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<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
25<br />
Il compito della filosofia nel nostro tempo<br />
del Prof.<br />
Massimo Marsicola<br />
Ciò che è necessario<br />
dire, prima di<br />
iniziare qualsiasi<br />
ragionamento<br />
sulla filosofia contemporanea,<br />
è che<br />
non tutto ciò che<br />
ne<strong>gli</strong> ultimi anni è<br />
passato per filosofia<br />
lo era veramente.<br />
Anzi, la maggior<br />
parte delle<br />
idee che sono<br />
transitate per il libri e tra le persone, erano<br />
delle semplici opinioni (doxa).<br />
E da sempre, occorre ribadirlo, la filosofia<br />
non coincide affatto con l’opinione che una<br />
persona può avere su questo o quel tema,<br />
su questo o quell’aspetto della vita. Al<br />
massimo è episteme.<br />
Edmund Husserl scrisse la fenomenologia<br />
trascendentale sulla base di una preoccupante<br />
riflessione riguardo alla crisi delle<br />
scienze europee. Crisi dovuta ad una esasperata<br />
separazione tra l’oggettività empirica<br />
e la trascendentalità soggettiva; tra la<br />
necessità della divaricazione disciplinare e<br />
la specializzazione settoriale interna a ciascuna<br />
disciplina;tra l’approfondimento che<br />
allontana dall’origine e l’ineluttabile, progressiva<br />
perdita di ogni visione unitaria del<br />
sapere. Insomma, alla necessità di avere<br />
una visione del mondo si contrappone una<br />
frammentazione del sapere che esprime<br />
dall’interno l’incapacità della scienza di<br />
comunicarla.<br />
Husserl, per rimediare, propone, come è<br />
noto, il metodo dell’epochè, che qualcuno<br />
traduce con “messa tra parentesi; sospensione<br />
del giudizio”. In realtà, l’epochè husserliana<br />
vuole essere un metodo che consente<br />
di ripartire da zero, facendo a meno<br />
delle conoscenze fin qui acquisite, per<br />
essere guidati unicamente dalle essenze.<br />
La uniche possono garantire insieme la<br />
validità del rapporto soggetto conoscitoreoggetto<br />
conosciuto e l’universalità oggettiva<br />
della conoscenza.<br />
Ma per far questo occorre ripartire su basi<br />
nuove. Occorre salvare i principi cardini<br />
della filosofia che sono riscontrabili nell’ambito<br />
dello sviluppo del pensiero filosofico<br />
e rigettare le non filosofie, facilmente<br />
riconoscibili per il fatto che non erano<br />
orientate verso l’essere, verso il fondamento,<br />
verso il Principio.<br />
Ripartire su basi nuove significa scrivere<br />
una nuova pagina di antropologia che dica<br />
finalmente in maniera univoca ma valida<br />
per tutti, chi è l’uomo.<br />
Dopo di questi preliminari passi sarà possibile<br />
scrivere la filosofia come scienza<br />
rigorosa che, per quanto mi riguarda,<br />
coincide con la metafisica della storia, già<br />
da me annunciata ed alla quale lavoro da<br />
qualche tempo.<br />
Sebbene ciascuno ha il diritto-dovere di<br />
avere una propria filosofia e confermare<br />
ad essa il proprio stile di vita (filosofia personale),<br />
questa, assai raramente coincide<br />
con la filosofia.<br />
La filosofia personale infatti può essere<br />
sba<strong>gli</strong>ata e può condurre fuori strada<br />
quando non è orientata dalla vera sapienza,<br />
verso la vera sapienza. Troppo usato<br />
ed abusato, dunque, il termine “filosofia”<br />
in questo nostro tempo.<br />
Usato ed abusato specialmente da chi non<br />
conosce , né intende affrontare<br />
la fatica di conoscere, questa<br />
disciplina. La filosofia come<br />
scienza rigorosa, muovendosi<br />
nel solco della metafisica tradizionale,<br />
prima della Critica della<br />
ragion pura di Kant, è disciplina<br />
volta a portare alla luce ciò che<br />
altrimenti è nascosta. E’ aletheia:<br />
manifestazione della verità<br />
stessa come non nascondimento.<br />
Suo compito non è quello di formulare<br />
o di abbracciare opinioni,<br />
ma di combattere le opinioni<br />
perché si affermi la verità così<br />
com’è. Accompagna il grande<br />
tema dell’essere, tema che<br />
Heidegger, ha avuto il merito di<br />
riproporre a partire dalla constatazione<br />
del suo oblio.<br />
L’essere è rimasto nell’oblio<br />
perché al suo posto è stato<br />
innalzato l’ente (la realtà del<br />
mondo fisico), quale utilizzabile<br />
dalla scienza e dalla tecnica,<br />
dominio del nostro tempo. E poiché l’essere<br />
coincide con il Principio e il<br />
Fondamento, è tutt’uno con Dio. All’oblio<br />
dell’essere corrisponde così l’oblio di Dio; il<br />
“silenzio di Dio”.<br />
L’affermazione del nichilismo a partire dal<br />
relativismo, espressione della reificazione<br />
della parte sul tutto. Alla luce di quanto<br />
abbiamo detto fin qui, possiamo concludere<br />
che la verità non può essere messa a<br />
tacere, imbava<strong>gli</strong>ata o negata.<br />
Essa grida prima nell’intimo delle coscienze,<br />
poi nelle piazze e sopra i tetti per proclamare<br />
che tra i rinnovati compiti della<br />
filosofia ci sono quello di smascherare le<br />
non filosofie e, poiché il filosofo risponde<br />
alla chiamata della verità, non può non<br />
rispondere accompagnando lo sforzo dello<br />
Spirito di verità che si manifesta in ogni<br />
tempo a conforto e a supporto dell’uomo.<br />
Accanto a quello di continuare a presentare<br />
lo svelamento dell’essere, rimane dunque<br />
il compito di accompagnare la teologia<br />
nella costante e sempre nuova epifania del<br />
Signore, vero fulcro della significatività<br />
dell’esistenza umana.<br />
Edmund Husserl