III Parte - UniversitÃ degli Studi della Tuscia

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FRUIZIONE DEL SITO, COMUNICAZIONE E DIVULGAZIONE: Realizzazione di un ecoalbergo GRADO INNOVAZIONE MODULARITA’ DI n.a. n.a. INDICATORI PER IL MONITORAGGIO Numero di ricercatori presenti ogni anno. Accesso ai finanziamenti nazionali ed internazionali per attività di ricerca. 93
ATTIVITA’ DI RICERCA: Realizzazione di un centro ittiogenico marino Codice intervento IA15 STRATEGIA DI GESTIONE TIPOLOGIA OBIETTIVO GENERALE OBIETTIVO SPECIFICO Interventi per la sostenibilità socio-economica Ricerca e Monitoraggio Incrementare la ricerca in materia di specie allevabili e tentare azioni di ripopolamento e monitoraggio in mare così come già avviene per le acque interne Produrre specie marine da reintrodurre lungo il litorale antistante la fascia costiera di Tarquinia INTERVENTO STRAORDINARIO X INTERVENTO DI GESTIONE ORDINARIA LOCALIZZAZIONE DESCRIZIONE NORME/REGOLE DI ATTUAZIONE SOGGETTO GESTORE DELL’INTERVENTO SOGGETTI CON CUI L’INTERVENTO DEVE ESSERE CONCORDATO IN FASE DI PROGETTAZIONE ESECUTIVA CORRELAZIONI ED INTEGRAZIONI CON ALTRI INTERVENTI E/O INIZIATIVE RISORSE UMANE IL centro verrà realizzato in uno degli stabili presenti nel recinto fiscale. Vedi mappa degli interventi allegata per una localizzazione Il progetto propone la promozione di uno stabulario pilota di individui selvatici finalizzato alla conservazione di uno stock costante ed in grado di rifornire il settore avannotteria. Le azioni da perseguire consistono nell’individuazione delle specie da reintrodurre, nella stabulazione del parco riproduttori e, in seguito, nella definizione della metodologia di ripopolamento più idonea, nel pieno rispetto del “profilo genetico” di ogni specie che si intende ripopolare. Le specie di interesse sono state rinvenute nella famiglia degli Sparidi (dentice, mormora, occhiata, pagello, pagro, sarago), piuttosto depauperate dall’eccessivo sfruttamento e nella cernia ed ombrina, quest’ultima autoctona della fascia costiera laziale ed in forte diminuzione. Le metodologie di produzione sono essenzialmente riconducibili a due sistemi: allevamento in “piccoli volumi” e allevamento in “grandi volumi”. L’impianto è strutturato per stabulare riproduttori di almeno 10 diverse specie e per allevare giovanili a differenti taglie (da meno di uno a 10 – 15 grammi), in quantità di circa 500.000 capi per ciclo produttivo. Se consideriamo la possibilità di effettuare 3 o 4 cicli, potremmo prudenzialmente calcolare una semina di almeno 1.500.000 capi per anno. Non è insensata l’idea di allevare giovanili fino a taglie inferiori al grammo così da incrementare la produzione ad oltre 3.000.000 di capi. n.a Comune di Tarquinia Agenzia del Demanio Università degli studi della Tuscia -DECOS Laboratorio di genetica Laboratorio di monitoraggio ambientale Laboratorio di educazione ambientale Sono previsti diversi ruoli soprattutto in fase di gestione con la presenza 94
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Terza parte Piano di Gestione Defin
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INDICE DEI CONTENUTI Terza parte --
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INDICE DELLE TABELLE Tabella 1: int
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Diverse alluvioni occorse nel sito
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Habitat: Vegetazione pioniera a Sal
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Habitat: Prateria e fruticeti alofi
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Habitat: Dune con prati dei Brachyp
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Habitat: Pascoli inondati mediterra
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Valenze faunistiche e sintesi delle
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Esigenze ecologiche: Rettili La buo
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Dal punto di vista gestionale gli u
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Obiettivi generali L’obiettivo ge
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zone fangose e sabbiose” (Cod. Na
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Potenziali obiettivi socio-economic
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Tale habitat copre la maggior parte
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Strategia di gestione dell’habita
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• realizzazione di nuove struttur
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• procrastinare e realizzare in a
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iserva; una soluzione simile, con l
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in sinergia con la presenza del sit
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Gli indirizzi scientifici sull’ar
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Interventi di gestione Il Piano di
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Piano di azione: tempistica e revis
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Categoria Intervento PRIORITA’ TE
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IA18 ATTIVITA’ SOCIO-ECONOMICHE E
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Bibliografia Alfinito S., Iberite M
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Martino, S., 2006, Analisi politico
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Allegato I: Carta della localizzazi
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Allegato III: carta degli habitat e
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Errata corrige La presente nota def
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