10.04.2014 Views

DONNA IMPRESA MAGAZINE cover Pierlorenzo Bassetti e Marco Gambedotti

"IT MAKES THE DIFFERENCE" Percorsi professionali diversi ma sensibilità affini avvicinano il duo creativo che ama spaziare nella cultura dell’immagine verso l’inventiva e l’originalità. La loro, è una ricerca della bellezza orientata alla felicità. Obiettivo solo per gente tosta, gente che ha capito una cosa: bisogna concedersi sempre una possibilità. O forse più di una. Pierlorenzo e Marco, due tipi tosti, non tipi da “Mi chiedo cosa sarebbe successo se…”. continua su PDF e/o http://www.donnaimpresa.com Pierlorenzo Bassetti (Pierlorenzo Bassetti Tessuti) e Marco Gambedotti (Cadiee

"IT MAKES THE DIFFERENCE" Percorsi professionali diversi ma sensibilità affini avvicinano il duo creativo che ama spaziare nella cultura dell’immagine verso l’inventiva e l’originalità. La loro, è una ricerca della bellezza orientata alla felicità. Obiettivo solo per gente tosta, gente che ha capito una cosa: bisogna concedersi sempre una possibilità. O forse più di una. Pierlorenzo e Marco, due tipi tosti, non tipi da “Mi chiedo cosa sarebbe successo se…”. continua su PDF e/o http://www.donnaimpresa.com
Pierlorenzo Bassetti (Pierlorenzo Bassetti Tessuti) e Marco Gambedotti (Cadiee

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Camera Regionale<br />

della<br />

Moda Calabria<br />

Di<br />

special edition 2013/14<br />

donna impresa magazine<br />

MODA<br />

Must have:<br />

<strong>Bassetti</strong>Tessuti e<br />

Candies & Cakes couture<br />

EVENTI<br />

Eccetera, eccetera,<br />

eccetera...<br />

SPECIALE<br />

DONNE<br />

Only Italia - China<br />

Infrastructure Group<br />

al via l'accordo<br />

DOSSIER<br />

Tra estetismo ed estetica<br />

LUI<br />

Cos'è la felicità<br />

BELLA<br />

VITA<br />

Do you remember the radio<br />

storiadicopertina<br />

atupertucon<br />

<strong>Pierlorenzo</strong><br />

BASSETTI <strong>Marco</strong><br />

GAMBEDOTTI<br />

www.donnaimpresa.com


ENTIRELY MADE IN ITALY<br />

BY EXPERT CRAFTSMEN<br />

I testi e le foto sono coperti da copyright. E’ vietata la riproduzione parziale o totale salvo espresso consenso degli autori. _ brunobaldassarri@fastwebnet.it<br />

per la tua pubblicità e/o publiredazionale Dott. Bruno Romano Baldassarri mob. 339.1309721 _ www.donnaimpresa.com<br />

INDICE:<br />

05 25<br />

STORIA DI COPERTINA<br />

IT MAKES THE DIFFERENCE<br />

<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> e<br />

<strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong><br />

67<br />

DOSSIER BELLEZZA<br />

FRA ESTETISMO ED ESTETICA<br />

Anadela Serra Visconti<br />

95<br />

EVENTI<br />

NOI C'ERAVAMO<br />

Sposi ma non solo<br />

Norman Academy<br />

Gran Gala Malta<br />

SMAC Fashion Award<br />

Salerno - Atrani<br />

Cilentum Pizza<br />

Moda Show Stilisti<br />

in Passerella - Bronte<br />

Premio Moda Città<br />

dei Sassi - Matera<br />

114<br />

ARTE<br />

Paolo Sistilli<br />

SPECIALE DONNE<br />

E' INTELLIGENTE MA<br />

NON SI APPLICA<br />

Irene Pivetti<br />

Marzia Roncacci<br />

Cecilia Villani<br />

Bianca Maria Lucibelli<br />

Lorena Magliocco<br />

Simonetta Lein<br />

Roberta Razzano<br />

Adriana Agostini<br />

Claudia Ferrise<br />

Diana Alexandroae<br />

Bianca Imbembo<br />

Rosa Maria Mondragon<br />

77<br />

coming:soon<br />

LUI<br />

PROTAGONISTI LEADER<br />

Giuseppe Emilio Bruzzese<br />

Giandaniele Battilà<br />

Cesare Rossi<br />

Luigi Gaglione<br />

Alessandro Godoni<br />

Alberto Moretti<br />

Gianfranco Vastaroli<br />

Omega Model<br />

103<br />

BELLA VITA<br />

REMEMBER THE PIRATE RADIO<br />

Leonardo Rececconi<br />

Bruno Romano Baldassarri<br />

Mario Mazzaferro<br />

Willy Franquellucci<br />

Fabio di Fabio<br />

Stefano Castori<br />

Nicolino Sassi<br />

Fabio Castori<br />

Fabrizio Eugeni<br />

Sergio Menghini<br />

Viola Valentino<br />

Ph: Luca Esposito<br />

antares<br />

fendi<br />

Da sinistra: il Generale Stefano Murace, il Consigliere Capo<br />

Servizi del Quirinale Prof. Tito Lucrezio Rizzo e Valeriana Mariani<br />

Presidente di Donna Impresa Magazine.<br />

ROMA, CASA DELL'AVIATORE - PRESENTAZIONE<br />

UFFICIALE DEL CENTRO STUDI STORICO MILITARE<br />

EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA DUCA D'AOSTA<br />

Una nuova importante tessera si è aggiunta al composito mosaico di<br />

iniziative e propositi cui ormai da anni si dedicano con impegno dirigenti e<br />

sostenitori di Rinnovamento per la Tradizione Crocereale – Libero<br />

Movimento per l’Italia. Dinnanzi ad un folto pubblico qualificato dalla<br />

presenza di alte autorità militari e civili è stato infatti inaugurato in Roma il<br />

Centro Studi Storico Militari “Emanuele Filiberto di Savoia Duca<br />

d’Aosta M.O.V.M.”, che si onora dell’alto Patrocinio dell’Augusto nipote<br />

del Duca Invitto, S.A.R. Amedeo di Savoia-Aosta, la cui applauditissima<br />

presenza coronata dalla Sua nomina a Presidente Onorario del Centro<br />

Studi, ha conferito alla cerimonia un meritato ed insostituibile valore. Il<br />

battesimo del nuovo cenacolo culturale ha avuto luogo al Circolo Ufficiali<br />

dell’Aeronautica ed ha visto la partecipazione di numerosissime<br />

personalità del mondo militare, della cultura e dell’arte. Oltre 200 i presenti<br />

invitati in sala, fra alti ufficiali delle varie Forze Armate che hanno ricevuto<br />

un attestato di riconoscimento, fra questi: la dott.ssa Anita Garibaldi la<br />

pronipote di Giuseppe Garibaldi, il Generale di Brigata Stefano Murace, il<br />

Consigliere Capo Servizi del Quirinale Prof. Dott. Tito Lucrezio Rizzo, il<br />

Prof.dott. Natale Santucci, neurochirurgo, il Prof. Dott. Giulio Tarro PhD<br />

MD, virologo ed oncologo, la dott.ssa Paola Zanoni, il generale di Corpo<br />

d’Armata A. Rocco Panunzi, il gen. di brigata Adolfo Pascarella, il prof.<br />

Sergio Allegra editore della Gazzetta Romana, gli alti vertici di Croce<br />

Reale il Presidente Giovanni Ruzzier, il Segretario generale Fabrizio<br />

Nucera Giampaolo, i Vice segretari Fabio Cavallero, Gaetano Panico e<br />

<strong>Marco</strong> Gussoni, delegati provinciali e regionali come Sergio Giacalone<br />

ed il rappresentante ecclesiastico CroceReale don Riccardo Petroni, il<br />

Delegato regionale RNT CroceReale dott. Vincenzo Cortese, il cav.<br />

Teodoro Calvo. Grande è stata la soddisfazione della dirigenza,<br />

soprintesa in qualità di Presidente dal Dott. Riccardo Giordani, e dei<br />

delegati di RnT – Crocereale per questo nuovo importante traguardo.<br />

INTERVISTA ESCLUSIVA AD ANNA FENDI<br />

Una donna che ti sorprende prima<br />

ancora che per la sua sobrietà ed il<br />

suo charme innati, per la<br />

disarmante dolcezza e la gioiosa<br />

semplicità con cui si pone nei<br />

confronti del suo interlocutore.<br />

Manager della splendida Villa<br />

Laetitia, un albergo su<br />

Lungotevere delle armi, a due passi<br />

da Piazza del Popolo, che ha<br />

restaurato e realizzato<br />

personalmente curandone tutti i<br />

minimi particolari ed a cui si dedica<br />

anima e corpo con lo stesso<br />

appassionato impegno, con la<br />

scrupolosa attenzione, con<br />

l’assoluta dedizione riservata un<br />

tempo alle tessuti, ai colori, ai<br />

materiali, ai modelli della sua<br />

Maison che hanno dettato legge<br />

nel campo dell’eleganza femminile<br />

di tutto il mondo, così come<br />

dell’interior design.<br />

Anna Fendi e Valeriana Mariani


PH :Justyna Pawlowska e Guido Martirani - Make up : Elvira Meola<br />

it makes<br />

difference...<br />

the<br />

Percorsi professionali diversi ma sensibilità affini avvicinano il duo creativo che<br />

ama spaziare nella cultura dell’immagine verso l’inventiva e l’originalità. La loro, è<br />

una ricerca della bellezza orientata alla felicità. Obiettivo solo per gente tosta,<br />

gente che ha capito una cosa: bisogna concedersi sempre una possibilità. O forse<br />

più di una. <strong>Pierlorenzo</strong> e <strong>Marco</strong>, due tipi tosti, non tipi da “Mi chiedo cosa sarebbe<br />

successo se…”.<br />

di Valeriana Mariani<br />

PIERLORENZO<br />

BASSETTI<br />

Amministratore e Direttore Creativo "<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong><br />

Tessuti" in Via delle Botteghe Oscure 44 - Roma<br />

T. +39 06 62206988 F.+39 06 6794779<br />

www.pierlorenzobassettitessuti.com<br />

mail: info@pierlorenzobassettitessuti.com<br />

MARCO<br />

GAMBEDOTTI<br />

Amministratore di Italian Fashion Company e<br />

Designer "Candies & Cakes couture" in Via delle<br />

Botteghe Oscure 48 - Roma<br />

T. +39 06 62206988 F. +39 06 6794779<br />

www.candiescakescouture.com<br />

mail: info@candiescakescouture.com<br />

www.donnaimpresa.com 05


La cultura della "famiglia d'impresa" gioca un<br />

ruolo molto importante nella socializzazione<br />

dei valori e della cultura imprenditoriale, tanto<br />

che assume spesso un ruolo determinante<br />

nella decisione dei figli, di intraprendere il<br />

percorso imprenditoriale all'interno<br />

dell'azienda di famiglia, quasi mai per tentare<br />

come in questo caso specifico, una propria<br />

sfida. Diventare manager di se stessi significa<br />

infatti assumere un atteggiamento di<br />

responsabilità personale da riversare nella<br />

quotidianità, nel proprio lavoro, nel personale<br />

modo di guardare la vita. Una scienza, una<br />

filosofia, una ideologia, chiamatela come<br />

volete, molto ricercata da uomini, donne, nel<br />

privato e nella vita professionale, che cercano<br />

di scoprire a tutti i costi l'arte di sapersi gestire,<br />

nella vita come nel lavoro. In poche parole,<br />

l'arte di saper stare al mondo. E questa<br />

particolare arte la si impara solo vivendo: non<br />

esistono ricette o formule magiche, si tratta di<br />

verificare se esistono motivazioni,<br />

atteggiamenti, attitudini e capacità che,<br />

insieme, orientano la volontà ad assumere il<br />

rischio imprenditoriale. Per avere successo e<br />

far sì che esso sia duraturo, vi deve essere<br />

alla base un sistema di valori forte nel quale<br />

siano presenti il lavoro, il merito, la<br />

responsabilità, l’accettazione del rischio,<br />

l’umiltà, la tenacia, la flessibilità, la correttezza,<br />

l’onestà intellettuale ed umana. Poi severità e<br />

determinazione ad affrontare le sfide che il<br />

mondo impone senza cadere nella trappola<br />

della spregiudicatezza. Ci sono modi e modi di<br />

fare l’imprenditore, e qualunque persona può<br />

esserlo di se stessa a prescindere da quale<br />

mestiere faccia, perché tutto dipende da come<br />

viene impostata la propria vita. Concludo<br />

questa premessa con una frase di Goethe<br />

“Qualunque cosa tu possa fare o sognare di<br />

fare, incominciala. L’audacia ha in sé genio,<br />

potere e magia. Incominciala adesso”. Ed è<br />

proprio questa intraprendenza per un’impresa<br />

creata ex novo sbocciata sui valori di umiltà,<br />

tenacia e passione trasmessi dalla famiglia i<br />

cui punti di forza si radicano nella semplicità<br />

ed una sana sfida al futuro, uno dei motivi che<br />

mi hanno indotta a scegliere nelle persone di<br />

<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> e <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong> i<br />

nostri protagonisti di copertina perché, chi ha<br />

detto che per diventare imprenditori o<br />

manager di successo bisogna essere<br />

aggressivi e competitivi? Il modello di individuo<br />

rampante e privo di scrupoli è tramontato da<br />

un pezzo, sbiadito, come una lontana foto<br />

ricordo, di un mondo d'altri tempi. Oggi, in<br />

epoca di crisi, si riscoprono nuovi valori e<br />

l'aggressività fa posto all'assertività: quel<br />

particolare equilibrio emotivo che permette di<br />

entrare in relazione con gli altri.<br />

PH :Justyna Pawlowska e Guido Martirani - Make up : Elvira Meola<br />

<strong>Pierlorenzo</strong><br />

<strong>Bassetti</strong>: una<br />

galleria<br />

d'arte e di<br />

storia del<br />

tessile made<br />

in Italy nel<br />

cuore di<br />

Roma, che<br />

scaturisce<br />

dall' idea di<br />

dare una<br />

nuova<br />

anima,<br />

ancor più<br />

eclettica e<br />

originale, sia<br />

nello stile che<br />

nei materiali.<br />

A TU PER TU CON PIERLORENZO<br />

<strong>Pierlorenzo</strong><strong>Bassetti</strong><br />

Tra artigianato, richiami alla tradizione e<br />

contemporaneità, una passione per i tessuti da<br />

sempre nel cuore di <strong>Pierlorenzo</strong> che oggi conferma<br />

la sfida alla modernità aprendo un bellissimo<br />

spazio espositivo in Via delle Botteghe Oscure 44,<br />

una via nevralgica per lo shopping romano, uno<br />

spazio in cui poter conoscere e valutare quelli che<br />

da sempre vengono riconosciuti come autentici<br />

gioielli del filato. L’occasione permette di<br />

sperimentare nuove espressività stilistiche in<br />

coerenza con le forti concezioni progettuali della<br />

nuova azienda di cui <strong>Pierlorenzo</strong> è Direttore<br />

Creativo e che porta il suo nome. La traduzione


“arte tessile” implica un sottaciuto di autentica, preziosa,<br />

manualità artigiana: sogni e motivi di un'antica tradizione<br />

sopravvivono immutati nella produzione di tessuti in una ricca e<br />

varia produzione in cui ritorna il fascino e la bellezza di un'arte<br />

millenaria. <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong>, il viaggiatore romantico e<br />

contemporaneo, icona di una filosofia che non disperde la<br />

memoria ma la sostanzia di tecnologia e cultura del presente<br />

attraverso una grande attenzione alla qualità della vita e al<br />

capitale umano dell'impresa. Sempre attento a decifrare i<br />

maggiori trend ed i cambiamenti sociali, <strong>Pierlorenzo</strong> ha acquisito<br />

credibilità ed esperienza nell’industria tessile e della moda<br />

attraverso importanti collaborazioni con i designer italiani ed<br />

internazionali, nel mondo del cinema, del teatro e dello spettacolo<br />

grazie a un dialogo ininterrotto con la professione che dura da<br />

decenni. Dalle fibre ai filati, dai colori ai tessuti, la creatività è<br />

ingrediente essenziale di ogni processo produttivo. Con<br />

<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> prosegue la lunga storia che ha fatto<br />

dell’azienda un leader indiscusso nel panorama nazionale ed<br />

internazionale, la vocazione per le finiture di pregio, la cura per<br />

ogni dettaglio, il gusto per il design elegante, raffinato e<br />

funzionale non potevano non riversarsi anche in un marchio che<br />

raccontasse la sua idea di stile: ed è così che dopo tanti<br />

ragionamenti nasce il marchio Candies & Cakes couture: capi che<br />

si trovano a loro agio in ogni ora della giornata; capi senza tempo<br />

perché non si fermano alla leggerezza della moda ma cercano nel<br />

bello continuità e ricercatezza.<br />

Come nasce l'azienda <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> Tessuti?<br />

Un'idea imprenditoriale nasce sempre dalla volontà di trasformare una<br />

passione in mestiere. Nel mio caso poi, nasce nel momento stesso in<br />

cui ho deciso di investire su me stesso, armato di coraggio e<br />

determinazione in un periodo, commercialmente parlando, anche<br />

critico, aprendo un negozio legato interamente al concetto di arte<br />

tessile. Grande e piccola al contempo, Roma è la sede storica della<br />

moda couture, dell’alta sartorialità, del teatro e del cinema, è luogo da<br />

scoprire e da cui trarre ispirazione costante anche per me che ho<br />

maturato una esperienza decennale in questi ambienti. Le produzioni<br />

culturali, intese nella loro più ampia accezione, sono state infatti, e lo<br />

sono tutt’oggi, un nodo nevralgico importantissimo della mia<br />

esperienza; un bagaglio di conoscenza maturato attraverso eventi che<br />

hanno inciso il proprio nome nella storia e nel costume italiani.<br />

Esperienze che mi portano oggi ad altro obiettivo da raggiungere che è<br />

quello di favorire una vera vocazione e moti-vazione a tutti coloro i<br />

quali ricercano, nel bello, la qualità della tradizione. Acquistare un<br />

tessuto "<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> Tessuti" significa portarsi a casa un po’ di<br />

storia dunque, oltre che un tessuto di pregio e, non di meno,<br />

difenderete il nostro preziosissimo made in Italy. Questa mia lunga<br />

storia nel tessile e questo primo periodo di apertura della struttura<br />

commerciale sita in Via Delle Botteghe Oscure al civico 44,<br />

faticosissimi sebbene pure appaganti dal punto di vista più intimo, mi<br />

hanno fatto capire quanto l’impegno, la dedizione e la passione per il<br />

proprio lavoro siano fondamentali per costruire una solida<br />

professionalità. Spero di riuscire a fare tesoro degli insegnamenti di<br />

mio padre Antonio, e di mio nonno prima di lui, per poter realizzare con<br />

la medesima passione un percorso personale che sia in linea con la<br />

tradizione familiare, ma sia anche aperto alle nuove sfide del mercato<br />

e al confronto continuo con i creatori di stile.<br />

Quale, la peculiarità e il punto di forza principale della <strong>Pierlorenzo</strong><br />

<strong>Bassetti</strong> Tessuti?<br />

Il punto di forza e la peculiarità penso risiedano entrambe nell'amore e<br />

nella passione che riverso nel mio lavoro che mi portano ad indagare<br />

la sequenza e la modalità inventiva, progettuale e operativa, che<br />

concorrono alla formazione di ogni qualsivoglia prodotto tessile.<br />

I tessuti “<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong>” trasudano quel sentimento forte che<br />

riverso in loro, e questo, i miei clienti, lo percepiscono. Mi piace<br />

pensare che i miei tessuti siano qualcosa di più di un abile intreccio di<br />

fili… mi piace pensare che essi posseggono un'anima impressa su di<br />

loro: la mia.<br />

E’ per questi motivi che la visione di <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> è<br />

ritenuta tanto speciale?<br />

Immagino di sì (sorride). L’azienda “<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> Tessuti” che<br />

ho fondato e che rappresento è per un 25% cultura, un 25% anima, un<br />

25% talento e un 25% stile. L’invito i miei clienti a lasciarsi sedurre<br />

dalla mia filosofia, dalla mia vision, dall`affascinante cultura che<br />

permea in profondità i tessuti che produco... Per questo uso la<br />

metafora del “gene nell’abito”, un simbolo della nostra seconda pelle.<br />

Questo gene riesce a far apprezzare alla gente la bellezza dei tessuti<br />

più nobili, le tinte ed i disegni più raffinati. Il talento è una dote che ti<br />

regala la Natura, non puoi ignorarlo. Puoi cercare solo di fare del tuo<br />

meglio per manifestarlo. In uno sport può essere la capacità di<br />

compiere un gesto con estrema spontaneità che ad altri risulta più<br />

artificiale e difficile, nel mio caso il donare bellezza. E’ questo amore<br />

smisurato per quello che faccio, l’ossequio nei confronti del patrimonio<br />

di valori ereditati ed il rispetto nei confronti dei miei clienti a rendere<br />

speciale la mia visione… la spinta a migliorarmi ed affinarmi, a puntare<br />

sempre all’eccellenza.<br />

La connotazione estetica e comunicativa del prodotto tessile ne<br />

indica la collocazione e la riconoscibilità nel mercato...<br />

Ritengo che un tessuto si definisca, oltre che per il suo valore<br />

commerciale, anche e soprattutto per il suo messaggio culturale e non<br />

di meno dal linguaggio innovativo capace di creare nuove regole<br />

espressive e di sviluppo. Gli intrecci di questo fitto discorso poi, sono<br />

infiniti, come le varianti possibili create dal design tessile che si colloca<br />

a mezza via tra un’operazione culturale e un’operazione commerciale,<br />

la ricerca artistico-estetica, l’orientamento dei consumi, l’utilizzo di<br />

soluzioni sempre più sofisticate che riguardano sia le tecnologie che la<br />

gestione delle risorse, dalla progettazione dei tessuti fino alla loro<br />

distribuzione sul mercato e la regolamentazione di quest’ultimo.<br />

Termini come biotecnologie, reti neutrali, sistemi esperti, ricorrono<br />

sempre più spesso nella letteratura tessile, a riprova della forte<br />

connessione con filoni di ricerca importanti e decisamente trasversali.<br />

Quanto conta la coerenza?<br />

Beh, per essere riconoscibili sul mercato bisogna innanzi tutto essere<br />

coerenti. Coerenti con se stessi che poi diventa coerenza attraverso<br />

quello che si fa, che nel mio caso è il lavoro certosino nei confronti di<br />

tutto quello che realizzo... una cura quasi di altro tempo. Oggi il mondo<br />

è assolutamente “fast” ma anche molto attento alla qualità, viviamo un<br />

momento particolare in cui la massificazione ha portato<br />

all’omologazione tuttavia penso che esista ancora chi sceglie un<br />

prodotto ricercato, non solo innovativo nello stile ma soprattutto di<br />

ottima qualità. La cura del dettaglio è una mia prerogativa oltre che del<br />

Made in Italy, non riuscirei a pensare ad un mio tessuto senza queste<br />

caratteristiche.<br />

Ago e filo: si torna alla tradizione. Se è vero che la congiuntura<br />

economica degli ultimi anni ha messo in difficoltà alcune case di<br />

moda, le botteghe dei sarti godono invece di ottima salute.<br />

Affidabili, capaci di soddisfare ogni desiderio, precisi, gli<br />

specialisti dell’abbigliamento su misura sono sempre molto<br />

richiesti. Di più, c’è un vero e proprio ritorno alla tradizione di<br />

acquistare il tessuto per confezionarsi degli abiti in casa: una<br />

tendenza o una necessità legata al particolare momento storico<br />

che impone austerità nei consumi?<br />

Entrambe, presumo. Negli ultimi anni c’è stato un grosso ritorno<br />

all’acquisto del tessuto per realizzare i capi che solitamente non si<br />

riescono a trovare come li desideriamo e quindi può diventare sia un<br />

momento divertente il poter scegliere un tessuto e crearsi un outfit<br />

personalizzato a seconda del proprio gusto, che in parallelo,<br />

rispondere alla richiesta di ponderatezza suggerita dal vivere<br />

Una galleria d'arte e di storia del tessile made in Italy nel cuore di Roma in Via delle Botteghe Oscure<br />

al civico 44 che nasce dall’idea di dare una nuova anima, ancor più eclettica e originale, sia nello stile<br />

che nei materiali, all’arte manifatturiera, una delle attività più antiche con cui l’uomo ha dato forma alla<br />

propria sensibilità creativa. Un atto d’amore che attinge al passato per proiettarsi nel futuro: nessun<br />

gusto passatista, ma il bisogno di riscoprire, attraverso i colori, le fantasie, le stampe, una vena creativa<br />

tipicamente italiana che sembra invece essersi esaurita proprio tra le nuove generazioni di competitor.<br />

La ricerca dei tessuti, che diventano fonte di ispirazione, è dunque una parte fondamentale del lavoro di<br />

“<strong>Pierlorenzo</strong><br />

”<br />

<strong>Bassetti</strong>, che cura personalmente ogni aspetto, seguendo tutti i processi di sviluppo.


il processo creativo?<br />

Il web e le nuove tecnologie fanno parte integrante del nostro quotidiano e<br />

sono fondamentali per raggiungere e connettersi ad altre realtà, per poter<br />

condividere anche il proprio lavoro e ampliare il proprio business usando<br />

ogni mezzo di comunicazione in particolare anche i social network che<br />

ormai fanno parte della nostra vita quotidiana… l’importante a mio avviso<br />

e’ non esagerare, il contatto umano è quello che preferisco.<br />

Ogni uomo, fin dalla nascita, mette la propria epidermide a contatto<br />

con prodotti di natura tessile, o comunque a base di fibre,<br />

considerazione che può sembrare scontata, ma corrisponde a un<br />

fatto reale, che deve far valutare il rapporto tra tessile e salute come<br />

una grossa opportunità per le aziende, al fine di stimolare<br />

l’evoluzione dei loro prodotti verso nuovi contenuti e nuove aree di<br />

mercato…<br />

In estrema sintesi possiamo dire che, storicamente, vi è stato un continuo<br />

affinamento dei prodotti tessili, passati dal soddisfacimento dei bisogni più<br />

elementari (coprirsi, proteggersi...) ad una ricerca del bello, che li ha<br />

portati ad assumere valenze legate allo status sociale e alla moda. Solo in<br />

tempi recenti il focus dello sviluppo si è concentrato sulla funzionalità e<br />

sulle performance, in termini, ad esempio, di comfort e di sicurezza, senza<br />

per questo rinunciare ai contenuti estetici. A partire da questo assunto<br />

possiamo dunque asserire che la nuova frontiera consiste nella messa a<br />

punto di prodotti non solo belli e pratici, ma anche intelligenti e interattivi,<br />

capaci cioè di leggere i nostri bisogni e di modulare la risposta al mutare<br />

delle esigenze, contribuendo così al benessere e alla salute<br />

dell’utilizzatore. Con l’avanzare delle tecnologie in questi ultimi anni si<br />

possono ottenere delle fibre naturali che rispettano l’ambiente e l’uomo in<br />

particolare, tessuti ecologici dal cotone al bamboo o alle fibre di rose<br />

purtroppo però su questo tipo di prodotto che soddisferebbe molti<br />

consumatori ecosostenibili i costi sono molto proibitivi ed e’ per questo che<br />

questa tipologia di tessuti sono destinati ad un pubblico di nicchia.<br />

Il vestiario è dunque la nostra seconda pelle. Ci tiene al caldo e ci<br />

protegge. Di più, gli abiti raccontano di noi, chi siamo, la nostra età,<br />

di che sesso siamo, il nostro status, la classe sociale di<br />

appartenenza, la cultura, la religione, il nostro orientamento politico,<br />

l’appartenenza a un gruppo piuttosto che a un altro, i nostri gusti<br />

personali…<br />

Proprio perché il vestiario è la nostra seconda pelle è molto importante,<br />

per quanto sia possibile, indossare capi di qualità magari scegliendo con<br />

più oculatezza ciò che si acquista. E’ anche una responsabilità del<br />

consumatore orientarsi verso prodotti di qualità e oggi può farlo<br />

conservando integro il proprio gusto personale.<br />

I prodotti fatti in Italia subiscono la fortissima concorrenza dei<br />

prodotti realizzati in Paesi a basso costo di manodopera, di bassa<br />

qualità e privi delle più elementari limitazioni all’impiego di sostanze<br />

nocive. In molti Paesi stranieri (Cina compresa) esistono all’ingresso<br />

laboratori enormi che controllano parametri qualitativi e chimici su<br />

ogni lotto di produzione proveniente dall’Italia. Al contrario, sui<br />

prodotti che da quegli stessi Paesi arrivano in Italia, noi non<br />

facciamo alcun controllo, nemmeno di nocività per la salute...<br />

Se produco in Italia, oltre a sopportare costi energetici e di manodopera<br />

elevati, devo sottostare a leggi severe che mi impongono sicurezza,<br />

rispetto dell’ambiente, prodotti sani e divieti per certe sostanze coloranti e<br />

chimiche. Se invece quei prodotti li importo da lontano, taglio gran parte di<br />

costi e occupazione e ho ben pochi vincoli anche se compro in Paesi<br />

“disinvolti” in fatto di sicurezza, ambiente e nocività delle sostanze<br />

coloranti e chimiche applicate. La sfida della globalizzazione dunque va<br />

accolta ma dobbiamo tener conto che il mercato è talmente complesso e<br />

sfaccettato, che ogni cliente ha una logica diversa, non di meno<br />

dobbiamo abituarci al fatto che il prodotto è importante ma va abbinato a<br />

prezzo e servizio…<br />

“La vera bellezza, dopo tutto, sta nella purezza di cuore” dice<br />

Gandhi… vero è però che nella società contemporanea sentirsi al<br />

meglio ed apparire al meglio oltre ad essere un must di riferimento al<br />

quale non possiamo sottarci “Essere belli fuori per sentirsi bene<br />

dentro” diventa dunque binomio inscindibile?<br />

E’ sicuramente inscindibile imposto a volte da quello che ci circonda ma la<br />

Nella foto: <strong>Pierlorenzo</strong> con il figlio Leonardo <strong>Bassetti</strong><br />

Antonio<strong>Bassetti</strong><br />

"La mia storia<br />

nell’azienda di famiglia<br />

inizia quando ancora<br />

ero giovanissimo.<br />

Appena ventunenne<br />

infatti sono stato<br />

chiamato ad affrontare,<br />

assieme a mio padre<br />

Lorenzo e mio zio<br />

Giuseppe che avevano<br />

decretato in me il<br />

successore della<br />

tradizione <strong>Bassetti</strong>,<br />

questa nuova e<br />

rischiosa avventura: il<br />

commercio dei tessuti a<br />

Roma in Via delle<br />

Botteghe Oscure n.27<br />

n.29 (ora questi locali<br />

fanno parte della Cripta<br />

Baldi). Era la domenica<br />

del 7/6/1953, lo ricordo<br />

come fosse ieri. Così<br />

come rammento che gli<br />

inizi furono molto duri in quanto ci andavamo ad inserire nel commercio di<br />

tessuti romano dove già dettavano legge i nostri futuri concorrenti. Mio padre<br />

mi aveva già preparato alle tante difficoltà da affrontare quando mi chiese di<br />

aiutarlo a provvedere al mantenimento anche dei miei fratelli più piccoli di 10 e<br />

8 anni, cosa che accettai di buon grado per la dimostrazione di fiducia che mio<br />

padre aveva in me. Fu cosi che mi dedicai anima e corpo al lavoro senza mai<br />

lamentarmi perché si lavorava dalla mattina presto alla sera tardi. E così ,<br />

briciola dopo briciola, sono riuscito ad avviare il nuovo negozio romano.<br />

Rimanemmo nei locali di Via delle Botteghe Oscure fino al maggio del 1959 per<br />

trasferirci in corso Vittorio Emanuele. Nel corso degli anni ho avuto l'intuizione<br />

di cercare ispirazione laddove si decideva la moda in maniera da essere<br />

sempre informato sulle tendenze; è stato in quel periodo che ho avuto il<br />

privilegio di conoscere la signora Clara Centinaro, creatrice di abiti di alta<br />

moda, la quale non senza molte ore di anticamera, ha accettato di realizzare le<br />

sue collezioni con i tessuti da me presentati aprendomi di fatto la strada per<br />

l’alta moda e presentando i miei tessuti negli ambienti più prestigiosi di quel<br />

periodo. In seguito, tra il 1960 e il 1972, anche mio zio ed i miei fratelli<br />

entrarono a far parte dell'azienda di famiglia. Oggi sono i miei figli <strong>Pierlorenzo</strong><br />

ed Anna Maria, ad affrontare una nuova rinascita, di nuovo in Via delle<br />

Botteghe Oscure 44, l’ennesima sfida volta a dare continuità alla lunga<br />

tradizione di famiglia e che, sono certo, sarà per me, grande motivo di<br />

orgoglio."<br />

RITRATTO DI FAMIGLIA<br />

cosa importante e’ non smarrire la propria personalità. Il vestire ci permette di<br />

esprimere e comunicare la propria natura anche uno stato d’animo scegliendo un<br />

colore a seconda del proprio umore ci permette di essere unici, di narrare la<br />

nostra unicità. Una necessità dunque per sentirsi bene con se stessi e con gli altri.<br />

Mi piace giocare con la moda da sempre e non potrei farne a meno.<br />

Dicono che il processo creativo cominci con tanto caffè e tanta angoscia.<br />

Bisogna raggiungere dentro di sé e poi vagliare innumerevoli pensieri e<br />

idee prima di trovare quella storia giusta, che ha bisogno di essere<br />

condivisa…<br />

Il mio processo creativo è un po’ anomalo in quanto non mi ritengo solo un<br />

imprenditore in realtà devo destreggiarmi come se dovessi avere due personalità.<br />

Mi sono sempre occupato di moda e il mio percorso artistico mi ha portato a<br />

Nella foto: Antonio <strong>Bassetti</strong> con il figlio <strong>Pierlorenzo</strong>


collaborare con tantissimi fotografi e stilisti di tutto il mondo, cinema<br />

teatro e tv e arredatori d’interni, consulenze di ogni genere, la<br />

passione per la musica realizzando progetti e compilation dedicate al<br />

mondo della moda... tutto questo mi ha portato ad essere la persona<br />

che sono oggi, mi ha aiutato e arricchito molto e mi ha permesso di<br />

lavorare con tranquillità a lungo termine. Le mie intuizioni a volte non<br />

le so’ spiegare neanche a me stesso… anticipo troppo le tendenze e il<br />

tempo mi conferma che non mi sbagliavo, che ciò che visualizzo nella<br />

mia mente per qualche strano e straordinario meccanismo si avverano<br />

e arrivano al grande pubblico; questo mi capita anche con i colori delle<br />

stagioni… sento attrazione per dei colori che inserisco nella mia<br />

selezione delle collezioni di tessuti e poi, come per magia, quel<br />

determinato colore mi conferma che tutto quello che avevo pensato è<br />

diventato realtà da condividere con gli altri.<br />

Sei partito alla stra-grande con eventi che hanno riscosso<br />

l’attenzione del grande pubblico oltre che dei media nazionali ed<br />

internazionali. Prossimi passi?<br />

Lavorare sempre con grande impegno e dedizione poter crescere<br />

insieme a tutti coloro ai quali credono nel nostro progetto e<br />

collaborano alla sua realizzazione quotidianamente.<br />

Se dovessi ringraziare qualcuno, chi sarebbe?<br />

Ringrazio mio padre Antonio che mi ha insegnato i veri valori della vita<br />

e mi ha trasmesso la passione per questo mestiere così di tradizione<br />

nella nostra famiglia.<br />

Quanto ritieni importante padroneggiare gli strumenti linguistici e<br />

le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per<br />

interagire nei contesti di vita e di lavoro?<br />

Oggi è necessario poter comunicare e trovo fondamentale potersi<br />

esprimere ed entrare in empatia con il nostro interlocutore, a volte<br />

basta solo una piccola cosa nel sapersi rapportare e confrontare ci<br />

permette di aprire nuove opportunità importanti per il nostro lavoro.<br />

Se fossi un tessuto, quale saresti?<br />

Sicuramente cashmere… caldo e avvolgente capace di riscaldarci con<br />

la sua leggerezza e qualità.<br />

Quali sono le tre cose che ti hanno cambiato la vita?<br />

In assoluto mio figlio Leonardo che e’ il mio orgoglio di vita; un ragazzo<br />

pieno di idee sempre attento a ciò che lo circonda e soprattutto molto<br />

esigente con se stesso il che lo porta a spingersi sempre al limite. Ha<br />

una grande capacità di autocritica nel sapersi migliorare e superare gli<br />

ostacoli a cui e’ sottoposto... in molte cose mi rivedo in lui (sorride)…<br />

l’incontro con <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong> che ha completamente capito la mia<br />

personalità e ha saputo incastrarsi alla perfezione per affrontare<br />

questa nuova avventura insieme e la terza, la moda, amore a prima<br />

vista.<br />

Qualcosa di urgente da suggerire al mondo?<br />

Di non rimanere fermi il sistema a volte ci anestetizza ed e’ proprio per<br />

questo che dobbiamo reagire darci da fare per che nel mondo ci sono<br />

menti geniali soprattutto in Italia in tutti i settori… il popolo italiano così<br />

ricco di cultura e grandi capacità deve scegliere di cambiare, trovare la<br />

forza e la determinazione di uscire da questa fase di stallo che ci sta<br />

opprimendo. Scegliere… un verbo la cui etimologia può farci riflettere<br />

sull’essenza di questa azione… E’ un termine che deriva dal latino<br />

“Ex- eligere” e letteralmente significa “separare la parte migliore di una<br />

cosa dalla peggiore – eleggere ciò che sembra meglio”. La scelta è<br />

quel moto dell’anima che ci dovrebbe far prendere la direzione giusta<br />

e andare incontro a ciò che è migliore per noi. Riuscire a connettersi<br />

alle proprie motivazioni più profonde ed a ciò che ci riesce più naturale<br />

fare, ai nostri talenti, potrebbe aiutarci a compierne di migliori.<br />

Domanda di rito: <strong>Pierlorenzo</strong>, come nasce la collaborazione con<br />

“Candies & Cakes couture”?<br />

<strong>Pierlorenzo</strong> con Marica Flora<br />

NELLE FOTO: Sempre bellissima, con un total look black, Claudia Cardinale ha<br />

presentato al Teatro Centrale Carlsberg di Roma “Signora Enrica” la pellicola di Ali Ilhan,<br />

girata tra Rimini e Istanbul e che la vede recitare accanto alla giovane Lavinia Longhi; Prima,<br />

voluta e promossa da <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong>, titolare dell'azienda di cui è titolare e che porta<br />

il suo nome, e da <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong>, amministratore di Italian Fashion Company e<br />

designer del nuovo brand Candies & Cakes couture. Tanti i volti noti che sono intervenuti<br />

all’evento: una scintillante Valeria Marini, Rosalinda Celentano, Simona Borioni,<br />

Gabriele Rossi con la fidanzata Desiree, Gianfranco Terrin, Dana Ferrara,<br />

Monica<br />

Scattini, Ilaria De Grenet e molti altri ancora. Gli ospiti, dopo la proiezione, hanno potuto<br />

gustare un prelibatissimo banchetto composto da prodotti tipici offerti dallo storico Pastificio<br />

F.lli De Carlonis di Campofilone (Fm) annaffiati dal vino prodotto dal Tenente Colonnello<br />

Daniele Mocio, famoso meteorologo della tv.<br />

<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> e <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong> con alcuni degli ospiti; da sinistra: Monica Scattini , Dana Ferrara , Wendy D. Lewis,<br />

In basso: Rosalinda Celentano e Simona Borioni, I giornalisti Paolo Di Mizio TG5 e Marzia Roncacci RAI 2<br />

<strong>Pierlorenzo</strong> e <strong>Marco</strong> con<br />

Valeria Marini<br />

Nasce dall’incontro con <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong>, un creativo puro. La nostra collaborazione è complementare<br />

in quanto come per altri designer con cui collaboro, curo la parte tessile ed identifico il processo di<br />

<strong>Marco</strong> riflesso nel tessuto cercando di entrare in connessione, di capire il gusto lo stile che in quel<br />

momento la collezione deve avere a seconda del designer che ho di fronte. Entro a far parte integrante<br />

dell’intero progetto creativo rispettando il genere a cui mi devo attenere per far sì che collezione diventi<br />

tessuto da applicare. “Candies & Cakes couture” è un nome che racconta l’essenza di un’idea, un’idea<br />

fondata sul cambiamento, sulla passione, la ricerca di un’espressione capace di racchiudere un modo<br />

diverso di fare moda. Ricerca e sperimentazione sono le nostre parole d’ordine, non ci fermiamo mai.<br />

L’ultima domanda, qual è la tua ricetta per stare bene?<br />

Contornarsi delle persone che ami mi rivolgo ai miei amici che fanno parte della mia vita che ti<br />

sostengono quando ho bisogno e non finirò mai di ringraziarli e soprattutto vivere la vita a pieno perché<br />

non sai mai cosa ti riserva il futuro, godersi ogni istante.


NEW<br />

FABRICS<br />

SHOP<br />

<strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong>, Federica Scialanga<br />

e <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong><br />

Anteprima esclusiva a Roma,<br />

nell'affascinante Teatro<br />

Centrale Carlsberg, per il nuovo<br />

film di Claudia Cardinale a<br />

sostegno dell’eccellenza Made in<br />

Italy; iniziativa promossa<br />

dall'imprenditore <strong>Pierlorenzo</strong><br />

<strong>Bassetti</strong> eda<strong>Marco</strong><br />

<strong>Gambedotti</strong> ."Signora Enrica" ,<br />

opera prima del giovane regista<br />

Alì Ilhan, che ripercorre le fasi di<br />

un incontro che ha segnato<br />

profondamente la sua vita:<br />

quello con la signora Enrica, per l'appunto, ruolo magistralmente<br />

interpretato dalla Cardinale, una delle indiscusse icone del cinema<br />

nazionale ed internazionale. A promozione della pellicola in quel di<br />

Roma, i fratelli Annamaria e <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> che oggi<br />

detengono le redini della nuova realtà imprenditoriale "<strong>Pierlorenzo</strong><br />

Basseti Tessuti" e l'imprenditore <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong> Amministratore<br />

di Italian Fashion Company e designer del nuovo brand " Candies &<br />

Cakes couture", ai quali va un sentito, meritatissimo plauso, per<br />

l'impegno profuso nella promozione delle eccellenze italiane negli<br />

ambiti della moda, del cinema, dell’editoria e dell’arte. Nell’ampio e<br />

luminosissimo spazio di Via delle Botteghe Oscure 44 e 48 a Roma,<br />

sede di <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> e di <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong>, si<br />

alterneranno di volta in volta eventi dedicati alla promozione di giovani<br />

talenti. Di seguito una piacevole carrellata dei momenti più significativi<br />

dell'evento il cui impeccabile svolgimento ha visto la consulenza<br />

artistico-tecnica di <strong>Marco</strong> Martorelli.<br />

PH Make up<br />

:Justyna Pawlowska e Guido Martirani - : Elvira Meola<br />

<strong>Marco</strong><strong>Gambedotti</strong><br />

Candies &<br />

Cakes couture<br />

è il nuovo<br />

brand di<br />

<strong>Marco</strong><br />

<strong>Gambedotti</strong><br />

l’innovativo<br />

designer che<br />

oggi coniuga<br />

Food &<br />

Fashion, colui<br />

che esorta a<br />

vivere le<br />

proprie<br />

creazioni<br />

prima<br />

immaginan -<br />

dole...<br />

A TU PER TU CON MARCO<br />

Le cose fatte con amore si capiscono al volo, non<br />

necessitano spiegazione o chiarimenti. La loro<br />

genesi è lampante. La loro storia è semplice, come<br />

semplice è ogni progetto che poggia su basi solide.<br />

<strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong> è un personaggio molto lontano<br />

dagli schemi della moda e da una classica idea di<br />

glamour: la sua ricerca è impostata sulla cura nei<br />

dettagli e nella qualità di un progetto consapevole<br />

del tempo in cui ci troviamo a vivere. Potremmo<br />

paragonare la ricerca del suo stile al gioco russo<br />

delle matrioske, le bambole di legno di diverse<br />

dimensioni che si aprono e stanno una dentro<br />

l'altra: solo dopo aver aperto ed estratto tutte le


ambole si arriva alla fine del gioco, cioè alla bambola<br />

più piccola, l'unica che rimane intera, il nocciolo della<br />

questione. Ma tenete presente che il gioco<br />

perderebbe gran parte del suo fascino se non fosse<br />

considerato nella sua completezza: sono tutte le<br />

bambole, nel loro insieme (insieme contenuto dalla<br />

prima e più grande) che formano il gioco. È il perfetto<br />

incastro di tanti elementi uno dentro all'altro che<br />

rende unica ed originale anche la loro totalità. Totalità<br />

che prende il nome di “Candies & Cakes couture”, il<br />

nuovo brand di <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong>, l’innovativo<br />

designer che oggi coniuga Food & Fashion, colui che<br />

esorta a vivere le proprie creazioni prima<br />

immaginandole...“Ssshh!!!” ... Provate a chiudere gli<br />

occhi ... seguite l'istinto ... immaginate di camminare<br />

su una tavolozza fatta di colori primari ... come in un<br />

quadro il rosso, il blu si mescolano e danno vita a<br />

pennellate di arcobaleno. Eccole!! Sono le parole<br />

giuste “Candies & Cakes couture”, una collezione<br />

tutta da vedere e gustare, ricca di abiti ed accessori<br />

dalle linee pulite ed essenziali. Essenziali, come un<br />

sogno. Già, perché prima ancora che un laboratorio di<br />

sartoria creativa e artigianale, “Candies & Cakes<br />

couture” è un viaggio fantastico, è arte e visione<br />

onirica, è un insieme di sfumature che nascono da ciò<br />

che <strong>Marco</strong> ama e sente nell’intimo. Ed è proprio nel<br />

sogno che l’abito compie la sua sperimentazione, che<br />

si carica di verità e funzione in quanto l’abito venuto<br />

dal sogno ha compiuto il collaudo sensoriale. Tessuti,<br />

fibre, materiali, stampe e decorazioni sono curati nei<br />

minimi particolari, creando movimenti fluidi e<br />

armoniosi che ci guidano attraverso il percorso<br />

chimerico del nostro giardino interiore. La donna<br />

“Candies & Cakes couture” è vestita di tutto punto<br />

con abiti sfarzosi, semplici ed eleganti sia nella linea<br />

couture che nel tempo libero senza mai trascurare la<br />

sua femminilità e le sue esigenze. E’ una donna senza<br />

età, ma ha passione e voglia, curiosità e interesse,<br />

una donna a cui piace la qualità e preferisce abiti che<br />

non la definiscano, ma che la aiutino a delineare un<br />

proprio stile. Una donna a cui piace giocare con il<br />

proprio look. A condire il tutto è il rigoroso rispetto<br />

del Made in Italy a garanzia del quale la collezione<br />

viene interamente realizzata con tessuti prodotti dalla<br />

nuova azienda di tessuti di <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong>,<br />

indiscutibile detentore del primato di eccellenza per<br />

qualità dei materiali e pregio della manifattura italiana<br />

il quale, in piena sinergia con <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong>, ha<br />

aperto i battenti nel nuovo, bellissimo, spazio<br />

espositivo di via delle Botteghe Oscure. <strong>Marco</strong><br />

<strong>Gambedotti</strong>, la napoletanità nel sangue ma romano di<br />

adozione, è l’elemento di continuità e di rottura; è<br />

colui il quale, attraverso una ricerca artistica da<br />

sempre giocata in un campo dove arte visiva e moda<br />

si confondono, sperimenta il nuovo sulle basi della<br />

tradizione: il fascino della mobilità, leggerezza e glam<br />

si sostanziano di quel senso etico del consumo ed<br />

eleganza senza tempo rappresentato dai principi<br />

ereditati dalla descrizione dei grandi sarti partenopei.<br />

Caratteri che <strong>Marco</strong> intende trasmettere in ogni suo<br />

modello con tutta la forza della sua terra negli occhi e<br />

nelle mani. C’è poco da fare: quando la passione e la<br />

creatività si esprimono al meglio, il risultato comunica<br />

gioia autentica percepibile da tutti i sensi, a cui non si<br />

può restar indifferenti…<br />

E’ Corretto definirti Fashion Styling, <strong>Marco</strong>?<br />

Non saprei, in realtà trovo che sia limitativo rimanere<br />

relegato in ruolo definito ed identificato da un etichetta<br />

precisa, diciamo che mi si addice maggiormente la<br />

definizione di “designer ad ampio spettro” consentendomi<br />

così una maggiore libertà d’azione.<br />

Candies & Cakes couture è un brand per chi, nel<br />

tempo libero e nelle attività professionali che<br />

consentano l’abbigliamento informale, predilige<br />

indossare capi sportivi, moderni e di qualità, a prezzi<br />

accessibili. È dedicato a persone dinamiche,<br />

contemporanee e aperte al mondo che cambia: una<br />

filosofia peculiare della nostra epoca.<br />

Mi fa molto piacere costatare che hai colto a pieno il<br />

senso della collezione che per l’appunto coniuga il food e<br />

fashion come elementi comuni della quotidianità<br />

attraverso i quali ognuno di noi afferma il proprio modo di<br />

essere, quante volte abbiamo sentito dire, o noi stessi<br />

diciamo, di altre persone che sono molto dolci o piccanti o<br />

addirittura acide terminologie propriamente derivanti dal<br />

senso del gusto ma attraverso le quali identifichiamo ed<br />

affermiamo quotidianamente in qualunque momento della<br />

giornata, le nostre diverse identità.<br />

Dove trovi le ispirazioni per le tue collezioni?<br />

Osservo sempre con attenzione tutto ciò che mi circonda,<br />

ultimamente mi sono reso conto che ciò che mi circonda<br />

maggiormente sono proprio le persone, mi piace molto<br />

indagare la natura dei rapporti umani, spesso mi ritrovo a<br />

disegnare pensando che ciò che sto per realizzare<br />

piacerà sicuramente ad una persona che conosco e<br />

probabilmente essa stessa è stata inconsapevolmente<br />

fonte di questa ispirazione. Anche attraverso la fotografia,<br />

altra mia grande passione, cerco di catturare il momento<br />

in cui il soggetto nella sua inconsapevolezza fa trasparire<br />

il vero carattere scevro dal contesto che lo circonda.<br />

Come, a parer tuo, <strong>Marco</strong>, le nuove tecnologie e il web<br />

hanno cambiato il processo creativo?<br />

L’innovazione tecnologica non ha tanto modificato il<br />

processo creativo quanto lo ha amplificato, credo che<br />

l’elaborazione della creatività avvenga in ognuno di noi in<br />

maniera diversa attraverso il filtro delle proprie emozioni,<br />

della propria sensibilità e del proprio bagaglio culturale ed<br />

esperienziale. Internet ed i social network offrono una<br />

finestra sul mondo in tempo reale e sicuramente sono un<br />

ampio spunto di riflessione ma rimangono solo uno dei<br />

mezzi attraverso il quale la nostra sensibilità può dare il<br />

via al processo creativo.<br />

Quali sono le tre cose che ti hanno cambiato la vita?<br />

Un brutto incidente d’auto che mi ha fatto capire che la<br />

vita è un bene preziosissimo e che bisogna viverla a<br />

pieno, prenderla a morsi, prendendo tutto il buono che ha<br />

da offrire, alle volte pretendendolo e sempre ricambiarlo<br />

con ciò che di buono abbiamo da offrire noi. L’assurda<br />

scoperta della consapevolezza che non esistono cose che<br />

possano cambiarti la vita quando sei abbastanza forte da<br />

essere tu stesso il fautore del tuo destino e di<br />

conseguenza sei tu a cambiare la tua vita. L’incontro con<br />

<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> attraverso il quale riesco a dare<br />

corpo alle mie creazioni.<br />

Ogni uomo, fin dalla nascita, mette la propria<br />

epidermide a contatto con prodotti di natura tessile,


come laboratorio per il confronto e la crescita dei nostri talenti con l’estero.<br />

Il vestiario è la nostra seconda pelle. Ci tiene al caldo e ci protegge. Gli<br />

abiti raccontano di noi, chi siamo, la nostra età, di che sesso siamo, il<br />

nostro status, la classe sociale di appartenenza, la cultura, la religione, il<br />

nostro orientamento politico, l’appartenenza a un gruppo piuttosto che a<br />

un altro, i nostri gusti personali.<br />

Eppure c’è chi dice che l’abito non fa il monaco e troppo spesso ha ragione, gli<br />

abiti possono anche trasformarci in ciò che non siamo e tutto questo non<br />

sempre è un male se preso come un gioco, ma una cosa è vera … gli abiti<br />

raccontano di noi. Spesso ci mostrano proiettati in ciò che vorremmo essere,<br />

raccontano i nostri desideri e le nostre passioni, spesso ci nascondiamo dentro<br />

gli abiti per timidezza ed altrettanto spesso sono così succinti da consentire a<br />

forme sinuose e prorompenti di dare bella mostra di se ma da sempre parlano<br />

di chi li indossa.<br />

“La vera bellezza, dopo tutto, sta nella purezza di cuore” dice Gandhi…<br />

vero è però che nella società contemporanea sentirsi al meglio ed<br />

apparire al meglio oltre ad essere un must di riferimento al quale non<br />

possiamo sottarci “Essere belli fuori per sentirsi bene dentro” diventa<br />

dunque binomio inscindibile?<br />

Parole sante quelle di Gandhi e concettualmente molto vere ma la realtà<br />

occidentale impone spesso dettami diversi … credo che ben pochi occidentali<br />

aspirino alla povertà economica in cambio della ricchezza di spirito … come in<br />

tutte le cose credo che ci sia bisogno del giusto equilibrio. La cosa<br />

imprescindibile di quando si indossa un qualsiasi abito è sentirsi a proprio agio<br />

la nostra personalità farà il resto. L’abito deve solo rispettare le esigenze di chi<br />

lo indossa sottolineando stile ed eleganza della persona.<br />

Dicono che il processo creativo cominci con tanto caffè e tanta angoscia.<br />

Bisogna raggiungere dentro di sé e poi vagliare innumerevoli pensieri e<br />

idee prima di trovare quella storia giusta, che ha bisogno di essere<br />

condivisa…<br />

Per fortuna non è così per tutti, non nego di consumare innumerevoli tazze di<br />

caffè nè di averne passate di cotte e di crude nella vita ma sinceramente<br />

l’angoscia è un sentimento che poco mi appartiene. Lavoro molto sulle mie<br />

idee ma queste raramente scaturiscono da stati di depressione o solitudine<br />

anzi sono per lo più il frutto di gioie condivise, di una serenità d’animo che<br />

custodisco gelosamente.<br />

La tendenza/stile che vorresti tornasse in voga?<br />

Non credo che ci sia uno stile o una tendenza particolare che prediligo, ogni<br />

periodo della moda ha delle caratteristiche ben definite e giuste per il loro<br />

tempo. Personalmente sono per le linee definite, per le forme essenziali che<br />

mettano in risalto la figura consentendo al tessuto di essere co-protagonista<br />

dell’abito in perfetta sinergia con la persona che lo indossa.<br />

Se dovessi ringraziare qualcuno, chi sarebbe?<br />

Di certo ringrazio mio padre che con non poca pazienza, ha saputo trasmettere<br />

a quel bambino curioso che ero la passione per le belle arti, l’educazione visiva<br />

e la progettazione grafica, lo ringrazio per quell’angoletto ritagliatomi nel suo<br />

studio dove ero libero di pasticciare a mio piacimento consentendomi così di<br />

dare ampio spazio alla mia creatività, lo ringrazio anche per avermi insegnato<br />

ad andare in bicicletta infondendomi quella fiducia in me stesso che oggi<br />

contribuisce a farmi essere la persona che sono.<br />

Quanto ritenete importante padroneggiare gli strumenti linguistici e le<br />

tecnologie dell’informazione e della comunicazione per interagire nei<br />

contesti di vita e di lavoro?<br />

Le nuove tecnologie sono di certo utilissime in questi contesti in quanto<br />

consento lo scambio di informazioni in tempo reale ed in qualsiasi luogo.<br />

E se non avessi fatto il designer cosa avresti fatto?<br />

Bella domanda, nella vita mi è capitato di svolgere molti lavori tra i più disparati<br />

e talvolta poco attinenti al mondo della moda o del design ma in ognuno di<br />

questi sono sempre riuscito a trovare un risvolto nel quale potevo dare sfogo<br />

alla mia creatività forse perché penso che una vena artistica sia insita in ogni<br />

essere umano basta solo saperla coltivare e trovare l’elemento catalizzatore<br />

per far si che la propria creatività scaturisca trovando la giusta applicazione.<br />

L’ultima domanda, qual è la tua ricetta per stare bene?<br />

In questo mi ritengo un fortunato, ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace al<br />

quale posso dedicare gran parte della mia giornata senza risentirne troppo e<br />

nel tempo libero, aimè sempre meno, dare spazio agli affetti personali. Ogni<br />

tanto un giro sulle montagne russe e gridare a squarciagola mi fa molto bene !!<br />

Nicola <strong>Gambedotti</strong> con il figlio <strong>Marco</strong><br />

La sicura identità<br />

Nicola <strong>Gambedotti</strong><br />

Biografia<br />

Nicola <strong>Gambedotti</strong> è nato ad Urbino (a Roma non è mai<br />

vissuto) nel settembre del 1931 ed ha compiuto il ciclo di<br />

studi nella stessa città presso l' Istituto Statale d'Arte per<br />

la "Decorazione e Illustrazione del Libro", conseguendo<br />

NEW<br />

FABRICS<br />

SHOP<br />

l'abilitazione all'insegnamento delle tecniche<br />

dell'incisione. Ha insegnato a Napoli come titolare della<br />

cattedra di progettazione (arte della stampa) presso<br />

Tre opere dell'artista .<br />

Nicola <strong>Gambedotti</strong><br />

In alto "Le streghe" a seguire il<br />

"Don Chischiotte" e il "Beone"<br />

l'Istituto Statale d'Arte F. Palizzi. La sua attività artistica<br />

ha inizio nel 1952. Da allora è frequentemente presente<br />

alle più importanti rassegne di pittura e di grafica sia in<br />

Italia che all'estero. Numerose personalità dell'arte e della<br />

cultura si sono interessate al linguaggio pittorico di<br />

questo artista arricchendo il suo curriculum di preziosi<br />

cenni storici. Nel 1954 si aggiudica il 1° Premio alla 2ª<br />

Biennale Nazionale<br />

Dalla Critica, liberamente tratti:<br />

"....Ed il viaggiatore di cose d'arte ha certo seguito, sin<br />

dagli anni Sessanta, il giovane artista di nome Nicola<br />

<strong>Gambedotti</strong>, per meglio sapere come avviene, quando<br />

avviene e perché avviene questo transfert nelle ucronìe e<br />

nelle utopie dell'accidentato circostante simbologico. La<br />

risposta che ne ha avuto è stata illuminante certo, ma<br />

non tanto da accendere la luce su tutto il camminamento<br />

dell'operazione artistica, che in <strong>Gambedotti</strong> ha dei tratti di<br />

superficie ma anche dei camminamenti sotterranei che<br />

l'artista compie ogni giorno nella sua "isola di terra"<br />

mentale, per raggiungere i suoi personaggi. Per cui il<br />

lettore di queste note è invitato cortesemente a<br />

soffermarsi con estrema attenzione sulla decriptazione<br />

delle opere: questo intramare armi e cavalieri, questo<br />

evocare dame e amori, questo offrire a esseri e oggetti la<br />

ieratica epopea dell' istrionismo. Niente da più chiaro che<br />

il silenzio della storia....." Donato Conenna, dal volume<br />

“Ricambio generazionale. Dopo il Novecento”<br />

"....Le opere di <strong>Gambedotti</strong> si caratterizzano tutte per le<br />

proprietà di una sorta di "quarta dimensione"; quella<br />

narrativa. Le sue raffigurazioni, lungi dal cogliere<br />

situazioni statiche, si presentano come storie complete,<br />

con un inizio, uno sviluppo e un epilogo; leggende che<br />

l'artista racconta su tela utilizzando il pennello con la<br />

stessa maestria con la quale un buon narratore userebbe<br />

la penna...." Domenico Raio dal giornale “Le Verità”.<br />

"....Intanto c'è l'eccezionale perizia di un eccezionale grafico. E l'incommensurabile carica di una<br />

fantasia, che pure risulta radicata nella convincente e storica realtà. È l'ambigua capacità ad<br />

alimentare una poetica fatta di illusioni e di teatralità. E l'istintiva predilezione per la simbologia.<br />

E la sapiente, sconcertante costruzione di improbabili architetture. E la convinta rinuncia a<br />

qualsivoglia protagonista a vantaggio di una rappresentazione corale, di una scena traboccante<br />

di figure, meccanismi, armamenti di ogni genere, corazze, scettri, accessori vari, minuterie<br />

fantastiche...." Nino D'Antonio, cataloghi Mostra Personale "Passato, presente e futuro".<br />

".....In tutto questo si trova l'uomo. Ecce homo! Un uomo, oppure strade o vicoli. Il suo aspetto, in<br />

particolare nel viso, è duro senza individualità...." "....L'idea diventa quadro, senza intenzioni<br />

letterarie. L'espressione di <strong>Gambedotti</strong> e tutta da vedere". Friedhelm Rottger, in occasione della<br />

mostra alla Kunstgaiene Esslingen.


PIERLORENZO BASSETTI TESSUTI Via delle Botteghe Oscure 44 ROMA _ www.pierlorenzobassetti.com - CANDIES&CAKES couture 48 _ http://www.candiescakescouture.com<br />

immediate rivelazioni<br />

“<br />

Cosa conferisce ad una società l’attributo di “mistico”? La sua filosofia di business, la struttura<br />

operativa o la famiglia fondatrice? Nel caso di <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong>, amministratore della<br />

nuova realtà imprenditoriale che porta il suo nome, tutte e tre. Si tratta di un processo in<br />

costante evoluzione dove si coltiva l’ambizione di creare tessuti che parlino il linguaggio antico<br />

dell’eleganza e del buon gusto. Tessuti pregiati si susseguono allineati nelle stanze di uno<br />

storico palazzo situato in Via delle Botteghe Oscure 44. Srotolati sui banconi i tessuti<br />

raccontano la magia delle confezioni d'alta moda, dei tessuti da sposa declinati in ogni<br />

espressione, così come quelli per la sartoria maschile. Grande spazio è dedicato ai tessuti per<br />

l'arredamento e alla biancheria per la casa. <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> Tessuti conserva oggi intatta<br />

l'alta qualità che ha fatto di questa azienda un punto di riferimento per una infinita moltitudine di<br />

giovani talenti della moda così come per le griffes consacrate a livello internazionale. Altrettante<br />

le premesse in materia di business, struttura operativa e famiglia d'arte <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong><br />

amministratore di Italian Fashion Company e design del nuovo brand " Candies&Cakes<br />

couture" coniuga Food e Fashion realizzando una collezione tutta da gustare dal tempo libero<br />

all'alta moda tutta rigorosamente "Made in Italy" a garanzia e rispetto del quale fa esclusivo<br />

utilizzo dei tessuti di <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> Tessuti ubicato a se adiacente in Via delle Botteghe<br />

Oscure. Dal filato al tessuto per <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> e dal tessuto al capo finito per <strong>Marco</strong><br />

<strong>Gambedotti</strong>; due anelli nella stessa catena creativa che vede uniti tradizione, innovazione,<br />

creatività e design tutti concetti da sempre riconosciuti nel mondo come eccellenze italiane. Già<br />

molti personaggi noti hanno scelto di indossare " Candies&Cakes couture" sia nel tempo libero<br />

che nelle occasioni ufficiali che li vedono protagonisti. Ma non è finita qui... <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong>,<br />

già partner qualificato di grandi produzioni cinematografiche, teatrali e televisive nazionali ed<br />

internazionali, vede oggi rinnovata la propria, indiscutibile, leadership; a tal fine non possiamo<br />

non citare le collaborazioni attuali con “ Project Runway”, “ Sanremo”, “ Tale e quale show”,<br />

“ C'è posta per te”“ Uomini e donne”,“ Italian got talent”“ X Factor-Project Runway Italia”a<br />

breve in onda su Fox Life, solo per citarne alcune. Interprete della bellezza senza tempo, la<br />

" <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> Tessuti" crede nelle forme e nei tessuti che assicurano benessere.<br />

Arreda la casa, l’ufficio, lo spazio pubblico e il viaggio assicurando qualità e design Made in Italy.<br />

Affacciati su grandi vetrine, a pochi passi da Piazza Venezia, centro della Capitale, i nuovi<br />

concept " <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> Tessuti" e " Candies & Cakes couture" non sono semplici<br />

showroom, ma affascinanti scenari dove i clienti possono avvicinarsi al prodotto “vivendo” una<br />

vera e propria esperienza che coinvolge tutti i sensi.<br />


Febersnc<br />

ASSEMBLAGGIO FONDI E LAVORAZIONE CALZATURE<br />

di Pacioni Berio & C._ Via Gian Lorenzo Bernini, 32 _ 62010 Trodica Macerata T. 0733 564396


AMMINISTRATORE<br />

World Service s.a.s.<br />

la comunicazione pensata<br />

EDITORE<br />

Donna Impresa Magazine<br />

PRESIDENTE NAZIONALE<br />

Donna Impresa<br />

PRESIDENTE<br />

Aziende Associate<br />

PRESIDENTE<br />

Di.Donna International<br />

International Association<br />

Women Entrepreneurs<br />

and Business Leaders<br />

Employment, Social Affaire<br />

& Equal Opportunities<br />

Valeriana Mariani<br />

indossa un abito<br />

della Fashion designer<br />

Roberta Razzano<br />

Hair Style<br />

Gianni Nicolai<br />

<strong>DONNA</strong> <strong>IMPRESA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> - MILANO - ROMA - TORINO - FIRENZE - SIENA<br />

BOLOGNA - VERONA - UDINE - NAPOLI - GENOVA - CATANIA - VERONA<br />

VENEZIA - PESCARA - AOSTA - MATERA - REGGIO CALABRIA - PALERMO - BARI<br />

PERUGIA - ANCONA - SALERNO - VARESE - PORTO SAN GIORGIO - ITALY<br />

E' intelligente<br />

ma non si applica<br />

Se si spiegano le cose in maniera tale che nessuno possa<br />

non capire, qualcuno non capirà.<br />

rubrica a cura di Valeriana Mariani<br />

E’ giunto il momento affinché, fra le tante innovazioni, fra le<br />

tante affermazioni, fra le tante battaglie, si ricrei una moderna<br />

amalgama della comunicazione, del fare e dell’agire. Occorre<br />

che i valori dei generi si integrino, senza scimmiottarsi.<br />

Occorre educare le nuove generazioni ad un nuovo modello<br />

gerarchico che veda alla pari ogni essere umano, eliminando la<br />

diversità in quanto discriminazione, ma facendola diventare accrescimento. Solo così si<br />

potrà avere una svolta e si tornerà a crescere in un mondo civile: la società del futuro si<br />

fonda sull’esistenza e compatibilità, oltre che necessità, di considerare l’integrarsi di due<br />

mondi diversi elemento imprescindibile di progresso. Bisogna vedere la “differenza come<br />

ricchezza” e che questa differenza, quella di genere, che si moltiplica non con la<br />

sostituzione dei generi ma insegnando che l’affiancamento del modo di pensare e di<br />

agire al femminile, non solo è compatibile ed integrante all’attuale cultura aziendale<br />

maschile, ma crea quell’innovazione che può determinare il salto di qualità e la<br />

competitività sui mercati. La presenza femminile nei settori produttivi ha costituito e<br />

costituisce una straordinaria fonte di vitalità e innovazione per il sistema Italia che ha<br />

dimostrato di essere capace di rinnovarsi e di competere sui mercati internazionali in via<br />

del tutto spontanea nonostante l’inadeguatezza e l’assoluta mancanza di strumenti<br />

normativi idonei ad assecondarne il rinnovamento. Le caratteristiche peculiari dei<br />

manager del nuovo millennio saranno dunque da ricercarsi nella capacità di affrontare la<br />

complessità e il nuovo, l’etica nel lavoro, la capacità di condividere le responsabilità<br />

valorizzando i propri collaboratori, la capacità di apprendere e semplificare, di trovare<br />

soluzioni e condividerle con gli altri (...)<br />

Valeriana Mariani<br />

www.donnaimpresa.com 25


La cura dei particolari, la concretezza, l’ordine e la diligenza: fattori indispensabili per il<br />

raggiungimento degli obiettivi. Personalmente trovo inconcepibile che ancora oggi si parli di<br />

“leadership al femminile”, che di solito si intende il modo in cui le donne agiscono la leadership o, in<br />

altri termini, lo stile di leadership che caratterizza il genere femminile e non di “leadership<br />

femminile”. Il presupposto è che la leadership di declini diversamente a seconda del genere, cioè<br />

che le donne abbiano un modo diverso di essere leader dagli uomini. Questo è un argomento su<br />

cui esistono varie opinioni: c’è chi come me ritiene ancora che la personalità, storia individuale e il<br />

background (sociale, culturale, ecc.) pesino più del genere nel determinare lo stile di leadership e<br />

c’è chi, diversamente, pensa invece che il genere dia una connotazione molto forte al<br />

comportamento del leader. Non è una questione così banale. Immaginate di voler aumentare la<br />

diversità all’interno di un consiglio di amministrazione i cui membri siano solo uomini, provengano<br />

dall’establishment, siano laureati in economia o in legge nelle migliori università. Potete scegliere<br />

tra una donna che ha fatto gli stessi studi e proviene dallo stesso background (bocconiana, master<br />

alla Columbia University, posizioni di rilievo nel mondo finanziario) professionale degli altri membri<br />

o uomo che di background e formazione diversa. Chi scegliereste? Chi potrebbe meglio salvare<br />

questo ipotetico CdA dalle insidie del groupthink (cioè dalla tendenza a conformarsi a un punto di<br />

vista dominante)? I tempi sono maturi perché si scelga chi sa porsi in modo deciso, chi sa<br />

chiedere quando ritiene di meritare di più. A prescindere.<br />

Donne ed ostacoli:<br />

eseiltallone<br />

d’Achille fosse solo<br />

nella nostra testa?<br />

Se ci sono davvero degli ostacoli da superare, quelli risiedono nella paura di rischiare che di solito<br />

le donne hanno più degli uomini (non si costruisce il potere senza rischiare qualcosa e uscire dalla<br />

propria comfort-zone) e nella scarsa capacità di un networking professionale in modo intenzionale<br />

e strategico. Spesso le donne tessono relazioni nel privato e non lo fanno invece in campo<br />

professionale. Le relazioni sono un modo di costruire potere, alleanze e tutto ciò che supporta il<br />

raggiungimento degli obiettivi. Senza un buon network, è noto, si è tagliati fuori dalle decisioni e<br />

dalle informazioni che contano. Ma anche: essere parte di un network professionale crea un<br />

legame psicologico forte col lavoro. le donne devono diventare resilienti anche nel contesto<br />

lavorativo. Il perseguimento del potere comporta anche sconfitte brucianti che arrivano dopo<br />

grandi sforzi. Alla lunga, vince chi non si fa scoraggiare e ricomincia, cioè chi pensa al prossimo<br />

gol e non a quello che ha appena subito. Ultimo impedimento, forse il più interessante, è quello<br />

relativo al “fare squadra”; pensare di cambiare le dinamiche del potere senza una squadra<br />

compatta è un’idea che non tiene conto, appunto, delle dinamiche di potere. Se oggettivamente vi<br />

sono delle difficoltà, queste risiedono innanzi tutto nel non riuscire, noi tutti, uomini e donne, ad<br />

inventarci nuove possibilità, percorrere strade a volte secondarie, più difficili e rischiose, ma di<br />

grande libertà e autonomia. E sebbene pure oggigiorno il “fare impresa” in Italia di fatto equivale a<br />

un’attività di equilibrismo in cui si è obbligati a barcamenarsi fra mille adempimenti burocratici e<br />

problemi nel disperato tentativo di ritagliarsi del tempo per il lavoro vero e proprio, oltremodo<br />

vessati da vincoli e tasse e con una situazione esterna che non favorisce flessibilità, creatività e<br />

innovazione, vero anche che il piangerci addosso non è da ritenersi uno degli atteggiamenti<br />

mentali fondamentali per un business fiorente e di successo. Se fare impresa oggi è davvero<br />

“un'impresa”: noi ripensiamo il modo di farla. Credo fermamente che sia fondamentale riscoprire il<br />

valore del fare economia, oggi ridotto a mera monetizzazione. Dobbiamo considerare che le<br />

risorse del pianeta non sono infinite e che il bene comune è parte integrante del sistema<br />

economico. Quelle che sono infinite, sono le nostre possibilità circa la capacità di ciascuno di noi di<br />

ripensare ad un nuovo stile di vita che ci allontani dalla seduzione del doverci innalzare al di sopra<br />

di tutti e tutto, al di sopra ed al di fuori dall’essenza di noi. Sta a noi svezzarci e renderci<br />

indipendenti, di sentirci liberi dai nostri autosabotaggi, dalle convinzioni che ci limitano.<br />

Soffitti a cielo<br />

aperto:<br />

qui-e-ora.<br />

L’uguaglianza nella<br />

differenza: casi<br />

virtuosi.<br />

Le mie donne<br />

Nella foto: Valeriana Mariani indossa una creazione di Giuseppe Perri. Hair Stilyst e<br />

Regia Giuseppe Fata, MakeUp Dario Caminiti. Sullo sfondo, una tre gigantesche opere<br />

scultoree dell'artista Paola Epifani, in arte Rabarama, collocate presso il Lungomare<br />

Falcomatà di Reggio Calabria: Trans-lettera (bronzo dipinto bianco/nero, 2000).<br />

www.donnaimpresa.com 27


Le mie donne<br />

IRENE<br />

La mia interlocutrice è Irene Pivetti. Una donna forte, schietta e determinata, quanto basta.<br />

Quanto basta per rendersi immediatamente conto che con lei le chance devi guadagnartele,<br />

a prescindere dal genere, a prescindere dallo status, a prescindere. E’ quel tipo di donna<br />

capace di essere un'amica sincera, ma all'occorrenza, anche una formidabile avversaria. Ha il<br />

carattere della leader, è combattiva, ma sa chinare la testa quando lo ritiene opportuno, e mai<br />

per remissività. Istintiva, ma non impulsiva, se viene provocata ha una lingua molto tagliente<br />

che può scegliere anche di non tenere a freno, poco le importa esser giudicata spregiudicata.<br />

Se la cava con un sorriso dolcissimo, dopo. Di quelli che ti portano a perdonarle anche il più<br />

audace dei commenti. Il più grande pregio di Irene ma anche il suo più grande difetto penso<br />

sia quello di cercare il lato migliore in ogni persona, e ciò sembrerebbe essere in palese<br />

contrasto con quanto espresso su di lei fino a questo momento, eppure non lo è. Riesce, con<br />

la sua imprevedibile dolcezza, a tirare fuori da ognuno, le cose più belle e a trovare il lato<br />

positivo in ogni situazione, fino a quando ovviamente non le si dia un valido motivo per<br />

abbassare la soglia della fiducia e della meraviglia e guardare la realtà delle cose, e delle<br />

persone, sulla base di criteri non manifesti, ma tangibili. E' una scelta morale. Irene Pivetti<br />

non è una donna che ha bisogno di presentazioni vista anche la notorietà per i trascorsi<br />

politici e l’impegno a favore della internazionalizzazione del made in Italy attraverso il<br />

progetto “Only Italia” di cui è Presidente e che ha catturato la leadership nel progetto di<br />

trasformazione globale, tuttavia ho voluto introdurre quanto ci appresteremo a leggere<br />

essenzialmente per due motivi: il primo, per vanità. Il fatto che abbia deciso di dare continuità<br />

ai nostri incontri mi fa sentire privilegiata. Non penso che sia così scontato piacerle. Il<br />

secondo è che, pur mantenendo un senso di ospitalità ammirevole ed un essere<br />

gradevolmente informale nell’atteggiamento e nella dialettica, anche più volte sconfinata in<br />

rapidi excursus che poco avevano a che fare con il leit-motiv dell’intervista ma che si sono<br />

resi indispensabili al fine della corrispondenza empatica, non si è sottratta dal dirmi che<br />

dovevo sacrificare il mio barocchesco pourparler arzigogolato e ridondante ad un<br />

interloquire contemporaneo senza troppi fronzoli e imbellettamenti e dal farmi percepire, con<br />

lo sguardo qualcosa del tipo “… dai, che tanto ci siamo capite”. Il suo “... stringi stringi”<br />

proferito con un sorriso appena accennato mi è parso come qualcosa di particolarmente<br />

intimo, in quel momento avevamo compreso entrambe qualcosa di importante: lei poteva<br />

sentirsi libera di esprimere la sua necessità a congedarmi anche frettolosamente vista<br />

l’agenda che le imponeva ritmi faticosissimi sulla consapevolezza che io non mi sarei offesa.<br />

Ci sono livelli di comprensione, più alta, dove le persone si incontrano. Oppure no. Che dire<br />

ancora: credo che nella vita avere una passione, un obiettivo per cui lottare, forza di volontà,<br />

crederci ed essere determinati, mettersi in gioco, siano gli ingredienti di una formula magica<br />

per ottenere risultati stra-ordinari ma che a prescindere dall’obiettivo (che sia nello sport, nel<br />

lavoro piuttosto che nella vita di tutti i giorni), l’unica cosa che davvero ci renda tali sia il<br />

chiederci cosa merita i nostri sacrifici e come possiamo rendere speciale la nostra vita e<br />

quella degli altri. Il resto è tempo perso. Scuse, alibi, chiacchiere, alienazione. Centrarci<br />

dunque, riportando dentro di noi le scelte e la responsabilità dei risultati è l’unico modo di<br />

trovare tutto ciò di cui abbiamo bisogno; i grandi uomini della storia d’altronde non avevano<br />

risorse economiche, avevano situazioni culturali spesso avverse, avevano tutti contro, erano<br />

spesso derisi. Cartesio, Leonardo da Vinci, Newton, Tesla, <strong>Marco</strong>ni, Lincoln, Ghandi,<br />

Churchill, Madre Teresa, Steve Jobs, Harley e Davidson, Bill Gates, e ne potremmo citare<br />

decine o centinaia. Tutti accomunati da qualcosa, quel qualcosa che noi chiamiamo<br />

passione, volontà, vision e determinazione incrollabile. Certo, anche dal genio. Non di meno,<br />

il considerarsi parte di un universo in cui "esistere" sulla base del rispetto delle diversità<br />

biologiche e culturali ma soprattutto sul credere fermamente che ogni loro azione potesse<br />

fare la differenza. Invece di passare il tempo a spiegare perché oggi è così difficile<br />

raggiungere un traguardo, perché non si possono fare certe cose, perché “era meglio<br />

prima”… chiediamoci quanta, della nostra passione mettiamo in campo, quanto siamo<br />

disposti a dare di noi e cosa possiamo fare per fare la differenza ogni giorno, per rendere<br />

migliore noi stessi, il nostro lavoro e l’ambiente intorno a noi.<br />

PIVE TTI<br />

ORGANIGRAMMA " ONLY ITALIA"<br />

* Presidente: Irene Pivetti<br />

* Vicepresidente: Biagio Cerrato<br />

* Amministratore: Stefania Villa<br />

* Organo di valutazione: Michele Di Franco . Donato Nitti<br />

Fernando Memoli<br />

* Presidente Only Italia Academy: Elisabetta Amore<br />

* Segreteria e Ufficio Stampa Antonella Pitrelli info-press<br />

06.68408111 ufficiostampa@irenepivetti.it<br />

www.only-italia.it<br />

www.donnaimpresa.com 29


A partire dal suo inizio nel 2007, la crisi economica<br />

mondiale ha rischiato almeno tre volte di sfociare in un<br />

crollo totale: nell’autunno del 2008, dopo il fallimento di<br />

Lehman Brothers e il panico sui mercati finanziari, nei<br />

primi mesi del 2009, appena prima del varo del primo<br />

quantitative easing e, di nuovo, a cavallo tra il 2011 e il<br />

2012, all’apice della crisi del debito in Europa. Le<br />

politiche “tappabuchi” avviate in ciascuna di tali occasioni<br />

hanno evitato il blocco totale dei mercati finanziari, e<br />

quindi anche del sistema economico mondiale, che<br />

avrebbero portato a scenari da terza guerra mondiale.<br />

Ma nonostante le iniezioni senza precedenti di liquidità, e<br />

un periodo mai così protratto di interessi reali a zero,<br />

l’economia, dopo più di cinque anni di crisi, continua a<br />

essere moribonda in Europa, stagnante in termini reali<br />

nella maggior parte del resto del mondo e in forte<br />

rallentamento nei paesi emergenti. I responsabili delle<br />

politiche economiche mondiali non si sono finora<br />

distaccati dagli strumenti politici che sono un dogma del<br />

neoliberismo: la politica monetaria intesa come<br />

toccasana per ogni problema, l’austerità fiscale mirata in<br />

primo luogo a diminuire l’incidenza del costo della<br />

manodopera su quello complessivo di produzione. Il<br />

quadro che abbiamo tracciato qui sopra, pur limitandosi<br />

agli sviluppi degli ultimi mesi, parla chiaramente di una<br />

situazione globale costantemente esposta al rischio di un<br />

crollo e che nel migliore dei casi porterà solo al vicolo<br />

chiuso di una lunga stagnazione. L’incapacità del potere<br />

politico ed economico di andare al di là della ripetizione<br />

automatica dei vecchi modelli, così come l’inefficienza<br />

delle sue azioni, sono ormai evidenti da lungo tempo e la<br />

sfiducia che generano in tutto il mondo è senz’altro uno<br />

dei fattori che hanno portato negli ultimi due anni milioni<br />

di persone a protestare a livello globale nelle forme più<br />

varie e nei paesi più disparati. Quella che sta gestendo la<br />

crisi non è più semplicemente una burocrazia, ma è<br />

diventata una vera e propria “bancarottocrazia”, come la<br />

ha definita giustamente l’economista greco Yanis<br />

Varoufakis. Fra vecchie classi dirigenti che continuano a<br />

fare il loro canto del cigno nonostante lo stato vegetativo<br />

(a voler essere ottimisti) in cui soggiace la comunità<br />

internazionale e le nuove leadership che stanno<br />

avanzando prepotentemente, qualcuno in Italia, sulla scia<br />

del “Poveri ma belli” il titolo di un vecchio film di Dino Risi<br />

che ha simboleggiato la storia del costume italiano, ha<br />

pensato di cogliere opportunità commerciali in un<br />

continente, quello asiatico, intenzionato a scrollarsi di<br />

dosso lo status di “catena di montaggio”. Lo sfruttamento<br />

delle opportunità commerciali attraverso un uso efficiente<br />

delle risorse è di fatto al centro della missione odierna in<br />

Cina proposta da Only Italia il cui obiettivo generale è<br />

promuovere la crescita e la competitività dell'industria<br />

italiana valorizzando meglio le potenzialità di crescita dei<br />

paesi terzi, nella fattispecie l'economia in espansione<br />

della Cina. La missione intende inoltre rafforzare la<br />

cooperazione economica e aiutare le imprese italiane ad<br />

accedere al mercato cinese sulla base di nuove priorità<br />

della politica cinese che puntano sul benessere della<br />

popolazione (negli ultimi anni si è parlato anche di<br />

“felicità”), sull'assoluta priorità da dare al rafforzamento<br />

dello sviluppo sociale. La vecchia concezione di vita va<br />

via via disperdendosi dunque, anche con un certo senso<br />

di fallimento rispetto a quello che non è riuscita ad<br />

ottenere: l'inquinamento e la devastazione ambientale<br />

sono cresciuti a livelli mostruosi, il gap dei redditi è<br />

diventato uno dei più gravi del mondo, la corruzione non<br />

è stata per nulla abbattuta ed è diventata uno dei<br />

problemi più gravi che minacciano la legittimità del<br />

partito. Da questo punto di vista la leadership uscente<br />

lascia una Cina che è cresciuta enormemente ma nella<br />

quale sono anche cresciuti enormemente i problemi:<br />

un'eredità grandiosa e al tempo stesso terribile alla<br />

nuova leadership che adesso dovrà prenderla in mano.<br />

Ciò nonostante, secondo diversi economisti cinesi,<br />

mentre gli Stati Uniti sono stati danneggiati seriamente<br />

dall’inizio della crisi, in Cina lo scenario negativo sta<br />

svolgendosi più lentamente, dando in questo modo al<br />

governo e al settore industriale di sviluppare una<br />

strategiadimercatopiùeffettivaealungo termine.<br />

Only Italia: progetto di<br />

promozione del made in<br />

Italy nato su iniziativa di<br />

Irene Pivetti che si è<br />

fatto strada nel mercato<br />

del Drago.<br />

L’obiettivo è quello di fornire un modello di<br />

business che permette alle aziende<br />

italiane di ottenere visibilità. Non più<br />

aziende italiane che si affacciano<br />

impreparate su un mercato sconosciuto,<br />

dunque, bensì un sistema che mette a<br />

disposizione le competenze di un team di<br />

esperti italiani e cinesi che uniscono le<br />

forze per lanciare in Cina prodotti italiani.<br />

Il criterio per partecipare? Prodotti italiani<br />

al 100%.<br />

Cito testualmente, Irene “La missione di Only Italia è cavalcare la<br />

crisi per trasformarla in opportunità capovolgendo le logiche<br />

conservative e le strategie giocate in difesa a favore di un<br />

approccio efficace ed aggressivo ai mercati emergenti e<br />

abbandonando l'idea che essi rappresentino una minaccia per<br />

concorrenza spesso sleale. L'export del Made in Italy in Cina è<br />

un'opportunità di crescita per le aziende della rete”. Opportunità<br />

concrete di internazionalizzazione, dunque ...<br />

Si. La nostra è una missione che rientra nella serie delle "Missioni per<br />

la crescita" finalizzate ad aiutare le imprese italiane, in particolare le<br />

piccole e medie imprese, ad accedere e trarre profitto dal mercato<br />

asiatico, ed in particolare cinese, nonché approfondendo la<br />

cooperazione politica bilaterale in diversi settori al fine di incentivarne<br />

sviluppo e la competitività. Only Italia raccoglie ricerche, analisi di<br />

rischio e previsioni nel breve-medio periodo sul continente asiatico e<br />

sulla Cina, e risponde all’esigenza di fornire uno strumento alle<br />

imprese italiane che si affacciano su quei mercati, che stanno<br />

valutando le strategie d’ingresso oppure che sono già presenti con<br />

investimenti e che necessitano perciò di informazioni aggiornate e di<br />

prospettiva sulla politica, l’economia, il business environment e le<br />

opportunità legate all’ambiente ed alle energie pulite, al settore<br />

sanitario, alimentare e bevande, macchinari, automotive, retail e<br />

distribuzione, beni di lusso, chimico. L’originalità - e qui sta il nostro<br />

più incisivo contributo - è che si tratta di un rapporto di carattere<br />

previsionale, non una mera fotografia dello status quo. Tuttavia,<br />

l’osservazione di tendenze storiche ed una solida conoscenza del<br />

contesto attuale ci hanno consentito di sviluppare e proporre gli<br />

scenari qui esposti. Fino a poco tempo fa la Cina rappresentava<br />

soprattutto una piattaforma di produzione, approvvigionamento ed<br />

esportazione, oggi è sempre più rilevante quale fonte di investimenti<br />

diretti esteri e per il fatto che vi risiede una popolazione dinamica ed<br />

imprenditoriale che rappresenta un quinto del pianeta ed ha la<br />

possibilità di studiare, viaggiare, investire e lavorare all’estero.<br />

Altro grande elemento di novità che offriamo è la possibilità di testare i<br />

prodotti: il feedback è immediato, i clienti toccano con mano il<br />

prodotto e, in base alle vendite, capiamo anche quali sono i loro gusti.<br />

Nel contempo, le location particolari di cui disponiamo, facilmente<br />

raggiungibili da ogni angolo della Cina, permettono di attrarre gli<br />

operatori commerciali, i buyer. Le aziende italiane aderenti hanno la<br />

possibilità di vendere il proprio prodotto, adeguatamente<br />

sponsorizzato, in grandi corner multimarca dedicati presso grandi<br />

catene di distribuzione, prime per importanza in Cina e tra le più<br />

rinomate a livello mondiale.<br />

Con quale criterio selezionate le vostre aziende?<br />

I criteri di selezione sono sostanzialmente due: i prodotti devono<br />

essere retail e made in Italy al 100%. Parliamo principalmente di<br />

moda, gioielleria e bigiotteria, cosmetici e anche di gastronomia.<br />

Inoltre, quando l'azienda ci propone i suoi prodotti, noi chiediamo un<br />

feedback sulla base della valutazione visiva del prodotto e sulla fascia<br />

di prezzo direttamente, aiutando in questo modo la società a puntare<br />

su determinati prodotti piuttosto che altri.<br />

Promozione dei brand italiani, dunque, ma sono solo marchi di<br />

lusso?<br />

Noi miriamo a quel target che è rappresentato dal numero sempre<br />

crescente di cinesi che ambiscono al prodotto italiano, non<br />

necessariamente rappresentato da marchi noti. Non parliamo quindi<br />

di lusso nel senso stretto del termine, quanto piuttosto di prodotti di<br />

qualità e di fascia medio-alta.<br />

Perché la Cina è così interessata al made in Italy?<br />

Il Made in Italy ha un forte appeal sul consumatore cinese e ciò vale<br />

anche per cibo e vino, prodotti evocativi dello stile di vita italiano,<br />

sebbene ancora percepiti principalmente come status symbol.<br />

Fortunatamente, in Italia abbiamo ancora la capacità di far percepire<br />

all'estero il pregio dei nostri prodotti. Oggi, per il consumatore di<br />

fascia medio-alta cinese, il prodotto made in Italy è sinonimo<br />

innanzitutto di qualità, ed in secondo luogo è evocativo di un certo<br />

stile di vita, quello europeo, che ha il fortissimo potere di attrarre<br />

clienti. Dei nostri prodotti agro-alimentari i cinesi apprezzano in modo<br />

particolare le garanzie relative alla sicurezza alimentare, assicurate<br />

dalla normativa italiana in materia. E', questo, un tema molto sensibile<br />

in un paese in cui si sono verificati scandali relativi a casi di<br />

intossicazione e contraffazione alimentare che hanno avuto una forte<br />

risonanza nell'opinione pubblica. Altro aspetto molto importante per i<br />

cinesi è l'autenticità, che noi possiamo garantire in quanto lavoriamo<br />

a diretto contatto con i produttori, accorciando pertanto la filiera e<br />

Li Jianping e Irene Pivetti, nominata Presidente di Italy China Friendship Association.Giugno 2013<br />

“Finalmente<br />

scesa dal “banco<br />

degli accusati”,<br />

l’industria cinese è<br />

passata dalla<br />

copia alla cultura<br />

del branding,<br />

investendo in<br />

innovazione<br />

tecnologica e<br />

scegliendo di<br />

competere sui<br />

mercati di alta<br />

gamma. Il<br />

Florentia Village:<br />

outlet a nord di<br />

Pechino con le<br />

grandi firme della<br />

moda italiana in<br />

una città<br />

immaginaria che<br />

riproduce un finto<br />

Colosseo, finte<br />

case fiorentine e<br />

finti canali<br />

veneziani, lo<br />

dimostra.”<br />

selezionando le produzioni migliori e più adatte al mercato cinese, sia<br />

nella fascia entry level sia nell'alto di gamma.<br />

Altri progetti di promozione dei marchi italiani in Cina sono falliti.<br />

Qual è stato il vostro punto di forza?<br />

Nel nostro progetto sono presenti tre importanti elementi di<br />

innovazione. Il primo è che Only Italia ha un network fortemente<br />

integrato con le strutture governative e con i canali commerciali della<br />

Repubblica Popolare Cinese. Potrà sembrare meno “eroico” agli<br />

imprenditori italiani, però funziona. Altro punto di forza è che siamo<br />

consapevoli del fatto che il made in Italy ci difende bene, ma non è il<br />

caso che ce ne stiamo seduti sugli allori: è assurdo pensare che il<br />

made in Italy in Cina “si vende da solo”, per così dire… c'è bisogno di<br />

un marketing specifico per quel mercato, i consumatori cinesi<br />

vogliono il prodotto italiano nella sua unicità, o piuttosto un prodotto


prodotto italiano adattato alle caratteristiche del mercato cinese.<br />

Sarebbe un grave errore per l’azienda italiana pensare che i propri<br />

prodotti avranno successo solo perché di qualità. Pensiamo ad un<br />

aspetto banale, ma fondamentale, come le taglie: abbiamo assistito alle<br />

difficoltà di eccellenti aziende italiane produttrici di scarpe che non<br />

vendevano perché la forma dei piedi dei cinesi è diversa, o piuttosto<br />

perché i tagli degli abiti mal si adattavano alla conformazione fisica della<br />

popolazione. Spesso abbiamo difficoltà a far capire alle aziende italiane<br />

che c’è sempre da fare un lavoro di marketing: il made in Italy è la spinta<br />

iniziale, ma il prodotto va adattato secondo il gusto del consumatore<br />

finale. E’ dunque questo “fare sistema” aggregando produttori che<br />

offrono una selezione delle eccellenze Made in Italy con la<br />

consapevolezza che per affrontare un mercato enorme e complesso<br />

come quello cinese la strategia vincente sia fare massa critica, ovvero<br />

unire le forze e presentarsi compatti piuttosto che disperdere energie e<br />

risorse procedendo per tentativi da parte di tanti singoli produttori, a<br />

decretare le sorti di questo nostro progetto. Terzo punto di forza è<br />

rappresentato dalla piattaforma di penetrazione commerciale che si<br />

avvale di proprie licenze di importazione e distribuzione, in modo da<br />

poter controllare l'intera filiera al fine di arrivare competitivi sul mercato, e<br />

di uffici, show room, punti vendita (la rete di vendita Only Italia ha a<br />

disposizione 9.000mq di aree adibite all'esposizione di abbigliamento e<br />

fashion Made in Italy ed una logistica integrata basati in Cina e gestiti da<br />

management italiano). La nostra rete commerciale, attualmente in via di<br />

ulteriore potenziamento, si rivolge a ricerca, distribuzione, retail al fine di<br />

offrire un paniere di prodotti quanto mai vario e rappresentativo del Made<br />

in Italy e privilegiando produzioni dall'eccellente rapporto qualità-prezzo<br />

e che possano quindi essere competitive nel mercato cinese.<br />

E’ appena rientrata da una missione in Cina, dove ha presentato il<br />

Global Fashion Design Center. Di cosa si tratta?<br />

Global Fashion Design Center sarà un grande spazio interamente<br />

dedicato a Design, Fotografia, Moda, Nuove Tecnologie, tutto all’insegna<br />

del Made in Italy, che nascerà all’interno del Feng Jing Shopping Center,<br />

distretto commerciale alle porte di Shanghai, città simbolo del<br />

vertiginoso sviluppo dell’economia cinese. Lo abbiamo presentato in<br />

Cina lo scorso 11 gennaio, con una conferenza stampa e un Gala che<br />

hanno riscosso molto successo, sia con gli investitori che con i media<br />

cinesi. GFDC rappresenta la prima pietra di un disegno molto ambizioso:<br />

creare una solida partnership tra imprese italiane e cinesi finalizzate alla<br />

promozione del Made in Italy. Il progetto nasce dalla collaborazione tra<br />

Only Italia, ZonFA Commercial Management Group, importante gruppo<br />

cinese, e Firmati & Griffati. Sono particolarmente orgogliosa di avere<br />

avuto il sostegno del Consolato Italiano di Shanghai e dell’ICE. La<br />

delegazione italiana di Only Italia era costituita da Maurizio Riccardi,<br />

AGR Press e Archivio Riccardi; Carmine Marinucci, General Secretary di<br />

AICI, Italian Institute of Culture Association; Flavio Corradini, Rettore<br />

Università di Camerino; Raoul Carbone, presidente di VIGAMUS The<br />

Video Game Museum of Rome. Una Delegazione importante, composta<br />

da esponenti del mondo dell’Impresa, della Comunicazione e delle<br />

Università italiane, che curerà i vari progetti del Global Fashion Design<br />

Center, che saranno divisi in tre grandi aree: Fashion School and<br />

Laboratories; Photography Laboratory & Museum; Fashion Videogame<br />

Museum. Una sfida che mi entusiasma e che rappresenta una bella<br />

occasione di promozione per le imprese italiane che aderiranno al<br />

progetto.<br />

Sappiamo che il Made in Italy per i consumatori cinesi rappresenta<br />

un vero oggetto del desiderio: sinonimo di Moda, Eccellenza,<br />

Lusso. Cos’è per Irene Pivetti il lusso?<br />

«Il vero lusso è la cultura e soprattutto la cultura del bello. Le nostre città<br />

moderne sorgono sopra e accanto ad edifici di 2500 anni fa. Uno<br />

studente italiano va a scuola in metropolitana passando sotto al nostro<br />

magnifico Colosseo. Una signora italiana fa shopping in mezzo a palazzi<br />

del 1500, non solo a Roma, a FirenzeoaVenezia, ma nelle oltre 200<br />

città d’arte d’Italia. Dall’arte antica viene la nostra cultura del bello, non si<br />

può capire Versace senza conoscere i templi della Magna Grecia, non si<br />

può capire Prada senza conoscere i disegni di Leonardo da Vinci. Per<br />

me la sfida del Global Fashion Design Center è questa: portare la<br />

cultura dell’Italia, un paese dove il bello viene dalla Storia, nel paese più<br />

moderno del mondo, la Cina, dove il bello fa sempre pensare al futuro».<br />

Irene Pivetti con Chen Denghua, Presidente Shanghai<br />

ZONFA Electric Group<br />

Irene Pivetti con Eugenia Palagi<br />

del Consolato Italiano di Sganghai,<br />

Elisabetta Merlino dell'ICE e parte<br />

della delegazione Only Italia<br />

Irene Pivetti con Merlino dell'ICE e la<br />

delegazione italiana a Shanghai<br />

C. Marinucci, M. Riccardi,<br />

Irene Pivetti<br />

Richard Ding, F. Corradini.<br />

Nella foto: Irene Pivetti firma ad Hong Kong l'accordo di collaborazione con<br />

Mr. Lin Zhuoyan, Presidente di China Infrastructure Group".<br />

di Antonella Pitrelli responsabile comunicazione" Only Italia"<br />

e<br />

Only Italia China<br />

Infrastructure<br />

Group firmano una<br />

partnership per portare in<br />

Cina i brand italiani della<br />

moda<br />

Il27 marzo 2014 èstatofirmatoaRomaunimportanteaccordotraOnly Italia<br />

e China Infrastructure Group (International) Limited, finalizzato alla<br />

distribuzione in Cina di brand italiani della moda. La conferenza stampa, cui<br />

saranno presenti Mr. Lin Zhuoyan, Presidente di CG.Intl. LTD e Irene Pivetti,<br />

Presidente di Only italia, si terrà presso l' Auditorium del Museum Ara Pacis.<br />

Only Italia è da anni impegnata a promuovere e distribuire in Cina le imprese<br />

italiane dei più svariati settori merceologici (dalla moda all’enogastronomia,<br />

dall’arredamento al settore del lusso), di cui garantisce e certifica, con il suo<br />

marchio registrato, la qualità e la produzione originale Made in Italy.<br />

China<br />

Infrastructure Group è un importante Gruppo cinese e internazionale, con<br />

base ad Hong Kong, attivo nel settore immobiliare, dell’energia, delle<br />

infrastrutture, che ha deciso di investire nella realizzazione di grandi centri<br />

commerciali, a partire dalla provincia del Guangdong . "Si tratta di un accordo<br />

importante per il nostro Made in Italy. Sono molto orgogliosa di avviare una<br />

partnership con un grande gruppo cinese che vuole investire in Italia, in un<br />

progetto come Only Italia che ha da sempre l’obiettivo di promuovere il made<br />

in Italy, il modo italiano di fare impresa e di creare beni di consumo, brand, ma<br />

anche arte e cultura. La collaborazione con China Infrastructure Group è<br />

finalizzata alla distribuzione e vendita di brand italiani della moda nei loro<br />

grandi centri commerciali in via di costruzione in Cina. Questo accordo –<br />

continua Pivetti - è dunque il coronamento della pluriennale attività di Only<br />

Italia, per l'internazionalizzazione delle imprese italiane in Cina, la distribuzione<br />

dei loro prodotti su un mercato in fortissima crescita, e la promozione del<br />

Sistema Italia".<br />

www.donnaimpresa.com 33


sono con noi:<br />

Camera<br />

Regionale<br />

della<br />

Moda<br />

Calabria<br />

GALLUCCI<br />

MONTEURANO<br />

Only Italia<br />

and China<br />

Infrastructure<br />

Group sign a<br />

partnership<br />

to bring Italian fashion<br />

brand in China<br />

Irene Pivetti ( photo) firm to Hong Kong the partnership with Mr. Lin Zhuoyan, President of China Infrastructure Group".<br />

On March 27, 2014 has been signed in Rome an important agreement between Only Italia and China Infrastructure<br />

Group (International) Limited, finalized to the distribution in China of Italian fashion brand. The press conference,<br />

which will be featured Mr. Lin Zhuoyan, President of CG.Intl. LTD and Irene Pivetti, President of Only Italia, will be<br />

held Auditorium Museum of the Ara Pacis. Only Italia has been working for years to promote and distribute in China<br />

Italian enterprises of various sectors (from fashion to wine, from furnishing to the luxury sector), of which warrants and<br />

certifies, with its registered trademark, the quality and the original production made in Italy. China Infrastructure<br />

Group is an important international and Chinese Group, based in Hong Kong, active in real estate, energy,<br />

infrastructure, who has decided to invest in the construction of large shopping malls, starting from Guangdong<br />

province. "This is an important agreement for our Made in Italy. I am very proud to start a partnership with a major<br />

Chinese group that wants to invest in Italy, in a project like Only Italia that had always the aim of promoting the Made in<br />

Italy, the Italian way of doing business and to create consumer goods, brand, but also art and culture. The<br />

collaboration with China Infrastructure Group is finalized the distribution and sales of Italian fashion brand in their large<br />

shopping centers in China. This agreement - continued Pivetti - is therefore the crowning of many years of activity of<br />

Only Italia, for the internationalization of Italian companies in China, the distribution of their products in a market in<br />

strong growth, and the promotion of the Sistema Italia".<br />

Irene Pivetti e il suo staff in riunione con i partner cinesi di China Infrastrcture Group presso la sede Only Italia di Roma<br />

Bruzzese<br />

1870<br />

stILE D’EpOCA<br />

MARINELLI SRL (Mc)<br />

MADE IN ITALY<br />

dove siamo:<br />

sono stati con noi:<br />

Feber<br />

ASSEMBLAGGIO FONDI E LAVORAZIONE CALZATURE<br />

Studio Leasing<br />

Villa Cesarina<br />

OMEGA:MODEL<br />

FERMO<br />

Camere di Commercio<br />

d'Italia<br />

Presidenza del Consiglio dei Ministri<br />

Dipartimento per le Pari Oppurtunità<br />

O.M.M.<br />

Accademia di BelleArti Fidia<br />

<strong>DONNA</strong><br />

<strong>IMPRESA</strong><br />

magazine<br />

www.donnaimpresa.com<br />

ITALIAN CHAMBER OF COMMERCE<br />

AND INDUSTRY in australia inc.<br />

Assocamerestero<br />

Associazione delle Camere<br />

Italiane all'Estero<br />

<strong>DONNA</strong><strong>IMPRESA</strong><br />

magazine<br />

Consiglio dell’Ordine Nazionale<br />

dei TecnologiAlimentari<br />

International Association Women<br />

Entrepreneurs and Business Leaders<br />

Employment, Social Affaire & Equal<br />

Opportunities<br />

since 2005<br />

PREMIERE<br />

Federazione Nazionale dei<br />

Cavalieri del Lavoro<br />

RADIO<br />

J ack<br />

XING<br />

Presidenza della Repubblica ENIT ente nazionale del turismo EMIRATI ARABI UNITI<br />

Ministero degli Affari Esteri<br />

IDI<br />

Istituto Diplomatico<br />

Internazionale<br />

...iveriviaggi<br />

tornanoconvoi<br />

Via Tintoretto, 7 ss16 _ 63013 Grottammare (AP) - T. 0735 632622 - F.0735 730238 - web: www-estorilviaggi.it Mail:info@estorilviaggi.it


RONCACCI<br />

MARZIA<br />

Marzia Roncacci conduttrice televisiva nel programma del mattino Tg2 Insieme in onda su RAI 2 dalle 10.00 alle 11.00 è<br />

anche alla conduzione della rubrica storica del Tg2 " Costume e società " in onda dal lunedì al giovedì alle 13.30.<br />

Cito testualmente: “nasce a Roma, si laurea in lettere e<br />

filosofia e in geografia alla Sapienza di Roma, insegna al<br />

liceo, è docente in dizione, oltre all'inglese, impara la lingua<br />

araba. Giornalista professionista, cresce in radio come<br />

inviata e conduttrice delle news di RDS, gavetta maturata<br />

anche in tv, giornali locali e nazionali. Autrice di programmi,<br />

passa in Tv, a Rai Due, poi al Tg2 dove lavora nella<br />

redazione di Costume e Società, Medicina 33, e ancora nella<br />

redazione Interni, Esteri. Da qualche anno nella redazione<br />

Economico-sindacale, in cui lavori tanto a tutto tondo: il<br />

direttore Marcello Masi d'accordo con il caporedattore Mauro<br />

Lozzi sono attentissimi a tutte le problematiche reali del<br />

nostro paese che in questo periodo non sono poche e<br />

tantomeno da sottovalutare. Inoltre conduce Tg2 Insieme e<br />

Tg2 Costume e Società. Molte le Storie raccontate per Tg2<br />

Storie. Vince il premio "Media Price 2009", e il premio per la<br />

"Comunicazione e Salute 2010" da parte della federazione<br />

diabete giovanile. Ama la vita e crede nel motto: volere è<br />

potere". Quello che non è stato ancora detto è che Marzia è<br />

reduce di un riconoscimento importantissimo: il Premio<br />

Personalità Europea 2013 e che è, non solo bravissima nella<br />

sua professione, ma anche straordinariamente bella e<br />

simpatica. Bellezza, dovuta precisazione da parte mia, non<br />

stereotipata su quei canoni oramai desueti della avvenenza<br />

fisica senza personalità. Diciamo pure che l’una, sostanzia, o<br />

meglio, dà senso all’altra. Palese che chi svolga una<br />

professione come la sua, debba occuparsi anche<br />

dell'estetica, ma ciò non equivale al dire di lei che questo la<br />

allontani dal prendersi cura della propria interiorità con la<br />

stessa tenacia con cui ci si impegna nella cura del proprio<br />

corpo. Che gli occhi siano lo specchio dell’anima è dato<br />

oramai assodato, e dunque se così è, non posso lesinare<br />

parole di lode, che lungi dall’essere una sorta di opera<br />

celebrativa, sono però significative ai fini del difendere una<br />

sacrosanta verità: ovvero quanto sia determinante, ai fini<br />

della seduzione, l’imparare a conoscersi, a coltivare le<br />

proprie qualità ed a potenziare al meglio le attitudini, a<br />

misurare l'espressività, ad arricchirsi di esperienze<br />

costruttive, dirette ed indirette, ad ampliare i propri orizzonti e<br />

rapportarsi con la realtà attivando le risorse che ciascuno di<br />

noi ha nella sua cantina. E' l'idea, costruita sulla base del<br />

proprio vissuto, che ciascuno di noi ha di se stesso; è quello<br />

cioè che ciascuno di noi crede di essere e di valere e che<br />

determina il rapporto con noi stessi e conseguentemente con<br />

gli altri. La base del fascino è sempre la Personalità... ed i<br />

bei manichini non hanno fascino neanche se hanno le<br />

sembianze di Davide o di Venere.<br />

Le mie donne<br />

" Costume e società" è stato in<br />

assoluto il primo magazine<br />

televisivo in Italia, una specie di<br />

settimanale quotidiano dedicato<br />

agli approfondimenti e alle notizie<br />

di attualità.<br />

www.donnaimpresa.com 37


Grazie all'esperienza ormai decennale del<br />

suo staff costituisce oggi una sorta di terza<br />

pagina filmata del principale quotidiano del<br />

tg2, ovvero il TG2 delle 13,00. Parte<br />

integrante del circuito della comunicazione<br />

culturale del servizio pubblico, è oggi in testa<br />

alla classifica degli indici di ascolto, ciò<br />

grazie alla variegata offerta di tematiche ed al<br />

dinamismo della sua conduttrice Marzia<br />

Roncacci, capace di confrontarsi con viva<br />

intelligenza con le sfide politico-culturali del<br />

Paese e sviluppando visioni innovative per<br />

un mondo in maggiore armonia e<br />

conseguentemente più umano, che<br />

contempli la bellezza quale elemento<br />

essenziale della nostra crescita morale ed<br />

economica. Ampi spazi vengono dedicati al<br />

merito inteso come leva del progresso<br />

sociale e civile, in altri termini, alle cosiddette<br />

“eccellenze” consapevole che valorizzare i<br />

migliori in tutti i campi è giusto e soprattutto<br />

necessario, perché la società di oggi e quella<br />

che domani sarà dei nostri figli ha bisogno di<br />

eccellenti professionisti, imprenditori,<br />

politici, tecnici, scienziati, studiosi; e non<br />

solo perché operino al meglio ciascuno nel<br />

proprio settore, ma anche perché con la loro<br />

azione, con il loro esempio, con i loro scritti,<br />

con il loro insegnamento trasmettano alle<br />

nuove generazioni, al più alto livello<br />

possibile, il nostro patrimonio culturale. Non<br />

di meno attenta l'indagine sul significato di<br />

identità che è la radice della nostra esistenza,<br />

la radice della nostra vita. Dove abita il cuore,<br />

coperto d’emozione e d’innocenza. D’attese<br />

e di ricerche. Di parole e di tempo. L’identità<br />

è un passaggio d’uomini e di virtù, un tempo<br />

di ricordi e di conquiste, un luogo infinito di<br />

conoscenza verginale e passionale,<br />

pascolato, giorno dopo giorno, da poeti e<br />

non. L’identità è il saluto d’una madre dal<br />

balcone di casa, nel bagliore del giorno che<br />

nasce, per il figlio che vola lontano, per un<br />

semplice tozzo di pane; è il triste inventario<br />

di volti che hanno vissuto mille momenti di<br />

vita. L’identità è tormento e responsabilità,<br />

disperazione e convincimento, passione e<br />

commiserazione. Questo racconta Marzia, e<br />

molto altro ancora. Racconta di che cosa sia<br />

un giorno dinnanzi all’eternità. E cos’è<br />

l’eternità innanzi ai nostri occhi: sacco mai<br />

colmo di giorni, un’invenzione dei giorni,<br />

degli attimi, degli anni, di quella minuziosa,<br />

metodica, sistematica collezione di tempi che<br />

chiamiamo Storia. E racconta di memoria,<br />

quel vecchio scantinato del tempo,<br />

impolverato, imbiancato, dal puzzo a volte<br />

asfittico di muffa. Ma i tempi, si sa, si nutrono<br />

di fatti di misfatti e di disfatti; volano leggeri<br />

o si schiantano addosso, macigni,<br />

all’umanità, ed in ogni caso, vanno. Ciò che<br />

resta è l’umanità, schiacciata o sublimata,<br />

che esce dal vortice della storia come<br />

eternità, come riproposizione costante di sé<br />

stessa, coerente come una lastra di granito<br />

apposta sulle sue stesse spoglie mortali.<br />

Compito non facile raccontare la vita. Ma lei<br />

lo fa, ed anche benissimo. E non sono solo io<br />

a dirlo, ma tutti i milioni di persone che le<br />

consegnano fiducia a Marzia condividendo<br />

con lei il pranzo delle tredici.<br />

Un altro genere di<br />

comunicazione<br />

Inizio questa intervista a Marzia Roncacci<br />

con un ringraziamento. Un grazie che non è<br />

di maniera ma sincero, per avermi<br />

consegnato l’opportunità di toccare<br />

tematiche che sono proprie del nostro vivere<br />

contemporaneo. Intanto, va puntualizzata<br />

una tua dimensione caratterizzante, il<br />

buonsenso, che lungi dal divenire “senso<br />

comune”, testimonia altresì l'insieme<br />

dell’attenta valutazione utilizzata per valutare<br />

la realtà ed esprimere giudizi sui problemi<br />

della vita, mantenendo un atteggiamento<br />

equilibrato. E non è così scontato che<br />

avvenga. Ciò denota e sottolinea<br />

espressamente come, a livello di "buone<br />

pratiche", la rilevanza della responsabilità e<br />

serietà non si riversi solo nella tua attività<br />

professionale ma si riversi anche nella vita di<br />

tutti i giorni. Ravviso in te una donna in<br />

ricerca; una donna che si pone<br />

continuamente problemi, dominata da una<br />

azione intellettuale interiore che si supera<br />

continuamente. Aliena da dogmatismi, da<br />

rischiosi trapianti di credenze nella<br />

esperienza erudita, ami fortificarti nell’umile<br />

approccio con gli altri, misurando sempre le<br />

le personali conclusioni alla luce della<br />

inesauribile ricchezza di messaggi<br />

provenienti da tutto quanto ti sia intorno.<br />

Parole (e intuizioni) tutte da meditare,<br />

soprattutto oggi che il tempo di transizione in<br />

cui viviamo soffre di una rapidità convulsa,<br />

oggi in cui movimento e mutamento<br />

sembrano erodere vecchi edifici ormai<br />

cadenti senza però che se ne siano costruiti<br />

di nuovi. Per sordità? Per negligenza? Per<br />

pigrizia? Ai posteri l’ardua sentenza…<br />

Cosa significa essere donne, oggi, in un mondo globalizzato?<br />

Nel corso degli ultimi decenni la questione femminile ha dato vita ad<br />

un fervente dibattito di pensiero su molteplici aspetti, tra i quali spicca,<br />

per l’attualità che riveste, quello della conciliazione tra tempi di vita,<br />

tempi di lavoro, tempi di cura della famiglia. Dopo la richiesta iniziale<br />

di uguaglianza e non discriminazione per le donne, raggiunta grazie al<br />

riconoscimento di diritti ed opportunità fino a quel momento negate, il<br />

pensiero femminista si è sempre più focalizzato sulla considerazione<br />

dell’identità della donna in generale, delle sue peculiarità, dei suoi<br />

bisogni, del suo particolare sguardo sul mondo, tanto che dagli anni<br />

‘80 le rivendicazioni assumono una colorazione meno politica e più<br />

specificamente culturale. L’idea di fondo è che le donne siano<br />

portatrici di idee, valori, sentimenti, sensibilità, visioni del mondo che<br />

non possono essere oggetto di omologazione ed appiattimento per<br />

poter aderire al modello maschile. La capacità progettuale delle donne<br />

deve essere, e lo è stato in parte, riconosciuta garantendo loro,<br />

innanzi tutto, la libertà di gestire la propria vita tenendo conto dei loro<br />

bisogni e non rincorrendo un modello di efficienza legato meramente<br />

alla sfera produttiva. A distanza di più di trent’anni il concetto di<br />

“doppia presenza”, definisce ancora compiutamente il senso del<br />

percorso di vita di molte donne e dei problemi cui si trovano<br />

quotidianamente di fronte. La doppia presenza sta infatti ad indicare il<br />

duplice coinvolgimento ed impegno della donna a livello produttivo e<br />

riproduttivo, impegno che implica la messa in gioco di delicate<br />

strategie di equilibrio ed in ultima istanza comporta una compressione<br />

del tempo per sé. Tale duplice ruolo delle donne, conseguente alla<br />

loro entrata sul mercato del lavoro, porta direttamente con sé problemi<br />

legati alla necessità di conciliare i tempi delle due sfere, lavorativa da<br />

un lato e familiare dall’altro. La femminilizzazione del mercato del<br />

lavoro infatti, oltre che rappresentare il segno di un desiderio di<br />

realizzazione della donna anche al di fuori delle mura domestiche, un<br />

scelta di vita quindi, è divenuta anche un’esigenza economica forte,<br />

legata alla sopravvivenza del nucleo familiare. La conciliazione dei<br />

tempi delle donne non deve però essere considerata solo nel suo<br />

aspetto privato, legato alla qualità della vita, ma anche dal punto di<br />

vista economico, poiché una più adeguata utilizzazione delle risorse<br />

femminili inciderebbe sulla competitività del sistema produttivo nel suo<br />

complesso. Se negli anni ’70 il ruolo della donna era perlopiù ristretto<br />

a quello di moglie-madre consacrata al lavoro domestico senza<br />

percepire un salario, oggi la maggior parte delle donne, divise tra due<br />

fronti, è quotidianamente costretta a fare l’equilibrista per riuscire a<br />

conciliare esigenze diverse. Ecco, questo significa essere donne oggi.<br />

Fare bene il mestiere dell’operatrice dell’informazione e non solo<br />

della giornalista, equivale a...?<br />

Equivale all’indagare la contemporaneità attraverso una visione<br />

imparziale delle cause e dei fenomeni che ne caratterizzano la nuova<br />

fisionomia. Occorre guardare la realtà e non quella cosa edulcorata e<br />

immaginaria che scambiano per tale. Le ragioni del cambiamento<br />

sono molteplici e dunque quello che di saggio possiamo fare noi che<br />

lavoriamo nel campo dell’informazione, è il partire dall’esplorarne le<br />

cause coniugando i codici dell'interiorità con quelli della vita sociale,<br />

ed il conseguente “rivelarle” dimostrando come oramai sia necessaria<br />

una visione che si ponga sul crocevia dei saperi, sganciata<br />

dell’appartenenza ideologica. Null’altro che l’acquisizione della<br />

padronanza di strumenti critici e conoscitivi e di vivere<br />

responsabilmente un ruolo attivo in questa delicatissima fase storica,<br />

impersonando il compito di sincero reporter ad esempio. Il mondo sta<br />

scivolando verso un’involuzione preoccupante: tutto è minato, dalla<br />

coesione dei terreni ai DNA vegetali ed animali, dall’aria all’acqua,<br />

dall’esterno e dall’interno delle nostre menti. Che ognuno di noi<br />

accenda almeno una candela (benché sintetica) per mostrare il suo<br />

netto dissenso. E’ tempo di agire, ora.<br />

Uno stato di cose dal quale possiamo redimerci attraverso le<br />

nostre coscienze?<br />

Difficile dirlo ma possiamo, dobbiamo, augurarcelo. Certo è che è un<br />

nuovo capitolo della nostra storia… magari un passaggio obbligatorio,<br />

se visto nell’ottica della contemporaneità, ma il contraccolpo è stato<br />

molto grande. E’ grande… Quando la nostra tensione autocritica si<br />

assopisce, quando le difficoltà quotidiane sembrano sovrastarci,<br />

quando la realtà si rifiuta di combaciare coi nostri desideri, quando la<br />

passione lascia il posto all'abitudine, allora è comodo trasferire sugli<br />

oggetti, sugli strumenti le nostre responsabilità, e le nostre colpe.<br />

La famiglia ad esempio ha subito cambiamenti sconvolgenti,<br />

come tutta la società, e questo è innegabile…<br />

Sì, la famiglia il primo luogo ha subito metamorfosi tali fin quasi a<br />

trasfigurarsi da simbolo di stabilità a realtà instabile ed esplosiva.<br />

Quello che vedo, a prescindere dalla giustezza o meno, ovvio che io<br />

come d’altronde ciascuno di noi abbia le proprie impressioni al<br />

riguardo, è che le persone che si uniscono in matrimonio non sanno<br />

più mediamente perché stanno insieme. Vedo intorno a me unioni che<br />

si frantumano nell’arco di pochi mesi. Lo dico da conoscitrice degli<br />

strati più sottili della coscienza: non è moralismo. La famiglia viene<br />

troppo spesso sfoggiata come luogo di crescita e successo, come<br />

simbolo di solidità, unione e felicità ma a fare da contrapposto a<br />

queste immagini vengono diffuse notizie molto diverse: violenze, ed<br />

in taluni casi anche delitti, atti a punire ed autopunirsi, perché in molti<br />

casi il carnefice diventa vittima delle sue stesse violenze. La famiglia<br />

diventa teatro di negazione della vita, luogo in cui si consumano<br />

drammi violenti… e non sono pochi i casi di violenze tra coniugi o<br />

contro i minori. Le famiglie troppo spesso diventano, invece che luogo<br />

di rifugio, di sicurezza, veri e propri calvari che si dipanano attraverso<br />

gli anni delle liti familiari, attraverso lo spettro della separazione. Della<br />

rivendicazione, poi. Rivendicazione in cui i figli diventano troppo<br />

spesso il leit motiv, o se vogliamo, il terreno fertile sul quale<br />

combattere le proprie rivendicazioni, le personali frustrazioni… per<br />

farsi del male, insomma.. più o meno consapevolmente. E’ il non


tenere conto dell’altro, quello che mi spaventa oggi, neppure quando<br />

“l’altro” è il proprio figlio. Capita allora che da parte dei ragazzi vi sia la<br />

necessità di aggrapparsi a qualcosa che dia loro sicurezza ed il<br />

salvagente, in molti casi, purtroppo, diventa un surrogato non sempre<br />

auspicabile. Palliativi pericolosi per la sana crescita psico-fisica<br />

dell’individuo. Capita a molti adolescenti che si trovi il rifugio proprio<br />

laddove risiede il fascino della seduzione. Fascino ma anche di<br />

minacce. Ci si rifugia in una torre-prigione per proteggersi dall’autorità<br />

di genitori inadeguati e fragili che vogliono i figli responsabili e perfetti,<br />

quasi a compensare le loro incompletezze. Io sono cresciuta in una<br />

famiglia come tante altre. Tante di quelle in cui si era educati con ferrea<br />

disciplina, il valore “princeps” che mi è stato trasferito è quello del<br />

“dovere”. Sin da piccolissima mi è stato insegnato l’esercizio della<br />

disciplina, il senso del dovere, il ricercare motivazioni in quello che<br />

facevo che non fossero mera utilità. A sfruttare ogni risorsa ed ogni<br />

energia per produrre, per essere sempre “migliore”, non la “numero<br />

uno”, che è ben lungi. Sebbene pure per me l’essere “migliore” e “la<br />

prima della classe” coerentemente a quest’insegnamento,<br />

coincidevano. Scuola è sempre stato sinonimo di “sfida”, di impegno<br />

ferreo, superamento dei propri limiti.<br />

I problemi fondamentali del nostro tempo sembrerebbero essere il<br />

razionalismo, individualismo e l’edonismo…<br />

Infatti… ed è proprio in relazione a questi aspetti che bisogna con forza<br />

recuperare la famiglia. Prima di tutto perché la famiglia è la<br />

manifestazione più compiuta di quella esperienza fondamentale della<br />

persona che è la relazione con l’altro. Io non esisto in quanto io, esisto<br />

nel momento stesso in cui mi rapporto con te e insieme costruiamo che<br />

cosa? Una comunità. La famiglia è una comunità costituita da persone<br />

che sperimentano la relazione come elemento fondamentale del bene<br />

comune. Gratuità, solidarietà, reciprocità, accoglienza: sono termini che<br />

ben si addicono alla famiglia intesa come comunità di persone. Una<br />

comunità come sistema relazionale, contraddistinto da vincoli di forte<br />

interdipendenza, ma un sistema relazionale non chiuso, un sistema<br />

aperto all’ambiente in cui vive. La dimensione educativa è una<br />

dimensione peculiare della famiglia.<br />

Come difendersi dunque, educando?<br />

Se educare vuol dire comunicare, si. Dare il permesso di esistere.<br />

Sembra un’ovvietà, ma non lo è. Spesso i genitori vogliono che i propri<br />

figli siano quello che vogliamo loro; non gli danno il permesso di essere<br />

quello che sono, anche diversi da loro. Questo non significa però che<br />

devono esentarsi da ogni impegno educativo, cosa che avviene con<br />

allarmante frequenza oggi. Direi che i momenti educativi più importanti<br />

cominciano sin dalla prima infanzia. Anzi, sin dalla gravidanza la<br />

mamma trasmette messaggi al proprio figlio che porta. Fermezza<br />

educativa non vuol dire impedire sempre e tutto o dire sempre “No”.<br />

Vuol dire semmai essere fermi e coerenti sui principi… dei “No” coerenti<br />

e motivati: la coerenza è molto, molto importante. I ragazzi hanno come<br />

delle antenne che percepiscono, non solo dalle nostre parole, ma<br />

anche dal nostro atteggiamento se siamo coerenti. Non possiamo<br />

educare e trasmettere qualcosa in cui noi non crediamo per primi.<br />

Viceversa, i valori e le cose a cui crediamo veramente li trasmettiamo<br />

quasi in maniera inconsapevole. Per esempio bisogna correggere<br />

alcune pseudo certezze della moda “devo provare tutto” è un’enorme<br />

stupidaggine. Solo in una relazione simmetrica è possibile una<br />

comunicazione profonda. Un modello non comunica: trasmette. Il<br />

processo è unidirezionale. Il dialogo, quando c'è, è fittizio. Se non c'è<br />

ricerca comune, non sono possibili risposte alternative. Comunicare<br />

vuol dire mettere in comune. Non c'è comunicazione autentica, se non<br />

c'è ascolto, e non c'è ascolto, se non si ritiene che la persona che parla<br />

possa dire qualcosa di importante per noi. L’incontro, il mettere in<br />

comune la propria autenticità, è il più straordinario momento che sia<br />

possibile tra esseri umani. Comunicando profondamente, essi mettono<br />

in comune quello che sono intimamente, la comunicazione si fa<br />

comunione, accettazione e riconoscimento reciproco. Poiché i valori<br />

non sono qualcosa di astratto, che troviamo come belle parole fissate<br />

una volta per sempre, ma si traducono in comportamenti di vita<br />

evidentemente i valori si comunicano attraverso azioni ispirate ad essi,<br />

e comportamenti di vita coerenti ad essi. Quindi comunicazione,<br />

condivisione, esperienza di relazione: la famiglia è sicuramente lo<br />

spazio interpersonale dove si percepiscono, ma soprattutto si<br />

sperimentano, valori, dove si prende consapevolezza del significato<br />

della vita, della fiducia nel futuro. La fragilità va difesa, la parte buona<br />

va invece coltivata. C’è, dunque, una dimensione educativa propria<br />

della famiglia come ce n’è una propria a ciascuna delle agenzie<br />

formative.<br />

Ritengo opportuno a questo punto prendere le mosse dalla<br />

considerazione della modificazione che ha subito il concetto di<br />

famiglia nel nostro tempo, in cui si ha ormai a che fare con quella<br />

che Roberto Galli chiama “costellazione di famiglie”, che si<br />

differenziano tra loro in ragione della diversità di composizione, di<br />

vincoli, di modelli organizzativi ma anche di modelli educativi…<br />

Per sopravvivere oggi la famiglia deve aprirsi all’esterno, deve cercare<br />

nutrimenti. L’alternativa è una patologia gravissima senza arrivare alla<br />

violenza abbaccinante di questi giorni. Per crescere oggi ci vogliono<br />

ben altri legami che quelli del sangue. Non bastano sono una realtà<br />

solo animalesca: noi abbiamo bisogno di altro. Poi c’è un problema di<br />

libertà, di fatti vissuti spesso come possesso, come diritto di proprietà.<br />

E accanto a questa pretesa la crisi della capacità di comunicare, il<br />

dilagare dei gadget per adolescenti, dei “tvb” da sms. E’ (incapacità di<br />

fare un discorso, di parlare, di ascoltare. Ma se non comunico, se non<br />

dico quello che sono, resta solo la sopraffazione dell’altro da me. E qui<br />

la crisi paurosa dell’educazione, qui la religione dell’incapacità a<br />

insegnare rispetto). Certo che esistono ancora famiglie bellissime, ma<br />

la media non è consapevole del disastro. Solo educando, vale a dire<br />

lavorando e lottando perché le persone possano sviluppare<br />

pienamente, liberamente, senza paura sé stessi, si superano la<br />

violenza, il dominio, la guerra. L'educazione alla pace è una educazione<br />

settoriale, si affianca alla educazione alla democrazia, alla legalità, alla<br />

affettività eccetera, come se si trattasse di completare con dei dettagli<br />

(anche se con dettagli decisivi) il piano formativo generale. Di più: il<br />

rischio è quello di mirare ad adeguare, attraverso l'educazione, un certo<br />

modello umano, considerato desiderabile, di pervenire ad una sorta di<br />

personalità pacifica o nonviolenta.<br />

Tocchiamo il tema della violenza…<br />

La diffusa violenza penso sia sotto gli occhi di tutti, così come è<br />

oggettivo il ritenere che le donne siano le vittime privilegiate. Che<br />

l’uomo faccia la parte del più forte e che sia sempre la donna a<br />

soccombere trovo sia vero, se l’oggetto è la coercizione fisica. Ma è<br />

vero il contrario, o comunque il “verdetto” non è così sfacciatamente<br />

unanime, se prendiamo in oggetto la violenza psicologica. Ci sono<br />

forme di prigionia psicologica molto nefaste che non conosce “genere”.<br />

La verità è che molto spesso, dietro questo subdolo ricatto "in nome<br />

dell'amore", "in virtù di una promessa", "per il bene dei figli"... ci sono<br />

uomini e donne.<br />

Mi piace pensare alla fragilità come scambio di forza di vivere:<br />

quella fragilità che si colora di forza, che vive e si fa storia non<br />

solo, come invece spesso avviene, sulla cronaca nera. Una<br />

fragilità a tinte rosa, insomma…<br />

La fragilità è la percezione del proprio limite e nasce dalla paura. Se<br />

uno l'avverte, cerca di sanarla con l'altro, e lo ricerca e lo guarda come<br />

la propria forza, senza immaginare che egli si dona perché si sente<br />

debole e trova anch'egli nella fragilità dell'altro la propria forza. La<br />

condizione umana è tutta dentro la paura. Il dolore chiama la paura e la<br />

paura genera dolore. Credo che in molti casi l’amore nasca dal bisogno<br />

e dalla fragilità e che tutto si leghi al senso del limite che uno avverte<br />

dentro di sé. Una base utilitaristica, strumentale… quell’amore che poi<br />

si sostanzia di coercizione e violenza. Non temo questi termini che<br />

sono stati banditi da false retoriche. Non mi scandalizzo affatto di<br />

annodare l'amore, o comunque talune forme di amore, ai bisogni e non<br />

alla magia dell'incontro, a una pura alchimia che si lega al destino<br />

indipendentemente dalle necessità, come se l'amore fosse il risultato<br />

della libertà, una decorazione non necessaria a campare, a stare nel<br />

mondo senza essere attanagliati dalla paura.<br />

La fragilità dunque, paradossalmente, in questa società non<br />

possiamo ritenerla una forza, Marzia…<br />

La fragilità è dentro l'anatomia dell'uomo. Il dolore è la sostanza,<br />

l'ubi consistam della fragilità, e la fragilità genera una visione del mondo<br />

che tiene conto del bisogno dell'altro. Per la fragilità l'uomo cerca aiuto,<br />

cerca dei legami per scambiare fragilità, e appoggiando una fragilità a<br />

un'altra si sostiene il mondo. Una visione in cui campeggia il limite, il<br />

proprio limite, quello delle persone vicine e dell'uomo come specie. Un<br />

limite che impedisce i deliri di onnipotenza, di vivere per il potere, per<br />

accumulare ciò che sarebbe bene fosse diviso e distribuito. Impedisce<br />

di essere cattivi verso chi sbaglia, poiché l'errore è connaturale alla<br />

fragilità, alla paura di sbagliare che, se talora aiuta a evitare l'errore,<br />

sovente lo facilita: per la preoccupazione di evitare l'errore, lo si<br />

immagina e lo si compie. Non c'entra il nichilismo, ma la voglia di<br />

aiutare l'altro, non di dominarlo, di stare con tutti poiché ti aiutano e tu<br />

aiuti loro, e aiutarsi è bellissimo. È forse l'azione più significativa che<br />

l'uomo può compiere. Eppure. Eppure mai come oggi la società cerca<br />

di sfuggire la fragilità, e mai come oggi la alimenta. La situazione<br />

dell’uomo nella società contemporanea trovo sia da un lato<br />

l’ossessione, l’incubo quasi, di sfuggire la fragilità, dall’altro la<br />

straordinaria capacità di riprodurla, di alimentarla, sino a diventarne<br />

vittima. Più la si demonizza per la paura di percepire il proprio limite, più<br />

si tenta di negarla moltiplicando le nostre performance nell’illusione di<br />

sfuggirla, più la si moltiplica in altre forme. Più intime. Più psicologiche.<br />

Più diffuse... una situazione paradossale. Assurda. La fragilità è una<br />

sfida da affrontare sia a livello sociale che individuale.<br />

La forza dell’uomo sta insomma tutta nella consapevolezza di<br />

essere fragile: “la fragilità, scrive Vittorino Andreoli, rifà l’uomo,<br />

mentre la potenza lo distrugge, lo riduce a frammenti che si<br />

trasformano in polvere”.<br />

La vita è fragilità. E’ la fragilità che ci fa crescere. La si accetta per<br />

diventare un essere umano con dignità. Per essere noi stessi, con le<br />

nostre zone d’ombra, le nostre imperfezioni. La fragilità è nascosta e/o<br />

palesata ovunque perché non c’è nulla che sia indistruttibile o sicuro,<br />

soprattutto ai giorni nostri sempre più contrassegnati da una dilagante<br />

cultura del relativo che corrode certezze, intacca valori, cancella<br />

tradizioni, logora collaudate sicurezze. Oggi tutto sembra poggiare su<br />

instabili equilibri: dal mondo del lavoro che assomiglia sempre più ad<br />

una giungla, alla famiglia che si disgrega, da codici comportamentali e<br />

morali oggi di colpo obsoleti, alle chiese che si svuotano e ai passati<br />

modelli pedagogici improvvisamente sbagliati. Oggi certamente più di<br />

ieri, il mondo bussa alle porte con il suo bagaglio quotidiano di<br />

disumanità... ed è per questo che occorre ridefinire il concetto stesso di<br />

progresso perché quello di cui godiamo e del quale non sappiamo più<br />

farne a meno, sembra pregiudicare pesantemente il futuro dei nostri<br />

figli...<br />

Condivido appieno la tua tesi, Marzia.. non dimentichiamo che nel<br />

suo “Elogio della debolezza” Alexandre Jollien, affetto da paralisi<br />

cerebrale infantile, ebbe la forza di scrivere: “la mia incapacità di<br />

raggiungere una completa autonomia mi rivela quotidianamente la<br />

grandezza dell’uomo”. Quasi a convincerci che la fragilità,<br />

nonostante la nostra società, in nome di un’utopica onnipotenza<br />

tenti di negarla, diventa forza. Deve, o meglio, dovrebbe,<br />

ridiventare forza. Per quanto riguarda invece il ruolo delle donne<br />

(giustificato il mio ritornare sulla celebrata “questione di genere”,<br />

si è avuta un’evoluzione notevole nella presenza di donne nei<br />

loghi di lavoro, questo in moltissimi paesi. Marginali invece<br />

ancora gli ingressi ai luoghi di potere. La domanda è: come si può<br />

declinare oggi l’educazione alla cittadinanza circa l’argomento<br />

complesso intorno al potere e al ruolo delle donne?<br />

Direi che ci sono due elementi. Da un lato c’è una fragilità specifica ogni<br />

qual volta si parla delle donne e dei diritti delle donne, dall’altro c’è una<br />

fragilità più generale delle nostre democrazie contemporanee, nel<br />

senso che non si è ancora trovato il modo per garantire i diritti delle<br />

minoranze. E le donne entrano senz’altro nel novero delle minoranze,<br />

anche se dal punto di vista quantitativo non lo sono. Rispetto ai loro<br />

diritti, infatti, in particolar modo se si guarda alla società italiana, io direi<br />

che ci si trova davanti una vera e propria forma di stasi, se non di<br />

regressione: perché è come se in questi ultimi anni si stesse tornando<br />

indietro. Nonostante l’uguaglianza sia dichiarata a livello costituzionale,<br />

in realtà questa stessa uguaglianza non è garantita a livello sostanziale:<br />

i diritti delle donne non sono ancora realmente tutelati. Tornando al<br />

caso del lavoro: quasi ovunque esistono leggi che garantiscono<br />

l’uguaglianza salariale però poi, se si va a guardare l’applicazione, si<br />

vede che le donne non riescono ad accedere a posizioni di potere<br />

come gli uomini. Per cui, nella realtà, l’uguaglianza non è garantita. È<br />

per questo che molto deve ancora essere fatto, anche a livello<br />

educativo, perché questa uguaglianza in termini di diritti si traduca in<br />

una uguaglianza effettiva, reale. La complessità del fenomeno oggi è<br />

che noi donne siamo più o meno tutte sottomesse ad un’immagine<br />

negativa della femminilità e dobbiamo combattere ogni giorno per<br />

portare avanti un discorso alternativo, fatto di convinzioni e di credenze<br />

che non coincidono con le convinzioni e le credenze veicolate dai<br />

mass-media. Bisogna impegnarsi quotidianamente per riuscire ad<br />

andare contro corrente e smettere di cercare lo sguardo dell’altro per<br />

sentirsi confermate nel nostro valore. E soltanto nel momento in cui ci si<br />

svincola dallo sguardo dell’altro e si crede in se stesse, nella possibilità<br />

di affermarsi indipendentemente dal giudizio degli altri, che si riesce a<br />

comunicare una serie di valori e di messaggi positivi che potranno<br />

permettere alle nuove generazioni di uscire dalla strettoia in cui si<br />

trovano oggi.<br />

Quale, oggi, il ruolo della donna nei mass media e soprattutto,<br />

quale, il potere dei media?<br />

Il potere dei media è evidente e su questo non si discute, in particolare<br />

quello televisivo. Comunicazione e informazione sono fondamentali<br />

all’interno delle società contemporanee: il loro ruolo e lo sviluppo<br />

all’interno della società sono decisivi. Ogni nuovo strumento di<br />

comunicazione ha profondamente trasformato la cultura e la società; il<br />

loro progresso ha trasformato abitudini di vita e di comunicazione,<br />

influendo su mentalità, cultura e meccanismi sociali e politici.<br />

Inizialmente con l’espressione mass media si faceva riferimento a<br />

giornali, radio e televisione, oggi si assiste invece all’affermazione di<br />

nuovi media: Internet .. anche se la tv resta ancora in testa circa la sua<br />

capacità di penetrazione. Anche qui la donna ha una scelta ancora<br />

limitata, o comunque non rappresenta la complessità del femminile; si<br />

trova a scegliere: o cercare un certo successo, giocando sul proprio<br />

corpo, la propria apparenza, la propria immagine, oppure conformarsi<br />

ad un modello di femminile in contrapposizione a quella maschile.<br />

Percorso più difficile. I mass media, e non di meno la pubblicità, in<br />

genere non sono il luogo da cui scaturiscono gli stereotipi, essi<br />

amplificano quegli stereotipi che già esistono. Non bisogna confondere<br />

mezzo e messaggio; ciò che conta è entrare nel mondo dei simboli per<br />

osservarli e riconoscerli, per renderli, forse e finalmente, innocui. Su<br />

questo dovremmo riflettere…<br />

In relazione a motto al quale dici di credere fermamente: ovvero,<br />

volere è potere….“La volontà non può superare i limiti della sfera<br />

psichica; non è in grado di costringere l’istinto, e non ha potere<br />

sullo spirito.” (C.G.Jung – 1947) “L’unica cosa che ci rifiutiamo di<br />

ammettere è di essere in balia di «forze» che non siano riducibili al<br />

nostro controllo. [...]<br />

Il motto «volere è potere» si pensa rimandi alla superstizione dell’uomo<br />

moderno. E invece no: psicologizzando la realtà si stabilisce che basta<br />

intervenire su di sé, sul proprio "sistema psicologico", affinché tutto poi<br />

vada bene. O comunque al meglio, rispetto alla personali aspettative, e<br />

non di meno, alle capacità. La causa di tutto è dentro noi stessi. Un<br />

ottimo pretesto insomma per non tentare di modificare le cose<br />

all'esterno: in alcune circostanze questo può trasformarsi in un perfetto<br />

strumento per esercitare il potere e mantenere lo status quo. Come dire<br />

"Non è vero che la realtà ti sta stritolando, ma sei tu che non hai il<br />

giusto atteggiamento mentale"...<br />

“Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo<br />

smesso di bruciarle”.. lo afferma Voltaire…<br />

Ti risponderò ironicamente, così come sono certa che volessi<br />

suggerirmi attraverso la tua citazione, molto carina fra le altre cose…<br />

che nella realtà la donna ha tantissime sfaccettature e contraddizioni: la<br />

sua identità resta un punto di domanda.<br />

Progetti futuri?<br />

Anche tornare alla radio.. un ritorno alla origini. Come tornare a casa.<br />

Ovviamente mi riferisco a quella radio bella, di grandissimo appeal


in cui ho trascorso un periodo indimenticabile della mia vita e che ritengo sia davvero<br />

luogo alto della parola, della genesi di idee e della loro circolazione. La radio è la vera<br />

agorà dello scambio delle idee, del confronto dello spirito. Sembra bizzarro che io utilizzi<br />

una parola come 'spirito' parlando di radio, però è davvero così, perché soltanto dove c'è il<br />

primato della parola si può misurare l'altezza dello spirito umano quando questo è<br />

veramente posto al servizio della civiltà. Può apparire retorico, ma non lo è. Mi piace<br />

definire la radio quale media di civiltà e, di conseguenza, individuo intelligente chi la<br />

ascolta. Il pubblico che sceglie di ascoltare la radio è un pubblico consapevole che opera<br />

scelte precise e motivate.<br />

E la televisione?<br />

La televisione è la mia casa… però.. come dire.. vorrei riprovare il gusto dell’agorà,<br />

all'arengo, in quel luogo laddove ci sottraiamo dalle immagini..<br />

Quello che non abbiamo detto…<br />

Ci siamo un po’ dette tutto… quello che non abbiamo detto di incisivo circa la mia persona<br />

(sorride) è che sono una donna molto solare.. e che mi piace anche molto cucinare …<br />

intervista a cura di Valeriana Mariani<br />

Le mie donne<br />

VILLANI<br />

CECILIA<br />

Energica innovatrice, con la sua grande<br />

capacità di visione ma al contempo con la sua<br />

concretezza e le esperienze maturate in<br />

decenni di lavoro nel pubblico impiego, Cecilia<br />

ha deciso di mettere oggi la sua esperienza e<br />

talento nella diffusione di una innovativa<br />

“filosofia e stile di vita” che porti benefici a tutta<br />

la comunità.<br />

Dotata di ottime capacità e competenze organizzative e<br />

straordinariamente abile nel dirigere e coordinare, si reinventa manager<br />

di se stessa. Madre di due figlie, oggi più che mai, in questa atmosfera di<br />

sconforto morale e professionale, in questa drammatica crisi economica<br />

e sociale, trova sia diventato imperativo il porsi al di sopra delle cose<br />

effimere della vita con quell’entusiasmo che è proprio solo di chi<br />

possiede una giusta maturità culturale e di pensiero. C'è una<br />

dimensione intima, emotiva, personale che per lei è raggiungere un<br />

obiettivo professionale. Lo sente come una responsabilità forte, verso se<br />

stessa e verso le persone che credono lei. Una responsabilità superata<br />

solo da quella che sento nei confronti della sua famiglia. Cecilia è una di<br />

quelle donne che guardano alla vita come ad una battaglia durissima da<br />

vincere giorno dopo giorno, con austerità. La turba il pensare che un<br />

giorno potrebbe rimpiangere di aver perduto qualcosa, o di aver fatto<br />

degli errori in passato a cui non poter porre rimedio. Il tempo che passa<br />

la fa sentire più libera, più disinvolta nei confronti dell’esistere. Vuole<br />

fortemente continuare a vivere come desidero. Ci vuole coraggio amore<br />

e pazienza. E quel pizzico di buonumore che non la abbandona mai.<br />

Cecilia Villani con le figlie Maria Lisa e Marta Selvaggini (a destra)<br />

Responsabile per il centro-Italia del<br />

PROGRAMMA Bioallergen ®<br />

che offre una linea completa di dispositivi sanitari per un’efficace e naturale protezione<br />

dell’ecosistema casa e non solo Un programma per una naturale ed efficace pulizia dell’aria da<br />

allergeni, microrganismi e contaminanti chimici in ambienti residenziali e lavorativi principalmente<br />

attraverso due sistemi : - HygienicO3 - Biocleaner Med.<br />

Elite - Bioallergen è un’azienda impegnata da oltre un decennio nella continua ricerca di soluzioni<br />

innovative per la prevenzione delle allergie indoor, che distribuisce con i marchi Bioallergen e Auraderma.<br />

I campi di applicazione vanno dalla prevenzione delle allergie respiratorie, (acari, pollini, muffe, etc.) al<br />

trattamento e prevenzione delle allergie dermatologiche con particolare attenzione all’ambito pediatrico.<br />

Nel 2013 ha avviato il progetto Allergy Free Hotels®, che consente ad alberghi, hotels e B&B, di offrire,<br />

attraverso l’adozione di un adeguato protocollo, camere “Allergy Free”. Scopo di questa iniziativa è dare<br />

un servizio a un gran numero di persone che spesso si trovano in difficoltà quando devono soggiornare o<br />

affrontare un viaggio di lavoro o desiderano godere di un periodo di vacanza al di fuori della propria<br />

residenza. L'elenco delle strutture che già aderiscono al programma Allergy free Hotels® è disponibile sul<br />

sito www.allergyfreehotels.info. (Cecilia Villani mobile 348 9281669 ceci.villani@gmail.com)<br />

www.donnaimpresa.com 43


Hotel Excelsior, Via Veneto 125, Roma. Il<br />

prestigiosissimo parterre degli ospiti del Gala delle<br />

Margherite 2013 il cui ricavato è stato devoluto a<br />

beneficio delle finalità statutarie di Viva la Vita onlus<br />

associazione di familiari e malati di Sclerosi Laterale<br />

Amiotrofica che ha come Presidente Onorario e<br />

Testimonial Erminia Manfredi, moglie del<br />

compianto grande attore Nino. Presenti all'evento,<br />

così come avvenuto per le edizioni precedenti, circa<br />

cinquecento persone del mondo dell'imprenditoria,<br />

delle Istituzioni, della cultura e dello spettacolo.<br />

Gala delle Margherit e<br />

Roma 2013<br />

Una manifestazione annuale<br />

patrocinata dall'Alto Patronato della<br />

Presidenza della Repubblica, dalla<br />

Presidenza del Consiglio, dalla Regione<br />

Lazio e da Roma Capitale che ha<br />

contribuito alla realizzazione di<br />

numerosi progetti umanitari, tra i quali:<br />

il Centro per la ricerca sul Diabete<br />

(Associazione Italiana Lions per il<br />

Diabete) a Perugia; completamento<br />

dell'Ospedale Madre Teresa di Calcutta<br />

a Tirana; il completamento di una casa<br />

di accoglienza per ragazzi a Porto<br />

Seguro in Brasile tramite la Onlus<br />

S.O.S. Brasile; il funzionamento del<br />

Centro di Formazione in Tecniche<br />

Agricole ed Artigianali per Disabili in<br />

Marocco tramite la Onlus ong VISES<br />

Volontari Iniziative e Sviluppo<br />

Economico e Sociale, Roma; lo<br />

svolgimento dei programmi di<br />

integrazione per Artisti Disabili gestito<br />

dall'Associazione Onlus VSA (Very<br />

Special Arts) Italia, affiliata alla Very<br />

Special Arts International della Kennedy<br />

Foundation for Performing Arts in USA;<br />

alla Associazione KIM Onlus che si<br />

impegna a favore di minori, affetti da<br />

gravi patologie, provenienti da paesi le<br />

cui condizioni non rendono possibili i<br />

necessari interventi terapeutici; alla<br />

Associazione ALDO PERINI Onlus che<br />

si prodiga per la ricerca scientifica ed<br />

assistenza morale e materiale delle<br />

persone colpite dalla SLA (Sclerosi<br />

Laterale Amiotrofica); a SMILE TRAIN<br />

ITALIA Onlus che organizza missioni<br />

chirurgiche nei paesi in via di sviluppo<br />

per operare bambini affetti da<br />

malformazioni del volto, ustioni e<br />

traumi bellici; All'Ente Morale ISTITUTO<br />

LEONARDA VACCARI Onlus per la<br />

riabilitazione, l'integrazione e<br />

l'inserimento delle persone con<br />

disabilità.<br />

Le mie donne<br />

LUCIBELLI<br />

BIANCA MARIA CARINGI<br />

comingsoon<br />

Metti una sera a cena... a casa di Stefania<br />

Bianca Maria Caringi Lucibelli è una donna straordinaria. Sempre<br />

in movimento, organizza iniziative che lasciano il segno, come<br />

l’oramai celeberrimo Gala della Margherite. Concentrata sulle<br />

tematiche del sociale, Bianca non scivola mai nella retorica e<br />

nella banalità. E i risultati si vedono.<br />

Una donna consapevole che è sempre meglio darsi da fare piuttosto che guardare e giudicare la<br />

vita da una finestra, senza mai osare, senza mai impegnarsi in prima persona e a fornire il proprio<br />

contributo al cambiamento. La parola d’ordine è: cambiare tutto ciò che è possibile, a fin di bene.<br />

L’Italia è tramortita. L’Italia ha bisogno di risorgere. Ha bisogno di tirare fuori dalla sua testa, dalla<br />

sua pancia e dal suo cuore le energie che pure conserva dentro di sé e che, come è successo altre<br />

volte in passato, possono farla rinascere. C’è bisogno di gesti, individuali e collettivi, che diano una<br />

spinta verso questa rigenerazione. C’è bisogno di unire sentimento e visione. C’è bisogno di<br />

mettere al mondo e rendere visibile questa urgente necessità e questo desiderio diffuso attraverso<br />

gesti significativi e prefiguranti da percorrere insieme. C’è bisogno di un incontro non solo mentale<br />

e ideale ma anche fisico, che renda visibile e che faccia vivere l’immagine e la possibilità di<br />

un’unione dinamica riconquistata, dopo anni di avvelenamento, di abbattimento e di mancanza di<br />

prospettive, di angosce, lacerazioni e divisioni, territoriali e sociali, in cui c’è stato chi ha creduto di<br />

prosperare agitando e acuendo proprio tali divisioni e lacerazioni, fino a portarci nel vicolo cieco in<br />

cui oggi ci troviamo e da cui è difficile, se non addirittura impossibile, uscire per poter finalmente<br />

imboccare altre strade. La capacità femminile si sostanzia prima di tutto nella capacità di creare<br />

legami, ossia di generare intorno a se un ambiente di accoglienza e di cura, in cui si renda possibile<br />

il superamento dell’individualismo autoreferenziale e si consolidi invece un atteggiamento di<br />

solidarietà e di collaborazione, di servizio discreto e silenzioso, ma proprio per questo efficace e<br />

costruttivo. C'è è una dimensione intima, emotiva, personale che in donne come Bianca non può<br />

essere soddisfatta da alcun obiettivo che non sia il solo trasmettere emozioni. La sente come una<br />

responsabilità forte, verso noi e verso le persone che credono in lei.<br />

Il Premio Internazionale Donna Impresa a<br />

Bianca Maria Caringi Lucibelli sarà conferito<br />

dal Presidente di Donna Impresa Magazine<br />

Valeriana Mariani in occasione del "GRAN<br />

GALA DELLE MARGHERITE Festa di<br />

Primavera" che si terrà come di consueto<br />

presso l' Hotel Excelsior di Via Veneto in<br />

Roma il 12 Aprile 2014 di cui è ideatrice ed<br />

organizzatrice. Le finalità: " Per l'autentica<br />

vocazione, volontaria e gratuita della propria<br />

opera a favore di categorie di persone che<br />

hanno gravi necessità e assoluto ed urgente<br />

bisogno di aiuto e assistenza". Il patrocinio e la<br />

sponsorizzazione di questa 25° edizione sarà<br />

assunta dall' Ambasciatrice di Egitto in Italia<br />

Sig.ra Abir Helmy, che ha già assicurato il suo<br />

massimo impegno insieme ad Anna Maria<br />

Benedetti Presidente della S.I.B. e Vice<br />

Presidente onorario dell' Ospedale Italiano<br />

Umberto I° al Cairo<br />

www.donnaimpresa.com 45


Gala delle Margherit e<br />

Roma 2013<br />

Erminia Manfredi<br />

Viva La Vita<br />

L’intenso rapporto umano e d’amore che mi ha legato a Nino per tutta la<br />

vita ha inciso profondamente in me anche nell’esperienza dell’ultimo<br />

distacco. La lunga fase di degenza in rianimazione che ha caratterizzato la<br />

sua dipartita, mi ha messo in contatto con un mondo d’intenso dolore ma<br />

anche di grandi speranze e passioni, come quelle che attraversano i<br />

familiari dei malati inguaribili e in fase terminale. Gli ultimi sorrisi di Nino mi<br />

hanno legata a questa realtà e ho deciso di dedicare le mie forze e la mia<br />

energia all’assistenza dei malati di S.L.A. che, come lui, sono totalmente<br />

dipendenti dall’aiuto degli altri nel loro letto di dolore. Una società civile ed<br />

evoluta non può far finta di non vedere questa sofferenza e negare il livello<br />

di assistenza medica e affettiva che queste persone, perchè di persone e<br />

non di malati o pazienti dobbiamo sempre parlare, chiedono a noi tutti per<br />

conservare la loro dignità umana anche in momenti di così grande difficoltà.<br />

Accogliere cittadini sensibili e generosi nelle occasioni di incontro cui riesco<br />

a dare vita, è per me motivo di grande commozione e gioia nel constatare,<br />

ogni volta, come con l’aiuto di tutti voi possiamo sopperire, almeno in parte,<br />

alle tante carenze del sistema sanitario, oggi in una crisi finanziaria e<br />

organizzativa così grave da condizionarne la capacità di risposta<br />

tempestiva a queste problematiche. Dal profondo del cuore, grazie per il<br />

vostro affetto e per la vostra partecipazione alla mia battaglia.<br />

Erminia Manfredi<br />

Tra gli ospiti: l’attore Pierfrancesco Favino, premiato durante il soiréè da Erminia Manfredi, Maria Grazia Cucinotta, Rita Dalla<br />

Chiesa, <strong>Marco</strong> Columbro, Lando Buzzanca, Franca e Paola Fendi, Valeria Mangani Dani Del Secco d’Aragona, i direttori di<br />

Woman & Bride Erika Gottardi e Massimiliano Piccinno, Giovanna Bonaventura, Cinzia Th Torrini con Ralph Palka, Paolo<br />

Zerbinati, Claudia Toti Lombardozzi, Rossana Tomassi Golkar, Giada e Antonio Curti, Christian Berlakovitz con Maria<br />

Grazia Tetti, Bruno Ferraro, Nori Corbucci, Diego Percossi Papi, Saveria Dandini, Silvia Capaldo, Adele Federico, Assunta<br />

Almirante, Francesca Bonanni, Maria Rita Parsi, Irene Bozzi, Alessandro Cassiani, Isabella Rauti, Patrizia de Rose,<br />

Giuseppe Ferrajoli e Olga, Elena Aceto di Capriglia, Sandra Cioffi e Francesco Fedi, Daria Pesce, Osvaldo De Santis,<br />

Livia Turco, Patrizia De Santis (Presidente Camera Moda Monegasca) , Maurizio Gelli (Ambasciatore in Uruguay e Nicaragua) ,<br />

Mohammed Seraj (Consigliere dell'Ambasciata Saudita) , Marina Pignatelli, Margherita Bonazzi, Laura e Lavinia Biagiotti,<br />

Mario D’Urso, Lella Bertinotti, Assunta Almirante, la principessa Marilu Gaetani, i principi di Libia Ana Maria e Idris Al<br />

Senussi, Anna Maria Jacorossi, principe Jonathan Doria Pamphili, Gina Spallone, Sara Iannone, Anna Maria Quattrini,<br />

Luigi Bruno, Marzia Spatafora, Paola Romano, Cecilia Villani ed il Presidente/editore di Donna Impresa International<br />

Valeriana Mariani


noialtruisti nati<br />

Credere ed incarnare il Cambiamento<br />

Maria Lorena Magliocco, 31 anni autrice Tv e storica dell’arte. Oggi<br />

attiva concretamente nella vita politica romana e Presidente<br />

dell’associazione Altruisti Nati. Fiera di non aver apparati cerca<br />

nella propria generazione e nel proprio genere la forza per<br />

sovvertire questo mondo, perché si può. L’abbiamo incontrata per<br />

le strade del centro storico di Roma, in una serata particolarmente<br />

fredda e tra le prime cose che ci ha detto: “Anche se fa freddo,<br />

facciamo una passeggiata, adoro questa città… la sento mia anche se<br />

nelle mie vene scorre il sangue del Salento, terra antica e piena di<br />

storia. Fin da subito ho capito che qui volevo vivere e realizzarmi.<br />

Conosco molto bene questa città, le sue strade, i suoi palazzi, i suoi<br />

monumenti e quei luoghi celati dalle guide turistiche. Roma è come una<br />

grande madre accoglie tutti, ma ripudia nello stesso tempo se non ci sai<br />

vivere”.<br />

Osservando Maria Lorena, il suo è un volto come tanti che si<br />

confonde tra gli sguardi dei tanti e variegati quartieri della capitale.<br />

Ama respirare tutto ciò che vita e realtà e la stessa gente si<br />

riconosce in quegli occhi così vivi e veri. E’ una donna che non ha<br />

timore di esporsi, che non ha paura di fare scelte, e soprattutto<br />

che, è consapevole che le scelte fatte adesso sono scelte su cui si<br />

giocherà il futuro di questo paese. Una donna dalle ambizioni non<br />

comuni, ma perché non comuni è la chiarezza con cui sa’ quello<br />

che vuole... Cos’è Altruisti Nati?<br />

Ho voluto fortemente la nascita dell’associazione Altruisti Nati e nasce<br />

dall’esigenza di un reale cambiamento della vita culturale e sociale del<br />

nostro Paese, promuovendo un’idea di mondo e un’azione nel mondo,<br />

in cui l’altruismo, inteso come partecipazione, mutualità diffusa – di<br />

saperi, informazioni, servizi o beni – sia la naturale implicazione del<br />

principio di reciprocità che sta a fondamento di ogni normativa<br />

democratica sui diritti e doveri di uno Stato. In tal senso, l’altruismo<br />

viene a configurarsi anche come la conseguenza razionale<br />

dell’applicazione del principio di reciprocità. Altruisti Nati riscopre il<br />

valore positivo delle cooperazioni cioè mutualità di strumenti e obiettivi.<br />

E’ questa la tua prima impresa?<br />

La mia prima impresa innanzitutto è stata quella di costruire me stessa.<br />

Voglio rendere significative le cose in cui mi impegno… attraverso la<br />

trasparenza e l’onestà intellettuale. Questo progetto è un obiettivo da<br />

perseguire con impegno e passione. Per me è concreto dovere e lo<br />

sento sulla pelle e vibra come le più forti emozioni. Sono pronta ad<br />

impegnarmi per il bene pubblico, ma non voglio farlo a livello politico<br />

nazionale perché ci sono le lobby talmente forti e ben radicate che per il<br />

cambiamento vero nazionale tanto annunciato si dovrà attendere<br />

ancora qualche anno. Il primo passo è tentare di portare un<br />

cambiamento nel locale, solo chi governa il locale influisce sulla qualità<br />

della vita della persona. In tutto ciò c’è una perfetta visione commisurata<br />

ad una strategia che porta all’obiettivo unico e concreto. Perché è il<br />

pragmatismo che salva le cose, non le professioni ideali. Talmente<br />

pragmatico da risvegliare il Nostro Paese dormiente e in Ritirata di<br />

fronte ad ogni vera sfida di progresso Non servono molte cose, ma le<br />

cose giuste per raggiungere l’obiettivo; non servono molte idee, ma una<br />

buona idea, non servono molti strumenti, ma lo strumento che funziona.<br />

Per questo l’etica deve essere arricchita dall’estetica, dalla bellezza<br />

d' ogni cosa.<br />

Ti senti molto determinata?<br />

Si, credo molto in questo progetto così ambizioso. E’ come scalare<br />

un’enorme montagna, ma la mia forte autodeterminazione, la strada<br />

della consapevolezza che il cosiddetto potere tanto ricercato non è<br />

avere qualcosa da qualcuno, ma fare qualcosa, la cosa migliore, per<br />

tutti. Poterla fare. Perché il potere è fare delle scelte. Scelte che<br />

consentono di realizzare delle cose diverse, cose che funzionano, che<br />

creano opportunità e benessere, e gioia. Un progetto che non è<br />

Grandioso, ma grande, ovvero capace di creare davvero un’opportunità<br />

vincente. Non servono mote cose, ma quella sola cosa che funziona.<br />

La tua sfida parte da Roma...<br />

Il naturale avvio del processo di cambiamento non può che riguardare<br />

la realtà più vicina ai bisogni quotidiani dei cittadini, il governo<br />

municipale: la nostra sfida parte da Roma, capitale d’Italia nella sua<br />

ricchezza potenziale e nella sua degenerazione reale, emblema di una<br />

società incapace di trasformarsi al punto da ricadere su se stessa.<br />

Roma, elemento reale e simbolico al contempo, perciò tanto più<br />

potente, lungi dall’essere diventata quel che avrebbe naturalmente<br />

dovuto essere, una grande capitale europea, anziché aver creato e<br />

promosso nuovi modelli culturali, è diventata elemento frenante e<br />

mortificante per l’intera cultura e società italiane. Perciò proprio da<br />

Roma partirà il nostro progetto di cambiamento, perché questo è il<br />

momento, non semplicemente opportuno ma necessario, per muoversi<br />

all’azione. Urgente è la sfida per il cambiamento, per il superamento<br />

culturale dell’immobilismo gattopardesco del sistema politico e sociale<br />

del nostro Paese. Non le forme, non l’apparenza, non gli slogan, ma la<br />

sostanza della partecipazione all’istituzione di nuove regole comuni è il<br />

nostro obiettivo, che si riassume nell’uguaglianza reale di possibilità, per<br />

tutti i cittadini, qualunque sia il loro status sociale, economico, culturale,<br />

di salute, di credo religioso o morale, di affettività, sessualità e<br />

prospettiva vitale. Noi di Altruisti Nati vogliamo ottenere risultati concreti<br />

e ragionevoli per fare di Roma una capitale europea del terzo millennio,<br />

attraverso una politica di modernizzazione e razionalizzazione della città<br />

e delle sue possibilità di sviluppo e vivibilità. Il che, tradotto in obiettivo<br />

politico, significa garantire la governabilità della città di Roma attraverso<br />

grandi regole comuni, basate su valori condivisi e comune assunzione<br />

di responsabilità verso la cittadinanza, regole da stabilire insieme senza<br />

ambiguità o possibilità di aggiramenti e colpi di mano, per superare ogni<br />

conflittualità sociale in vista di un benessere collettivo realmente<br />

condiviso. Le nostre parole d’ordine per realizzare tale progetto sono<br />

competenza, meritocrazia, equità e libertà, perché vogliamo che Roma<br />

torni ad essere una realtà all’altezza della sua storia e dei suoi cittadini.<br />

Se l’ideale è la tramutazione, non tramuto nulla se non comincio a<br />

mutare me stesso. L’utopia comincia domani, e può anche non<br />

cominciare mai; la tramutazione comincia oggi e non ha mai fine.<br />

[ Norberto Bobbio]<br />

Momenti della inaugurazione: Fondazione Altruisti Nati presso il Teatro Centrale Carlsberg _ Roma<br />

"Riprendiamoci la Nostra Italia"... to be continued...<br />

L.S.<br />

GERALDINE DE<br />

Le mie donne<br />

VULPIAN<br />

www.fidenzavillage.com<br />

LORENA<br />

MAGLIOCCO<br />

“Adoro passeggiare da sola per il centro di<br />

Roma, quando le strade sono semivuote,<br />

perchériescoasentireearespirarequel<br />

profumo del passato di un tempo che non<br />

esiste più. Sai, se fossi nata in epoca romana sicuramente sarei stata una<br />

matrona oppure una vestale, avrei custodito il sacro fuoco dell’Impero, il fasto della<br />

città la più importante del mondo. ”<br />

www.donnaimpresa.com 49


SIMONETTA<br />

LEIN<br />

Citiamo testualmente:<br />

“Simonetta Lein è un’artista di<br />

respiro internazionale: attrice,<br />

scrittrice e personaggio tv, vive<br />

tra l’Italia e l’America. Nata a<br />

Pordenone, classe 1983. Ha<br />

pubblicato per Sperling &<br />

Kupfer il romanzo “Tutto ciò che<br />

si vuole”, un romanzo sul potere<br />

dei desideri. E' impegnata in<br />

progetti sociali collegati all’arte<br />

TRAMONTANO<br />

e allo spettacolo. E’ fondatrice<br />

del “People Wish Tree”,<br />

movimento virtuale e realtà<br />

concreta di raccolta di desideri.<br />

Sull’onda del successo del suo<br />

ISABELLA<br />

libro, per Simonetta Lein realizza<br />

L’Occhialaia, un negozio di ottica dove un Vanity Fair “Desideriamo”:<br />

progetto lavorano blog che di raccolta si collega soltanto di desideri<br />

al<br />

donne.<br />

Nasce il venti ottobre del nuovo secolo da un’idea di IsabellaPeople Tramontano, Wish Tree, economista, un per<br />

iterare la tradizione familiare. Figlia di ottici, cresciuta tra lenti programma a contatto eradio oftalmiche, Svanitydecide in di<br />

creare qualcosa di “diverso”, di accedere a un settore moltocollaborazione maschile, dovecon le donne Margherita al massimo<br />

erano “addette alle vendite”, da protagonista. Meglio, rendendo Pogliani, le donne unaprotagoniste. serie tv dove Nasce<br />

così un negozio femmina, con un nome di genere femminile,<br />

intervista<br />

con una<br />

moltissimi<br />

compagine<br />

personaggi.<br />

societaria tutta<br />

rosa, dove le dipendenti sono “curvilinee”. Per punti: L’Occhialaia:<br />

E’ testimonial<br />

non ti sbagli,<br />

per il fotografo<br />

ci vai e ci trovi<br />

donne. Socie: culturalmente la donna ha nel DNA l’Economia,<br />

Bruno<br />

che<br />

Oliviero<br />

etimologicamente<br />

di “Oltre la<br />

vuol<br />

crisi”,<br />

mostra fotografica che tratta i<br />

dire<br />

“arte di reggere e bene amministrare le cose della famiglia”,<br />

temi<br />

quindi:<br />

salienti<br />

perché<br />

della<br />

no?<br />

crisi<br />

Dipendenti:<br />

volendo professionalità, le socie hanno deciso di rivolgersi direttamente<br />

economica e<br />

alle<br />

sociale<br />

scuole<br />

in<br />

di<br />

cui<br />

ottica<br />

ci<br />

e<br />

optometria e, quando ai presidi hanno chiesto le eccellenzetroviamo, femminili, realizzata hanno avuto al Teatro visi straniti,<br />

hanno dovuto spiegare che la donna ha una perizia e una pazienza Dal Verme singolari. di Milano In più: conlalalegge più<br />

ironica e vera del marketing afferma che gli uomini guardanocollaborazione le donne e le donne di Cultura guardano e le<br />

donne, quindi nessun pericolo di discriminazione da parte delle Solidarietà clienti, e in– occasione dal celeberrimo del<br />

termine coniato dal giornalista Simpson del giornale The Indipendent Premio annuale nel ‘94‘Stella – si cavalca al la<br />

società metrosexual che vuole uomini attenti all’aspetto e amanti merito’. dello E’ il shopping. nuovo volto Dadi questi “Maripunti<br />

di partenza nasce “L’Occhialaia”, e vive bene con voglia di crescere. per sempre”, In unreading Sud particolare, teatrale inla<br />

provincia di Salerno (Nocera Inferiore), in cui essere solo donne tournee potrebbe tratto dalla a volte biografia spaventare “Io<br />

L’Occhialaia_Via Zanzara 13, Mariangela 15_ isabella.tramontano@gmail.com<br />

Melato”.<br />

Scrittrice, attrice e conduttrice. Italiana e internazionale.<br />

Volto e firma di VanityFair.it<br />

NOCERA INFERIORE_SALERNO_ITALY<br />

Allora è vero che l’essenza di un incontro si rivela al primo istante. Quando le<br />

persone non hanno ancora preso le misure l’uno dall’altra, alzato difese,<br />

rivelato debolezze, infiorettato la propria storia, nascosto sotto il tappeto<br />

paure, condizionamenti, paure. Diversi i colori, gli orientamenti e le età, diverse le ricchezze,<br />

le competenze e le latitudini, ma simili, molto simili, i desideri, le sofferenze. Ma uguali. Simili nelle<br />

infinite dissimilitudini, fin anche nell’apparente condivisa complementarietà. Le donne si assomigliano<br />

quando lavorano, quando amano e pregano, quando sono madri, figlie e sorelle anche se non sempre<br />

sanno aiutarsi e riconoscersi mentre svolgono le loro imprese, materiali e immateriali, nel mondo. I<br />

secoli terreni ci hanno allenate a sopravvivere ma non a mettere in comune esperienze e difficoltà.<br />

Peccato. Tuttavia ciò che mi stupisce e rincuora è la straordinaria capacità di ogni donna di immaginare<br />

con energia scienza e passione obiettivi di felicità. Di solito quella immaginata dalla donna è una felicità<br />

condivisa, fatta di serenità e sicurezza, legata a lontane radici antropologiche e alla tutela delle<br />

generazioni. Ascoltare la voce e osservare i volti delle altre donne che condividono le loro storie e la loro<br />

passione e intelligenza è una esperienza rassicurante perché il pensiero condiviso che emerge è<br />

pacifico e profondo. A volte più stanche di sempre a volte piene della loro forza, le donne si accorgono<br />

di essere semplicemente una donne qualunque fra le donne. Una qualunque di noi nel nostro essere<br />

profondamente uniche, perché le similitudini tra una vita femminile e l’altra che sembrerebbero<br />

innegabili ed evidenti non hanno nulla di così innegabile ed evidente. Almeno non per lei..<br />

MARIAPIA DELLA<br />

VALLE<br />

Se è vero che la ricetta d’oro per arrivare<br />

alla popolarità non esiste, in quanto<br />

riteniamo che Sicuramente una parte è<br />

giocata dalla fortuna, siamo però<br />

consapevoli anche del fatto che molto<br />

dipenda anche a ciò che trasmettiamo agli<br />

altri, di positivo. Far veicolare la verità di<br />

quello che siamo, insomma, sembrerebbe<br />

essere quel gap di vantaggio, che ci<br />

permette di uscir fuori da una società<br />

sempre maggiormente streotipata. Essere<br />

se stessi richiede coraggio, e la nostra<br />

protagonista di oggi, di coraggio, ne ha da<br />

vendere. Solare, intelligente, grintosa,<br />

simpaticissima, Mariapia della Valle è la giovane Fashion Blogger che<br />

è riuscita a conquistare la nostra attenzione, nella non facile ricerca<br />

all’interno del vastissimo mondo delle donne che parlano di moda,<br />

perchè, se da una parte è vero che la passione della moda va ad<br />

accomunare tutte le varie blogger, è vero anche che è il rapporto<br />

stesso con la moda ciò che va a differenziare un blog dall’altro. Di<br />

sicuro c’è anche che leggendo il suo blog avverti come una<br />

sensazione di trovarti immerso in un’atmosfera più frizzante e vivace:<br />

quello che leggi è un mix di tante cose: il suo “about me” è tutt’altro<br />

che monotematico spazia bensì dalle vacanze, alle uscite con le<br />

amiche e dalle giornate in palestra a quelle con il suo ragazzo. Segno<br />

che la moda sia veramente presente ovunque ogni giorno. Il suo blog<br />

si basa essenzialmente su un rapporto amichevole con le donne che<br />

la seguono e che che seguono i suoi consigli sugli outfit. Donne con le<br />

quali scambia consigli per make-up e capelli, piuttosto che condividere<br />

le ultime novità nei negozi. La supportano e la sopportano nella sua<br />

vulcanica genialità creativa, la aiutano e le chiedono aiuto, la<br />

consigliano e le chiedono consigli. Questo il senso del suo blog<br />

www.modidimoda-mapi.blogspot.it Nessun senso, tutti i sensi.<br />

Mariapia ha all'attivo della sua carriera importantissime collaborazioni:<br />

scrive di moda per i magazine Donna Impresa e PinkLife, è inoltre<br />

consulente per gli shootting fotografici del Ph Thom Rever.<br />

Connoi<br />

nelprossimonumero<br />

VALDISERRI<br />

MARIELLA<br />

Docente di moda e fashion Journalist<br />

www.donnaimpresa.com39<br />

51


Le mie donne<br />

ROBERTA<br />

RAZZANO<br />

si racconta<br />

Avete presente un presepe? Antiche case di pietra, che si alzano dritte sulla rupe di tufo. Dietro, un fiorire di campanili di chiese. Un ponte<br />

altissimo che attraversa il vallone selvaggio. Questo è il mio paese. Un tempo, famoso per Sant’Alfonso e il suo “Tu scendi dalle stelle”. Ora, di<br />

nuovo alla ribalta per aver dato le origini al sindaco di New York. Questa è Sant’Agata dei Goti, piccola perla di un Sud poco conosciuto, dove<br />

sono nata e ho passato la mia infanzia tra la bellezza e l’incanto dei sensi. Il bello era normale, era quotidianità, era quasi scontato. I monumenti<br />

antichi e i vestiti di mia madre accompagnavano i miei sguardi; il romanico asciutto ed elegante della chiesa di San Menna si abbinava ai tagli<br />

raffinati di Valentino. E poi, i piatti seducenti che riusciva a cucinare… Tutto era colore, profumo, vita. Mio padre, il suo critico più costruttivo e<br />

severo. Fu la mia prima e sola guida. Non accettava le mezze misure, quando si parlava di bello e di buono. Tanto era amabile e tollerante<br />

verso gli esseri umani, tanto era rigoroso nel giudicare le loro creazioni. “Quelle si possono sempre migliorare – diceva – ed io sprono a farlo”.<br />

Quando ti trovi a vivere in un mondo bello e stimolante, non sei mai propensa ad adagiarti: sei sempre spinta a fare di meglio, a cercare il<br />

diverso, ad andare oltre. Gli abitini uguali a quelli delle altre bambine non mi piacevano. Volevo essere originale. Volevo essere io. Se non<br />

potevo scegliere i miei vestiti, nessuno mi vietava di farlo con quelli della Barbie. Dopo aver provato tutto il campionario esistente, cominciai a<br />

confezionarli di persona. Usavo gli stracci bianchi di mia madre e li decoravo con i pennarelli colorati. Non potendo cucire, li assemblavo con la<br />

pinzatrice. Erano belli anche per le mie amiche, che me li chiedevano. Ed io li facevo per loro, con piacere. Forse tutto iniziò da lì… Ero da poco<br />

una teenager, quando mi si aprì la strada verso il mondo vero. Mi ero macchiata la maglia bianca di caffè. Invece di lavarla, pensai che potevo<br />

usare il caffè per tingerla tutta quanta. L’appallottolai in una pentola stretta riempita con cinque o sei caffettiere grandi. Con mia sorpresa ne uscì<br />

non una tinta uniforme, ma un disegno, astratto e affascinante, in cui<br />

riuscivo a distinguere forme inaspettate, come quando si guardano le<br />

nuvole e si sogna. Intuii che quel disegno era più bello di qualunque<br />

forma avessi potuto progettare a priori. Avevo capito che l’arte comincia<br />

quando si va oltre il progetto, oltre l’intenzione, e ci si lascia trasportare<br />

da quell’imponderabile che è sempre presente intorno a noi. Avevo<br />

imparato a viverlo senza temerlo. Iniziai a tingere di tutto e con tutto. Mia<br />

madre brontolava: sporcavo dovunque. Ed io le ripetevo: “Tu mi hai fatta<br />

ultima di quattro sorelle, perché fossi il bastone della tua vecchiaia. Mi<br />

avresti voluta come una damigella dal sangue blu, ma il mio sangue non<br />

è né rosso né blu: l’hai fatto multicolor!” Allora non sapevo nulla di<br />

shibori. Non avrei mai immaginato di ritrovarmi, dieci anni più tardi, in un<br />

angolo di Giappone, a bottega da un maestro ultracentenario, a<br />

perfezionarmi in quell’arte antica. Laozi Nagayama fu per me una figura<br />

di maestro come non ne ho più incontrate. La tecnica era solo un aspetto<br />

marginale dei suoi insegnamenti. Si preoccupava anche di come e<br />

quanto mangiavo e dormivo. Perfino di come respiravo. E tutto il suo<br />

sapere, oggi, lo posso ancora riassumere in quelle tre parole che<br />

ripeteva sempre: “Mani, testa, cuore.”. Se viene a mancare un solo<br />

elemento a questa triade così umana, nulla sta più in piedi. E’ come un<br />

tavolino a tre gambe che ne perde una. In quei dieci anni, a dire il vero,<br />

non ero stata ferma. Anzi… avevo lasciato gli studi di giurisprudenza,<br />

con grande sconforto della mia famiglia, per seguire il mio sogno ed<br />

iscrivermi all’accademia di belle arti di Napoli. Furono anni difficili. Ci<br />

entrai quasi da sprovveduta. Non sapevo disegnare e non mi piaceva<br />

disegnare. Ma dovevo imparare ad ogni costo. Avevo bisogno di<br />

materiale. Cercavo la carta e i colori migliori. Ed era una cosa mia, solo<br />

mia. Per non chiedere nulla alla mia famiglia decisi di lavorare la sera,<br />

come cameriera, come lavapiatti. Furono anni di solitudine e sacrificio.<br />

L’unico sostegno era la mia passione, sfrenata, irrazionale quasi, per<br />

tutto ciò che era un abito. Gli abiti mi attiravano per la loro materialità. Li<br />

dovevo vedere dal vivo, toccare, annusare. Erano fatti di tessuto e non di<br />

carta. È nell'aspetto tattile che sta gran parte del fascino dei tessuti. Il<br />

tatto e' il senso più diretto che abbiamo per conoscere il mondo. Io ho<br />

bisogno di toccare ciò che creo. Gli oggetti e la materia ci parlano<br />

quando li tocchiamo. Mi piace toccare la roccia quando arrampico,<br />

sentire fra le dita la tensione del filo quando tiro di balestra, accarezzare<br />

il pelo di animali inconsueti o stringere tra le mani le foglie di un albero.<br />

Lungo tutto il mio percorso, i tessuti sono sempre stati i grandi<br />

protagonisti. Come pinzavo gli abiti indosso alle bambole, così ho<br />

sempre preferito costruire e montare i capi veri sul manichino, senza<br />

disegnarli prima. Non c’è immaginazione, per quanto fervida, che riesca<br />

a eguagliare la realtà, con i suoi giochi di luce, di testure, di gravità, di<br />

tensioni e di torsioni. Bisogna provare, osservare, e lasciarsi stupire.<br />

Solo così si può dare spazio al sogno. Da un sogno nacque alla fine la<br />

mia tesi, “La rivelazione di Ercolano”, che poi sarebbe divenuta un libro,<br />

una collezione ed uno spettacolo. Era un pomeriggio assolato della mia<br />

infanzia e mio padre mi aveva trascinato ad Ercolano per mostrare gli<br />

scavi ai parenti venuti dall’America. Io correvo, saltavo, non stavo mai<br />

ferma. Scivolai sul selciato antico e lui mi salvò da una brutta caduta<br />

prendendomi la mano. Mentre mi teneva, per tranquillizzarmi mi disse:<br />

“Tu ora vedi solo rovine vuote. Ma prova a chiudere gli occhi e pensa a<br />

duemila anni fa. Qui intorno tanta gente che passa. Un suonatore di<br />

cetra. Le donne con i loro vestiti colorati…”. Aveva colto nel segno.<br />

Improvvisamente nacque dentro di me l’immagine della città viva, e la<br />

vita erano quei vestiti che si muovevano insieme alle persone e<br />

riflettevano il sole di duemila anni prima. “Papà, com’erano quei vestiti?”.<br />

Me li mostrò a casa, sui libri. E io sognavo di farli rivivere. La mia gavetta<br />

iniziò a Roma alla maison Gattinoni. Madame Fernanda resta ancora un<br />

esempio indelebile nei miei ricordi. Lei non era solo arte. Era<br />

determinazione e tenacia. Non mollava, non se ne andava, non si<br />

arrendeva finché il capo non era quello che voleva. All’anelito al meglio<br />

che avevo imparato da mio padre, lei univa la capacità di realizzarlo.<br />

Tutte le persone che in me hanno lasciato un segno, mi hanno insegnato<br />

a non accettare le mezze misure. L’alta moda mi affascinava, perché non<br />

si poneva limiti, Non c’erano limiti alla fantasia e nemmeno alla spesa.<br />

Non c’erano vincoli o censure. Bisognava solo puntare in alto, il più in<br />

alto possibile. Ed arrivarci ad ogni costo. Da lì partì il mio viaggio per<br />

l’Europa e per il mondo. Ero diventata la donna dei tessuti. Li sceglievo, li<br />

tingevo, li creavo dal nulla. Tingevo con le spezie, con il vino ed il caffè.<br />

Tessevo tutto ciò che poteva prendere la forma di un filo, compreso<br />

quello interdentale. Trasformavo la materia lasciandomi trasportare<br />

dall’imponderabile come da un’onda amica. Un giorno, tutto si interruppe<br />

bruscamente. Pensai di lasciare un sogno per seguirne uno migliore. Ma<br />

era un’illusione, e mi ritrovai a terra, senza ali. Abbandonai il mondo<br />

sfavillante dell’alta moda, che mi destava solo ricordi tristi, e mi<br />

reinventai in mille vesti nuove. Creatrice di costumi teatrali, decoratrice di<br />

vele, giornalista. Scrivevo di ecologia e natura e quasi per caso arrivai ad<br />

occuparmi di cibo. Incontrai persone nuove e, come per magia, mi si aprì<br />

davanti un mondo inaspettato. Nel giro di pochi anni venivo catapultata<br />

dall’alta moda all’alta cucina. L’illuminazione fu un invito a pranzo da<br />

Fulvio Pierangelini. Gli dissi che non mangiavo pesce. Il risultato fu il<br />

menù sbattuto con rabbia sul tavolo, uno sguardo torvo ed una girata di<br />

spalle senza un saluto. Ma sul mio tavolo arrivarono pesci d’ogni sorta. Li<br />

assaggiavo. Mi piacevano. Mi davano emozioni. Avevo scoperto l’haute<br />

cuisine. Il dopopranzo fu più amichevole, in una saletta riservata, tra<br />

pizzi, cristalli e due opere di Fontana. Mi spiegò che aveva accettato la<br />

sfida e aveva cucinato il pesce in modo da farmelo piacere. Lo aveva<br />

personalizzato. Io, che fino ad allora avevo vissuto di surgelati e pizze a<br />

domicilio, dovetti ammettere che anche il cibo poteva diventare una<br />

forma d’arte. Nel giro di qualche mese la mia vita era di nuovo cambiata.<br />

Vagabondavo tra i migliori ristoranti d’Europa, negli anni della più grande<br />

rivoluzione gastronomica di tutti i tempi. La vecchia passione si poteva<br />

sposare con la nuova. Creai Dolceveste, un involucro impalpabile di<br />

tessuto colorato e profumato, che permetteva di mangiare i cioccolatini<br />

senza toccarli con le mani. Preparai contenitori di tessuto e bacchette di<br />

ceramica per i cuochi del Bulli. Avevano inventato le “arie”, schiume<br />

evanescenti e profumate, ed io dovevo inventare un modo nuovo per<br />

degustarle. Così, alla Mostra Internazionale dell’Alimentazione del 2005<br />

presentai “Flores de Pescado” insieme ad Oriol Castro: fiori di tessuto<br />

che avvolgono arie di mare. Riscoprii l’amore per il cibo della mia<br />

infanzia, ma con la mente e il cuore di chi ha scelto di aspirare sempre al<br />

meglio. Studiai, scrissi, insegnai. Mi si aprirono le porte dell’università e<br />

scoprii quella forma incredibile di affetto che può legarti ai tuoi studenti.<br />

Se li guardi, li ascolti e impari a conoscerli, diventano come figli. E ti senti<br />

parte di una famiglia grande ad antica. Io li ho sempre amati, uno ad uno.<br />

Ognuno per come era fatto e per quello che poteva dare e diventare. Ad<br />

ognuno ho dato tutto quello che potevo. E loro hanno dato a me.<br />

Purtroppo, l’università non è fatta solo da loro. Ci sono squallidi burocrati<br />

e dirigenti gretti e venali, che possono uccidere ogni forma di poesia e<br />

dignità. La mia strada non poteva fermarsi lì. L’insegnamento, senza<br />

ricerca, può diventare una ripetizione vuota. Così, mi sono decisa a fare<br />

sul serio. Sono entrata a fare parte del Laboratorio di Fisica<br />

Gastronomica dell’Università di Parma, assumendomi la responsabilità<br />

di tutto il settore estetica e design. Lì ho iniziato il progetto drink design,<br />

come nuova forma di food art. Realizziamo drink personalizzati, ognuno<br />

diverso dall’altro, con disegni tridimensionali creati da liquidi colorati,<br />

iniettati all’interno di un liquido trasparente. Anche qui, la scienza e lo<br />

studio ti portano al limite, poi lascio scattare quell’ineffabile abbandono<br />

all’imponderabile… Poi, un giorno, arriva di nuovo l’ombra. Scura,<br />

spaventosa, invincibile. Mio padre si ammala e in pochi mesi se ne va.<br />

Nel mio cuore, sentivo che avrebbe avuto ancora tante cose da dirmi,<br />

ma il tempo era finito. Ero persa. Cercavo dovunque un segno, un<br />

appiglio, un punto da cui riprendere il filo dei suoi insegnamenti. E mi<br />

tornò alla mente quel pomeriggio lontano, agli scavi di Ercolano… Sentii<br />

rinascere il richiamo della moda. Ma in forme diverse. Il tempo era<br />

passato. A vent’anni volevo trasgredire, ma ora? Non riuscivo a<br />

convincermi che fosse il momento di ricominciare. Però mi guardavo<br />

intorno, e vedevo che il mondo era cambiato. La crisi che imperversa.<br />

Una realtà che nessuno più ama. Si può trasgredire quando tutto è<br />

perfetto e felice. Si desidera andare oltre, ma perché il presente è già<br />

bello. Ma ora? Ora, mi sono detta, non c’è più sete di trasgressione. C’è<br />

tanta voglia di sognare. Di fuggire.<br />

Roberta Razzano<br />

www.donnaimpresa.com 53


Il conferimento del<br />

"Premio Donna Impresa"<br />

Al Fashion Week Bucarest<br />

ADRIANA<br />

AGOSTINI<br />

Fashion designer _ www.adriana-agostini.com<br />

Donne di moda<br />

L’abbiamo incontrata per la prima volta a Bucarest e precisamente all’evento<br />

FashionTv Week presso la sua Galleria - Atelier. La sua ispirazione nasce in primo<br />

luogo dal tessuto e poi si sviluppa dall’osservazione della società.<br />

Lei è Adriana Agostini, fashion designer rumena le cui<br />

collezioni, in passerella, assumono la caratteristica di uno<br />

spettacolo nello spettacolo, tanto lei è abile a dotare di senso le<br />

sue rappresentazioni. Scenografie teatrali in cui si esprime la<br />

bellezza della donna, magnificandola in tutta la sua più sensuale<br />

femminilità. Mai una donna mortificata in rigide vesti, mai un<br />

corpo umiliato nella sua avvenente grazia. Il corpo si esprime,<br />

fluendo fra tagli e tessuti che lasciano il libero manifestarsi. Bella,<br />

solare, Adriana Agostini ci accoglie con un sorriso che lascia<br />

intuire quanto, quella serenità espressa, sia trasferita in tutto<br />

quello che crea, quanto rappresenti l’elemento distintivo di<br />

qualcosa che prima ancora che essere un brand, è la sua vision.<br />

Un modo di percepire il mondo, il suo, in cui si contempla la gioia<br />

di vivere. Ha iniziato in Italia la sua professione lavorando per<br />

diversi Atelier nel campo del tessile. La definivano una design<br />

della “maglieria” per la sua straordinaria capacità di abbinare<br />

tessuti di natura diversa, cachemire e seta, in particolare. E tutto<br />

questo avveniva negli anni ’80. Poi il salto di qualità tentando di<br />

vendere i suoi prodotti fuori dall’Italia, strategia vincente che le<br />

conferì da subito popolarità. Una svolta al suo modo di intendere<br />

la moda, il fashion. Qualcuno è magico; altri ammaliano; taluni<br />

raccontano la storia intessuta da infinite piccole vicende umane;<br />

certi rimangono imperiose roccaforti di un glorioso passato<br />

seppure ne hanno perso i fasti opulenti; alcuni sono abbandonati<br />

a sé stessi; talaltri si lasciano scivolare il tempo sulla pelle;<br />

qualcheduno sembra materializzarsi dalle pagine ingiallite<br />

d'antichi libri di fiabe, dove le parole gotiche sono arricchite da<br />

fantasiosi disegni di fate del bosco, di folletti dai buffi cappelli<br />

nascosti fra i fili d'erba, d'acque cristalline e di ponti magici,<br />

metafora di un passaggio fra bene e male, fra buio e luce, fra<br />

civitas e barbaritas, fra noto ed ignoto... Infine qualcuno, e questo<br />

è il caso di Adriana, scrive libri incantati a più dimensioni, dove le<br />

pagine sono tessuti, le penne aghi, dove le idee si esprimono<br />

attraverso piccoli ritagli di tessuto, s'incorsano in formule magiche<br />

comprensibili solo ad eletti che possiedono il sapere di<br />

comprendere la magia della sua arte. Saperi che invitano a<br />

superare le cortine, a varcare la soglia per scoprire che tutto è<br />

arte in continuo movimento, un'altra storia da svelare... per chi la<br />

vorrà e saprà ascoltarla. Adriana Agostini è stata insignita con il<br />

prestigioso Premio Internazionale “Donna Impresa” “PREMIO<br />

INTERNAZIONALE <strong>DONNA</strong> <strong>IMPRESA</strong>/AT THE HEART OF<br />

COMMUNITY” all’interno del prestigioso evento che si è tenuto<br />

presso Villa Cesarina di Valganna (provincia di Varese) nelle<br />

giornate dell’8e9marzo,iltutto sintetizzato in un video per la<br />

La collezione di Adriana Agostini presentata<br />

a Villa Cesarina - Valganna (Va) - Italy<br />

Le mie donne<br />

di Annabella Ciardiello<br />

regia dell'eclettico Dragan Sebastian denominato "Una bellezza<br />

reale". " CULTURA AGENZIA" dunque giunge in Italia, a Villa<br />

Cesarina a raccontare le meravigliose creazioni della fashion<br />

designer Adriana Agostini che hanno fatto sfoggio della loro<br />

magnificenza attraverso la statuaria bellezza delle modelle in un<br />

contest, quello della splendida dimora liberty, reso ancor più<br />

magico dagli scatti del ph George Cristian. Nel soirée di Gala,<br />

all'insegna di una giuria d'eccezione presieduta dal Principe<br />

Stefan de Montenegro e dalla sua splendida consorte, da<br />

Bruno Romano Baldassarri in qualità di Direttore Marketing<br />

Italia Donna Impresa e Giuseppe Vigilante Patron dell'evento,<br />

sono state assegnate le fasce di merito alle partecipanti a "Lady<br />

Storica", una per ciascuna concorrente attribuite in base alle<br />

caratteristiche peculiari di ciascuna; un concorso dunque che non<br />

ha visto né vincitrici né vinte, a celebrare la bellezza delle donne<br />

nella loro dissomiglianza di caratteri. A conquistare il "Premio<br />

eleganza" la modella rumena Ana Maria Iancu che vestita in uno<br />

splendido abito di Adriana ispirato all'ottocento di gattopardiana<br />

memoria, ha incantato ospiti e giuria oltre che per la sua<br />

bellezza, per il suo portamento regale. Nel corso della serata<br />

sono stati poi assegnati i PREMI INTERNAZIONALI <strong>DONNA</strong><br />

<strong>IMPRESA</strong> alla oramai celeberrima scrittrice Ada Cattaneo, alla<br />

straordinaria fashion designer Adriana Agostini, lo ricordiamo ad<br />

onor di cronaca, ed alla versatile bellezza di Kurimi Mami. " Arte,<br />

Bellezza e Solidarietà nelle giornate dell'8e9marzo2014 è stata<br />

un successo al di sopra di ogni più rosea aspettativa - ci dice<br />

Giuseppe Viglilante - metti una troupe di 12 elementi al seguito<br />

della stilista Adriana Agostini, Bruno Baldassarri e Valeriana<br />

Mariani, la polizia a cavallo e Nicola Corrarello, 12 bellissime<br />

donne per Lady Storica, Pin Berve e Kurimi Mami, 6 guerrieri<br />

medioevali con Alessandro Varagnolo e una scrittrice di leggende<br />

Ada Cattaneo, le bellissime piante di Vivai Giardinaggio Selve e la<br />

onlus per l'aiuto ai bambini autistici... per non parlare poi della<br />

bellezza dei quadri esposti nei saloni della villa di sei artisti:<br />

Daniela Galli, Monica Trioli, Milly Martionou, Anna Zulla, Mirella<br />

Zulla e Benedetto Codella... dei premi assegnati, dello<br />

Champagne Dom Caudron Marne abilmente presentatoci da "La<br />

Dame du Vin" personaggio cult nel panorama dell'enologia<br />

nazionale, del magnifico risotto preparato da uno dei ristoranti<br />

tipici di Valganna annaffiato da vini "eccellenti", quelli portati in<br />

degustazione da Boris Laziosi per il Podere Vilarga prodotto<br />

vinicolo del Principe del Montenegro. Beh.. che dire, se non il<br />

ringraziare tutti coloro che hanno dato vita a questo magnifico<br />

sogno… “. Il servizio, in esclusiva per MDI TV o mditv.ro.<br />

agostini<br />

Model: Mihaela Dragne<br />

Model: Ana Maria Iancu<br />

da destra: Adriana Agostini con i Principi di<br />

Montenegro, Giuseppe Vigilante con i figli.<br />

www.donnaimpresa.com 55


Le mie donne<br />

CLAUDIA<br />

FERRISE<br />

Fashion designer _ Lamezia _ Italy<br />

Modelli dal taglio apparentemente semplice, quasi classico, ma impreziositi con dettagli<br />

ricercatissimi, che regalano alla sposa un look sofisticato, di alta classe, indubbiamente<br />

glamour. Per le gonne, scivolate e dalla linea morbida, vengono utilizzati tessuti fluttuanti<br />

come lo chiffon, il tulle e la seta ma anche più strutturati come il damascato, e il raso, uniti a<br />

bustini dal taglio prevalentemente a cuore ed a V, anche con scollature profonde, che<br />

regalano grande femminilità persino alla sposa più formale<br />

Per coloro che sono alla ricerca di un look più moderno, non mancano però accenni minimal chic, come lo scollo squadrato. L’anima delle<br />

collezioni è senz’altro il pizzo, utilizzato come tessuto principale o in piccole applicazioni , che danno vita a fiori, petali e decorazioni di alta<br />

lavorazione, arricchite con punti luce, perline e cristalli, che illuminano gli abiti senza appesantirli, ma donano un tocco di brillantezza che ben “si<br />

sposa”, è proprio il caso di dirlo, con le linee romantiche e delicate dei modelli. Accanto alle gonne ampie in tulle, dal taglio principesco, troviamo<br />

anche linee più aderenti e femminili, con gonna a sirena, abbinate perfettamente a maniche lunghe o in tulle, che lasciano trasparire le braccia,<br />

avvolgendole in ricami e applicazioni. Soffici petali in pizzo o chiffon, che ritroviamo sul velo sposa, anch’esso protagonista indiscusso della<br />

passerella, con strascico importante e lunghezza cathedral. Guardando al colore, è il bianco che regna sovrano nelle collezioni di Claudia, nelle<br />

sue sfumature ricercate: etereo ed elegante, in una fusione perfetta di romanticismo e modernità, per donne sensibili e capaci però di mostrare<br />

anche il mistero, la malizia e la seduzione. Se sognate che la vostra sia una favola, ricordatevi che una storia meravigliosa ha sempre un inizio<br />

speciale. E la scelta dell’abito è l’incipit giusto per un matrimonio fiabesco. Come orientarsi tra aspettative da favola e quel ci fa essere<br />

assolutamente favolose? A raccontarci il percorso che porta alla scelta dell’abito da sposa (non di “un” abito da sposa qualsiasi) è Claudia<br />

Ferrise padrona di casa all’Atelier “Sposa Lucy Claudia” che ci guida con il suo prezioso savoir faire. La storia comincia insomma con la<br />

condivisione di desideri e aspettative: riguardo all’abito, alle linee, ai tessuti, ai dettagli, ma anche a tutto il contesto del matrimonio, dalla<br />

location allo stile della cerimonia. Il compito di Claudia è dunque il trasformare il sogno delle proprie clienti in realtà, cogliendo emozioni e<br />

aspirazioni, ascoltando e consigliando. “Senza esasperazioni” forte della lunga esperienza nel settore più romantico che esista. Idee semplici e<br />

chiare, suggerimenti mirati e realistici, perché quello della scelta sia un momento meraviglioso, senza inutili stress. Si inizia così un affascinante<br />

viaggio: passando da tessuti, stili e modelli, alle pregiate proposte di raffinate case nazionali ed internazionali, a disegni su misura, realizzati per<br />

la sposa dall’Atelier fino al lavoro sartoriale realizzato qui, con la professionalità stilistica artigianale della tradizione, dal cartamodello all’abito.<br />

Scelto il modello, in un trionfo di emozione, la fase successiva è la prima prova. Non dobbiamo ai dimenticare che la protagonista quel giorno<br />

deve piacere prima di tutti... a se’.<br />

DIANA<br />

ALEXANDROAE<br />

Presidente Kasta Morrely _ www.kastamorrely.ro<br />

a tu per tu con:<br />

Diana Alexandroae<br />

presidente Kasta Morrely<br />

Le industrie creative, così come<br />

troviamo che sono state definite da<br />

inglesi, sono quelle industrie che hanno<br />

l’origine nella creatività, talento e<br />

maestria degli individui, e che hanno il<br />

potenziale della creazione di impieghi e<br />

di prosperità tramite la generazione e<br />

l' utilizzo delle proprietà intellettuali.<br />

I campi che costituiscono (conforme DCMS- Department of<br />

Culture, Media and Sport, UK) sono advertising, l’architettura,<br />

le arti, i mestieri, il design, la moda, il cinema, video e foto,<br />

software e computer games, la musica, le arti visuali e<br />

performing arts, publishing, televisione, radio. Esse hanno un<br />

ruolo educativo molto importante nella società odierna ed è<br />

per questo motivo, e per nostra sfortuna, siamo aggrediti con<br />

troppe produzioni e prodotti di bassa qualità. Per questo<br />

siamo moralmente obbligati trovare e promuovere l’autenticità,<br />

la qualità ed il professionismo per sbarazzarci della nocività<br />

del kitch e dell’incultura presente dappertutto nell’importante<br />

settore delle professioni che formano il campo dell’immagine.<br />

E’ sulla base di questa considerazione che abbiamo ritenuto<br />

indispensabile ascoltare una specialista in termini di autorità<br />

internazionale nell’organizzazione d’eventi, sfilate di moda e<br />

Fashion Theater: lei è Diana Alexandroae Presidente Kasta<br />

Morrely, uno degli esperti che sono stati alla base della<br />

creazione e legalizzazione per la prima volta nel mondo, della<br />

scienza dell’occupazione di modella(o) e dell’occupazione di<br />

organizzatore di eventi. Diana Alexandroae fa parte anche dal<br />

collettivo degli esperti che hanno creato e registrato come<br />

marca il nuovo genere artistico Teatro di Moda (Fashion Theater). “Desidererei precisare dall’inizio il fatto che la mia attività di ricerca in qualità di<br />

presidente Kasta Morrely è stata centrata specialmente sul campo delle sfilate di moda e dell’organizzazione degli eventi di moda. Questa attività<br />

– ci dice Diana - non ha però escluso il coinvolgimento nello studio della realizzazione delle trasmissioni TV e film. Come si sa ogni persona<br />

ambiziosa sogna diventare una stella oppure una personalità pubblica conosciuta molto spesso senza aver approfondito l’effimerità che ruota<br />

intorno alle stelle della televisione o cinematografiche. La causa della loro effimerità è dovuta al fatto che sono persone impreparate che tramite<br />

l’apparizione sul piccolo schermo danno un'impressione iniziale d’intelligenza, fascino e spontaneità, ma... come dire – continua - il pubblico si<br />

rende conto assai velocemente della realtà e si annoia presto della falsa stella. Lo stesso ovviamente vale per le stelle cinematografiche che, se<br />

non supportate da un vero talento ed un corretto management, scompaiono nell’ignoto. Mi sono domandata anche io all’inizio perché sono stelle<br />

che resistono nel tempo ed altre scompaiono con la stessa rapidità con cui sono apparse. Tematiche che ho approfondito durante gli studi di<br />

ricerca del mondo della moda e che sono state la base della mia consapevolezza di oggi. Quello che ho compreso, è che il settore è stracolmo di<br />

molto dilettantismo basato sulla sfrontatezza di manager improvvisati e senza troppi scrupoli che giocano sulla pelle e sul talento, non ultimo sulla<br />

timidezza, di quanti vorrebbero intraprendere una carriera artistica, qualsiasi essa sia.<br />

L’interesse per le prestazioni artistiche si perde in<br />

continuazione perché molte dalle attività di creazione sono dominate dagli impostori e spavaldi. questa è la verità. Il lavoro di creazione si basa su<br />

una preparazione complessa che congloba più qualificazioni complementari. Non puoi avere un’attività di successo nelle industrie creative senza<br />

qualificazione e senza una preparazione laboriosa preliminare perché senza preparazione solida l’atto artistico si svolge caoticamente, con molto<br />

lavoro invano e alla fine si scelgono ruoli che di bassa qualità, pur di apparire. sono sotto gli occhi di tutti - conclude Diana – le ridicolaggini delle<br />

dirette televisive e/o le produzioni di basso spessore culturale ed estetico. E’ solo nel momento in cui hai una preparazione idonea al ruolo che<br />

vuoi svolgere che diventa facile il valutare la qualità dell’offerta. Mai diversamente. Una professione, per essere riconosciuta legalmente dallo<br />

stato, deve necessariamente dotarsi di un progetto approvato della scienza di quella professione. Così quelli che sono qualificati in quella<br />

professione imparano cosa devono fare con efficienza e rendimento massimo, benefico per se stessi così come per le persone che si affidano ai<br />

suoi servigi. Ho constatato quando lavoravo all’elaborazione dell’occupazione di modella(o) che le sfilate di moda in molti casi annoiano la maggior<br />

parte degli spettatori a causa della loro monotonia… ragazze che portano a spasso dei vestiti tutte nello stesso modo, invece che indossarli. Vi è<br />

una grandissima differenza fra l’indossare un capo e vestirlo. Ecco perché ho pensato di mettere a punto il Teatro di Moda (Fashion Theater), di<br />

proprietà intellettuale Kasta Morrely. Questo nuovo genere artistico conferisce valore tanto alle creazioni dei designer quanto il talento di coloro<br />

che sfilano. Sono stata piacevolmente sorpresa alla fine dell’anno 2013, quando nell’ambito della Gala Romanian Fashion Awards, ho ricevuto il<br />

Premio per la creazione di questo progetto Moda, ancor più sorpresa e felice quando, subito dopo, sono stata insignita di un Diploma di<br />

Eccellenza come autorità riconosciuta nelle industrie creative ed il riconoscimento del nuovo genere artistico Teatro di Moda (Fashion Theater),<br />

dalla parte dei funzionari di una città turistica molto importante. Posso dire con piacere ed orgoglio, che sulla scena del grande festival Bucharest<br />

Fashion Week dal dicembre 2013 sono state molte le sfilate organizzate in collaborazione con noi... e gli effetti si sono visti. Il pubblico non solo<br />

non dava segno di insofferenza, ma restava compostamente seduto... quasi rapito da ciò che in quel momento avveniva in passerella. Questa<br />

reazione del pubblico è la conferma che il fondamento delle industrie creative, il successo, dipendono dalle qualificazioni, oltre che dal talento.<br />

Insomma, non possiamo parlare del futuro di successo e dello sviluppo del settore culturale artistico senza un’approccio scientifico basato sulle<br />

qualificazioni ed innovazioni di quelli che si affacciano in questo campo d’attività. I paesi che hanno investito nello sviluppo del settore delle<br />

industrie creative sono i più conosciuti ed apprezzati per il loro livello di civiltà e benessere anche se in altri settori non eccellono”.<br />

www.donnaimpresa.com 57


Antares:<br />

un'azienda<br />

giovane e<br />

dinamica che<br />

fornisce una<br />

qualità<br />

produttiva<br />

impeccabile<br />

di suole e<br />

fondi<br />

termoplastici<br />

in TR, PVC,<br />

TPU<br />

monocolore,<br />

di colore e<br />

tricolore, (con<br />

inserti, grd,<br />

fasce in<br />

cuoio,inserti in<br />

cuoio ecc...)<br />

per calzatura<br />

uomo-donna.<br />

L'alta tecnologia e la conoscenza nella<br />

progettazione e produzione di fondi fanno<br />

di Antares una realtà capace di conciliare<br />

le esigenze della moda con il massimo<br />

confort, massima flessibilità,<br />

personalizzazione del prodotto,<br />

realizzazione esclusiva o su progetto del<br />

cliente della suola desiderata con le<br />

caratteristiche che contraddistinguono<br />

l'azienda e che sono alla base di una<br />

mission atta a soddisfare le richieste di un<br />

mercato in costante sviluppo. Un prodotto<br />

all'avanguardia in termini di ricerca<br />

stilistica, design e di materiali innovativi<br />

che hanno fatto dell'artigianalità tipica del<br />

"Made in Italy" e della struttura aziendale i<br />

suoi punti di forza.<br />

www.suolificioantares.it<br />

Grottazzolina (Fm) _Italy _ info@suolificioantares.it _ T. 0734.632735 _ F. 0734.636777<br />

www.donnaimpresa.com 59<br />

Model: Sara Ben Zidane e Roberto Baldassarri : Donna Impresa<br />

Ph<br />

©


"Camminiamo assieme alle calzature più famose, più trendy e più<br />

comode, in italia e nel mondo cercando di non venire mai meno ai<br />

nostri ideali ma ampliando la gamma dei nostri prodotti. Tecnologia,<br />

moda e attenzione al mercato sono le nostre parole chiave: una<br />

parte importante, la nostra”


Per tutte le stagioni della<br />

tua vita.<br />

Ph: D onna Impresa© Model: Sara Ben Zidane e Roberto Baldassarri. Un ringraziamento spciale all'imprenditore Remo Scartozzi che ha reso possibile questo servizio fotografico


con noi nel prossimo numero<br />

ANTONELLA:GIULIETTI<br />

Titolare di due aziende nei pressi di<br />

Verona una delle quali la Elite s.a.s<br />

Bioallergen Leader nella ricerca e<br />

sviluppo prodotti per le Allergie<br />

Respiratorie e Dermatologiche.<br />

Propine e commercializza Programmi<br />

Completi di Bonifica per Hotels (<br />

ALLERGY FREE HOTELS) , Navi.<br />

scuole, asili , cliniche, case di riposo,<br />

uffici... Nel campi dell 'Arredamento/<br />

ergonomia e' consulente e fornitore di tessuti di pregio<br />

per arredi, imbottiti per Strutture di Alto Livello. In Italia<br />

e all' 'Estero. Antonella è una donna forte, tenace che<br />

si distingue, oltre che per determinazione, anche e<br />

soprattutto per la passione che mette in tutte le sue<br />

attività non perdendo mai di vista la sua identità ed i<br />

valori morali in cui crede fermamente: primi fra tutti<br />

l’onestà, il rispetto e l’amore per le persone.<br />

ALESSANDRA:TONELLI<br />

Alessandra Tonelli è<br />

l’intraprendente cotitolare<br />

della FG Milano,<br />

tutta rigorosamente made<br />

in Italy, che propone<br />

calzature femminili di<br />

lusso destinate ad una<br />

clientela d’elite.<br />

Lavorazione artigianale,<br />

cura del dettaglio ed<br />

eccellenza dei materiali<br />

fanno delle calzature FG<br />

un prodotto davvero<br />

unico per qualità e stile:<br />

vere e proprie opere<br />

d’arte in grado di<br />

coniugare design, lusso<br />

ed originalità. Tessuti unici, pellami pregiatissimi ,<br />

accessori di lusso e dettagli ricercati ed un design ultra<br />

femminile, sono i punti di forza di queste creazioni di<br />

cui ci si innamora perdutamente al primo colpo<br />

d’occhio: un must have per ogni shoes addicted…<br />

MARIA CECILIA: BERIOLI<br />

La definiscono la guerriera armata di violoncello,<br />

musicista perugina ricca di talento e di passione,<br />

convinta che “la musica debba tornare a dar parte della<br />

quotidianità”. Da anni insegue questa missione su<br />

molteplici fronti, nei concerti, numerosissimi e di grande<br />

successo, nelle produzioni dove alla musica si abbina<br />

la lirica, la recitazione e la danza, non di meno nella<br />

valorizzazione dei giovani talenti e compositori<br />

contemporanei, nelle collaborazioni più disparate, nella<br />

moltitudine delle tuurnée all’estero.<br />

Primo violoncello nei Solisti di Perugia,<br />

Maria Cecilia è inoltre fondatrice di<br />

Umbria Ensamble, vanta studi di<br />

perfezionamento tra Perugia e<br />

l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia<br />

ma anche una laurea con lode in<br />

filosofia. Ha suonato con nomi<br />

eccellenti, fra questi: Cafiso, Bollani e<br />

George Benson ad Umbria Jazz. In<br />

tournee all'estero, è approdata al<br />

Birdland di New York ed alla corte<br />

dell’Imperatore del Giappone,<br />

esibendosi anche con l 'Imperatrice<br />

Michiko al pianoforte.<br />

BIANCA:IMBEMBO<br />

Il fulcro dell’esperienza di Bianca Imbembo è sempre stato<br />

quello di mettere in gioco le proprie capacità e le proprie<br />

conoscenze nel settore fashion. Bianca, infatti, ha creato e<br />

gestisce un’impresa individuale dove si occupa della<br />

lavorazione e della vendita di borse da donna. L’amore per<br />

il glamour l’ha portata a conoscere e frequentare il settore<br />

con attenzione e sensibilità verso le tendenze e i<br />

cambiamenti del gusto e del mercato. Quando ho deciso<br />

che aveva voglia di mettersi in gioco si è guardata intorno<br />

ed ha messo in attività le antenne per cogliere il mood. Ha<br />

notato che il feltro era una materia prima poco frequentata<br />

e scarsamente valorizzata, ha immaginato, pertanto, una<br />

linea di borse che potesse nobilitarla attraverso la cura per<br />

il particolare e la raffinatezza del particolare in cui il Made in<br />

Italy eccelle. Si è attrezzata per svolgere una ricerca di<br />

mercato che le consentisse di individuare la migliore<br />

qualità di feltro disponibile e da lì è partita. Alla grande. In<br />

poco tempo ha messo in cantiere una moltitudine di cose, a<br />

partire dalla collezione di borse realizzata con feltro<br />

ottenuto dal riciclo del PET, la plastica che troneggia sulle<br />

nostre tavole domestiche riempita d’acqua e bibite.<br />

Sensibile e attenta alla salvaguardia dell’ambiente, ha<br />

cercato un buon prodotto realizzato con materiali da riciclo<br />

e colorato con tinture naturali. La sensibilità al tema della<br />

responsabilità sociale la esprime e realizza in diversi<br />

contesti , oltre quello del rispetto dell’ambiente vi è, infatti,<br />

l’adesione al progetto Save Woman con Roberta Bruzzone<br />

affinché parte del ricavato dalla vendita di alcuni modelli sia<br />

devoluto ad azioni volte a contrastare la violenza contro le<br />

donne. Imprenditrice a quarant’anni, Bianca ha scelto un<br />

nome del brand pregno di significato: kilesa che rimanda<br />

Le mie donne<br />

alla cultura del buddismo ed a sentimenti contrastanti<br />

come l’ansia, la determinazione, la paura e l’ambizione i<br />

quali, fusi tra di loro, impediscono all’individuo di focalizzarsi<br />

sui problemi. Il rimedio per orientarsi in tale confusione è<br />

offerto dalla meditazione. Essendo l’unico soggetto a<br />

detenere la leadership nell’impresa, i compiti e le<br />

responsabilità che le derivavano dal lavoro sono svolti<br />

prettamente da lei; così è riuscita ad acquisire un<br />

backgroung di conoscenze molto ampie e variegate che<br />

abbracciano tutta la gamma dei passaggi, dalla nascita alla<br />

vendita del prodotto, quindi dalla lavorazione dei materiali,<br />

al marketing e alla pubblicità del prodotto fino alla vendita<br />

dello stesso: le borse le sogna, le disegna, ne sceglie i<br />

materiali, le produce, le sfila, le presenta, le vende: sono le<br />

lancette pubbliche che scandiscono il tempo di questa<br />

grintosa donna a due teste, mezza stilista e mezza<br />

imprenditrice. Intuizione, creatività risvegliata prorompente<br />

unita al coraggio, possono dare vita a storie simili, esempi<br />

concreti per chi ha sogni da realizzare. A prescindere dalla<br />

storia personale di Bianca, dal suo percorso, dalla fatica,<br />

dalla tenacia e dall'essere nel posto giusto al momento<br />

giusto, noi guardiamo le sue collezioni e vediamo del<br />

nuovo, oltre che del bello. Quello che ci piace di questa<br />

storia è che, oltre alla capacità imprenditoriale, finalmente<br />

vediamo del talento. Le collezioni sono coerenti, hanno una<br />

storia che ne guida il progetto, le sue creazioni le osservi e<br />

capisci quello che la designer ti sta raccontando.<br />

Sinceramente siamo felici che tutto ciò stia funzionando. E'<br />

un bellissimo esempio. Questo insegna che nella vita non è<br />

mai troppo tardi. Così come non è mai troppo tardi per<br />

indossare una sua “KILESA BAGS”.<br />

Peruviana ma trapiantata a Salerno, Rosa è fondatrice e presidentessa dell'associazione<br />

“Stranieri nel mondo” che dal 2010, anno della sua nscita ad oggi, vanta centinaia di iscritti<br />

provenienti prevalentemente dai paesi dell'America latina (Perù, Colombia, Brasile,<br />

Argentina, Bolivia), del centro America (Guatemala, Honduras, El Salvaror), dell'est Europa<br />

(Geogia, Russia, Ucraina). Scopo della Onlus è quello di fornire agli immigrati, presenti sul<br />

territorio salernitano, tutti gli strumenti utili al fine di giungere ad una completa integrazione.<br />

A tal proposito l'associazione, anche mediante la preziosissima collaborazione dei<br />

volontari, organizza corsi di formazione linguistica gratuiti, per l'insegnamento dell'italiano<br />

che di fatto rappresenta per queste persone, vista la moltitudine di etnie, l'unica possibilità<br />

di comunicare tra loro, corsi di educazione civica e scambio fra le varie culture. Numerosi<br />

sono gli incarichi che Rosa Mondragon ricopre nel campo della tutele degli immigrati, a<br />

cominciare dall'adempiere al ruolo di responsabile sindacale della Uil per gli immigrati,<br />

all'essere membro del consiglio territoriale per l'immigrazione della Prefettura di Salerno,<br />

non ultimo, il far parte dell'elenco traduttori e periti del Tribunale di Salerno. Grazie alla sua<br />

capacità di ascoltare e coinvolgere tutti, Rosa è riuscita ad affrontare con successo le<br />

problematiche più importanti ed anche a trovare le soluzioni operando di concerto con le<br />

Istituzioni ed assumendosi sempre le sue responsabilità. Fra le priorità dell’associazione,<br />

che sono il promuovere politiche per la crescita, lo sviluppo, l’occupazione, l’innovazione,<br />

la conoscenza, il sapere, l’informazione, il dialogo tra i popoli, i diritti e doveri per una vera<br />

cooperazione internazionale, anche il vigilare affinché il lavoro nero, una delle piaghe<br />

sociali più preoccupanti che riguardano in particolare il mondo degli immigrati, non abbia<br />

ancora a che proliferare e l'incoraggiare la cultura imprenditoriale. Un processo che passa<br />

attraverso la valorizzazione degli aspetti positivi dell’immigrazione, lo scambio<br />

professionale, la condivisione culturale e l’impegno unitario per la soluzione delle<br />

problematiche comuni. Questa strada permetterà di costruire delle prospettive concrete e<br />

contribuirà a proiettarci in un futuro diverso e migliore, aperto ad una cooperazione<br />

internazionale basata su una maggior conoscenza delle differenti realtà e sul rispetto<br />

reciproco. Solo così le radici diverse potranno rappresentare la ricchezza e non l’ostacolo<br />

per lo sviluppo di una società civile e moderna, nella quale i diritti civili ed umani<br />

fondamentali vengano garantiti a tutti,<br />

senza distinzioni e contrasti: per il bene dei<br />

ROSA MARIA: nostri figli e delle generazioni future.<br />

MONDRAGON DAMIAN<br />

www.donnaimpresa.com 65


L’immagine interiore dell’Io corporeo è quella foto mentale che ognuno ha di se stesso, quel ritratto<br />

conseguenziale alle esperienze passate ed alla percezione attuale del corpo, come ogni persona sente, e<br />

come si pensa possano riconoscerlo gli altri. .<br />

fra<br />

ed<br />

estetica<br />

I significati trasmessici dalla vocabolo ‘estetismo’ attengono in prevalenza o a<br />

un’autoconsapevole concezione della realtà, cioè una filosofia, non importa<br />

quanto strutturata e articolata, o a un atteggiamento esistenziale,<br />

comportamento, consuetudine, costume, norma, moda e cioè a una condotta<br />

pratica; e in questa seconda accezione momento qualificante non è<br />

l’interrogazione di sé e la ricerca delle ‘cose’, bensì il consumarsi della vita nella<br />

sollecitazione e nell’immaginoso compiacimento della bellezza dei suoi attimi:<br />

primo forse fra tutti, ciò che essa offre nelle forme della natura e dell’arte visiva.<br />

Dà unità di senso all’una e all’altra di queste disposizioni della coscienza la<br />

sensibilità intesa come luogo semantico della bellezza. La bellezza prende, per<br />

così dire, la piega dell’estetismo in quanto ritenuta valore subordinante a sé ogni<br />

altro, o in quanto valore essa soltanto. Suo valore è procurare un piacere che sia<br />

privilegio di alcuni o, al più, che da alcuni venga donato; e, per questa sua<br />

eccellenza e unicità, essa è criterio e fine del comportamento. Ne consegue che<br />

la moralità si dissolve o si riduce all’esigenza di generare, adorare, esibire,<br />

testimoniare la bellezza, intesa nel senso che si è detto, in ogni atto di vita.<br />

L’assolutizzazione del bello, per il fatto stesso di essere esclusivista, rifiuta<br />

peraltro ogni istituzione di rapporti, ogni ricerca della dialettica, e perfino ogni<br />

concezione gerarchica del bello rispetto ad altro poiché sopprime i termini con<br />

cui esso abbia a confrontarsi, ossia appunto la possibilità d’instaurare relazione.<br />

Ciò che merita il nome di vita è soltanto la promozione e la creazione della<br />

bellezza, e il godimento che suscita.<br />

estetismo<br />

Cambio aspetto:<br />

QUANT' É BELLA GIOVINEZZA CHE TI FUGGE TUTTAVIA<br />

www.donnaimpresa.com 67


L’estetismo è di fatto emerso all’evidenza<br />

nello spirito moderno: pur essendo una<br />

tendenza psicologica d’imponderabile<br />

origine, ma probabilmente legato a<br />

condizioni di civiltà che abbiano raggiunto<br />

una consapevolezza complessa, si è<br />

sviluppato venendo a coscienza di<br />

costituire il variegato consorzio degli<br />

spiriti eletti non prima del secondo<br />

Ottocento. Certamente, tendenze<br />

analoghe si ritrovano in ogni fase del<br />

gusto e del pensiero estetico, ma non più<br />

che episodiche e vaghe, senza un<br />

contesto di riferimenti tra loro compatti o<br />

quasi necessari. Fra le ricorrenti<br />

tendenze accostabili alla prospettiva<br />

estetizzante la più idealmente vicina per<br />

la sua area semantica in larga parte<br />

comune, è l’edonismo, che viene spesso<br />

assorbito o inglobato o viceversa è esso<br />

che si precisa ed estremizza<br />

nell’estetismo quale esaltante insularità<br />

della bellezza. L’antica estetica del<br />

piacere, seppure sia corretto conservarle<br />

il nome di estetica, rigorosamente<br />

avversata dall’eticità di Platone, era ben<br />

lontana dal ridurre l’essere al bello, e di<br />

rimando la condotta umana, ma<br />

semplicemente ne stabiliva la presenza e<br />

ne dava esegesi rilevandola utile quando<br />

rispondente a fini morali. Non è dubbio<br />

che l’estetismo nel suo complesso, nella<br />

sua ambizione a foggiare e recepire<br />

forme non meno che nella sua incidenza<br />

sul costume, si riconosca per una<br />

ricercatezza volontaristicamente<br />

artificiosa, quindi intellettualistica, anche<br />

se, nel suo esplicarsi nelle individualità<br />

che modella, manifesta mille inflessioni.<br />

Fra queste non è rara né, quando si<br />

manifesta, è secondaria la velleità<br />

ribellistica che ne turba la clausura nelle<br />

proprie dilettazioni eminentemente<br />

contemplative perché non potrebbe<br />

opporsi senza costringersi al confronto e<br />

al conflitto con ciò cui è ostile o che sente<br />

ostile e non sa irretire nelle sue maglie.<br />

L'altra faccia<br />

dell'estetica<br />

Il culto della bellezza, oltre ad essere rintracciabile in formule<br />

matematiche e letterature moderne, già esisteva ai tempi di Nerone, e<br />

questo è dimostrato dalla figura di Petronio, considerato il primo esteta<br />

latino. L’egocentrismo e la continua ricerca della bellezza da parte di<br />

figure come Petronio, D’Annunzio, Baudelaire e Wilde, hanno poi<br />

introdotto al concetto di narcisismo, attraverso gli studi e i contributi di<br />

Freud, il fondatore della psicanalisi, e Melanie Klein, una delle<br />

personalità più decisive e influenti del movimento psicoanalitico. Quello<br />

che a noi interessa è però attualizzare il concetto di bellezza,<br />

analizzando le influenze che al giorno d’oggi l’estetica può avere in<br />

campo lavorativo, politico, scolastico e quotidiano, per una personale<br />

riflessione che non può prescindere, a parer mio, in alcun caso,<br />

dall’affermare che la vera bellezza è quella dei sentimenti. Ciò premesso<br />

non possiamo però esimerci dal riflettere su un dato di fatto<br />

squisitamente contemporaneo: ovvero che la bellezza esteriore<br />

inevitabilmente privilegia chi la possegga nella vita di tutti i giorni. Studi<br />

recenti hanno dimostrato che se mettiamo a confronto una persona bella<br />

con una meno attraente, a parità di contenuto comunicativo, le persone<br />

belle si ritiene siano più persuasive di quelle esteticamente meno<br />

affascinanti, che trovino più facilmente lavoro e ad avere impieghi più<br />

prestigiosi. Anche sul piano giudiziario, le persone gradevoli sembrano<br />

essere privilegiate dalla buona sorte, in quanto giudicate meno colpevoli<br />

rispetto a persone non attraenti e il loro comportamento, anche se<br />

sbagliato, è solitamente attribuito a “cause esterne”, anziché associarlo<br />

alla volontà colpevole dell’individuo.<br />

“...Esprit de<br />

finesse...”<br />

“Nello spirito di finezza i principî sono, invece, nell'uso comune e dinanzi<br />

agli occhi di tutti. Non occorre volgere il capo o farsi violenza: basta aver<br />

buona vista, ma buona davvero, perché i principî sono così tenui e così<br />

numerosi che è quasi impossibile che non ne sfugga qualcuno".<br />

Blaise Pascal<br />

Nel suo “Elogio della Pazzia” Erasmo da Rotterdam ci illumina con una<br />

vera perla di saggezza: “Per un ubriaco non vi è quadro più bello<br />

dell’insegna di un’osteria”. Una variante del vecchio detto popolare<br />

partenopeo che tradotto in italiano suona più o meno così: “Ogni<br />

scarafaggio è bello per sua madre”. Saggezza popolare e filosofia<br />

convergono per dirci quello che è uno dei luoghi comuni più usati<br />

quando si parla di “bellezza”: “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò<br />

che piace”. Ma è proprio così? E anche se fosse, se davvero il bello è<br />

ciò che piace soggettivamente, perché in determinate epoche storiche o<br />

in determinate culture piacciono alcune cose che non piacciono più in<br />

altri contesti o in altri periodi? Fatto sta che Oscar Wilde e il suo "Ritratto<br />

di Dorian Gray" sono tanto contemporanei da indurci a riflettere su<br />

come l'estetismo, mai come oggi, pervade e dà senso alla nostra vita:<br />

l’estetismo visto ovviamente anche nella sua accezione più deleteria e<br />

corruttrice che si volge alla ricerca della perfezione esteriore (che è<br />

immagine dell'eterna giovinezza) a tutti i costi, il quale si oppone con<br />

forza all’idea che invecchiare bene equivale anche al ricercare<br />

quell’armonia che si sostanzia del benessere psico-fisico che si oppone<br />

alla ricerca assoluta della sola perfezione esteriore di sé divenendo<br />

assoluta al punto da diventare paranoica. Con ciò mi riferisco a tutto<br />

quanto sia agli antipodi di quei sani e responsabili atteggiamenti che<br />

sfociano in forsennose corse in palestra, a diete forzate che in alcuni<br />

casi sono già al limite del lecito e ad interventi estetici invasivi che<br />

denunciano un comportamento nevrotico: la nervosi sottintende<br />

un'ossessione e l'ossessione una paura: la paura di ingrassare e di<br />

invecchiare ossia di vedere deformarsi il proprio corpo, bensì al fatto che<br />

il corpo, che è sicuramente la nostra vetrina, il nostro biglietto da visita,<br />

l'immagine di noi che forniamo all'altro appena ci vede e ci giudica,<br />

subisca trasformazioni tali da non rispettare (fors’anche ossequiare) la<br />

nostra età biologica. Non sono rare le persone curate nell'aspetto che<br />

pure mostrano una età avanzata e sono molto più piacevoli di altre che<br />

vogliono apparire in tutto e per tutto giovanili, snaturando in toto il proprio<br />

patrimonio genetico. Mi riferisco con questo a quelle cure estetiche ed ai<br />

rifacimenti artificiali di parti del proprio sé attraverso la chirurgia estetica,<br />

quando questa sia invasiva al punto da deturparci, o meglio, defraudarci<br />

della nostra identità, sebbene pure esteriore. E mi domando: ha senso<br />

ringiovanire una parte del proprio corpo in maniera tanto evidente da<br />

evidenziare ancora di più la mancata giovinezza del resto sul quale la<br />

natura emette sentenza dell’out-out inappellabile. Sembrerebbe quasi<br />

fossimo composti da due noi: uno giovane, il Dorian che non invecchia,<br />

che è sempre bello, e il resto, il ritratto che invecchia e mostra la nostra<br />

decadenza in maniera evidente e incancellabile che non riusciamo a<br />

nascondere e che vorremmo rigettare nell'angolo come fa Dorian con il<br />

suo brutto ritratto. Questo sembrerebbe essere l'estetismo<br />

contemporaneo: la ricerca di una perfezione esteriore irraggiungibile che<br />

rasenta i limiti del nostro essere caduchi e che non può, in nessun caso,<br />

cambiare. La natura rivendica la sua leadership, sempre, nonostante noi<br />

ma non sempre la ridicolaggine è il prezzo da pagare per ottenere<br />

l'estetismo. Nietzsche nello Zarathustra scrive che noi siamo corpo e al<br />

di là di esso c'è il nulla. La nostra vita si riduce a corpo e percepiamo la<br />

nostra ragion d'essere attraverso il corpo. Nietzsche, alla ricerca<br />

perenne di nuovi valori, aveva scoperto un nuovo Dio: il corpo. C'è<br />

voluto un secolo ma il nuovo Dio è emerso in tutta la sua pienezza e si è<br />

dato a noi in questo nuovo millennio. Noi osanniamo questo Dio, lo<br />

culliamo e lo curiamo all'eccesso. Va di moda il Dio corpo. Morti i valori<br />

trascendenti ne abbiamo creato di terreni fra cui c'è il corpo in tutta la<br />

sua forma e bellezza e pienezza. Lo esaltiamo, lo mostriamo, lo<br />

adoriamo, lo formiamo, lo plagiamo. Alla fine, come per un vero Dio, ce<br />

ne rendiamo schiavi, tanto che quando esso non risponde (si ammala o<br />

semplicemente decade) ci disperiamo, inconsapevoli che della divinità<br />

ha solo le sembianze ma non lo stato: non è eterno, non è perfetto, non<br />

è immortale, non è infallibile. Crediamo in tutte queste doti e per un po'<br />

esso apparentemente ci corrisponde illudendoci di possederle. Ma, in<br />

realtà, è caduco come tutto ciò che è terreno e quindi crolla. Nietzsche<br />

sapeva che tutto ciò che è terreno è caduco e ci aveva avvertito. La vita<br />

ha il suo lato apollineo, perfetto e armonioso, e il suo lato dionisiaco,<br />

tragico e decadente. Guai a escludere uno dei due lati in quanto si<br />

avrebbe una visione miope di sé e del reale e prima o poi si svelerebbe<br />

l'illusione nella quale siamo caduti. Il monito è pertanto lo svegliarsi<br />

unanime dal culto dell'illusione del corpo non accondiscendendo troppo<br />

a questa moda che annulla le individuali differenze somatiche a<br />

vantaggio di una estetica standardizzata e spersonalizzante. Ma<br />

quando è iniziato questo desiderio di trovare rimedi ai vandalici graffiti<br />

che il tempo si ostina a tracciare sui nostri volti? Un riflesso nell’acqua: e<br />

l’uomo prende coscienza del suo volto vale a dire dell’interfaccia che<br />

separa la sua anima dal mondo. Questo potrebbe essere il twitt che<br />

comunica l’inizio della storia della bellezza e degli incredibili sforzi che<br />

l’umanità ha compiuto per crearla, possederla, mantenerla. L'obiettivo<br />

non dovrebbe essere solo il riparare o migliorare ciò che già esiste nella<br />

persona, ma superarlo, andare oltre, elevarsi a nuove dimensioni di<br />

profondità e di saggezza. Siamo qui in carne e ossa. Interamente. Non<br />

dobbiamo far finta che il nostro peso sia vuoto, non siamo tenuti a<br />

essere solo spirito solo voce senza consistenza. Qui si richiede d'esserci<br />

interi, peso vero, autentica sostanza, esperienza.<br />

CONCLUSIONI<br />

Bellezza:<br />

istruzioni per<br />

l’uso<br />

“Nosce te ipsum” (CONOSCI TE STESSO)<br />

Prima di conoscere gli altri, bisogna conoscere se stessi. Molte volte ci si<br />

dimentica di questo particolare e si pretende di poter vivere bene, ma<br />

non è così. Chi non conosce se stesso, è incompleto e vive di<br />

conseguenza una vita incompleta. Come si fa a conoscere se stessi? È<br />

molto semplice. O almeno molto più semplice di quel che sembra. Prima<br />

di tutto, è importante guardarsi spesso allo specchio. Può sembrare una<br />

idiozia o un eccesso di vanità, ma non è così. Abbiamo un volto ed un<br />

corpo che sono unici e dobbiamo conoscerli perfettamente per poterli<br />

utilizzare. Dobbiamo concentrarci su ciò che vediamo nello specchio e<br />

studiarci, lavorarci sopra. Siamo un' entità completa, che non deve<br />

invidiare niente a nessuno. Abbiamo tutto quello che hanno gli altri e ci<br />

deve bastare. Non deve sussistere nessuna invidia. Non importa se gli<br />

altri sono più alti, più magri, più belli (secondo una nostra opinione,<br />

perché la bellezza non esiste, è una caratteristica soggettiva). Dobbiamo<br />

imparare ad accettare ed amare il nostro corpo, anche perché se ci<br />

consideriamo brutti o non come vorremmo essere, rischiamo di<br />

diventarlo davvero. Il nostro corpo è lo specchio di ciò che abbiamo<br />

dentro. Se ci deprimiamo e ci trascuriamo, il nostro corpo ne risente e<br />

può divenire proprio come non vorremmo che diventasse. Invece, una<br />

persona che si accetta e si piace, per forza di cose, è una bella persona<br />

e piacerà anche agli altri. Una persona felice trasmette felicità, una<br />

persona che si sente bella irradia bellezza, così come una persona<br />

depressa deprime chi le sta intorno. Impariamo a vivere bene, a volerci<br />

bene ed accettare la nostra identità, il nostro corpo ed il nostro essere<br />

una persona completa.<br />

Prima regola:<br />

Il nostro corpo ha sempre bisogno di sentirsi amato.<br />

Quanto tempo gli dedichiamo invece? Pensateci un attimo e<br />

rispondetevi da soli, ma senza guardarvi: che mani avete? Sono di<br />

palmo quadrato o rettangolare? Sarete in pochi a saper rispondere.<br />

Forse perché le vostre mani le avete sempre viste e mai osservate. C’è<br />

differenza tra i due termini. E quanti nei avete sul petto? Ne avete?<br />

Chissà! Sembrano sciocchezze, ma magari conoscete meglio il corpo di<br />

un’altra persona che il vostro. Vi sembra normale? Di certo non lo è. E<br />

qui, ritorniamo all’inizio: conosci te stesso prima di conoscere gli altri.<br />

Dovete prendervi del tempo per stare soli con voi stessi, osservarvi,<br />

capirvi, per sentire il vostro respiro. Vi è mai capitato di sentire il vostro<br />

respiro? E la vostra voce? Che voce avete? Avete mai provato a parlare<br />

a voi stessi davanti ad uno specchio? Non è una cosa da pazzi, se non<br />

l’avete mai fatto è ora di provare. Prendetevi dei momenti che siano solo<br />

vostri. È ora di imparare a convivere con voi stessi, è ora di ritornare ad<br />

essere una persona.<br />

Seconda regola:<br />

rispetta te stesso.<br />

Ci sono certi momenti della giornata che devono divenire per te sacri. Ad<br />

esempio il pranzo e la cena. Devi fare sempre quello che ti fa felice. Se ti<br />

andava di parlare col tuo amico più che stare a tavola con la tua<br />

famiglia, allora va bene. Ma è una tua scelta. Deve sempre essere un<br />

tua scelta. Calcola che con l’amico ci puoi parlare sempre, la famiglia a<br />

tavola invece non c’è sempre, almeno nella maggior parte dei casi.<br />

Questo è solo un esempio. L’importante è in sintesi, fare le scelte giuste,<br />

quelle che ti fanno felice<br />

Terza regola:<br />

abbattere gli stereotipi<br />

Da premettere che, molto spesso, la gente viene sopraffatta da problemi<br />

che, in realtà, non esistono se non nella propria immaginazione.<br />

Problemi legati, in questo caso, al proprio aspetto fisico. Dobbiamo<br />

imparare a capire una cosa fondamentale: un conto è il corpo,<br />

corruttibile, passeggero, e un conto è l'anima, immortale, eterna,<br />

rappresentante il nostro vero "io". Pur essendo consapevoli di ciò, molto<br />

spesso si soffre lo stesso a causa di problemi "materiali", o meglio, per<br />

ciò che sembrano tali. La società odierna impone certi canoni sbagliati.<br />

Ogni giorno si vedono in televisione belle ragazze (all’apparenza


perfette) che ti dicono: “butta via il grasso di troppo, diventa come me”,<br />

“via alla cellulite!”, “diventa come me…”; ma tutto ciò è sbagliato. Perché<br />

noi non dovremmo mai seguire la moda, divenendo uguali a tutti gli altri.<br />

Se così fosse, se si andasse avanti così, un giorno ci troveremmo in un<br />

mondo di persone tutte simili. E il nostro "io"? Dove lo mettiamo? Come<br />

si suol dire: il mondo è bello proprio perché è vario. Non dobbiamo<br />

cercare di essere uguali ad un’altra persona, perché noi stessi siamo<br />

perfetti così come siamo, e per questo dobbiamo imparare ad<br />

apprezzarci e conoscerci meglio. Accettarci. Sono le persone a fare la<br />

differenza, persone che credono nei propri sogni, persone che amano il<br />

proprio lavoro, persone che desiderano circondarsi di gente positiva,<br />

persone alla ricerca di un mondo migliore, persone sensibili a tutto ciò<br />

che è bello, utile ed etico.<br />

In sintesi:<br />

Piacersi è Piacere<br />

Essere e sentirsi attraenti evitando la nevrosi dell'apparire.<br />

Nell'ambito<br />

della letteratura<br />

francese d'obbligo<br />

il richiamo<br />

all'“Hymne à la<br />

Beauté”<br />

di Baudelaire, in cui la Bellezza appare<br />

come una sorta di spietata ed impassibile<br />

Sfinge, di supremo e perfetto Ideale che<br />

esige, dai suoi adoratori devoti e rapiti,<br />

ogni sacrificio, fino a quello estremo della<br />

vita.<br />

“Vieni tu dal cielo profondo o sorgi dall'abisso, Beltà? Il tuo<br />

sguardo, infernale e divino, versa, mischiandoli, beneficio e<br />

delitto: per questo ti si può comparare al vino.<br />

Riunisci nel tuo occhio il tramonto e l'aurora, diffondi profumi<br />

come una sera di tempesta; i tuoi baci sono un filtro, la tua<br />

bocca un'anfora, che rendono audace il fanciullo, l'eroe vile.<br />

Sorgi dal nero abisso o discendi dagli astri? Il Destino<br />

incantato segue le tue gonne come un cane: tu semini a<br />

casaccio la gioia e i disastri, hai imperio su tutto, non rispondi<br />

di nulla.<br />

Cammini sopra i morti, Beltà, e ti ridi di essi, fra i tuoi gioielli<br />

l'Orrore non è il meno affascinante e il Delitto, che sta fra i<br />

tuoi gingilli più cari, sul tuo ventre orgoglioso danza<br />

amorosamente.<br />

La farfalla abbagliata vola verso di te, o candela, e crepita,<br />

fiammeggia e dice: "Benediciamo questa fiaccola!"<br />

L'innamorato palpitante chinato sulla bella sembra un<br />

morente che accarezzi la propria tomba.<br />

Venga tu dal cielo o dall'inferno, che importa, o Beltà, mostro<br />

enorme, pauroso, ingenuo; se il tuo occhio, e sorriso, se il tuo<br />

piede, aprono per me la porta d'un Infinito adorato che non<br />

ho conosciuto?<br />

Da Satana o da Dio, che importa? Angelo o Sirena, che<br />

importa se tu - fata dagli occhi vellutati, profumo, luce, mia<br />

unica regina - fai l'universo meno orribile e questi istanti<br />

meno gravi?”


Le mie donne<br />

SEE MORE. Di quanto sia preferibile accettare<br />

l'invecchiamento di sé come una fase<br />

inevitabile della nostra vita biologica<br />

accogliendo il decadimento fisico come<br />

indissolubile rituale al quale non ci è<br />

consentito in alcun modo sottrarci, se non<br />

rinunciando alla vita stessa, ma di come sia<br />

anche possibile lenirne gli esiti entro parametri<br />

di buonsenso che non ledano il nostro corpo<br />

al punto di farci apparire grottesche, quanto<br />

inverosimili e stereotipate rappresentazioni<br />

su modello Barbie e Ken, ne parliamo oggi con<br />

chi di tecniche di ringiovanimento se ne<br />

intende, ed anche molto, viste le innumerevoli<br />

specializzazioni, ma che noi abbiamo scelto,<br />

all’interno di una vastissima rosa di candidati,<br />

anche per il suo saper dire “no” nel momento<br />

stesso in cui le si propongano soluzioni che<br />

non ritiene eticamente percorribili. Ve la<br />

presentiamo: lei è la Dottoressa Anadela<br />

Serra Visconti, una donna, prima ancora che<br />

uno stimatissima professionista, a cui va il<br />

plauso di dissentire, anche energicamente, a<br />

richieste alle quali non si sente di<br />

accondiscendere qualora esulino da quei<br />

criteri di buonsenso cui accennavamo.<br />

Cosa si intende per “Medicina Estetica”, Anadela ?<br />

La Medicina Estetica è una moderna espressione della medicina<br />

orientata al benessere psico- fisico. E' una medicina per la qualità della<br />

vita e per la salute come espressione di benessere della persona, e si<br />

sviluppa in via fondamentalmente preventiva e poi correttiva. Essa è una<br />

medicina che usa tecniche "dolci", non invasive, che consentono di<br />

affrontare bene le trasformazioni che si verificano nelle varie fasi della vita<br />

a causa delle sfide che il patrimonio genetico, i fattori ambientali e il<br />

tempo rappresentano per il nostro corpo ed il nostro benessere. E'<br />

definita "estetica" poiché l'aspetto esteriore è specchio della salute e del<br />

benessere di tutta la persona, e perché si occupa della cura e del<br />

trattamento degli inestetismi. Ma la Medicina Estetica è molto di più. Essa<br />

mira a cambiare in meglio le abitudini di vita della persona. Il medico<br />

agisce, prima, mantenendo integre e funzionali le varie strutture fisiche e<br />

promuovendo le buone regole di igiene di vita: alimentare, fisica,<br />

psicologica e comportamentale, cosmetica. Successivamente, nella fase<br />

correttiva, applicando metodologie e tecniche ufficiali e collaudate cura e<br />

corregge le strutture fisiche ed i relativi inestetismi. Ed è infatti a partire<br />

dalla giustezza del principio che non vi può essere bellezza senza salute,<br />

che il medico agisce in primis, mantenendo integre e funzionali le varie<br />

strutture fisiche e promuovendo le buone regole di igiene di vita:<br />

alimentare, fisica, psicologica e comportamentale, cosmetica.<br />

Successivamente, nella fase correttiva, applicando metodologie e<br />

tecniche ufficiali quanto collaudate, migliora le strutture fisiche ed i<br />

relativi inestetismi.<br />

ANADELA<br />

SERRA VISCONTI<br />

www.donnaimpresa.com<br />

SINTETICO BACKGROUND PROFESSIONALE<br />

Anadela Serra Visconti, laureata in Medicina e Chirurgia all'Universitá di Pisa. Si è<br />

poi specializzata presso la Scuola internazionale di Medicina estetica della<br />

Fondazione Fatebenefratelli di Roma e ha ottenuto il Diploma di perfezionamento<br />

presso la Scuola di specializzazione in Chirurgia Plastica ed Estetica dell'Universitá<br />

di Pavia. Da molti anni è consulente per salute e bellezza in programmi della Rai,<br />

nonché autrice di pubblicazioni scientifiche in merito. Svolge la sua attività<br />

professionale a Roma. A Unomattina collabora dall'estate del 1995. La rubrica di<br />

Estetica ha un taglio volutamente pratico. Si presentano in diretta le tecniche che la<br />

medicina estetica mette a disposizione per risolvere i frequenti inestetismi del viso e<br />

del corpo, i rimedi facili e divertenti che ciascuno puó mettere in pratica, anche da<br />

solo a casa, per mantenersi in forma. Ogni settimana si affronta un tema diverso,<br />

privilegiando la prevenzione cosmetologica, alimentare e di corretta impostazione<br />

dell'attivitá fisica, per raggiungere un benessere adeguato a ogni età.<br />

www.serravisconti.it<br />

La nuova problematica è poi quella del corpo in rapporto con sé<br />

stesso (la dimensione privata) e in rapporto con gli altri (la<br />

dimensione pubblica)…<br />

Il corpo, nel nostro tempo, coincide con il vissuto, ma il vissuto che si<br />

manifesta attraverso il corpo non è un problema solo psicologico. Gli<br />

approcci fenomenologici, antropologici, ma anche quelli della fisiologia<br />

moderna, fanno del corpo un super oggetto sui generis che contribuisce<br />

in modo costitutivo alla definizione dell’identità personale soprattutto in<br />

un’ottica relazionale, e quindi in rapporto con gli altri. Se è vero che la<br />

Medicina Estetica si pone l’obiettivo della risoluzione degli inestetismi, è<br />

vero anche che il suo scopo non prescinde dal promuovere e stimolare la<br />

costruzione e la ricostruzione di una armonia e di un equilibrio individuale<br />

attraverso l’attivazione di un programma di medicina educativa, sociale,<br />

preventiva e correttiva, curativa e riabilitativa. Le mutate condizioni di<br />

civiltà non consentono più, d'altra parte, di ignorare il crescente interesse<br />

accordato all’aspetto fisico ed all’equilibrio psichico, alla presentabilità<br />

sociale, all’armonia ambientale. La gratificazione psicologica ed il peso<br />

"pubblico" di un aspetto piacevole e di una personalità sana ed armonica<br />

risultano importantissimi. Per vivere oggi bisogna sentirsi "bene con sé<br />

stessi" a qualsiasi età e la medicina è sempre più sollecitata da pazienti<br />

che chiedono di migliorare il proprio aspetto, l'equilibrio e l'armonia<br />

complessiva per una ricerca di sicurezza personale, ma anche una<br />

necessità professionale ed una profonda esigenza spirituale. Una visione<br />

moderna della medicina estetica prevede pertanto un approccio al<br />

paziente che non tenga più conto del singolo inestetismo, ma dell'estetica<br />

del corpo nel suo insieme. Il concetto che un buon stato di salute è<br />

necessario per un buon invecchiamento per noi uomini del terzo<br />

millennio non è immediato. In mezzo ci passa la consapevolezza che il<br />

nostro benessere inizia dalla nostre abitudini di vita e dunque richiede<br />

conoscenza, costanza e convinzione: qualità ed attitudini che mal si<br />

sposano con modi e ritmi della società in cui viviamo. Occorrerebbe<br />

invece prendersi cura di se stessi anche ricominciando a farlo a partire<br />

dai piccoli gesti, dalle ormai assodate e automatiche abitudini sbagliate<br />

rimettendo al centro della miriade di compiti giornalieri il nostro<br />

benessere. L’invecchiamento è un processo inesorabile ma possiamo<br />

modularlo.<br />

Il primo approccio…<br />

Ovvio che tutto inizi a partire da un minuziosissimo check-up affinchè si<br />

indaghi sullo stato dell’organismo che anch’esso, deve concorrere ad<br />

essere migliorato qualora si presentino situazioni problematiche. Il<br />

miglioramento estetico sarà imprescindibile da una cura che parte<br />

dall’interno perché la pelle è lo specchio delle funzioni organiche e<br />

dunque del nostro benessere. La mia visita comincia da una attenta<br />

indagine che punti ad individuare squilibri alimentari, predisposizioni<br />

verso malattie, abitudini di vita nocive alla salute. Quando utile si può<br />

procedere ad una prescrizione di esami del sangue per poter “ritagliare”<br />

la giusta terapia che può comprendere indicazioni riguardanti il life style<br />

fino alla prescrizioni di farmaci se necessario. Nella maggior parte dei<br />

casi occorre migliorare l’efficienza di alcune funzioni del nostro<br />

organismo, attraverso un apporto extra di sostanze nutraceutiche, cioè<br />

con un’azione diretta sulle vie metaboliche dell’invecchiamento, presenti<br />

in alimenti freschi o se necessario supplementate. In generale la<br />

medicina estetica può ridonarci un aspetto più fresco, riposato, tonico,<br />

senza forzature o perdita dell’equilibrio estetico, ma semplicemente<br />

aiutando a sentirsi meglio nella propria pelle. La differenza la fa la<br />

persona, nella sua unicità come paziente, nella necessità di<br />

personalizzazione mirata delle terapie e nell'ottica di migliorare ma non<br />

stravolgere. Molte volte purtroppo la paziente non ha il giusto modo di<br />

anadela@serravisconti.com<br />

73


“<br />

Si dice che la Medicina Estetica si pone come<br />

obiettivo la prevenzione dell’invecchiamento:<br />

assolutamente vero, ma la Medicina Estetica del nuovo<br />

millennio sta andando oltre e sta finalmente superando<br />

questo concetto. Non si corregge più per prevenire un<br />

intervento chirurgico in vecchiaia, ma si ricorre alla<br />

Medicina estetica per apparire più belli e gradevoli anche<br />

(e soprattutto) da giovani. ”<br />

Anadela Serra Visconti<br />

Anadela Serra Visconti: live un momento dello spazio dedicato alla bellezza in onda settimanalmente su RAI UNO<br />

esagerata. A volte, si perdono proprio le misure ed i pazienti chiedono una<br />

"ferillizzazione" per così dire, che mi trova spesso in disaccordo. Per<br />

questo è importante una visita ed un colloquio preventivo, che stabiliscano<br />

quello che è giusto, quello che è bello e quello che è lecito. Qualche parola<br />

in più non è tempo sprecato, evita dispiaceri da incomprensione e aumenta<br />

di molto la felicità in seguito alle giuste terapie.<br />

C’è un’etica professionale cui dunque non si dovrebbe trascendere…<br />

Certamente. Le notizie che giungono dal mondo dell' estetica ci mostrano i<br />

palesi eccessi. È il medico che deve stabilire un limite, far ragionare e far<br />

comprendere un “no”, rispetto alle richieste avanzate quando queste non<br />

rientrino nel buonsenso. Saper dire di no è forse l'atto più difficile che un<br />

essere umano può compiere in risposta ad una proposta allettante, ma al<br />

contempo non in linea con i propri principi morali. Attenersi ad un preciso<br />

codice etico, significa porsi l’obiettivo del principio di naturalezza del<br />

risultato e per ottenere questo, è necessario innanzi tutto "capire" la<br />

persona che abbiamo di fronte.<br />

Il “vade retro botox” sembra non essere più così perentorio...<br />

Tutto dipende sempre dall’utilizzo razionale e dal buonsenso. La<br />

potenzialità della tossina è con l’infuenza del movimento dei muscoli mimici<br />

sullo stato d’animo, il botox agisce infatti prevalentemente sui muscoli<br />

corrugatori, al di sopra del naso e frontali, che determinano espressioni di<br />

rabbia, tristezza, preoccupazione, paura. Bloccando i movimenti implicati in<br />

emozioni negative, quindi, si migliora la percezione che gli altri hanno della<br />

persona alla quale stanno davanti. Oggi donne e uomini chiedono un<br />

miglioramento generale del viso, non più l’eliminazione delle rughe, questo<br />

significa che medico e paziente condividono un progetto che prevede<br />

piccoli interventi non invasivi ma ripetuti nel tempo a intervalli regolari. Il<br />

desiderio, incontrando qualcuno, è di sentirsi dire «Come ti trovo bene!» e<br />

non «Che cosa hai fatto al viso?». In ogni caso, visto che si tratta di<br />

interventi a tempo determinato, è chiaro che un’opportuna routine<br />

cosmetica quotidiana si rivela alleata nel prolungarne gli effetti benefici<br />

(creme e sieri ad hoc). Non dimentichiamo che il viso è lo specchio<br />

dell’anima: comunica sensazioni, trasmette emozioni, esprime l’essenza<br />

della persona. Ridare vigore, tono ed espressività al volto significa mettere<br />

in relazione l’aspetto più vero della persona, per il nostro benessere e di chi<br />

ci sta intorno a noi. Le più recenti tecniche di Medicina estetica si orientano<br />

verso interventi minimi, mirati e graduali, che correggono gli inestetismi del<br />

viso in modo più discreto e rivolgono maggiore attenzione alla cura del<br />

volto. L’effetto di ringiovanimento complessivo che si ottiene, autentico e<br />

naturale, è praticabile grazie alla possibilità di utilizzare materiali<br />

qualitativamente innovativi con caratteristiche di riassorbibilità e con più<br />

perfezionate tecniche iniettive.<br />

Il bello è piacersi...<br />

Amare sé stessi è uno dei segreti per essere felici: è con noi stessi che<br />

conviviamo ogni giorno ed è a noi stessi che dobbiamo dar conto, nel bene<br />

e nel male. La bellezza è spesso gratificazione e un aspetto piacevole<br />

aiuta ad avere maggior fiducia in noi e nel rapporto con gli altri e con il<br />

mondo esterno. La bellezza e l’armonia delle forme e delle proporzioni<br />

sono fin dalla classicità considerate fattori di grande importanza nella vita<br />

sociale ed intellettuale dell’uomo. La moderna società, i mass media e<br />

l’allungamento della vita media hanno oggi ulteriormente accentuato<br />

l’esigenza di una immagine bella ed elegante. In un' epoca di tecnologia e<br />

d' innovazioni quotidiane, la mia scelta è sempre stata quella di privilegiare<br />

il paziente nella sua interezza personale e nella sua sicurezza. Il risultato è<br />

naturale quando la pelle è in grado di dimostrare al meglio l’età cronologica<br />

di una persona, limitando i segni legati all’invecchiamento, o quando il<br />

bilancio fra le varie componenti estetiche del viso e del corpo porta ad un<br />

equilibrio di sobrietà in armonia con la propria età ed anatomia. La parola<br />

d’ordine è dunque PREVENZIONE: sono convinta che la prevenzione<br />

dell’invecchiamento comincia da ciò che ognuno può fare di buono per se<br />

stesso.<br />

Un consiglio alle nostre lettrici, Anadela, prima di salutarci…<br />

Un consiglio? Non è mai troppo tardi per iniziare a prendersi cura di se e<br />

per vivere la gioia di abitare il proprio corpo.


Tema a scuola:<br />

Cos’è la Felicità?<br />

La felicità per me e per quelli come me equivale ad<br />

un sorriso vero. Sorridere mettendo allegria agli altri, a<br />

se stessi, ricambiare un sorriso, regalarlo, riceverlo,<br />

far ridere qualcuno, ridere perché qualcuno ci ha fatto<br />

ridere: tutti meccanismi che regalano tranquillità, gioia,<br />

vitalità e tutti i loro sinonimi. Noi sappiamo che la<br />

felicità sta in un abbraccio, quello forte, anche<br />

improvviso, quello che sa di comprensione, di affetto,<br />

di amore, di amicizia, di vita. Che la Felicità è<br />

raggiungere i propri sogni, vedere esauditi i propri<br />

desideri, ma mai a scapito di altri. Io e quelli come me<br />

non abbiamo bisogno di troppe cose, ma di quelle<br />

poche che ci fanno stare bene.<br />

La Felicità per noi è anche solo chiudere gli occhi. E’ avere i brividi anche<br />

quando il freddo non c’entra. Noi sappiamo che la Felicità è fatta di sorprese.<br />

Le belle sorprese, quelle che a volte danno delle svolte alla tua vita, e altre<br />

volte, danno una svolta a quella degli altri. La Felicità probabilmente è una<br />

farfalla. O un insieme di farfalle. Quelle farfalle però che dominano il tuo<br />

stomaco quando accade qualcosa di bello, a prescindere. La Felicità per me e<br />

per quelli come me è anche solo una vibrazione. O forse una scarica elettrica,<br />

o addirittura energia. E’ amare la natura. La neve a natale e le lucine in tutte le<br />

città, l’albero che si fa insieme e le cene in famiglia; il rumore della pioggia che<br />

picchietta sulle finestre e sulle foglie gialle in autunno, l’odore della pioggia e in<br />

certi casi una tazza di cioccolata e un buon film; le distese d’erba in primavera<br />

e in estate che sanno di fiori di ciliegio, il profumo di legna che brucia e il<br />

barbecue che raduna le famiglie per qualche compleanno. La Felicità<br />

probabilmente è contagiosa. Così come la paura, questo c’è da dirlo. Però<br />

entrambe sono qualcosa che non si vedono subito. Spesso non ci si accorge<br />

nemmeno dell’esistenza dell’una o dell’assenza dell’altra. Certo è che la Felicità<br />

risiede nelle cose vere, quelle che ci fanno stare bene e che ci dividono dal<br />

mondo materiale. Non crediamo assolutamente nella relazione che molti<br />

attribuiscono ai soldi e alla Felicità, perché i soldi, al massimo, ti fanno vivere<br />

uno stile di vita migliore, ma secondo noi essere benestanti ed essere felici<br />

sono due cose diverse. Io e quelli come me questo lo sappiamo e sappiamo<br />

anche che ci sono frutti della natura meravigliosi che possiamo mettere allo<br />

stesso livello di un diamante. Basta riconoscerli e respirarli. Io e quelli come me<br />

siamo persone di successo. Quel successo che risiede nel riconoscerci quando<br />

ci guardiamo allo specchio. È qualcosa di potente la felicità derivata da quel<br />

tipo di successo. Qualcosa di incredibilmente potente. Qualcuno lo dica a<br />

queste nuove generazioni che l’unica cosa che davvero conta quale<br />

irrinunciabile must have da abbinare da avere a tutti i costi, prima ancora che<br />

gli accessori, le borse e scarpe cult, ai pezzi insomma che si pensa non<br />

debbano mancare nel proprio guardaroba, è un cervello che ragioni in modo<br />

autonomo e critico. Il nostro Guru è il nostro mondo interiore, il nostro cuore.<br />

Tutto quello che sentiamo dentro di noi e ci fa rizzare la pelle. Quando<br />

sentiamo il brivido che percorrere la nostra spina dorsale, quello vale la pena<br />

scegliere. Solo a quel punto “il gioco vale la candela”. Non esiste un must, la<br />

scelta è nostra: è una questione di fiducia in se stessi. Sicuramente ciò che<br />

preme alla crescita, è il riuscire a esplorare tutti i settori entro i quali possiamo<br />

esprimere la nostra creatività, in quanto la scoperta e l’utilizzo delle nostre<br />

facoltà applicate alla tecnica sono le uniche a caratterizzarci. Il perché di questa<br />

premessa? Perchè il nostro primo ospite eccellente in questa rubrica è un<br />

uomo che risponde al nome di Saverio Emilio Bruzzese (con me nella foto),<br />

neo-eletto Presidente della Camera della Moda di Reggio Calabria e<br />

Docente Universitario presso l’ Accademia di Belle Arti "Fidia". Che cos’è per<br />

lui, la felicità? Quello che voglio vedere negli occhi degli altri.<br />

nella foto: Giuseppe Emilio Bruzzese Presidente Camera della Moda Reggio Calabria e Valeriana Mariani Presidente di Donna Impresa e Di International Woman "International<br />

Association Women Entrepreneurs and Business Leaders Employment, Social Affaire & Equal Opportunities" in un momento della visita presso L'Accademia Fidia<br />

La Camera della moda calabrese rappresenta i<br />

più alti valori culturali della Moda Italiana e si<br />

propone di tutelarne, coordinarne e potenziarne<br />

l'immagine, sia in Italia sia all'estero. Un punto<br />

di riferimento e l'interlocutore privilegiato per<br />

tutte quelle iniziative nazionali ed internazionali<br />

volte a valorizzare e a promuovere lo stile, il<br />

costume e la moda italiana. (...)<br />

BRUZZESE<br />

EMILIO GIUSEPPE<br />

Presidente Camera della Moda Calabria, Socio Amministratore Stile d'Epoca s.r.l., Docente universitario Accademia<br />

di Belle Arti "Fidia" (Stefanaconi - Vibo Valentia) _ stiledepoca@hotmail.it _ www.stiledepoca.<br />

ROMA_ITALY<br />

REGGIO CALABRIA_ITALY<br />

www.donnaimpresa.com 77


Fin dalla sua fondazione, ha attuato nel corso del tempo una politica di<br />

supporto organizzativo finalizzata alla conoscenza, alla promozione e<br />

allo sviluppo della moda attraverso eventi di alta levatura di immagine<br />

in Italia e all'estero, ciò conferendole il ruolo di indiscusso protagonista<br />

sullo scacchiere nazionale della moda, contribuendo anche al<br />

consolidamento delle alleanze con Istituzioni ed Associazioni di<br />

settore. “La CRMC – ci dice il Presidente Giuseppe Emilio Bruzzese -<br />

da sempre rappresenta i più alti valori della moda e dello stile italiano<br />

con il fine di tutelare, coordinare, promuovere, controllare e rafforzare<br />

l’immagine della moda calabrese a livello nazionale ed internazionale<br />

ma, soprattutto, si erge al sostegno dei giovani stilisti emergenti, per<br />

dare loro la giusta visibilità, attraverso la realizzazione di prestigiosi<br />

eventi che la camera coordina in Calabria, in Italia ed all’estero forti<br />

della convinzione che la moda italiana debba dare spazio ai giovani<br />

creativi nel nostro Paese, visto che l’Italia rappresenta la Moda del<br />

Mondo. Bisogna dare la possibilità di realizzare il prodotto in Italia e<br />

non all’estero come, invece, molte case di moda oggigiorno fanno. Se<br />

vogliamo far crescere il nostro Paese ci dobbiamo ricompattare e<br />

tenere stretto il nostro prodotto che è di massima eccellenza. I giovani<br />

rappresentano le energie vitali, il nostro futuro. La Camera regionale<br />

della Moda Calabria, in questi anni,<br />

ha organizzato numerosi e<br />

prestigiosi eventi atti appunto a<br />

valorizzare e promuovere i talenti<br />

emergenti della classe creativa,<br />

offrendo loro una possibilità di<br />

confronto, formazione e crescita<br />

professionale. Fra questi: “Reggio<br />

Art & Fashion” Omaggio a Carlo<br />

Rambaldi con la consegna delle<br />

onorificenze di “Maestro D’Arte”,<br />

“Maestro D’Eccellenza” ,<br />

“Testimonial” e “Ambasciatore nel<br />

Mondo”; la mostra internazionale<br />

d’arte, cinema e fashion designer<br />

con la consegna del prestigioso<br />

premio internazionale denominato<br />

“La Muse De L’Or”, concorso<br />

internazionale di fashion designer<br />

dove i giovani candidati hanno<br />

partecipato contemporaneamente<br />

a 5/6 sezioni ognuna delle quali ha<br />

avuto il proprio vincitore che, oltre a<br />

ricevere il premio, una statuetta<br />

stilizzata realizzata da un grande<br />

orafo di fama internazionale, si è<br />

aggiudicato borse di studio, un book fotografico di moda con un<br />

personaggio famoso ed ampia promozione; un due giornate ricche di<br />

eventi: sfilate, convegni, inaugurazione di mostre, workshop e tanto<br />

altro ancora. Non meno importante il Gala di presentazione del<br />

calendario CRMC , riproposto anche quest’anno dopo il successo del<br />

2013, anno del suo battesimo”. Meritevole di lode anche il suo<br />

impegno didattico presso l’Accademia di Belle Arti “Fidia”, all’interno<br />

della quale è anche membro del Direttivo. “L'Accademia – continua<br />

Giuseppe Emilio Bruzzese - appartiene alla categoria delle Università<br />

non statali Legalmente Riconosciute, dette anche "private" o "libere"<br />

per distinguerle da quelle statali. Le accademie private in Italia non<br />

sono molte ed alcune di esse molto note per la loro qualità, per il loro<br />

prestigio e per una maggiore attenzione agli studenti di quanto non<br />

avvenga nelle Accademie statali. Legalmente Riconosciuta con<br />

Decreto Ministeriale ed a seguito di riforma delle Istituzioni di Alta<br />

Formazione, ha deciso di avviare l’ammodernamento del suo pieno<br />

assetto didattico modificando il vecchio ordinamento, ovvero<br />

consegnando la libertà agli allievi di scegliere senza alcun tipo di<br />

costrizione tra i vari programmi di studio, presentati dalle varie cattedre<br />

dei corsi obbligatori e non, privilegiando in tal senso la scelta in<br />

relazione ai programmi didattici impartiti dai vari docenti e dunque una<br />

libertà nel formulare un piano di studio confacente ai propri interessi<br />

artistici e culturali. Coerentemente con tale "modernizzazione", al fine<br />

di equiparare il sistema di votazione in uso con quello delle Università<br />

italiane e straniere, la riforma ha attribuito ad ogni singola disciplina un<br />

valore in crediti. Non possiamo non menzionare che L’Accademia<br />

possiede la certificazione di qualità ISO 9001: 2000 dall’anno 2006. I<br />

corsi – precisa - preparano, con una didattica totalmente innovativa i<br />

futuri operatori nel campo della pittura, della scenografia, della scultura<br />

e del restauro, mettendoli a contatto fin dall’inizio con operatori capaci<br />

ed esperti, sviluppando l’esperienza didattica con simulazioni del<br />

lavoro, utilizzando le nuove tecnologie multimediali e tecnologiche più<br />

avanzate, tutto nell’intento di incoraggiare progetti e opportunità di<br />

lavoro. Tenuto conto che gli strumenti necessari ad un giovane<br />

operatore culturale per riuscire ad inserirsi in un sistema dell'arte<br />

sempre maggiormente difficile ed articolato sono molteplici, Accademia<br />

di Belle Arti "Fidia" ha elaborato una strategia d'insieme atta ad<br />

accrescere il percorso formativo. Nei tre corsi istituzionali (Pittura,<br />

Scultura e Scenografia) ha in tal senso inserito un nuovo corso di<br />

restauro. L'organizzazione di seminari, conferenze ecc. tenuti da artisti<br />

e operatori culturali italiani e stranieri; inoltre, e l'attivazione di Progetti<br />

Formativi è la risposta essenziale per<br />

rispondere alla naturale domanda<br />

degli studenti relativa all'essere<br />

presenti, attivi, riconosciuti all'interno<br />

di una realtà territoriale”. L'Accademia,<br />

lo ricordiamo, è situata nei pressi di<br />

Vibo Valentia, e precisamente a<br />

Stefanaconi, dove si erge una<br />

maestosa struttura che ospita la<br />

nuova e prestigiosa sede in Contrada<br />

Paieradi nel mezzo di una bellissima<br />

campagna straordinariamente ricca di<br />

rigogliosi alberi di quercia e un parco<br />

verde, poco distante dello svincolo<br />

autostradale di Vibo Nord sulla strada<br />

provinciale che da Sant'Onofrio porta<br />

a Stefanaconi e Vibo Valentia. 2000<br />

metri quadrati organizzati in laboratori<br />

funzionali ed attrezzati con<br />

apparecchiature all'avanguardia;<br />

aperti con orario continuato dalle ore<br />

Contrada Paieradi, Stefanaconi (VV) _ Tel. 0963 262962 Fax. 0963 262015 _ www.accademiafidia.it<br />

8,30 alle ore 20,00. Tutti i locali<br />

compresa la biblioteca sono disponibili<br />

per gli studenti. L'Accademia dispone<br />

inoltre di 35 posti letto in camere doppie e triple con servizi per gli<br />

studenti che provengono da altre province. Tutte le camere sono<br />

provviste di TV ed aria condizionata.<br />

A seguire alcuni scatti realizzati all'interno dell'Accademia di<br />

Belle Arti "Fidia" in compagnia di Giuseppe Emilio Bruzzese ed il<br />

Preside Michele Licata (in basso a sinistra).<br />

In alto: il laboratorio di scultura dell'Accadamia Fidia che si è<br />

resa protagonasta della manifestazione artistica “Esperienza<br />

d’Arte Pubblica: Murales e Sculture”, promossa dal Comune di<br />

Stefanaconi, assessorato alla Cultura, che ha regalato alla città<br />

nuove importanti opere d’arte al fine di incrementare l’offerta<br />

artistica pubblica e riqualificare alcune zone del centro abitato.<br />

L’iniziativa si è prefissa inoltre lo scopo di caratterizzare sempre<br />

più gli spazi pubblici del paese come locations di arte diffusa<br />

dove, accanto alle<br />

bellezze<br />

paesaggistiche e<br />

alle presenze<br />

architettoniche di<br />

rilievo, s’innesta un<br />

intervento che<br />

racconta l’epoca<br />

contemporanea<br />

testimoniando la<br />

creatività del<br />

presente. In primo<br />

piano una delle<br />

singolari opere del<br />

Maestro Licata.<br />

CRMC attività<br />

Reggio Art & Fashion<br />

La Camera della Moda Calabria ha presentato “ Reggio Art & Fashion”<br />

Omaggio a Carlo Rambaldi. Consegna delle onorificenze Di “ Maestro<br />

D’Arte”,“ Maestro D’Eccellenza”,“ Testimonial”e“<br />

Ambasciatore nel<br />

Mondo” per l’ anno 2013. Il prestigioso evento si è tenuto il 9 Giugno<br />

2013 presso il Salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio. Le<br />

onorificenze sono state consegnate dalla Camera Regionale della<br />

Moda Calabria a personalità che si sono particolarmente contraddistinte<br />

per l’impegno ed i risultati raggiunti nel proprio ambito. La Camera della<br />

Moda Calabria ha voluto rendere omaggio ad un grande personaggio<br />

della Basilicata: Carlo Rambaldi, Ambasciatore della CRMC e<br />

ricordarlo degnamente poiché è stato e sarà per sempre uno dei più<br />

importanti nomi del cinema nel mondo, grazie alla genialità che lo<br />

contraddistinto. Carlo Rambaldi non è solo il “mago degli effetti<br />

speciali”, tre volte Premio Oscar e papà di personaggi come “King<br />

Kong”, “Alien” e “ET l’Extraterrestre"; uno dei geni internazionali del<br />

cinema ed un esempio indiscusso della creatività italiana. A presentare<br />

l’evento, Alessandra Giulivo, Direttore Generale Delegata Cultura<br />

Comunicazione ed eventi CRMC; Madrina della serata Bruna Basso<br />

Rambaldi. Presenti le maggiori Istituzioni regionali fra le quali<br />

Vincenzo Panico Commissario Prefetto Città di Reggio Calabria che<br />

ha di fatto aperto, attraverso il proprio saluto, la prestigiosa kermesse.<br />

A seguire gli interveti di Giuseppe Fata Presidente CRSM, Giuseppe<br />

Emilio Bruzzese Vice Presidente Delegato ai Rapporti con le Istituzioni<br />

e le relazioni Internazionali CRMC, Maria Perrusi Presidente<br />

Ambasciatori CRMC, Francesca Pizzi Presidente “Testimonial”<br />

CRMC. Ospiti d’onore la Principessa Costanza Afan De Rivera<br />

Costaguti Florio, il Barone Giuseppe Giaconia di Migaido. Nel<br />

Parterre degli ospiti Vincenzo Monea Direttore Amministrativo CRMC,<br />

Claudia Ferrise Direttore Responsabile Giovani Fashion Designer<br />

CRMC, Dario Caminiti Direttore Responsabile Models Fashion Image<br />

CRMC ed ancora Demetrio Gioia Direttore Responsabile Settore<br />

Sartoriale CRMC, Enrico Chindamo, Domenico Siclari Responsabili<br />

Consulenza Giuridica CRMC.<br />

Nelle foto: alcuni momenti della “La consegna delle onorificenze<br />

di “Maestro D’Arte” - “Maestro D’Arte d’Eccellenza” -<br />

“Ambasciatore” “Testimonial” a personalità che si sono<br />

particolarmente contraddistinte per l’impegno ed i risultati<br />

raggiunti nel proprio ambito. .


Un evento in grande stile che attraverso un concorso tematico per giovani<br />

fashion designer, ha voluto creare un palcoscenico d’eccellenza per stilisti<br />

diplomati o studenti dell’ultimo anno in design o moda presso Istituti Superiori<br />

Pubblici e Privati oltre che delle scuole professionali ed università, su scala<br />

internazionale, ciò garantendo alla splendida città di Reggio Calabria un<br />

ritorno di immagine pari alla sua bellezza. Il concorso di ispirazione “Magno<br />

Greca”, che si è avvalso della collaborazione con il Lions International Club<br />

attraverso le sue ripartizioni calabresi (Magna Grecia, Host, Castello<br />

Aragonese, Città Mediterranea) mettendo in palio una borsa di studio del<br />

valore di 2.000 euro, si è snodato tra il Palazzo storico della Provincia e<br />

Teatro “ Francesco Cilea” nella cui meravigliosa Sala dei Lampadari, che ha<br />

accolto un parterre di ospiti eccellenti, si è svolto il Gala di chiusura. La serata<br />

presentata da Domenico Milani ed Alessandra Giulivo, nella duplice veste<br />

di conduttrice e membro del direttivo CRMC, ha visto oltre l’assegnazione di<br />

premi speciali a personalità internazionali dell’arte della moda e della<br />

cinematografia, la consacrazione “Ad Honorem” di Giuseppe Perri il quale,<br />

con voto unanime delle tre giurie quella della tecnica presieduta da Daniela Rambaldi, Quella della stampa<br />

presieduta da Valeriana Mariani, quella della critica da Giuseppe Livoti e dal garante del concorso dall’avvocato<br />

Antonella Stirparo, è stato proclamato vincitore assoluto del concorso “Giovani Fashion Designer”. Il prestigioso<br />

evento che, sabato 23 presso Palazzo Foti “Salone di Presidenza” in Piazza Italia, ha inaugurato la chermesse<br />

attraverso il saluto istituzionale di benvenuto di Giuseppe Raffa Presidente Provincia di Reggio<br />

Calabria oltre che dal Direttivo della CRMC nelle persone di Giuseppe Emilio Bruzzese neo-eletto<br />

Presidente CRMC, Giuseppe Fata Presidente dimissionario CRMC oggi alla Presidenza dell’Unione<br />

delle Camere Regionali della Moda, Alessandra Giulivo vicepresidente CRMC dal novembre 2013<br />

(incarico che le è stato conferito dopo un mandato che la vedeva Direttore Generale della CRMC<br />

medesima), Claudia Ferrise Responsabile Giovani Fashion Designer CRMC, di Dario Caminiti<br />

Responsabile Models Fashion Image CRMC oltre che di Gerardo Sacco, Daniela Rambaldi,<br />

Serenella Fraschini, Francesca Pizzi CRMC e Antonella Papaleo. Non possiamo omettere dal<br />

menzionare nell’arco degli appuntamenti previsti della giornata inaugurale, l’interessante parentesi<br />

voluta dal LIONS INTERNATIONAL CLUB in merito alla “Valorizzazione delle Eccellenze nelle<br />

Imprese”coordinato dal Governatore Luigi Buffardi . Presenti all’incontro, Giuseppe Raffa Presidente<br />

Provincia Reggio Calabria, e le autorità lionistiche nelle persone della Dott.ssa Liliana Caruso I Vice<br />

Governatore, di Antonio Fuscaldo II Vice Governatore, Domenica Laruffa Past Governatore<br />

Distrettuale, Giovanni Micalizzi Presidente VII Circoscrizione, Ettore Tripepi Delegato di Zona 24.<br />

Intervenuti al dibattito Pasquale Bruscino Cordinatore Distrettuale, Giuseppe Anselmini<br />

Responsabile VII Circoscrizione, Giuseppe Barbaro Presidente LIONS Club Host, Gaetano Grillo<br />

Presidente LIONS Club Castello Aragonese, Anna Maria Cama Presidente Club Città del Mediterraneo,<br />

Giuseppe Quattrone Presidente LIONS Club Magna Grecia. Non ultimi, il prestigio e la suggestione<br />

evocati dagli allestimenti scenografici dell’ omaggio a “CARLO RAMBALDI” con l’esposizione dell’opera<br />

E.T. e le statuette dei tre Premio Oscar per gli effetti speciali di King Kong di John Guillermin, E.T. di<br />

Steven Spielberg ed Alien di Ridley Scott, della Mostra Contemporanea “Le Dive del Cinema si Vestono<br />

CRMC attività<br />

La Muse de l'Or<br />

d’Arte” ad opera degli Artisti Pittori Caterina Vesci, Ferdinando Muraca, Giusi Pallone,<br />

Citino<br />

Rosetta, Riccardo Tropea ed il cui Ospite d’eccezione non era altri che il celeberrimo Giuseppe<br />

Gattuso Scultore e dalla Mostra “ Mariage di Prestige” degli Stilisti ed Atelier: Mimma Corigliano,<br />

Margi esclusivista Carlo Pignatelli, Pierpaolo Cassone, Lucia Caccamo, Costanza e Maria Sergio.<br />

Il RedCarpet:“Le Charme de la Muse De l’Or” e le Interviste a cura di Eva Giumbo sono stati l’ouverture<br />

glam della serata di Gala: una parata di rappresentanti istituzionali, del mondo del cinema e dello<br />

spettacolo da grandi occasioni. Fra le presenze autorevoli, nota di lode meritatissima alla grazia ed al<br />

fascino della Principessa Costanza Afan De Rivera Costaguti Florio ed a Daniela Rambaldi madrine della<br />

manifestazione. Da citare, in ultima nota, gli stilisti ospiti che hanno magnificato i presenti attraverso le proprie<br />

straordinarie creazioni sfilate in passerella e che rispondono ai nomi di: Gerardo Sacco Orafo della Dive, Fabio<br />

Martino by Boutique Trussardi, Pellicceria Micifur by Carla Cesarini, Biagio Crea Sarto Maison Valentino, Gaetano<br />

Perrone Designer di Calzatura di Alta Gamma, Renè Bruzzese Costumista teatrale e i Testimonial: Fabio Rondinelli,<br />

Teresa Timpano, Samuela Piccolo, Max Barrese, Antonio tedesco, Francesco Luppino, Fabio Mascaro,<br />

Katia<br />

Riotto, Simone Tamagro, Vittoria Attisano, Damiano Brilli, Dolores Mazzeo, Stefania Conte, Vincenzo Nizzardo,<br />

Giacomo Conte, Debora Andreacci, Costantino Comito, Cettina Crupi, Ilaria Colo e tra i premiati che hanno<br />

ricevuto la statuetta della Muse De l’Or che è stata realizzata dall’ Accademia Fidia ed impreziosita da Gerardo Sacco,<br />

il famoso internazionale Hair stylist Sergio Valente, l’ Attore Peppino Mazzotta, l’Attrice Daniela Fazzolari,<br />

Gaia<br />

Verdi Presidente Divulgazione “ Giuseppe Verdi” e Mauro Fiore Premio Oscar . Commosso coinvolgimento fra tutti i<br />

presenti ed applausi scroscianti per lo Special Aword Art and Fashion<br />

“Gerardo Sacco” e lo Special Aword Cinema “Carlo Rambaldi”. Le Interviste<br />

di Donna Impresa Magazine per PREMIERE <strong>DONNA</strong>” coordinate dal suo<br />

Presidente Valeriana Mariani e del direttivo CRMC, la Consegna degli<br />

attestati ai Giovani Fashion Designer che sono: Campanile Luciana,<br />

Cavalea Malaga, De Fedius Francesco, Falcone Giada,<br />

Papandrea<br />

Fabrizia, Iaccarino Giuseppe, Pecora Marica, Puntorieri Rossella,<br />

Perri<br />

Giuseppe e Scarfò Francesca. l’indomani mattina che si è tenuto alla<br />

presenza di nomi autorevoli , hanno di fatto chiuso i battenti di una<br />

manifestazione che si caratterizza come uno degli appuntamenti di spicco<br />

della Camera della Moda calabrese fra la moltitudine delle attività svolte,<br />

sebbene tutte egualmente meritevoli di lode.<br />

CRMC attività<br />

Il Calendario 2014<br />

Visti i riscontri positivi della prima edizione e considerata<br />

l’enorme potenziale del calendario e delle iniziative di<br />

promozione ad esso congiunte, di trasmettere e dare impulso<br />

messaggi propositivi inerenti la cultura e l’arte della Calabria, per<br />

questa edizione la CRMC ha voluto sposare la moda con l’arte<br />

inserendo per ogni mese i più suggestivi e fascinosi siti<br />

archeologici delle cinque provincie della Calabria. Ragion per<br />

cui, la Camera Regionale della Moda Calabria, non poteva<br />

omettere di dedicare il calendario a due opere d’arte di<br />

inestimabile valore: I “ Bronzi di Riace”. Originali scultorei greci<br />

di straordinaria importanza, le due statue furono rinvenute, in<br />

maniera fortuita, il 16 agosto 1972 nelle acque di Riace Marina.<br />

Meraviglie scultoree note in ambito internazionale,<br />

rappresentano la massima attrazione del Museo Archeologico<br />

Nazionale di Reggio Calabria. La loro unicità è dovuta anche al<br />

fatto che sono pochissime al mondo le statue greche, in bronzo,<br />

pervenute integre fino ai giorni nostri e, fra tutte, queste sono le<br />

più belle. Il calendario è un prodotto esclusivo della Camera,<br />

curato in ogni piccolo dettaglio, con un allestimento visivo<br />

originale e presenta le fotografie di gioielli e capi d’alta moda di<br />

orafi e fashion designer calabresi: Michele Lo Bianco,<br />

Giuseppe Perri, Renè Bruzzese, Malaga Cavalea,<br />

Marika<br />

Pecora, Chiara Fondacaro, Costanza Sergio,<br />

Pierpaolo<br />

Cassone Couture, Gruppo Sartoriale G&B e Pellicceria<br />

Micifur. Ad indossare i meravigliosi capolavori, dodici giovani<br />

bellezze calabresi immortalate dagli scatti di Attilio Morabito. La<br />

grafica è stata curata da Pasquale Ficara ed il make da Dario<br />

Caminiti. Madrina della cerimonia, Valeriana Mariani<br />

testimonial del calendario 2014 della CRMC e presidente e<br />

direttore di “Donna Impresa<br />

Magazine”. Nell’occasione è<br />

anche stata annunciata la nascita<br />

dell’Unione Nazionale Camere<br />

Regionali della Moda Italiana e<br />

presentato il nuovo<br />

Organigramma 2014 della CRMC<br />

che ha visto la nomina a<br />

Presidente Saverio Emilio<br />

Bruzzese.<br />

Nelle foto alcuni momenti della presentazione del<br />

Calendario 2014 - Reggio Calabria - Palazzo San Giorgio


PROTAGONISTI<br />

Un paese ricco di emozioni, calore e di ottimismo, il<br />

nostro, culla di una grande e diffusa creatività. E’<br />

un’esperienza, quella Italiana, che si arricchisce<br />

continuamente, traendo impulso dal passato, ma<br />

guardando al futuro in una costante evoluzione. Essere<br />

nati e vivere in questo bel Paese, ma anche studiare,<br />

pensare e lavorare in Italia, malgrado alcune ben note e<br />

croniche limitatezze del nostro sistema politico, è e rimane<br />

un plus unico. E’ lo stile di vita italiano, che si ispira ad una<br />

natura inverosimilmente ricca e colorata, dai paesaggi<br />

incomparabili, dove arte e natura sono intimamente e<br />

superbamente collegati. Basti pensare ai nostri<br />

“ambasciatori” più noti (dagli antichi romani a <strong>Marco</strong> Polo<br />

e Cristoforo Colombo, solo per citarne alcuni), che hanno<br />

contribuito a diffondere la civiltà dell’Italia nel mondo e ad<br />

“importare” culture diverse nel nostro Paese. O ai pittori<br />

medioevali, che hanno dato vita al colore con i loro<br />

affreschi. Attraverso i secoli, l’Arte ha ricercato la<br />

perfezione dell’armonia, che ammiriamo tanto nelle<br />

proporzioni del David di Donatello quanto nelle dinamiche<br />

futuriste dei bronzi di Boccioni. Non meno importante la<br />

ricchezza della tradizione che ha saputo creare un<br />

singolare, moderno e continuo rinnovamento, passando<br />

spesso dalla creatività individuale a quella diffusa nel<br />

sistema industriale non tralasciando un altro passaggio<br />

creativo: quello dell’eccellenza. Un sistema unico dunque<br />

nel suo genere che ha tratto vantaggi da un ricco<br />

background culturale e da capacità artistiche di origine<br />

artigianale, arrivando a superare anche le visioni<br />

campanilistiche, per “fare sistema”, pur rimanendo<br />

suddivise in specifiche aree geografiche, con le loro<br />

esclusive peculiarità. A questo proposito ci piace citare il<br />

pensiero di Alberto AIessi “Il successo del design<br />

italiano è il risultato di una visione aperta della creatività,<br />

accettando e gestendo gli aspetti non convenzionali di<br />

ogni singolo progetto. I laboratori industriali vengono<br />

trasformati in intermediari “artistici” tra designer creativi e<br />

consumatori”. E noi aggiungiamo anche, precisazione per<br />

nulla sottovalutabile, che una Vision se non<br />

accompagnata da un processo di promozione strategico,<br />

rimane, per quanto lodevole di merito, pura, semplice<br />

Vision. Ecco perché siamo qui a presentarvi Giandaniele<br />

Battilà e Cesare Rossi, due uomini che di strategie di<br />

business ne sanno, ed anche molto.<br />

Leader<br />

intervista a cura di Giorgio Fedeli<br />

L’imprenditoria è passione e volontà. Due caratteristiche che hanno portato il<br />

36enne Gian Daniele Battilà, a presiedere l’ APTL, Associazione dedita alla<br />

promozione delle tipicità locali della regione Marche. Fondata nel 2012 da Battilà<br />

insieme a Mirko Tiburzi, anche lui 36enne, l’APTL sta implementando le attività<br />

del territorio e fornendo consulenza agli imprenditori. Già segretario delle province<br />

di Fermo e Ascoli Piceno Cna Federmoda e segretario regionale per il settore<br />

agroalimentare, Giandaniele Battilà oltre che un imprenditore in rapida ascesa è<br />

uomo molto attento al sociale:“E’ da questo interesse che parte tutto. E<br />

non possiamo ignorarlo se vogliamo andare avanti. Mio padre (il<br />

professore Gianni Battilà) mi ha insegnato il rispetto per gli uomini,<br />

la necessità del lavoro in team e l’attenzione ai giovani. Di questi<br />

insegnamenti paterni ho fatto tesoro e virtù tant’è che le nostre<br />

società e l’Aptl vantano oltre 30 collaboratori per la<br />

commercializzazione e la promozione di quanto prodotto nel nostro<br />

t<br />

“yes<br />

we can„<br />

GIANDANIELE<br />

BATTILA'<br />

Presidente APTL Marche _ www.aptlmarche.com<br />

nella foto: Giandaniele Battilà con la Marchesa<br />

Dani Del Secco D'Aragona , Roberta Tirabassi e<br />

l'imprenditore Paolo Oliboni.<br />

territorio, e non solo, a livello nazionale e internazionale. Basti citare anche solo le nostre ultime<br />

iniziative di successo a Berlino in occasione della mostra fiera Berlitalia e la partecipazione a<br />

manifestazioni del settore moda come Pret à porter di Parigi, la fiera del lusso di Shanghai e il Miami<br />

Luxury Shoes dove aziende da noi promosse hanno potuto entrare in nuovi mercati dalla porta<br />

principale e, conseguentemente, incrementare notevolmente i loro fatturati. Tra i grandi eventi che<br />

organizzo insieme ai miei collaboratori c’è l’esibizione delle Frecce Tricolori nel Fermano. Uno<br />

spettacolo unico che voglio riproporre anche in altre località perché i fiori all’occhiello del nostro<br />

Paese, dall’imprenditoria fino alla celebre Pattuglia Acrobatica Nazionale, devono essere letti come<br />

patrimonio di tutti noi italiani”. Da anni assiduo frequentatore dei salotti più prestigiosi della Capitale,<br />

Battilà, con la sua APTL, nel 2013 ha preso parte anche la Gran Premio di Formula 1 di Abu Dhabi<br />

ospitato allo Yas Marina Circuit con le imprese da lui rappresentate: “I miei contatti nazionali e<br />

internazionali sono a piena disposizione delle imprese APTL. Abbiamo già molti contatti e partnership<br />

avviati con Malesia, Marocco, Tunisia, Malta, Serbia e Croazia, oltre all’Inghilterra e agli Emirati Arabi<br />

dove siamo presenti da tempo. Luxury & Food per me è un binomio vincente. E lavoro per introdurre<br />

le nostre aziende nel gotha di questo straordinario e lungimirante abbinamento. La mia scelta<br />

vincente è stata quella di scommettere e puntare sulla comunicazione e sull’immagine reale delle<br />

nostre società per ottenere una ricaduta considerevole, in termini di visibilità, promozione e fatturati,<br />

sulle stesse. Non dimentichiamo poi la mia passione e la dedizione dei miei collaboratori<br />

nell’organizzazione di eventi e manifestazioni. Nella mia vita un grande punto di forza è rappresentato<br />

dal mio padre spirituale Monsignor Luigi Casolini, Preside del Capitolo della Basilica Cattedrale di<br />

Tivoli e Rettore Presidente dell’Associazione Cavalieri San Silvestro”. Tornando alle manifestazioni,<br />

spunta la sigla AscomIndustria: “ Servizi associati per la qualità del territorio, da sempre” come<br />

sostiene, da sempre, il suo presidente Cesare Rossi, sottolineando la bontà del lavoro congiunto con<br />

APTL. “Puntando molto sulla formazione, non ci fermiamo al mero rilascio dei diplomi. Per noi quello<br />

checontanosonoipostidilavoro,vediinostricorsistioicassaintegrati ai quali abbiamo offerto corsi<br />

vincenti, innovativi e specifici, come il restauro dei mobili, la specializzazione nel settore della<br />

panificazione o nella creazione di abiti storici con sbocchi sul mondo occupazionale. Stiamo<br />

seguendo, con Ascom Industria, anche i corsi turistici, con esempi a Montegiorgio, perché il turismo<br />

può essere il vero volano delle nostre zone e non mi riferisco certo a quello mordi e fuggi: vedi le<br />

recenti dimostrazioni delle Frecce Tricolori o il Festival internazionale di Mongolfiere dell’estate 2013,<br />

sempre in collaborazione con APTL". Proprio in questi giorni Giandaniele Battilà Presidente APTL<br />

con una delle società da lui rappresentate, la " Believen start" sarà a Dubay per il " Gul food" fiera<br />

mondiale dell' agro alimentare e successivamente sarà poi presente al " Friedrishaffen" per la fiera<br />

del turismo aereonautica e al gran gala della " Moda di Malta" ed alle sfilate di Miami<br />

da destra: Paolo Oliboni con Rodolfo Martinelli Carraresi, Isabel<br />

Russinova, Giandaniele Battila e Mirko Tiburzi<br />

Giandaniele Battilà con Valeriana Mariani e<br />

Cesare Rossi Presidente ASCOM industria<br />

ASCOM INDUSTRIA FERMO<br />

L'Ascom Industria nasce come Ente rivolto e fortemente<br />

integrato nella rete di relazioni economiche, istituzionali e sociali<br />

del Fermano. Un'associazione fermamente ancorata nei valori<br />

della tradizione, intesi come patrimonio materiale ed<br />

immateriale, come fulcro del processo di sviluppo sostenibile e<br />

proiezione internazionale del territorio di appartenenza. Nasce<br />

nel 2009 come ente di rappresentanza sindacale per le PMI, gli<br />

artigiani, le strutture turistiche, gli esercenti del territorio della<br />

Provincia di Fermo e, grazie ad un forte orientamento ai bisogni<br />

reali degli attori del territorio, ha riscosso un immediato<br />

successo, facendo della Formazione il proprio core business.<br />

www.donnaimpresa.com 83


L' ASCOMINDUSTRIA, pienamente integrata all'interno del territorio del<br />

Fermano, notoriamente armonico nelle sue componenti produttive, culturali,<br />

sociali e istituzionali, ne promuove un'idea di sviluppo fortemente imperniata<br />

sui suoi storici vantaggi competitivi. In un contesto in cui da sempre<br />

convivono eccellenze industriali ed antiche maestranze artigianali, immerse<br />

in un territorio dai percorsi paesaggistici, artistici e gastronomici unici al<br />

mondo, l' ASCOMINDUSTRIA si adopera affinché la difesa del patrimonio di<br />

conoscenze e valori coincida perfettamente con le esigenze di innovazione<br />

ed internazionalizzazione. "Sono certo che mai, come in questo momento di<br />

estrema confusione e di affannosa e spesso, purtroppo, vana ricerca di<br />

soluzioni, sia il caso di confidare sulle poche cose certe in nostro possessoafferma<br />

Cesare Rossi Presidente Ascom in una nota - iniziamo quindi col<br />

trasformare il concetto "mi accontento di quello che ho", nel postulato "sono<br />

felice ed orgoglioso di quello che ho", cosi da adoperarlo al meglio.<br />

Un'innovazione profonda dell'immaginazione tanto da produrre nuovi slanci<br />

per antichi pensieri o nuovi pensieri per antichi slanci. Si tratta, in poche<br />

parole, di riscoprire il senso dell'impresa, che in Italia è legato alla magia<br />

della creatività". Business Management, Finanza e Assicurazioni, ICT,<br />

Marketing, Risorse Umane, Start up: tutto questo è Ascom.<br />

Cesare Rossi<br />

Presidente ASCOM Fermo _ www.ascomindustria.it<br />

"Il nostro paese dicono sia<br />

tecnicamente quasi in<br />

default per cui si ravvisa la<br />

necessità di una politica<br />

che compia azioni<br />

concrete. A favore di quel<br />

94% di imprese, piccole<br />

ed artigiane, che sono<br />

l’anima dell’Italia e che ne<br />

costituiscono il motore.<br />

APTL fa la sua parte<br />

dando il proprio esempio:<br />

basta giochi di parole,<br />

basta piangersi addosso.<br />

occorrono i fatti perchè<br />

senza impresa, non c'è<br />

Italia"<br />

Cesare Rossi<br />

"Bisogna riscoprire il senso della<br />

creatività industriale che in Italia è<br />

legata alla magia dell'impossibile...<br />

però ci riusciamo sempre... è<br />

veramente quasi miracolistico come<br />

siamo riusciti a superare momenti di<br />

grande empasse... e questa che<br />

stiamo vivendo non è che una delle<br />

tante, forse sembra più acuta perchè<br />

ce la vogliono far vedere così... però<br />

se noi ci affacciamo e vediamo<br />

quello che ci circonda, vediamo il<br />

mare, vediamo i girasoli, vediamo gli<br />

ulivi... vediamo questa natura<br />

PROTAGONISTI<br />

Leader<br />

straordinaria - ci dice Cesare Rossi -<br />

questa pienezza di monumenti. Il<br />

70% dei beni culturali mondiali li<br />

abbiamo in Italia... chi ha il coraggio<br />

di dire che questa è una nazione<br />

povera alla fine dei suoi giorni?<br />

Credo che sia una follia, una follia che ci viene imposta perchè<br />

così fa gioco. Ma noi non caschiamo in questo tranello e<br />

diciamo che le nostre aziende e le nostre aziende sono<br />

porpuree ed all'inzio di percorsi importantissimi, qualcuna ha<br />

raggiunto degli standard veramente eccellenti e sulle<br />

eccellenze noi facciamo conto. Il core business per noi è forse<br />

la formazione attraverso corsi che sviluppino la genialità,<br />

capacità, c'è volontà creativa... e su questo noi vogliamo<br />

fondare quello che è il nostro discorso fondamentale: servizi<br />

alle aziende per il territorio. Formazione e il Turismo è quello<br />

che maggiormente stiamo seguendo, oltre lo sviluppo delle<br />

aziende sia in Italia che all'estero, abbiamo tanti collaboratori e<br />

tante aziende che fanno parte di questo straordinario<br />

meraviglioso puzzle che è l'Italia."<br />

La strada: la più grande passerella<br />

della contemporaneità.<br />

Tra strada e moda c’è un rapporto di osmosi e un confronto continuo,<br />

fatto di riflessi, influenze, rincorse, visioni oniriche con rimandi al reale.<br />

La strada si impregna di vita vera, riesamina, consuma le proposte<br />

degli stilisti, che a loro volta ne assimilano l’essenza, traducendola e<br />

reinterpretandola attraverso suggestioni”. E’ quanto ci dice il Fashion<br />

Designer Luigi Gaglione che abbiamo incontrato nel suo Atelier a<br />

Comiziano, Napoli. la domanda è “Chi ha condizionato chi? ”<br />

“ Oggi – ci risponde - si assiste a un fenomeno di interazione tra moda<br />

e strada ancora più viscerale rispetto al passato, legato anche al web e<br />

ai social media che dalla loro hanno il potere di amplificare vizi e virtù<br />

di questa combinazione. In realtà mi diverto ad osservare, fuori dalle<br />

sfilate, la gente comune, quella che sta reagendo con un orgoglio<br />

nuovo, la vera che abbia davvero nelle mani la leadership di quello che<br />

è uno straordinario sistema integrato tra creatività e industria,<br />

artigianato e tecnologia. Viviamo nell’era “on demand”, una sorta di<br />

evoluzione del “su misura” e ciò a vantaggio di quanti, come me, non<br />

hanno mai sacrificato la propria “arte” al mero business.<br />

La moda<br />

italiana deve continuare a soddisfare il bisogno primario di bellezza,<br />

essere capace di inventare sempre nuove storie. Ciò che manca nel<br />

nostro Paese, soprattutto da parte della politica, è la visione della moda<br />

come asset portante: voce fondamentale dell’export, fonte di reddito di<br />

decine di migliaia di addetti, filiera composita, ambasciatrice del bello. È<br />

il nostro petrolio, insostituibile fonte di energia che si rinnova. Ogni sei<br />

mesi. Straordinariamente. L’immaginario che prende corpo nei testi di<br />

moda sembra avere poco in comune con il reale contesto socioculturale<br />

in cui vive la donna oggi. Discrasia quindi o sottile convergenza?<br />

Comunque sia, quello che vedo ovunque io volga lo sguardo è<br />

l’immagine (e l’essenza) di una donna emancipata e consapevole della<br />

propria carica sensuale. Le donne di oggi lasciano ancora che lo<br />

spettatore le spii e si immerga in quel mondo idealizzato in cui è il loro<br />

fascino a dettar le regole del gioco, quel che cambia è la<br />

consapevolezza con cui lo fanno”.<br />

Luigi Gaglione<br />

Luigi Gaglione<br />

Fashion Designer _ www.luigigaglione.com<br />

Luigi Gaglione con Anna<br />

Turkan (giornalista) e<br />

Guido Costante al Fashion<br />

Week (Ftv) di Bucarest<br />

Ph: Donna Impresa<br />

Fashion designer: Luigi Gaglione<br />

Model: Ines Trocchia<br />

Make up Artist: Nunzia Fabrozzi<br />

Gioielli: Gioia Perillo<br />

Calzature: Michelle Morelli<br />

Ph: Emanuel Tosi<br />

www.donnaimpresa.com 85


ALESSANDRO<br />

CODONI<br />

Studio Ing. Codoni Consulenza e Progettazione Impianti<br />

Settore Energie Rinnovabili<br />

Le<br />

green<br />

nuove frontiere della<br />

Alessandro Codoni, trentenne ingegnere laureato all’ Università Politecnica<br />

delle Marche, è un appassionato di green economy. Da inizio carriera, si<br />

occupa di impiantistica ed impianti ad energie rinnovabili, e, con oltre 100MW<br />

di esperienza sul campo nazionale alle spalle, ha deciso lo scorso anno, di<br />

entrare nel mercato estero. Nel suo futuro, vuole ampliare il suo orizzonte<br />

professionale, sempre nel campo delle rinnovabili, dall’eolico, al biogas, dal<br />

Sud Africa al Nord Europa, regioni in cui vi sono grandi potenzialità di<br />

sviluppo, e dove può trovare nuovi stimoli ed opportunità di crescita.<br />

Energie Rinnovabili, Perché Alessandro?<br />

In primis perché i cambiamenti climatici e le difficoltà di<br />

approvvigionamento costringono a trovare nuove soluzioni. D’altro<br />

canto, le rinnovabili rispettano l’ambiente, evitando la dannosa<br />

emissione in atmosfera di anidride carbonica, idrocarburi incombusti,<br />

ossidi di azoto, polveri, ceneri, gas acidi, che, oltre a costituire un<br />

grave danno per l’ambiente comportano una lunga serie di<br />

conseguenze sulla salute dell’uomo. Per non parlare poi delle<br />

ripercussioni degli incidenti alle centrali ad energia atomica, dalla<br />

quale ricordo che anche noi dipendiamo, a causa degli acquisti<br />

energetici da fonte nucleare, proveniente da Paesi come la Francia<br />

e la Svizzera. In secondo luogo perchè è un ottimo investimento.<br />

Infatti, un impianto ad energie rinnovabili, (eolico, fotovoltaico, o<br />

solare termico), permette, in scala domestica, di ridurre<br />

notevolmente i consumi di energia elettrica e/o del gas, il che,<br />

portato in scala nazionale ed internazionale, significa ridurre la<br />

dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali, quali uranio, carbone,<br />

petrolio e gas naturale. Terzo, perché sostenere economie basate<br />

sulle energie rinnovabili permette di creare lavoro.<br />

Con il “solare” la nostra generazione ha oggi la possibilità<br />

storica di risolvere i problemi energetici in maniera<br />

sostenibile…<br />

Certamente, ed assumersene la responsabilità vuol dire agire<br />

concretamente. Con le tecnologie fotovoltaica ed eolica, (che altro<br />

non sarebbe che movimento di masse riscaldate dal sole) da<br />

consumatori di energia, ognuno di noi può diventare produttore<br />

autonomo, se non addirittura venditore. E’ venuto il momento di<br />

sfruttare l’energia che la natura ci rende disponibile gratis e ad<br />

inquinamento zero. Una politica energetica mirata all’autosufficienza<br />

e all’indipendenza dalle fonti tradizionali è essenziale per il<br />

benessere del pianeta e delle future generazioni, nostri figli in primis.<br />

Allo stato attuale esistono valide alternative alle fonti fossili, inoltre<br />

esse sono efficienti e a basso costo.<br />

Accennavi al risparmio…<br />

Si, le fonti energetiche rinnovabili costituiscono una grande fonte di<br />

risparmio per l’investitore. Ad esempio, facendo riferimento ad un<br />

cittadino che installa un impianto fotovoltaico sul tetto della propria<br />

abitazione, egli diventerà un utente attivo, ovvero produttore di<br />

energia elettrica. Tale energia può essere autoconsumata nell’istante<br />

in cui viene prodotta, oppure accumulata in batterie per consumi<br />

durante le ore notturne, se non addirittura venduta al distributore di<br />

energia. In tal modo, il cliente acquisterà una ridotta quantità di<br />

energia dal gestore elettrico, garantendosi quindi un risparmio in<br />

bolletta. Inoltre, l’energia autoprodotta non verrà impattata dagli<br />

aumenti dei prezzi applicati dai fornitori di energia elettrica; si può<br />

dire quindi, che con l’impianto fotovoltaico è possibile “bloccare”il<br />

prezzo dell’energia per tutta la vita utile dell’impianto. Tutta l’energia<br />

che non si riesce ad autoconsumare istantaneamente, verrà invece<br />

immessa nella rete elettrica, e grazie al contratto di Scambio Sul<br />

Posto, viene monetizzata garantendo una compensazione<br />

economica al titolare dell’impianto. In sintesi, possiamo dire che<br />

installare un impianto fotovoltaico conviene. Sempre.<br />

Quale ora, lo stato dell’arte dei meccanismi di incentivazione in<br />

Italia?<br />

Attualmente in Italia gli incentivi per il fotovoltaico sono terminati.<br />

Restano comunque le detrazioni IRPEF. L’agenzia delle entrate ha<br />

deciso di prorogare, fino a Dicembre 2014, le detrazioni fiscali per gli<br />

impianti fotovoltaici, inglobandoli di fatto nei “lavori di ristrutturazione<br />

e recupero edilizio”. Questo, unitamente alla notevole riduzione dei<br />

costi degli impianti fotovoltaici, insieme allo Scambio Sul Posto, e ad<br />

una curata progettazione e realizzazione, fa si che l’installazione di<br />

un impianto fotovoltaico si traduca in un notevole vantaggio per il<br />

cliente. Le persone fisiche che volessero dunque dotare la propria<br />

abitazione di un impianto fotovoltaico, di potenza non superiore ai 20<br />

kW, hanno diritto ad una detrazione pari al 50% delle spese<br />

sostenute (fino ad un tetto massimo di 96.000 euro). La detrazione<br />

viene ripartita in 10 quote annuali di pari importo, detraibili dalle<br />

tasse. Tutto questo fa di un impianto fotovoltaico un investimento<br />

conveniente. Si stima che nel 2014 verranno installati in Italia circa<br />

0,5- 0,8 MW di impianti fotovoltaici, costituiti perlopiù da impianti<br />

connessi direttamente alle unità di consumo.<br />

Ed all’estero?<br />

Descrivere il mercato estero in poche parole non è facile, sarebbe a<br />

dir poco riduttivo. Da un lato occorre valutare la variazione dei<br />

prezzi, dall’altro le forme di incentivazione proposte da ogni Stato,<br />

inoltre l’irradiazione solare nella regione considerata, ecc…. Posso<br />

soltanto dire che considerando l’attuale costo degli impianti<br />

fotovoltaici, vi sono alcuni casi/luoghi in cui si può avere un rientro<br />

economico in soli 4 anni. Quello che è certo è che per il fotovoltaico<br />

2014 apre una nuova era del comparto mondiale. Ad oggi, infatti,<br />

grazie all’accesso da parte dell’energia fotovoltaica ai Certificati<br />

Verdi, reso possibile da alcuni Stati, avremo un trend più che positivo<br />

della domanda. Si presume che il fotovoltaico nel mondo possa<br />

arrivare nel 2014 a 46 GW di nuova potenza installata, mentre per il<br />

2015, si raggiunga quota 56 GW, con le massime richieste<br />

provenienti da Sud Africa e Sud America. Totalmente diverso è<br />

invece il caso dell’eolico: in una stessa regione si possono avere<br />

zone molto più ventose di altre. Pertanto occorrono attenti studi di<br />

fattibilità, lunghi mesi, che talvolta possono portare a risultati<br />

davvero singolari: ad esempio in installazioni offshore, in aree con<br />

vento particolarmente costante durante tutto l’anno, non è escluso<br />

un tempo di rientro dell’investimento pari a 30-36 mesi.<br />

Studio Ing. Codoni Consulenza e Progettazione Impianti Settore Energie Rinnovabili _ T. +39 339 8082920 _ mail: alex.codoni@gmail.com FERMO<br />

www.donnaimpresa.com 87


Azienda Agri Moretti vede al suo interno tre membri: Luigi, il capofamiglia, un po’<br />

"il pio bove" di carducciana memoria; Elva, instancabile lavoratrice, sempre intenta<br />

a segnare la via maestra della famiglia e dell’azienda; Alberto, la sintesi dei<br />

genitori: impegnato, coerente, responsabile, concreto anche troppo per la sua<br />

giovane età. Un giovane “adulto” iscritto al 2° anno della Facoltà di Agraria del<br />

Politecnico delle Marche, formatosi culturalmente all’ITAG "C. Ulpiani" di Ascoli<br />

Piceno dove ha avuto per insegnanti veri Maestri di cultura e di vita. Da tutti<br />

indistintamente ha preso tanto, ma chi lo ha segnato di più è stato l’esimio<br />

professore Leonardo Seghetti. In quell’Istituto ricco di presente, ma anche dei fasti<br />

delpassato,Albertohaincominciatoaguardarealfuturoeacapirechelascuola<br />

non era un punto di arrivo, bensì di partenza e che "la vera palestra della vita era<br />

fuori dal cancello della scuola ed era lì che bisognava mettersi i guantoni" come<br />

soleva ripetere il prof. Seghetti, la sua stella polare.<br />

Perché la birra? "Semplicemente perché è il più mediterraneo dei prodotti. In Mesopotamia la chiamavano vino d’orzo. No, no, nel nord Europa c’è<br />

arrivata più tardi”. Una risposta che racchiude in sé un inscindibile legame con la natura e tutta la passione con cui la famiglia Moretti si è avventurata in<br />

un progetto ambizioso e singolare. Sì perché non capita tutti i giorni di imbattersi, nel bel mezzo del verde delle colline fermane, in un birrificio, e per di<br />

più agricolo, il Moralbe. Ma a scambiare quattro chiacchiere con Luigi Moretti, il figlio Alberto e la moglie Elva Baldassarri si hanno le risposte<br />

sperate. Il primo ha alle spalle una vita nei campi, il secondo è al terzo anno di Agraria, la terza, invece è un’insegnante in pensione. Tre trascorsi<br />

diametralmente opposti che spaziano dalla cultura alla pratica. Ma il filo conduttore della famiglia Moretti, residente in un casolare nella campagna di<br />

Montottone, in provincia di Fermo, è proprio la voglia di non fermarsi mai e di riporre una smisurata fiducia e una ridente positività in tutto quello che fa:<br />

“ Mio figlio – racconta Elva – nei laboratori tenuti dal suo mentore, il professor Leonardo Seghetti, ha avuto l’ispirazione per produrre birra agricola. E noi<br />

l’abbiamo seguito con entusiasmo. In un piccolo appezzamento di terra di nostra proprietà produciamo anche orzo che spediamo al Cobi. Il consorzio ci<br />

restituisce il malto che ci permette di produrre dell’ottima birra in modalità agricola e non solo. Quello che produciamo è frutto della nostra natura, sia<br />

come indole che come ambiente circostante”. E guarda caso la prima “bionda” del birrificio Moralbe (un acronimo del nome del più giovane dei Moretti)<br />

si chiama proprio “Gea”. Nelle settimane si è passati a produrre anche l’ambrata “Alba”. E la terza sorella di luppolo, una conturbante “scura”, è ancora<br />

in fermentazione: “ Abbiamo in cantiere di produrre una quarta birra in omaggio a mio padre Ario e al professor Seghetti – confessa Baldassarri – e per<br />

questo la chiameremo Leonario, di più non diciamo”. Al di là del trasporto, resta comunque un investimento, tra celle frigorifere, sale di rifermentazione,<br />

imbottigliamento, sale cottura con fermentatori, stoccaggio e ammostatori, da 350 mila euro: “Meglio investirli, no? Abbiamo la spinta per non fermarci e<br />

la voglia di nuovo, senza capricci. Questo è l’insegnamento che ci arriva dalla terra” il prezioso dogma di Baldassarri. Con alle spalle nemmeno due<br />

mesi di vita, il birrificio Moralbe ha già un potenziale di produzione di 500 quintali di birra, uscite pubbliche all’AgrioBirra, al Festival della birra agricola, al<br />

Bio e Tipico. Ma dove vuole arrivare? “ Vogliamo far conoscere e apprezzare le birre agricole che si distinguono da quelle artigianali perché noi l’orzo lo<br />

produciamo e lo trasformiamo seguendo il regolamento del marchio Birragricola italiana. Chi prova l’agricola non torna più indietro. Non è pastorizzata,<br />

no ai conservanti né sciroppo di glucosio o granoturco. Il nostro primo step – la chiosa dei Moretti - è radicarci sul territorio. Poi? Chissà! Guardiamo<br />

avanti. Indietro ci giriamo solo per riflettere”.<br />

di Giorgio Fedeli<br />

ALBERTO<br />

MORETTI<br />

Direttore Generale Birrificio Corte Moralbe<br />

Via Indaco 9 _ 63843 Montottone (FM) T. 0734 770168<br />

www.agrimoretti.it<br />

www.donnaimpresa.com 89


Il leasing al servizio delle<br />

IMPRESE<br />

Un servizio di qualità richiede i più alti standard professionali<br />

(competenza psicologica e tecnica associata ad adeguati<br />

supporti professionali) ed il loro continuo aggiornamento e<br />

miglioramento, oltre ovviamente a valori morali oggettivi e<br />

condivisi. Requisiti che fanno parte del curriculum di<br />

Gianfranco che vanta una più che ventennale esperienza nel<br />

settore<br />

Qual'è nello specifico il tuo lavoro?<br />

Opero nel settore parabancario e cioè nella locazione finanziaria più facilmente<br />

denominata leasing, che è un contratto attraverso il quale una società di leasing<br />

acquista un determinato bene solitamente costoso (immobile, bene strumentale,<br />

automezzo pesante ecc.ecc.) e lo concede in leasing con possibilità di riscatto a fine<br />

contratto.<br />

Quindi siete concorrenti delle banche?<br />

Assolutamente no. Intanto le società di leasing sono partecipate da grandi istituti di<br />

credito, e poi nel 2011, bisogna dire che lo strumento del finanziamento ha un suo<br />

preciso iter. Per esempio, per l'elasticità di cassa delle imprese c'è lo scoperto di<br />

conto corrente, per le fatture c'è l'anticipo salvo buon fine e per gli investimenti di<br />

grandi importi da ripartire in più anni, c'è appunto il leasing che permette tra l'altro<br />

una maggiore e più precisa deducibilità fiscale.<br />

In questi periodi di forti tensioni dei mercati come siete messi?<br />

Cerchiamo di consigliare i clienti, dicendo loro che debbono fare massima attenzione<br />

all'uso degli strumenti finanziari a loro disposizione. Cioè di accedere ad ogni<br />

strumento bancario a seconda dell'uso che se ne deve fare. Per esempio non ha<br />

senso usare uno scoperto di conto corrente per acquistare un autocarro, perchè poi<br />

si resta senza liquidità. Poi applichiamo alle operazioni di leasing le agevolazioni<br />

attualmente in essere per abbattere i costi degli interessi.<br />

Quali sarebbero queste agevolazioni?<br />

Attualmente sono aperte alcune agevolazioni aventi caratteristiche nazionali. Parlo<br />

della Legge 1329/65 che è utile per acquisto di macchinari nuovi di importo elevato<br />

(sopra Euro 150/Mila) oppure la L. 240/81 per gli artigiani con contributo canoni in<br />

conto interessi. A queste agevolazioni possiamo unire i Fondi BEI (della Banca<br />

Europea degli Investimenti) che grazie ad un accordo che i vertici di Unicredit hanno<br />

preso appunto con la BEI e che permettono un abbattimento per alcune operazioni di<br />

uno 0,25% sul tasso Euribor (indicizzato) che sarà usato per la singola<br />

operazione.<br />

Come vedi l'Italia nel futuro? Riuscirà ad uscire dalla crisi che la tiene<br />

intrappolata oggi?<br />

L'Italia è un grande paese, pieno di brava gente capace ed in grado di dirigere una<br />

impresa. Quindi ce la farà, a patto però che si ritrovi quello spirito di sacrificio che ha<br />

contraddistinto la generazione degli anni 50 e 60, quando tanti bravi italiani (i nostri<br />

padri ed i nostri nonni) hanno, rimboccandosi le maniche, ricostruito dal nulla un<br />

paese distrutto e destinato alla povertà, trasformandolo nell'ottava economia del<br />

mondo.<br />

Studio Leasing<br />

dal 1983 al servizio delle imprese nelle Marche<br />

www.VASTAROLILEASING.IT<br />

LEASING<br />

TARGATO<br />

STRUMENTALE<br />

IMMOBILIARE<br />

AGEVOLATO<br />

NAUTICO<br />

SOCIO AGGREGATO<br />

Associazione Italiana Leasing<br />

iscrizione Albo UIC n. A/5850<br />

0734 67 95 64 r.a.<br />

Via G. Galliano, 80/82 Porto San Giorgio (Fermo) Italy F. 0734.675415<br />

mob. 338.2677552 _ mail: gianfranco.vastaroli@tiscali.it<br />

GIANFRANCO<br />

VASTAROLI<br />

Agente in attività finanziaria<br />

soluzioni chiare ... futuro in movimento<br />

"La nostra professionalità e la nostra esperienza sono maturate in circa un trentennio di lavoro nel settore del leasing,<br />

ciò ci permette di offrire un sevizio con grande contenuto professionale, con risposte precise e puntuali. In assoluta autonomia<br />

gestionale, siamo in grado di risolvere la maggior parte dei problemi che possono verificarsi dalla stipula fino alla<br />

chiusura di ogni contratto di leasing".<br />

www.donnaimpresa.com 91


Via G. Agnelli 36/38 _ 7/9 _ Zona Indistriale _ Fermo _ Italy _ T. 0734 440249 email: omegamodel@gmail.com<br />

OMEGA<br />

MODEL<br />

Un ' azienda giovane, nata<br />

nel 1999, infatti i titolari<br />

Monti Giampaolo,<br />

Maroni Massimo e<br />

Paglialunga Luca<br />

viaggiano in età comprese<br />

tra i 38 ed i 40 anni, se a<br />

questo aggiungiamo che<br />

hanno già festeggiato il<br />

quindicesimo anno di<br />

attività, possiamo<br />

sicuramente affermare di<br />

essere in presenza di uno<br />

di quelli che comunemente<br />

vengono definiti i "miracoli<br />

dell'impremditoria italiana",<br />

unvantoinunmomentoin<br />

cui molte aziende soffrono<br />

invece del momento di<br />

crisi. Ciò a denotare come,<br />

il rimanere saldamente<br />

fermi su prodotti di<br />

eccellenza, contribuisca a<br />

determinare il successo e<br />

la conseguente apertura ai<br />

mercati internazionali.<br />

La OMEGA MODEL, è un' azienda che offre<br />

molteplici servizi al mercato attuale, quello<br />

globalizzato, nelle più disparate forme, dalla<br />

progettazione 3D fino al realizzo completo del<br />

modello fisico su resina, coprono ogni singola<br />

fase della lavorazione, nello specifico:<br />

consulenza per realizzazione di prototipi e<br />

modelli; studio per dimensionamento in base<br />

ai passaggi del materiale di stampaggio;<br />

realizzazione di prototipi con possibilità di<br />

piazzare direttamente la forma per avere<br />

l’effetto suola montata; ideazione di disegni in<br />

2D per l’immagine della suola sia su laterale<br />

che su battistrada; realizzazione di modelli<br />

finiti; programmazione CAD/CAM per<br />

realizzazioni della parte meccanica dello<br />

stampo; e tanti altri servizi. La Omega Model<br />

è nata principalmente per la produzione di<br />

modelli da utilizzare nella costruzione di<br />

stampi per fondi di calzatura, ma poi nel<br />

tempo ha anche allargato i confini in altri<br />

settori, collaborando anche con la<br />

realizzazione di programmazione CAD con<br />

aziende del settore alimentare, dentale,<br />

meccanico.<br />

www.donnaimpresa.com 93


ADRIATIC TROPHY 2012<br />

ALL’INTERNO:<br />

Smac Fashion Award<br />

Moda Show<br />

Cilentum Pizza<br />

Premio Moda Città dei Sassi<br />

nella foto: Valeriana Mariani (abito di Luigi Gaglione) premia Pasquale Salsano al salone "Sposi non solo" _ Salerno<br />

cooming soon<br />

PROSSIMAMENTE<br />

"NORMAN ACADEMY" ROMA, CASA<br />

DELL'AVIATORE<br />

Donna Impresa Magazine riceve la medaglia d'oro di merito<br />

nel settore dell'editoria nazionale dalla " Norman Academy". La<br />

consegna del noto riconoscimento, organizzato dalla Norman<br />

Academy medesima, si è svolta a Roma, presso la Casa<br />

dell’Aviatore al Circolo Ufficiali dell’Aeronautica.<br />

A leggere la motivazione per la Bonifaciana, il<br />

coordinatore Riccardo Giordani, Cerimoniere<br />

della Norman Academy: “L’ istituzione è una<br />

Onlus, opera in tre settori specifici: spiritualità,<br />

cultura e sociale. Nata per diffondere e<br />

valorizzare l’insegnamento di Papa Bonifacio<br />

VIII, grazie al grande impegno profuso dal<br />

fondatore e presidente Cavaliere dottor Sante De<br />

Angelis e dei suoi collaboratori, espleta, inoltre,<br />

un'attività umanitaria e benefica in Italia e<br />

all'estero. La dimensione europea, il contributo al<br />

dialogo interculturale e l'impegno a diffondere la<br />

pace e salvaguardare la libertà, sono priorità<br />

essenziali che gli sono riconosciute<br />

universalmente da tutte le Istituzioni ai più alti<br />

livelli, che da sempre patrocinano ogni suo<br />

evento. Non persegue fini di lucro e si propone<br />

con i seguenti scopi: promuovere la<br />

conservazione, la valorizzazione e il recupero dei<br />

beni religiosi, culturali, architettonici, artistici e<br />

storici e istituire annualmente il Premio Nazionale<br />

ed Internazionale Bonifacio VIII – Città di<br />

Anagni, da consegnarsi a personaggi, che si<br />

siano distinti nei loro rispettivi campi per<br />

professionalità, impegno e promozione della<br />

La consegna degli attestati di merito della<br />

Norman Academy. Da sinistra: Valeriana<br />

Mariani, Vincenzo Cortese,<br />

Bruno Romano<br />

Baldassarri e Riccardo Giordani.<br />

dignità della persona umana. E’ impegnata in<br />

numerose attività con scopi prettamente sociali<br />

tra cui le adozioni complete e scolastiche a<br />

distanza ed organizza corsi di aggiornamento per<br />

laici impegnati, dibattiti su temi di “vita”: la<br />

famiglia, la salute, la situazione internazionale, la<br />

solidarietà, lo sport, i giovani, la formazione e<br />

l’istruzione. Esprime e persegue la cultura della<br />

pace, del perdono e della pacifica convivenza,<br />

coinvolgendo nel suo cammino tutti coloro che<br />

credono in un futuro di pace e fratellanza per un<br />

mondo sicuramente migliore”. A presentare<br />

l'evento, la giornalista Paola Zanoni la quale ha<br />

dato inizio alla cerimonia salutando i convenuti<br />

ringraziando soprattutto il Gran Cerimoniere,<br />

coordinatore dell’evento, il Duca don Riccardo<br />

Giordani di Willemburg ed il Mrg Vincenzo<br />

Cortese Segretario Generale della Norman<br />

Academy ed il Prof. Generale Don Stefano<br />

Murace, ouverture alla quale sono seguite le<br />

consegne delle benemerenze accademiche<br />

dell’Istituzione. Tra gli illustri ospiti ed i relatori,<br />

non possiamo non menzionare il Professor Tito<br />

Lucrezio Rizzo Consigliere Capo Servizi del<br />

Quirinale per il prezioso exursus culturale quale<br />

ha omaggiato i presenti: Francesco Cossiga “il<br />

tormento e l’estasi della passione politica”. Le<br />

prestigiosissime onorificenze Capitoline, che si<br />

sostanziano in un Attestato che attribuisce il titolo<br />

onorifico di “ Accademico d’Onore” e la<br />

Medaglia Aurata di merito nel settore<br />

dell'Editoria Italiana sono state poi conferite a<br />

Valeriana Mariani in qualità di Presidente di<br />

Donna Impresa Magazine, dalle mani del Dottor<br />

Vincenzo Cortese. Ancora un attestato “ad<br />

honorem” questa volta assegnato da Riccardo<br />

Giordani a Bruno Romano Baldassarri in virtù<br />

del suo ruolo di Direttore Generale Marketing di<br />

Donna Impresa. Presente per la Chiesa<br />

Ortodossa, il vicario episcopale dell’arcidiocesi<br />

Simeone Catsinas. S.E.R. Mons. Antonio<br />

Ciliberti Arcivescovo il quale, con un pensiero<br />

spirituale e la benedizione apostolica, ha chiuso<br />

in solennità l’intensa e significativa giornata.<br />

www.donnaimpresa.com 95


U<br />

Valeriana Mariani e Nunzia Schiavone<br />

Da destra: Mauro Broda, Direttore Generale IDI, Carmel Inguarez,<br />

Valeriana Mariani e Sergio Passariello Presidente dell'associazione<br />

Imprese del Sud. In basso: un momento della presentazione.<br />

Da sin. Simone Amato, Ines<br />

Trocchia e Luigi Gaglione<br />

SMACfashionaward<br />

La moda è identità, cultura, e come ogni<br />

professione presuppone studio, formazione,<br />

conoscenza ed aggiornamento. Ma lo spazio<br />

c'è, il Made in Italy vive più che mai un<br />

momento di occasioni, importante è saperle<br />

cogliere tenendo gli occhi spalancati sul<br />

mondo. Il futuro è sempre più etico e green,<br />

questo dev'essere per la new generation della<br />

Un momento del convegno dedicato al Made in Italy<br />

Trionfa Marina Vespa<br />

moda. Tutti d'accordo gli autorevoli ospiti che<br />

hanno salutato i giovani stilisti dall'incantevole<br />

Salone dei Genovesi della Camera di<br />

Commercio di Salerno, dopo aver intessuto<br />

una riflessione collettiva sul futuro del Made in<br />

Italy. Relatori: Ida Catapano la direttrice<br />

dell' Accademia del Lusso, la presidente di<br />

Donna Impresa Magazine Valeriana Mariani<br />

<strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong> e <strong>Marco</strong><br />

<strong>Gambedotti</strong><br />

Console dr. Roberto Pace, al fine di offrire informazioni sulle grandi possibilità offerte dalla Repubblica<br />

di Malta a quelle imprese della provincia che guardano ai mercati esteri. Malta è da sempre il<br />

riferimento obbligato per tutta l'area mediterranea, grazie alla sua posizione al centro del mar<br />

Mediterraneo, tanto che gli antichi cartografi erano soliti centrare su di essa la figura della Rosa dei<br />

Venti nelle rappresentazioni delle mappe; un territorio di circa 316 km² in cui è racchiuso un patrimonio<br />

storico e culturale di eccezionale ricchezza. La sua particolare posizione, ne ha poi fatto il crocevia<br />

delle principali rotte commerciali del Mediterraneo, segnandone in modo indelebile la storia e<br />

l'evoluzione. La posizione geografica di Malta e la sua adesione all'Unione Europea, evidenziano le<br />

potenzialità che l'isola offre per allargare gli interessi commerciali verso i mercati emergenti per i nostri<br />

operatori economici in quanto essa rappresenta un importante mercato-ponte per le esportazioni<br />

italiane verso tutta l'area del Mediterraneo. Da non sottovalutare, inoltre, che Malta accoglie più di<br />

1.450.000 turisti l'anno, principalmente dai Paesi europei (Inghilterra, Germania, Francia, Italia) insieme<br />

a moltissimi russi e americani. Presenti all'evento che l' IDI ha organizzato con una formula<br />

assolutamente originale che ha dato modo alla straordinariamente numerosa platea di intervenuti di<br />

interagire con i relatori al fine di indicare gli argomenti da approfondire in relazione alle opportunità, al<br />

territorio, alla fiscalità e soprattutto alle opportunità che l'arcipelago maltese, così vicino all'Italia, può<br />

offrire, il Presidente Dr. Enrico Pierosara e il Segretario Generale Mauro Broda, organizzatore della<br />

manifestazione. Per l'occasione, sono stati presentati due progetti da realizzare subito a Malta: uno per<br />

il comparto della Moda, un Gran Galà della Moda Italiana e l'altro per il settore agroalimentare con la<br />

creazione di un Temporary Store, con annesso uno show-room temporaneo o permanente per la<br />

promozione e la vendita dei prodotti tipici italiani. Al presidente di Donna Impresa,<br />

Valeriana Mariani<br />

partner dell'evento, il compito di riferire in merito al Day Italian’s Talent a Malta , il primo Gran Galà<br />

della Moda Italiana nel Mondo che verrà fatto nell’autunno 2014.<br />

Mario Andresano e Ninzia Schiavone<br />

Da sin. Gianni Casella, Mauro<br />

Palmentieri, Gilda Caprara,<br />

Pasquale Salsano ed Anna Cuffaro<br />

Da sinistra: Maria Rosa Mondragon, Mariella Valdiserri,<br />

Valeriana Mariani, Pasquale Salsano e Ida Catapano<br />

i giornalisti Mariella Valdiserri , Simonetta<br />

Lein (Vanity Fair) e Antonio Palazzo (Rendezvous<br />

de la mode), nonché l'eco-designer<br />

Franco Francesca e gli artisti Elena Presti e<br />

Gianni Gandi , Antonella Pitrelli portavoce<br />

ufficiale della Only Italia, Associazione<br />

presieduta dall'on. Irene Pivetti e formalmente<br />

rappresentata nell'occasione da Biagio<br />

Cerrato, vicepresidente Only Italia, in visita di<br />

cortesia. Un coro autorevole che ha scambiato<br />

considerazioni importanti sulla direzione da<br />

intraprendere, in un settore che risente come<br />

tutti delle difficoltà del momento storico, ma<br />

che continua ad essere un pilastro del nostro<br />

Bel Paese. Lo SMAC, volto a dar spazio e<br />

creare occasioni per i giovani stilisti, continua a<br />

collezionare consensi e a tessere importanti<br />

collaborazioni. Lo ha dimostrato questa quarta<br />

edizione, tenutasi il 1° ed il 2 dicembre, a<br />

Salerno, realizzata in collaborazione con<br />

Casartigiani, Camera di Commercio e<br />

Comune di Salerno. Molte le occasioni di<br />

Pasquale Salsano consegna il riconoscimento<br />

a Valeriana Mariani in virtù di Presidente di Giuria<br />

stage, collaborazioni, partecipazioni ad eventi<br />

di rilievo come Alta Moda Roma, proposte ad<br />

alcuni dei talenti che hanno partecipato al<br />

progetto firmato da Pasquale Salsano. A fare<br />

da cornice al concorso del 1° dicembre il<br />

Salone dei Marmi di Palazzo di Città, luogo<br />

che ha aperto alla moda solo lo scorso anno<br />

con lo SMAC, dove - oltre ai capi in concorso –<br />

hanno sfilato in anteprima le nuove collezioni di<br />

Graziano Amadori e Franco Francesca,<br />

nonché le proposte firmate dagli stilisti della


Accademia del Lusso. A segnare questa edizione la<br />

partecipazione di Vittorio Zeviani, fondatore<br />

dell'agenzia internazionale di modelle Why Not. La sua<br />

testimonianza ha ripercorso un tratto importante della<br />

moda italiana, suggerendo ai ragazzi la complessità del<br />

settore e la molteplicità di figure che ne fanno parte.<br />

“ Volevo fare il chirurgo”, confessa Zeviani, “ poi la vita ha<br />

scelto per me!”. Come a dire che – oggi più che mai –<br />

non bisogna precludersi nulla. Si comincia con un<br />

percorso professionale per approdare in un altro, la<br />

flessibilità è fondamentale, così come riconoscere che<br />

la nostra strada è un'altra. Ad aggiudicarsi il primo posto<br />

la giovane calabrese Marina Vespa, che ha presentato<br />

una mini-collezione di 5 abiti denominata “100%<br />

origami”. Abiti originali, coerenza col tema scelto e<br />

attenzione ai particolari, ciò che ha convinto l'autorevole<br />

giuria, tra cui comparivano anche <strong>Pierlorenzo</strong> <strong>Bassetti</strong><br />

e <strong>Marco</strong> <strong>Gambedotti</strong>, impegnato in una nuova<br />

avventura professionale con la Candies&Cakes<br />

Couture. <strong>Bassetti</strong> è l'ultima generazione che ha preso<br />

in mano la grande tradizione tessile della famiglia e che<br />

continua – portando l'innovazione – sperimentando<br />

anche nella moda. Al secondo posto la calabrese<br />

Martina Mollo, al terzo posto il veneto Federico<br />

Trevisan. Quest'anno al vincitore dello SMAC Fashion<br />

Award è stata offerta una Borsa di Studio per<br />

partecipare ad un Corso di Formazione presso una<br />

delle sedi italiane dell' Accademia del Lusso. I primi tre<br />

classificati del concorso – invece - saranno ospiti con<br />

una collezione di 10 capi all'interno della 20^ edizione di<br />

“ Sposi, ma non solo”. Appuntamento datato 25<br />

gennaio 2013, alle ore 19. A conferma del desiderio di<br />

valorizzare la moda green ed etica, ad alcuni dei<br />

giovani interessati, è stata offerta anche la possibilità di<br />

passare alcuni giorni al fianco dell'eco-designer<br />

campano Franco Francesca, con una specifica<br />

attenzione alla sua collezione “ Zoomorfic”. A<br />

completare l'accompagnamento che lo SMAC<br />

promuove ai giovani stilisti, un portale e-commerce<br />

attivo da inizio 2014, dove sarà possibile incontrare<br />

appassionati e compratori da tutto il mondo. Oggi la<br />

battaglia del Made in Italy si può vincere anche a colpi<br />

di click, laddove c'è alle spalle una realtà accreditata<br />

come lo SMAC. Media Partner della kermesse il noto<br />

fashion magazine Rendez Vous de la Mode e Donna<br />

Impresa Tv. Quest'ultimo progetto è messo in campo<br />

da Valeriana Mariani, come valido strumento per dare<br />

spazio all'imprenditorialità ed all'artigianalità italiana.<br />

CILENTUM PIZZA GIUNGANO<br />

La Camera di Commercio di Salerno in collaborazione con<br />

CASARTIGIANISALERNO Federazione Provinciale artigiani di Salerno<br />

con il Comune di Giungano, la BCC di Aquara e l' Associazione<br />

Cilentum Pizza di Giungano, al fine di valorizzare e promuovere la<br />

tradizione degli antichi mestieri e dell'antica pizza cilentana propone<br />

l'evento "BOTTEGHE & MESTIERI" - Itinerario nella tradizione degli<br />

antichi mestieri e dell’enogastronomia. Quest’evento negli anni ha creato<br />

interesse nei consumatori per le produzioni di qualità dell’artigianato e<br />

dell’agro alimentare con solide tradizioni, soprattutto in funzione del<br />

concetto di autenticità che si associa alle produzioni in un’area a grande<br />

valore naturale e culturale. Tra produzioni artigianali e produzioni<br />

agroalimentari di qualità e nell’ambito di questi obiettivi che saranno<br />

presentati ai numerosi visitatori i laboratori degli antichi mestieri e i<br />

laboratori della pizza cilentana. Le antiche tecniche artigianali<br />

rappresentano un unico territoriale che ha dato vita ad una fiorente<br />

attività del legno, della pietra, del ferro, oltre ai ricami e alla tessitura.<br />

Pertanto, tali iniziativa è finalizzata a sostenere settori deboli<br />

dell’economia locale che vanno valorizzati ed incentivati nel continuare<br />

l’antica tradizione dei mestieri artigianali in bottega. L’artigianato, come<br />

l’agricoltura di qualità rappresentano risorse fondamentali del progetto e<br />

Un momento della consegna del riconoscimento<br />

a Valeriana Mariani in qualità di Presidente di<br />

Giuria all'evento Smac Fashion Award "Ninfa del<br />

mare 2013" da parte del patron Pasquale Salsano.<br />

A sinistra lo stilista Tony<br />

Battistino e Bruno Baldassarri<br />

A sinistra il Presidente<br />

di Incostiera amalfitana<br />

la loro qualificazione attraverso una rete di eccellenze potrebbe attivare<br />

processi di sviluppo integrati e duraturi. La festa dell'antica Pizza<br />

Cilentana nasce da un'idea di Pietro Manganelli e Giuseppe Coppola<br />

e si svolge nel mese di agosto nel centro storico di Giungano (SA). Il<br />

paese viene addobbato di tante piante, fiaccole e bracieri e, utilizzando 9<br />

forni antichi già esistenti nelle case gentilizie, vengono riaperti antichi<br />

portoni. In vari angoli del paese vengono riprodotti momenti di vita<br />

vissuta, antichi usi e costumi della nostra terra e vengono allestiti stand di<br />

prodotti tipici locali, il tutto allietato da musiche itineranti e suoni di una<br />

volta. Madrina della manifestazione è Valeriana Mariani Presidente di<br />

Donna Impresa e Direttore Editoriale del nostro omonimo magazine che<br />

si è detta orgogliosa ed onorata di essere stata chiamata a<br />

rappresentare una manifestazione come Cilentum Pizza volta a<br />

promuovere quanto di più bello l'Italia possegga, in termini di patrimonio<br />

culturale. “ A tal fine - ci dice il Direttore Mariani – non posso omettere dal<br />

ringraziare Mario Andresano Presidente di Casartigiani, il Primo<br />

cittadino della suggestiva Giungano e, non di meno, l’Assessorato alla<br />

Cultura e Turismo nella persona del suo Assessore Franco<br />

Russomando, proprietario della splendida struttura Giardino Dionysos<br />

ove ho avuto modo di trascorrere un fine settimana indimenticabile”.<br />

Mario Andresano e<br />

Valeriana Mariani<br />

Confermata anche la collaborazione con incostieraamalfitana.it,<br />

partner d'alta levatura culturale con cui è già stato realizzato un<br />

appuntamento in Costa d'Amalfi, e che proseguirà anche per il<br />

2014 con una data dedicata alla moda mare da tenersi in luglio.<br />

SMAC Atrani<br />

QUANDO L’ALTA MODA INCONTRA UNO DEGLI<br />

SCENARI PIÙ SUGGESTIVI DELLA CAMPANIA E<br />

DELL’ITALIA STESSA, NON PUÒ ESSERE CHE<br />

STRAORDINARIO SUCCESSO. Atrani ha fatto da splendida<br />

cornice allo “Smac" in costiera amalfitana”, evento nato<br />

dall’incontro di “Smac” e “… incostieraamalfitana.it”<br />

creature di Pasquale Salsano e Alfonso Bottone che<br />

magicamente unisce moda e cultura. L’evento, che è iniziato<br />

con una piazza gremita di turisti e appassionati, è stato<br />

presentato dalla giornalista RAI Vittoriana Abate, e ha visto<br />

molte personalità del mondo del Fashion calcare il<br />

palcoscenico. Hanno ricevuto il premio alla carriera Antonio<br />

Battistino, vincitore dello Smac Fashion Award 2011, e<br />

Letizia De Falco, direttrice dell’ Accademia del Lusso di<br />

Napoli. A seguito Antonio Battistino ha presentato la<br />

collezione 2014 creando di fatto un momento interamente<br />

dedicato alle creazioni degli studenti dell’Accademia del<br />

Lusso. Durante la serata si è tenuto un concorso per<br />

eleggere, tra le modelle, la “ Ninfa del Mare 2013”. Una giuria<br />

di settore, presieduta da Valeriana Mariani, ha eletto<br />

all'unanimità, la splendida Nathalia Pikula.<br />

Valeriana<br />

Mariani, Presidente del nostro Donna Impresa Italia, e<br />

personaggio di riferimento del mondo del Fashion, ha<br />

dichiarato entusiasta: “Intendo impegnarmi personalmente<br />

per rafforzare i rapporti con alcune ambasciate perché il<br />

progetto SMAC e la moda italiana hanno bisogno di guardare<br />

oltre i confini”. Sono intervenuti, per raccontare il progetto<br />

dello SMAC, Mario Andresano, presidente di Casartigiani<br />

Salerno, e Pasquale Salsano, presidente dell’Associazione<br />

SMAC. “Continuerò a sostenere lo SMAC in questo cammino<br />

sempre più ricco di attività e consensi, ora progetteremo un<br />

grande evento per il 2014 in nome del nostro talento<br />

artigianale” ha commentato Andresano. “ Siamo soddisfatti di<br />

aver aggiunto un altro tassello al lungo percorso dello SMAC<br />

– conclude Pasquale Salsano - ora che, anche grazie alla<br />

nostra capacità di intessere collaborazioni importanti,<br />

possiamo guardare al 2014 con ottimismo immaginando<br />

ulteriore spazio per i nostri giovani. Le grandi capacità non<br />

vanno sprecate, hanno molto bisogno di potersi mostrare”.<br />

Dopo il taglio del nastro al Cilentum Pizza, foto di gruppo<br />

Da sinistra: Mario Andresano, Ilaria Andresano,<br />

Luigi Gaglione, Valeriana Mariani e Guido Costante<br />

Alcuni momenti della suggestiva manifestazione<br />

www.donnaimpresa.com 99


BRONTE - MODA SHOW STILISTI IN PASSERELLA<br />

Pietro Galvagno è un uomo che rifiuta le etichette e snobba le classificazioni. Sfuggente per definizione, accoglie solo<br />

una filosofia, quella di creare un palcoscenico italiano e internazionale sull’eleganza, lo stile e le tendenze. MODA<br />

SHOW STILISTI IN PASSERELLA si è infatti caratterizzato come vetrina privilegiata sulle novità proposte dal mondo<br />

della moda e del design. Se è vero che la moda altro non è che un “viaggio tra le verità scomode del mondo” la<br />

questione diviene: “Quali verità?” Svendsen risponde: “che coltiviamo la superficie, che viviamo in una realtà sempre più<br />

fittizia, che abbiamo un’identità sempre meno durevole? Se è così, allora la moda ci racconta verità della cui<br />

realizzazione essa ha rappresentato la più attiva forza motrice”. .<br />

MATERA - PREMIO MODA “CITTÀ DEI SASSI” CONCORSO<br />

INTERNAZIONALE PER STILISTI<br />

Premio Moda “Città dei Sassi”, concorso internazionale per stilisti giunto alla sesta edizione e che quest’anno celebra<br />

l’evento attraverso il tema “moda, eleganza e creatività”. Il premio è una competizione di stilisti di alta moda istituito per<br />

promuovere artigiani/creativi della moda in total look femminile provenienti da ogni parte del mondo che partecipano<br />

all’evento per mettere in luce le proprie capacità artistiche e farsi conoscere attraverso i media ad un pubblico<br />

internazionale grazie alla presenza di esponenti della moda, degli organi di stampa, delle reti televisive e del pubblico. Il<br />

concorso ha lo scopo di selezionare e premiare creatori e fashion designers per promuovere e valorizzare il talento<br />

attraverso la presentazione in passerella di originali creazioni d’alta moda nella città di Matera, patrimonio Unesco dal<br />

1993 e candidata a capitale europea della cultura nel 2019.<br />

NEL PROSSIMO NUMERO: 1 ) Doris Pignatelli 2 ) Emanuela Ciaccia 3 ) Graziella Ciriaci 4 ) Catia<br />

Petriola 5) Cristina Capriotti 6) Luisa Festa 7) Tina Arena 8) Ilaria Andresano 9) Marina Mansanta<br />

coming soon<br />

10 ) Noemi Cognigni 11 ) Stefania Coralluzzo 12 ) Modestina Cicero 13) Sharon Marocchi 14 ) Patrizia<br />

Papandrea 15 ) Virginia Brescia 16 ) Michela Censi<br />

PROSSIMAMENTE<br />

Doris<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

VALERIANA MARIANI<br />

abito di ROBERTA RAZZANO hair styling GIANNI NICOLAI<br />

<strong>DONNA</strong><br />

<strong>IMPRESA</strong><br />

magazine<br />

www.donnaimpresa.com<br />

WWW.<strong>DONNA</strong><strong>IMPRESA</strong>.COM<br />

magazine<br />

8<br />

PREMIERE <strong>DONNA</strong><br />

leintervistedi<br />

9 12<br />

donnaimpresamagazine<br />

11<br />

10 13<br />

11 16<br />

14<br />

15<br />

Nella foto: la consegna del PREMIO <strong>DONNA</strong> <strong>IMPRESA</strong> INTERNATIONAL a Simona Gallitto


emember<br />

DOYOU<br />

THE pirate RADIO<br />

“Tutti ti dicono di stare con i piedi per terra, di non sognare ad occhi aperti e di<br />

vivere la vita con razionalità. Prima sei troppo giovane per farlo e poi sei troppo<br />

vecchio per cambiare tutto!!!. Ti sei mai chiesto perché? Il perché è semplice... se<br />

tutti smettessimo di voler navigare in acque tranquille, il mondo sarebbe finalmente<br />

pieno di pirati. Noi siamo gli antieroi. Noi siamo gli anticonformisti. Noi siamo gli<br />

antipatici. Noi siamo gli Antagonisti ... Noi siamo pirati. Parola di Capitano ...<br />

”<br />

rubrica a cura<br />

Bruno Romano Baldassarri alias Captain Jack<br />

nella foto: Leonardo Re Cecconi alias Leopardo<br />

(inricordodiLeo)<br />

“Tu forse non lo sai ma chi, come me, ha scelto di abitare in un piccolo appartamento,<br />

sa cosa vuol dire avere esigenze di spazio. O perlomeno sa che cosa significhi non<br />

avere “un luogo” dove riporre tutto quanto abbia un valore simbolico circa il nostro<br />

vissuto. Capita allora che le cose vengano assiepate ovunque capiti, pur di non<br />

smarrirle. Ed è così che ieri pomeriggio al fine di trovare “degna dimora” all’ennesima<br />

serie di CD appena acquistati da un sito on-line, un’altra di quelle destinate a dare<br />

continuità alla mia collezione privata, che ho deciso di metter mano alla mia libreria.<br />

Nel creare spazio, eliminando cianfrusaglie degne delle tasche di “Eta Beta”, la mia<br />

attenzione cade su una audiocassetta di colore grigio-nero. Nessuna annotazione,<br />

nessuna lista di titoli di canzoni presenti al suo interno, solo una data: 17 Maggio<br />

1979. Anche la cassetta, a guardarla bene, non è una normale cassetta: è la mitica<br />

Memorex C120 al Cromo, quelle che si aprivano come i Ciack dei registi e ne<br />

riproduceva il suono. Così come anche la data, non è una data a caso, infatti il 17<br />

Maggio è il giorno del mio compleanno… ma riguardo al contenuto, gran mistero.<br />

Preso dalla curiosità, demagnetizzo la piastra del mio impianto stereo (nell’era digitale<br />

chi ascolta più le cassette?), introduco il nastro, e schiaccio … Play. Due secondi e la<br />

cassetta parte ….“Radio Milano International … H(iiiiii)it Parade!” (E’ un jingle)<br />

L’introduzione o, se vogliamo, la parte pre-registrata di una trasmissione classica e<br />

popolarissima di quel periodo. Poi, una voce ….“Vista la condizione in cui si trovava 7<br />

giorni fa (la hit parade), abbiamo somministrato mega-dosi di aspirina alla nostra<br />

astronave durante quest’ultima settimana ed oggi i nostri turbogetti ci permetteranno<br />

ancora una volta di viaggiare velocissimi … !!!!!” … Sei tu!! Il mitico Leonardo Re<br />

Cecconi, per i tantissimi “Leopardo”, uno dei miti della mia gioventù (come ricorderai,<br />

le radio, cosiddette “pirata” hanno prodotto in quel tempo una vera e propria<br />

rivoluzione sociale e nuovi modi di esprimersi e di comunicare). Istantaneamente, un<br />

nodo alla gola. Molti ricordi in quell’istante si sovrappongono nei miei pensieri … i“salti<br />

mortali” che facevo con i miei amici per ricevere il segnale di Radio Milano<br />

International: partenza in bici da casa direzione colle San Lorenzo, munito di<br />

radioregistratore Sony per ascoltare e registrare la hit parade di RMI la mitica “Soul<br />

Train Disco Dance”. La tua voce inconfondibile resterà sempre impressa nelle mia<br />

mente, ora anche grazie a questo cimelio. Vorrei che tu sapessi , ed ecco perché sono<br />

qui a scriverti, che sei stato sempre la mia fonte continua di ispirazione nel mio vagare<br />

nel mare dell’etere, l’esempio irraggiungibile. Ricordo in particolare un episodio di cui<br />

tu probabilmente non conserverai memoria, o che comunque certamente non<br />

rammenterai con la mia medesima intensità … ovvero quando, in occasione della<br />

Fiera Campionaria di Milano, nel lontano 1978, ti ho conosciuto. Ricordo come fosse<br />

ieri quel giorno quando, partenza di buon’ora con un mio amico, venimmo a visitare lo<br />

stand di Radio Milano International. Fosti proprio tu a venirci incontro … umilmente…<br />

così come farebbe un amico, non un mito, perché quello eri, e sei, nell’immaginario<br />

collettivo. Ti dirò di più, tale era la genuinità nel modo di porgerti che avvertii subito un<br />

senso profondo di condivisione, di fiducia, tanto da chiederti un consiglio, così come si<br />

fa con un fratello maggiore insomma. Palese che in quel momento mi aspettassi<br />

sincerità, sebbene sperassi in cuor mio, sono sincero, di ricevere un tuo plauso perché<br />

quello, in quel preciso momento della mia vita, sarebbe servito a rinvigorire il mio<br />

sogno: diventare un deejay-voice. E fu così che porgendoti il mio inseparabile<br />

walkman con la registrazione di un mio programma (già in produzione a Radio Cosmo<br />

International, la radio con cui ho iniziato il mio percorso radiofonico), dopo aver<br />

ascoltato uno stralcio di quel nastro mi dicesti: “Il mondo non era ancora pronto ad<br />

accogliere un’altra astronave, ma che nell’oceano dell’etere ci sarebbe sempre stato<br />

un veliero pronto ad accogliere un capitano coraggioso di provarci”. Da quel giorno<br />

smisi di essere Bruno Baldassarri e diventai, radiofonicamente parlando, Captain<br />

Jack. Grazie di tutto, Maestro”.<br />

scritto in un momento di commossa nostalgia il 17/12/2013<br />

Jack<br />

soultraindiscodance<br />

Leopardo è prematuramente scomparso (era nato nel 1953)nel gennaio 2004 a<br />

causa di un male incurabile, in silenzio ed in punta di piedi, quasi a non voler<br />

disturbare nessuno … ma lasciando dietro di sé un vuoto incolmabile. Oggi di<br />

lui rimane il ricordo, un ricordo che perpetuerà in eterno, perché i “Miti” non<br />

muoiono mai.<br />

by www.CAPT<br />

CaroamicotiscrivoAIN JACK.it<br />

ELLAVITA<br />

voice & fashion 2013/14<br />

www.donnaimpresa.com 103


Radio Fermo uno - Fermo<br />

Comenasceunaradiolibera<br />

thehistory<br />

«Amo la radio perché arriva dalla gente / entra nelle case e ci parla direttamente / se una<br />

radio è libera, ma libera veramente / piace ancor di più perché libera la mente»...<br />

Dalla metà degli anni '60 stava montando nei giovani in tutta Europa una<br />

voglia di radio, intesa come sorgente di intrattenimento, musica e anche<br />

informazione non controllata dai vari governi. Nel paese europeo leader allora<br />

nella libertà e nel progresso dei costumi, la Gran Bretagna, questa voglia era<br />

stata soddisfatta dalle cosiddette radio pirata (Radio Caroline, Radio Veronica)<br />

e la stessa cosa avveniva in altri paesi del Nord Europa.<br />

La Rai, in Italia rispose a questa esigenza lanciando nel proprio<br />

palinsesto programmi decisamente di “rottura” alla tradizionale<br />

programmazione ingessata: trasmissioni come Bandiera Gialla, Per voi<br />

giovani, Alto gradimento, Hit-Parade, Supersonic, sono ancora vive nei<br />

ricordi degli odierni 60enni. Come peraltro fece la BBC con le storiche<br />

trasmissioni musicali Ready Steady Go!, Saturday Club o Top Of The<br />

Pops. Una seconda opportunità per i ragazzi italiani era rappresentata<br />

da due radio straniere che trasmettevano<br />

in lingua italiana, e che avevano iniziato<br />

una programmazione orientata ai giovani e<br />

alla musica, con un linguaggio dinamico e<br />

del tutto nuovo, era Radio Montecarlo (che<br />

trasmette dal marzo del 1966 dal<br />

principato di Monaco, diretta da Noel<br />

Coutisson con ai microfoni deejay che<br />

sarebbero stati imitati per i 30anni<br />

successivi, come il grande Herbert Pagani,<br />

Robertino, Federico L'Olandese Volante,<br />

Awanagana, Luisella Berrino). Unica<br />

grande limitazione di Radio Montecarlo, la<br />

trasmissione in onde medie, con un<br />

trasmettitore potentissimo, si, ma ricevibile<br />

solo sulla costa tirrenica del nostro paese.<br />

Insieme a Radio Capodistria (sul versante<br />

istrano), era una radio che proponeva un<br />

nuovo stile di conduzione, vivace,<br />

spezzato nel ritmo, che sarebbe stato poi<br />

assorbito dalla RAI con il celebre<br />

programma Supersonic. A parte queste<br />

due realtà “anomale” , c'era anche<br />

qualcosa che la radio ufficiale non poteva<br />

permettersi o permettersi solo in parte, la<br />

comunicazione bidirezionale attraverso la<br />

sinergia con il telefono: Salvo forse un<br />

unico caso: "Chiamate Roma 3131", dove<br />

però cose tipo “dedico questo disco a<br />

Mariaconamore,oaNonna Pina perché<br />

guarisca in fretta” non erano certo<br />

consentite. All’inizio degli anni '70 si crearono le condizioni per la<br />

radiofonia privata nei principali paesi europei, con l'Italia in prima fila per<br />

numero di emittenti e numero di ascoltatori . Questo faceva seguito alle<br />

dure contestazioni del 68’ e successivamente del 72, anni in cui la voce<br />

operaia e giovanile fece tremare e cadere numerosi governi. Nelle<br />

rivendicazioni di quegli anni c’era il grande desiderio di crescita della<br />

libertà individuale, ed oggi possiamo dirlo, anche il desiderio di poter<br />

scegliere in autonomia le fonti di informazione. Già dal 1974 l'attacco al<br />

Disco Menia Radio Cosmo International<br />

by Captain Jack & Fabrizio Eugeni<br />

monopolio in Italia era nell'aria e numerosi operatori si stavano<br />

preparando a sfidare la legge e incunearsi nelle sua contraddizioni. La<br />

prima in assoluto ad iniziare le trasmissioni è stata Radio Parma, il 1<br />

gennaio del 1975. Protagonisti della storica iniziativa sono stati Virgilio<br />

Menozzi, l'imprenditore che finanziò l'avventura (poi protagonista anche<br />

della nascita di Radio Roma), il giornalista Carlo Drapkind che ne era il<br />

direttore responsabile e l'esperto radioamatore di Parma <strong>Marco</strong> Toni<br />

che curò e realizzò la parte tecnica, mettendo<br />

in funzione un trasmettitore di potenza<br />

relativamente limitata (22W) ma sufficiente per<br />

coprire la maggior parte della città emiliana. Il<br />

palinsesto, come per tutte le radio dei primi<br />

tempi, era assai completo e debitore del<br />

modello RAI, con programmi di informazione,<br />

approfondimenti e cronache locali. Dai<br />

microfoni di Radio Parma sono usciti alcuni<br />

operatori che hanno poi fatto carriera in altre<br />

radio o altri settori, come Gabriele Majo o<br />

Mauro Coruzzi, diventato poi celebre, non solo<br />

nel mondo della radio, con lo pseudonimo e il<br />

travestimento di Platinette. Segui Radio<br />

Milano International (marzo 1975) e Radio<br />

Roma (16 giugno 1975). Tre radio che<br />

continuano a trasmettere ancora oggi, (Radio<br />

Milano International è ora Radio 101 One O<br />

One). In pochi anni, o forse pochi mesi, tutte le<br />

frequenze disponibili, almeno nelle grandi<br />

città, vennero occupate da decine di radio<br />

libere, anzi non era frequente il caso di<br />

frequenze occupate da due radio, di radio che<br />

trasmettevano volutamente fuori dalle regole,<br />

in sovramodulazione, per sopravanzare le<br />

altre radio vicine e che, anche in un'area<br />

contigua, trasmettevano sulla stessa<br />

frequenza. Per coprire le ventiquattrore<br />

naturalmente la musica era fondamentale.<br />

Sarebbe stato difficile riempire il palinsesto<br />

soltanto con trasmissioni autoprodotte, con<br />

inchieste giornalistiche o con tutte le altre tipologie di trasmissioni che<br />

faceva tipicamente la radio di Stato, quindi il palinsesto della radio libere<br />

era essenzialmente costituito da musica di vari generi e stili, strutturata<br />

per rubriche (la rubrica di musica classica e di jazz, l'immancabile<br />

rubrica di musica lirica, e così via), naturalmente tanto rock, tanti<br />

cantautori, e la musica del momento. La selezione tra le radio però non<br />

è stata tale da liberare le frequenze, e l'affollamento radiofonico degli<br />

inizi è rimasto poi cristallizzato per sempre, insieme alla confusione e<br />

MARIO<br />

MAZZAFERRO<br />

"Erano gli anni ’70, si ritornava a casa<br />

dalla scuola in pullman ed il sabato si<br />

poteva ascoltare alla radio nazionale le<br />

prime classifiche radiofoniche ed i primi<br />

brani rock e funky d’oltreoceano,<br />

l’emozione e l’attesa era sempre molta. La<br />

notte prima di addormentarsi ci si<br />

sintonizzava sulle frequenze di Radio<br />

Luxembourg e ci si cullava sulle note<br />

fantastiche di quelle musiche e quelle voci<br />

di DJ che stavano cambiando la nostra<br />

vita e i nostri gusti. Caso volle che nel<br />

1974 sotto la palazzina dove abitavo<br />

nacque una discoteca, il Disco Faleria,<br />

quella delle piccole discoteche era una<br />

moda che in quel periodo si allargò in molti<br />

paesi dell’entroterra fermano, in quel<br />

contesto i miei pomeriggi li dedicavo<br />

anche ad origliare dalle uscite di sicurezza del locale per ascoltare i primi rudimentali<br />

mixaggi del Dj che provava le scalette e le novita’ d’importazione che nella discoteca<br />

venivano lanciate per prime, prima ancora della radio ufficiale. Da lì a poco, frequentando<br />

la discoteca, stando sempre piu’ spesso, prima appoggiato alla consolle, poi entrando al<br />

suo interno per curiosare facendo amicizia col Dj “compaesano”per giunta, entrai nelle<br />

grazie della dirigenza e iniziai a fare il secondo, era solo per i lenti , ma il grande passo<br />

venne fatto. Prosegui con Il Francis Club era il 1975, locale piu esclusivo poco piu’ lontano<br />

dal mio paese di li a poco come Dj ufficiale. Nel frattempo, gli studi superiori in Fermo mi<br />

portarono a conoscere alcuni ragazzi che mi proposero di entrare in uno staff di Dj<br />

radiofonici per condurre una trasmissione presso gli studi di Radio Fermo Uno, una locale<br />

radio emergente. Mettemmo su un programma condotto una volta a testa dalle 14,00 alle<br />

15,00 di ogni giorno durante la settimana mentre il sabato a rotazione vi era una classifica<br />

dei meglio brani graditi dagli ascoltatori. Nacquero cosi La Open Sesame e la Trans Disco<br />

Dance. Assieme a me il compianto Mario Rossetti nostro mentore ed ispiratore, Willy<br />

Franchellucci, Angelo Traini, Gianni Belletti. La passione sopra ogni cosa per la musica ci<br />

uni per diversi anni, i brani venivano suonati dalla nostra consolle tappezzata di cartoni per<br />

le uova (prima forma di insonorizzazione) si mixava con piatti Thorens senza regolazione<br />

con a supporto i primi “Bobinoni” Revox e registratori a cassette Teac da dove passavano i<br />

Jingle pubblicitari che venivano montati su cassette a nastro con molto lavoro di “pause e<br />

rec.” Le nostre passioni ebbero molti riscontri di apprezzamenti e notorietà che in quel<br />

periodo ci imbarazzavano non poco , non eravamo pronti e preparati ad essere additati<br />

come star, cosa che oggi viene cercata da molti partendo anche dalla più piccola<br />

pubblicazione su FB. Ci sarebbe molto da dire , ma manca lo spazio per farlo, la Radio<br />

che ricordo nacque cosi, poche cose , pochi amici , molta tenacia e tutto questo creo’ un<br />

mondo fatto di sogni e passioni oggi non piu’ replicabili. La tecnologia, la multimedialita’, i<br />

social network, nulla potranno fare per evocare le palpitazioni pioneristiche che quel tempo<br />

ha creato e ci ha lasciato.<br />

WILLYFRANQUELLUCCI<br />

Radio Fermo uno - Fermo<br />

"La voce roca, a volte stridula ma quasi sempre imponente e spesso soffocata dal suo<br />

stesso impeto....è proprio lui Leonardo Re Cecconi per i più Leopardo voce storica di<br />

Radio Milano International il vero e indiscusso numero uno, maestro e mito della mia<br />

gioventù radiofonica. Ricordo le peripezie che facevo per ascoltare e registrare il Soul<br />

Train quando nel lontano 1977 mi trovavo a Milano per il servizio militare. Ancora oggi<br />

riascoltando le sue trasmissioni radiofoniche dalle vecchie cassette TDK (conservate con<br />

cura maniacale) mi vengono i brividi,lo spettacolo era lui nel suo modo di annunciare<br />

ogni brano,il suo stile era inenarrabile e affinchè lo si possa capire a fondo occorre<br />

ascoltare la sua<br />

performance poichè non<br />

ci sono parole adeguate<br />

per descriverla. Tutti<br />

hanno cercato di imitare<br />

e trovare ispirazione da<br />

quello che è stato il<br />

miglior dj radiofonico<br />

italiano. Leopardo è<br />

stato unico speciale e<br />

irripetibile.Grazie Leo<br />

per quanto ci hai dato. Il<br />

ruggito continua..."<br />

alla sovrapposizione di frequenze,<br />

regolamentate dalla legge Mammì degli anni<br />

'80, ma tutt'ora in attesa di applicazione. Nel<br />

1976 aprire una radio in Italia era una<br />

operazione al limite della legalità, anche se,<br />

come si vede nel seguito, assai frequente e<br />

destinata ad espandersi ulteriormente.<br />

Dove prima trasmettevano tre radio, più<br />

Radio Vaticana e Radio Montecarlo, Radio<br />

San Marino e Radio Capodistria, ora<br />

trasmettevano più di 100 radio, e mentre le<br />

trasmissioni musicali sulle radio di stato<br />

arrivavano a due tre ore al giorno, le radio<br />

libere coprivano con la musica (trasmissioni<br />

o nastri pre-registrati) anche l'ottanta per<br />

cento della programmazione. Insomma una<br />

moltiplicazione delle trasmissioni di musica,<br />

una moltiplicazione dei generi di musica<br />

trasmessi, una moltiplicazione dei musicisti<br />

che trovavano uno sbocco su una qualche<br />

radio, e quindi un aumento della vendita di<br />

dischi, della copia di dischi, allora su<br />

cassetta, insomma la stessa situazione di<br />

ora, con le radio al posto di Napster o<br />

Winmx, E-mule, Torrent … ecc. le cassette al<br />

posto dei CD-ROM e dei masterizzatori.<br />

L'unica differenza è che ora le vendite di<br />

dischi diminuiscono del 10% all'anno mentre<br />

allora aumentavano in percentuale anche<br />

maggiore. Teoricamente la musica da<br />

trasmettere doveva essere comunicata alla<br />

società autori ed editori, a cui doveva essere<br />

spedita la scaletta di ogni giorno di<br />

trasmissione, e alla quale dovevano essere<br />

versati i diritti per le trasmissioni.<br />

Naturalmente nessuna radio libera si<br />

sognava di versare diritti, anche perché in<br />

generale erano autofinanziate e chi vi<br />

lavorava, non solo lavorava gratuitamente,<br />

ma contribuiva anche ai costi fissi della radio,<br />

che erano poi soltanto attrezzature (antenna<br />

e altro) e costo dei locali, se non si era<br />

ospitati da qualche organizzazione. Nel 1976<br />

la Corte Costituzionale tornò sull'argomento<br />

per rispondere a numerose eccezioni di<br />

incostituzionalità o richieste di parere di<br />

pretori di tutta Italia e dichiarò inammissibili,<br />

con la storica sentenza 202/1976 del 28<br />

luglio 1976, le parti delle leggi in vigore che<br />

vietavano le trasmissioni in ambito locale,<br />

confermando la interpretazione estensiva<br />

della legge 103/1975 e dando il via definitivo<br />

alla radiofonia privata in Italia. Era questo il<br />

cosiddetto "Far-West dell'etere", tollerato dai<br />

governi degli anni '80. Nella radiofonia<br />

privata degli anni 70 il problema era invece<br />

rappresentato dall'eccessivo affollamento<br />

nelle grandi città e dalla parallela assenza<br />

totale di un piano delle frequenze, essendo il<br />

quadro legislativo ancora quello dei tempi del<br />

monopolio. A quasi 40 anni di distanza,<br />

nessuno pensa più alle radio come radio<br />

libere, ma solo come radio commerciali. E<br />

purtroppo proprio le esigenze commerciali<br />

hanno livellato lo standard verso i gusti<br />

musicali più comuni, e hanno allontanato<br />

ogni velleità di sperimentazione. Mi piace<br />

pensare che un giorno i "pirati" torneranno ...<br />

di Bruno Romano Baldassarri alias CaptainJack<br />

www.donnaimpresa.com 103


FABIO DI FABIO<br />

Radio Cosmo International - Monsanpietro Morico<br />

Ribelle ed estroverso come il mio caschetto, ero uno di quei ragazzi la cui età consentiva di<br />

acciuffare al volo l'esistenza del periodo delle Radio Libere. Fondai con i miei amici di allora:<br />

Andrea, Maurizio, Mauro ed Emo ,"Radio Eco" che successivamente diventò Radio Cosmo<br />

International (RCI). Un'esperienza fantastica e temo purtroppo irripetibile. Io ero un po' il jolly<br />

della situazione per la mia duttilità... per la mia capacità di prestarmi a ricoprire una moltitudine di<br />

ruoli... un tuttofare, insomma. Aprire una radio libera a quei tempi non era difficile, bastava una<br />

piccola modifica al modulatore dell'apparecchio CB, un amplificatore, anche di pochi watt, una<br />

frequenza libera, cioè non ancora occupata da un'altra radio, un'antenna, alcune elettroniche<br />

non molto costose come mixer, microfono, cuffie, giradischi, registratore a cassette o<br />

eventualmente a bobine, ma soprattutto un gruppo di amici disposti a coprire le ventiquattrore<br />

della giornata, o perlomeno la maggior parte di esse, perché la prima differenza con la radio<br />

ufficiale era che la radio libera era sempre disponibile e sempre pronta a farti compagnia ma<br />

soprattutto si trasmetteva sempre perché, se la frequenza veniva lasciata libera anche per solo<br />

una mezz'ora, veniva immediatamente occupata da qualche altra radio. Per molti, come me, il<br />

fenomeno tutto italiano delle radio libere è quello cantato e mitizzato dal cinema in film come “I<br />

cento passi” di Giordana o “Radiofreccia” di Ligabue che hanno rappresentato innanzi tutto la<br />

dimostrazione delle potenzialità politiche e di controinformazione della radio, in quel periodo; in<br />

secondo luogo, l'espressione delle potenzialità estetiche, amatoriali solo ad origine, di una<br />

programmazione “altra” rispetto a quella dell'allora monopolio di Stato. Una era la radio libera<br />

“politica”, l'altro la radio libera “estetica”: la prima ha perduto peso, negli anni, preferendo la<br />

politica altre strategie di comunicazione, con poche, radicali eccezioni; la seconda ha plasmato il<br />

fenomeno delle radio private commerciali. Non meno importante, e ciò assumendo ad inciso un<br />

verso della poesia di Dolci: “Esisto anch’io”, il sottolineare la voglia che c’era da parte di alcuni<br />

giovani di distinguersi dalla massa e andare controcorrente. Il prendere coscienza della coincidenza dell'origine “provinciale” del fenomeno<br />

Radio: a suggerire, senza eccessive difficoltà, che la provincia, poco rappresentata dai media d'antan (come oggi, forse: e chissà che Internet<br />

non abbia definitivamente riequilibrato le cose), poteva cullare il nostro desiderio di “libertà”.<br />

NICOLINO SASSI<br />

Radio Canale7eMagic98 Fm - Montappone (Fermo)<br />

"Eravamo non ancora ventenni quando di notte ascoltando “Radio Luxemboug”, ci siamo lasciati convincere dall’idea di creare un radio tutta<br />

nostra, che usasse un linguaggio nuovo, fresco, spontaneo, familiare che parlasse di noi, della nuova generazione. Così noi sognavamo,<br />

“ragazzi di ieri”, il nostro futuro, gettando uno sguardo al di là dei confini nazionali! Era davvero inimitabile, inconfondibile e direi del tutto<br />

innovativo il piglio con il quale i dj internazionali sapevano fare radio, difficile non innamorasi di quelle voci dal tono caldo e profondo, e la<br />

musica di cui riuscivamo a cogliere, forse solo il ritmo catturava pienamente le nostre più profonde emozioni di giovani in cerca della propria<br />

identità. Sembra strano parlarne oggi come di una “rivoluzione” quella che stavamo per fare, ma è proprio così che tutto è cominciato! Io, e<br />

insieme a me pochi altri amici, volevamo aprire una finestra su quel mondo sconosciuto ai più; le piccole radio locali non avevano idea di come<br />

sarebbe cambiato il progetto radiofonico di li a qualche anno: anche il pubblico italiano si sarebbe lasciato conquistare dalla melodia briosa<br />

della musica “d’importazione”, i dj sarebbero diventati i veri protagonisti della loro “fascia” quotidiana. Volevamo a tutti i costi questo<br />

cambiamento! Pieni di energia ed entusiasmo, iniziammo a frequentare una radio locale, quel tanto per acquisire l’esperienza necessaria che<br />

ci avrebbe poi permesso di camminare da soli verso la realizzazione di un grande progetto. Nel 1978 abbiamo così fondato Radio Canale 7,<br />

una stazione ben strutturata, con attrezzature all’avanguardia, un trasmettitore da 800W e un<br />

palinsesto dove spiccavano programmi innovativi che di lì a poco cominciarono finalmente ad<br />

incuriosire e richiamare l’attenzione di un pubblico sempre più vasto. Dagli esordi del tutto fatto<br />

in casa (ricordo ancora le nottate trascorse in sala registrazione a preparare spot, Jingles e le<br />

mitiche pizze per il non stop music) Radio canale 7 sarebbe diventata MAGIC 98FM. Con il<br />

tempo gli ascoltatori iniziarono a fidarsi di noi, a conoscerci, ad amarci, eravamo riusciti a<br />

creare una radio diversa dalla solita “radio all’italiana”. I brani musicali internazionali stavano<br />

diventando più familiari a tutti, come familiari erano ormai Jingles realizzati negli States, le voci<br />

di famosi doppiatori cui affidavamo la realizzazione di spot pubblicitari e non ultime le nostre<br />

voci,Nicolino, Fabio, Claudio, Remo e così di tantissimi altri ragazzi e ragazze che con<br />

competenza e professionalità hanno contribuito al successo della radio e che ancora oggi<br />

ricordo con molta stima ed affetto. Ho trascorso ben oltre 20 anni delle mia vita dietro ad un<br />

microfono, e il ricordo di questi, oggi mi lascia dentro una forte emozione ed anche un po’ di<br />

nostalgia... per tutti questi anni ringrazio i migliaia di ascoltatori che si sintonizzavano ogni<br />

giorno sulle nostre frequenze e con un pizzico di orgoglio mi piace poter pensare che nel<br />

nostro piccolo siamo stati grandi...!!!"<br />

DEDICATO A LEO<br />

"Un ruggito e… lo spettacolo iniziava. Si, perché parlare di Leopardo e soprattutto ascoltarlo<br />

era come assistere ad uno spettacolo. Dotato di una voce inconfondibile, particolare, capace<br />

di adattarla ad ogni disco che proponeva, magari anticipandolo con il suo storico fischio o il<br />

suo canticchiare … era spettacolo puro! Credo ci sia poco da dire, Leonardo è stato un DJ<br />

modello per chi si è cimentato in radio. Alla guida della “sua” astronave, dotata di una consolle<br />

dai cursori infuocati, era un fuoriclasse dell’etere, il numero 1. Un ruggisaluto Leo".<br />

STEFANO CASTORI<br />

Radio Onda Picena- Fermo<br />

Era il lontano 1975 quando nasceva Radio Città Campagna, sotto un<br />

garage della circonvallazione nord, a Fermo. Era la prima radio italiana<br />

insieme ad una milanese e una anconetana, ed è qui che inizio il mio<br />

percorso radiofonico. Il nostro intento era quello di unire la gente, e non<br />

di dividerla come anche oggi troppo spesso accade. Devo dire che<br />

riuscimmo nel nostro buon proposito di creare unità, tanto che la nostra<br />

emittente era seguita da giovani sia di sinistra che di destra legati tra loro<br />

dalla musica. Grande musica, grande gente, grande professionalità.<br />

Essenzialmente Radio Città Campagna rivoluzionò il modo di ascoltare<br />

la radio e fece da apripista alle tante molteplici voci libere che seguirono<br />

nell'etere nonostante anche le difficoltà che nacquero, e che erano<br />

inevitabili per quei tempi, soprattutto in relazione a motivi di carattere<br />

tecnico poiché all'epoca non c'era un'industria nazionale specializzata<br />

nella costruzione di apparecchiature radiofoniche. Si era costretti ad<br />

usare un vecchio impianto valvolare, un residuato bellico… d'altro canto<br />

era anche difficile trovare a Fermo e limitrofe, tecnici specializzati<br />

nell'alta frequenza, tuttavia non ci mancava l'entusiasmo e portammo<br />

ugualmente a termine l'impresa. Uno dei primissimi jingle come sigla, un<br />

percorso singolare attraverso l’esperienza radiofonica milanese da me<br />

fatta per circa tre mesi... un passaggio continuo tra radio, presentazioni<br />

di concerti, feci tutta la tournee a quei tempi di Alice, Lino Banfi ecc. I passaggi erano continui nelle radio: Radiofermo Uno, Radio One, Radio Sem<br />

Stereocivitanova e Radio City per concludere il mio percorso nell'etere con Radio Onda . Ora riproviamo con il web, Radio Italian Cup. Esperienza<br />

massima (sorride compiaciuto e commosso)le 10 puntate di jazz registrate in Basilicata e mandate in nazionale (c'è un appassionato della Provincia<br />

di Macerata che ha ancora tutte le puntate registrate)... Fra i miei cavalli di battaglia, nella mia primissima esperienza radiofonica, Burt Bacharach<br />

che successivamente fu inserito, insieme ad altri, nelle programmazioni dei giovani dell'epoca … (pura follia) eppure con enorme successo. L'amore<br />

per la radio non è mai archiviato ci saranno sorprese nel futuro… ancora oggi nel mio cuore vive il ricordo di bellissime esperienze ed io non posso<br />

fare altro che ringraziare tutti quelli che mi ricordano nei bui pomeriggi di club 101.<br />

FABIO CASTORI<br />

Radio Fermo uno - Radio Onda - Fermo<br />

Radio libera. Un concetto giurassico oggi considerato dai più benevoli<br />

vintage, ma allora era completamente rivoluzionario. Bastava avere un<br />

mixer, due piatti e un microfono. Alzavi i cursori, la magia si accendeva e<br />

la tua musica, le tue parole, da una cittadina qualsiasi, volavano<br />

nell’etere fino a Bologna, Firenze, Bari, persino dall’altra parte<br />

dell’Adriatico, in Jugoslavia, in Albania. Non c’erano limiti, perché,<br />

nonostante quell’utopica idea si stesse diffondendo a macchia d’olio,<br />

c’era spazio per tutti e non c’erano davvero confini. Forse allora, noi che<br />

siamo stati protagonisti di quell’avventura, non ci siamo resi conto che<br />

stavamo scrivendo una pagina di storia destinata a cambiare per sempre<br />

il mondo dei media e della comunicazione. A quei tempi ero il cucciolo di<br />

una nidiata di dj e di conduttori radiofonici che sarebbero diventati dei<br />

veri e propri miti. Poco più che adolescente, nel 1976, mi ero fatto le<br />

ossa nella radio dei rockettari, Radio Città Campagna. Appena un anno<br />

dopo era arrivata la chiamata della radio rivale, Radio Fermo Uno, per<br />

entrare a far parte degli speaker del programma cult della musica disco<br />

“Open Sesame”. Queste due emittenti erano state tra le prime radio<br />

libere italianee-sediuna, oggi, magari qualcuno non conosce neanche<br />

l’esistenza e della seconda si ha un’immagine totalmente diversa da<br />

quella della fine degli anni ’70 - erano due realtà avanguardistiche che<br />

dettavano legge e dispensavano prestigio a chiunque ne facesse parte.<br />

Forse, per la mia età, gli ormoni erano fin troppo presenti dentro di me e<br />

la mia voce profonda, anomala per un ragazzino, aveva attirato<br />

l’attenzione di quelli che allora erano i numeri uno. Così la mia parola<br />

d’ordine divenne: “ Rabbiusbiccofexendevermoscex”. Era un<br />

divertente scioglilingua inventato da uno degli ideatori di Open Sesame,<br />

il compianto Mario “Marvil” Rossetti. Era privo di senso logico, ma<br />

suonava divinamente. Un po’ come il “Prisencolinensinainciusol” di Celentano. Era stato coniato, mettendo insieme una serie di parole che preferisco<br />

non ripetere. Se Leopardo poteva essere paragonato al Maradona della radio, Marvil, purtroppo con fortune alterne, era quanto meno il Roberto<br />

Baggio della situazione: geniale, originale e coinvolgente. A me, a neanche tre mesi dalla sua scomparsa, piace ricordarlo così. Così come mi piace<br />

ricordare quando tutti insieme ci ritrovavamo in sala di registrazione per selezionare quelli che sarebbero stati i successi da suonare alla radio.<br />

Perché, strano ma vero, eravamo noi a scegliere - in base alla bellezza del brano - e non le major discografiche, non le multinazionali della musica,<br />

che hanno imposto nell’ultimo ventennio i dischi da passare alla radio. Forse citare una strofa scritta da Eugenio Finardi è fin troppo banale: ma<br />

quella radio era libera, ma libera veramente.


FABRIZIO EUGENI<br />

Radio Cosmo International<br />

Monsanpietro Morico - Radio Flowers<br />

La mia storia si intreccia inevitabilmente con quella<br />

della radio e con Bruno Romano Baldassarri Alias Jack<br />

(sorride)... E come accaduto per molte invenzioni, la<br />

sua nascita avveniva in un garage pieno di attrezzi e<br />

genialità, in una soffitta o, come nel caso di Radio<br />

Cosmo International, in una torretta antica situata nelle<br />

cinta di un piccolo paesino di provincia ove si respirava<br />

l’odore della storia. TASTO ON. E la musica partiva, o<br />

meglio, la magia partiva. Sì perché con i mezzi di<br />

diffusione di allora, quello era: magia. Pura,<br />

coinvolgente, sperimentale magia. Persone che<br />

s'incontravano liberamente per condividere lo stesso<br />

interesse per la musica, o ragazzi che s'improvvisano<br />

speaker radiofonici con un trasmettitore casalingo da 5<br />

watt. Una grande illusione di libertà dissolta dai<br />

network e dalle nuove leggi sulle frequenze, insieme<br />

allo spam pubblicitario e la globalizzazione di oggi.<br />

Non ci siamo mai preoccupati della copertura del<br />

servizio. A quei tempi l’etere era “pulito” e la frequenza<br />

scelta da Radio Cosmo International, sembrava non<br />

incontrasse ostacoli. Oggi siamo abituati ai lettori Cd,<br />

ai file musicali, migliaia di canzoni vengono archiviate<br />

e ascoltate attraverso apparecchi tascabili e diffuse<br />

dalla più moderne apparecchiature. Noi, a quel tempo,<br />

no. Tutta la nostra “sala di produzione” era formata da<br />

due giradischi piazzati su un tavolo di fianco al<br />

trasmettitore, questo contenuto in un rack di ferro. I<br />

dischi erano nostri, ognuno di noi metteva in campo<br />

quanto di meglio avesse acquistato e dunque quanto<br />

di meglio consigliasse la propria esperienza in campo<br />

musicale. Quello che girava sul piatto, prima ancora<br />

che un disco, era una parte di noi. La nostra anima.<br />

Come “disk jockey” ci davamo il turno, l'offerta<br />

radiofonica, ben lungi dall'essere un vero palinsesto, si<br />

alternava solo in relazione al tempo che ognuno di noi<br />

aveva a disposizione, dal buonsenso e la cura nella<br />

scelta dei brani che coerentemente si alternavano in<br />

scaletta e, non di meno, dalla individuale, nostra<br />

capacità di narrare... altro che regole di mercato!! Non<br />

dimenticherò mai le nostre dirette, le nostre risate, la<br />

nostra grande energia... Spesso penso alle serate<br />

insieme, alle chiacchiere cazzeggiate, ai consigli che<br />

dispensavamo. E alla nostra curiosità, il giusto<br />

distacco che sapevamo dare alle cose pur di<br />

mantenere coeso il team, l'amicizia fra noi. Penso a<br />

come mettevamo l’anima in tutto quello che facevamo,<br />

penso alla nostra espressione quando parlavamo al<br />

microfono... E penso a quanto eravamo meravigliosi. I<br />

ricordi sono tantissimi e scrivere è difficile. Avevamo<br />

un’aria così serena, ieri.<br />

SERGIO<br />

MENGHINI<br />

Direttore Artistico Radio Subasio - Assisi<br />

E’ una giornata uggiosa, ci troviamo tra le colline<br />

umbre sopra Spoleto nella bellissima residenza<br />

della Principessa Doris Pignatelli che ci ha<br />

gentilmente ospitato in compagnia di Sergio<br />

Menghini Direttore Artistico di Radio Subasio,<br />

una radio che è la storia dell’etere in Italia. “Ogni<br />

musica o suono che non dipinge nulla… è solo<br />

rumore. Perché? Perché il suono e la musica<br />

che escono dalle antenne di Radio Subasio è<br />

squisitamente raffinata.”<br />

Bene… visto che siamo stati in passato colleghi... ci diamo del tu… Ti volevo chiedere<br />

come e quando nasce Radio Subasio?<br />

Radio Subasio nasce nel lontano 1976 ed il nostro suono è a tutt'oggi ritenuto eccellente.<br />

Quindi possiamo annoverarla tra le prime Radio Libere ?<br />

Non proprio… Radio Subasio nasce dopo l’avvento di Radio Milano International, ma la<br />

seconda radio per il centro Italia lo siamo stati certamente… diciamo pure che in quel tempo<br />

abbiamo sacrificato il primato a Radio Out, della quale oggi abbiamo assorbito le frequenze<br />

pur mantenendo quella forte identità che ci ha sempre caratterizzati.<br />

Dal passato arriviamo al presente… come è cambiato il modo di fare radio rispetto agli<br />

inizi?<br />

Il format è cambiato moltissimo sia in termini di riorganizzazione dei palinsesti che della<br />

programmazione musicale. Abbiamo adeguato il linguaggio al mood della radio e, in<br />

generale, alla radio del millennio. La radio di allora, si chiamava privata perché era in grado di<br />

fare quello che l’egemonia Rai non era ad allora in grado di fare… Si pensi che le<br />

programmazioni di maggior successo di allora erano le “dediche”… oggi è la pubblicità il<br />

fattore principale, è quella che detta le regole anche se personalmente tento di modellare la<br />

Nella foto: Momenti di una intervista con Sergio Menghini e Bruno Romano Baldassarri alias Captain Jack<br />

la programmazione ad un modello vicino a quello<br />

che erano le radici delle vecchie radio,<br />

mantenendo una certa cultura di base ed<br />

accontentando un po’ tutti. Ritengo, e questo lo<br />

dico con rammarico, che si sia perso un po’ il<br />

gusto della cosa popolare… ma haimè… devo<br />

anch’io sottostare a certe regole di mercato<br />

sebbene a volte mi vadano un po’ strette. Poi<br />

bisogna sempre cercare di stare un passo avanti<br />

dal punto di vista musicale tant’è vero che Radio<br />

Subasio attualmente ricopre un indice di ascolto<br />

di circa 1800000 ascoltatori che per il centro Italia<br />

(Toscana –Marche – Lazio - Umbria e di trafugo<br />

su poche altre regioni) rappresentano comunque<br />

numeri ragguardevoli. Share che ci premia sia per<br />

la nostra capacità di organizzare una capillare<br />

copertura nelle regioni del centro Italia quanto per<br />

la nostra fedeltà e ci suggerisce che ci muoviamo<br />

nella giusta direzione.<br />

Allora nel 2015 da quello che abbiamo capito<br />

Radio Subasio compie 40 anni … diventa<br />

maggiorenne (qualche sorriso tra i presenti)<br />

… Una curiosità Sergio … come è cambiata la<br />

radio rispetto agli inizi dal punto di vista<br />

tecnico? … E come sarà a parer tuo, la radio<br />

del futuro, hai già un'idea?<br />

E' veramente difficile rispondere a questa<br />

domanda, perchè la tecnologia e i mezzi vanno<br />

ad una velocità spaventosa. Se solo poco tempo<br />

fa la radio era a volte l'unico mezzo per ascoltare<br />

musica, programmi, ecc... adesso siamo invasi da<br />

mezzi di comunicazione di qualsiasi tipo. Vedo<br />

una radio di parola, piuttosto che musicale. Ma<br />

comunque con una sua identità precisa e<br />

specifica. Forse con meno numeri, ma con tanta<br />

fedeltà. Sinceramente a me fa un po' sorridere<br />

ascoltare tutta questa serie di “jukebox” che si<br />

definiscono “radio”. La radio è anche e soprattutto<br />

qualcuno che ti parla, qualcuno che ti intrattiene,<br />

qualcuno che ha un rapporto con te ascoltatore.<br />

In relazione invece alla domanda su come siano<br />

cambiate le radio dal punto di vista più<br />

propriamente tecnico rispondo attraverso un<br />

piccolo aneddoto che penso ricalchi la realtà di<br />

molte della radio di allora e di quanti, come me,<br />

hanno iniziato la propria avventura radiofonica in<br />

piccoli garage, ovviamente insonorizzati, così<br />

come era usanza, dai classici cartoni delle uova.<br />

Lo ricordo come fosse ieri... avevo due piatti, un<br />

mixer e un ragno che discendeva dalle molteplici<br />

ragnatele, questo tanto per disegnare il quadro<br />

reale dei tempi ... E se non ci fosse stata questa<br />

sorta di situazione oggi non staremmo qui a<br />

parlare di una certa evoluzione. Oggi radio<br />

Subasio dal punto di vista tecnico e tecnologico è<br />

all’avanguardia per la purezza del suono al quale<br />

lavora giornalmente un team molto competente.<br />

Sergio … Adesso parliamo del format più<br />

importante della radio... Qual è il genere<br />

musicale al quale sei maggiormente legato o,<br />

se vogliamo, quale, la musica che ascolti<br />

volentieri e quello che la Radio Subasio passa<br />

nel suo palinsesto giornaliero ?<br />

Per quanto riguarda me, posso dirti subito che<br />

ascolto la musica italiana, quella dei cantautori…<br />

per ciò che concerne il palinsesto invece, tenendo<br />

conto che siamo un gruppo di persone che<br />

lavorano su un prodotto che arriva<br />

settimanalmente, va da sé che tutto sia scelto in<br />

www.donnaimpresa.com 109


ase ai gusti dei nostri ascoltatori: sono le<br />

persone che ci ascoltano a darci gli input oltre<br />

ovviamente a tutto quanto ci suggerisca le<br />

classifiche e/o provenga dai talent show capaci<br />

di produrre nuove realtà musicali. E comunque<br />

i maggiori artisti (quelli più popolari, per<br />

intenderci) hanno un posto rilevante nel nostro<br />

palinsesto giornaliero. In termini di percentuali<br />

posso dirti che la musica italiana ricopre circa il<br />

75 % della pianificazione. In base ai gusti dei<br />

nostri ascoltatori: sono le persone che ci<br />

ascoltano a darci gli input oltre ovviamente a<br />

tutto quanto ci suggerisca le classifiche e/o<br />

provenga dai talent show capaci di produrre<br />

nuove realtà musicali. E comunque i maggiori<br />

artisti (quelli più popolari, per intenderci) hanno<br />

un posto rilevante nel nostro palinsesto<br />

giornaliero. In termini di percentuali posso dirti<br />

che la musica italiana ricopre circa il 75 % della<br />

pianificazione.<br />

Raccontaci la tua esperienza come<br />

“animale da palco” ( i presenti<br />

sogghignano) come presentatore…<br />

Ho iniziato nel 1981 in un teatro di Perugia per<br />

uno spettacolo di Radio Subasio, quasi per<br />

caso. Ogni anno mettevamo (in diverse<br />

location) in gara tutte le canzoni di Sanremo,<br />

facevamo il dopo festival, ospitando<br />

ovviamente gli artisti che erano in gara… poi è<br />

accaduto che per arrivare al festeggiamento<br />

del 35ennale di Radio Subasio, allo ZooMarine<br />

di Roma nel 2011 nel quale avevo ospiti circa<br />

35 artisti per il dopo Sanremo, mi sono<br />

improvvisato presentatore… esperienza che<br />

successivamente ho replicato sulla scia<br />

dell’entusiasmo del mio… se così lo possiamo<br />

definire, debutto (sorride compiaciuto)…<br />

Rammento che il vincitore di quella prima<br />

edizione fu Roberto Vecchioni mentre l’ultimo<br />

trionfo, cronologicamente parlando, è quello di<br />

Emma.<br />

Per il 40ennale, Sergio, avete in serbo<br />

qualcosa di spettacolare da proporre?<br />

Vedremo … sicuramente si, ma è ancora<br />

presto per programmare il tutto.. e comunque<br />

sappi sin da ora che sarai graditissimo ospite...<br />

Beh, che dire… è stato davvero<br />

emozionante intervistare Sergio Menghini<br />

Direttore Artistico di Radio Subasio… una<br />

delle radio più longeve dell’etere<br />

moderno…<br />

Il libro di<br />

Sergio<br />

ambientato<br />

tra<br />

l’Umbria,<br />

Parigi,<br />

Venezia,<br />

New York,<br />

Londra, La<br />

mer è il<br />

racconto di<br />

una<br />

rinascita.<br />

Dopo un primo esordio musicale nel<br />

lontano 1968, con il nome di<br />

Virginia, con il 45 giri Dixie (prodotto<br />

dal grandissimo Gino Paoli) e la<br />

formazione di un duo musicale<br />

Renzo & Virginia, la sua attività<br />

continuò insieme all'allora marito<br />

(Riccardo Fogli) con cui ha<br />

pubblicato nel giugno del 1970 il<br />

singolo Zan zan/I 10 comandamenti<br />

dell'amore, si è poi dedicata<br />

all'attività di fotomodella.<br />

Conseguentemente ad alcune<br />

esperienze nel campo della musica<br />

e della moda, ha raggiunto il<br />

successo nel 1979 con il 45 giri<br />

Comprami, proseguito nei primi anni<br />

ottanta con i brani Sei una bomba,<br />

Anche noi facciamo pace,<br />

Sera coi<br />

fiocchi eGiorno popolare e<br />

culminato con le partecipazioni al<br />

Festival di Sanremo 1982 e 1983<br />

rispettivamente con Romantici e<br />

Arriva arriva. Nello stesso decennio<br />

è stata anche tra le protagoniste di<br />

festival musicali estivi come il<br />

Festivalbar e Un disco per l'estate.<br />

VIOLA<br />

VALENTINO<br />

In compagnia di una grande artista del panorama<br />

musicale italiano, icona degli anni 80 Viola Valentino. La<br />

incontriamo per saper di più di questo suo ultimo singolo<br />

uscito ad ottobre: Rose e Chanel e del beast in uscita a<br />

dicembre.<br />

Rose e Chanel, vivere per raccontare è il sottotitolo. E' un brano che parla d'amore, amore<br />

universale inteso come amore fra due esseri umani e anche come amore per il sociale.<br />

La rosa è un fiore bellissimo un simbolo che si usa spesso per rappresentare l'amore, ma che<br />

nonostante sia così bella ha anche molte spine, come l 'amore che è anche sofferenza, le storie<br />

nascono e muoiono. Chanel è invece il simbolo dell' estrema femminilità, sappiamo bene che<br />

Merylin andava a letto con 5 gocce di Chanel!<br />

Vorremo sentirti raccontare un po' di quelli che sono i tuoi progetti futuri. Sorride dicendo ...<br />

Quello di fermarmi e riflettere, è dal 2011/2012 che sono in continuo movimento producendo tanti<br />

brani, brani che parlano di vita e storie reali, vissute da me in prima persona o da persone che ho<br />

avuto il piacere che attraversassero il mio cammino. Brani completamente differenti l'uno dall' altro<br />

per i loro ritmi che spaziano dal pop a richiami tango e mi fermo per mantenere viva la curiosità<br />

della scoperta del nuovo album. Sono più di 60 mila i clic ricevuti in una settimana dal brano<br />

"Stronza" che racconta con estremo coraggio delle realtà talmente vere ,popolari che ha fatto si<br />

che facessi un altro centro!,un brano senza neanche un video ma con una semplicissima<br />

immagine, queste sono delle grandi soddisfazioni per un' artista come anche dal brano<br />

"Dimenticare mai" è nata un altra soddisfazione l' incontro di Giovanni Germanelli e Francesco<br />

Mignogna con i quali collaboro attualmente.<br />

Quindi ci sembra di capire che questo beast sarà speciale...<br />

Di certo sarà speciale e complicato ma completo spaziando dal passato al presente al futuro molto<br />

pieno perché sarà doppio.<br />

Io direi che sarebbe il caso che tu ci dessi 3 aggettivi per invogliarci a comprarlo!<br />

Piacevole, significativo , indispensabile (per una disco di tutto rispetto).<br />

di <strong>Marco</strong> Scorza _ Fashion Editor/Stylist _ info@fashionadvices.com<br />

www.donnaimpresa.com 111


trattoria:<br />

DA ANTONIA<br />

Via della Stazione, 56 _ 63023 Marina Palmense _ Fermo (Italy) T. +39 0734 53103<br />

La cucina segue il ritmo delle stagioni e riserva la massima attenzione a una<br />

materia prima di assoluta qualità che trasforma in piatti esteticamente molto<br />

belli e curati, ricchi di gusti e di sapori, espressione di matura intelligenza<br />

gastronomica. Non vi aspettate dunque di trovare un locale di lusso e<br />

globalizzato, perché la Trattoria da Antonia ha il concetto del pesce appena<br />

pescato, quello che ti invoglia ed emoziona , dal pesce azzurro ai crostacei e<br />

ai crudi pesci più tipici in linea con la stagionalità del mare Adriatico. Una<br />

cucina di pesce che rispetta la tradizione della trattoria di pesce tipica<br />

marchigiana.


‘‘IK HEB ME NOG NOOIT<br />

ZO FIJN IN EEN HUIS<br />

GEVOELD ALS NU.<br />

EI GENLIJK WIL IK DE DEUR<br />

NIET MEER UIT”<br />

“L’homo sapiens del XXI secolo deve imparare di nuovo a dominare la lingua e l’artista lo<br />

aiuta con la propria arte che si fa strumento didattico. I dipinti e le sculture di Paolo Sistilli<br />

arrivano come un pugno pesante su una liscia superficie. E per poco si getta uno sguardo<br />

nella profondità incommensurabile. E poi, lentamente, torna la pace”. Liberamente tratto<br />

da ESPRESSIONI DI COMUNICAZIONE NON VERBALE a cura di Dick Adelaar.<br />

EE x di Denise Di <strong>Marco</strong> Via Monte 1A _ Monteurano (Fm) _ Tel. e Fax 0734.841425 _ denisedimarco@hotmail.com<br />

ExE<br />

MONTEURANO<br />

PAOLO<br />

Sistilli<br />

www.paolosistilli.nl _ UTRECHT _Nederland

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!