Luigi Togn - MEDIASTUDIO Giornalismo & Comunicazione
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10<br />
il il fatto<br />
FORUM<br />
102008<br />
E’ ritornata la “magnad<br />
■ La Guardia di Finanza scopre un modo davv<br />
pubblica. Indispensabile un forte sussulto di<br />
avvero incredibile quan-<br />
è stato scoperto<br />
Dto<br />
dall’indagine condotta dalla<br />
Guardia di Finanza coordinata<br />
dal procuratore generale Dragone<br />
e dal sostituto Profiti, che<br />
ha visto coinvolte decine di<br />
persone, esponenti del mondo<br />
dell’industria, della politica e<br />
tanti dirigenti pubblici, tanto<br />
che qualcuno si è spinto a dichiarare<br />
come la “magnadora”<br />
di ben nota memoria non sia<br />
mai terminata da quando fu<br />
scoperta un paio di anni fa.<br />
Nell’inchiesta che ha portato in<br />
galera cinque persone, tra cui<br />
l’imprenditore edile Collini, e<br />
inquisite a piede libero altre 15,<br />
tra cui un “ras” della politica<br />
trentina come Silvano Grisenti,<br />
emerge uno spaccato della<br />
politica e della società trentina<br />
assai poco qualificante, dove il<br />
malaffare e la disinvoltura nella<br />
gestione degli appalti pare<br />
fosse cosa quotidiana.<br />
Un malvezzo che in<br />
Provincia ha antiche<br />
origini<br />
Gira e rigira, è dal 1997 che la<br />
magistratura scava sul comportamento<br />
disinvolto di molti<br />
politici provinciali e di qualche<br />
pubblico funzionario. Undici<br />
anni fa, l’allora procuratore capo<br />
Francantonio Granero scriveva,<br />
a conclusione della sua inchiesta<br />
sulla gestione amministrativa<br />
di alcuni comuni, come la Provincia<br />
autonoma non vigilasse<br />
su centinaia di abusi di potere e<br />
di violazioni di legge «commessi<br />
- scriveva nella richiesta di rinvio<br />
a giudizio - dai pubblici amministratori<br />
e funzionari coinvolti a<br />
vario titolo negli eventi e da loro<br />
tenacemente proclamate come<br />
compiute nell’interesse della<br />
comunità e per far funzionare<br />
la “macchina”». «Il pubblico<br />
ministero - scriveva Granero nel<br />
suo atto d’accusa - nonostante<br />
la quasi trentennale esperienza<br />
giudiziaria dell’estensore di<br />
questo atto, avverte un notevole<br />
sconcerto di fronte all’illegalità<br />
diffusa emersa dall’indagine preliminare».<br />
L’inchiesta indusse il<br />
procuratore «a riflessioni amare<br />
sulla capacità d’espellere, con<br />
strumenti apparentemente legali,<br />
coloro che non sono omologhi<br />
e, pertanto, sul futuro della<br />
democrazia».<br />
Passano gli anni, ma molte persone<br />
di allora, pur cambiando<br />
ruolo e talvolta partito, hanno<br />
fatto carriera politica. Oggi<br />
come allora, identiche sono le<br />
accuse: turbativa d’asta, corruzione,<br />
truffa, abuso d’ufficio e<br />
persino tentata concussione. Si<br />
parla pure di comportamento in<br />
stile mafioso da parte di alcuni<br />
indagati.<br />
Ma cosa ne pensano<br />
protagonisti<br />
della politica trentina?<br />
Adelino Amistadi, consigliere<br />
provinciale Margherita-UPT<br />
molto vicino a Grisenti commenta<br />
questi fatti come “una<br />
vicenda molto triste, del tutto<br />
inaspettata, soprattutto ad un<br />
mese dalle elezioni che saranno<br />
sicuramente influenzate.<br />
Qualcosa<br />
c’era<br />
nell’aria,<br />
visto che<br />
giravano voci<br />
su<br />
presunti<br />
m a -<br />
laffari.<br />
Ma una<br />
cosa di<br />
questa<br />
portata<br />
no. Chi<br />
sbaglia<br />
paga e<br />
sarà la magistratura<br />
trentina ad<br />
accertare fino<br />
in fondo le<br />
responsabilità<br />
personali senza<br />
sconti per alcuno”.<br />
Sempre tra le file della Margherita-Upt,<br />
altra voce, questa volta<br />
di un ex sindacalista come<br />
Nicola Ferrante che ha preso<br />
il treno della politica<br />
candidandosi<br />
per le elezioni<br />
pro-