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Primo Piano<br />
L’altra faccia<br />
Cigno<br />
del<br />
Verdi che “ruba” l’orto<br />
alla moglie; che dribbla<br />
sghignazzando i vend<strong>it</strong>ori di<br />
giornali; e nell’intim<strong>it</strong>à si<br />
fa chiamare “Pasticcio”<br />
Viaggio curioso nella v<strong>it</strong>a<br />
(meno nota) del Maestro<br />
L’orgoglio<br />
Conservatorio: una<br />
batosta e una rivinc<strong>it</strong>a<br />
DI ILARIA GANDOLFI<br />
Non è nulla di nuovo: dietro<br />
a ogni grande uomo c’è una<br />
grande donna. O, c<strong>it</strong>ando una<br />
calzante battuta dell’attrice comica<br />
Carla Signorini «Dietro ogni<br />
grande uomo c’è una donna che<br />
alza gli occhi al cielo». La grande<br />
donna di cui parliamo descrive<br />
così - canzonatoria e affettuosa<br />
- il suo grande uomo: «Comperò<br />
Le donne<br />
Quello strano<br />
“incidente da giardino”<br />
Nel maggio del 1843 Verdi,<br />
in c<strong>it</strong>tà per il Nabucco, scrisse<br />
ad un amico una strana lettera in<br />
cui faceva notare che da Parma<br />
stavano per mandare alla “Gazzetta”<br />
di Milano un articoletto in<br />
cui si raccontava di un’avventura<br />
accaduta a lui nel giardino ducale,<br />
di cui proprio non gradiva si<br />
parlasse. Chiudeva la lettera la<br />
richiesta, se possibile, di bloccare<br />
il pezzo...che effettivamente non<br />
fu mai pubblicato. In quel periodo<br />
anche Giuseppina Strepponi (nel<br />
riquadro) era a Parma, impegnata<br />
nel ruolo di Abigaille...<br />
il latifondo […] ed io che avevo<br />
già mobil<strong>it</strong>ata una casa in Milano<br />
ed un’altra a Parigi, dovetti organizzare<br />
un pied-à-terre nei nuovi<br />
possedimenti dell’illustre professore<br />
[…]. Si cominciò con infin<strong>it</strong>o<br />
nostro piacere a piantare un<br />
giardino, che in principio fu detto<br />
il giardino della Peppina. Poi si allargò<br />
e fu chiamato il suo giardino.<br />
E ti posso dire che in questo<br />
suo giardino vi czareggia or tanto<br />
che io son ridotta a pochi palmi<br />
di terreno, sui quali egli non ha<br />
per condizioni stabil<strong>it</strong>e il dir<strong>it</strong>to di<br />
ficcare il naso. Non potrei affermare<br />
in coscienza ch’egli rispetti<br />
sempre queste condizioni, ma<br />
ho trovato mezzo di richiamarlo<br />
all’ordine minacciando di piantar<br />
cavoli invece di fiori».<br />
Dispute scherzose tra innamorati<br />
poi confidate alle amiche, scene<br />
senza tempo: senonché la grande<br />
donna che parla è Giuseppina<br />
Strepponi e il corrispondente<br />
grande uomo niente meno che<br />
Giuseppe Verdi. Leggere le lettere<br />
della seconda moglie del<br />
Cigno di Busseto (e non solo:<br />
Verdi scrisse infatti tonnellate di<br />
missive e di quasi tutte<br />
tenne copia; Il testo che<br />
ne colleziona l’epistolario<br />
è “Giuseppe Verdi:<br />
autobiografia dalle lettere”<br />
a cura di Aldo Oberdorfer)<br />
può essere un ottimo modo di<br />
festeggiare il Maestro nel mese<br />
in cui tutta Parma e tutta Italia si<br />
preparano a farlo, con una nuova<br />
edizione del Festival. Ne emerge<br />
un’immagine vivissima e inaspettata,<br />
un r<strong>it</strong>ratto a tutto tondo di<br />
cui la musica – e il m<strong>it</strong>o - è solo<br />
un tassello, e neanche il più importante.<br />
Scrive ancora “Peppina”<br />
al suo “professore” (in altre<br />
lettere affettuosamente chiamato<br />
anche “Mago” o “Pasticcio”): «Ti<br />
giuro [...] che io molte volte sono<br />
quasi sorpresa che tu sappia la<br />
musica! Per quanto quest’arte<br />
sia divina ed il tuo genio degno<br />
dell’arte che professi, pure il talismano<br />
che mi affascina e che io<br />
adoro in te è il tuo carattere [...]<br />
la tua indulgenza per gli errori<br />
degli altri, mentre sei tanto severo<br />
a te stesso. La tua car<strong>it</strong>à piena<br />
di timore e mistero – la<br />
tua altera indipendenza<br />
e la tua semplic<strong>it</strong>à da<br />
fanciullo, qual<strong>it</strong>à proprie<br />
di quella tua natura<br />
che seppe conservare<br />
Il 22 giugno 1832 Giuseppe<br />
Verdi sostenne senza successo<br />
gli esami di ammissione al<br />
Conservatorio di Milano (nella<br />
foto). Il Maestro conserverà tutta<br />
la v<strong>it</strong>a il fascicolo riguardante<br />
la sua richiesta di ammissione,<br />
legato con una fascetta, sulla<br />
quale aveva scr<strong>it</strong>to di suo pugno<br />
«fu respinta!». Nel 1900 gli<br />
venne chiesto di poter int<strong>it</strong>olare<br />
a suo nome il Conservatorio milanese;<br />
Verdi espresse un cortese<br />
rifiuto, commentando: «Non<br />
mi hanno voluto da giovane, non<br />
mi avranno da vecchio».<br />
[8] settembre 2009 IL MESE MAGAZINE