Canopo - Biagio Cepollaro, poesia
Canopo - Biagio Cepollaro, poesia
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8.32 sul tetto, organizzandone l’aspetto amorfo, l’antenna taglierebbe<br />
il cielo come un esercizio di paul klee, destrutturando<br />
la volta e le sfumature di grigio che la percorrono nel<br />
giorno d’autunno, già in attesa della vita dopo la morte<br />
dell’inverno, con l’articolazione dei propri bracci, gli angoli<br />
retti, la verticale che la costituisce, ed a cui l’attenzione si<br />
annoda, e, se un piccione attraversasse il breve spazio tra<br />
due edifici, con la parabola negativa di un’unica planata, disegnando,<br />
nel volume dell’aria cittadina, la corda lassa di<br />
una relazione spaziale fra i cornicioni opposti, ne accoglierebbe<br />
il volo, e l’ultimo battito d’ali che permette<br />
all’animale, in bilico sul metallo, di mantenere l’equilibrio,<br />
calcolando intanto una rotta oltre il quartiere, la cui triangolazione,<br />
tra le cento direzioni che formano la città, si perde.<br />
1.15 in filigrana, nel paesaggio sonoro dello sfrigolio del tabacco<br />
che brucia, sulla punta della mia sigaretta, come una<br />
versione tascabile di una fascinazione arcaica per la consumazione<br />
del fuoco, e della materia che accelera nell’energia,<br />
e nella radiazione luminosa e calorica, percorro le ondulazioni<br />
del fumo e le frastagliature del mio momento di pausa,<br />
cercando di chiudere il nodo degli intrecci di pensieri, memoranda<br />
ed intenzioni che, come collezioni temporanee e-<br />
merse dalla mia vita, occupano, in una specie di ingombrante<br />
composizione in filo di ferro e plastilina, lo scaffale principale<br />
della mia attenzione, per liberarmene in un solo gesto e<br />
chiudere, lungo le curve di una bolla di pochi minuti, la mia<br />
identità in un interno di riposo e constatazione.<br />
6.2 nel pub<br />
affollato, siedono silenziosi di fronte alle loro due birre, costudendo,<br />
nell’intersezione più buia delle ombre che disegnano<br />
sul mondo, la cui superficie è ingombra di solidi indefiniti<br />
e di ciò che rimane di vita, morte e miracoli, il vaso ca-<br />
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