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Trentino_06 febbraio 2012 - Istituto Istruzione Superiore Don Milani

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6 LUNEDÌ 6 FEBBRAIO <strong>2012</strong><br />

ATTUALITÀ<br />

TRENTINO<br />

LO SCONTRO<br />

POLITICO<br />

di Gabriele Rizzardi<br />

ROMA. Sostegno, certo, e fino<br />

al 2013. Ma anche un ultimo<br />

avviso per Mario Monti,<br />

accusato di prestare troppa<br />

attenzione alle esigenze di<br />

una sola parte politica, il<br />

Pdl. Stufo di fare il “portatore<br />

d’acqua” di un governo<br />

che su Rai e giustizia procede<br />

come se a Palazzo Chigi<br />

ci fosse ancora Berlusconi,<br />

Bersani sbotta e fa capire<br />

che la pazienza del Pd si sta<br />

esaurendo. «Una serie di<br />

provvedimenti sono stati approvati<br />

con i meccanismi<br />

della vecchia maggioranza,<br />

anche contro le indicazioni<br />

del governo stesso (come è<br />

avvenuto per la responsabilità<br />

civile dei magistrati<br />

ndr). Questo è un problema.<br />

Siamo leali, sosteniamo<br />

il governo, ma — avverte il<br />

segretario del Partito Democratico<br />

— non ci lasciamo<br />

prendere in giro. Questo è<br />

il messaggio. Il governo si<br />

dia una regolata...». Il Professore,<br />

che sulla riforma<br />

del lavoro stenta a trovare<br />

un accordo con Confindustria<br />

e sindacati e minaccia<br />

di andare avanti da solo, è<br />

avvertito.<br />

Lo sfogo di Bersani prende<br />

corpo al termine di una<br />

mattinata che si apre con<br />

una lunga intervista a Libero<br />

nella quale Berlusconi<br />

conferma che non si ricandiderà.<br />

L’ex premier punta a<br />

cambiare la legge elettorale,<br />

magari «alzando la soglia<br />

di sbarramento». Ma<br />

Monti e Berlusconi al Carnevale di Viareggio<br />

Pd a Monti: «Niente prese in giro»<br />

Bersani conferma l’appoggio, ma cresce il disagio su Rai e Giustizia<br />

per farlo «serve tempo».<br />

Quindi il governo guidato<br />

da Mario Monti «deve durare<br />

fino alla fine della legislatura».<br />

Il Cavaliere, insomma,<br />

dice di essere pronto a<br />

un compromesso con il Pd<br />

non solo per cambiare il<br />

Porcellum ma anche per fare<br />

le riforme istituzionali.<br />

Un po’ troppo?<br />

Dall’ex premier, che in serata<br />

prova a frenare e spiega<br />

che con il giornalista di<br />

Libero c’è stato solo «un ragionamento<br />

sul filo del paradosso»,<br />

arrivano inattesi<br />

IL CASO<br />

Fischi e «buuu» per Formigoni sul palco<br />

MILANO. Doveva essere<br />

un’occasione per spiegare ai<br />

milanesi una delle eredità<br />

dell’Expo 2015, cioè la Darsena<br />

recuperata e il percorso<br />

delle Vie d’Acqua. Ma la contestazione<br />

a Roberto Formigoni<br />

(nella foto) all’inizio dello<br />

spettacolo gratuito di ieri<br />

al Teatro Dal Verme ha fatto<br />

andare tutto in secondo piano<br />

e infiammare le polemiche.<br />

Non appena la regista Andree<br />

Ruth Shammah è salita<br />

sul palco per presentare Formigoni<br />

(facendo fermare le<br />

ballerine che, come acqua,<br />

stavano scendendo dalle gradinate)<br />

è partita una salva di<br />

Berlusconi apre ai democratici<br />

sulla riforma elettorale e lancia<br />

di nuovo Alfano. «Stop» della Lega<br />

e generosi attestati di stima<br />

nei confronti di Monti: «E’<br />

molto bravo e non sto scoprendo<br />

adesso le sue qualità.<br />

Il governo deve continuare<br />

ad operare». Un via libera<br />

senza scadenza di mandato<br />

che è accompagnato<br />

anche dall’ennesima benedizione<br />

per l’operosissimo Angelino<br />

Alfano («E’ un giovane<br />

bravissimo») che presto<br />

prenderà il suo posto. Un<br />

pubblico riconoscimento<br />

per l’ex Guardasigilli che finisce<br />

per rendere ancora<br />

più nervosi gli ex alleati della<br />

Lega. Bossi commincia a<br />

fischi e «buu», continuata<br />

per tutto l’intervento, con un<br />

picco quando ha parlato dell’ex<br />

sindaco di Milano Letizia<br />

Moratti. Uniche variazioni:<br />

le grida «Vai a casa» e<br />

«Buffone» e gli applausi<br />

quando Formigoni ha citato<br />

«l’opera intelligente» dell’attuale<br />

sindaco Giuliano Pisapia.<br />

Insomma clima da elezioni<br />

e da popolo arancione,<br />

quello che proprio al Dal Verme<br />

in campagna elettorale è<br />

venuto più volte alle manifestazioni<br />

per Pisapia. Non antagonisti<br />

o frequentatori dei<br />

centri sociali all’apparenza,<br />

né militanti di partito, gente<br />

senza striscioni e bandiere,<br />

tutte persone che hanno partecipato<br />

all’incontro dove bisognava<br />

prenotare i biglietti<br />

gratuiti. Invitati, secondo alcuni<br />

esponenti del centrodestra.<br />

«Maleducati»,<br />

secondo<br />

Andree<br />

Ruth<br />

Shammah,<br />

regista dello<br />

spettacolo.<br />

Formigoni<br />

non si è scosso<br />

più di tanto.<br />

Ha continuato<br />

il suo<br />

intervento, tranquillizzando<br />

anche Pisapia con un: «Non<br />

preoccuparti, Giuliano!».<br />

prendere in seria considerazione<br />

la possibilità di fare a<br />

meno di Berlusconi («Se si<br />

ritirerà, noi siamo pronti<br />

ad allenarci per andare da<br />

soli...») e Calderoli attacca<br />

Alfano: «Pensate cosa succede<br />

al Pdl se candidano un siciliano<br />

a casa nostra... Lo<br />

mandano a scopare il mare...».<br />

Pdl e Pd riusciranno a riformare<br />

la legge elettorale?<br />

L’Italia dei Valori mette in<br />

guardia da un’intesa a due<br />

e dice no a un «accordo truffa»<br />

mentre il Terzo Polo,<br />

con il segretario dell’Udc,<br />

Lrenzo Cesa, apprezza: «Finalmente<br />

Berlusconi segue<br />

i nostri consigli». Ignazio<br />

La Russa annuncia che da<br />

martedì prossimo sulla legge<br />

elettorale il Pdl avvierà<br />

un «giro di consultazioni»<br />

con gli altri partiti mentre<br />

Fabrizio Cicchitto assicura<br />

che il destino del governo<br />

non è nelle mani del Partito<br />

Democratico: «Bersani parla<br />

come se avesse vinto le<br />

elezioni e se questo governo<br />

fosse di sua proprietà.<br />

RIPRODUZIONE RISERVATA<br />

Secondo Bonanni (Cisl) non si deve abolire ma qualche cambiamento è possibile<br />

«Art.18, serve manutenzione»<br />

Irremovibili Cgil e Pd. Anche la Lega contro le modifiche<br />

Arturo Parisi, fra i primi ad avanzare dubbi sulla gestione Lusi<br />

ROMA. Prima le riunioni<br />

dei tecnici dei sindacati da<br />

un lato e degli imprenditori<br />

dall’altro. Poi mercoledì un<br />

confronto tra i rappresentanti<br />

dei lavoratori e quelle del<br />

mondo dell’impresa. Quindi<br />

giovedì il tavolo con il governo,<br />

che a sua volta potrebbe<br />

essere preceduto da una riunione<br />

dei tre segretari confederali<br />

di Cgil, Cisl e Uil. È un<br />

calendario ricco, una vera e<br />

propria girandola d’incontri,<br />

quello che caratterizza la settimana<br />

che si apre sul fronte<br />

della riforma del mercato del<br />

lavoro, con il sindacato che<br />

se da un lato si dimostra compatto<br />

sul no alle modifiche all’articolo<br />

18, dall’altro, con il<br />

segretario Cisl Bonanni ipotizza<br />

«una robusta manutenzione,<br />

ma non l’abolizione»<br />

della norma. La fitta agenda<br />

fotografa come il confronto<br />

tra governo e parti sociali diventi<br />

più intenso, entrando<br />

nei temi specifici: dalla necessità<br />

di ridurre le formule<br />

contrattuali a quella di definire<br />

meccanismi di aggiornamento,<br />

dall’ipotesi di nuove<br />

forme di sostegno al tema<br />

della flessibilità in entrate e<br />

in uscita. Sui contratti di inserimento<br />

e sull’apprendistato<br />

si è più vicini ad una intesa.<br />

Tutti concordi anche sull’importanza<br />

della formazione.<br />

«Abbiamo sottovalutato<br />

gli istituti tecnici», ha detto<br />

il direttore generale di Confindustria,<br />

Giampaolo Galli<br />

intervenendo a Domenica In<br />

sostenendo che in alcuni casi<br />

«le imprese cercano lavoratori<br />

e non li trovano». Tanto<br />

che è proprio la formazione<br />

«la strada principale per entrare<br />

nel mercato del lavoro».<br />

Ma è sull’articolo 18, diventato<br />

oramai tema politico,<br />

che le schermaglie pre-tavolo<br />

sono più accese. Il governo<br />

- prima Monti e poi il ministro<br />

Fornero - ha fatto intendere<br />

che la questione è<br />

sul tappeto. Per il sindacato<br />

Raffaele Bonanni, a destra, con una scettica Susanna Camusso<br />

il suo mantenimento è una<br />

pregiudiziale. Chi pone la<br />

questione - ha detto più volte<br />

il segretario della Cgil Susanna<br />

Camusso - non vuole il<br />

confronto. Anche le altre sigle<br />

fanno muro. Il documento<br />

unitario firmato da Cgil,<br />

Cisl e Uil blinda il sindacato<br />

su questo punto. Ma non c’è<br />

Il caso Lusi inguaia Rutelli nell’Api<br />

E oggi i garanti del Pd potrebbero espellere l’ex tesoriere della Margherita<br />

ROMA. Mentre tra gli ex<br />

della Margherita divampa la<br />

polemica sui fondi del partito,<br />

dopo l’espulsione dal<br />

gruppo parlamentare al Senato<br />

per Luigi Lusi, oggi è l’ora<br />

del «giudizio» del Pd. Il caso<br />

dell’ex tesoriere della Margherita,<br />

accusato di aver sottratto<br />

13 milioni di euro dalle<br />

casse del partito, è all’ordine<br />

del giorno della riunione<br />

della commissione di garanzia<br />

dei Democratici, convocata<br />

per il pomeriggio. In base<br />

allo statuto del Pd, la commissione<br />

presieduta da Luigi<br />

Berlinguer non ha soltanto<br />

competenze disciplinari sugli<br />

iscritti, ma anche in materia<br />

economica; nel senso che<br />

i soldi che Lusi avrebbe preso<br />

sarebbero indirettamente<br />

del Partito democratico. E<br />

sulla vicenda dell’ex tesoriere<br />

Dl sono puntati soprattutto<br />

gli occhi di chi militava<br />

nel partito il cui ultimo segretario<br />

è stato Francesco Rutelli,<br />

oggi leader dell’Api. Ed è<br />

proprio su Rutelli, il quale a<br />

sua volta ha «scaricato» Lusi,<br />

che si concentrano gli attacchi<br />

degli ex Dl, ma anche<br />

il «fuoco amico»: come quello<br />

di Linda Lanzillotta, secondo<br />

cui la vicenda Lusi «apre<br />

nell’Api una questione politica<br />

che va affrontata quanto<br />

prima». Durissimo è Arturo<br />

Parisi, che ricorda il suo<br />

«braccio di ferro» con Lusi ai<br />

tempi della Margherita. Parisi<br />

spiega che proprio perché<br />

Lusi «gestiva i soldi solo per<br />

Rutelli», egli aveva proposto<br />

da presidente dell’Assemblea<br />

federale «un comitato di<br />

tesoreria che difendesse le<br />

minoranze». «Ma mai e poi<br />

mai avrei pensato che si finisse<br />

a guardie e ladri», sostiene<br />

l’ex ministro della Difesa<br />

che invoca la restituzione<br />

delle somme che mancano.<br />

Una posizione condivisa<br />

da un altro prodiano, Franco<br />

Monaco, il quale testimonia<br />

le critiche «sin dal primo<br />

giorno» di Parisi all’ «opacità<br />

dei bilanci della Margherita<br />

affidati alla gestione Lusi».<br />

Su chi ha gestito i soldi della<br />

solo il sindacato a dire no alle<br />

modiche dell’articolo 18.<br />

Sul punto l’ex ministro del lavoro,<br />

Cesare Damiano (Pd) è<br />

netto: «inaccettabili atti unilaterali<br />

del governo».<br />

Dal Pdl a tenere la corda tesa<br />

sul tema del lavoro è il<br />

presidente dei senatori Maurizio<br />

Gasparri che nei giorni<br />

scorsi ha chiesto «norme<br />

tempestive e incisive per superare<br />

le rigidità e favorire<br />

la creazione di lavoro». E oggi<br />

ribatte a Bersani che «sul<br />

lavoro giustamente si sentono<br />

le parti sociali, in primis i<br />

sindacati». Ma se il Pd ammonisce<br />

il governo, la Lega si<br />

differenzia ancora una volta<br />

dal Pdl, favorevole da parte<br />

sua a una revisione dell’articolo<br />

18. Sul punto infatti è<br />

pronta una mozione, primo<br />

firmatario Roberto Calderoli,<br />

che chiede il mantenimento<br />

di tutte le tutele previste<br />

nel dispositivo.<br />

Margherita dopo la confluenza<br />

nel Pd attacca anche Rino<br />

Piscitello, ex Dl ora approdato<br />

nell’Mpa.<br />

«In molti - sostiene - si sono<br />

avvantaggiati del modo<br />

del tutto personale in cui venivano<br />

gestiti i soldi della<br />

Margherita dopo che aveva<br />

cessato di esistere».<br />

E, mentre l’Idv con Leoluca<br />

Orlando ricorda di aver<br />

presentato un disegno di legge<br />

«per regolamentare una<br />

volta per tutte i rimborsi elettorali<br />

e la gestione finanziaria<br />

dei partiti», la posizione<br />

di Rutelli scricchiola anche<br />

nell’Api. Disagio viene<br />

espresso da Linda Lanzillotta,<br />

secondo cui la vicenda Lusi<br />

«apre nell’Api una questione<br />

politica che va affrontata<br />

quanto prima».

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