberto Baldassarri : Donna Impresa<br />
Ph<br />
©
"Camminiamo assieme alle calzature più famose, più trendy e più<br />
comode, in italia e nel mondo cercando di non venire mai meno ai<br />
nostri ideali ma ampliando la gamma dei nostri prodotti. Tecnologia,<br />
moda e attenzione al mercato sono le nostre parole chiave: una<br />
parte importante, la nostra”
Per tutte le stagioni della<br />
tua vita.<br />
Ph: D onna Impresa© Model: Sara Ben Zidane e Roberto Baldassarri. Un ringraziamento spciale all'imprenditore Remo Scartozzi che ha reso possibile questo servizio fotografico
con noi nel prossimo numero<br />
ANTONELLA:GIULIETTI<br />
Titolare di due aziende nei pressi di<br />
Verona una delle quali la Elite s.a.s<br />
Bioallergen Leader nella ricerca e<br />
sviluppo prodotti per le Allergie<br />
Respiratorie e Dermatologiche.<br />
Propine e commercializza Programmi<br />
Completi di Bonifica per Hotels (<br />
ALLERGY FREE HOTELS) , Navi.<br />
scuole, asili , cliniche, case di riposo,<br />
uffici... Nel campi dell 'Arredamento/<br />
ergonomia e' consulente e fornitore di tessuti di pregio<br />
per arredi, imbottiti per Strutture di Alto Livello. In Italia<br />
e all' 'Estero. Antonella è una donna forte, tenace che<br />
si distingue, oltre che per determinazione, anche e<br />
soprattutto per la passione che mette in tutte le sue<br />
attività non perdendo mai di vista la sua identità ed i<br />
valori morali in cui crede fermamente: primi fra tutti<br />
l’onestà, il rispetto e l’amore per le persone.<br />
ALESSANDRA:TONELLI<br />
Alessandra Tonelli è<br />
l’intraprendente cotitolare<br />
della FG Milano,<br />
tutta rigorosamente made<br />
in Italy, che propone<br />
calzature femminili di<br />
lusso destinate ad una<br />
clientela d’elite.<br />
Lavorazione artigianale,<br />
cura del dettaglio ed<br />
eccellenza dei materiali<br />
fanno delle calzature FG<br />
un prodotto davvero<br />
unico per qualità e stile:<br />
vere e proprie opere<br />
d’arte in grado di<br />
coniugare design, lusso<br />
ed originalità. Tessuti unici, pellami pregiatissimi ,<br />
accessori di lusso e dettagli ricercati ed un design ultra<br />
femminile, sono i punti di forza di queste creazioni di<br />
cui ci si innamora perdutamente al primo colpo<br />
d’occhio: un must have per ogni shoes addicted…<br />
MARIA CECILIA: BERIOLI<br />
La definiscono la guerriera armata di violoncello,<br />
musicista perugina ricca di talento e di passione,<br />
convinta che “la musica debba tornare a dar parte della<br />
quotidianità”. Da anni insegue questa missione su<br />
molteplici fronti, nei concerti, numerosissimi e di grande<br />
successo, nelle produzioni dove alla musica si abbina<br />
la lirica, la recitazione e la danza, non di meno nella<br />
valorizzazione dei giovani talenti e compositori<br />
contemporanei, nelle collaborazioni più disparate, nella<br />
moltitudine delle tuurnée all’estero.<br />
Primo violoncello nei Solisti di Perugia,<br />
Maria Cecilia è inoltre fondatrice di<br />
Umbria Ensamble, vanta studi di<br />
perfezionamento tra Perugia e<br />
l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia<br />
ma anche una laurea con lode in<br />
filosofia. Ha suonato con nomi<br />
eccellenti, fra questi: Cafiso, Bollani e<br />
George Benson ad Umbria Jazz. In<br />
tournee all'estero, è approdata al<br />
Birdland di New York ed alla corte<br />
dell’Imperatore del Giappone,<br />
esibendosi anche con l 'Imperatrice<br />
Michiko al pianoforte.<br />
BIANCA:IMBEMBO<br />
Il fulcro dell’esperienza di Bianca Imbembo è sempre stato<br />
quello di mettere in gioco le proprie capacità e le proprie<br />
conoscenze nel settore fashion. Bianca, infatti, ha creato e<br />
gestisce un’impresa individuale dove si occupa della<br />
lavorazione e della vendita di borse da donna. L’amore per<br />
il glamour l’ha portata a conoscere e frequentare il settore<br />
con attenzione e sensibilità verso le tendenze e i<br />
cambiamenti del gusto e del mercato. Quando ho deciso<br />
che aveva voglia di mettersi in gioco si è guardata intorno<br />
ed ha messo in attività le antenne per cogliere il mood. Ha<br />
notato che il feltro era una materia prima poco frequentata<br />
e scarsamente valorizzata, ha immaginato, pertanto, una<br />
linea di borse che potesse nobilitarla attraverso la cura per<br />
il particolare e la raffinatezza del particolare in cui il Made in<br />
Italy eccelle. Si è attrezzata per svolgere una ricerca di<br />
mercato che le consentisse di individuare la migliore<br />
qualità di feltro disponibile e da lì è partita. Alla grande. In<br />
poco tempo ha messo in cantiere una moltitudine di cose, a<br />
partire dalla collezione di borse realizzata con feltro<br />
ottenuto dal riciclo del PET, la plastica che troneggia sulle<br />
nostre tavole domestiche riempita d’acqua e bibite.<br />
Sensibile e attenta alla salvaguardia dell’ambiente, ha<br />
cercato un buon prodotto realizzato con materiali da riciclo<br />
e colorato con tinture naturali. La sensibilità al tema della<br />
responsabilità sociale la esprime e realizza in diversi<br />
contesti , oltre quello del rispetto dell’ambiente vi è, infatti,<br />
l’adesione al progetto Save Woman con Roberta Bruzzone<br />
affinché parte del ricavato dalla vendita di alcuni modelli sia<br />
devoluto ad azioni volte a contrastare la violenza contro le<br />
donne. Imprenditrice a quarant’anni, Bianca ha scelto un<br />
nome del brand pregno di significato: kilesa che rimanda<br />
Le mie donne<br />
alla cultura del buddismo ed a sentimenti contrastanti<br />
come l’ansia, la determinazione, la paura e l’ambizione i<br />
quali, fusi tra di loro, impediscono all’individuo di focalizzarsi<br />
sui problemi. Il rimedio per orientarsi in tale confusione è<br />
offerto dalla meditazione. Essendo l’unico soggetto a<br />
detenere la leadership nell’impresa, i compiti e le<br />
responsabilità che le derivavano dal lavoro sono svolti<br />
prettamente da lei; così è riuscita ad acquisire un<br />
backgroung di conoscenze molto ampie e variegate che<br />
abbracciano tutta la gamma dei passaggi, dalla nascita alla<br />
vendita del prodotto, quindi dalla lavorazione dei materiali,<br />
al marketing e alla pubblicità del prodotto fino alla vendita<br />
dello stesso: le borse le sogna, le disegna, ne sceglie i<br />
materiali, le produce, le sfila, le presenta, le vende: sono le<br />
lancette pubbliche che scandiscono il tempo di questa<br />
grintosa donna a due teste, mezza stilista e mezza<br />
imprenditrice. Intuizione, creatività risvegliata prorompente<br />
unita al coraggio, possono dare vita a storie simili, esempi<br />
concreti per chi ha sogni da realizzare. A prescindere dalla<br />
storia personale di Bianca, dal suo percorso, dalla fatica,<br />
dalla tenacia e dall'essere nel posto giusto al momento<br />
giusto, noi guardiamo le sue collezioni e vediamo del<br />
nuovo, oltre che del bello. Quello che ci piace di questa<br />
storia è che, oltre alla capacità imprenditoriale, finalmente<br />
vediamo del talento. Le collezioni sono coerenti, hanno una<br />
storia che ne guida il progetto, le sue creazioni le osservi e<br />
capisci quello che la designer ti sta raccontando.<br />
Sinceramente siamo felici che tutto ciò stia funzionando. E'<br />
un bellissimo esempio. Questo insegna che nella vita non è<br />
mai troppo tardi. Così come non è mai troppo tardi per<br />
indossare una sua “KILESA BAGS”.<br />
Peruviana ma trapiantata a Salerno, Rosa è fondatrice e presidentessa dell'associazione<br />
“Stranieri nel mondo” che dal 2010, anno della sua nscita ad oggi, vanta centinaia di iscritti<br />
provenienti prevalentemente dai paesi dell'America latina (Perù, Colombia, Brasile,<br />
Argentina, Bolivia), del centro America (Guatemala, Honduras, El Salvaror), dell'est Europa<br />
(Geogia, Russia, Ucraina). Scopo della Onlus è quello di fornire agli immigrati, presenti sul<br />
territorio salernitano, tutti gli strumenti utili al fine di giungere ad una completa integrazione.<br />
A tal proposito l'associazione, anche mediante la preziosissima collaborazione dei<br />
volontari, organizza corsi di formazione linguistica gratuiti, per l'insegnamento dell'italiano<br />
che di fatto rappresenta per queste persone, vista la moltitudine di etnie, l'unica possibilità<br />
di comunicare tra loro, corsi di educazione civica e scambio fra le varie culture. Numerosi<br />
sono gli incarichi che Rosa Mondragon ricopre nel campo della tutele degli immigrati, a<br />
cominciare dall'adempiere al ruolo di responsabile sindacale della Uil per gli immigrati,<br />
all'essere membro del consiglio territoriale per l'immigrazione della Prefettura di Salerno,<br />
non ultimo, il far parte dell'elenco traduttori e periti del Tribunale di Salerno. Grazie alla sua<br />
capacità di ascoltare e coinvolgere tutti, Rosa è riuscita ad affrontare con successo le<br />
problematiche più importanti ed anche a trovare le soluzioni operando di concerto con le<br />
Istituzioni ed assumendosi sempre le sue responsabilità. Fra le priorità dell’associazione,<br />
che sono il promuovere politiche per la crescita, lo sviluppo, l’occupazione, l’innovazione,<br />
la conoscenza, il sapere, l’informazione, il dialogo tra i popoli, i diritti e doveri per una vera<br />
cooperazione internazionale, anche il vigilare affinché il lavoro nero, una delle piaghe<br />
sociali più preoccupanti che riguardano in particolare il mondo degli immigrati, non abbia<br />
ancora a che proliferare e l'incoraggiare la cultura imprenditoriale. Un processo che passa<br />
attraverso la valorizzazione degli aspetti positivi dell’immigrazione, lo scambio<br />
professionale, la condivisione culturale e l’impegno unitario per la soluzione delle<br />
problematiche comuni. Questa strada permetterà di costruire delle prospettive concrete e<br />
contribuirà a proiettarci in un futuro diverso e migliore, aperto ad una cooperazione<br />
internazionale basata su una maggior conoscenza delle differenti realtà e sul rispetto<br />
reciproco. Solo così le radici diverse potranno rappresentare la ricchezza e non l’ostacolo<br />
per lo sviluppo di una società civile e moderna, nella quale i diritti civili ed umani<br />
fondamentali vengano garantiti a tutti,<br />
senza distinzioni e contrasti: per il bene dei<br />
ROSA MARIA: nostri figli e delle generazioni future.<br />
MONDRAGON DAMIAN<br />
www.donnaimpresa.com 65
L’immagine interiore dell’Io corporeo è quella foto mentale che ognuno ha di se stesso, quel ritratto<br />
conseguenziale alle esperienze passate ed alla percezione attuale del corpo, come ogni persona sente, e<br />
come si pensa possano riconoscerlo gli altri. .<br />
fra<br />
ed<br />
estetica<br />
I significati trasmessici dalla vocabolo ‘estetismo’ attengono in prevalenza o a<br />
un’autoconsapevole concezione della realtà, cioè una filosofia, non importa<br />
quanto strutturata e articolata, o a un atteggiamento esistenziale,<br />
comportamento, consuetudine, costume, norma, moda e cioè a una condotta<br />
pratica; e in questa seconda accezione momento qualificante non è<br />
l’interrogazione di sé e la ricerca delle ‘cose’, bensì il consumarsi della vita nella<br />
sollecitazione e nell’immaginoso compiacimento della bellezza dei suoi attimi:<br />
primo forse fra tutti, ciò che essa offre nelle forme della natura e dell’arte visiva.<br />
Dà unità di senso all’una e all’altra di queste disposizioni della coscienza la<br />
sensibilità intesa come luogo semantico della bellezza. La bellezza prende, per<br />
così dire, la piega dell’estetismo in quanto ritenuta valore subordinante a sé ogni<br />
altro, o in quanto valore essa soltanto. Suo valore è procurare un piacere che sia<br />
privilegio di alcuni o, al più, che da alcuni venga donato; e, per questa sua<br />
eccellenza e unicità, essa è criterio e fine del comportamento. Ne consegue che<br />
la moralità si dissolve o si riduce all’esigenza di generare, adorare, esibire,<br />
testimoniare la bellezza, intesa nel senso che si è detto, in ogni atto di vita.<br />
L’assolutizzazione del bello, per il fatto stesso di essere esclusivista, rifiuta<br />
peraltro ogni istituzione di rapporti, ogni ricerca della dialettica, e perfino ogni<br />
concezione gerarchica del bello rispetto ad altro poiché sopprime i termini con<br />
cui esso abbia a confrontarsi, ossia appunto la possibilità d’instaurare relazione.<br />
Ciò che merita il nome di vita è soltanto la promozione e la creazione della<br />
bellezza, e il godimento che suscita.<br />
estetismo<br />
Cambio aspetto:<br />
QUANT' É BELLA GIOVINEZZA CHE TI FUGGE TUTTAVIA<br />
www.donnaimpresa.com 67
L’estetismo è di fatto emerso all’evidenza<br />
nello spirito moderno: pur essendo una<br />
tendenza psicologica d’imponderabile<br />
origine, ma probabilmente legato a<br />
condizioni di civiltà che abbiano raggiunto<br />
una consapevolezza complessa, si è<br />
sviluppato venendo a coscienza di<br />
costituire il variegato consorzio degli<br />
spiriti eletti non prima del secondo<br />
Ottocento. Certamente, tendenze<br />
analoghe si ritrovano in ogni fase del<br />
gusto e del pensiero estetico, ma non più<br />
che episodiche e vaghe, senza un<br />
contesto di riferimenti tra loro compatti o<br />
quasi necessari. Fra le ricorrenti<br />
tendenze accostabili alla prospettiva<br />
estetizzante la più idealmente vicina per<br />
la sua area semantica in larga parte<br />
comune, è l’edonismo, che viene spesso<br />
assorbito o inglobato o viceversa è esso<br />
che si precisa ed estremizza<br />
nell’estetismo quale esaltante insularità<br />
della bellezza. L’antica estetica del<br />
piacere, seppure sia corretto conservarle<br />
il nome di estetica, rigorosamente<br />
avversata dall’eticità di Platone, era ben<br />
lontana dal ridurre l’essere al bello, e di<br />
rimando la condotta umana, ma<br />
semplicemente ne stabiliva la presenza e<br />
ne dava esegesi rilevandola utile quando<br />
rispondente a fini morali. Non è dubbio<br />
che l’estetismo nel suo complesso, nella<br />
sua ambizione a foggiare e recepire<br />
forme non meno che nella sua incidenza<br />
sul costume, si riconosca per una<br />
ricercatezza volontaristicamente<br />
artificiosa, quindi intellettualistica, anche<br />
se, nel suo esplicarsi nelle individualità<br />
che modella, manifesta mille inflessioni.<br />
Fra queste non è rara né, quando si<br />
manifesta, è secondaria la velleità<br />
ribellistica che ne turba la clausura nelle<br />
proprie dilettazioni eminentemente<br />
contemplative perché non potrebbe<br />
opporsi senza costringersi al confronto e<br />
al conflitto con ciò cui è ostile o che sente<br />
ostile e non sa irretire nelle sue maglie.<br />
L'altra faccia<br />
dell'estetica<br />
Il culto della bellezza, oltre ad essere rintracciabile in formule<br />
matematiche e letterature moderne, già esisteva ai tempi di Nerone, e<br />
questo è dimostrato dalla figura di Petronio, considerato il primo esteta<br />
latino. L’egocentrismo e la continua ricerca della bellezza da parte di<br />
figure come Petronio, D’Annunzio, Baudelaire e Wilde, hanno poi<br />
introdotto al concetto di narcisismo, attraverso gli studi e i contributi di<br />
Freud, il fondatore della psicanalisi, e Melanie Klein, una delle<br />
personalità più decisive e influenti del movimento psicoanalitico. Quello<br />
che a noi interessa è però attualizzare il concetto di bellezza,<br />
analizzando le influenze che al giorno d’oggi l’estetica può avere in<br />
campo lavorativo, politico, scolastico e quotidiano, per una personale<br />
riflessione che non può prescindere, a parer mio, in alcun caso,<br />
dall’affermare che la vera bellezza è quella dei sentimenti. Ciò premesso<br />
non possiamo però esimerci dal riflettere su un dato di fatto<br />
squisitamente contemporaneo: ovvero che la bellezza esteriore<br />
inevitabilmente privilegia chi la possegga nella vita di tutti i giorni. Studi<br />
recenti hanno dimostrato che se mettiamo a confronto una persona bella<br />
con una meno attraente, a parità di contenuto comunicativo, le persone<br />
belle si ritiene siano più persuasive di quelle esteticamente meno<br />
affascinanti, che trovino più facilmente lavoro e ad avere impieghi più<br />
prestigiosi. Anche sul piano giudiziario, le persone gradevoli sembrano<br />
essere privilegiate dalla buona sorte, in quanto giudicate meno colpevoli<br />
rispetto a persone non attraenti e il loro comportamento, anche se<br />
sbagliato, è solitamente attribuito a “cause esterne”, anziché associarlo<br />
alla volontà colpevole dell’individuo.<br />
“...Esprit de<br />
finesse...”<br />
“Nello spirito di finezza i principî sono, invece, nell'uso comune e dinanzi<br />
agli occhi di tutti. Non occorre volgere il capo o farsi violenza: basta aver<br />
buona vista, ma buona davvero, perché i principî sono così tenui e così<br />
numerosi che è quasi impossibile che non ne sfugga qualcuno".<br />
Blaise Pascal<br />
Nel suo “Elogio della Pazzia” Erasmo da Rotterdam ci illumina con una<br />
vera perla di saggezza: “Per un ubriaco non vi è quadro più bello<br />
dell’insegna di un’osteria”. Una variante del vecchio detto popolare<br />
partenopeo che tradotto in italiano suona più o meno così: “Ogni<br />
scarafaggio è bello per sua madre”. Saggezza popolare e filosofia<br />
convergono per dirci quello che è uno dei luoghi comuni più usati<br />
quando si parla di “bellezza”: “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò<br />
che piace”. Ma è proprio così? E anche se fosse, se davvero il bello è<br />
ciò che piace soggettivamente, perché in determinate epoche storiche o<br />
in determinate culture piacciono alcune cose che non piacciono più in<br />
altri contesti o in altri periodi? Fatto sta che Oscar Wilde e il suo "Ritratto<br />
di Dorian Gray" sono tanto contemporanei da indurci a riflettere su<br />
come l'estetismo, mai come oggi, pervade e dà senso alla nostra vita:<br />
l’estetismo visto ovviamente anche nella sua accezione più deleteria e<br />
corruttrice che si volge alla ricerca della perfezione esteriore (che è<br />
immagine dell'eterna giovinezza) a tutti i costi, il quale si oppone con<br />
forza all’idea che invecchiare bene equivale anche al ricercare<br />
quell’armonia che si sostanzia del benessere psico-fisico che si oppone<br />
alla ricerca assoluta della sola perfezione esteriore di sé divenendo<br />
assoluta al punto da diventare paranoica. Con ciò mi riferisco a tutto<br />
quanto sia agli antipodi di quei sani e responsabili atteggiamenti che<br />
sfociano in forsennose corse in palestra, a diete forzate che in alcuni<br />
casi sono già al limite del lecito e ad interventi estetici invasivi che<br />
denunciano un comportamento nevrotico: la nervosi sottintende<br />
un'ossessione e l'ossessione una paura: la paura di ingrassare e di<br />
invecchiare ossia di vedere deformarsi il proprio corpo, bensì al fatto che<br />
il corpo, che è sicuramente la nostra vetrina, il nostro biglietto da visita,<br />
l'immagine di noi che forniamo all'altro appena ci vede e ci giudica,<br />
subisca trasformazioni tali da non rispettare (fors’anche ossequiare) la<br />
nostra età biologica. Non sono rare le persone curate nell'aspetto che<br />
pure mostrano una età avanzata e sono molto più piacevoli di altre che<br />
vogliono apparire in tutto e per tutto giovanili, snaturando in toto il proprio<br />
patrimonio genetico. Mi riferisco con questo a quelle cure estetiche ed ai<br />
rifacimenti artificiali di parti del proprio sé attraverso la chirurgia estetica,<br />
quando questa sia invasiva al punto da deturparci, o meglio, defraudarci<br />
della nostra identità, sebbene pure esteriore. E mi domando: ha senso<br />
ringiovanire una parte del proprio corpo in maniera tanto evidente da<br />
evidenziare ancora di più la mancata giovinezza del resto sul quale la<br />
natura emette sentenza dell’out-out inappellabile. Sembrerebbe quasi<br />
fossimo composti da due noi: uno giovane, il Dorian che non invecchia,<br />
che è sempre bello, e il resto, il ritratto che invecchia e mostra la nostra<br />
decadenza in maniera evidente e incancellabile che non riusciamo a<br />
nascondere e che vorremmo rigettare nell'angolo come fa Dorian con il<br />
suo brutto ritratto. Questo sembrerebbe essere l'estetismo<br />
contemporaneo: la ricerca di una perfezione esteriore irraggiungibile che<br />
rasenta i limiti del nostro essere caduchi e che non può, in nessun caso,<br />
cambiare. La natura rivendica la sua leadership, sempre, nonostante noi<br />
ma non sempre la ridicolaggine è il prezzo da pagare per ottenere<br />
l'estetismo. Nietzsche nello Zarathustra scrive che noi siamo corpo e al<br />
di là di esso c'è il nulla. La nostra vita si riduce a corpo e percepiamo la<br />
nostra ragion d'essere attraverso il corpo. Nietzsche, alla ricerca<br />
perenne di nuovi valori, aveva scoperto un nuovo Dio: il corpo. C'è<br />
voluto un secolo ma il nuovo Dio è emerso in tutta la sua pienezza e si è<br />
dato a noi in questo nuovo millennio. Noi osanniamo questo Dio, lo<br />
culliamo e lo curiamo all'eccesso. Va di moda il Dio corpo. Morti i valori<br />
trascendenti ne abbiamo creato di terreni fra cui c'è il corpo in tutta la<br />
sua forma e bellezza e pienezza. Lo esaltiamo, lo mostriamo, lo<br />
adoriamo, lo formiamo, lo plagiamo. Alla fine, come per un vero Dio, ce<br />
ne rendiamo schiavi, tanto che quando esso non risponde (si ammala o<br />
semplicemente decade) ci disperiamo, inconsapevoli che della divinità<br />
ha solo le sembianze ma non lo stato: non è eterno, non è perfetto, non<br />
è immortale, non è infallibile. Crediamo in tutte queste doti e per un po'<br />
esso apparentemente ci corrisponde illudendoci di possederle. Ma, in<br />
realtà, è caduco come tutto ciò che è terreno e quindi crolla. Nietzsche<br />
sapeva che tutto ciò che è terreno è caduco e ci aveva avvertito. La vita<br />
ha il suo lato apollineo, perfetto e armonioso, e il suo lato dionisiaco,<br />
tragico e decadente. Guai a escludere uno dei due lati in quanto si<br />
avrebbe una visione miope di sé e del reale e prima o poi si svelerebbe<br />
l'illusione nella quale siamo caduti. Il monito è pertanto lo svegliarsi<br />
unanime dal culto dell'illusione del corpo non accondiscendendo troppo<br />
a questa moda che annulla le individuali differenze somatiche a<br />
vantaggio di una estetica standardizzata e spersonalizzante. Ma<br />
quando è iniziato questo desiderio di trovare rimedi ai vandalici graffiti<br />
che il tempo si ostina a tracciare sui nostri volti? Un riflesso nell’acqua: e<br />
l’uomo prende coscienza del suo volto vale a dire dell’interfaccia che<br />
separa la sua anima dal mondo. Questo potrebbe essere il twitt che<br />
comunica l’inizio della storia della bellezza e degli incredibili sforzi che<br />
l’umanità ha compiuto per crearla, possederla, mantenerla. L'obiettivo<br />
non dovrebbe essere solo il riparare o migliorare ciò che già esiste nella<br />
persona, ma superarlo, andare oltre, elevarsi a nuove dimensioni di<br />
profondità e di saggezza. Siamo qui in carne e ossa. Interamente. Non<br />
dobbiamo far finta che il nostro peso sia vuoto, non siamo tenuti a<br />
essere solo spirito solo voce senza consistenza. Qui si richiede d'esserci<br />
interi, peso vero, autentica sostanza, esperienza.<br />
CONCLUSIONI<br />
Bellezza:<br />
istruzioni per<br />
l’uso<br />
“Nosce te ipsum” (CONOSCI TE STESSO)<br />
Prima di conoscere gli altri, bisogna conoscere se stessi. Molte volte ci si<br />
dimentica di questo particolare e si pretende di poter vivere bene, ma<br />
non è così. Chi non conosce se stesso, è incompleto e vive di<br />
conseguenza una vita incompleta. Come si fa a conoscere se stessi? È<br />
molto semplice. O almeno molto più semplice di quel che sembra. Prima<br />
di tutto, è importante guardarsi spesso allo specchio. Può sembrare una<br />
idiozia o un eccesso di vanità, ma non è così. Abbiamo un volto ed un<br />
corpo che sono unici e dobbiamo conoscerli perfettamente per poterli<br />
utilizzare. Dobbiamo concentrarci su ciò che vediamo nello specchio e<br />
studiarci, lavorarci sopra. Siamo un' entità completa, che non deve<br />
invidiare niente a nessuno. Abbiamo tutto quello che hanno gli altri e ci<br />
deve bastare. Non deve sussistere nessuna invidia. Non importa se gli<br />
altri sono più alti, più magri, più belli (secondo una nostra opinione,<br />
perché la bellezza non esiste, è una caratteristica soggettiva). Dobbiamo<br />
imparare ad accettare ed amare il nostro corpo, anche perché se ci<br />
consideriamo brutti o non come vorremmo essere, rischiamo di<br />
diventarlo davvero. Il nostro corpo è lo specchio di ciò che abbiamo<br />
dentro. Se ci deprimiamo e ci trascuriamo, il nostro corpo ne risente e<br />
può divenire proprio come non vorremmo che diventasse. Invece, una<br />
persona che si accetta e si piace, per forza di cose, è una bella persona<br />
e piacerà anche agli altri. Una persona felice trasmette felicità, una<br />
persona che si sente bella irradia bellezza, così come una persona<br />
depressa deprime chi le sta intorno. Impariamo a vivere bene, a volerci<br />
bene ed accettare la nostra identità, il nostro corpo ed il nostro essere<br />
una persona completa.<br />
Prima regola:<br />
Il nostro corpo ha sempre bisogno di sentirsi amato.<br />
Quanto tempo gli dedichiamo invece? Pensateci un attimo e<br />
rispondetevi da soli, ma senza guardarvi: che mani avete? Sono di<br />
palmo quadrato o rettangolare? Sarete in pochi a saper rispondere.<br />
Forse perché le vostre mani le avete sempre viste e mai osservate. C’è<br />
differenza tra i due termini. E quanti nei avete sul petto? Ne avete?<br />
Chissà! Sembrano sciocchezze, ma magari conoscete meglio il corpo di<br />
un’altra persona che il vostro. Vi sembra normale? Di certo non lo è. E<br />
qui, ritorniamo all’inizio: conosci te stesso prima di conoscere gli altri.<br />
Dovete prendervi del tempo per stare soli con voi stessi, osservarvi,<br />
capirvi, per sentire il vostro respiro. Vi è mai capitato di sentire il vostro<br />
respiro? E la vostra voce? Che voce avete? Avete mai provato a parlare<br />
a voi stessi davanti ad uno specchio? Non è una cosa da pazzi, se non<br />
l’avete mai fatto è ora di provare. Prendetevi dei momenti che siano solo<br />
vostri. È ora di imparare a convivere con voi stessi, è ora di ritornare ad<br />
essere una persona.<br />
Seconda regola:<br />
rispetta te stesso.<br />
Ci sono certi momenti della giornata che devono divenire per te sacri. Ad<br />
esempio il pranzo e la cena. Devi fare sempre quello che ti fa felice. Se ti<br />
andava di parlare col tuo amico più che stare a tavola con la tua<br />
famiglia, allora va bene. Ma è una tua scelta. Deve sempre essere un<br />
tua scelta. Calcola che con l’amico ci puoi parlare sempre, la famiglia a<br />
tavola invece non c’è sempre, almeno nella maggior parte dei casi.<br />
Questo è solo un esempio. L’importante è in sintesi, fare le scelte giuste,<br />
quelle che ti fanno felice<br />
Terza regola:<br />
abbattere gli stereotipi<br />
Da premettere che, molto spesso, la gente viene sopraffatta da problemi<br />
che, in realtà, non esistono se non nella propria immaginazione.<br />
Problemi legati, in questo caso, al proprio aspetto fisico. Dobbiamo<br />
imparare a capire una cosa fondamentale: un conto è il corpo,<br />
corruttibile, passeggero, e un conto è l'anima, immortale, eterna,<br />
rappresentante il nostro vero "io". Pur essendo consapevoli di ciò, molto<br />
spesso si soffre lo stesso a causa di problemi "materiali", o meglio, per<br />
ciò che sembrano tali. La società odierna impone certi canoni sbagliati.<br />
Ogni giorno si vedono in televisione belle ragazze (all’apparenza
perfette) che ti dicono: “butta via il grasso di troppo, diventa come me”,<br />
“via alla cellulite!”, “diventa come me…”; ma tutto ciò è sbagliato. Perché<br />
noi non dovremmo mai seguire la moda, divenendo uguali a tutti gli altri.<br />
Se così fosse, se si andasse avanti così, un giorno ci troveremmo in un<br />
mondo di persone tutte simili. E il nostro "io"? Dove lo mettiamo? Come<br />
si suol dire: il mondo è bello proprio perché è vario. Non dobbiamo<br />
cercare di essere uguali ad un’altra persona, perché noi stessi siamo<br />
perfetti così come siamo, e per questo dobbiamo imparare ad<br />
apprezzarci e conoscerci meglio. Accettarci. Sono le persone a fare la<br />
differenza, persone che credono nei propri sogni, persone che amano il<br />
proprio lavoro, persone che desiderano circondarsi di gente positiva,<br />
persone alla ricerca di un mondo migliore, persone sensibili a tutto ciò<br />
che è bello, utile ed etico.<br />
In sintesi:<br />
Piacersi è Piacere<br />
Essere e sentirsi attraenti evitando la nevrosi dell'apparire.<br />
Nell'ambito<br />
della letteratura<br />
francese d'obbligo<br />
il richiamo<br />
all'“Hymne à la<br />
Beauté”<br />
di Baudelaire, in cui la Bellezza appare<br />
come una sorta di spietata ed impassibile<br />
Sfinge, di supremo e perfetto Ideale che<br />
esige, dai suoi adoratori devoti e rapiti,<br />
ogni sacrificio, fino a quello estremo della<br />
vita.<br />
“Vieni tu dal cielo profondo o sorgi dall'abisso, Beltà? Il tuo<br />
sguardo, infernale e divino, versa, mischiandoli, beneficio e<br />
delitto: per questo ti si può comparare al vino.<br />
Riunisci nel tuo occhio il tramonto e l'aurora, diffondi profumi<br />
come una sera di tempesta; i tuoi baci sono un filtro, la tua<br />
bocca un'anfora, che rendono audace il fanciullo, l'eroe vile.<br />
Sorgi dal nero abisso o discendi dagli astri? Il Destino<br />
incantato segue le tue gonne come un cane: tu semini a<br />
casaccio la gioia e i disastri, hai imperio su tutto, non rispondi<br />
di nulla.<br />
Cammini sopra i morti, Beltà, e ti ridi di essi, fra i tuoi gioielli<br />
l'Orrore non è il meno affascinante e il Delitto, che sta fra i<br />
tuoi gingilli più cari, sul tuo ventre orgoglioso danza<br />
amorosamente.<br />
La farfalla abbagliata vola verso di te, o candela, e crepita,<br />
fiammeggia e dice: "Benediciamo questa fiaccola!"<br />
L'innamorato palpitante chinato sulla bella sembra un<br />
morente che accarezzi la propria tomba.<br />
Venga tu dal cielo o dall'inferno, che importa, o Beltà, mostro<br />
enorme, pauroso, ingenuo; se il tuo occhio, e sorriso, se il tuo<br />
piede, aprono per me la porta d'un Infinito adorato che non<br />
ho conosciuto?<br />
Da Satana o da Dio, che importa? Angelo o Sirena, che<br />
importa se tu - fata dagli occhi vellutati, profumo, luce, mia<br />
unica regina - fai l'universo meno orribile e questi istanti<br />
meno gravi?”
Le mie donne<br />
SEE MORE. Di quanto sia preferibile accettare<br />
l'invecchiamento di sé come una fase<br />
inevitabile della nostra vita biologica<br />
accogliendo il decadimento fisico come<br />
indissolubile rituale al quale non ci è<br />
consentito in alcun modo sottrarci, se non<br />
rinunciando alla vita stessa, ma di come sia<br />
anche possibile lenirne gli esiti entro parametri<br />
di buonsenso che non ledano il nostro corpo<br />
al punto di farci apparire grottesche, quanto<br />
inverosimili e stereotipate rappresentazioni<br />
su modello Barbie e Ken, ne parliamo oggi con<br />
chi di tecniche di ringiovanimento se ne<br />
intende, ed anche molto, viste le innumerevoli<br />
specializzazioni, ma che noi abbiamo scelto,<br />
all’interno di una vastissima rosa di candidati,<br />
anche per il suo saper dire “no” nel momento<br />
stesso in cui le si propongano soluzioni che<br />
non ritiene eticamente percorribili. Ve la<br />
presentiamo: lei è la Dottoressa Anadela<br />
Serra Visconti, una donna, prima ancora che<br />
uno stimatissima professionista, a cui va il<br />
plauso di dissentire, anche energicamente, a<br />
richieste alle quali non si sente di<br />
accondiscendere qualora esulino da quei<br />
criteri di buonsenso cui accennavamo.<br />
Cosa si intende per “Medicina Estetica”, Anadela ?<br />
La Medicina Estetica è una moderna espressione della medicina<br />
orientata al benessere psico- fisico. E' una medicina per la qualità della<br />
vita e per la salute come espressione di benessere della persona, e si<br />
sviluppa in via fondamentalmente preventiva e poi correttiva. Essa è una<br />
medicina che usa tecniche "dolci", non invasive, che consentono di<br />
affrontare bene le trasformazioni che si verificano nelle varie fasi della vita<br />
a causa delle sfide che il patrimonio genetico, i fattori ambientali e il<br />
tempo rappresentano per il nostro corpo ed il nostro benessere. E'<br />
definita "estetica" poiché l'aspetto esteriore è specchio della salute e del<br />
benessere di tutta la persona, e perché si occupa della cura e del<br />
trattamento degli inestetismi. Ma la Medicina Estetica è molto di più. Essa<br />
mira a cambiare in meglio le abitudini di vita della persona. Il medico<br />
agisce, prima, mantenendo integre e funzionali le varie strutture fisiche e<br />
promuovendo le buone regole di igiene di vita: alimentare, fisica,<br />
psicologica e comportamentale, cosmetica. Successivamente, nella fase<br />
correttiva, applicando metodologie e tecniche ufficiali e collaudate cura e<br />
corregge le strutture fisiche ed i relativi inestetismi. Ed è infatti a partire<br />
dalla giustezza del principio che non vi può essere bellezza senza salute,<br />
che il medico agisce in primis, mantenendo integre e funzionali le varie<br />
strutture fisiche e promuovendo le buone regole di igiene di vita:<br />
alimentare, fisica, psicologica e comportamentale, cosmetica.<br />
Successivamente, nella fase correttiva, applicando metodologie e<br />
tecniche ufficiali quanto collaudate, migliora le strutture fisiche ed i<br />
relativi inestetismi.<br />
ANADELA<br />
SERRA VISCONTI<br />
www.donnaimpresa.com<br />
SINTETICO BACKGROUND PROFESSIONALE<br />
Anadela Serra Visconti, laureata in Medicina e Chirurgia all'Universitá di Pisa. Si è<br />
poi specializzata presso la Scuola internazionale di Medicina estetica della<br />
Fondazione Fatebenefratelli di Roma e ha ottenuto il Diploma di perfezionamento<br />
presso la Scuola di specializzazione in Chirurgia Plastica ed Estetica dell'Universitá<br />
di Pavia. Da molti anni è consulente per salute e bellezza in programmi della Rai,<br />
nonché autrice di pubblicazioni scientifiche in merito. Svolge la sua attività<br />
professionale a Roma. A Unomattina collabora dall'estate del 1995. La rubrica di<br />
Estetica ha un taglio volutamente pratico. Si presentano in diretta le tecniche che la<br />
medicina estetica mette a disposizione per risolvere i frequenti inestetismi del viso e<br />
del corpo, i rimedi facili e divertenti che ciascuno puó mettere in pratica, anche da<br />
solo a casa, per mantenersi in forma. Ogni settimana si affronta un tema diverso,<br />
privilegiando la prevenzione cosmetologica, alimentare e di corretta impostazione<br />
dell'attivitá fisica, per raggiungere un benessere adeguato a ogni età.<br />
www.serravisconti.it<br />
La nuova problematica è poi quella del corpo in rapporto con sé<br />
stesso (la dimensione privata) e in rapporto con gli altri (la<br />
dimensione pubblica)…<br />
Il corpo, nel nostro tempo, coincide con il vissuto, ma il vissuto che si<br />
manifesta attraverso il corpo non è un problema solo psicologico. Gli<br />
approcci fenomenologici, antropologici, ma anche quelli della fisiologia<br />
moderna, fanno del corpo un super oggetto sui generis che contribuisce<br />
in modo costitutivo alla definizione dell’identità personale soprattutto in<br />
un’ottica relazionale, e quindi in rapporto con gli altri. Se è vero che la<br />
Medicina Estetica si pone l’obiettivo della risoluzione degli inestetismi, è<br />
vero anche che il suo scopo non prescinde dal promuovere e stimolare la<br />
costruzione e la ricostruzione di una armonia e di un equilibrio individuale<br />
attraverso l’attivazione di un programma di medicina educativa, sociale,<br />
preventiva e correttiva, curativa e riabilitativa. Le mutate condizioni di<br />
civiltà non consentono più, d'altra parte, di ignorare il crescente interesse<br />
accordato all’aspetto fisico ed all’equilibrio psichico, alla presentabilità<br />
sociale, all’armonia ambientale. La gratificazione psicologica ed il peso<br />
"pubblico" di un aspetto piacevole e di una personalità sana ed armonica<br />
risultano importantissimi. Per vivere oggi bisogna sentirsi "bene con sé<br />
stessi" a qualsiasi età e la medicina è sempre più sollecitata da pazienti<br />
che chiedono di migliorare il proprio aspetto, l'equilibrio e l'armonia<br />
complessiva per una ricerca di sicurezza personale, ma anche una<br />
necessità professionale ed una profonda esigenza spirituale. Una visione<br />
moderna della medicina estetica prevede pertanto un approccio al<br />
paziente che non tenga più conto del singolo inestetismo, ma dell'estetica<br />
del corpo nel suo insieme. Il concetto che un buon stato di salute è<br />
necessario per un buon invecchiamento per noi uomini del terzo<br />
millennio non è immediato. In mezzo ci passa la consapevolezza che il<br />
nostro benessere inizia dalla nostre abitudini di vita e dunque richiede<br />
conoscenza, costanza e convinzione: qualità ed attitudini che mal si<br />
sposano con modi e ritmi della società in cui viviamo. Occorrerebbe<br />
invece prendersi cura di se stessi anche ricominciando a farlo a partire<br />
dai piccoli gesti, dalle ormai assodate e automatiche abitudini sbagliate<br />
rimettendo al centro della miriade di compiti giornalieri il nostro<br />
benessere. L’invecchiamento è un processo inesorabile ma possiamo<br />
modularlo.<br />
Il primo approccio…<br />
Ovvio che tutto inizi a partire da un minuziosissimo check-up affinchè si<br />
indaghi sullo stato dell’organismo che anch’esso, deve concorrere ad<br />
essere migliorato qualora si presentino situazioni problematiche. Il<br />
miglioramento estetico sarà imprescindibile da una cura che parte<br />
dall’interno perché la pelle è lo specchio delle funzioni organiche e<br />
dunque del nostro benessere. La mia visita comincia da una attenta<br />
indagine che punti ad individuare squilibri alimentari, predisposizioni<br />
verso malattie, abitudini di vita nocive alla salute. Quando utile si può<br />
procedere ad una prescrizione di esami del sangue per poter “ritagliare”<br />
la giusta terapia che può comprendere indicazioni riguardanti il life style<br />
fino alla prescrizioni di farmaci se necessario. Nella maggior parte dei<br />
casi occorre migliorare l’efficienza di alcune funzioni del nostro<br />
organismo, attraverso un apporto extra di sostanze nutraceutiche, cioè<br />
con un’azione diretta sulle vie metaboliche dell’invecchiamento, presenti<br />
in alimenti freschi o se necessario supplementate. In generale la<br />
medicina estetica può ridonarci un aspetto più fresco, riposato, tonico,<br />
senza forzature o perdita dell’equilibrio estetico, ma semplicemente<br />
aiutando a sentirsi meglio nella propria pelle. La differenza la fa la<br />
persona, nella sua unicità come paziente, nella necessità di<br />
personalizzazione mirata delle terapie e nell'ottica di migliorare ma non<br />
stravolgere. Molte volte purtroppo la paziente non ha il giusto modo di<br />
anadela@serravisconti.com<br />
73
“<br />
Si dice che la Medicina Estetica si pone come<br />
obiettivo la prevenzione dell’invecchiamento:<br />
assolutamente vero, ma la Medicina Estetica del nuovo<br />
millennio sta andando oltre e sta finalmente superando<br />
questo concetto. Non si corregge più per prevenire un<br />
intervento chirurgico in vecchiaia, ma si ricorre alla<br />
Medicina estetica per apparire più belli e gradevoli anche<br />
(e soprattutto) da giovani. ”<br />
Anadela Serra Visconti<br />
Anadela Serra Visconti: live un momento dello spazio dedicato alla bellezza in onda settimanalmente su RAI UNO<br />
esagerata. A volte, si perdono proprio le misure ed i pazienti chiedono una<br />
"ferillizzazione" per così dire, che mi trova spesso in disaccordo. Per<br />
questo è importante una visita ed un colloquio preventivo, che stabiliscano<br />
quello che è giusto, quello che è bello e quello che è lecito. Qualche parola<br />
in più non è tempo sprecato, evita dispiaceri da incomprensione e aumenta<br />
di molto la felicità in seguito alle giuste terapie.<br />
C’è un’etica professionale cui dunque non si dovrebbe trascendere…<br />
Certamente. Le notizie che giungono dal mondo dell' estetica ci mostrano i<br />
palesi eccessi. È il medico che deve stabilire un limite, far ragionare e far<br />
comprendere un “no”, rispetto alle richieste avanzate quando queste non<br />
rientrino nel buonsenso. Saper dire di no è forse l'atto più difficile che un<br />
essere umano può compiere in risposta ad una proposta allettante, ma al<br />
contempo non in linea con i propri principi morali. Attenersi ad un preciso<br />
codice etico, significa porsi l’obiettivo del principio di naturalezza del<br />
risultato e per ottenere questo, è necessario innanzi tutto "capire" la<br />
persona che abbiamo di fronte.<br />
Il “vade retro botox” sembra non essere più così perentorio...<br />
Tutto dipende sempre dall’utilizzo razionale e dal buonsenso. La<br />
potenzialità della tossina è con l’infuenza del movimento dei muscoli mimici<br />
sullo stato d’animo, il botox agisce infatti prevalentemente sui muscoli<br />
corrugatori, al di sopra del naso e frontali, che determinano espressioni di<br />
rabbia, tristezza, preoccupazione, paura. Bloccando i movimenti implicati in<br />
emozioni negative, quindi, si migliora la percezione che gli altri hanno della<br />
persona alla quale stanno davanti. Oggi donne e uomini chiedono un<br />
miglioramento generale del viso, non più l’eliminazione delle rughe, questo<br />
significa che medico e paziente condividono un progetto che prevede<br />
piccoli interventi non invasivi ma ripetuti nel tempo a intervalli regolari. Il<br />
desiderio, incontrando qualcuno, è di sentirsi dire «Come ti trovo bene!» e<br />
non «Che cosa hai fatto al viso?». In ogni caso, visto che si tratta di<br />
interventi a tempo determinato, è chiaro che un’opportuna routine<br />
cosmetica quotidiana si rivela alleata nel prolungarne gli effetti benefici<br />
(creme e sieri ad hoc). Non dimentichiamo che il viso è lo specchio<br />
dell’anima: comunica sensazioni, trasmette emozioni, esprime l’essenza<br />
della persona. Ridare vigore, tono ed espressività al volto significa mettere<br />
in relazione l’aspetto più vero della persona, per il nostro benessere e di chi<br />
ci sta intorno a noi. Le più recenti tecniche di Medicina estetica si orientano<br />
verso interventi minimi, mirati e graduali, che correggono gli inestetismi del<br />
viso in modo più discreto e rivolgono maggiore attenzione alla cura del<br />
volto. L’effetto di ringiovanimento complessivo che si ottiene, autentico e<br />
naturale, è praticabile grazie alla possibilità di utilizzare materiali<br />
qualitativamente innovativi con caratteristiche di riassorbibilità e con più<br />
perfezionate tecniche iniettive.<br />
Il bello è piacersi...<br />
Amare sé stessi è uno dei segreti per essere felici: è con noi stessi che<br />
conviviamo ogni giorno ed è a noi stessi che dobbiamo dar conto, nel bene<br />
e nel male. La bellezza è spesso gratificazione e un aspetto piacevole<br />
aiuta ad avere maggior fiducia in noi e nel rapporto con gli altri e con il<br />
mondo esterno. La bellezza e l’armonia delle forme e delle proporzioni<br />
sono fin dalla classicità considerate fattori di grande importanza nella vita<br />
sociale ed intellettuale dell’uomo. La moderna società, i mass media e<br />
l’allungamento della vita media hanno oggi ulteriormente accentuato<br />
l’esigenza di una immagine bella ed elegante. In un' epoca di tecnologia e<br />
d' innovazioni quotidiane, la mia scelta è sempre stata quella di privilegiare<br />
il paziente nella sua interezza personale e nella sua sicurezza. Il risultato è<br />
naturale quando la pelle è in grado di dimostrare al meglio l’età cronologica<br />
di una persona, limitando i segni legati all’invecchiamento, o quando il<br />
bilancio fra le varie componenti estetiche del viso e del corpo porta ad un<br />
equilibrio di sobrietà in armonia con la propria età ed anatomia. La parola<br />
d’ordine è dunque PREVENZIONE: sono convinta che la prevenzione<br />
dell’invecchiamento comincia da ciò che ognuno può fare di buono per se<br />
stesso.<br />
Un consiglio alle nostre lettrici, Anadela, prima di salutarci…<br />
Un consiglio? Non è mai troppo tardi per iniziare a prendersi cura di se e<br />
per vivere la gioia di abitare il proprio corpo.
Tema a scuola:<br />
Cos’è la Felicità?<br />
La felicità per me e per quelli come me equivale ad<br />
un sorriso vero. Sorridere mettendo allegria agli altri, a<br />
se stessi, ricambiare un sorriso, regalarlo, riceverlo,<br />
far ridere qualcuno, ridere perché qualcuno ci ha fatto<br />
ridere: tutti meccanismi che regalano tranquillità, gioia,<br />
vitalità e tutti i loro sinonimi. Noi sappiamo che la<br />
felicità sta in un abbraccio, quello forte, anche<br />
improvviso, quello che sa di comprensione, di affetto,<br />
di amore, di amicizia, di vita. Che la Felicità è<br />
raggiungere i propri sogni, vedere esauditi i propri<br />
desideri, ma mai a scapito di altri. Io e quelli come me<br />
non abbiamo bisogno di troppe cose, ma di quelle<br />
poche che ci fanno stare bene.<br />
La Felicità per noi è anche solo chiudere gli occhi. E’ avere i brividi anche<br />
quando il freddo non c’entra. Noi sappiamo che la Felicità è fatta di sorprese.<br />
Le belle sorprese, quelle che a volte danno delle svolte alla tua vita, e altre<br />
volte, danno una svolta a quella degli altri. La Felicità probabilmente è una<br />
farfalla. O un insieme di farfalle. Quelle farfalle però che dominano il tuo<br />
stomaco quando accade qualcosa di bello, a prescindere. La Felicità per me e<br />
per quelli come me è anche solo una vibrazione. O forse una scarica elettrica,<br />
o addirittura energia. E’ amare la natura. La neve a natale e le lucine in tutte le<br />
città, l’albero che si fa insieme e le cene in famiglia; il rumore della pioggia che<br />
picchietta sulle finestre e sulle foglie gialle in autunno, l’odore della pioggia e in<br />
certi casi una tazza di cioccolata e un buon film; le distese d’erba in primavera<br />
e in estate che sanno di fiori di ciliegio, il profumo di legna che brucia e il<br />
barbecue che raduna le famiglie per qualche compleanno. La Felicità<br />
probabilmente è contagiosa. Così come la paura, questo c’è da dirlo. Però<br />
entrambe sono qualcosa che non si vedono subito. Spesso non ci si accorge<br />
nemmeno dell’esistenza dell’una o dell’assenza dell’altra. Certo è che la Felicità<br />
risiede nelle cose vere, quelle che ci fanno stare bene e che ci dividono dal<br />
mondo materiale. Non crediamo assolutamente nella relazione che molti<br />
attribuiscono ai soldi e alla Felicità, perché i soldi, al massimo, ti fanno vivere<br />
uno stile di vita migliore, ma secondo noi essere benestanti ed essere felici<br />
sono due cose diverse. Io e quelli come me questo lo sappiamo e sappiamo<br />
anche che ci sono frutti della natura meravigliosi che possiamo mettere allo<br />
stesso livello di un diamante. Basta riconoscerli e respirarli. Io e quelli come me<br />
siamo persone di successo. Quel successo che risiede nel riconoscerci quando<br />
ci guardiamo allo specchio. È qualcosa di potente la felicità derivata da quel<br />
tipo di successo. Qualcosa di incredibilmente potente. Qualcuno lo dica a<br />
queste nuove generazioni che l’unica cosa che davvero conta quale<br />
irrinunciabile must have da abbinare da avere a tutti i costi, prima ancora che<br />
gli accessori, le borse e scarpe cult, ai pezzi insomma che si pensa non<br />
debbano mancare nel proprio guardaroba, è un cervello che ragioni in modo<br />
autonomo e critico. Il nostro Guru è il nostro mondo interiore, il nostro cuore.<br />
Tutto quello che sentiamo dentro di noi e ci fa rizzare la pelle. Quando<br />
sentiamo il brivido che percorrere la nostra spina dorsale, quello vale la pena<br />
scegliere. Solo a quel punto “il gioco vale la candela”. Non esiste un must, la<br />
scelta è nostra: è una questione di fiducia in se stessi. Sicuramente ciò che<br />
preme alla crescita, è il riuscire a esplorare tutti i settori entro i quali possiamo<br />
esprimere la nostra creatività, in quanto la scoperta e l’utilizzo delle nostre<br />
facoltà applicate alla tecnica sono le uniche a caratterizzarci. Il perché di questa<br />
premessa? Perchè il nostro primo ospite eccellente in questa rubrica è un<br />
uomo che risponde al nome di Saverio Emilio Bruzzese (con me nella foto),<br />
neo-eletto Presidente della Camera della Moda di Reggio Calabria e<br />
Docente Universitario presso l’ Accademia di Belle Arti "Fidia". Che cos’è per<br />
lui, la felicità? Quello che voglio vedere negli occhi degli altri.<br />
nella foto: Giuseppe Emilio Bruzzese Presidente Camera della Moda Reggio Calabria e Valeriana Mariani Presidente di Donna Impresa e Di International Woman "International<br />
Association Women Entrepreneurs and Business Leaders Employment, Social Affaire & Equal Opportunities" in un momento della visita presso L'Accademia Fidia<br />
La Camera della moda calabrese rappresenta i<br />
più alti valori culturali della Moda Italiana e si<br />
propone di tutelarne, coordinarne e potenziarne<br />
l'immagine, sia in Italia sia all'estero. Un punto<br />
di riferimento e l'interlocutore privilegiato per<br />
tutte quelle iniziative nazionali ed internazionali<br />
volte a valorizzare e a promuovere lo stile, il<br />
costume e la moda italiana. (...)<br />
BRUZZESE<br />
EMILIO GIUSEPPE<br />
Presidente Camera della Moda Calabria, Socio Amministratore Stile d'Epoca s.r.l., Docente universitario Accademia<br />
di Belle Arti "Fidia" (Stefanaconi - Vibo Valentia) _ stiledepoca@hotmail.it _ www.stiledepoca.<br />
ROMA_ITALY<br />
REGGIO CALABRIA_ITALY<br />
www.donnaimpresa.com 77
Fin dalla sua fondazione, ha attuato nel corso del tempo una politica di<br />
supporto organizzativo finalizzata alla conoscenza, alla promozione e<br />
allo sviluppo della moda attraverso eventi di alta levatura di immagine<br />
in Italia e all'estero, ciò conferendole il ruolo di indiscusso protagonista<br />
sullo scacchiere nazionale della moda, contribuendo anche al<br />
consolidamento delle alleanze con Istituzioni ed Associazioni di<br />
settore. “La CRMC – ci dice il Presidente Giuseppe Emilio Bruzzese -<br />
da sempre rappresenta i più alti valori della moda e dello stile italiano<br />
con il fine di tutelare, coordinare, promuovere, controllare e rafforzare<br />
l’immagine della moda calabrese a livello nazionale ed internazionale<br />
ma, soprattutto, si erge al sostegno dei giovani stilisti emergenti, per<br />
dare loro la giusta visibilità, attraverso la realizzazione di prestigiosi<br />
eventi che la camera coordina in Calabria, in Italia ed all’estero forti<br />
della convinzione che la moda italiana debba dare spazio ai giovani<br />
creativi nel nostro Paese, visto che l’Italia rappresenta la Moda del<br />
Mondo. Bisogna dare la possibilità di realizzare il prodotto in Italia e<br />
non all’estero come, invece, molte case di moda oggigiorno fanno. Se<br />
vogliamo far crescere il nostro Paese ci dobbiamo ricompattare e<br />
tenere stretto il nostro prodotto che è di massima eccellenza. I giovani<br />
rappresentano le energie vitali, il nostro futuro. La Camera regionale<br />
della Moda Calabria, in questi anni,<br />
ha organizzato numerosi e<br />
prestigiosi eventi atti appunto a<br />
valorizzare e promuovere i talenti<br />
emergenti della classe creativa,<br />
offrendo loro una possibilità di<br />
confronto, formazione e crescita<br />
professionale. Fra questi: “Reggio<br />
Art & Fashion” Omaggio a Carlo<br />
Rambaldi con la consegna delle<br />
onorificenze di “Maestro D’Arte”,<br />
“Maestro D’Eccellenza” ,<br />
“Testimonial” e “Ambasciatore nel<br />
Mondo”; la mostra internazionale<br />
d’arte, cinema e fashion designer<br />
con la consegna del prestigioso<br />
premio internazionale denominato<br />
“La Muse De L’Or”, concorso<br />
internazionale di fashion designer<br />
dove i giovani candidati hanno<br />
partecipato contemporaneamente<br />
a 5/6 sezioni ognuna delle quali ha<br />
avuto il proprio vincitore che, oltre a<br />
ricevere il premio, una statuetta<br />
stilizzata realizzata da un grande<br />
orafo di fama internazionale, si è<br />
aggiudicato borse di studio, un book fotografico di moda con un<br />
personaggio famoso ed ampia promozione; un due giornate ricche di<br />
eventi: sfilate, convegni, inaugurazione di mostre, workshop e tanto<br />
altro ancora. Non meno importante il Gala di presentazione del<br />
calendario CRMC , riproposto anche quest’anno dopo il successo del<br />
2013, anno del suo battesimo”. Meritevole di lode anche il suo<br />
impegno didattico presso l’Accademia di Belle Arti “Fidia”, all’interno<br />
della quale è anche membro del Direttivo. “L'Accademia – continua<br />
Giuseppe Emilio Bruzzese - appartiene alla categoria delle Università<br />
non statali Legalmente Riconosciute, dette anche "private" o "libere"<br />
per distinguerle da quelle statali. Le accademie private in Italia non<br />
sono molte ed alcune di esse molto note per la loro qualità, per il loro<br />
prestigio e per una maggiore attenzione agli studenti di quanto non<br />
avvenga nelle Accademie statali. Legalmente Riconosciuta con<br />
Decreto Ministeriale ed a seguito di riforma delle Istituzioni di Alta<br />
Formazione, ha deciso di avviare l’ammodernamento del suo pieno<br />
assetto didattico modificando il vecchio ordinamento, ovvero<br />
consegnando la libertà agli allievi di scegliere senza alcun tipo di<br />
costrizione tra i vari programmi di studio, presentati dalle varie cattedre<br />
dei corsi obbligatori e non, privilegiando in tal senso la scelta in<br />
relazione ai programmi didattici impartiti dai vari docenti e dunque una<br />
libertà nel formulare un piano di studio confacente ai propri interessi<br />
artistici e culturali. Coerentemente con tale "modernizzazione", al fine<br />
di equiparare il sistema di votazione in uso con quello delle Università<br />
italiane e straniere, la riforma ha attribuito ad ogni singola disciplina un<br />
valore in crediti. Non possiamo non menzionare che L’Accademia<br />
possiede la certificazione di qualità ISO 9001: 2000 dall’anno 2006. I<br />
corsi – precisa - preparano, con una didattica totalmente innovativa i<br />
futuri operatori nel campo della pittura, della scenografia, della scultura<br />
e del restauro, mettendoli a contatto fin dall’inizio con operatori capaci<br />
ed esperti, sviluppando l’esperienza didattica con simulazioni del<br />
lavoro, utilizzando le nuove tecnologie multimediali e tecnologiche più<br />
avanzate, tutto nell’intento di incoraggiare progetti e opportunità di<br />
lavoro. Tenuto conto che gli strumenti necessari ad un giovane<br />
operatore culturale per riuscire ad inserirsi in un sistema dell'arte<br />
sempre maggiormente difficile ed articolato sono molteplici, Accademia<br />
di Belle Arti "Fidia" ha elaborato una strategia d'insieme atta ad<br />
accrescere il percorso formativo. Nei tre corsi istituzionali (Pittura,<br />
Scultura e Scenografia) ha in tal senso inserito un nuovo corso di<br />
restauro. L'organizzazione di seminari, conferenze ecc. tenuti da artisti<br />
e operatori culturali italiani e stranieri; inoltre, e l'attivazione di Progetti<br />
Formativi è la risposta essenziale per<br />
rispondere alla naturale domanda<br />
degli studenti relativa all'essere<br />
presenti, attivi, riconosciuti all'interno<br />
di una realtà territoriale”. L'Accademia,<br />
lo ricordiamo, è situata nei pressi di<br />
Vibo Valentia, e precisamente a<br />
Stefanaconi, dove si erge una<br />
maestosa struttura che ospita la<br />
nuova e prestigiosa sede in Contrada<br />
Paieradi nel mezzo di una bellissima<br />
campagna straordinariamente ricca di<br />
rigogliosi alberi di quercia e un parco<br />
verde, poco distante dello svincolo<br />
autostradale di Vibo Nord sulla strada<br />
provinciale che da Sant'Onofrio porta<br />
a Stefanaconi e Vibo Valentia. 2000<br />
metri quadrati organizzati in laboratori<br />
funzionali ed attrezzati con<br />
apparecchiature all'avanguardia;<br />
aperti con orario continuato dalle ore<br />
Contrada Paieradi, Stefanaconi (VV) _ Tel. 0963 262962 Fax. 0963 262015 _ www.accademiafidia.it<br />
8,30 alle ore 20,00. Tutti i locali<br />
compresa la biblioteca sono disponibili<br />
per gli studenti. L'Accademia dispone<br />
inoltre di 35 posti letto in camere doppie e triple con servizi per gli<br />
studenti che provengono da altre province. Tutte le camere sono<br />
provviste di TV ed aria condizionata.<br />
A seguire alcuni scatti realizzati all'interno dell'Accademia di<br />
Belle Arti "Fidia" in compagnia di Giuseppe Emilio Bruzzese ed il<br />
Preside Michele Licata (in basso a sinistra).<br />
In alto: il laboratorio di scultura dell'Accadamia Fidia che si è<br />
resa protagonasta della manifestazione artistica “Esperienza<br />
d’Arte Pubblica: Murales e Sculture”, promossa dal Comune di<br />
Stefanaconi, assessorato alla Cultura, che ha regalato alla città<br />
nuove importanti opere d’arte al fine di incrementare l’offerta<br />
artistica pubblica e riqualificare alcune zone del centro abitato.<br />
L’iniziativa si è prefissa inoltre lo scopo di caratterizzare sempre<br />
più gli spazi pubblici del paese come locations di arte diffusa<br />
dove, accanto alle<br />
bellezze<br />
paesaggistiche e<br />
alle presenze<br />
architettoniche di<br />
rilievo, s’innesta un<br />
intervento che<br />
racconta l’epoca<br />
contemporanea<br />
testimoniando la<br />
creatività del<br />
presente. In primo<br />
piano una delle<br />
singolari opere del<br />
Maestro Licata.<br />
CRMC attività<br />
Reggio Art & Fashion<br />
La Camera della Moda Calabria ha presentato “ Reggio Art & Fashion”<br />
Omaggio a Carlo Rambaldi. Consegna delle onorificenze Di “ Maestro<br />
D’Arte”,“ Maestro D’Eccellenza”,“ Testimonial”e“<br />
Ambasciatore nel<br />
Mondo” per l’ anno 2013. Il prestigioso evento si è tenuto il 9 Giugno<br />
2013 presso il Salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio. Le<br />
onorificenze sono state consegnate dalla Camera Regionale della<br />
Moda Calabria a personalità che si sono particolarmente contraddistinte<br />
per l’impegno ed i risultati raggiunti nel proprio ambito. La Camera della<br />
Moda Calabria ha voluto rendere omaggio ad un grande personaggio<br />
della Basilicata: Carlo Rambaldi, Ambasciatore della CRMC e<br />
ricordarlo degnamente poiché è stato e sarà per sempre uno dei più<br />
importanti nomi del cinema nel mondo, grazie alla genialità che lo<br />
contraddistinto. Carlo Rambaldi non è solo il “mago degli effetti<br />
speciali”, tre volte Premio Oscar e papà di personaggi come “King<br />
Kong”, “Alien” e “ET l’Extraterrestre"; uno dei geni internazionali del<br />
cinema ed un esempio indiscusso della creatività italiana. A presentare<br />
l’evento, Alessandra Giulivo, Direttore Generale Delegata Cultura<br />
Comunicazione ed eventi CRMC; Madrina della serata Bruna Basso<br />
Rambaldi. Presenti le maggiori Istituzioni regionali fra le quali<br />
Vincenzo Panico Commissario Prefetto Città di Reggio Calabria che<br />
ha di fatto aperto, attraverso il proprio saluto, la prestigiosa kermesse.<br />
A seguire gli interveti di Giuseppe Fata Presidente CRSM, Giuseppe<br />
Emilio Bruzzese Vice Presidente Delegato ai Rapporti con le Istituzioni<br />
e le relazioni Internazionali CRMC, Maria Perrusi Presidente<br />
Ambasciatori CRMC, Francesca Pizzi Presidente “Testimonial”<br />
CRMC. Ospiti d’onore la Principessa Costanza Afan De Rivera<br />
Costaguti Florio, il Barone Giuseppe Giaconia di Migaido. Nel<br />
Parterre degli ospiti Vincenzo Monea Direttore Amministrativo CRMC,<br />
Claudia Ferrise Direttore Responsabile Giovani Fashion Designer<br />
CRMC, Dario Caminiti Direttore Responsabile Models Fashion Image<br />
CRMC ed ancora Demetrio Gioia Direttore Responsabile Settore<br />
Sartoriale CRMC, Enrico Chindamo, Domenico Siclari Responsabili<br />
Consulenza Giuridica CRMC.<br />
Nelle foto: alcuni momenti della “La consegna delle onorificenze<br />
di “Maestro D’Arte” - “Maestro D’Arte d’Eccellenza” -<br />
“Ambasciatore” “Testimonial” a personalità che si sono<br />
particolarmente contraddistinte per l’impegno ed i risultati<br />
raggiunti nel proprio ambito. .
Un evento in grande stile che attraverso un concorso tematico per giovani<br />
fashion designer, ha voluto creare un palcoscenico d’eccellenza per stilisti<br />
diplomati o studenti dell’ultimo anno in design o moda presso Istituti Superiori<br />
Pubblici e Privati oltre che delle scuole professionali ed università, su scala<br />
internazionale, ciò garantendo alla splendida città di Reggio Calabria un<br />
ritorno di immagine pari alla sua bellezza. Il concorso di ispirazione “Magno<br />
Greca”, che si è avvalso della collaborazione con il Lions International Club<br />
attraverso le sue ripartizioni calabresi (Magna Grecia, Host, Castello<br />
Aragonese, Città Mediterranea) mettendo in palio una borsa di studio del<br />
valore di 2.000 euro, si è snodato tra il Palazzo storico della Provincia e<br />
Teatro “ Francesco Cilea” nella cui meravigliosa Sala dei Lampadari, che ha<br />
accolto un parterre di ospiti eccellenti, si è svolto il Gala di chiusura. La serata<br />
presentata da Domenico Milani ed Alessandra Giulivo, nella duplice veste<br />
di conduttrice e membro del direttivo CRMC, ha visto oltre l’assegnazione di<br />
premi speciali a personalità internazionali dell’arte della moda e della<br />
cinematografia, la consacrazione “Ad Honorem” di Giuseppe Perri il quale,<br />
con voto unanime delle tre giurie quella della tecnica presieduta da Daniela Rambaldi, Quella della stampa<br />
presieduta da Valeriana Mariani, quella della critica da Giuseppe Livoti e dal garante del concorso dall’avvocato<br />
Antonella Stirparo, è stato proclamato vincitore assoluto del concorso “Giovani Fashion Designer”. Il prestigioso<br />
evento che, sabato 23 presso Palazzo Foti “Salone di Presidenza” in Piazza Italia, ha inaugurato la chermesse<br />
attraverso il saluto istituzionale di benvenuto di Giuseppe Raffa Presidente Provincia di Reggio<br />
Calabria oltre che dal Direttivo della CRMC nelle persone di Giuseppe Emilio Bruzzese neo-eletto<br />
Presidente CRMC, Giuseppe Fata Presidente dimissionario CRMC oggi alla Presidenza dell’Unione<br />
delle Camere Regionali della Moda, Alessandra Giulivo vicepresidente CRMC dal novembre 2013<br />
(incarico che le è stato conferito dopo un mandato che la vedeva Direttore Generale della CRMC<br />
medesima), Claudia Ferrise Responsabile Giovani Fashion Designer CRMC, di Dario Caminiti<br />
Responsabile Models Fashion Image CRMC oltre che di Gerardo Sacco, Daniela Rambaldi,<br />
Serenella Fraschini, Francesca Pizzi CRMC e Antonella Papaleo. Non possiamo omettere dal<br />
menzionare nell’arco degli appuntamenti previsti della giornata inaugurale, l’interessante parentesi<br />
voluta dal LIONS INTERNATIONAL CLUB in merito alla “Valorizzazione delle Eccellenze nelle<br />
Imprese”coordinato dal Governatore Luigi Buffardi . Presenti all’incontro, Giuseppe Raffa Presidente<br />
Provincia Reggio Calabria, e le autorità lionistiche nelle persone della Dott.ssa Liliana Caruso I Vice<br />
Governatore, di Antonio Fuscaldo II Vice Governatore, Domenica Laruffa Past Governatore<br />
Distrettuale, Giovanni Micalizzi Presidente VII Circoscrizione, Ettore Tripepi Delegato di Zona 24.<br />
Intervenuti al dibattito Pasquale Bruscino Cordinatore Distrettuale, Giuseppe Anselmini<br />
Responsabile VII Circoscrizione, Giuseppe Barbaro Presidente LIONS Club Host, Gaetano Grillo<br />
Presidente LIONS Club Castello Aragonese, Anna Maria Cama Presidente Club Città del Mediterraneo,<br />
Giuseppe Quattrone Presidente LIONS Club Magna Grecia. Non ultimi, il prestigio e la suggestione<br />
evocati dagli allestimenti scenografici dell’ omaggio a “CARLO RAMBALDI” con l’esposizione dell’opera<br />
E.T. e le statuette dei tre Premio Oscar per gli effetti speciali di King Kong di John Guillermin, E.T. di<br />
Steven Spielberg ed Alien di Ridley Scott, della Mostra Contemporanea “Le Dive del Cinema si Vestono<br />
CRMC attività<br />
La Muse de l'Or<br />
d’Arte” ad opera degli Artisti Pittori Caterina Vesci, Ferdinando Muraca, Giusi Pallone,<br />
Citino<br />
Rosetta, Riccardo Tropea ed il cui Ospite d’eccezione non era altri che il celeberrimo Giuseppe<br />
Gattuso Scultore e dalla Mostra “ Mariage di Prestige” degli Stilisti ed Atelier: Mimma Corigliano,<br />
Margi esclusivista Carlo Pignatelli, Pierpaolo Cassone, Lucia Caccamo, Costanza e Maria Sergio.<br />
Il RedCarpet:“Le Charme de la Muse De l’Or” e le Interviste a cura di Eva Giumbo sono stati l’ouverture<br />
glam della serata di Gala: una parata di rappresentanti istituzionali, del mondo del cinema e dello<br />
spettacolo da grandi occasioni. Fra le presenze autorevoli, nota di lode meritatissima alla grazia ed al<br />
fascino della Principessa Costanza Afan De Rivera Costaguti Florio ed a Daniela Rambaldi madrine della<br />
manifestazione. Da citare, in ultima nota, gli stilisti ospiti che hanno magnificato i presenti attraverso le proprie<br />
straordinarie creazioni sfilate in passerella e che rispondono ai nomi di: Gerardo Sacco Orafo della Dive, Fabio<br />
Martino by Boutique Trussardi, Pellicceria Micifur by Carla Cesarini, Biagio Crea Sarto Maison Valentino, Gaetano<br />
Perrone Designer di Calzatura di Alta Gamma, Renè Bruzzese Costumista teatrale e i Testimonial: Fabio Rondinelli,<br />
Teresa Timpano, Samuela Piccolo, Max Barrese, Antonio tedesco, Francesco Luppino, Fabio Mascaro,<br />
Katia<br />
Riotto, Simone Tamagro, Vittoria Attisano, Damiano Brilli, Dolores Mazzeo, Stefania Conte, Vincenzo Nizzardo,<br />
Giacomo Conte, Debora Andreacci, Costantino Comito, Cettina Crupi, Ilaria Colo e tra i premiati che hanno<br />
ricevuto la statuetta della Muse De l’Or che è stata realizzata dall’ Accademia Fidia ed impreziosita da Gerardo Sacco,<br />
il famoso internazionale Hair stylist Sergio Valente, l’ Attore Peppino Mazzotta, l’Attrice Daniela Fazzolari,<br />
Gaia<br />
Verdi Presidente Divulgazione “ Giuseppe Verdi” e Mauro Fiore Premio Oscar . Commosso coinvolgimento fra tutti i<br />
presenti ed applausi scroscianti per lo Special Aword Art and Fashion<br />
“Gerardo Sacco” e lo Special Aword Cinema “Carlo Rambaldi”. Le Interviste<br />
di Donna Impresa Magazine per PREMIERE <strong>DONNA</strong>” coordinate dal suo<br />
Presidente Valeriana Mariani e del direttivo CRMC, la Consegna degli<br />
attestati ai Giovani Fashion Designer che sono: Campanile Luciana,<br />
Cavalea Malaga, De Fedius Francesco, Falcone Giada,<br />
Papandrea<br />
Fabrizia, Iaccarino Giuseppe, Pecora Marica, Puntorieri Rossella,<br />
Perri<br />
Giuseppe e Scarfò Francesca. l’indomani mattina che si è tenuto alla<br />
presenza di nomi autorevoli , hanno di fatto chiuso i battenti di una<br />
manifestazione che si caratterizza come uno degli appuntamenti di spicco<br />
della Camera della Moda calabrese fra la moltitudine delle attività svolte,<br />
sebbene tutte egualmente meritevoli di lode.<br />
CRMC attività<br />
Il Calendario 2014<br />
Visti i riscontri positivi della prima edizione e considerata<br />
l’enorme potenziale del calendario e delle iniziative di<br />
promozione ad esso congiunte, di trasmettere e dare impulso<br />
messaggi propositivi inerenti la cultura e l’arte della Calabria, per<br />
questa edizione la CRMC ha voluto sposare la moda con l’arte<br />
inserendo per ogni mese i più suggestivi e fascinosi siti<br />
archeologici delle cinque provincie della Calabria. Ragion per<br />
cui, la Camera Regionale della Moda Calabria, non poteva<br />
omettere di dedicare il calendario a due opere d’arte di<br />
inestimabile valore: I “ Bronzi di Riace”. Originali scultorei greci<br />
di straordinaria importanza, le due statue furono rinvenute, in<br />
maniera fortuita, il 16 agosto 1972 nelle acque di Riace Marina.<br />
Meraviglie scultoree note in ambito internazionale,<br />
rappresentano la massima attrazione del Museo Archeologico<br />
Nazionale di Reggio Calabria. La loro unicità è dovuta anche al<br />
fatto che sono pochissime al mondo le statue greche, in bronzo,<br />
pervenute integre fino ai giorni nostri e, fra tutte, queste sono le<br />
più belle. Il calendario è un prodotto esclusivo della Camera,<br />
curato in ogni piccolo dettaglio, con un allestimento visivo<br />
originale e presenta le fotografie di gioielli e capi d’alta moda di<br />
orafi e fashion designer calabresi: Michele Lo Bianco,<br />
Giuseppe Perri, Renè Bruzzese, Malaga Cavalea,<br />
Marika<br />
Pecora, Chiara Fondacaro, Costanza Sergio,<br />
Pierpaolo<br />
Cassone Couture, Gruppo Sartoriale G&B e Pellicceria<br />
Micifur. Ad indossare i meravigliosi capolavori, dodici giovani<br />
bellezze calabresi immortalate dagli scatti di Attilio Morabito. La<br />
grafica è stata curata da Pasquale Ficara ed il make da Dario<br />
Caminiti. Madrina della cerimonia, Valeriana Mariani<br />
testimonial del calendario 2014 della CRMC e presidente e<br />
direttore di “Donna Impresa<br />
Magazine”. Nell’occasione è<br />
anche stata annunciata la nascita<br />
dell’Unione Nazionale Camere<br />
Regionali della Moda Italiana e<br />
presentato il nuovo<br />
Organigramma 2014 della CRMC<br />
che ha visto la nomina a<br />
Presidente Saverio Emilio<br />
Bruzzese.<br />
Nelle foto alcuni momenti della presentazione del<br />
Calendario 2014 - Reggio Calabria - Palazzo San Giorgio
PROTAGONISTI<br />
Un paese ricco di emozioni, calore e di ottimismo, il<br />
nostro, culla di una grande e diffusa creatività. E’<br />
un’esperienza, quella Italiana, che si arricchisce<br />
continuamente, traendo impulso dal passato, ma<br />
guardando al futuro in una costante evoluzione. Essere<br />
nati e vivere in questo bel Paese, ma anche studiare,<br />
pensare e lavorare in Italia, malgrado alcune ben note e<br />
croniche limitatezze del nostro sistema politico, è e rimane<br />
un plus unico. E’ lo stile di vita italiano, che si ispira ad una<br />
natura inverosimilmente ricca e colorata, dai paesaggi<br />
incomparabili, dove arte e natura sono intimamente e<br />
superbamente collegati. Basti pensare ai nostri<br />
“ambasciatori” più noti (dagli antichi romani a <strong>Marco</strong> Polo<br />
e Cristoforo Colombo, solo per citarne alcuni), che hanno<br />
contribuito a diffondere la civiltà dell’Italia nel mondo e ad<br />
“importare” culture diverse nel nostro Paese. O ai pittori<br />
medioevali, che hanno dato vita al colore con i loro<br />
affreschi. Attraverso i secoli, l’Arte ha ricercato la<br />
perfezione dell’armonia, che ammiriamo tanto nelle<br />
proporzioni del David di Donatello quanto nelle dinamiche<br />
futuriste dei bronzi di Boccioni. Non meno importante la<br />
ricchezza della tradizione che ha saputo creare un<br />
singolare, moderno e continuo rinnovamento, passando<br />
spesso dalla creatività individuale a quella diffusa nel<br />
sistema industriale non tralasciando un altro passaggio<br />
creativo: quello dell’eccellenza. Un sistema unico dunque<br />
nel suo genere che ha tratto vantaggi da un ricco<br />
background culturale e da capacità artistiche di origine<br />
artigianale, arrivando a superare anche le visioni<br />
campanilistiche, per “fare sistema”, pur rimanendo<br />
suddivise in specifiche aree geografiche, con le loro<br />
esclusive peculiarità. A questo proposito ci piace citare il<br />
pensiero di Alberto AIessi “Il successo del design<br />
italiano è il risultato di una visione aperta della creatività,<br />
accettando e gestendo gli aspetti non convenzionali di<br />
ogni singolo progetto. I laboratori industriali vengono<br />
trasformati in intermediari “artistici” tra designer creativi e<br />
consumatori”. E noi aggiungiamo anche, precisazione per<br />
nulla sottovalutabile, che una Vision se non<br />
accompagnata da un processo di promozione strategico,<br />
rimane, per quanto lodevole di merito, pura, semplice<br />
Vision. Ecco perché siamo qui a presentarvi Giandaniele<br />
Battilà e Cesare Rossi, due uomini che di strategie di<br />
business ne sanno, ed anche molto.<br />
Leader<br />
intervista a cura di Giorgio Fedeli<br />
L’imprenditoria è passione e volontà. Due caratteristiche che hanno portato il<br />
36enne Gian Daniele Battilà, a presiedere l’ APTL, Associazione dedita alla<br />
promozione delle tipicità locali della regione Marche. Fondata nel 2012 da Battilà<br />
insieme a Mirko Tiburzi, anche lui 36enne, l’APTL sta implementando le attività<br />
del territorio e fornendo consulenza agli imprenditori. Già segretario delle province<br />
di Fermo e Ascoli Piceno Cna Federmoda e segretario regionale per il settore<br />
agroalimentare, Giandaniele Battilà oltre che un imprenditore in rapida ascesa è<br />
uomo molto attento al sociale:“E’ da questo interesse che parte tutto. E<br />
non possiamo ignorarlo se vogliamo andare avanti. Mio padre (il<br />
professore Gianni Battilà) mi ha insegnato il rispetto per gli uomini,<br />
la necessità del lavoro in team e l’attenzione ai giovani. Di questi<br />
insegnamenti paterni ho fatto tesoro e virtù tant’è che le nostre<br />
società e l’Aptl vantano oltre 30 collaboratori per la<br />
commercializzazione e la promozione di quanto prodotto nel nostro<br />
t<br />
“yes<br />
we can„<br />
GIANDANIELE<br />
BATTILA'<br />
Presidente APTL Marche _ www.aptlmarche.com<br />
nella foto: Giandaniele Battilà con la Marchesa<br />
Dani Del Secco D'Aragona , Roberta Tirabassi e<br />
l'imprenditore Paolo Oliboni.<br />
territorio, e non solo, a livello nazionale e internazionale. Basti citare anche solo le nostre ultime<br />
iniziative di successo a Berlino in occasione della mostra fiera Berlitalia e la partecipazione a<br />
manifestazioni del settore moda come Pret à porter di Parigi, la fiera del lusso di Shanghai e il Miami<br />
Luxury Shoes dove aziende da noi promosse hanno potuto entrare in nuovi mercati dalla porta<br />
principale e, conseguentemente, incrementare notevolmente i loro fatturati. Tra i grandi eventi che<br />
organizzo insieme ai miei collaboratori c’è l’esibizione delle Frecce Tricolori nel Fermano. Uno<br />
spettacolo unico che voglio riproporre anche in altre località perché i fiori all’occhiello del nostro<br />
Paese, dall’imprenditoria fino alla celebre Pattuglia Acrobatica Nazionale, devono essere letti come<br />
patrimonio di tutti noi italiani”. Da anni assiduo frequentatore dei salotti più prestigiosi della Capitale,<br />
Battilà, con la sua APTL, nel 2013 ha preso parte anche la Gran Premio di Formula 1 di Abu Dhabi<br />
ospitato allo Yas Marina Circuit con le imprese da lui rappresentate: “I miei contatti nazionali e<br />
internazionali sono a piena disposizione delle imprese APTL. Abbiamo già molti contatti e partnership<br />
avviati con Malesia, Marocco, Tunisia, Malta, Serbia e Croazia, oltre all’Inghilterra e agli Emirati Arabi<br />
dove siamo presenti da tempo. Luxury & Food per me è un binomio vincente. E lavoro per introdurre<br />
le nostre aziende nel gotha di questo straordinario e lungimirante abbinamento. La mia scelta<br />
vincente è stata quella di scommettere e puntare sulla comunicazione e sull’immagine reale delle<br />
nostre società per ottenere una ricaduta considerevole, in termini di visibilità, promozione e fatturati,<br />
sulle stesse. Non dimentichiamo poi la mia passione e la dedizione dei miei collaboratori<br />
nell’organizzazione di eventi e manifestazioni. Nella mia vita un grande punto di forza è rappresentato<br />
dal mio padre spirituale Monsignor Luigi Casolini, Preside del Capitolo della Basilica Cattedrale di<br />
Tivoli e Rettore Presidente dell’Associazione Cavalieri San Silvestro”. Tornando alle manifestazioni,<br />
spunta la sigla AscomIndustria: “ Servizi associati per la qualità del territorio, da sempre” come<br />
sostiene, da sempre, il suo presidente Cesare Rossi, sottolineando la bontà del lavoro congiunto con<br />
APTL. “Puntando molto sulla formazione, non ci fermiamo al mero rilascio dei diplomi. Per noi quello<br />
checontanosonoipostidilavoro,vediinostricorsistioicassaintegrati ai quali abbiamo offerto corsi<br />
vincenti, innovativi e specifici, come il restauro dei mobili, la specializzazione nel settore della<br />
panificazione o nella creazione di abiti storici con sbocchi sul mondo occupazionale. Stiamo<br />
seguendo, con Ascom Industria, anche i corsi turistici, con esempi a Montegiorgio, perché il turismo<br />
può essere il vero volano delle nostre zone e non mi riferisco certo a quello mordi e fuggi: vedi le<br />
recenti dimostrazioni delle Frecce Tricolori o il Festival internazionale di Mongolfiere dell’estate 2013,<br />
sempre in collaborazione con APTL". Proprio in questi giorni Giandaniele Battilà Presidente APTL<br />
con una delle società da lui rappresentate, la " Believen start" sarà a Dubay per il " Gul food" fiera<br />
mondiale dell' agro alimentare e successivamente sarà poi presente al " Friedrishaffen" per la fiera<br />
del turismo aereonautica e al gran gala della " Moda di Malta" ed alle sfilate di Miami<br />
da destra: Paolo Oliboni con Rodolfo Martinelli Carraresi, Isabel<br />
Russinova, Giandaniele Battila e Mirko Tiburzi<br />
Giandaniele Battilà con Valeriana Mariani e<br />
Cesare Rossi Presidente ASCOM industria<br />
ASCOM INDUSTRIA FERMO<br />
L'Ascom Industria nasce come Ente rivolto e fortemente<br />
integrato nella rete di relazioni economiche, istituzionali e sociali<br />
del Fermano. Un'associazione fermamente ancorata nei valori<br />
della tradizione, intesi come patrimonio materiale ed<br />
immateriale, come fulcro del processo di sviluppo sostenibile e<br />
proiezione internazionale del territorio di appartenenza. Nasce<br />
nel 2009 come ente di rappresentanza sindacale per le PMI, gli<br />
artigiani, le strutture turistiche, gli esercenti del territorio della<br />
Provincia di Fermo e, grazie ad un forte orientamento ai bisogni<br />
reali degli attori del territorio, ha riscosso un immediato<br />
successo, facendo della Formazione il proprio core business.<br />
www.donnaimpresa.com 83
L' ASCOMINDUSTRIA, pienamente integrata all'interno del territorio del<br />
Fermano, notoriamente armonico nelle sue componenti produttive, culturali,<br />
sociali e istituzionali, ne promuove un'idea di sviluppo fortemente imperniata<br />
sui suoi storici vantaggi competitivi. In un contesto in cui da sempre<br />
convivono eccellenze industriali ed antiche maestranze artigianali, immerse<br />
in un territorio dai percorsi paesaggistici, artistici e gastronomici unici al<br />
mondo, l' ASCOMINDUSTRIA si adopera affinché la difesa del patrimonio di<br />
conoscenze e valori coincida perfettamente con le esigenze di innovazione<br />
ed internazionalizzazione. "Sono certo che mai, come in questo momento di<br />
estrema confusione e di affannosa e spesso, purtroppo, vana ricerca di<br />
soluzioni, sia il caso di confidare sulle poche cose certe in nostro possessoafferma<br />
Cesare Rossi Presidente Ascom in una nota - iniziamo quindi col<br />
trasformare il concetto "mi accontento di quello che ho", nel postulato "sono<br />
felice ed orgoglioso di quello che ho", cosi da adoperarlo al meglio.<br />
Un'innovazione profonda dell'immaginazione tanto da produrre nuovi slanci<br />
per antichi pensieri o nuovi pensieri per antichi slanci. Si tratta, in poche<br />
parole, di riscoprire il senso dell'impresa, che in Italia è legato alla magia<br />
della creatività". Business Management, Finanza e Assicurazioni, ICT,<br />
Marketing, Risorse Umane, Start up: tutto questo è Ascom.<br />
Cesare Rossi<br />
Presidente ASCOM Fermo _ www.ascomindustria.it<br />
"Il nostro paese dicono sia<br />
tecnicamente quasi in<br />
default per cui si ravvisa la<br />
necessità di una politica<br />
che compia azioni<br />
concrete. A favore di quel<br />
94% di imprese, piccole<br />
ed artigiane, che sono<br />
l’anima dell’Italia e che ne<br />
costituiscono il motore.<br />
APTL fa la sua parte<br />
dando il proprio esempio:<br />
basta giochi di parole,<br />
basta piangersi addosso.<br />
occorrono i fatti perchè<br />
senza impresa, non c'è<br />
Italia"<br />
Cesare Rossi<br />
"Bisogna riscoprire il senso della<br />
creatività industriale che in Italia è<br />
legata alla magia dell'impossibile...<br />
però ci riusciamo sempre... è<br />
veramente quasi miracolistico come<br />
siamo riusciti a superare momenti di<br />
grande empasse... e questa che<br />
stiamo vivendo non è che una delle<br />
tante, forse sembra più acuta perchè<br />
ce la vogliono far vedere così... però<br />
se noi ci affacciamo e vediamo<br />
quello che ci circonda, vediamo il<br />
mare, vediamo i girasoli, vediamo gli<br />
ulivi... vediamo questa natura<br />
PROTAGONISTI<br />
Leader<br />
straordinaria - ci dice Cesare Rossi -<br />
questa pienezza di monumenti. Il<br />
70% dei beni culturali mondiali li<br />
abbiamo in Italia... chi ha il coraggio<br />
di dire che questa è una nazione<br />
povera alla fine dei suoi giorni?<br />
Credo che sia una follia, una follia che ci viene imposta perchè<br />
così fa gioco. Ma noi non caschiamo in questo tranello e<br />
diciamo che le nostre aziende e le nostre aziende sono<br />
porpuree ed all'inzio di percorsi importantissimi, qualcuna ha<br />
raggiunto degli standard veramente eccellenti e sulle<br />
eccellenze noi facciamo conto. Il core business per noi è forse<br />
la formazione attraverso corsi che sviluppino la genialità,<br />
capacità, c'è volontà creativa... e su questo noi vogliamo<br />
fondare quello che è il nostro discorso fondamentale: servizi<br />
alle aziende per il territorio. Formazione e il Turismo è quello<br />
che maggiormente stiamo seguendo, oltre lo sviluppo delle<br />
aziende sia in Italia che all'estero, abbiamo tanti collaboratori e<br />
tante aziende che fanno parte di questo straordinario<br />
meraviglioso puzzle che è l'Italia."<br />
La strada: la più grande passerella<br />
della contemporaneità.<br />
Tra strada e moda c’è un rapporto di osmosi e un confronto continuo,<br />
fatto di riflessi, influenze, rincorse, visioni oniriche con rimandi al reale.<br />
La strada si impregna di vita vera, riesamina, consuma le proposte<br />
degli stilisti, che a loro volta ne assimilano l’essenza, traducendola e<br />
reinterpretandola attraverso suggestioni”. E’ quanto ci dice il Fashion<br />
Designer Luigi Gaglione che abbiamo incontrato nel suo Atelier a<br />
Comiziano, Napoli. la domanda è “Chi ha condizionato chi? ”<br />
“ Oggi – ci risponde - si assiste a un fenomeno di interazione tra moda<br />
e strada ancora più viscerale rispetto al passato, legato anche al web e<br />
ai social media che dalla loro hanno il potere di amplificare vizi e virtù<br />
di questa combinazione. In realtà mi diverto ad osservare, fuori dalle<br />
sfilate, la gente comune, quella che sta reagendo con un orgoglio<br />
nuovo, la vera che abbia davvero nelle mani la leadership di quello che<br />
è uno straordinario sistema integrato tra creatività e industria,<br />
artigianato e tecnologia. Viviamo nell’era “on demand”, una sorta di<br />
evoluzione del “su misura” e ciò a vantaggio di quanti, come me, non<br />
hanno mai sacrificato la propria “arte” al mero business.<br />
La moda<br />
italiana deve continuare a soddisfare il bisogno primario di bellezza,<br />
essere capace di inventare sempre nuove storie. Ciò che manca nel<br />
nostro Paese, soprattutto da parte della politica, è la visione della moda<br />
come asset portante: voce fondamentale dell’export, fonte di reddito di<br />
decine di migliaia di addetti, filiera composita, ambasciatrice del bello. È<br />
il nostro petrolio, insostituibile fonte di energia che si rinnova. Ogni sei<br />
mesi. Straordinariamente. L’immaginario che prende corpo nei testi di<br />
moda sembra avere poco in comune con il reale contesto socioculturale<br />
in cui vive la donna oggi. Discrasia quindi o sottile convergenza?<br />
Comunque sia, quello che vedo ovunque io volga lo sguardo è<br />
l’immagine (e l’essenza) di una donna emancipata e consapevole della<br />
propria carica sensuale. Le donne di oggi lasciano ancora che lo<br />
spettatore le spii e si immerga in quel mondo idealizzato in cui è il loro<br />
fascino a dettar le regole del gioco, quel che cambia è la<br />
consapevolezza con cui lo fanno”.<br />
Luigi Gaglione<br />
Luigi Gaglione<br />
Fashion Designer _ www.luigigaglione.com<br />
Luigi Gaglione con Anna<br />
Turkan (giornalista) e<br />
Guido Costante al Fashion<br />
Week (Ftv) di Bucarest<br />
Ph: Donna Impresa<br />
Fashion designer: Luigi Gaglione<br />
Model: Ines Trocchia<br />
Make up Artist: Nunzia Fabrozzi<br />
Gioielli: Gioia Perillo<br />
Calzature: Michelle Morelli<br />
Ph: Emanuel Tosi<br />
www.donnaimpresa.com 85
ALESSANDRO<br />
CODONI<br />
Studio Ing. Codoni Consulenza e Progettazione Impianti<br />
Settore Energie Rinnovabili<br />
Le<br />
green<br />
nuove frontiere della<br />
Alessandro Codoni, trentenne ingegnere laureato all’ Università Politecnica<br />
delle Marche, è un appassionato di green economy. Da inizio carriera, si<br />
occupa di impiantistica ed impianti ad energie rinnovabili, e, con oltre 100MW<br />
di esperienza sul campo nazionale alle spalle, ha deciso lo scorso anno, di<br />
entrare nel mercato estero. Nel suo futuro, vuole ampliare il suo orizzonte<br />
professionale, sempre nel campo delle rinnovabili, dall’eolico, al biogas, dal<br />
Sud Africa al Nord Europa, regioni in cui vi sono grandi potenzialità di<br />
sviluppo, e dove può trovare nuovi stimoli ed opportunità di crescita.<br />
Energie Rinnovabili, Perché Alessandro?<br />
In primis perché i cambiamenti climatici e le difficoltà di<br />
approvvigionamento costringono a trovare nuove soluzioni. D’altro<br />
canto, le rinnovabili rispettano l’ambiente, evitando la dannosa<br />
emissione in atmosfera di anidride carbonica, idrocarburi incombusti,<br />
ossidi di azoto, polveri, ceneri, gas acidi, che, oltre a costituire un<br />
grave danno per l’ambiente comportano una lunga serie di<br />
conseguenze sulla salute dell’uomo. Per non parlare poi delle<br />
ripercussioni degli incidenti alle centrali ad energia atomica, dalla<br />
quale ricordo che anche noi dipendiamo, a causa degli acquisti<br />
energetici da fonte nucleare, proveniente da Paesi come la Francia<br />
e la Svizzera. In secondo luogo perchè è un ottimo investimento.<br />
Infatti, un impianto ad energie rinnovabili, (eolico, fotovoltaico, o<br />
solare termico), permette, in scala domestica, di ridurre<br />
notevolmente i consumi di energia elettrica e/o del gas, il che,<br />
portato in scala nazionale ed internazionale, significa ridurre la<br />
dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali, quali uranio, carbone,<br />
petrolio e gas naturale. Terzo, perché sostenere economie basate<br />
sulle energie rinnovabili permette di creare lavoro.<br />
Con il “solare” la nostra generazione ha oggi la possibilità<br />
storica di risolvere i problemi energetici in maniera<br />
sostenibile…<br />
Certamente, ed assumersene la responsabilità vuol dire agire<br />
concretamente. Con le tecnologie fotovoltaica ed eolica, (che altro<br />
non sarebbe che movimento di masse riscaldate dal sole) da<br />
consumatori di energia, ognuno di noi può diventare produttore<br />
autonomo, se non addirittura venditore. E’ venuto il momento di<br />
sfruttare l’energia che la natura ci rende disponibile gratis e ad<br />
inquinamento zero. Una politica energetica mirata all’autosufficienza<br />
e all’indipendenza dalle fonti tradizionali è essenziale per il<br />
benessere del pianeta e delle future generazioni, nostri figli in primis.<br />
Allo stato attuale esistono valide alternative alle fonti fossili, inoltre<br />
esse sono efficienti e a basso costo.<br />
Accennavi al risparmio…<br />
Si, le fonti energetiche rinnovabili costituiscono una grande fonte di<br />
risparmio per l’investitore. Ad esempio, facendo riferimento ad un<br />
cittadino che installa un impianto fotovoltaico sul tetto della propria<br />
abitazione, egli diventerà un utente attivo, ovvero produttore di<br />
energia elettrica. Tale energia può essere autoconsumata nell’istante<br />
in cui viene prodotta, oppure accumulata in batterie per consumi<br />
durante le ore notturne, se non addirittura venduta al distributore di<br />
energia. In tal modo, il cliente acquisterà una ridotta quantità di<br />
energia dal gestore elettrico, garantendosi quindi un risparmio in<br />
bolletta. Inoltre, l’energia autoprodotta non verrà impattata dagli<br />
aumenti dei prezzi applicati dai fornitori di energia elettrica; si può<br />
dire quindi, che con l’impianto fotovoltaico è possibile “bloccare”il<br />
prezzo dell’energia per tutta la vita utile dell’impianto. Tutta l’energia<br />
che non si riesce ad autoconsumare istantaneamente, verrà invece<br />
immessa nella rete elettrica, e grazie al contratto di Scambio Sul<br />
Posto, viene monetizzata garantendo una compensazione<br />
economica al titolare dell’impianto. In sintesi, possiamo dire che<br />
installare un impianto fotovoltaico conviene. Sempre.<br />
Quale ora, lo stato dell’arte dei meccanismi di incentivazione in<br />
Italia?<br />
Attualmente in Italia gli incentivi per il fotovoltaico sono terminati.<br />
Restano comunque le detrazioni IRPEF. L’agenzia delle entrate ha<br />
deciso di prorogare, fino a Dicembre 2014, le detrazioni fiscali per gli<br />
impianti fotovoltaici, inglobandoli di fatto nei “lavori di ristrutturazione<br />
e recupero edilizio”. Questo, unitamente alla notevole riduzione dei<br />
costi degli impianti fotovoltaici, insieme allo Scambio Sul Posto, e ad<br />
una curata progettazione e realizzazione, fa si che l’installazione di<br />
un impianto fotovoltaico si traduca in un notevole vantaggio per il<br />
cliente. Le persone fisiche che volessero dunque dotare la propria<br />
abitazione di un impianto fotovoltaico, di potenza non superiore ai 20<br />
kW, hanno diritto ad una detrazione pari al 50% delle spese<br />
sostenute (fino ad un tetto massimo di 96.000 euro). La detrazione<br />
viene ripartita in 10 quote annuali di pari importo, detraibili dalle<br />
tasse. Tutto questo fa di un impianto fotovoltaico un investimento<br />
conveniente. Si stima che nel 2014 verranno installati in Italia circa<br />
0,5- 0,8 MW di impianti fotovoltaici, costituiti perlopiù da impianti<br />
connessi direttamente alle unità di consumo.<br />
Ed all’estero?<br />
Descrivere il mercato estero in poche parole non è facile, sarebbe a<br />
dir poco riduttivo. Da un lato occorre valutare la variazione dei<br />
prezzi, dall’altro le forme di incentivazione proposte da ogni Stato,<br />
inoltre l’irradiazione solare nella regione considerata, ecc…. Posso<br />
soltanto dire che considerando l’attuale costo degli impianti<br />
fotovoltaici, vi sono alcuni casi/luoghi in cui si può avere un rientro<br />
economico in soli 4 anni. Quello che è certo è che per il fotovoltaico<br />
2014 apre una nuova era del comparto mondiale. Ad oggi, infatti,<br />
grazie all’accesso da parte dell’energia fotovoltaica ai Certificati<br />
Verdi, reso possibile da alcuni Stati, avremo un trend più che positivo<br />
della domanda. Si presume che il fotovoltaico nel mondo possa<br />
arrivare nel 2014 a 46 GW di nuova potenza installata, mentre per il<br />
2015, si raggiunga quota 56 GW, con le massime richieste<br />
provenienti da Sud Africa e Sud America. Totalmente diverso è<br />
invece il caso dell’eolico: in una stessa regione si possono avere<br />
zone molto più ventose di altre. Pertanto occorrono attenti studi di<br />
fattibilità, lunghi mesi, che talvolta possono portare a risultati<br />
davvero singolari: ad esempio in installazioni offshore, in aree con<br />
vento particolarmente costante durante tutto l’anno, non è escluso<br />
un tempo di rientro dell’investimento pari a 30-36 mesi.<br />
Studio Ing. Codoni Consulenza e Progettazione Impianti Settore Energie Rinnovabili _ T. +39 339 8082920 _ mail: alex.codoni@gmail.com FERMO<br />
www.donnaimpresa.com 87
Azienda Agri Moretti vede al suo interno tre membri: Luigi, il capofamiglia, un po’<br />
"il pio bove" di carducciana memoria; Elva, instancabile lavoratrice, sempre intenta<br />
a segnare la via maestra della famiglia e dell’azienda; Alberto, la sintesi dei<br />
genitori: impegnato, coerente, responsabile, concreto anche troppo per la sua<br />
giovane età. Un giovane “adulto” iscritto al 2° anno della Facoltà di Agraria del<br />
Politecnico delle Marche, formatosi culturalmente all’ITAG "C. Ulpiani" di Ascoli<br />
Piceno dove ha avuto per insegnanti veri Maestri di cultura e di vita. Da tutti<br />
indistintamente ha preso tanto, ma chi lo ha segnato di più è stato l’esimio<br />
professore Leonardo Seghetti. In quell’Istituto ricco di presente, ma anche dei fasti<br />
delpassato,Albertohaincominciatoaguardarealfuturoeacapirechelascuola<br />
non era un punto di arrivo, bensì di partenza e che "la vera palestra della vita era<br />
fuori dal cancello della scuola ed era lì che bisognava mettersi i guantoni" come<br />
soleva ripetere il prof. Seghetti, la sua stella polare.<br />
Perché la birra? "Semplicemente perché è il più mediterraneo dei prodotti. In Mesopotamia la chiamavano vino d’orzo. No, no, nel nord Europa c’è<br />
arrivata più tardi”. Una risposta che racchiude in sé un inscindibile legame con la natura e tutta la passione con cui la famiglia Moretti si è avventurata in<br />
un progetto ambizioso e singolare. Sì perché non capita tutti i giorni di imbattersi, nel bel mezzo del verde delle colline fermane, in un birrificio, e per di<br />
più agricolo, il Moralbe. Ma a scambiare quattro chiacchiere con Luigi Moretti, il figlio Alberto e la moglie Elva Baldassarri si hanno le risposte<br />
sperate. Il primo ha alle spalle una vita nei campi, il secondo è al terzo anno di Agraria, la terza, invece è un’insegnante in pensione. Tre trascorsi<br />
diametralmente opposti che spaziano dalla cultura alla pratica. Ma il filo conduttore della famiglia Moretti, residente in un casolare nella campagna di<br />
Montottone, in provincia di Fermo, è proprio la voglia di non fermarsi mai e di riporre una smisurata fiducia e una ridente positività in tutto quello che fa:<br />
“ Mio figlio – racconta Elva – nei laboratori tenuti dal suo mentore, il professor Leonardo Seghetti, ha avuto l’ispirazione per produrre birra agricola. E noi<br />
l’abbiamo seguito con entusiasmo. In un piccolo appezzamento di terra di nostra proprietà produciamo anche orzo che spediamo al Cobi. Il consorzio ci<br />
restituisce il malto che ci permette di produrre dell’ottima birra in modalità agricola e non solo. Quello che produciamo è frutto della nostra natura, sia<br />
come indole che come ambiente circostante”. E guarda caso la prima “bionda” del birrificio Moralbe (un acronimo del nome del più giovane dei Moretti)<br />
si chiama proprio “Gea”. Nelle settimane si è passati a produrre anche l’ambrata “Alba”. E la terza sorella di luppolo, una conturbante “scura”, è ancora<br />
in fermentazione: “ Abbiamo in cantiere di produrre una quarta birra in omaggio a mio padre Ario e al professor Seghetti – confessa Baldassarri – e per<br />
questo la chiameremo Leonario, di più non diciamo”. Al di là del trasporto, resta comunque un investimento, tra celle frigorifere, sale di rifermentazione,<br />
imbottigliamento, sale cottura con fermentatori, stoccaggio e ammostatori, da 350 mila euro: “Meglio investirli, no? Abbiamo la spinta per non fermarci e<br />
la voglia di nuovo, senza capricci. Questo è l’insegnamento che ci arriva dalla terra” il prezioso dogma di Baldassarri. Con alle spalle nemmeno due<br />
mesi di vita, il birrificio Moralbe ha già un potenziale di produzione di 500 quintali di birra, uscite pubbliche all’AgrioBirra, al Festival della birra agricola, al<br />
Bio e Tipico. Ma dove vuole arrivare? “ Vogliamo far conoscere e apprezzare le birre agricole che si distinguono da quelle artigianali perché noi l’orzo lo<br />
produciamo e lo trasformiamo seguendo il regolamento del marchio Birragricola italiana. Chi prova l’agricola non torna più indietro. Non è pastorizzata,<br />
no ai conservanti né sciroppo di glucosio o granoturco. Il nostro primo step – la chiosa dei Moretti - è radicarci sul territorio. Poi? Chissà! Guardiamo<br />
avanti. Indietro ci giriamo solo per riflettere”.<br />
di Giorgio Fedeli<br />
ALBERTO<br />
MORETTI<br />
Direttore Generale Birrificio Corte Moralbe<br />
Via Indaco 9 _ 63843 Montottone (FM) T. 0734 770168<br />
www.agrimoretti.it<br />
www.donnaimpresa.com 89
Il leasing al servizio delle<br />
IMPRESE<br />
Un servizio di qualità richiede i più alti standard professionali<br />
(competenza psicologica e tecnica associata ad adeguati<br />
supporti professionali) ed il loro continuo aggiornamento e<br />
miglioramento, oltre ovviamente a valori morali oggettivi e<br />
condivisi. Requisiti che fanno parte del curriculum di<br />
Gianfranco che vanta una più che ventennale esperienza nel<br />
settore<br />
Qual'è nello specifico il tuo lavoro?<br />
Opero nel settore parabancario e cioè nella locazione finanziaria più facilmente<br />
denominata leasing, che è un contratto attraverso il quale una società di leasing<br />
acquista un determinato bene solitamente costoso (immobile, bene strumentale,<br />
automezzo pesante ecc.ecc.) e lo concede in leasing con possibilità di riscatto a fine<br />
contratto.<br />
Quindi siete concorrenti delle banche?<br />
Assolutamente no. Intanto le società di leasing sono partecipate da grandi istituti di<br />
credito, e poi nel 2011, bisogna dire che lo strumento del finanziamento ha un suo<br />
preciso iter. Per esempio, per l'elasticità di cassa delle imprese c'è lo scoperto di<br />
conto corrente, per le fatture c'è l'anticipo salvo buon fine e per gli investimenti di<br />
grandi importi da ripartire in più anni, c'è appunto il leasing che permette tra l'altro<br />
una maggiore e più precisa deducibilità fiscale.<br />
In questi periodi di forti tensioni dei mercati come siete messi?<br />
Cerchiamo di consigliare i clienti, dicendo loro che debbono fare massima attenzione<br />
all'uso degli strumenti finanziari a loro disposizione. Cioè di accedere ad ogni<br />
strumento bancario a seconda dell'uso che se ne deve fare. Per esempio non ha<br />
senso usare uno scoperto di conto corrente per acquistare un autocarro, perchè poi<br />
si resta senza liquidità. Poi applichiamo alle operazioni di leasing le agevolazioni<br />
attualmente in essere per abbattere i costi degli interessi.<br />
Quali sarebbero queste agevolazioni?<br />
Attualmente sono aperte alcune agevolazioni aventi caratteristiche nazionali. Parlo<br />
della Legge 1329/65 che è utile per acquisto di macchinari nuovi di importo elevato<br />
(sopra Euro 150/Mila) oppure la L. 240/81 per gli artigiani con contributo canoni in<br />
conto interessi. A queste agevolazioni possiamo unire i Fondi BEI (della Banca<br />
Europea degli Investimenti) che grazie ad un accordo che i vertici di Unicredit hanno<br />
preso appunto con la BEI e che permettono un abbattimento per alcune operazioni di<br />
uno 0,25% sul tasso Euribor (indicizzato) che sarà usato per la singola<br />
operazione.<br />
Come vedi l'Italia nel futuro? Riuscirà ad uscire dalla crisi che la tiene<br />
intrappolata oggi?<br />
L'Italia è un grande paese, pieno di brava gente capace ed in grado di dirigere una<br />
impresa. Quindi ce la farà, a patto però che si ritrovi quello spirito di sacrificio che ha<br />
contraddistinto la generazione degli anni 50 e 60, quando tanti bravi italiani (i nostri<br />
padri ed i nostri nonni) hanno, rimboccandosi le maniche, ricostruito dal nulla un<br />
paese distrutto e destinato alla povertà, trasformandolo nell'ottava economia del<br />
mondo.<br />
Studio Leasing<br />
dal 1983 al servizio delle imprese nelle Marche<br />
www.VASTAROLILEASING.IT<br />
LEASING<br />
TARGATO<br />
STRUMENTALE<br />
IMMOBILIARE<br />
AGEVOLATO<br />
NAUTICO<br />
SOCIO AGGREGATO<br />
Associazione Italiana Leasing<br />
iscrizione Albo UIC n. A/5850<br />
0734 67 95 64 r.a.<br />
Via G. Galliano, 80/82 Porto San Giorgio (Fermo) Italy F. 0734.675415<br />
mob. 338.2677552 _ mail: gianfranco.vastaroli@tiscali.it<br />
GIANFRANCO<br />
VASTAROLI<br />
Agente in attività finanziaria<br />
soluzioni chiare ... futuro in movimento<br />
"La nostra professionalità e la nostra esperienza sono maturate in circa un trentennio di lavoro nel settore del leasing,<br />
ciò ci permette di offrire un sevizio con grande contenuto professionale, con risposte precise e puntuali. In assoluta autonomia<br />
gestionale, siamo in grado di risolvere la maggior parte dei problemi che possono verificarsi dalla stipula fino alla<br />
chiusura di ogni contratto di leasing".<br />
www.donnaimpresa.com 91
Via G. Agnelli 36/38 _ 7/9 _ Zona Indistriale _ Fermo _ Italy _ T. 0734 440249 email: omegamodel@gmail.com<br />
OMEGA<br />
MODEL<br />
Un ' azienda giovane, nata<br />
nel 1999, infatti i titolari<br />
Monti Giampaolo,<br />
Maroni Massimo e<br />
Paglialunga Luca<br />
viaggiano in età comprese<br />
tra i 38 ed i 40 anni, se a<br />
questo aggiungiamo che<br />
hanno già festeggiato il<br />
quindicesimo anno di<br />
attività, possiamo<br />
sicuramente affermare di<br />
essere in presenza di uno<br />
di quelli che comunemente<br />
vengono definiti i "miracoli<br />
dell'impremditoria italiana",<br />
unvantoinunmomentoin<br />
cui molte aziende soffrono<br />
invece del momento di<br />
crisi. Ciò a denotare come,<br />
il rimanere saldamente<br />
fermi su prodotti di<br />
eccellenza, contribuisca a<br />
determinare il successo e<br />
la conseguente apertura ai<br />
mercati internazionali.<br />
La OMEGA MODEL, è un' azienda che offre<br />
molteplici servizi al mercato attuale, quello<br />
globalizzato, nelle più disparate forme, dalla<br />
progettazione 3D fino al realizzo completo del<br />
modello fisico su resina, coprono ogni singola<br />
fase della lavorazione, nello specifico:<br />
consulenza per realizzazione di prototipi e<br />
modelli; studio per dimensionamento in base<br />
ai passaggi del materiale di stampaggio;<br />
realizzazione di prototipi con possibilità di<br />
piazzare direttamente la forma per avere<br />
l’effetto suola montata; ideazione di disegni in<br />
2D per l’immagine della suola sia su laterale<br />
che su battistrada; realizzazione di modelli<br />
finiti; programmazione CAD/CAM per<br />
realizzazioni della parte meccanica dello<br />
stampo; e tanti altri servizi. La Omega Model<br />
è nata principalmente per la produzione di<br />
modelli da utilizzare nella costruzione di<br />
stampi per fondi di calzatura, ma poi nel<br />
tempo ha anche allargato i confini in altri<br />
settori, collaborando anche con la<br />
realizzazione di programmazione CAD con<br />
aziende del settore alimentare, dentale,<br />
meccanico.<br />
www.donnaimpresa.com 93
ADRIATIC TROPHY 2012<br />
ALL’INTERNO:<br />
Smac Fashion Award<br />
Moda Show<br />
Cilentum Pizza<br />
Premio Moda Città dei Sassi<br />
nella foto: Valeriana Mariani (abito di Luigi Gaglione) premia Pasquale Salsano al salone "Sposi non solo" _ Salerno<br />
cooming soon<br />
PROSSIMAMENTE<br />
"NORMAN ACADEMY" ROMA, CASA<br />
DELL'AVIATORE<br />
Donna Impresa Magazine riceve la medaglia d'oro di merito<br />
nel settore dell'editoria nazionale dalla " Norman Academy". La<br />
consegna del noto riconoscimento, organizzato dalla Norman<br />
Academy medesima, si è svolta a Roma, presso la Casa<br />
dell’Aviatore al Circolo Ufficiali dell’Aeronautica.<br />
A leggere la motivazione per la Bonifaciana, il<br />
coordinatore Riccardo Giordani, Cerimoniere<br />
della Norman Academy: “L’ istituzione è una<br />
Onlus, opera in tre settori specifici: spiritualità,<br />
cultura e sociale. Nata per diffondere e<br />
valorizzare l’insegnamento di Papa Bonifacio<br />
VIII, grazie al grande impegno profuso dal<br />
fondatore e presidente Cavaliere dottor Sante De<br />
Angelis e dei suoi collaboratori, espleta, inoltre,<br />
un'attività umanitaria e benefica in Italia e<br />
all'estero. La dimensione europea, il contributo al<br />
dialogo interculturale e l'impegno a diffondere la<br />
pace e salvaguardare la libertà, sono priorità<br />
essenziali che gli sono riconosciute<br />
universalmente da tutte le Istituzioni ai più alti<br />
livelli, che da sempre patrocinano ogni suo<br />
evento. Non persegue fini di lucro e si propone<br />
con i seguenti scopi: promuovere la<br />
conservazione, la valorizzazione e il recupero dei<br />
beni religiosi, culturali, architettonici, artistici e<br />
storici e istituire annualmente il Premio Nazionale<br />
ed Internazionale Bonifacio VIII – Città di<br />
Anagni, da consegnarsi a personaggi, che si<br />
siano distinti nei loro rispettivi campi per<br />
professionalità, impegno e promozione della<br />
La consegna degli attestati di merito della<br />
Norman Academy. Da sinistra: Valeriana<br />
Mariani, Vincenzo Cortese,<br />
Bruno Romano<br />
Baldassarri e Riccardo Giordani.<br />
dignità della persona umana. E’ impegnata in<br />
numerose attività con scopi prettamente sociali<br />
tra cui le adozioni complete e scolastiche a<br />
distanza ed organizza corsi di aggiornamento per<br />
laici impegnati, dibattiti su temi di “vita”: la<br />
famiglia, la salute, la situazione internazionale, la<br />
solidarietà, lo sport, i giovani, la formazione e<br />
l’istruzione. Esprime e persegue la cultura della<br />
pace, del perdono e della pacifica convivenza,<br />
coinvolgendo nel suo cammino tutti coloro che<br />
credono in un futuro di pace e fratellanza per un<br />
mondo sicuramente migliore”. A presentare<br />
l'evento, la giornalista Paola Zanoni la quale ha<br />
dato inizio alla cerimonia salutando i convenuti<br />
ringraziando soprattutto il Gran Cerimoniere,<br />
coordinatore dell’evento, il Duca don Riccardo<br />
Giordani di Willemburg ed il Mrg Vincenzo<br />
Cortese Segretario Generale della Norman<br />
Academy ed il Prof. Generale Don Stefano<br />
Murace, ouverture alla quale sono seguite le<br />
consegne delle benemerenze accademiche<br />
dell’Istituzione. Tra gli illustri ospiti ed i relatori,<br />
non possiamo non menzionare il Professor Tito<br />
Lucrezio Rizzo Consigliere Capo Servizi del<br />
Quirinale per il prezioso exursus culturale quale<br />
ha omaggiato i presenti: Francesco Cossiga “il<br />
tormento e l’estasi della passione politica”. Le<br />
prestigiosissime onorificenze Capitoline, che si<br />
sostanziano in un Attestato che attribuisce il titolo<br />
onorifico di “ Accademico d’Onore” e la<br />
Medaglia Aurata di merito nel settore<br />
dell'Editoria Italiana sono state poi conferite a<br />
Valeriana Mariani in qualità di Presidente di<br />
Donna Impresa Magazine, dalle mani del Dottor<br />
Vincenzo Cortese. Ancora un attestato “ad<br />
honorem” questa volta assegnato da Riccardo<br />
Giordani a Bruno Romano Baldassarri in virtù<br />
del suo ruolo di Direttore Generale Marketing di<br />
Donna Impresa. Presente per la Chiesa<br />
Ortodossa, il vicario episcopale dell’arcidiocesi<br />
Simeone Catsinas. S.E.R. Mons. Antonio<br />
Ciliberti Arcivescovo il quale, con un pensiero<br />
spirituale e la benedizione apostolica, ha chiuso<br />
in solennità l’intensa e significativa giornata.<br />
www.donnaimpresa.com 95
U<br />
Valeriana Mariani e Nunzia Schiavone<br />
Da destra: Mauro Broda, Direttore Generale IDI, Carmel Inguarez,<br />
Valeriana Mariani e Sergio Passariello Presidente dell'associazione<br />
Imprese del Sud. In basso: un momento della presentazione.<br />
Da sin. Simone Amato, Ines<br />
Trocchia e Luigi Gaglione<br />
SMACfashionaward<br />
La moda è identità, cultura, e come ogni<br />
professione presuppone studio, formazione,<br />
conoscenza ed aggiornamento. Ma lo spazio<br />
c'è, il Made in Italy vive più che mai un<br />
momento di occasioni, importante è saperle<br />
cogliere tenendo gli occhi spalancati sul<br />
mondo. Il futuro è sempre più etico e green,<br />
questo dev'essere per la new generation della<br />
Un momento del convegno dedicato al Made in Italy<br />
Trionfa Marina Vespa<br />
moda. Tutti d'accordo gli autorevoli ospiti che<br />
hanno salutato i giovani stilisti dall'incantevole<br />
Salone dei Genovesi della Camera di<br />
Commercio di Salerno, dopo aver intessuto<br />
una riflessione collettiva sul futuro del Made in<br />
Italy. Relatori: Ida Catapano la direttrice<br />
dell' Accademia del Lusso, la presidente di<br />
Donna Impresa Magazine Valeriana Mariani<br />
<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> e <strong>Marco</strong><br />
<strong>Gambedotti</strong><br />
Console dr. Roberto Pace, al fine di offrire informazioni sulle grandi possibilità offerte dalla Repubblica<br />
di Malta a quelle imprese della provincia che guardano ai mercati esteri. Malta è da sempre il<br />
riferimento obbligato per tutta l'area mediterranea, grazie alla sua posizione al centro del mar<br />
Mediterraneo, tanto che gli antichi cartografi erano soliti centrare su di essa la figura della Rosa dei<br />
Venti nelle rappresentazioni delle mappe; un territorio di circa 316 km² in cui è racchiuso un patrimonio<br />
storico e culturale di eccezionale ricchezza. La sua particolare posizione, ne ha poi fatto il crocevia<br />
delle principali rotte commerciali del Mediterraneo, segnandone in modo indelebile la storia e<br />
l'evoluzione. La posizione geografica di Malta e la sua adesione all'Unione Europea, evidenziano le<br />
potenzialità che l'isola offre per allargare gli interessi commerciali verso i mercati emergenti per i nostri<br />
operatori economici in quanto essa rappresenta un importante mercato-ponte per le esportazioni<br />
italiane verso tutta l'area del Mediterraneo. Da non sottovalutare, inoltre, che Malta accoglie più di<br />
1.450.000 turisti l'anno, principalmente dai Paesi europei (Inghilterra, Germania, Francia, Italia) insieme<br />
a moltissimi russi e americani. Presenti all'evento che l' IDI ha organizzato con una formula<br />
assolutamente originale che ha dato modo alla straordinariamente numerosa platea di intervenuti di<br />
interagire con i relatori al fine di indicare gli argomenti da approfondire in relazione alle opportunità, al<br />
territorio, alla fiscalità e soprattutto alle opportunità che l'arcipelago maltese, così vicino all'Italia, può<br />
offrire, il Presidente Dr. Enrico Pierosara e il Segretario Generale Mauro Broda, organizzatore della<br />
manifestazione. Per l'occasione, sono stati presentati due progetti da realizzare subito a Malta: uno per<br />
il comparto della Moda, un Gran Galà della Moda Italiana e l'altro per il settore agroalimentare con la<br />
creazione di un Temporary Store, con annesso uno show-room temporaneo o permanente per la<br />
promozione e la vendita dei prodotti tipici italiani. Al presidente di Donna Impresa,<br />
Valeriana Mariani<br />
partner dell'evento, il compito di riferire in merito al Day Italian’s Talent a Malta , il primo Gran Galà<br />
della Moda Italiana nel Mondo che verrà fatto nell’autunno 2014.<br />
Mario Andresano e Ninzia Schiavone<br />
Da sin. Gianni Casella, Mauro<br />
Palmentieri, Gilda Caprara,<br />
Pasquale Salsano ed Anna Cuffaro<br />
Da sinistra: Maria Rosa Mondragon, Mariella Valdiserri,<br />
Valeriana Mariani, Pasquale Salsano e Ida Catapano<br />
i giornalisti Mariella Valdiserri , Simonetta<br />
Lein (Vanity Fair) e Antonio Palazzo (Rendezvous<br />
de la mode), nonché l'eco-designer<br />
Franco Francesca e gli artisti Elena Presti e<br />
Gianni Gandi , Antonella Pitrelli portavoce<br />
ufficiale della Only Italia, Associazione<br />
presieduta dall'on. Irene Pivetti e formalmente<br />
rappresentata nell'occasione da Biagio<br />
Cerrato, vicepresidente Only Italia, in visita di<br />
cortesia. Un coro autorevole che ha scambiato<br />
considerazioni importanti sulla direzione da<br />
intraprendere, in un settore che risente come<br />
tutti delle difficoltà del momento storico, ma<br />
che continua ad essere un pilastro del nostro<br />
Bel Paese. Lo SMAC, volto a dar spazio e<br />
creare occasioni per i giovani stilisti, continua a<br />
collezionare consensi e a tessere importanti<br />
collaborazioni. Lo ha dimostrato questa quarta<br />
edizione, tenutasi il 1° ed il 2 dicembre, a<br />
Salerno, realizzata in collaborazione con<br />
Casartigiani, Camera di Commercio e<br />
Comune di Salerno. Molte le occasioni di<br />
Pasquale Salsano consegna il riconoscimento<br />
a Valeriana Mariani in virtù di Presidente di Giuria<br />
stage, collaborazioni, partecipazioni ad eventi<br />
di rilievo come Alta Moda Roma, proposte ad<br />
alcuni dei talenti che hanno partecipato al<br />
progetto firmato da Pasquale Salsano. A fare<br />
da cornice al concorso del 1° dicembre il<br />
Salone dei Marmi di Palazzo di Città, luogo<br />
che ha aperto alla moda solo lo scorso anno<br />
con lo SMAC, dove - oltre ai capi in concorso –<br />
hanno sfilato in anteprima le nuove collezioni di<br />
Graziano Amadori e Franco Francesca,<br />
nonché le proposte firmate dagli stilisti della
Accademia del Lusso. A segnare questa edizione la<br />
partecipazione di Vittorio Zeviani, fondatore<br />
dell'agenzia internazionale di modelle Why Not. La sua<br />
testimonianza ha ripercorso un tratto importante della<br />
moda italiana, suggerendo ai ragazzi la complessità del<br />
settore e la molteplicità di figure che ne fanno parte.<br />
“ Volevo fare il chirurgo”, confessa Zeviani, “ poi la vita ha<br />
scelto per me!”. Come a dire che – oggi più che mai –<br />
non bisogna precludersi nulla. Si comincia con un<br />
percorso professionale per approdare in un altro, la<br />
flessibilità è fondamentale, così come riconoscere che<br />
la nostra strada è un'altra. Ad aggiudicarsi il primo posto<br />
la giovane calabrese Marina Vespa, che ha presentato<br />
una mini-collezione di 5 abiti denominata “100%<br />
origami”. Abiti originali, coerenza col tema scelto e<br />
attenzione ai particolari, ciò che ha convinto l'autorevole<br />
giuria, tra cui comparivano anche <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong><br />
e <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong>, impegnato in una nuova<br />
avventura professionale con la Candies&Cakes<br />
Couture. <strong>Bassetti</strong> è l'ultima generazione che ha preso<br />
in mano la grande tradizione tessile della famiglia e che<br />
continua – portando l'innovazione – sperimentando<br />
anche nella moda. Al secondo posto la calabrese<br />
Martina Mollo, al terzo posto il veneto Federico<br />
Trevisan. Quest'anno al vincitore dello SMAC Fashion<br />
Award è stata offerta una Borsa di Studio per<br />
partecipare ad un Corso di Formazione presso una<br />
delle sedi italiane dell' Accademia del Lusso. I primi tre<br />
classificati del concorso – invece - saranno ospiti con<br />
una collezione di 10 capi all'interno della 20^ edizione di<br />
“ Sposi, ma non solo”. Appuntamento datato 25<br />
gennaio 2013, alle ore 19. A conferma del desiderio di<br />
valorizzare la moda green ed etica, ad alcuni dei<br />
giovani interessati, è stata offerta anche la possibilità di<br />
passare alcuni giorni al fianco dell'eco-designer<br />
campano Franco Francesca, con una specifica<br />
attenzione alla sua collezione “ Zoomorfic”. A<br />
completare l'accompagnamento che lo SMAC<br />
promuove ai giovani stilisti, un portale e-commerce<br />
attivo da inizio 2014, dove sarà possibile incontrare<br />
appassionati e compratori da tutto il mondo. Oggi la<br />
battaglia del Made in Italy si può vincere anche a colpi<br />
di click, laddove c'è alle spalle una realtà accreditata<br />
come lo SMAC. Media Partner della kermesse il noto<br />
fashion magazine Rendez Vous de la Mode e Donna<br />
Impresa Tv. Quest'ultimo progetto è messo in campo<br />
da Valeriana Mariani, come valido strumento per dare<br />
spazio all'imprenditorialità ed all'artigianalità italiana.<br />
CILENTUM PIZZA GIUNGANO<br />
La Camera di Commercio di Salerno in collaborazione con<br />
CASARTIGIANISALERNO Federazione Provinciale artigiani di Salerno<br />
con il Comune di Giungano, la BCC di Aquara e l' Associazione<br />
Cilentum Pizza di Giungano, al fine di valorizzare e promuovere la<br />
tradizione degli antichi mestieri e dell'antica pizza cilentana propone<br />
l'evento "BOTTEGHE & MESTIERI" - Itinerario nella tradizione degli<br />
antichi mestieri e dell’enogastronomia. Quest’evento negli anni ha creato<br />
interesse nei consumatori per le produzioni di qualità dell’artigianato e<br />
dell’agro alimentare con solide tradizioni, soprattutto in funzione del<br />
concetto di autenticità che si associa alle produzioni in un’area a grande<br />
valore naturale e culturale. Tra produzioni artigianali e produzioni<br />
agroalimentari di qualità e nell’ambito di questi obiettivi che saranno<br />
presentati ai numerosi visitatori i laboratori degli antichi mestieri e i<br />
laboratori della pizza cilentana. Le antiche tecniche artigianali<br />
rappresentano un unico territoriale che ha dato vita ad una fiorente<br />
attività del legno, della pietra, del ferro, oltre ai ricami e alla tessitura.<br />
Pertanto, tali iniziativa è finalizzata a sostenere settori deboli<br />
dell’economia locale che vanno valorizzati ed incentivati nel continuare<br />
l’antica tradizione dei mestieri artigianali in bottega. L’artigianato, come<br />
l’agricoltura di qualità rappresentano risorse fondamentali del progetto e<br />
Un momento della consegna del riconoscimento<br />
a Valeriana Mariani in qualità di Presidente di<br />
Giuria all'evento Smac Fashion Award "Ninfa del<br />
mare 2013" da parte del patron Pasquale Salsano.<br />
A sinistra lo stilista Tony<br />
Battistino e Bruno Baldassarri<br />
A sinistra il Presidente<br />
di Incostiera amalfitana<br />
la loro qualificazione attraverso una rete di eccellenze potrebbe attivare<br />
processi di sviluppo integrati e duraturi. La festa dell'antica Pizza<br />
Cilentana nasce da un'idea di Pietro Manganelli e Giuseppe Coppola<br />
e si svolge nel mese di agosto nel centro storico di Giungano (SA). Il<br />
paese viene addobbato di tante piante, fiaccole e bracieri e, utilizzando 9<br />
forni antichi già esistenti nelle case gentilizie, vengono riaperti antichi<br />
portoni. In vari angoli del paese vengono riprodotti momenti di vita<br />
vissuta, antichi usi e costumi della nostra terra e vengono allestiti stand di<br />
prodotti tipici locali, il tutto allietato da musiche itineranti e suoni di una<br />
volta. Madrina della manifestazione è Valeriana Mariani Presidente di<br />
Donna Impresa e Direttore Editoriale del nostro omonimo magazine che<br />
si è detta orgogliosa ed onorata di essere stata chiamata a<br />
rappresentare una manifestazione come Cilentum Pizza volta a<br />
promuovere quanto di più bello l'Italia possegga, in termini di patrimonio<br />
culturale. “ A tal fine - ci dice il Direttore Mariani – non posso omettere dal<br />
ringraziare Mario Andresano Presidente di Casartigiani, il Primo<br />
cittadino della suggestiva Giungano e, non di meno, l’Assessorato alla<br />
Cultura e Turismo nella persona del suo Assessore Franco<br />
Russomando, proprietario della splendida struttura Giardino Dionysos<br />
ove ho avuto modo di trascorrere un fine settimana indimenticabile”.<br />
Mario Andresano e<br />
Valeriana Mariani<br />
Confermata anche la collaborazione con incostieraamalfitana.it,<br />
partner d'alta levatura culturale con cui è già stato realizzato un<br />
appuntamento in Costa d'Amalfi, e che proseguirà anche per il<br />
2014 con una data dedicata alla moda mare da tenersi in luglio.<br />
SMAC Atrani<br />
QUANDO L’ALTA MODA INCONTRA UNO DEGLI<br />
SCENARI PIÙ SUGGESTIVI DELLA CAMPANIA E<br />
DELL’ITALIA STESSA, NON PUÒ ESSERE CHE<br />
STRAORDINARIO SUCCESSO. Atrani ha fatto da splendida<br />
cornice allo “Smac" in costiera amalfitana”, evento nato<br />
dall’incontro di “Smac” e “… incostieraamalfitana.it”<br />
creature di Pasquale Salsano e Alfonso Bottone che<br />
magicamente unisce moda e cultura. L’evento, che è iniziato<br />
con una piazza gremita di turisti e appassionati, è stato<br />
presentato dalla giornalista RAI Vittoriana Abate, e ha visto<br />
molte personalità del mondo del Fashion calcare il<br />
palcoscenico. Hanno ricevuto il premio alla carriera Antonio<br />
Battistino, vincitore dello Smac Fashion Award 2011, e<br />
Letizia De Falco, direttrice dell’ Accademia del Lusso di<br />
Napoli. A seguito Antonio Battistino ha presentato la<br />
collezione 2014 creando di fatto un momento interamente<br />
dedicato alle creazioni degli studenti dell’Accademia del<br />
Lusso. Durante la serata si è tenuto un concorso per<br />
eleggere, tra le modelle, la “ Ninfa del Mare 2013”. Una giuria<br />
di settore, presieduta da Valeriana Mariani, ha eletto<br />
all'unanimità, la splendida Nathalia Pikula.<br />
Valeriana<br />
Mariani, Presidente del nostro Donna Impresa Italia, e<br />
personaggio di riferimento del mondo del Fashion, ha<br />
dichiarato entusiasta: “Intendo impegnarmi personalmente<br />
per rafforzare i rapporti con alcune ambasciate perché il<br />
progetto SMAC e la moda italiana hanno bisogno di guardare<br />
oltre i confini”. Sono intervenuti, per raccontare il progetto<br />
dello SMAC, Mario Andresano, presidente di Casartigiani<br />
Salerno, e Pasquale Salsano, presidente dell’Associazione<br />
SMAC. “Continuerò a sostenere lo SMAC in questo cammino<br />
sempre più ricco di attività e consensi, ora progetteremo un<br />
grande evento per il 2014 in nome del nostro talento<br />
artigianale” ha commentato Andresano. “ Siamo soddisfatti di<br />
aver aggiunto un altro tassello al lungo percorso dello SMAC<br />
– conclude Pasquale Salsano - ora che, anche grazie alla<br />
nostra capacità di intessere collaborazioni importanti,<br />
possiamo guardare al 2014 con ottimismo immaginando<br />
ulteriore spazio per i nostri giovani. Le grandi capacità non<br />
vanno sprecate, hanno molto bisogno di potersi mostrare”.<br />
Dopo il taglio del nastro al Cilentum Pizza, foto di gruppo<br />
Da sinistra: Mario Andresano, Ilaria Andresano,<br />
Luigi Gaglione, Valeriana Mariani e Guido Costante<br />
Alcuni momenti della suggestiva manifestazione<br />
www.donnaimpresa.com 99
BRONTE - MODA SHOW STILISTI IN PASSERELLA<br />
Pietro Galvagno è un uomo che rifiuta le etichette e snobba le classificazioni. Sfuggente per definizione, accoglie solo<br />
una filosofia, quella di creare un palcoscenico italiano e internazionale sull’eleganza, lo stile e le tendenze. MODA<br />
SHOW STILISTI IN PASSERELLA si è infatti caratterizzato come vetrina privilegiata sulle novità proposte dal mondo<br />
della moda e del design. Se è vero che la moda altro non è che un “viaggio tra le verità scomode del mondo” la<br />
questione diviene: “Quali verità?” Svendsen risponde: “che coltiviamo la superficie, che viviamo in una realtà sempre più<br />
fittizia, che abbiamo un’identità sempre meno durevole? Se è così, allora la moda ci racconta verità della cui<br />
realizzazione essa ha rappresentato la più attiva forza motrice”. .<br />
MATERA - PREMIO MODA “CITTÀ DEI SASSI” CONCORSO<br />
INTERNAZIONALE PER STILISTI<br />
Premio Moda “Città dei Sassi”, concorso internazionale per stilisti giunto alla sesta edizione e che quest’anno celebra<br />
l’evento attraverso il tema “moda, eleganza e creatività”. Il premio è una competizione di stilisti di alta moda istituito per<br />
promuovere artigiani/creativi della moda in total look femminile provenienti da ogni parte del mondo che partecipano<br />
all’evento per mettere in luce le proprie capacità artistiche e farsi conoscere attraverso i media ad un pubblico<br />
internazionale grazie alla presenza di esponenti della moda, degli organi di stampa, delle reti televisive e del pubblico. Il<br />
concorso ha lo scopo di selezionare e premiare creatori e fashion designers per promuovere e valorizzare il talento<br />
attraverso la presentazione in passerella di originali creazioni d’alta moda nella città di Matera, patrimonio Unesco dal<br />
1993 e candidata a capitale europea della cultura nel 2019.<br />
NEL PROSSIMO NUMERO: 1 ) Doris Pignatelli 2 ) Emanuela Ciaccia 3 ) Graziella Ciriaci 4 ) Catia<br />
Petriola 5) Cristina Capriotti 6) Luisa Festa 7) Tina Arena 8) Ilaria Andresano 9) Marina Mansanta<br />
coming soon<br />
10 ) Noemi Cognigni 11 ) Stefania Coralluzzo 12 ) Modestina Cicero 13) Sharon Marocchi 14 ) Patrizia<br />
Papandrea 15 ) Virginia Brescia 16 ) Michela Censi<br />
PROSSIMAMENTE<br />
Doris<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7<br />
VALERIANA MARIANI<br />
abito di ROBERTA RAZZANO hair styling GIANNI NICOLAI<br />
<strong>DONNA</strong><br />
<strong>IMPRESA</strong><br />
magazine<br />
www.donnaimpresa.com<br />
WWW.<strong>DONNA</strong><strong>IMPRESA</strong>.COM<br />
magazine<br />
8<br />
PREMIERE <strong>DONNA</strong><br />
leintervistedi<br />
9 12<br />
donnaimpresamagazine<br />
11<br />
10 13<br />
11 16<br />
14<br />
15<br />
Nella foto: la consegna del PREMIO <strong>DONNA</strong> <strong>IMPRESA</strong> INTERNATIONAL a Simona Gallitto
emember<br />
DOYOU<br />
THE pirate RADIO<br />
“Tutti ti dicono di stare con i piedi per terra, di non sognare ad occhi aperti e di<br />
vivere la vita con razionalità. Prima sei troppo giovane per farlo e poi sei troppo<br />
vecchio per cambiare tutto!!!. Ti sei mai chiesto perché? Il perché è semplice... se<br />
tutti smettessimo di voler navigare in acque tranquille, il mondo sarebbe finalmente<br />
pieno di pirati. Noi siamo gli antieroi. Noi siamo gli anticonformisti. Noi siamo gli<br />
antipatici. Noi siamo gli Antagonisti ... Noi siamo pirati. Parola di Capitano ...<br />
”<br />
rubrica a cura<br />
Bruno Romano Baldassarri alias Captain Jack<br />
nella foto: Leonardo Re Cecconi alias Leopardo<br />
(inricordodiLeo)<br />
“Tu forse non lo sai ma chi, come me, ha scelto di abitare in un piccolo appartamento,<br />
sa cosa vuol dire avere esigenze di spazio. O perlomeno sa che cosa significhi non<br />
avere “un luogo” dove riporre tutto quanto abbia un valore simbolico circa il nostro<br />
vissuto. Capita allora che le cose vengano assiepate ovunque capiti, pur di non<br />
smarrirle. Ed è così che ieri pomeriggio al fine di trovare “degna dimora” all’ennesima<br />
serie di CD appena acquistati da un sito on-line, un’altra di quelle destinate a dare<br />
continuità alla mia collezione privata, che ho deciso di metter mano alla mia libreria.<br />
Nel creare spazio, eliminando cianfrusaglie degne delle tasche di “Eta Beta”, la mia<br />
attenzione cade su una audiocassetta di colore grigio-nero. Nessuna annotazione,<br />
nessuna lista di titoli di canzoni presenti al suo interno, solo una data: 17 Maggio<br />
1979. Anche la cassetta, a guardarla bene, non è una normale cassetta: è la mitica<br />
Memorex C120 al Cromo, quelle che si aprivano come i Ciack dei registi e ne<br />
riproduceva il suono. Così come anche la data, non è una data a caso, infatti il 17<br />
Maggio è il giorno del mio compleanno… ma riguardo al contenuto, gran mistero.<br />
Preso dalla curiosità, demagnetizzo la piastra del mio impianto stereo (nell’era digitale<br />
chi ascolta più le cassette?), introduco il nastro, e schiaccio … Play. Due secondi e la<br />
cassetta parte ….“Radio Milano International … H(iiiiii)it Parade!” (E’ un jingle)<br />
L’introduzione o, se vogliamo, la parte pre-registrata di una trasmissione classica e<br />
popolarissima di quel periodo. Poi, una voce ….“Vista la condizione in cui si trovava 7<br />
giorni fa (la hit parade), abbiamo somministrato mega-dosi di aspirina alla nostra<br />
astronave durante quest’ultima settimana ed oggi i nostri turbogetti ci permetteranno<br />
ancora una volta di viaggiare velocissimi … !!!!!” … Sei tu!! Il mitico Leonardo Re<br />
Cecconi, per i tantissimi “Leopardo”, uno dei miti della mia gioventù (come ricorderai,<br />
le radio, cosiddette “pirata” hanno prodotto in quel tempo una vera e propria<br />
rivoluzione sociale e nuovi modi di esprimersi e di comunicare). Istantaneamente, un<br />
nodo alla gola. Molti ricordi in quell’istante si sovrappongono nei miei pensieri … i“salti<br />
mortali” che facevo con i miei amici per ricevere il segnale di Radio Milano<br />
International: partenza in bici da casa direzione colle San Lorenzo, munito di<br />
radioregistratore Sony per ascoltare e registrare la hit parade di RMI la mitica “Soul<br />
Train Disco Dance”. La tua voce inconfondibile resterà sempre impressa nelle mia<br />
mente, ora anche grazie a questo cimelio. Vorrei che tu sapessi , ed ecco perché sono<br />
qui a scriverti, che sei stato sempre la mia fonte continua di ispirazione nel mio vagare<br />
nel mare dell’etere, l’esempio irraggiungibile. Ricordo in particolare un episodio di cui<br />
tu probabilmente non conserverai memoria, o che comunque certamente non<br />
rammenterai con la mia medesima intensità … ovvero quando, in occasione della<br />
Fiera Campionaria di Milano, nel lontano 1978, ti ho conosciuto. Ricordo come fosse<br />
ieri quel giorno quando, partenza di buon’ora con un mio amico, venimmo a visitare lo<br />
stand di Radio Milano International. Fosti proprio tu a venirci incontro … umilmente…<br />
così come farebbe un amico, non un mito, perché quello eri, e sei, nell’immaginario<br />
collettivo. Ti dirò di più, tale era la genuinità nel modo di porgerti che avvertii subito un<br />
senso profondo di condivisione, di fiducia, tanto da chiederti un consiglio, così come si<br />
fa con un fratello maggiore insomma. Palese che in quel momento mi aspettassi<br />
sincerità, sebbene sperassi in cuor mio, sono sincero, di ricevere un tuo plauso perché<br />
quello, in quel preciso momento della mia vita, sarebbe servito a rinvigorire il mio<br />
sogno: diventare un deejay-voice. E fu così che porgendoti il mio inseparabile<br />
walkman con la registrazione di un mio programma (già in produzione a Radio Cosmo<br />
International, la radio con cui ho iniziato il mio percorso radiofonico), dopo aver<br />
ascoltato uno stralcio di quel nastro mi dicesti: “Il mondo non era ancora pronto ad<br />
accogliere un’altra astronave, ma che nell’oceano dell’etere ci sarebbe sempre stato<br />
un veliero pronto ad accogliere un capitano coraggioso di provarci”. Da quel giorno<br />
smisi di essere Bruno Baldassarri e diventai, radiofonicamente parlando, Captain<br />
Jack. Grazie di tutto, Maestro”.<br />
scritto in un momento di commossa nostalgia il 17/12/2013<br />
Jack<br />
soultraindiscodance<br />
Leopardo è prematuramente scomparso (era nato nel 1953)nel gennaio 2004 a<br />
causa di un male incurabile, in silenzio ed in punta di piedi, quasi a non voler<br />
disturbare nessuno … ma lasciando dietro di sé un vuoto incolmabile. Oggi di<br />
lui rimane il ricordo, un ricordo che perpetuerà in eterno, perché i “Miti” non<br />
muoiono mai.<br />
by www.CAPT<br />
CaroamicotiscrivoAIN JACK.it<br />
ELLAVITA<br />
voice & fashion 2013/14<br />
www.donnaimpresa.com 103
Radio Fermo uno - Fermo<br />
Comenasceunaradiolibera<br />
thehistory<br />
«Amo la radio perché arriva dalla gente / entra nelle case e ci parla direttamente / se una<br />
radio è libera, ma libera veramente / piace ancor di più perché libera la mente»...<br />
Dalla metà degli anni '60 stava montando nei giovani in tutta Europa una<br />
voglia di radio, intesa come sorgente di intrattenimento, musica e anche<br />
informazione non controllata dai vari governi. Nel paese europeo leader allora<br />
nella libertà e nel progresso dei costumi, la Gran Bretagna, questa voglia era<br />
stata soddisfatta dalle cosiddette radio pirata (Radio Caroline, Radio Veronica)<br />
e la stessa cosa avveniva in altri paesi del Nord Europa.<br />
La Rai, in Italia rispose a questa esigenza lanciando nel proprio<br />
palinsesto programmi decisamente di “rottura” alla tradizionale<br />
programmazione ingessata: trasmissioni come Bandiera Gialla, Per voi<br />
giovani, Alto gradimento, Hit-Parade, Supersonic, sono ancora vive nei<br />
ricordi degli odierni 60enni. Come peraltro fece la BBC con le storiche<br />
trasmissioni musicali Ready Steady Go!, Saturday Club o Top Of The<br />
Pops. Una seconda opportunità per i ragazzi italiani era rappresentata<br />
da due radio straniere che trasmettevano<br />
in lingua italiana, e che avevano iniziato<br />
una programmazione orientata ai giovani e<br />
alla musica, con un linguaggio dinamico e<br />
del tutto nuovo, era Radio Montecarlo (che<br />
trasmette dal marzo del 1966 dal<br />
principato di Monaco, diretta da Noel<br />
Coutisson con ai microfoni deejay che<br />
sarebbero stati imitati per i 30anni<br />
successivi, come il grande Herbert Pagani,<br />
Robertino, Federico L'Olandese Volante,<br />
Awanagana, Luisella Berrino). Unica<br />
grande limitazione di Radio Montecarlo, la<br />
trasmissione in onde medie, con un<br />
trasmettitore potentissimo, si, ma ricevibile<br />
solo sulla costa tirrenica del nostro paese.<br />
Insieme a Radio Capodistria (sul versante<br />
istrano), era una radio che proponeva un<br />
nuovo stile di conduzione, vivace,<br />
spezzato nel ritmo, che sarebbe stato poi<br />
assorbito dalla RAI con il celebre<br />
programma Supersonic. A parte queste<br />
due realtà “anomale” , c'era anche<br />
qualcosa che la radio ufficiale non poteva<br />
permettersi o permettersi solo in parte, la<br />
comunicazione bidirezionale attraverso la<br />
sinergia con il telefono: Salvo forse un<br />
unico caso: "Chiamate Roma 3131", dove<br />
però cose tipo “dedico questo disco a<br />
Mariaconamore,oaNonna Pina perché<br />
guarisca in fretta” non erano certo<br />
consentite. All’inizio degli anni '70 si crearono le condizioni per la<br />
radiofonia privata nei principali paesi europei, con l'Italia in prima fila per<br />
numero di emittenti e numero di ascoltatori . Questo faceva seguito alle<br />
dure contestazioni del 68’ e successivamente del 72, anni in cui la voce<br />
operaia e giovanile fece tremare e cadere numerosi governi. Nelle<br />
rivendicazioni di quegli anni c’era il grande desiderio di crescita della<br />
libertà individuale, ed oggi possiamo dirlo, anche il desiderio di poter<br />
scegliere in autonomia le fonti di informazione. Già dal 1974 l'attacco al<br />
Disco Menia Radio Cosmo International<br />
by Captain Jack & Fabrizio Eugeni<br />
monopolio in Italia era nell'aria e numerosi operatori si stavano<br />
preparando a sfidare la legge e incunearsi nelle sua contraddizioni. La<br />
prima in assoluto ad iniziare le trasmissioni è stata Radio Parma, il 1<br />
gennaio del 1975. Protagonisti della storica iniziativa sono stati Virgilio<br />
Menozzi, l'imprenditore che finanziò l'avventura (poi protagonista anche<br />
della nascita di Radio Roma), il giornalista Carlo Drapkind che ne era il<br />
direttore responsabile e l'esperto radioamatore di Parma <strong>Marco</strong> Toni<br />
che curò e realizzò la parte tecnica, mettendo<br />
in funzione un trasmettitore di potenza<br />
relativamente limitata (22W) ma sufficiente per<br />
coprire la maggior parte della città emiliana. Il<br />
palinsesto, come per tutte le radio dei primi<br />
tempi, era assai completo e debitore del<br />
modello RAI, con programmi di informazione,<br />
approfondimenti e cronache locali. Dai<br />
microfoni di Radio Parma sono usciti alcuni<br />
operatori che hanno poi fatto carriera in altre<br />
radio o altri settori, come Gabriele Majo o<br />
Mauro Coruzzi, diventato poi celebre, non solo<br />
nel mondo della radio, con lo pseudonimo e il<br />
travestimento di Platinette. Segui Radio<br />
Milano International (marzo 1975) e Radio<br />
Roma (16 giugno 1975). Tre radio che<br />
continuano a trasmettere ancora oggi, (Radio<br />
Milano International è ora Radio 101 One O<br />
One). In pochi anni, o forse pochi mesi, tutte le<br />
frequenze disponibili, almeno nelle grandi<br />
città, vennero occupate da decine di radio<br />
libere, anzi non era frequente il caso di<br />
frequenze occupate da due radio, di radio che<br />
trasmettevano volutamente fuori dalle regole,<br />
in sovramodulazione, per sopravanzare le<br />
altre radio vicine e che, anche in un'area<br />
contigua, trasmettevano sulla stessa<br />
frequenza. Per coprire le ventiquattrore<br />
naturalmente la musica era fondamentale.<br />
Sarebbe stato difficile riempire il palinsesto<br />
soltanto con trasmissioni autoprodotte, con<br />
inchieste giornalistiche o con tutte le altre tipologie di trasmissioni che<br />
faceva tipicamente la radio di Stato, quindi il palinsesto della radio libere<br />
era essenzialmente costituito da musica di vari generi e stili, strutturata<br />
per rubriche (la rubrica di musica classica e di jazz, l'immancabile<br />
rubrica di musica lirica, e così via), naturalmente tanto rock, tanti<br />
cantautori, e la musica del momento. La selezione tra le radio però non<br />
è stata tale da liberare le frequenze, e l'affollamento radiofonico degli<br />
inizi è rimasto poi cristallizzato per sempre, insieme alla confusione e<br />
MARIO<br />
MAZZAFERRO<br />
"Erano gli anni ’70, si ritornava a casa<br />
dalla scuola in pullman ed il sabato si<br />
poteva ascoltare alla radio nazionale le<br />
prime classifiche radiofoniche ed i primi<br />
brani rock e funky d’oltreoceano,<br />
l’emozione e l’attesa era sempre molta. La<br />
notte prima di addormentarsi ci si<br />
sintonizzava sulle frequenze di Radio<br />
Luxembourg e ci si cullava sulle note<br />
fantastiche di quelle musiche e quelle voci<br />
di DJ che stavano cambiando la nostra<br />
vita e i nostri gusti. Caso volle che nel<br />
1974 sotto la palazzina dove abitavo<br />
nacque una discoteca, il Disco Faleria,<br />
quella delle piccole discoteche era una<br />
moda che in quel periodo si allargò in molti<br />
paesi dell’entroterra fermano, in quel<br />
contesto i miei pomeriggi li dedicavo<br />
anche ad origliare dalle uscite di sicurezza del locale per ascoltare i primi rudimentali<br />
mixaggi del Dj che provava le scalette e le novita’ d’importazione che nella discoteca<br />
venivano lanciate per prime, prima ancora della radio ufficiale. Da lì a poco, frequentando<br />
la discoteca, stando sempre piu’ spesso, prima appoggiato alla consolle, poi entrando al<br />
suo interno per curiosare facendo amicizia col Dj “compaesano”per giunta, entrai nelle<br />
grazie della dirigenza e iniziai a fare il secondo, era solo per i lenti , ma il grande passo<br />
venne fatto. Prosegui con Il Francis Club era il 1975, locale piu esclusivo poco piu’ lontano<br />
dal mio paese di li a poco come Dj ufficiale. Nel frattempo, gli studi superiori in Fermo mi<br />
portarono a conoscere alcuni ragazzi che mi proposero di entrare in uno staff di Dj<br />
radiofonici per condurre una trasmissione presso gli studi di Radio Fermo Uno, una locale<br />
radio emergente. Mettemmo su un programma condotto una volta a testa dalle 14,00 alle<br />
15,00 di ogni giorno durante la settimana mentre il sabato a rotazione vi era una classifica<br />
dei meglio brani graditi dagli ascoltatori. Nacquero cosi La Open Sesame e la Trans Disco<br />
Dance. Assieme a me il compianto Mario Rossetti nostro mentore ed ispiratore, Willy<br />
Franchellucci, Angelo Traini, Gianni Belletti. La passione sopra ogni cosa per la musica ci<br />
uni per diversi anni, i brani venivano suonati dalla nostra consolle tappezzata di cartoni per<br />
le uova (prima forma di insonorizzazione) si mixava con piatti Thorens senza regolazione<br />
con a supporto i primi “Bobinoni” Revox e registratori a cassette Teac da dove passavano i<br />
Jingle pubblicitari che venivano montati su cassette a nastro con molto lavoro di “pause e<br />
rec.” Le nostre passioni ebbero molti riscontri di apprezzamenti e notorietà che in quel<br />
periodo ci imbarazzavano non poco , non eravamo pronti e preparati ad essere additati<br />
come star, cosa che oggi viene cercata da molti partendo anche dalla più piccola<br />
pubblicazione su FB. Ci sarebbe molto da dire , ma manca lo spazio per farlo, la Radio<br />
che ricordo nacque cosi, poche cose , pochi amici , molta tenacia e tutto questo creo’ un<br />
mondo fatto di sogni e passioni oggi non piu’ replicabili. La tecnologia, la multimedialita’, i<br />
social network, nulla potranno fare per evocare le palpitazioni pioneristiche che quel tempo<br />
ha creato e ci ha lasciato.<br />
WILLYFRANQUELLUCCI<br />
Radio Fermo uno - Fermo<br />
"La voce roca, a volte stridula ma quasi sempre imponente e spesso soffocata dal suo<br />
stesso impeto....è proprio lui Leonardo Re Cecconi per i più Leopardo voce storica di<br />
Radio Milano International il vero e indiscusso numero uno, maestro e mito della mia<br />
gioventù radiofonica. Ricordo le peripezie che facevo per ascoltare e registrare il Soul<br />
Train quando nel lontano 1977 mi trovavo a Milano per il servizio militare. Ancora oggi<br />
riascoltando le sue trasmissioni radiofoniche dalle vecchie cassette TDK (conservate con<br />
cura maniacale) mi vengono i brividi,lo spettacolo era lui nel suo modo di annunciare<br />
ogni brano,il suo stile era inenarrabile e affinchè lo si possa capire a fondo occorre<br />
ascoltare la sua<br />
performance poichè non<br />
ci sono parole adeguate<br />
per descriverla. Tutti<br />
hanno cercato di imitare<br />
e trovare ispirazione da<br />
quello che è stato il<br />
miglior dj radiofonico<br />
italiano. Leopardo è<br />
stato unico speciale e<br />
irripetibile.Grazie Leo<br />
per quanto ci hai dato. Il<br />
ruggito continua..."<br />
alla sovrapposizione di frequenze,<br />
regolamentate dalla legge Mammì degli anni<br />
'80, ma tutt'ora in attesa di applicazione. Nel<br />
1976 aprire una radio in Italia era una<br />
operazione al limite della legalità, anche se,<br />
come si vede nel seguito, assai frequente e<br />
destinata ad espandersi ulteriormente.<br />
Dove prima trasmettevano tre radio, più<br />
Radio Vaticana e Radio Montecarlo, Radio<br />
San Marino e Radio Capodistria, ora<br />
trasmettevano più di 100 radio, e mentre le<br />
trasmissioni musicali sulle radio di stato<br />
arrivavano a due tre ore al giorno, le radio<br />
libere coprivano con la musica (trasmissioni<br />
o nastri pre-registrati) anche l'ottanta per<br />
cento della programmazione. Insomma una<br />
moltiplicazione delle trasmissioni di musica,<br />
una moltiplicazione dei generi di musica<br />
trasmessi, una moltiplicazione dei musicisti<br />
che trovavano uno sbocco su una qualche<br />
radio, e quindi un aumento della vendita di<br />
dischi, della copia di dischi, allora su<br />
cassetta, insomma la stessa situazione di<br />
ora, con le radio al posto di Napster o<br />
Winmx, E-mule, Torrent … ecc. le cassette al<br />
posto dei CD-ROM e dei masterizzatori.<br />
L'unica differenza è che ora le vendite di<br />
dischi diminuiscono del 10% all'anno mentre<br />
allora aumentavano in percentuale anche<br />
maggiore. Teoricamente la musica da<br />
trasmettere doveva essere comunicata alla<br />
società autori ed editori, a cui doveva essere<br />
spedita la scaletta di ogni giorno di<br />
trasmissione, e alla quale dovevano essere<br />
versati i diritti per le trasmissioni.<br />
Naturalmente nessuna radio libera si<br />
sognava di versare diritti, anche perché in<br />
generale erano autofinanziate e chi vi<br />
lavorava, non solo lavorava gratuitamente,<br />
ma contribuiva anche ai costi fissi della radio,<br />
che erano poi soltanto attrezzature (antenna<br />
e altro) e costo dei locali, se non si era<br />
ospitati da qualche organizzazione. Nel 1976<br />
la Corte Costituzionale tornò sull'argomento<br />
per rispondere a numerose eccezioni di<br />
incostituzionalità o richieste di parere di<br />
pretori di tutta Italia e dichiarò inammissibili,<br />
con la storica sentenza 202/1976 del 28<br />
luglio 1976, le parti delle leggi in vigore che<br />
vietavano le trasmissioni in ambito locale,<br />
confermando la interpretazione estensiva<br />
della legge 103/1975 e dando il via definitivo<br />
alla radiofonia privata in Italia. Era questo il<br />
cosiddetto "Far-West dell'etere", tollerato dai<br />
governi degli anni '80. Nella radiofonia<br />
privata degli anni 70 il problema era invece<br />
rappresentato dall'eccessivo affollamento<br />
nelle grandi città e dalla parallela assenza<br />
totale di un piano delle frequenze, essendo il<br />
quadro legislativo ancora quello dei tempi del<br />
monopolio. A quasi 40 anni di distanza,<br />
nessuno pensa più alle radio come radio<br />
libere, ma solo come radio commerciali. E<br />
purtroppo proprio le esigenze commerciali<br />
hanno livellato lo standard verso i gusti<br />
musicali più comuni, e hanno allontanato<br />
ogni velleità di sperimentazione. Mi piace<br />
pensare che un giorno i "pirati" torneranno ...<br />
di Bruno Romano Baldassarri alias CaptainJack<br />
www.donnaimpresa.com 103
FABIO DI FABIO<br />
Radio Cosmo International - Monsanpietro Morico<br />
Ribelle ed estroverso come il mio caschetto, ero uno di quei ragazzi la cui età consentiva di<br />
acciuffare al volo l'esistenza del periodo delle Radio Libere. Fondai con i miei amici di allora:<br />
Andrea, Maurizio, Mauro ed Emo ,"Radio Eco" che successivamente diventò Radio Cosmo<br />
International (RCI). Un'esperienza fantastica e temo purtroppo irripetibile. Io ero un po' il jolly<br />
della situazione per la mia duttilità... per la mia capacità di prestarmi a ricoprire una moltitudine di<br />
ruoli... un tuttofare, insomma. Aprire una radio libera a quei tempi non era difficile, bastava una<br />
piccola modifica al modulatore dell'apparecchio CB, un amplificatore, anche di pochi watt, una<br />
frequenza libera, cioè non ancora occupata da un'altra radio, un'antenna, alcune elettroniche<br />
non molto costose come mixer, microfono, cuffie, giradischi, registratore a cassette o<br />
eventualmente a bobine, ma soprattutto un gruppo di amici disposti a coprire le ventiquattrore<br />
della giornata, o perlomeno la maggior parte di esse, perché la prima differenza con la radio<br />
ufficiale era che la radio libera era sempre disponibile e sempre pronta a farti compagnia ma<br />
soprattutto si trasmetteva sempre perché, se la frequenza veniva lasciata libera anche per solo<br />
una mezz'ora, veniva immediatamente occupata da qualche altra radio. Per molti, come me, il<br />
fenomeno tutto italiano delle radio libere è quello cantato e mitizzato dal cinema in film come “I<br />
cento passi” di Giordana o “Radiofreccia” di Ligabue che hanno rappresentato innanzi tutto la<br />
dimostrazione delle potenzialità politiche e di controinformazione della radio, in quel periodo; in<br />
secondo luogo, l'espressione delle potenzialità estetiche, amatoriali solo ad origine, di una<br />
programmazione “altra” rispetto a quella dell'allora monopolio di Stato. Una era la radio libera<br />
“politica”, l'altro la radio libera “estetica”: la prima ha perduto peso, negli anni, preferendo la<br />
politica altre strategie di comunicazione, con poche, radicali eccezioni; la seconda ha plasmato il<br />
fenomeno delle radio private commerciali. Non meno importante, e ciò assumendo ad inciso un<br />
verso della poesia di Dolci: “Esisto anch’io”, il sottolineare la voglia che c’era da parte di alcuni<br />
giovani di distinguersi dalla massa e andare controcorrente. Il prendere coscienza della coincidenza dell'origine “provinciale” del fenomeno<br />
Radio: a suggerire, senza eccessive difficoltà, che la provincia, poco rappresentata dai media d'antan (come oggi, forse: e chissà che Internet<br />
non abbia definitivamente riequilibrato le cose), poteva cullare il nostro desiderio di “libertà”.<br />
NICOLINO SASSI<br />
Radio Canale7eMagic98 Fm - Montappone (Fermo)<br />
"Eravamo non ancora ventenni quando di notte ascoltando “Radio Luxemboug”, ci siamo lasciati convincere dall’idea di creare un radio tutta<br />
nostra, che usasse un linguaggio nuovo, fresco, spontaneo, familiare che parlasse di noi, della nuova generazione. Così noi sognavamo,<br />
“ragazzi di ieri”, il nostro futuro, gettando uno sguardo al di là dei confini nazionali! Era davvero inimitabile, inconfondibile e direi del tutto<br />
innovativo il piglio con il quale i dj internazionali sapevano fare radio, difficile non innamorasi di quelle voci dal tono caldo e profondo, e la<br />
musica di cui riuscivamo a cogliere, forse solo il ritmo catturava pienamente le nostre più profonde emozioni di giovani in cerca della propria<br />
identità. Sembra strano parlarne oggi come di una “rivoluzione” quella che stavamo per fare, ma è proprio così che tutto è cominciato! Io, e<br />
insieme a me pochi altri amici, volevamo aprire una finestra su quel mondo sconosciuto ai più; le piccole radio locali non avevano idea di come<br />
sarebbe cambiato il progetto radiofonico di li a qualche anno: anche il pubblico italiano si sarebbe lasciato conquistare dalla melodia briosa<br />
della musica “d’importazione”, i dj sarebbero diventati i veri protagonisti della loro “fascia” quotidiana. Volevamo a tutti i costi questo<br />
cambiamento! Pieni di energia ed entusiasmo, iniziammo a frequentare una radio locale, quel tanto per acquisire l’esperienza necessaria che<br />
ci avrebbe poi permesso di camminare da soli verso la realizzazione di un grande progetto. Nel 1978 abbiamo così fondato Radio Canale 7,<br />
una stazione ben strutturata, con attrezzature all’avanguardia, un trasmettitore da 800W e un<br />
palinsesto dove spiccavano programmi innovativi che di lì a poco cominciarono finalmente ad<br />
incuriosire e richiamare l’attenzione di un pubblico sempre più vasto. Dagli esordi del tutto fatto<br />
in casa (ricordo ancora le nottate trascorse in sala registrazione a preparare spot, Jingles e le<br />
mitiche pizze per il non stop music) Radio canale 7 sarebbe diventata MAGIC 98FM. Con il<br />
tempo gli ascoltatori iniziarono a fidarsi di noi, a conoscerci, ad amarci, eravamo riusciti a<br />
creare una radio diversa dalla solita “radio all’italiana”. I brani musicali internazionali stavano<br />
diventando più familiari a tutti, come familiari erano ormai Jingles realizzati negli States, le voci<br />
di famosi doppiatori cui affidavamo la realizzazione di spot pubblicitari e non ultime le nostre<br />
voci,Nicolino, Fabio, Claudio, Remo e così di tantissimi altri ragazzi e ragazze che con<br />
competenza e professionalità hanno contribuito al successo della radio e che ancora oggi<br />
ricordo con molta stima ed affetto. Ho trascorso ben oltre 20 anni delle mia vita dietro ad un<br />
microfono, e il ricordo di questi, oggi mi lascia dentro una forte emozione ed anche un po’ di<br />
nostalgia... per tutti questi anni ringrazio i migliaia di ascoltatori che si sintonizzavano ogni<br />
giorno sulle nostre frequenze e con un pizzico di orgoglio mi piace poter pensare che nel<br />
nostro piccolo siamo stati grandi...!!!"<br />
DEDICATO A LEO<br />
"Un ruggito e… lo spettacolo iniziava. Si, perché parlare di Leopardo e soprattutto ascoltarlo<br />
era come assistere ad uno spettacolo. Dotato di una voce inconfondibile, particolare, capace<br />
di adattarla ad ogni disco che proponeva, magari anticipandolo con il suo storico fischio o il<br />
suo canticchiare … era spettacolo puro! Credo ci sia poco da dire, Leonardo è stato un DJ<br />
modello per chi si è cimentato in radio. Alla guida della “sua” astronave, dotata di una consolle<br />
dai cursori infuocati, era un fuoriclasse dell’etere, il numero 1. Un ruggisaluto Leo".<br />
STEFANO CASTORI<br />
Radio Onda Picena- Fermo<br />
Era il lontano 1975 quando nasceva Radio Città Campagna, sotto un<br />
garage della circonvallazione nord, a Fermo. Era la prima radio italiana<br />
insieme ad una milanese e una anconetana, ed è qui che inizio il mio<br />
percorso radiofonico. Il nostro intento era quello di unire la gente, e non<br />
di dividerla come anche oggi troppo spesso accade. Devo dire che<br />
riuscimmo nel nostro buon proposito di creare unità, tanto che la nostra<br />
emittente era seguita da giovani sia di sinistra che di destra legati tra loro<br />
dalla musica. Grande musica, grande gente, grande professionalità.<br />
Essenzialmente Radio Città Campagna rivoluzionò il modo di ascoltare<br />
la radio e fece da apripista alle tante molteplici voci libere che seguirono<br />
nell'etere nonostante anche le difficoltà che nacquero, e che erano<br />
inevitabili per quei tempi, soprattutto in relazione a motivi di carattere<br />
tecnico poiché all'epoca non c'era un'industria nazionale specializzata<br />
nella costruzione di apparecchiature radiofoniche. Si era costretti ad<br />
usare un vecchio impianto valvolare, un residuato bellico… d'altro canto<br />
era anche difficile trovare a Fermo e limitrofe, tecnici specializzati<br />
nell'alta frequenza, tuttavia non ci mancava l'entusiasmo e portammo<br />
ugualmente a termine l'impresa. Uno dei primissimi jingle come sigla, un<br />
percorso singolare attraverso l’esperienza radiofonica milanese da me<br />
fatta per circa tre mesi... un passaggio continuo tra radio, presentazioni<br />
di concerti, feci tutta la tournee a quei tempi di Alice, Lino Banfi ecc. I passaggi erano continui nelle radio: Radiofermo Uno, Radio One, Radio Sem<br />
Stereocivitanova e Radio City per concludere il mio percorso nell'etere con Radio Onda . Ora riproviamo con il web, Radio Italian Cup. Esperienza<br />
massima (sorride compiaciuto e commosso)le 10 puntate di jazz registrate in Basilicata e mandate in nazionale (c'è un appassionato della Provincia<br />
di Macerata che ha ancora tutte le puntate registrate)... Fra i miei cavalli di battaglia, nella mia primissima esperienza radiofonica, Burt Bacharach<br />
che successivamente fu inserito, insieme ad altri, nelle programmazioni dei giovani dell'epoca … (pura follia) eppure con enorme successo. L'amore<br />
per la radio non è mai archiviato ci saranno sorprese nel futuro… ancora oggi nel mio cuore vive il ricordo di bellissime esperienze ed io non posso<br />
fare altro che ringraziare tutti quelli che mi ricordano nei bui pomeriggi di club 101.<br />
FABIO CASTORI<br />
Radio Fermo uno - Radio Onda - Fermo<br />
Radio libera. Un concetto giurassico oggi considerato dai più benevoli<br />
vintage, ma allora era completamente rivoluzionario. Bastava avere un<br />
mixer, due piatti e un microfono. Alzavi i cursori, la magia si accendeva e<br />
la tua musica, le tue parole, da una cittadina qualsiasi, volavano<br />
nell’etere fino a Bologna, Firenze, Bari, persino dall’altra parte<br />
dell’Adriatico, in Jugoslavia, in Albania. Non c’erano limiti, perché,<br />
nonostante quell’utopica idea si stesse diffondendo a macchia d’olio,<br />
c’era spazio per tutti e non c’erano davvero confini. Forse allora, noi che<br />
siamo stati protagonisti di quell’avventura, non ci siamo resi conto che<br />
stavamo scrivendo una pagina di storia destinata a cambiare per sempre<br />
il mondo dei media e della comunicazione. A quei tempi ero il cucciolo di<br />
una nidiata di dj e di conduttori radiofonici che sarebbero diventati dei<br />
veri e propri miti. Poco più che adolescente, nel 1976, mi ero fatto le<br />
ossa nella radio dei rockettari, Radio Città Campagna. Appena un anno<br />
dopo era arrivata la chiamata della radio rivale, Radio Fermo Uno, per<br />
entrare a far parte degli speaker del programma cult della musica disco<br />
“Open Sesame”. Queste due emittenti erano state tra le prime radio<br />
libere italianee-sediuna, oggi, magari qualcuno non conosce neanche<br />
l’esistenza e della seconda si ha un’immagine totalmente diversa da<br />
quella della fine degli anni ’70 - erano due realtà avanguardistiche che<br />
dettavano legge e dispensavano prestigio a chiunque ne facesse parte.<br />
Forse, per la mia età, gli ormoni erano fin troppo presenti dentro di me e<br />
la mia voce profonda, anomala per un ragazzino, aveva attirato<br />
l’attenzione di quelli che allora erano i numeri uno. Così la mia parola<br />
d’ordine divenne: “ Rabbiusbiccofexendevermoscex”. Era un<br />
divertente scioglilingua inventato da uno degli ideatori di Open Sesame,<br />
il compianto Mario “Marvil” Rossetti. Era privo di senso logico, ma<br />
suonava divinamente. Un po’ come il “Prisencolinensinainciusol” di Celentano. Era stato coniato, mettendo insieme una serie di parole che preferisco<br />
non ripetere. Se Leopardo poteva essere paragonato al Maradona della radio, Marvil, purtroppo con fortune alterne, era quanto meno il Roberto<br />
Baggio della situazione: geniale, originale e coinvolgente. A me, a neanche tre mesi dalla sua scomparsa, piace ricordarlo così. Così come mi piace<br />
ricordare quando tutti insieme ci ritrovavamo in sala di registrazione per selezionare quelli che sarebbero stati i successi da suonare alla radio.<br />
Perché, strano ma vero, eravamo noi a scegliere - in base alla bellezza del brano - e non le major discografiche, non le multinazionali della musica,<br />
che hanno imposto nell’ultimo ventennio i dischi da passare alla radio. Forse citare una strofa scritta da Eugenio Finardi è fin troppo banale: ma<br />
quella radio era libera, ma libera veramente.
FABRIZIO EUGENI<br />
Radio Cosmo International<br />
Monsanpietro Morico - Radio Flowers<br />
La mia storia si intreccia inevitabilmente con quella<br />
della radio e con Bruno Romano Baldassarri Alias Jack<br />
(sorride)... E come accaduto per molte invenzioni, la<br />
sua nascita avveniva in un garage pieno di attrezzi e<br />
genialità, in una soffitta o, come nel caso di Radio<br />
Cosmo International, in una torretta antica situata nelle<br />
cinta di un piccolo paesino di provincia ove si respirava<br />
l’odore della storia. TASTO ON. E la musica partiva, o<br />
meglio, la magia partiva. Sì perché con i mezzi di<br />
diffusione di allora, quello era: magia. Pura,<br />
coinvolgente, sperimentale magia. Persone che<br />
s'incontravano liberamente per condividere lo stesso<br />
interesse per la musica, o ragazzi che s'improvvisano<br />
speaker radiofonici con un trasmettitore casalingo da 5<br />
watt. Una grande illusione di libertà dissolta dai<br />
network e dalle nuove leggi sulle frequenze, insieme<br />
allo spam pubblicitario e la globalizzazione di oggi.<br />
Non ci siamo mai preoccupati della copertura del<br />
servizio. A quei tempi l’etere era “pulito” e la frequenza<br />
scelta da Radio Cosmo International, sembrava non<br />
incontrasse ostacoli. Oggi siamo abituati ai lettori Cd,<br />
ai file musicali, migliaia di canzoni vengono archiviate<br />
e ascoltate attraverso apparecchi tascabili e diffuse<br />
dalla più moderne apparecchiature. Noi, a quel tempo,<br />
no. Tutta la nostra “sala di produzione” era formata da<br />
due giradischi piazzati su un tavolo di fianco al<br />
trasmettitore, questo contenuto in un rack di ferro. I<br />
dischi erano nostri, ognuno di noi metteva in campo<br />
quanto di meglio avesse acquistato e dunque quanto<br />
di meglio consigliasse la propria esperienza in campo<br />
musicale. Quello che girava sul piatto, prima ancora<br />
che un disco, era una parte di noi. La nostra anima.<br />
Come “disk jockey” ci davamo il turno, l'offerta<br />
radiofonica, ben lungi dall'essere un vero palinsesto, si<br />
alternava solo in relazione al tempo che ognuno di noi<br />
aveva a disposizione, dal buonsenso e la cura nella<br />
scelta dei brani che coerentemente si alternavano in<br />
scaletta e, non di meno, dalla individuale, nostra<br />
capacità di narrare... altro che regole di mercato!! Non<br />
dimenticherò mai le nostre dirette, le nostre risate, la<br />
nostra grande energia... Spesso penso alle serate<br />
insieme, alle chiacchiere cazzeggiate, ai consigli che<br />
dispensavamo. E alla nostra curiosità, il giusto<br />
distacco che sapevamo dare alle cose pur di<br />
mantenere coeso il team, l'amicizia fra noi. Penso a<br />
come mettevamo l’anima in tutto quello che facevamo,<br />
penso alla nostra espressione quando parlavamo al<br />
microfono... E penso a quanto eravamo meravigliosi. I<br />
ricordi sono tantissimi e scrivere è difficile. Avevamo<br />
un’aria così serena, ieri.<br />
SERGIO<br />
MENGHINI<br />
Direttore Artistico Radio Subasio - Assisi<br />
E’ una giornata uggiosa, ci troviamo tra le colline<br />
umbre sopra Spoleto nella bellissima residenza<br />
della Principessa Doris Pignatelli che ci ha<br />
gentilmente ospitato in compagnia di Sergio<br />
Menghini Direttore Artistico di Radio Subasio,<br />
una radio che è la storia dell’etere in Italia. “Ogni<br />
musica o suono che non dipinge nulla… è solo<br />
rumore. Perché? Perché il suono e la musica<br />
che escono dalle antenne di Radio Subasio è<br />
squisitamente raffinata.”<br />
Bene… visto che siamo stati in passato colleghi... ci diamo del tu… Ti volevo chiedere<br />
come e quando nasce Radio Subasio?<br />
Radio Subasio nasce nel lontano 1976 ed il nostro suono è a tutt'oggi ritenuto eccellente.<br />
Quindi possiamo annoverarla tra le prime Radio Libere ?<br />
Non proprio… Radio Subasio nasce dopo l’avvento di Radio Milano International, ma la<br />
seconda radio per il centro Italia lo siamo stati certamente… diciamo pure che in quel tempo<br />
abbiamo sacrificato il primato a Radio Out, della quale oggi abbiamo assorbito le frequenze<br />
pur mantenendo quella forte identità che ci ha sempre caratterizzati.<br />
Dal passato arriviamo al presente… come è cambiato il modo di fare radio rispetto agli<br />
inizi?<br />
Il format è cambiato moltissimo sia in termini di riorganizzazione dei palinsesti che della<br />
programmazione musicale. Abbiamo adeguato il linguaggio al mood della radio e, in<br />
generale, alla radio del millennio. La radio di allora, si chiamava privata perché era in grado di<br />
fare quello che l’egemonia Rai non era ad allora in grado di fare… Si pensi che le<br />
programmazioni di maggior successo di allora erano le “dediche”… oggi è la pubblicità il<br />
fattore principale, è quella che detta le regole anche se personalmente tento di modellare la<br />
Nella foto: Momenti di una intervista con Sergio Menghini e Bruno Romano Baldassarri alias Captain Jack<br />
la programmazione ad un modello vicino a quello<br />
che erano le radici delle vecchie radio,<br />
mantenendo una certa cultura di base ed<br />
accontentando un po’ tutti. Ritengo, e questo lo<br />
dico con rammarico, che si sia perso un po’ il<br />
gusto della cosa popolare… ma haimè… devo<br />
anch’io sottostare a certe regole di mercato<br />
sebbene a volte mi vadano un po’ strette. Poi<br />
bisogna sempre cercare di stare un passo avanti<br />
dal punto di vista musicale tant’è vero che Radio<br />
Subasio attualmente ricopre un indice di ascolto<br />
di circa 1800000 ascoltatori che per il centro Italia<br />
(Toscana –Marche – Lazio - Umbria e di trafugo<br />
su poche altre regioni) rappresentano comunque<br />
numeri ragguardevoli. Share che ci premia sia per<br />
la nostra capacità di organizzare una capillare<br />
copertura nelle regioni del centro Italia quanto per<br />
la nostra fedeltà e ci suggerisce che ci muoviamo<br />
nella giusta direzione.<br />
Allora nel 2015 da quello che abbiamo capito<br />
Radio Subasio compie 40 anni … diventa<br />
maggiorenne (qualche sorriso tra i presenti)<br />
… Una curiosità Sergio … come è cambiata la<br />
radio rispetto agli inizi dal punto di vista<br />
tecnico? … E come sarà a parer tuo, la radio<br />
del futuro, hai già un'idea?<br />
E' veramente difficile rispondere a questa<br />
domanda, perchè la tecnologia e i mezzi vanno<br />
ad una velocità spaventosa. Se solo poco tempo<br />
fa la radio era a volte l'unico mezzo per ascoltare<br />
musica, programmi, ecc... adesso siamo invasi da<br />
mezzi di comunicazione di qualsiasi tipo. Vedo<br />
una radio di parola, piuttosto che musicale. Ma<br />
comunque con una sua identità precisa e<br />
specifica. Forse con meno numeri, ma con tanta<br />
fedeltà. Sinceramente a me fa un po' sorridere<br />
ascoltare tutta questa serie di “jukebox” che si<br />
definiscono “radio”. La radio è anche e soprattutto<br />
qualcuno che ti parla, qualcuno che ti intrattiene,<br />
qualcuno che ha un rapporto con te ascoltatore.<br />
In relazione invece alla domanda su come siano<br />
cambiate le radio dal punto di vista più<br />
propriamente tecnico rispondo attraverso un<br />
piccolo aneddoto che penso ricalchi la realtà di<br />
molte della radio di allora e di quanti, come me,<br />
hanno iniziato la propria avventura radiofonica in<br />
piccoli garage, ovviamente insonorizzati, così<br />
come era usanza, dai classici cartoni delle uova.<br />
Lo ricordo come fosse ieri... avevo due piatti, un<br />
mixer e un ragno che discendeva dalle molteplici<br />
ragnatele, questo tanto per disegnare il quadro<br />
reale dei tempi ... E se non ci fosse stata questa<br />
sorta di situazione oggi non staremmo qui a<br />
parlare di una certa evoluzione. Oggi radio<br />
Subasio dal punto di vista tecnico e tecnologico è<br />
all’avanguardia per la purezza del suono al quale<br />
lavora giornalmente un team molto competente.<br />
Sergio … Adesso parliamo del format più<br />
importante della radio... Qual è il genere<br />
musicale al quale sei maggiormente legato o,<br />
se vogliamo, quale, la musica che ascolti<br />
volentieri e quello che la Radio Subasio passa<br />
nel suo palinsesto giornaliero ?<br />
Per quanto riguarda me, posso dirti subito che<br />
ascolto la musica italiana, quella dei cantautori…<br />
per ciò che concerne il palinsesto invece, tenendo<br />
conto che siamo un gruppo di persone che<br />
lavorano su un prodotto che arriva<br />
settimanalmente, va da sé che tutto sia scelto in<br />
www.donnaimpresa.com 109
ase ai gusti dei nostri ascoltatori: sono le<br />
persone che ci ascoltano a darci gli input oltre<br />
ovviamente a tutto quanto ci suggerisca le<br />
classifiche e/o provenga dai talent show capaci<br />
di produrre nuove realtà musicali. E comunque<br />
i maggiori artisti (quelli più popolari, per<br />
intenderci) hanno un posto rilevante nel nostro<br />
palinsesto giornaliero. In termini di percentuali<br />
posso dirti che la musica italiana ricopre circa il<br />
75 % della pianificazione. In base ai gusti dei<br />
nostri ascoltatori: sono le persone che ci<br />
ascoltano a darci gli input oltre ovviamente a<br />
tutto quanto ci suggerisca le classifiche e/o<br />
provenga dai talent show capaci di produrre<br />
nuove realtà musicali. E comunque i maggiori<br />
artisti (quelli più popolari, per intenderci) hanno<br />
un posto rilevante nel nostro palinsesto<br />
giornaliero. In termini di percentuali posso dirti<br />
che la musica italiana ricopre circa il 75 % della<br />
pianificazione.<br />
Raccontaci la tua esperienza come<br />
“animale da palco” ( i presenti<br />
sogghignano) come presentatore…<br />
Ho iniziato nel 1981 in un teatro di Perugia per<br />
uno spettacolo di Radio Subasio, quasi per<br />
caso. Ogni anno mettevamo (in diverse<br />
location) in gara tutte le canzoni di Sanremo,<br />
facevamo il dopo festival, ospitando<br />
ovviamente gli artisti che erano in gara… poi è<br />
accaduto che per arrivare al festeggiamento<br />
del 35ennale di Radio Subasio, allo ZooMarine<br />
di Roma nel 2011 nel quale avevo ospiti circa<br />
35 artisti per il dopo Sanremo, mi sono<br />
improvvisato presentatore… esperienza che<br />
successivamente ho replicato sulla scia<br />
dell’entusiasmo del mio… se così lo possiamo<br />
definire, debutto (sorride compiaciuto)…<br />
Rammento che il vincitore di quella prima<br />
edizione fu Roberto Vecchioni mentre l’ultimo<br />
trionfo, cronologicamente parlando, è quello di<br />
Emma.<br />
Per il 40ennale, Sergio, avete in serbo<br />
qualcosa di spettacolare da proporre?<br />
Vedremo … sicuramente si, ma è ancora<br />
presto per programmare il tutto.. e comunque<br />
sappi sin da ora che sarai graditissimo ospite...<br />
Beh, che dire… è stato davvero<br />
emozionante intervistare Sergio Menghini<br />
Direttore Artistico di Radio Subasio… una<br />
delle radio più longeve dell’etere<br />
moderno…<br />
Il libro di<br />
Sergio<br />
ambientato<br />
tra<br />
l’Umbria,<br />
Parigi,<br />
Venezia,<br />
New York,<br />
Londra, La<br />
mer è il<br />
racconto di<br />
una<br />
rinascita.<br />
Dopo un primo esordio musicale nel<br />
lontano 1968, con il nome di<br />
Virginia, con il 45 giri Dixie (prodotto<br />
dal grandissimo Gino Paoli) e la<br />
formazione di un duo musicale<br />
Renzo & Virginia, la sua attività<br />
continuò insieme all'allora marito<br />
(Riccardo Fogli) con cui ha<br />
pubblicato nel giugno del 1970 il<br />
singolo Zan zan/I 10 comandamenti<br />
dell'amore, si è poi dedicata<br />
all'attività di fotomodella.<br />
Conseguentemente ad alcune<br />
esperienze nel campo della musica<br />
e della moda, ha raggiunto il<br />
successo nel 1979 con il 45 giri<br />
Comprami, proseguito nei primi anni<br />
ottanta con i brani Sei una bomba,<br />
Anche noi facciamo pace,<br />
Sera coi<br />
fiocchi eGiorno popolare e<br />
culminato con le partecipazioni al<br />
Festival di Sanremo 1982 e 1983<br />
rispettivamente con Romantici e<br />
Arriva arriva. Nello stesso decennio<br />
è stata anche tra le protagoniste di<br />
festival musicali estivi come il<br />
Festivalbar e Un disco per l'estate.<br />
VIOLA<br />
VALENTINO<br />
In compagnia di una grande artista del panorama<br />
musicale italiano, icona degli anni 80 Viola Valentino. La<br />
incontriamo per saper di più di questo suo ultimo singolo<br />
uscito ad ottobre: Rose e Chanel e del beast in uscita a<br />
dicembre.<br />
Rose e Chanel, vivere per raccontare è il sottotitolo. E' un brano che parla d'amore, amore<br />
universale inteso come amore fra due esseri umani e anche come amore per il sociale.<br />
La rosa è un fiore bellissimo un simbolo che si usa spesso per rappresentare l'amore, ma che<br />
nonostante sia così bella ha anche molte spine, come l 'amore che è anche sofferenza, le storie<br />
nascono e muoiono. Chanel è invece il simbolo dell' estrema femminilità, sappiamo bene che<br />
Merylin andava a letto con 5 gocce di Chanel!<br />
Vorremo sentirti raccontare un po' di quelli che sono i tuoi progetti futuri. Sorride dicendo ...<br />
Quello di fermarmi e riflettere, è dal 2011/2012 che sono in continuo movimento producendo tanti<br />
brani, brani che parlano di vita e storie reali, vissute da me in prima persona o da persone che ho<br />
avuto il piacere che attraversassero il mio cammino. Brani completamente differenti l'uno dall' altro<br />
per i loro ritmi che spaziano dal pop a richiami tango e mi fermo per mantenere viva la curiosità<br />
della scoperta del nuovo album. Sono più di 60 mila i clic ricevuti in una settimana dal brano<br />
"Stronza" che racconta con estremo coraggio delle realtà talmente vere ,popolari che ha fatto si<br />
che facessi un altro centro!,un brano senza neanche un video ma con una semplicissima<br />
immagine, queste sono delle grandi soddisfazioni per un' artista come anche dal brano<br />
"Dimenticare mai" è nata un altra soddisfazione l' incontro di Giovanni Germanelli e Francesco<br />
Mignogna con i quali collaboro attualmente.<br />
Quindi ci sembra di capire che questo beast sarà speciale...<br />
Di certo sarà speciale e complicato ma completo spaziando dal passato al presente al futuro molto<br />
pieno perché sarà doppio.<br />
Io direi che sarebbe il caso che tu ci dessi 3 aggettivi per invogliarci a comprarlo!<br />
Piacevole, significativo , indispensabile (per una disco di tutto rispetto).<br />
di <strong>Marco</strong> Scorza _ Fashion Editor/Stylist _ info@fashionadvices.com<br />
www.donnaimpresa.com 111
trattoria:<br />
DA ANTONIA<br />
Via della Stazione, 56 _ 63023 Marina Palmense _ Fermo (Italy) T. +39 0734 53103<br />
La cucina segue il ritmo delle stagioni e riserva la massima attenzione a una<br />
materia prima di assoluta qualità che trasforma in piatti esteticamente molto<br />
belli e curati, ricchi di gusti e di sapori, espressione di matura intelligenza<br />
gastronomica. Non vi aspettate dunque di trovare un locale di lusso e<br />
globalizzato, perché la Trattoria da Antonia ha il concetto del pesce appena<br />
pescato, quello che ti invoglia ed emoziona , dal pesce azzurro ai crostacei e<br />
ai crudi pesci più tipici in linea con la stagionalità del mare Adriatico. Una<br />
cucina di pesce che rispetta la tradizione della trattoria di pesce tipica<br />
marchigiana.
‘‘IK HEB ME NOG NOOIT<br />
ZO FIJN IN EEN HUIS<br />
GEVOELD ALS NU.<br />
EI GENLIJK WIL IK DE DEUR<br />
NIET MEER UIT”<br />
“L’homo sapiens del XXI secolo deve imparare di nuovo a dominare la lingua e l’artista lo<br />
aiuta con la propria arte che si fa strumento didattico. I dipinti e le sculture di Paolo Sistilli<br />
arrivano come un pugno pesante su una liscia superficie. E per poco si getta uno sguardo<br />
nella profondità incommensurabile. E poi, lentamente, torna la pace”. Liberamente tratto<br />
da ESPRESSIONI DI COMUNICAZIONE NON VERBALE a cura di Dick Adelaar.<br />
EE x di Denise Di <strong>Marco</strong> Via Monte 1A _ Monteurano (Fm) _ Tel. e Fax 0734.841425 _ denisedimarco@hotmail.com<br />
ExE<br />
MONTEURANO<br />
PAOLO<br />
Sistilli<br />
www.paolosistilli.nl _ UTRECHT _Nederland