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Analisi dello status e della distribuzione dei rapaci - Ispra

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osservata in display territoriale (parate o difesa del territorio); “nidificante<br />

eventuale” nel caso di osservazione di individui adulti isolati in aree potenzialmente<br />

idonee alla nidificazione. La stima <strong>della</strong> popolazione minima<br />

è data dalla somma delle coppie la cui nidificazione è risultata “certa” e<br />

“probabile”, per la stima <strong>della</strong> popolazione massima si sono aggiunte<br />

anche quelle coppie la cui nidificazione è risultata “eventuale”. Per tutte<br />

le coppie si è proceduto a raccogliere anche i dati sul successo riproduttivo.<br />

RISULTATI E DISCUSSIONE<br />

<strong>Analisi</strong> <strong>della</strong> <strong>distribuzione</strong><br />

Dalla carta di <strong>distribuzione</strong> (Fig. 42) scaturita dalle indagini svolte si evidenzia<br />

una presenza <strong>della</strong> specie dispersa in un’area molto vasta compresa<br />

tra i Monti <strong>della</strong> Tolfa, i Monti Vulsini e valloni tufacei del sistema<br />

del Fiume Treja. Un altro territorio stabilmente occupato ricade nell’area<br />

<strong>della</strong> Montagna <strong>della</strong> Duchessa. Sui Monti Lepini le indagini condotte non<br />

hanno confermato la presenza di una coppia che recentemente era stata<br />

rinvenuta e che nel periodo 2003–2005 si era riprodotta con successo<br />

(Corsetti & Fusacchia, 2004; Corsetti com. pers.). Successivamente alla<br />

presente indagine, nel 2010 e nel 2011, una coppia è stata nuovamente<br />

rinvenuta nidificante nel comprensorio lepino in un’area diversa da quella<br />

occupata in precedenza (Corsetti et al., 2012). Confrontando l’attuale <strong>distribuzione</strong><br />

con quella riportata nella prima indagine regionale (S.R.O.P.U.,<br />

1987) si evidenzia una contrazione di areale nella parte meridionale <strong>della</strong><br />

Regione, confermata anche dall’Atlante regionale (Boano et al., 1995). I<br />

fenomeni di scomparsa e ricomparsa <strong>della</strong> specie nel sud <strong>della</strong> Regione<br />

mostrano una difficoltà da parte del Lanario ad occupare stabilmente i<br />

massicci montuosi dell’Antiappennino meridionale, tale situazione trova<br />

ulteriori conferme anche nel mancato rinvenimento <strong>della</strong> specie nei rilievi<br />

montuosi del nord <strong>della</strong> Campania (Andreotti & Leonardi, 2007). Le elevate<br />

densità che il Falco pellegrino raggiunge in questi massicci potrebbero<br />

costituire un fattore limitante. L’area elettiva per la specie sarebbe<br />

quindi l’Alto Lazio, più rispondente alla tipologia ambientale tipica <strong>della</strong><br />

specie e contigua all’areale occupato nella Toscana meridionale. In quest’area,<br />

inoltre, è inferiore la competizione con il Falco pellegrino.<br />

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