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Analisi dello status e della distribuzione dei rapaci - Ispra

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CONSERVAZIONE<br />

Status nel Lazio<br />

Probabilmente la specie in ambito regionale non è mai stata molto comune;<br />

le notizie in letteratura sono molto scarse e non permettono di<br />

stabilire un trend nel lungo periodo.<br />

Le prime ricerche sistematiche su tutto il territorio regionale risalgono<br />

ai primi anni ’80 e riportano una popolazione di 10–15 coppie, probabilmente<br />

in diminuzione (S.R.O.P.U., 1987).<br />

Nuove indagini avviate nel 1987 hanno costatato l’abbandono di alcune<br />

aree e portato a stimare la popolazione in 4–6 coppie, confermando<br />

quindi un ulteriore declino (Bassi & Brunelli, 1995). Dal 2001 la popolazione<br />

di Lanario nel Lazio è stata costantemente monitorata e nuovi<br />

sopralluoghi sono stati svolti in aree potenzialmente idonee; a seguito<br />

di queste ricerche la popolazione nidificante è stata stimata in 5–7 coppie<br />

(Brunelli, 2004; Corsetti & Fusacchia, 2004; Brunelli et al., 2007;<br />

presente studio).<br />

Nella nuova Lista Rossa regionale, a causa <strong>della</strong> dimensione ridotta <strong>della</strong><br />

popolazione e <strong>della</strong> forte dispersione sul territorio, la specie èvalutata<br />

come “Minacciata” (Calvario et al., 2011).<br />

Fattori di minaccia<br />

A livello nazionale la perdita di habitat, la banalizzazione degli agroecosistemi,<br />

la perdita di siti riproduttivi in seguito ad azioni di disturbo antropico,<br />

diretto e indiretto, costituiscono i principali fattori limitanti per<br />

la specie.<br />

Altri fattori di rischio sono poi rappresentati dal saccheggio di nidi, dalla<br />

competizione con il Falco pellegrino per la scelta del sito riproduttivo;<br />

dal bracconaggio e dalla mortalità dovuta ad elettrocuzione (Andreotti<br />

& Leonardi, 2007). Per quanto concerne le popolazioni appenniniche,<br />

la forte dispersione sul territorio costituisce un importante fattore limitante<br />

(Andreotti et al., 2008). Da quanto emerso dalla presente indagine<br />

e da quelle svolte negli ultimi anni (cfr. Brunelli et al., 2007) anche<br />

nel Lazio questi fattori costituiscono le principali minacce per il futuro<br />

<strong>della</strong> specie nella regione.<br />

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