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Cardiologia negli Ospedali n° 132 Marzo/Aprile 2003 - Anmco

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FORUM<br />

È GIUSTO PROPORRE LA CREAZIONE DI UNA NUOVA<br />

AREA/GRUPPO DI STUDIO ANMCO DI CARDIOLOGIA GERIATRICA?<br />

di Francesco Boncompagni<br />

Sabino Scardi da persona attenta e lungimirante del mondo cardiologico, ha sollevato recentemente nelle pagine<br />

di questo giornale un problema non nuovo, ma di crescente interesse: la complessa gestione del cardiopatico anziano.<br />

Dopo aver ben esposto le nutrite problematiche connesse all’argomento, e citando anche recenti studi, ci chiede<br />

se non sia ormai giunto il momento di proporre in ambito associativo la creazione di una nuova specifica Area<br />

ANMCO: quella geriatrica (o almeno un Gruppo di Studio).<br />

L’obiettivo dovrebbe essere quello di affrontare in modo costruttivo e competente tutte le problematiche connesse<br />

con 1’anziano cardiopatico.<br />

Premetto che le pagine di “<strong>Cardiologia</strong> <strong>negli</strong> <strong>Ospedali</strong>”, nella rubrica “Forum”, saranno ben liete di ospitare commenti<br />

e proposte, dibattiti ed annotazioni sul nascente interesse qui giustamente manifestato.<br />

Non vi è dubbio che l’anziano ammalato<br />

rappresenti un soggetto con specificità<br />

fisiopatologiche e cliniche così<br />

complesse da richiedere spesso approcci<br />

diagnostico-terapeutici differenti.<br />

Tutti sanno quanto è difficile per noi, di<br />

fronte ad un cittadino anziano, attenersi<br />

alle indicazioni fomite dalle linee guida<br />

internazionali nei differenti contesti<br />

clinici e diagnostici. Spesso, infatti, l’età<br />

anagrafica non rappresenta tutto, essa<br />

non sempre adeguatamente rispecchia<br />

quella che è l’eta biologica. Ma questo<br />

potremmo anche considerarlo un<br />

aspetto del tutto marginale. La verità è<br />

che la variabilità clinica in questi soggetti<br />

è ampia e spesso nascosta.<br />

Vi è nel nostro quotidiano vissuto del tanto citato “real world”, un’ampia mutevolezza di condotte cliniche, di scelte<br />

e di differenti approcci. Sembrerebbe insomma che ogni anziano rappresenti di per sé per il medico un piccolo<br />

mondo.<br />

Chi è l`anziano cardiopatico dunque?<br />

Semplifichiamo: l’unità di una popolazione piuttosto disomogenea, ma che richiede assistenza continua, multisciplinare,<br />

attenta, diversificata e globale.<br />

Analizzando i più recenti dati epidemiologici nazionali (Scardi ha citato quelli internazionali) presentati nel febbraio<br />

<strong>2003</strong> in occasione del PT EXPO di Verona, emerge che il numero degli ultraottantenni (“i grandi vecchi”)<br />

nei prossimi 40 anni crescerà in Italia passando dagli attuali 1.6 milioni, fino a 4.6 milioni.<br />

Da qui l’esigenza di programmare un’assistenza socio-sanitaria adeguata e non solo al crescente numero assoluto,<br />

ma soprattutto a quanti tra questi si ritroveranno non solo cardiopatici, ma anche disabili e non autosufficienti<br />

(incidenza prevista del 65%).<br />

È evidente che l’approccio assistenziale dovrà essere multidisciplinare e dovrà coinvolgere inevitabilmente più fi-<br />

MARZO/APRILE <strong>2003</strong> - N. <strong>132</strong><br />

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