Scarica il NUMERO 1 â Dicembre 2010-Marzo ... - Banca Don Rizzo
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OBLÒ LETTERARIO • DON RIZZO<br />
<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
«Tempo fa, quando <strong>il</strong> popolo se ne stava a lavorare nelle officine e nei campi e, terminata la giornata, si ritirava calmo e<br />
tranqu<strong>il</strong>lo nel focolare domestico, o, la domenica, nel tempio a pregare e a ringraziare <strong>il</strong> Signore dei benefici accordatigli<br />
lungo la settimana; quando la sua fede non era gravemente minacciata dai settarii che per insane utopie voglion tutto<br />
dissolvere, voglion persino dal cuore della famiglia schiantare ogni larva di religione; quando ognuno nell’angusta cerchia<br />
della sua casa, del suo v<strong>il</strong>laggio trovava tutto ciò che gli bisognava e non cercava di più, allora la sua azione fuori del tempio<br />
e della famiglia non occorreva, e ben poteva sfarsene rincantucciato tra i suoi, ovvero sepolto in un santuario a pregare.<br />
Ma ora i tempi son mutati.<br />
Le grandi scoperte della scienza, le nuove speculazioni dell’ingegno limano, i nuovi bisogni della società e lo aspirazioni del<br />
popolo che vuole anch’esso prender parte alla vita pubblica; d’altro canto la guerra multiforme, spietata e pertinace che gli<br />
empi muovono per demolire l’edificio cristiano, impongono ai cattolici <strong>il</strong> dovere di uscire dall’inerzia e di difendere la propria<br />
fede, di difendere la gloriosa bandiera che sventolò a Pontida, a Legnano, a Lepanto.<br />
Muoviamoci adunque.<br />
In passato per una lunga pace, si radicò nell’animo dei credenti la malefica convinzione che religioso fosse sinonimo di<br />
inerte, che per essere un buon cattolico bisognasse rinchiudersi a casa, attenersi strettamente al passato, guardar con<br />
sospetto e diffidenza tutto ciò che sapesse di novità, invecchiare insomma quando ancor si fosse giovani e baldi, pieni di<br />
fuoco e d’energia.<br />
Tale convinzione ci rese timidi e paurosi, restammo inerti e fummo sopraffatti dai nostri nemici, i quali sfruttando a loro<br />
vantaggio i nuovi bisogni e le nuove aspirazioni, se ne servirono quale arma potente contro la Chiesa (…)».<br />
(<strong>Don</strong> Giuseppe <strong>Rizzo</strong>, Muoviamoci, in «Circolo <strong>Don</strong> Bosco. Alcamo», Anno I, numero unico, 15 Settembre 1901, p. 1)<br />
«(…) Fummo sopraffatti quando ci destammo alla cruda realtà, trovammo gli avversari ben organizzati e noi eravamo<br />
dispersi, ci trovammo avvinti da una fitta rete di stampe e di associazioni ost<strong>il</strong>i, sentimmo ripetere che noi non esistevamo<br />
più e che non saremmo mai più risorti; fummo coperti di ridicolo, scacciati da pertutto, ci spaventammo e perfino avemmo<br />
vergogna d’accostarci agli altari per paura che ci dessero del codino, del retrogrado, del nemico della patria.<br />
Ma in quei momenti terrib<strong>il</strong>i sim<strong>il</strong>i a quelli d’un uomo che, perduta ogni fiducia nelle, proprie forze, dubita di se stesso,<br />
sentimmo una voce calma e solenne che ci chiamava a raccolta. Quella voce partiva dalla storica e gloriosa rocca che<br />
per molti secoli ha trionfato del furore dei suoi nemici, che s’erge maestosa come un faro di giustizia, piantato nel cuore<br />
dell’umanità: Il Vaticano.<br />
Molti generosi ascoltarono quella voce augusta che era <strong>il</strong> grido doloroso della religione e della patria, entrambe oppresse e<br />
minacciate, e d’allora in poi s’iniziò quel grande movimento cattolico—sociale che continuamente cresce e si propaga da<br />
per tutto con una rapidità veramente vertiginosa (…)».<br />
(<strong>Don</strong> Giuseppe <strong>Rizzo</strong>, Muoviamoci, in «Circolo <strong>Don</strong> Bosco. Alcamo», Anno I, numero unico, 15 Settembre 1901, p. 1)<br />
«(…) Muoviamoci! Muoviamoci!<br />
Ma, mio Dio, che cosa dobbiamo fare per muoverci<br />
Dobbiamo lanciar bombe nei parlamenti e nelle assemblee Dobbiamo incitar le masse alla ribellione<br />
Oh no, non siamo noi i barbari che usano di tali mezzi infami ed antipatriottici.<br />
Noi, dentro i cancelli della legge e dei principii e sentimenti cattolici, svolgeremo la nostra azione in difesa del popolo, nella<br />
pubblica e privata moralità, della religione e della patria.<br />
Lo ripeto, non è più <strong>il</strong> tempo dell’ignavia. Le congregazioni non bastano più per i bisogni dei tempi, ci vuoi altro.<br />
Ci vuole organizzazione seria ed attiva; non basta tenersi contro i settarii in sulle difese - così ci ammonisce S. S. Leone XIII<br />
- ma bisogna coraggiosamente uscire in campo ed affrontarli. Il che voi, d<strong>il</strong>etti figli, farete, opponendo stampa a stampa,<br />
scuola a scuola, associazione ad associazione, congresso a congresso, azione ad azione (…)».<br />
(<strong>Don</strong> Giuseppe <strong>Rizzo</strong>, Muoviamoci, in «Circolo <strong>Don</strong> Bosco. Alcamo», Anno I, numero unico, 15 Settembre 1901, p. 1)<br />
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<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>