pianura P.1-50.pdf - Camera di Commercio di Ferrara
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Classe ed alle Saline <strong>di</strong> Cervia.<br />
Una interessante e lodevole operazione,<br />
anticipatrice dei concetti<br />
<strong>di</strong> patrimonio identitario (anche<br />
se un poco confuso) e <strong>di</strong> unicità<br />
dei valori territoriali che oggi presi<strong>di</strong>ano<br />
la nostra attività <strong>di</strong> paesisti<br />
e <strong>di</strong> pianificatori che, però,<br />
non è stata accompagnata da una<br />
adeguata evoluzione dei progetti<br />
<strong>di</strong> legge per la costituzione del<br />
Parco. Evoluzione che desse<br />
ragione <strong>di</strong> un mutamento <strong>di</strong> rotta<br />
dalla “conservazione della natura”<br />
alla affermazione <strong>di</strong> un bisogno<br />
<strong>di</strong> “tutela dei caratteri identitari”,<br />
come noto molto più complessa<br />
da governare proprio per la<br />
sua intrinseca necessità <strong>di</strong> regolare<br />
il cambiamento facendo<br />
se<strong>di</strong>mentare comportamenti virtuosi<br />
nella collettività locale.<br />
La legge regionale che ne scaturì<br />
– dopo evidenti lunghi conflitti <strong>di</strong><br />
interesse – fu un timido topolino<br />
che non regolò neppure la fase<br />
iniziale del Parco (ricordate le<br />
deroghe su tutto previste per la<br />
fase transitoria) pur istituendo<br />
“da subito e per tutto” l’area protetta,<br />
rinviando alla legge generale<br />
(la 11/1988) contenuti e regole<br />
della pianificazione e gestione<br />
del Parco. Contenuti e regole<br />
pensati ed adatti per territori fortemente<br />
naturali, poco antropizzati,<br />
poco conflittuali, poco<br />
governati da altri strumenti. I parchi<br />
<strong>di</strong> montagna, per intenderci,<br />
oppure piccole entità <strong>di</strong> riserva<br />
naturale regionale.<br />
Dopo <strong>di</strong> allora la Regione ha<br />
affrontato in ben due occasioni la<br />
mo<strong>di</strong>fica della legislazione nel<br />
settore Aree Protette: con la LR<br />
40/1992 prima – un aggiustamento<br />
“tecnico” della 11/1988 e<br />
collegate – e con la 6/2005<br />
dopo, apportando con quest’ultima<br />
profonde revisioni soprattutto<br />
al campo <strong>di</strong> azione settoriale,<br />
introducendo le nuove tipologie<br />
<strong>di</strong> protezione (reti ecologiche,<br />
corridoi, core-areas, eccetera)<br />
ma, anche, sconfinando abbondantemente<br />
nel campo <strong>di</strong> azione<br />
della pianificazione territoriale<br />
generale, in particolare con la<br />
in<strong>di</strong>viduazione della nuova tipologia<br />
<strong>di</strong> “paesaggi naturali e semi-<br />
naturali protetti” che si fonda<br />
soprattutto sui valori storicodocumentali<br />
ed identitari dei territori.<br />
Lodevole intenzione <strong>di</strong> capire la<br />
complessità della situazione –<br />
come evidenziato poche righe più<br />
sopra – vanificata però con l’applicazione<br />
della stessa logica<br />
gestionale “impropria” sperimentata<br />
nel Parco del Delta, ovvero<br />
in<strong>di</strong>viduando un ulteriore soggetto<br />
gestore ancora una volta altro e<br />
aggiuntivo rispetto ai “costituzionali”<br />
soggetti gestori del territorio:<br />
Comuni, per primi, e<br />
Province come supporto sulle<br />
questioni d’area vasta.<br />
La nuova legge regionale non ha<br />
neppure saputo (meglio, voluto)<br />
aggiustare i contenuti <strong>di</strong> regolazione<br />
assegnati ai Piani dei parchi,<br />
mantenendo uno schema<br />
tipico della pianificazione territoriale<br />
e urbanistica (tavole <strong>di</strong><br />
zonizzazione e norme <strong>di</strong> attuazione)<br />
per <strong>di</strong> più sempre bloccato<br />
nella dantesca (quin<strong>di</strong> un poco<br />
me<strong>di</strong>evale) logica a gironi concentrici,<br />
con la zonizzazione via<br />
via degradante dalle aree più<br />
interne e più protette fino alle<br />
estreme propaggini del limbo<br />
delle “zone contigue”, né parco<br />
né altro ma terreno <strong>di</strong> ulteriore<br />
mitigazione degli effetti (ma perché<br />
debbono essere sempre<br />
“negativi”) della pianificazione<br />
generale comunale.<br />
Non voglio <strong>di</strong>scutere – nel breve<br />
spazio <strong>di</strong> questa nota – <strong>di</strong> questioni<br />
progettuali ma solo far<br />
notare come, anche in questa<br />
occasione, si sia fatto finta <strong>di</strong><br />
nulla rispetto al Parco del Delta,<br />
continuando nella logica <strong>di</strong> omologazione<br />
a tutte le altre aree protette<br />
regionali.<br />
Ma, mi chiedo e vi chiedo: che<br />
senso ha irrigi<strong>di</strong>rsi sulla unitarie-<br />
laPianura<br />
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