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comunicazione<br />

F<strong>il</strong>m “Star eyes” di Lancôme, con Daria Werbowy e Betty Boop<br />

Alberto Gugliada<br />

Mariangela Bonatto<br />

Vittorio Bonori<br />

A sinistra, Frame<br />

del video “The gift of time”<br />

di Hermès<br />

un “dialogo” che avviene sia prima, sia<br />

durante, sia dopo la trasmissione. Sono<br />

così nate diverse agenzie che monitorano<br />

<strong>il</strong> “seguito” dei programmi sul web, analizzando<br />

<strong>il</strong> numero dei tweet che vengono<br />

scritti su una determinata trasmissione,<br />

gli hashtag, i fan attivi su Facebook, <strong>il</strong><br />

numero dei post, dei commenti, dei like.<br />

Tra i programmi più social in Italia vi sono<br />

X Factor, Masterchef, Servizio Pubblico,<br />

per non parlare di Sanremo 2013, che già<br />

nella prima giornata del Festival ha scatenato<br />

oltre 450.000 commenti tra Twitter<br />

e Facebook. “Questa seconda vita della<br />

tv sul web - conferma Simona Zanette,<br />

presidente di Iab Italia – amplia la finestra<br />

di visib<strong>il</strong>ità di un programma televisivo.<br />

Per fare un altro esempio, The Apprentice<br />

ha avuto più successo per la diffusione sui<br />

social network piuttosto che per lo share<br />

raggiunto dal programma. è chiaro che<br />

se si crea un’utenza aggiuntiva, è un bel<br />

risultato per <strong>il</strong> programma. Questo significa<br />

che <strong>il</strong> contenuto è sempre più “liquido”<br />

e viene fruito attraverso piattaforme<br />

differenti”.<br />

Contenuti on demand<br />

Se una volta si doveva videoregistrare una<br />

trasmissione per poterla rivedere <strong>il</strong> giorno<br />

dopo, oggi attraverso la televisione “on<br />

demand” è possib<strong>il</strong>e guardare spezzoni<br />

o – sempre più spesso - l’intero programma<br />

sul web. “Ormai sono state abbattute<br />

le barriere spazio-temporali – aggiunge<br />

Zanette – le ricerche mostrano che le<br />

persone che navigano su internet e guarda<br />

la tv on demand sono cresciute del 750%<br />

dal 2010 a oggi”.<br />

L’on demand è legato al fenomeno della<br />

social tv, perché i video delle trasmissioni<br />

televisive che vengono visti sul web possono<br />

essere condivisi sui social network,<br />

commentati, postati. “Sono due trend<br />

che proseguono contemporaneamente<br />

– osserva Mariangela Bonatto, consigliere<br />

di Mario Mele & Partners e direttore<br />

generale di Carat Luxury – perché i social<br />

network sono strumenti amplificatori di<br />

audience. Una recente ricerca di Aegis<br />

Media r<strong>il</strong>eva che <strong>il</strong> 43,6% degli italiani<br />

guardano su internet i programmi televisivi,<br />

fenomeno che si accentua sul target<br />

15-34 anni. L’on demand in futuro consentirà<br />

di prof<strong>il</strong>are l’audience e quindi<br />

si arriverà a sapere chi vede cosa, cioè<br />

quali sono i percorsi sul web delle persone<br />

che cliccano i contenuti on demand.<br />

La pubblicità di conseguenza sarà mirata.<br />

Questo non vuol dire che scomparirà la tv<br />

tradizionale, anche perché oggi abbiamo<br />

canali interessanti e prof<strong>il</strong>ati per <strong>il</strong> lusso,<br />

tanto che Louis Vuitton pianifica su pay<br />

tv e free dtt (digitale terrestre), così anche<br />

Rolex, mentre Fendi ha sponsorizzato<br />

Sky Like, che è un contenitore pubblicitario<br />

su Sky con un f<strong>il</strong>mato di due minuti”.<br />

“In futuro - riprende Bonori - avremo<br />

modelli ibridi, le tv tradizionali diventeranno<br />

semigeneraliste, con audience<br />

11 marzo 2013 pambianco magazine 79

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