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III Parte - Università degli Studi della Tuscia

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Esigenze ecologiche: Uccelli<br />

Gli uccelli rappresentano una grande valenza conservazionistica per il SICp:<br />

all’interno del suo territorio sono state censite in passato oltre 50 specie di uccelli<br />

(dati del Corpo Forestale dello Stato, non pubblicati), mentre l’attuale censimento,<br />

effettuato dal Dipartimento DECOS (Lanzuisi e Tallone, 2006 , non pubblicato) negli<br />

inverni 2004/2005, 2005/2006 e 2006-2007 individua in alcuni periodi più favorevoli<br />

(autunno-inverno e primavera) circa 35 specie di uccelli acquatici presenti<br />

contemporaneamente e 62 specie di acquatici in totale. Il totale delle specie censite<br />

nel corso del ciclo annuale su transetti nell’area è di 159 (Biondi et al., 2005),<br />

includendo anche i Passeriformi.<br />

Dal censimento effettuato nell’intervallo dicembre 2004 – febbraio 2007 è possibile<br />

riscontrare una forte stagionalità delle presenze, tipiche delle zone umide<br />

mediterranee, uno scarso numero di specie nidificanti, inferiore anche agli anni<br />

precedenti, ma un’abbondante presenza di uccelli nel periodo ottobre-febbraio<br />

dell’anno 2006. Si tratta soprattutto di specie svernanti, in numero di oltre 2700 nei<br />

momenti di picco per l’inverno 2005-2006, calcolato come medie mensili, ben oltre<br />

1000 unità in più rispetto all’anno 2004/2005, e sui massimi registrati storicamente<br />

dai censimenti <strong>degli</strong> svernanti eseguiti negli ultimi trent’anni dell’INFS.<br />

Tali incrementi possono essere in parte attribuiti a cause di tipo generale, ma<br />

sicuramente anche alla situazione locale delle saline, e quindi alle attività di recupero<br />

dell’idrodinamismo delle vasche <strong>della</strong> zona nord <strong>della</strong> Salina, finanziate dal progetto<br />

Life. E’ del tutto evidente infatti che se la situazione locale non fosse stata favorevole<br />

non si sarebbero raggiunti i valori di diversità e di abbondanza effettivamente<br />

osservati, che come detto sono sui massimi storici per tale sito.<br />

Nei prossimi anni sarà possibile verificare se tali valori di presenze sono da<br />

considerarsi vicini alla capacità portante delle saline per gli svernanti, o se invece –<br />

come è auspicato, e parrebbe confortato da osservazioni non sistematiche del passato<br />

– con una gestione più efficace ed indirizzata a migliorare l’idrodinamismo e le<br />

condizioni generali dell’ecosistema delle saline e specificamente mirata a favorire<br />

l’avifauna, non possano essere anche superati.<br />

I dati dell’inverno 2006-2007 paiono anormalmente bassi (nell’ordine di un terzo<br />

<strong>degli</strong> svernanti dell’anno precedente), e non collegabili con le dinamiche locali delle<br />

saline che presenterebbero condizioni più favorevoli che negli anni precedenti. Molto<br />

probabimente la causa di questo calo in questo inverno è dovuta all’eccezionale<br />

ondata di temperature miti – per non dire calde – del tutto al di sopra delle medie<br />

stagionali che ha fatto in modo che gli uccelli svernassero molto più a nord che negli<br />

anni predecenti.<br />

In relazione agli ordini <strong>degli</strong> uccelli, in maggior numero è stato possibile riscontrare<br />

fenicotteri, spatole, Anseriformi, e limicoli per l’inverno 2005-2006, mentre nell’anno<br />

precedente si sono osservati in maggioranza limicoli. Molto ridotto quello <strong>degli</strong><br />

Anseriformi e quasi del tutto nullo quello <strong>degli</strong> altri ordini.<br />

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