Tutti gli appuntamenti più importanti - Campo de'fiori
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12<br />
<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
Roma che se n’è andata:<br />
Visita alle sette Chiese, il pelle<br />
Un certo numero di<br />
religiosi, all’ora<br />
della passeggiata<br />
pomeridiana, avevano<br />
cominciato a<br />
ritrovarsi sul sagrato<br />
della chiesa di<br />
San Girolamo della<br />
Carità in via<br />
Monserrato a<br />
di Riccardo Consoli<br />
pochi passi da<br />
Piazza Farnese; questo incontro quotidiano<br />
non passò inosservato ai romani che<br />
non tardarono a individuare quei religiosi<br />
come “ … <strong>gli</strong> amici di Padre Filippo Neri, il<br />
fiorentino … “.<br />
Secondo tradizione questa chiesa, sorta<br />
sulla casa dove era vissuto San Girolamo,<br />
fu tenuta dai Minori Osservanti fino al<br />
1534 quando si trasferirono sull’Isola<br />
Tiberina e fu da allora che Clemente VII,<br />
Giulio de’ Medici, 1523 - 1534 la concesse<br />
ad una Confraternita di nobili fiorentini<br />
all’insegna della carità titolo attribuito, da<br />
qui in avanti, alla medesima chiesa; nel<br />
Convento posto accanto abitò per oltre<br />
trent’anni Filippo Neri e la camera dove<br />
e<strong>gli</strong> visse così a lungo ospitò frequenti<br />
incontri e colloqui di ben quattro Santi<br />
Filippo Neri, Firenze 1515 - Roma 1595,<br />
fondatore della Congregazione de<strong>gli</strong><br />
Oratoriani, Carlo Borromeo, Ignazio da<br />
Lodola e Felice da Cantalice.<br />
Correva il 25 febbraio dell’anno 1552, giorno<br />
di giovedì grasso, quando Padre<br />
Filippo, per la prima volta, oppose ai<br />
festeggiamenti del Carnevale romano la<br />
meditazione della Passione e la devozione<br />
nei confronti dei luoghi più sacri di Roma,<br />
nasceva così il Pellegrinaggio alle sette<br />
Chiese.<br />
Tutto era cominciato nel maggio dell’anno<br />
precedente allorquando Padre Filippo Neri,<br />
novello sacerdote, aveva preso dimora nel<br />
luogo innanzi descritto e, nella chiesa di<br />
San Girolamo della Carità, s’intrattenevano<br />
con lui diverse persone, non solo religiosi,<br />
che poi uscivano per una passeggiata;<br />
a volte, superato Ponte Sant’Angelo, si<br />
dirigevano verso San Pietro per una visita<br />
alla tomba dell’Apostolo, oppure si dirigevano<br />
verso l’Esquilino alla volta di Santa<br />
Maria Maggiore, la domenica poi, Padre<br />
Filippo attendeva i suoi fi<strong>gli</strong>oli sul sagrato<br />
della chiesa per una scampagnata, il cammino,<br />
in questo caso, diventava più lungo<br />
e le mete erano diverse: San Paolo, le<br />
Catacombe di San Sebastiano, San<br />
Giovanni in Laterano, Santa Croce in<br />
Gerusalemme.<br />
Padre Filippo e i suoi amici amavano definire<br />
queste passeggiate “visite” come se si<br />
andasse a far visita alla casa di un amico,<br />
con la differenza che le case visitate erano<br />
luoghi cari alla memoria cristiana, è con<br />
questa spontaneità che nasceva la Visita<br />
alle sette Chiese, il pellegrinaggio più<br />
famoso di Roma.<br />
A onor del vero alcuni studiosi dell’epoca<br />
sostenevano che il Padre Filippo Neri non<br />
avrebbe inventato nulla di nuovo essendosi<br />
limitato piuttosto a riesumare quella che<br />
era stata una antichissima tradizione;<br />
ovviamente non è dato sapere quali siano<br />
state le origini di questa secolare tradizione<br />
tipicamente romana, tuttavia un primo<br />
limite è costituito dalla data di fondazione<br />
delle sette basiliche oltre il quale, non possibile<br />
risalire.<br />
Ma vediamo di conoscere me<strong>gli</strong>o le sette<br />
basiliche meta di questo pellegrinaggio,<br />
cinque di esse: San Pietro, San Paolo, San<br />
Giovanni, Santa Croce e San Lorenzo,<br />
furono erette per iniziativa di Costantino,<br />
Santa Maria Maggiore risale alla prima<br />
metà del V secolo e il culto di San<br />
Sebastiano risale alla prima metà del II<br />
secolo, sarebbe quindi errato pensare ad<br />
una tradizione antecedente a queste date.<br />
Tuttavia è possibile che, prima del Santo<br />
fiorentino, gruppi di fedeli abbiano compiuto<br />
quell’itinerario allo scopo di acquisire<br />
indulgenze, comunque Padre Filippo non<br />
poteva di certo contare su una tradizione<br />
consolidata e la sua vera innovazione fu<br />
quella di costituire una visita collettiva,<br />
una occasione di aggregazione spirituale e<br />
di rinnovamento proprio in un periodo<br />
durante il quale il Carnevale di Roma, di<br />
cui ho trattato in altra sede, sembrava<br />
volesse respingere il pensiero della penitenza<br />
e della stessa vita cristiana.<br />
La tradizione che più da vicino ci interessa<br />
e quella della c.d.stationes allorquando<br />
venne introdotta la consuetudine in base<br />
alla quale il Pontefice non diceva Messa<br />
sempre nel medesimo luogo, ma presso<br />
una chiesa di particolare prestigio dove<br />
celebrava l’Eucarestia; nasceva in tal<br />
modo una particolare tradizione di processioni<br />
che attraversavano la città sino a raggiungere<br />
il luogo prescelto, si costituirono<br />
così le c.d. “chiese principali” a partire<br />
dalla basilica costantiniana per eccellenza<br />
ossia San Giovanni e, a seguire, le già citate<br />
San Pietro, San Paolo, Santa Croce e<br />
San Lorenzo.<br />
Alcuni testi del seicento, trattando delle<br />
sette chiese, mettono in evidenza la circostanza<br />
che, ogni tratta dell’itinerario, costituirebbe<br />
una sorta di anticipazione della<br />
Via Crucis così individuata: dal Cenacolo al<br />
Getsemani, dall’orto alla casa di Anna, da<br />
questa alla casa di Caifa, da li a quella di<br />
Pilato, a quella di Erode, di nuovo da<br />
Erode a Pilato e, infine, dal palazzo di<br />
Pilato al Calvario.<br />
Il Pellegrinaggio alle sette Basiliche, iniziato<br />
da Padre Filippo Neri, ebbe un tale successo<br />
che, in pochi anni, con il crescere<br />
della popolarità di quel sacerdote, arrivò a<br />
coinvolgere centinaia di persone fino a<br />
raggiungere, sotto il pontificato di Pio IV,<br />
Giovan Angelo de’ Medici, 1560 - 1565, il<br />
numero di seimila partecipanti; senza<br />
volere, quasi senza accorgersene, Padre<br />
Filippo aveva coinvolto tutta Roma.<br />
Il percorso, lungo sedici mi<strong>gli</strong>a, fu originariamente<br />
affrontato in due giorni con partenza,<br />
il mercoledì sera da San Girolamo<br />
della Carità da dove, attraversato ponte<br />
Sant’Angelo, si faceva visita a<strong>gli</strong> ammalati<br />
dell’ospedale Santo Spirito, quindi il corteo<br />
si racco<strong>gli</strong>eva presso la basilica di San<br />
Pietro; il mattino seguente l’appuntamento<br />
era fissato presso la basilica di San<br />
Paolo da dove, percorsa via della Sette<br />
Chiese, si giungeva a San Sebastiano, qui<br />
si per partecipare alla Santa Messa a cui<br />
faceva seguito l’omelia di Padre Filippo o<br />
di altri sacerdoti, quindi, una refezione.<br />
Il lungo cammino era continuamente rallegrato<br />
da melodie e preghiere che spezzavano,<br />
in un festoso clima di giubilo, le lunghe<br />
pause di contemplazione e di silenzio,<br />
famoso il “ … canto delle vanità … “ la cui<br />
composizione è attribuita a tale Giovanni<br />
Animuccia, uno dei compagni di Padre<br />
Filippo Neri; il canto così ammoniva “ …<br />
vanità di vanità / ogni cosa è vanità / tutto<br />
il mondo è ciò che ha/ ogni cosa è vanità<br />
… “ L’apostolo di Roma, come venne<br />
chiamato Filippo Neri, aveva concepito una<br />
celebrazione spirituale piuttosto moderna<br />
e perfettamente in linea con lo spirito del<br />
tempo, da un lato una forte accentuazione<br />
dell’aspetto penitenziale e di riflessione<br />
sulla fragilità dell’uomo, dall’altro lato la<br />
fede vissuta nel suo aspetto gioioso e<br />
festivo, anche con la collaborazione delle<br />
arti e, questa mescolanza tipicamente<br />
romana fra il sacro e il profano, consentiva<br />
a Padre Filippo di chiamare la visita alle<br />
sette chiese il “ … Carnevale cristiano … “<br />
Una refezione si diceva, orbene con il passare<br />
de<strong>gli</strong> anni il luogo prescelto divenne<br />
Villa Celimontana di proprietà dei Mattei,