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savona
LIGURIA
U
CULTURA E SOCIETÀ ·
LEISURE
&
EVENTS
33
NUMERO 33 APRILE A
|
MAGGIO 2013
5,00
2013
ITALIA
USA
Renzo Piano
Beppe Gambetta
Fabio Luisi
Cristoforo Colombo
Grillo come Obama
Itineraries Camogli
La San Francisco
dei liguri
Blue Media S.r.l. Gruppo Sagep Editori S.r.l. - Anno V - Numero 33 - aprile|maggio 2013 - bimestrale - I 5,00 - AUT 7,00 - E 6,00 - RC 340,00 NT$ - D 8,50
Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, - NO /GENOVA – n. 33 anno 2013
The Rediscovery of America
Riscoprire l’America
Storie e personaggi tra Stati Uniti e Liguria, terre unite da legami
secolari e dal 2013 Anno della Cultura italiana negli States
Stories and characters, caught between the U.S. and Liguria in 2013,
the Year of Italian Culture in Usa

Silvia Neonato
dear reader
cari lettori
Il sogno americano
The American Dream
Molti vi giunsero con Colombo nel 1492 e poi risalirono
verso il Nord del grande continente. Nell’800, negli Stati
Uniti, i liguri fondarono giornali e aprirono attività
commerciali notevoli. E dire che, nel 1857, Melville trovava Genova,
letteralmente, «l’accampamento di Satana».
Questo numero di Blue preparato per portare la Liguria negli States
- in occasione dell’anno della cultura italiana oltreoceano – è colmo
di scoperte e riscoperte. Colombo, l’ammiraglio del mare Oceano,
è più amato e celebrato nelle Americhe che da noi. Fabio Luisi è il
Principal Director del Metropolitan di New York, secondo italiano
dopo Arturo Toscanini. Genovese, Luisi in maggio tornerà nella sua
città per dirigere Verdi e Wagner. Renzo Piano negli Usa è una star.
Storie, cronache e aneddotti ci legano. Veniva da Rapallo il maestro
cioccolataio Domenico Ghirardelli, il cui marchio ancora esiste.
Maria Rosa Segale di Cicagna nel 1850 divenne la coraggiosa
missionaria sister Blandina che curò Billy the Kid. Il Teatro Stabile
di Genova, che 62 anni fa allestiva Zoo di vetro di Tennessee
Williams, in questi giorni mette in scena I ragazzi irresistibili di Neil
Simon. Le cucine americane degli anni ’50 hanno ispirato Schiffini
e ora l’azienda spezzina è ambasciatrice dell’italian design
industriale nel mondo e anche negli States.
E i blue jeans diventati un mito planetario proprio in America In
fondo si possono ammirare in anteprima al Museo Diocesano di
Genova dove sono in mostra 14 teli del ‘500 in lino tinto di blu con
l’indaco su cui è dipinta la passione di Cristo.
Frank Sinatra, la cui mamma era emigrata in America da Lumarzo,
entroterra genovese, non ha fatto in tempo a condividere la
passione dei turisti americani per le 5 Terre, ma amava molto il
pesto, la cucina ligure e Portofino dove, per altro, nel secondo dopo
guerra venivano in vacanza Truman Capote, Humphrey Bogart,
John Wayne, Liz Taylor, Ernest Hemigway, Allen Ginsberg e tanti
altri. Oggi Michael Douglas sbarca ancora a Rapallo in cerca della
nostra gastronomia.
Leggete questo numero e magari decidete di andare in autunno a
Miami per visitare “Rebirth of Rome”, la mostra dedicata al culto
della romanità in Italia negli anni Venti della Wolfsonian di Micky
Wolfson. Un americano che ci ama.
Many arrived with Columbus in 1492, and then went north, to
the great continent. In the 1800s, in the United States, Ligurians
founded newspapers and opened notable commercial
activities. And to think, that in 1857, Melville felt that Genoa was literally,
“the fortified camp of Satan”.
In this issue, we at Blue are taking our readers from Liguria to the
States. The occasion is The Year of Italian Culture in America, and the
voyage is full of discoveries and rediscoveries. Columbus, Admiral of
the Ocean Seas, is more famous in the Americas than here in his
birthplace. Another Genoese, Fabio Luisi is the Principal Director of the
Metropolitan Opera House of New York, the second Italian to be given
this prestigious post, after Arturo Toscanini. Luisi will return home in
May to direct Verdi and Wagner. Our own native born Genoese
architect, Renzo Piano, in the United States is a star who picks up prizes
for his buildings at the White House in Washington.
Stories, chronicles, and anecdotes bind us together. Maestro chocolatemaker,
Domenico Ghirardelli left Rapallo to found one of America’s most
famous brands, still proudly consumed today. Maria Rosa Segale, born in
Cicagna in 1850, upon moving to America became the courageous
missionary Sister Blandina, who healed one of the companions of Billy
the Kid. Theatre Teatro Stabile of Genoa performed Tennessee Williams’
“The Glass Menagerie” 62 years ago, and now is preparing Neil Simon’s
“The Sunshine Boys”. American kitchens of the fifties inspired Schiffini,
but now the kitchen maker from La Spezia, as ambassador of Italian
industrial design in the world, fills the kitchens of skyscrapers in the States.
And those blue jeans that became an American legend across the
planet Well, you can admire the original “genes” material dating to
the 1500s here in the Diocesan Museum of Genoa – 14 canvas made of
linen, tinted blue using indigo, on which have been painted The Passion
of Christ.
Frank Sinatra’s mamma came from Lumarzo, in the lands behind Genoa.
He was here before the new fad that brings swarms of America tourists
to the Cinque Terre. He came here for pesto, Ligurian cuisine, and
Portofino where, after the Second World War, Truman Capote,
Humphrey Bogart, John Wayne, Liz Taylor, Ernest Hemigway, Allen
Ginsberg and so many others also came on vacation. Today Michel
Douglas docks in Rapallo seeking our gastronomy.
1

Identità sessuali
a GENOVA, Palazzo Ducale
dal 18 al 21 aprile 2013
incontri, libri, mostre, musica, teatro, cinema e gastronomia
Marzio BARBAGLI
, Sandro BELLASSAI, Lorenzo
BENADUSI, Benedetto
CARUCCI VITERBI, Mireille CORBIER, Sabine
FRÜHSTÜCK, Germaine
GREER, Luce IRIGARAY
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Erica
JONG, Renato MANNHEIMER, Dacia MARAINI
, Michela
MARZANO, Adriano
PROSPERI, Francesco
REMOTTI, Marco
REVELLI, Donald SASSOON ASSOON, Lucetta SCARAFFIA
Alain TOURAINE, Gabriella
TURNAT TURI, Amanda VICKERY Y,
Gabriella
ZARRI
www.lastoriainpiazza.it

Anna Castellano
let’s talk
parliamone
Scoprire nuove strade
Discovering New Roads
Nell’operetta morale in cui Leopardi descrive il dialogo
notturno tra Cristoforo Colombo e Gutierrez, sulla
caravella ancora in cerca di un Nuovo Mondo,
l’ammiraglio genovese ammette di stare tentando una impresa -
che potrebbe costare la vita a lui e ai suoi compagni - sulla base
di una “semplice opinione speculativa”. La scoperta scientifica
parte da una scommessa teorica, per quanto suffragata da
ricerche, prove, esperimenti. Ricordo che quando mi occupavo
in Comune della Promozione della città di Genova, su
suggerimento della storica Gabriella Airaldi, che firma anche su
questo numero di Blue, mettemmo questo tema e le parole di
Leopardi alla base di una delle annuali “celebrazioni colombiane”.
Ecco una delle interpretazioni della personalità di Colombo, e
della vocazione di Genova e della Liguria: l’apertura, il coraggio,
il genio che sostiene la capacità di scoprire il nuovo.
Vale per la scienza, ma un po’ per tutte le attività umane: la
produzione, l’artigianato, la cucina, la cultura dell’accoglienza.
Blue dedica questo numero all’anno della cultura italiana negli
USA e “sbarca” a New York e negli altri luoghi che ospiteranno
iniziative liguri proponendo questa immagine.
Viviamo ancora drammaticamente le conseguenze di una crisi
economica epocale. In questa piccola regione stiamo reagendo
cercando strade nuove. Dall’incontro tra scienza, tecnologia e
industria, alla tutela ambientale, alla riscoperta di valori storici
e artistici, allo sviluppo dei traffici marittimi.
L’America ci piace e ci interessa perché è decisiva per
l’innovazione, per un “fare” capace di visione. Lo sapevano i tanti
liguri che hanno creato banche e imprese negli Usa, e quelli che
condividevano ideali democratici e rivoluzionari tra Mazzini,
Garibaldi e Abramo Lincoln. Non è un caso che nel 1797 gli Stati
Uniti aprissero proprio a Genova uno dei loro primi consolati in
Europa.
Il viaggio, la scoperta, l’amicizia reciproca continuano.
In the little work on morals (“Operette morali”) in which Leopardi
describes a night dialogue between Christopher Columbus and
Gutierrez, on their Caravel, still in search of the New World, the
Genoese admiral admits that he is carrying out an undertaking – which
may cost him his life, along with that of his companions – on the basis of
a “simple speculative opinion”. Scientific discovery starts from a theoretical
bet, no matter how much it is corroborated by research, trials, and
experiments. I remember when City Hall put me in charge of Promotion
for the City of Genoa, upon the suggestion of renown historian, Gabriella
Airaldi (who you will also find in this issue of Blue), we put this theme
and the words of Leopardi at the base of one of the annual “Columbian
Celebrations”.
And I wish to give you, dear reader, using Leopardi’s dialogue, an
interpretation of Columbus’ character, which reflects the vocation of
Genoa and Liguria: openness, courage, and a genius which sustains the
ability to discover the new.
This is also true for science, and even more so for all human activities,
such as production, craftsmanship, cuisine, the culture of hospitality.
Blue therefore dedicates this issue to the Year of Italian Culture in
America. And it will be “disembarking” in New York and in other places
which will be hosting Ligurian initiatives that propose this image.
We are living through the dramatic consequences of an epic economic
crisis. In our little region we are reacting by seeking new roads. From
encounters between science, technology, and industry, to the protection
of the environment, the rediscovery of historic and artistic values, and
the development of maritime traffic.
We like America, and it interests us because Americans have a “can do”
attitude – they are decisive when dealing with innovation. So many
Ligurians have seen this, as they created banks and companies in the
United States. And so many of us have shared American democratic
and revolutionary ideals, like those of Mazzini, Garibaldi, and…
Abraham Lincoln. It was not a fluke that made the United States open
one of its first consulates in Europe right here, in 1797, in Genoa.
The voyage, the discovery, and the reciprocal friendship continues.
3

Camera di Commercio di Genova
Via Garibaldi, 4 - 16124 Genova
Tel. 01027041 - Fax 0102704300
www.ge.camcom.it
camera.genova@ge.camcom.it

33
11
contents
sommario
OPINIONI Obama come Grillo
The Lesson Learnt from Obama
Carlo Rognoni 11
25
17
19
1 Cari lettori Dear reader di Silvia Neonato
3 Parliamone Let’s Talk di Anna Castellano
9 La rollata The Drum Roll di Stefano Rolli
13 Anima Soul di Gian Piero Alloisio
112 Il riccio Sea Urchin di Sergio Di Paolo
My favourite place
17 Petrini e le spiagge di Ponente
Petrini the Beaches of the Western Riviera
Matteo Macor
Inventori Inventors
19 Fratus, il cercatore di alberi
Fratus Tree-seeker
Lucia Compagnino
Liguri a stelle e strisce
Ligurian Stars and Stripes
26 Colombo, primo Ammiraglio del Mar Oceano
The First Admiral of the Ocean Seas
Gabriella Airaldi
30 Piano, il Brunelleschi americano
He American Brunelleschi
Renzo Raffaelli
34 Gambetta, folksinger on the road
Folksinger on the road
38 Luisi, signore del Metropolitan
Maestro at the Met
Lorenzo Tosa
42 Schiffini, ambasciatore dell’italian design
The Ambassador of Italian Design
Photos
22 Stanley Kubrick fotografo

MEDIA srl
APRILE/MAGGIO 2013 NUMERO 33
Direttore responsabile Editor
Silvia Neonato
Redattore Capo Editor in chief
Renzo Raffaelli
Caposervizio - Photo Editor
Matteo Macor
Responsabile web ed eventi Events Editor
Lorenzo Tosa
Redazione Editorial committee
Carlotta Cirone, Lucia Compagnino,
Sergio Di Paolo, Alberto Leiss, Paola
Sambolino, Pietro Tarallo, Antonella Viale
Palazzo Ducale, piazza Matteotti 9
16123 Genova, tel. 010 8601551
www.blueliguria.it
redazione@blueliguria.it
Hanno collaborato Contributors
Gian Piero Alloisio, Gabriella Airaldi,
Massimo Bacigalupo, Federico Buffoni,
Luciano Caprile, Anna Costantini, Ornella
D’Alessio, Sara Di Paolo, Matteo Fochessati,
Gianni Franzone, Simona Griggio,
Laura Guglielmi, Giulia Mietta, Margherita
Pongiglione, Carlo Rognoni, Maria
Romanengo, Stefano Rolli, Silvana Zanovello
Traduzioni Translations
Sheila Oppezzi, Genova
Direttore Editoriale Editorial Director
Anna Castellano
Comitato scientifico del progetto “Blue”
Scientific committee
Adriana Albini, Enrique Balbontin, Alessandro
Cavalli, Beppe Costa, Nando Dalla Chiesa,
Carlo Freccero, Lisa Galantini, Alberto Girani,
Eugenio Magnani, Lauro Magnani, Francesca
Pasini, Ennio Poleggi, Carlo Rognoni,
Gianna Schelotto, Maria Teresa Verda Scajola,
Micky Wolfson
Fotografie Photos
Archivio Galata Museo del Mare, Archivio
Sagep, Archivio Fondazione regionale per lo
spettacolo, Archivio Wolfoniana, Fondazione
Ansaldo, Matteo Macor, Merlofotografia,
Museo Luzzati, Slow Food, Studio Piano,
Pietro Tarallo, Teatro Carlo Felice, Tigulliana,
Francesco Tomasinelli, Luca Zennaro
Grafica e impaginazione Graphic design
Visgrafica, Genova - Sabrina Servi
Matteo Macor
Editore Publisher
MEDIA srl
Gruppo
via Ippolito d’Aste 3/12, 16121 Genova
info@sagep.it - www.sagep.it
Commerciale Advertising
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tel. 010 8601551, info@blueliguria.it
Stampa
Printing
Grafiche G7
Sas, Busalla
Cover Story
Riscoprire l’America
The Rediscovery of America
48
48 Liguri pionieri del Nuovo Mondo
Ligurians, pioneers in the New World
Gabriella Airaldi
55 Alle radici della modernità
The Roots of Modernism
Anna Costantini
56 Migranti tra Ellis Island e la Lanterna
Immigrants: from Genoa to Ellis Island
Giulia Mietta
58 Rex, il mito in mostra
The Legend of the Rex on Show
Lorenzo Tosa
62 Intellettuali in Riviera
American Intellectuals in Riviera
Massimo Bacigalupo
65 Calvino al Greenwich Village
Calvino in Greenwich Village
Laura Guglielmi
68 That’s Amore
Federico Buffoni
70 Goldoni vs. Miller
Goldoni versus Miller
Silvana Zanovello
73 L’arte di legare Genova agli States
Art Ties Genoa to the States
Luciano Caprile
75 Jeans per Gesù e Giuda
Jeans for Jesus and Judas
Lucia Compagnino
76 Pesto al mortaio È Trendy
Pesto in a Mortar It’s trendy!
Sara Di Paolo
In copertina: Rielaborazione grafica di uno dei quadri "americani" più celebri
del Maestro Flavio Costantini (Sagep Editori-Museo Luzzati)
Re-elaborated graphics of one of the most famous “American” paintings by Flavio Costantini

Tutte le edicole dove trovare Blue e le istruzioni per abbonarsi sono on line su www.blueliguria.it
106
83
90
News
81 Non solo Cinque Terre
Not Just the Cinque Terre
83 E Vernazza rinasce più verde
And a Greener Vernazza Is Reborn
Ornella D’Alessio
86 IIT: retine biocompatibili e piante-robot
Biocompatible Retinas and Plant-Robots
Alberto Leiss
90 La voce dei delfini
The Voice of the Dolphins
Giulia Mietta
People
94 Matteo Levaggi, quel debutto a New York
Levaggi, that Debut in New York
96 Sergio Badino, se Topolino parla genovese
A Genoese Mickey Mouse
Carlotta Cirone
98 Claudio Bozzo, tutti i numeri di un manager
The Figure (and Figures) of a Manager
Matteo Macor
Itinerari Itineraries
100 A San Francisco liguri grand gourmet
Ligurian Grand Gourmets in San Francisco
Pietro Tarallo
106 Pedalando tra mare e boschi
Pedaling between the Sea and the Woods
Antonella Viale
109 Camogli, bella e buona
Camogli, as Good as Gold
Silvia Neonato
Ricetta Recipe
111 Palamita con ratatouille di verdure
Palamita (bonito)
with Vegetable Ratatouille
Coming Soon
Blue on App Store
and Android
info on www.blueliguria.it
blue
2013
ITALIA
USA

Stefano Rolli
the drum roll
la rollata
9

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lue
Pubblichiamo un estratto dal libro La guerra di mio padre
per gentile concessione dell’autore
We are offering our readers an extract from the book,
My Father’s War, La guerra di mio padre with the kind
permission of the author.
opinions
opinioni
Obama come Grillo, il web li unisce
The Lesson Learnt from Obama
Politica e media: dalla televisione alla rete. Beppe Grillo come
Barack Obama Non esageriamo, non si possono mettere sullo
stesso piano uno degli uomini più potenti e stimati del mondo
al governo di un grande paese e l’ex comico genovese che non
ha perso il vizio e il gusto per la battuta, per la provocazione,
per l’irrealtà fino a tradurla nello spettacolo dell’utopia.
Eppure sia il successo del presidente americano sia
l’incredibile risultato elettorale del comico fondatore
del Movimento 5 Stelle, hanno qualcosa in
comune: segnano un passaggio epocale per chi fa
politica.
Studiando i flussi della comunicazione in rete, alcuni
studiosi sono arrivati alla conclusione che
Beppe Grillo ha raccolto la protesta, la rabbia ma
ha anche lanciato proposte che si trasformano in
una visione del mondo. E quel che conta è che con
questi materiali ha dato vita a un flusso circolare
di reciprocità fra chi naviga nella rete. Chi ha concepito
questo disegno (il socio di Grillo, Gianroberto
Casaleggio) ha studiato molto da vicino il
fenomeno Obama, arrivando ad applicare “la regola
David Axelrod”, il consulente del presidente
americano, secondo il quale Obama vince non perché
usa la rete per parlare con i suoi elettori – per
questo c’è la tv – vince perché fa parlare i suoi lettori
fra di loro. Li rende protagonisti prima di un
evento poi di una visione.
Certamente anche la televisione ha avuto un suo
grande peso nel portare Grillo al successo. Ma attenzione!
«Il trionfo scrive Michele Mezza nel suo
sito mediasenzamediatori.org arriva quando la
lontananza dalla televisione diventa un incubo per
Politics and media from television to internet. Beppe
Grillo as the new Barack Obama Let’s not go so far!
And above all let’s not put one of the most important
men in the world, who governs a huge country, at the
same level as an ex-comic from Genoa who enjoys
witticisms and provocation, translating spectacle into
utopia, and who struggles with the just the thought
of governing. And yet both the American President’s
success and the incredible electoral results of
Movimento 5 Stelle have one thing in common –
their electoral progress marks an epic passage for
those who dwell in politics.
Studying the flows of on-line communication, some
scholars have concluded that Beppe Grillo has
gathered up the protest vote, the anger that the
people feel, but also launched proposals to change
one’s vision of the world. What really counts is that
with this material Grillo was able to bring to life a
virtuous circle of reciprocity uniting internet posters.
The person who came up with the idea (Grillo’s
partner, Gianroberto Casaleggio), after carefully
studying the Obama phenomenon, applied the “David
Axelrod Rule”. According to Axelrod, Obama won not
because he used internet to talk to the electorate –
the television plays this role – but because he got his
readers to talk to each other. It made them the main
Carlo Rognoni *
11

lue
opinions
* Carlo Rognoni, già direttore di
Epoca, Panorama e Il Secolo XIX, è
stato anche vicepresidente del
Senato e cda Rai. Il suo ultimo libro
è Da mamma Rai alla Tv fai da te.
Guida alla televisione di domani
Carlo Rognoni has been the director
of magazines and newspapers like
Epoca, Panorama, and Il Secolo XIX;
Vice-President of the Italian Senate;
and on the board of the RAI, Italian
national TV. His latest book is “Da
Mamma Rai alla Tv Fai da Te: a
Guide to the Television of
Tomorrow”
“
La
tv Meno ti fai
coinvolgere più sei
popolare
TV The more you do,
the less popular you
are
”
chi fa tv, che comincia a cercarti ossessivamente,
parlando di te senza di te». La televisione per Grillo
«meno la vedi meglio stai, meno ci sei più comunichi,
meno ti fai coinvolgere più sei popolare».
Insomma Grillo cavalca l’idea della tv come
disvalore. E i politici tradizionali che nei talk show
si azzuffano, rafforzano di fatto il messaggio più
forte e popolare di Grillo: mandiamoli tutti a casa!
I suoi programmi lui non li declina in tv ma parla
di energia, agricoltura, trasporti, ambiente, di
cittadinanza digitale, nella rete quasi volesse distribuire
il catalogo ideale a ognuno per un programma
on demand.
Sia su Twitter, sia su Facebook sia su Youtube, Grillo
stravince. Su tutti i social media conquista il primato
in termini di popolarità, interattività e pro
attività. Con 958.337 followers Grillo è il politico
più seguito su Twitter. Nella settimana che ha preceduto
le elezioni (dal 19 al 25 febbraio) – i dati
sono stati elaborati dalla piattaforma Blogmeter –
Grillo lascia indietro gli avversari su Facebook: con
un milione e 191.559 “mi piace” risulta il politico
più popolare. Berlusconi ne ha 498 mila, Bersani
non arriva a 130 mila. C’è poi l’indice “ne parlano”
che è considerato una sorta di termometro quantitativo
del flusso di conversazioni generate da una
pagina di Facebook. Ebbene Grillo si dimostra anche
il leader più pro attivo su Facebook. Arriva a un
milione e 495 mila sommando “mi piace”, commenti
e condivisioni, post spontanei dei fan.
Il suo strapotere si replica su Youtube, la piattaforma
dei video virali, che partono dal basso per
contagiare la rete e i social network. Il suo canale
ufficiale conta quasi 153 mila iscritti, più di 1100
video caricati e 101 milioni di visualizzazione di
questi stessi video. Berlusconi, forse preferendo la
vecchia tv, non si è nemmeno aperto un canale su
Youtube! C’è ancora qualcuno che può pensare di
fare politica trascurando la rete
players in an event, which then made the event
become a vision.
Certainly television also played a part in Grillo’s
success. But be careful here! “Victory comes” writes
Michele Mezza on his mediasenzamediatori.org
website “when ‘distance’ on television becomes a
nightmare for those who do TV. They begin
obsessively seeking you out. Talking about you
without you.” Television as per Grillo: “The less you
see of it, the better off you are”. To sum it up, Grillo
almost sees an anti-value in television. And
traditional politicians on talk shows fight each other,
reinforcing Grillo’s strongest and more popular
message: “Send them all home!” He doesn’t outline
his programs on TV. He talks online about energy,
agriculture, transport, the environment, digital
citizenship… almost as if he wishes to distribute the
ideal catalogue to each and every voter for their own
on-demand program.
On Twitter, as on Facebook and YouTube, Grillo wins
an outstanding majority. On all the social media he
takes first place in terms of popularity, interactivity,
and pro-activeness. With 958,337 followers, Grillo is
the most followed politician on Twitter. The week
before the elections the Blogmeter platform on
Facebook Grillo left his adversaries in the dust:
1,191,559 “likes” making him the most popular of
Italian politicians. Berlusconi received 498,000, but
Bersani didn’t even make 130,000.
And then there is the “most talked about” index
which is considered to be a sort of quantitative
thermometer of conversations generated by a
Facebook page. Well, even here Grillo shows himself
to be the most pro-active. He gets 1,495,000 likes,
comments, shares, and posts by fans.
This tremendous power was replicated on YouTube
with its viral videos, which use it as a starting point
to pass their contagion onto internet and the social
network. Grillo’s official channel counts almost
153,000 members, with more than 1,100 videos
downloaded and 101,000,000 hits. Berlusconi,
perhaps because he prefers old-fashioned TV, didn’t
even bother to open a channel on YouTube!
So, is there someone still out there who thinks you
can do politics without internet
Beppe Grillo, genovese, comico e
leader del M5S, una delle tre
principali forze politiche del Paese
Genoa’s Beppe Grillo is a satirical
comedian and also the leader of
M5S, one of the three main political
parties in Italy
12

intervista blue
Gian Piero Alloisio*
soul
anima
Usa go home Non più
Yankee Go Home Not Any More
vista dalle forze della
Nato / dal sacco a pelo di chi
«L’America
non c’è mai arrivato / l’America
letta sopra un vecchio Topolino /
immaginata da chi vive a Est di Berlino /
America, dietro quel lontano cielo grigio di
Milano». Diceva così una canzone che ho
scritto a diciott’anni e si intitolava
“America”, me ne sono ricordato quando ho
scoperto che dovevo scrivere qualcosa sugli
Stati Uniti, e subito ho pensato che non
avrei avuto molto da dire. Poi però ho
considerato che nulla avviene per caso
e quindi tutto ciò che ci capita è congruo,
pure gli States.
Quand’ero ragazzo bastava essere
nati in Italia per sapere qualcosa
degli Stati Uniti. La nostra cultura
era intrisa di cultura americana e
ci divideva in due tifoserie: quelli a
favore e quelli contro. Quelli
contro, come me, non
sopportavano né quella società
dello spettacolo né lo spettacolo di
quella società in cui, come diceva
Guy Debord, il vero è un momento
del falso. Poi noi abbiamo perso e
anche la bellissima Olga, una
compagna della Germania Est assai
ideologica, si convertì ai valori
dell’Occidente e si mise a fare la
pornostar.
Naturalmente anche noi giovani
“contro” eravamo un po’ invidiosi
dei nostri coetanei che vivevano
nel Paese delle Opportunità, solo
che vivere la cultura liberista nel
Paese dei Raccomandati e delle
Non-Opportunità, era
semplicemente ridicolo. E lo è
“
Quand’ero
ragazzo
bastava essere nati in
Italia per sapere
qualcosa degli Usa. La
nostra cultura era intrisa
di America
When I was a boy, just
being born in Italy
entitled you to know
something about the
United States. Our
culture was soaked with
American culture
”
When I discovered that I was to write
something about the United States, I
immediately thought that I would not
have much to say. Later however, I considered
the fact that nothing happens without a reason,
and therefore everything that occurs is
congruous, even the States. And this brought to
mind a song which I wrote at age eighteen,
entitled “America” which went as follows:
“America seen from the Nato forces / of the
sleeping bag of he who has never been there. /
America read on the cover of an old Mickey
Mouse comic book / imagined by he who lives
east of Berlin. / America, behind that far-off gray
sky of Milan”. When I was a boy, just being born
in Italy entitled you to know something about
the United States. Our culture was soaked with
American culture, and it divided us into two
Maria Romanengo
©
13

lue
soul
tutt’ora. Gli americani sono stati capaci di
eleggere un Presidente nero, in Italia è
praticamente impossibile che i più poveri
accedano davvero al potere.
Brecht diceva: dal momento che tutti gli
altri posti erano occupati, ci sedemmo dalla
parte del torto.
Ecco, noi ragazzi di borgata che scrivevamo
canzoni come oggi le scrivono i ragazzi della
piazza hip hop, non potevamo che sederci
dalla parte del torto e prendercela
acriticamente con un grandissimo Paese
talmente libero da produrre da sé gli
anticorpi al proprio Male.
Noi non siamo liberi come gli
americani, ci fa male provare a
essere liberi come loro, la libertà
degli States non ci porta a cambiare
ma a rappresentare il cambiamento.
Solo un popolo giovane come quello
americano può permettersi di
essere ingenuo e superficiale, noi
che abbiamo più storia abbiamo il
dovere della profondità.
Sennò mentre loro inventano la
rete, noi inventeremo (ben che
vada) la religione della rete.
Naturalmente il mio ragionamento
riguarda tutti tranne i genovesi: noi
abbiamo inventato i blue
jeans mentre loro hanno inventato
solo la religione dei blue jeans.
* Nato a Ovada (AL) nel ’56, genovese
d’adozione, Gian Piero Alloisio è stato
per 16 anni autore con Giorgio Gaber.
Il mese scorso ha lanciato "Genova per
voi", primo talent per cantautori che
mette in palio un contratto editoriale
in esclusiva con Universal/Ricordi,
e il 2 maggio al Teatro della Tosse
organizzerà l'ottavo Festival Pop della
Resistenza.
Gian Piero Alloisio was born in Ovada
(AL) in 1956, but Genoese by adoption,
for 16 years the author of theatresong
with Giorgio Gaber.
Last month he launched "Genova per
voi", the first talent show for singersongwriters,
whose prize is a contract
in exclusive with Universal/Ricordi, and
on May 2 he will host, at the Teatro
della Tosse, the eighth Pop Festival of
the Resistance.
groups: those pro and those con. The cons, like
me, couldn’t bear that society of spectacle, nor
the spectacle in that society in which, as Guy
Debord said, true is just a moment of false. And
then we lost, and even the beautiful Olga, a
comrade from East Germany who was extremely
ideological, was converted to the values of the
West and began a career as a porno star.
Naturally even we young “cons” were a bit envious
of our age group that lived in the Country of
Opportunity, except that living that free culture
in our Country of Who Knows Whom and Non-
Opportunities was simply ridiculous. And it still
is. Americans are able to elect a black president,
but in Italy it is practically impossible for the
poor to reach the heights of power.
Brecht would say that since all the other places
were taken, we Italians sat down on the side of
the wrong.
And here we were, the boys of the outskirts writing
songs like those written today by boys of the
Hip Hop – we couldn’t help but sit down on the
side of the wrong and take it out uncritically on
the Greatest Country on Earth, that was so free
that it produced on its own antibodies against its
own pain.
We are not free like Americans. It
hurts us to be free like them. The
freedom of the States does not
make us really change, but to depict
change. Only a young people like the Americans
can allow themselves to be naïve and superficial.
We, with our long history, have the duty of
depth. Otherwise while they are inventing the
social media, we will invent (at best) the religion
of the social media.
Naturally my reasoning reflects on all except the
Genoese – we invented blue jeans, while they
only invented the religion of blue jeans.
Nelle immagini, Mickey Mouse, camalli in
jeans nel porto di Genova, le manifestazioni
studentesche degli anni Settanta, alcune
grafiche pubblicitarie americane
In the photos, Mickey Mouse, longshoremen
in jeans in Genoa’s port, student protests
during the seventies
14

St Golfo dei Poeti Val di Magra Val di Vara
piazza Europa 16, 19121 La Spezia - tel. 0187 733525

intervista
blue
Photo Slow Food
my favourite
place
Petrini e le spiagge
di Ponente
the Beaches of the Western Riviera
Liguria continuo a guardare con lo
stesso approccio di Paolo Conte, quello
«Alla
di “noi che stiamo in fondo alla campagna”»,
ammette Carlin Petrini da Bra. Chissà che
emozione allora – persino per lui, il guru fondatore
di Slow Food, per il Guardian «uno dei cinquanta
umani che potrebbero salvare il mondo» - riconquistare
il mare di Genova, quel Porto Antico dove
dal 9 al 12 maggio valori e sapori della sua associazione
coloreranno la sesta edizione di Slow Fish,
una delle tante manifestazioni di successo all’insegna
del “buono, pulito e giusto”.
Ritorna in una terra di mare, cantautori, belle
canzoni e presidi Slow Food.
E bei ricordi. La Liguria di noi piemontesi è quella di
Ponente, la mia Liguria più amata è quella delle
nuotate ad Albissola, in mezzo ai bagnanti in mutandoni
di lana.
La Liguria del Carlin bambino, che sognava di
fare il ferroviere come il nonno.
I miei primi soggiorni liguri duravano un giorno. Si
partiva alle 5 di mattina da casa, i miei, mia sorella
ed io, per arrivare alle 10, stare tutto il giorno in
spiaggia e ripartire per arrivare a Bra per le undici
di sera. Un viaggio infinito: l’unica sosta prevista a
Montezemolo, a cambiare l’acqua al motore della
Topolino fumante.
Poi sono arrivate le vacanze del Carlin ragazzo.
Con il passaggio obbligato dall’epopea delle estati
in colonia, alla Colonia marina Braidese di Laigueglia.
Ma in gioventù sono stato anche fra i fondatori
del Premio Tenco con Guccini, Vecchioni e tutti
gli altri.
E oggi
Oggi riportiamo Slow Fish sul mare, a ingresso gratuito.
E festeggiamo l’iniziativa della Regione, che
per legge metterà le terre incolte a disposizione di
chi le vorrà coltivare. Il futuro di questo Pianeta è
ancora solo uno: la terra.
looking at Liguria the way that singersongwriter
Paolo Conte does, when he sings,
“Ikeep
“We are down in the country”, explains
Carlin Petrini of Bra. And yet he, the founder and
“guru” of the Slow Food movement - named by the
English newspaper, The Guardian, “one of the fifty
men who could save the world” - has just
conquered the sea at Genoa, in the heart of the old
city, right here in Porto Antico, where from May 9
to 12, the values and tastes of his association, will
colorfully deck out the sixth Slow Fish food fair.
So you return to the land of sea, singersongwriters,
songs, and Slow Food events.
And lovely memories. Liguria for us in the Piedmont,
is the western Riviera. My beloved Liguria is where I
would go for a swim in Albissola, among all those
bathers in woolen underwear.
The Liguria of Carlin as a child, when you were
still dreaming of working on the railroad like
your grandfather.
My first stays in Liguria were day trips. We would
leave home at 5 in the morning, my parents, my
sister, and I, to arrive at 10, stay the whole day on
the beach, and then return to Bra at 11 at night. A
voyage that never ended. The only planned stop was
in Montezemolo, to change the water in the engine
of our smoking Fiat Topolino.
Then came the vacations of Carlin as a youth.
With the obligatory passage of the epic summer in
summer camp, at the Colonia Marina Braidese in
Laigueglia. But in my youth I was also one of the
founders of the Tenco Prize.
And today
Today we are bringing Slow Fish to the sea, with
entry free to all. And we will celebrate the Region’s
initiative to place uncultivated land in the hands of
he who will cultivate them. A demonstration of
how the future of this planet is still just one thing:
the land.
Matteo Macor
Carlo Petrini, 64 anni a giugno,
gastronomo, scrittore e fondatore
di Slow Food. Dal 9 al 12 maggio
sarà a Genova con l'edizione numero
sei di Slow Fish
Carlo Petrini, 64 in June, gourmet,
writer, and founder of the Slow Food
movement will be in Genoa from May
9 to 12 for the sixth Slow Fish event
17

lue
Agenda
Coming
soon
La Top Ten degli eventi da non perdere nel 2013
The Top Ten Not-to-Be-Missed Events of 2013
Dal 9 al 12 maggio (May 9 - 12)
Porto Antico di Genova
Slow Fish
Torna a maggio la fiera biennale che
Slow Food dedica al mondo ittico e
al mare, tra convegni, laboratori,
degustazioni e incontri.
Back again this May is the Slow
Food movement’s Slow Fish,
dedicated to fishing and the sea,
with conferences, labs, tasting.
www.slowfish.it
Dal 13 al 24 giugno (June 13 – 24)
Porto Antico di Genova
Suq
Con quasi settantamila presenze
all’anno, è la manifestazione
interculturale più famosa d’Italia.
Oltre 100 eventi, tra spettacoli
internazionali, incontri letterari,
laboratori, eco-eventi.
Attracting almost 70,000 visitors a
year, this is Italy’s most famous
intercultural fair. Over 100 events,
between international spectacles,
literary encounters, labs, eco-events,
booths showing the traditions and
handiwork.
www.suqgenova.it
Dal 18 al 23 giugno e dal 19
al 21 settembre
(June 18-23 and Sept 19-21)
Palazzo Ducale di Genova
Festival di Poesia
Il Festival di poesia più importante
in Italia nel 2013 si articola in due
tappe, a inizio e a fine estate.
Italy’s most important poetry
festival in 2013 has two parts, at the
start and the end of summer.
www.festivalpoesia.org
Dal 6 al 9 giugno (June 6-8)
Sestri Levante (Ge)
Andersen Festival
La “Città delle due baie” ospita
quattro giorni di eventi, mostre e
spettacoli per bambini e non solo,
sotto il segno della narrazione per
l’infanzia.
The “Town of the Two Bays” hosts
four days of events, shows and
spectacle for children of all ages,
under the title of children’s stories.
www.andersenfestival.it
Dal 5 al 7 luglio (July 5 -7)
Garlenda (Sv)
Meeting Internazionale
Fiat 500
L’esercito dei “cinquecentisti” si dà
appuntamento a Garlenda ogni
anno, dal 1984. Nazione d’onore
della XXX edizione: la Germania
The army of Fiat 500 lovers, called,
“cinquecentisti” have been meeting
in Garlenda each year since 1984.
This year’s honored nation:
Germany.
www.500clubitalia.it
Dal 30 agosto al 1 settembre
(August 30 – Sept 1)
Sarzana, Cittadella
Festival della Mente
(Festival of the Mind)
Festeggia dieci anni il primo festival
in Europa dedicato alla creatività.
Dalla “Cittadella” di Sarzana sono
passati alcuni dei più importanti
scrittori, filosofi e pensatori
contemporanei, da Gore Vidal a
Bauman, da Saviano a Palahniuk, a
Sepulveda.
On its tenth year, the first European
festival dedicated to creativity, the
citadel in Sarzana has seen some of
the most important writers,
philosophers, and modern thinkers
of our age, including Gore Vidal,
Bauman, Saviano, Palahniuk, and
Sepulveda.
www.festivaldellamente.it
Settembre (September)
Alassio (Sv)
Miss Muretto
L’estate si chiude con il concorso di
bellezza nato per gioco 60 anni fa
da un’idea di Ernest Hemingway.
The summer ends with the beauty
contest that was born for fun 60
years ago that went on to become
one of the most highly-awaited
contests for aspiring models.
www.missmuretto.com
Dal 2 al 6 ottobre (October 2-6)
Genova, Fiera (Tradefair grounds)
Salone Nautico
Internazionale
Si rinnova l’appuntamento con il
principale salone europeo dedicato
alla nautica, che quest’anno
toccherà le 53 edizioni. Saranno
presenti quasi mille espositori, in
una mappa che si articola su quattro
padiglioni, due marine e spazi
all’aperto fronte mare.
The 53rd international boat show,
Europe’s biggest and most
important, with almost a thousand
exhibitors in four pavilions, two
marinas, and on the sea in front of
Genoa’s “Fair on the Sea”.
www.genoaboatshow.com
Dal 23 ottobre al 3 novembre
(Oct 23 to Nov 3)
Genova, sedi varie
(various locations)
Festival della Scienza
(Festival of the Sciences)
Per quasi due settimane Genova si
trasformerà in un laboratorio
scientifico a cielo aperto.
The Science festival will transform
Genoa into an open air science lab.
www.festivalscienza.it
18 www.blueliguria.it

intervista
blue
Tree-seeker
Fratus, il cercatore di alberi
inventors
inventori
Vive in Piemonte ma gira il mondo per censire e studiare le piante centenarie
e millenarie. Tiziano Fratus si è inventato il mestiere di alberografo e “uomo radice”,
ama perdersi nei boschi come insegnare ai bambini l’amore per la natura
He lives in the Piedmont but he travels the world. He studies plants and censuses
trees that are over a hundred (or a thousand) years old. Tiziano Fratus, who
invented his trade of “tree-grapher”, is a “man-root” who loses himself in
the woods and teaches children to love nature
Lucia Compagnino
Non solo spiagge, palazzi e buona cucina:
«la Liguria è anche terra di grandi alberi».
Lo scrive Tiziano Fratus nelle sue “alberografie”:
mappature che fa di questi preziosi testimoni
- centenari e talvolta addirittura millenari
- di epoche e generazioni, di cui le due
Riviere e l’entroterra ligure sono particolarmente
ricchi. Si tratta di specie autoctone, come gli
ulivi, i castagni, i faggi, «ma anche di specie importate:
è il caso dei tanti ficus macrophylla e gli
eucalipti che resistono tra Sanremo e Bordighera,
originari dell’Australia, così come di palme,
araucarie, canfore, yucche e bouganville». Due
delle piante più belle della regione, poi, provengono
direttamente dalla California, da dove le
portarono alcuni migranti liguri di ritorno dall’America:
sono le due sequoie che fanno ombra
al cimitero di Allegrezze, in Val d’Aveto, «hanno
più di 150 anni, e sono della stessa specie di quelle
giganti dei grandi parchi americani».
Scrittore, poeta, «cercatore di alberi per mestiere»,
quando non è in viaggio su e giù per lo Stivale
alla ricerca dei fusti monumentali che lo popolano
Fratus abita in una valle sopra Torino ai
piedi delle Alpi. Il suo lavoro consiste nel perlustrare
un parco o un territorio e censirne gli alberi
secolari e monumentali - quelli ufficialmente
riconosciuti come tali come quelli più
“giovani” ma con una storia da tramandare – per
Not just beaches, palaces, and good food,
“Liguria is also the land of huge trees.” This is
what Tiziano Fratus tells us in his “treegraphy”
maps, which offer up valuable testimonials
to hundred year old - and sometimes even thousand
year old - trees which abound on the Riviera and in
Liguria’s Apennine Mountains.
There are the many indigenous species, such as olive
trees, chestnuts, beeches, “but also exotics like the
several varieties of figs (ficus macrophylla),
eucalyptus (from Australia) which are still standing
between Sanremo and Bordighera, and then the
palms, the monkey puzzle trees, camphor, yuccas,
and bougainvillea”.
Two of the most beautiful trees in our region came
directly from California. Brought here by
immigrants returning from America, and now
shading the cemetery in Allegrezze in the Val
d’Aveto are sequoias “over 150 years old, the same
species as the giants in Sequoia National Park”.
Writer, poet, “tree-seeker by trade”, when he is not
traveling up and down Italy looking for the huge
monumental trees that can be found here, Fratus
lives in a valley above Turin at the foot of the Alps.
His work consists in scouring parks or territories to
census century-old or monumental trees to then tell
of them in books, photographic exhibits, workshops
on environmental education for young and old, and
guided excursions.
Photo Erbamobile
19

lue inventors
In Liguria come
nel Wyoming
Liguria Is Like Wyoming
Qualcuno l'ha chiamata il
"Wyoming d'Italia", in onore dello
stato americano dei pellerossa e
delle grandi foreste. La Liguria è
ricoperta per il 70% da boschi
(posti, manco a dirlo, nel 61% dei
casi su versanti con pendenze
superiori al 40%) ed è, insieme
con il Trentino, la regione italiana
con più superficie boscata - 375
mila ettari - rispetto a quella
totale.
Anche per questo Tiziano Fratus -
37 anni, piemontese, scrittore
naturalista e poeta delle foreste,
in questi giorni nelle librerie con
l'ultimo Manuale del perfetto
cercatore di alberi - ha censito in
terra ligure numerose piante di
grande interesse storico naturale.
Tra queste l’albero più antico è il
cipresso di Vernazza (800 anni),
ma Sanremo è pieno di ficus
macrofilla centenari, a Mallare va
esplorata la faggeta secolare del
Benevento, e «Genova - spiega -
conserva “tesori” nei parchi di
Pegli, Nervi e Villa Serra di
Comago»
It has been called the “Wyoming
of Italy”. This is because, like
Wyoming, Liguria is covered - 70%
- by woods and forests, not to
mention that here, like there, 61%
of the trees in Liguria grow on
slopes that are steeper than 40%.
Together with Trentino, Liguria is
the Italian region with the
greatest amount forest cover –
375,000 hectares – in proportion
to the total. This is one of the
reasons why the poet from the
Piedmont, Tiziano Fratus, 37,
naturalist and writer has taken a
census on Ligurian lands of the
many plants of great interest,
which he lists in his latest book,
the manual of the perfect treeseeker,
“Manuale del Perfetto
Cercatore di Alberi”. The oldest
tree in Liguria is the cypress of
Vernazza (800 years old), though
Sanremo holds hundred year old
macrofilla centenary figs, and
Mallare has the centuries-old
beech woods of Benevento. And
Genoa “There are treasures”, he
explains, “in the parks of Pegli,
Nervi, and Villa Serra di Comago.”
poi raccontarli attraverso libri, mostre fotografiche,
laboratori di educazione ambientale per
grandi e piccini, escursioni guidate.
«Ho iniziato ad occuparmi di grandi alberi alcuni
anni fa, quando sono andato a Singapore e negli
Stati Uniti per promuovere i
miei libri di poesia e mi sono
trovato al cospetto di grandi
città, paesaggi straordinari e
alcuni alberi davvero maestosi
- racconta Fratus - Mi sono
subito sentito in sintonia con
il creato, non più sradicato come
mi era capitato da adolescente
e nei miei vent’anni.
Tornato in Italia ho iniziato a
interessarmi agli alberi monumentali,
ho raccolto informazioni
e ho scritto il mio primo
libro in prosa, Homo Radix. Da
quando mi occupo di alberi mi
sento sempre a casa, che mi
trovi sull’isola di Jersey, nella
Manica, in Portogallo, in Polonia
o in California.
Gli alberi mi aiutano a pulire la
mente: quando sono agitato,
arrabbiato o confuso chiudo il
Tiziano Fratus vive in Val Sangone, una
valle del Torinese poco lontano dalla Val
di Susa. Il suo ultimo lavoro è Manuale
del perfetto cercatore di alberi
Tiziano Fratus lives in Val Sangone, one of
the Alpine valleys near Turin, not far from
the Val di Susa. His latest book is just out
in the bookshop
computer, stacco con la civiltà e me ne vado a fare
una lunga passeggiata in un bosco. Mi svuoto, mi
riposo, respiro a fondo e tutto si mette in ordine. E
non è solo una ricerca letteraria: io mi sento davvero
un uomo-radice che attraversa il paesaggio».
Fratus, che alla stesura di libri e itinerari affianca
un percorso di documentazione fotografica che ha
dato vita a un vasto archivio, oggetto di mostre, ha
diviso i suoi titoli in due filoni: da una parte la poesia,
dall’altra il percorso Homo Radix.
Il lavoro sui grandi alberi è dedicato in parte alle
città – Torino, Genova, Milano, Palermo, perché
anche nei tessuti urbani sopravvivono alberi antichi
– e in parte ai paesaggi di campagna. Sono appena
usciti Manuale del perfetto cercatore di alberi
per Feltrinelli e Il sussurro degli alberi per
Ediciclo. E poi un volume dedicato ai bambini, Ci
vuole un albero, nato da una serie di laboratori
nelle scuole. «Perché credo che sia importante gettare
dei semi. Amare la natura, gli alberi e gli animali
è questione di carattere e di propensione personale
ma anche di educazione. Chi ama gli alberi
spesso ha avuto come primo insegnante un nonno
che gli mostrava i castagni, i ciliegi, le conifere,
i faggi. I libri indirizzati all’educazione ambientale,
con un tocco di leggerezza e di fantasia,
possano essere importanti».
“I began dealing with big trees a few years ago,
when I went to Singapore and the United States to
promote my books on poetry. I found myself in the
presence of big cities, extraordinary landscapes, and
trees that were truly majestic,” Fratus tells us. “I felt
myself in instant harmony with
creation, no longer rootless as I
had been as an adolescent and
in my twenties. Returning to
Italy I began to check out
monumental trees. I gathered
information, and I wrote my first
book in prose, Homo Radix,
which then brought to life a
series of publications on which I
am still working today. Ever
since I began my interest in
trees, I feel at home everywhere,
whether it is Jersey in the
English Channel, or Portugal or
Poland, or California. Trees help
me clear my mind.
When I am stressed, angry, or
confused, I turn off my
computer, detach myself from
civilization, and go take a long
walk in the woods. I empty
myself, begin to relax. I breathe
in deeply. And all somehow seems to come back
together. Mine is not just a literary research: I feel
myself rooted, a man-root, in the landscape.”
Along with his book-writing and itineraries, Fratus
walks a “path” of photographic documentation
which has brought to life a vast archive, the subject
of exhibitions.
He has divided his titles into two threads: poetry
and Homo Radix. His work on great trees has been
dedicated in part to cities – Turin, Genoa, Milan,
Palermo, because in their urban fabric ancient trees
still live – and in part to the countryside. Feltrinelli
has just published his Manuale del perfetto
cercatore di alberi (The Manual for the Perfect Treeseeker)
and Ediciclo, his Il sussurro degli alberi (The
Whisper of the Trees).
He also has a book dedicated to children, Ci vuole
un albero, We Need a Tree, that was born in a series
of workshops for schools. “Because I feel it is
important to plant seeds. Loving nature, trees,
animals, is a question of character and a personal
inclination, but it is also a matter of education.
Those who love trees have often had as their first
teacher a grandfather who showed them chestnuts,
cherry trees, pines, and beeches. Books on
environmental education with a touch of fantasy
and lightness can be very important.”
20

LA LIGURIA
on line
www.blueliguria.it
PERSONAGGI OPINIONI ITINERARI
IMMAGINI SHOPPING GASTRONOMIA
NATURA SOCIETà ARTE CUCINA
MUSICA SPORT NEWS REPORTAGE
Il nuovo sito di blue
Ogni giorno in rete una rivista da sfogliare
con approfondimenti, notizie
e tutti gli eventi da vivere in Liguria

lue
photos
Stanley Kubrick fotografo
Photographer
Una macchina fotografica, un diciassettenne ambizioso e sconosciuto e una delle riviste più
importanti d’America. Comincia così, nel 1945, come foto-reporter per il magazine “Look”,
la carriera di uno dei più straordinari geni della storia del cinema, Stanley Kubrick. Che,
prima di passare dietro la macchina da presa, è stato, prima di tutto, un grande fotografo.
Dall’1 maggio al 25 agosto 2013 una mostra, a Palazzo Ducale di Genova, celebra il primo
amore del regista attraverso 160 scatti tratti dai negativi originali conservati nella Look
Magazine Collection del “Museum of the City” di New York. In questa pagina, L’ambiguità
della bellezza, scattata nel 1949.
A camera, a seventeen year old, both ambitious and unknown, and one of the most
important magazines in America. That’s how it all started. In 1945, as a photo-reporter for
the magazine, “Look”, Stanley Kubrick, one of the most extraordinary geniuses of the history
of the cinema, began his career. Before he took up the movie camera, Kubrick was actually a
very great photographer, and this can been seen from May 1 to August 25, 2013, at an
exhibition at the Ducal Palace in Genoa. It celebrates his first love through 160
photographs taken from original negatives conserved in the Look Magazine Collection at the
“Museum of the City” in New York.
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lue
photos
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Grafica Margherita Pongiglione
Liguri a stelle e strisce
Ligurian Stars and Stripes
Cristoforo Colombo l'ha scoperta, Renzo Piano l'ha ripensata, Fabio Luisi e Beppe Gambetta la fanno
sognare, Enrico Schiffini cucinare. Cinque grandi personaggi che hanno conquistato l’America. Cinque
ambasciatori di Liguria che hanno portato il nome della loro terra nelle strade d’oltreoceano
Christopher Columbus discovered her, Renzo Piano embellished her, Fabio Luisi, Enrico
Schiffini and Beppe Gambetta helped America to dream. Five ambassadors from Liguria who
have carried the name of their land to the United States
25

lue
interview
Colombo,
primo Ammiraglio del Mar Oceano
the First Admiral of the Ocean Seas
Figlio di un lanaiolo della Fontanabuona, il navigatore protetto dai papi liguri e dai clan familiari interessati
a trovare nuovi mercati, a 14 anni viaggia già nell’Atlantico. Ma sarà la giovane America a erigergli le prime statue
e a creare nel 1792 il Columbus Day, mentre l’Italia e l’Europa lo faranno solo un secolo dopo
Columbus - son of a Ligurian wool-maker, navigator protected by Ligurian Popes, emigrant connected to clans
seeking new markets - at age 14 was already sailing the Atlantic. But it was young America who raised the first
monuments to him, creating in 1792 the first Columbus Day, and Italy only 100 years later
Gabriella Airaldi
Re, in età giovanissima cominciai
a navigare e continuo ancor
«Eccellentissimi
oggi. La stessa arte induce chi la segue
a desiderare di conoscere i segreti del mondo.
Sono già più di quarant’anni che la pratico. Ho
percorso tutte le rotte conosciute. Ho avuto rapporti
e conversazioni con gente dotta, ecclesiastici
e laici,latini e greci, ebrei e saraceni e con
molti altri…» scrive Colombo nel 1501 ai Re Cattolici.
E ai Protettori del Banco di san Giorgio nel
1502: «Benché il corpo sia qui il cuore è lì continuamente»
Esiste nei Liguri, direttamente vissuta o riflessa
nella memoria di chi non è mai partito, una conoscenza
del mondo che li induce ad adattarsi a
ogni altro tipo di vita senza mai rinnegare il proprio.
Nati in una regione periferica alla Penisola
ma essenziale all’estremo Occidente europeo,
aperta al mare e densa di vie di comunicazione
ma povera di materie prime e di fertili campagne,
abituati fin dall’età più antica ad essere guerrieri
e non solo mercanti, i Liguri di qualsiasi classe sociale
lasciano spesso la loro terra. In età medievale
le chances offerte dal più grande porto del
Mediterraneo e dal precoce capitalismo li diffondono
nel mondo sulla scia del grande network di
famiglie-azienda che è «colonna della repubblica
internazionale del denaro». Nasce da questo sistema,
promosso da una città- stato libera e decisa
a superare ogni frontiera, la curiosità di cui
parla Colombo; quella che, fatalmente, conduce
alle “scoperte”.
Cristoforo Colombo, figlio di un lanaiolo della
Fontanabuona, è un emigrante. Legato ai grandi
Excellency the King of Spain, at a very
young age I began sailing, and I continue to
“Your
do so still. The same art induces he who
follows it to desire to learn the secrets of the world.
Over forty years I have been practicing this art. I have
traveled all the routes that are known to man. I have
had conversations with and heard reports from people
who are learned - clerics and laymen, Latins and
Greeks, Hebrews and Saracens, and many others…” So
writes Columbus in 1501 as he petitions the most Holy
Catholic Kings. And to the Protectors of the Bank of
San Giorgio in Genoa in 1502, “Though my body is
here my heart is there continuously…”
There exists among Ligurians a knowledge of the
world, which makes them adapt to every type of life
without however ever renouncing their own. Born in a
region on the periphery of the Italian peninsula, which
though, forms an essential part of the western part of
Western Europe. A region open to the sea, with a
dense network of roads and communication, but poor
in prime materials and fertile countryside. A region
whose people since the beginning of time have been
ready to be warriors and not just merchants. Ligurians
of all social classes have often left their land. In
medieval times the opportunities offered by the
greatest port in the Mediterranean and the precocious
start of capitalism spread Ligurians across the world in
the wake of that great network of family companies
which were “the column of the international republic
of money”. Born from this system, and promoted by a
free city-state, and decided upon crossing all frontiers,
is the curiosity of which Columbus speaks. That which
will lead, fatally, to the “discovery”. Christopher
Columbus, the son of a wool-maker of Fontanabuona,
26

intervista blue
Cristoforo Colombo nel
celebre ritratto di Ridolfo
del Ghirlandaio, 1520
circa, conservato al Galata
Museo del Mare di Genova
Christopher Columbus
in the famous portrait by
Ridolfo del Ghirlandaio,
circa 1520, preserved
at the Galata Museum
of the Sea in Genoa
27

lue
interview
Monumenti, città
e feste nazionali
Monuments, Cities,
and National Holidays
Considerata una seconda festa
nazionale degli Stati uniti da
quando venne celebrato per la
prima volta da italiani a San
Francisco, nel 1869 (seguendo le
celebrazioni italiane di New York),
il Columbus Day fu festeggiato
per la prima volta nella
giovanissima America appena
unita. Anni in cui, nel nome di
Colombo, si battezzarono stati e
decine di città e si inaugurarono
centinaia di monumenti.
Tra le statue di Cristoforo Colombo
più famose, negli States, ci sono
quella della Coit Memorial Towe di
San Francisco (la foto a pagina
103, nel reportage dedicato alla
città californiana), quella del
Columbus Circle di New York e
quella della città di Columbus, in
Ohio. E se in Europa, a Barcellona
il monumento al grande
navigatore domina la fine delle
Ramblas e la bocca del porto (foto
sotto), nella sua Genova si possono
scoprire le statue di Principe e
Castello D'Albertis e quella che
viene considerata la sua casa
natale, in vico Ponticello, nel cuore
della città.
Considered the second national
holiday ever in the United States
when it was proclaimed “coast to
coast” by Italians from New York
to San Francisco in 1869,
Columbus Day had already been
celebrated the first time by a
brand new America just after the
revolution. These were the years in
which hundreds of monuments,
dozens of cities, and even the
District of Columbia and a river
were baptized in Columbus’ name.
Among the most famous statues
of Christopher Columbus in the
States, several stand out. There is
the Coit Memorial Tower of San
Francisco (photo on page 103), the
one on Columbus Circle in New
York, and then Columbus, Ohio’s
Columbus statue honoring its
namesake. And if in Europe,
Barcelona has a monument to the
great navigator that dominates
the end of the Ramblas and the
mouth of the port (photo below),
in Columbus’ native Genoa you
can find his statue in front of the
train station in Principe, at the
castle, Castello D'Albertis, and the
house where he was born, on Vico
Ponticello, in the heart of the city.
“
L’arte
clan interessati all’apertura di nuove opportunità,
protetto dai papi liguri regnanti a quel tempo, a
quattordici anni Colombo viaggia nel Mediterraneo
e nell’Atlantico. I Genovesi sono sulle coste
oceaniche già all’inizio del Millecento. Nel 1277
navigano per primi dal Mediterraneo alle Fiandre.
Nel 1317 Manuele Pessagno fonda, con venti “sabedores
de mar”, l’ammiragliato e la flotta portoghesi
da cui scaturisce la prima espansione
atlantica. L’“aristocrazia della vela”, che fornisce
ammiragli a gran parte dell’Europa, ha lobby in
tutte le Corti. I Genovesi frequentano da secoli la
Penisola Iberica e Colombo è il simbolo dell’alleanza
che, fin dal Mille, lega i principi e i mercanti
italiani uniti in quella comune ricerca del beneficio
che promuove un costante allargamento degli
orizzonti. Infatti se tocca a lui aprire la nuova
strada, che consente alla Spagna
di conquistare una sua posizione
nel mondo, sono comunque italiani
i nomi di coloro che inaugurano
l’“età delle scoperte” per
conto delle altre Corone europee.
Accanto a Colombo, Vespucci,
Caboto, Verrazano sono
icone di valenza mondiale.
Ma la figura del primo Ammiraglio
del Mar Oceano scompare
subito dalla scena. Già gli Spagnoli
lo mettono in catene e la
sua damnatio memoriae accompagna
spesso le ferocissime lotte
tra l’Europa cattolica e quella
protestante fino a quando, tra Sette e
Ottocento, sono le colonie americane ribelli
a recuperarne l’immagine di alfiere
laico della libertà e di una nuova storia.
I primi a celebrarlo nel 1769 sono gli italiani
di San Francisco e nel 1792 a Baltimora
gli viene eretto un monumento. Nel 1792 la
giovane America esaltando, con il Columbus
Day, la “scoperta” e il suo autore, protagonista
dell’evento determinante da cui
è nato il nuovo Occidente, celebra lo
stacco dalla vecchia Europa, la sua predestinazione
all’indipendenza e allo
scontro con i poteri assoluti che hanno
angariato chi ha scoperto il Nuovo
Mondo; e altrettanto accade nell’ America
latina di Simon Bolívar.
Nel nome di Colombo si battezzano
Stati, decine di città e si inaugurano
centinaia di monumenti mentre lo United
States Capitol ne illustra l’apoteosi.
Nell’Ottocento, quando Genova è cen-
di navigare
induce chi la segue
a desiderare di conoscere
i segreti del mondo
The art of navigation
induces he who follows
it, to desire to learn the
secrets of the world
is an immigrant. Tied to that great clan interested in
the opening of new opportunities, protected by the
Ligurian Popes reigning at the time, at age fourteen,
Columbus is already sailing the Mediterranean and the
Atlantic. The Genoese established themselves on the
coasts of the Atlantic Ocean in the early 1100s. In 1277
they were the first to sail from the Mediterranean to
Flanders. In 1317 Manuele Pessagno founded – with
twenty “sabedores de mar” – the Admiralty of the
Portuguese Fleet, using which, he set off Portugal’s
first expansion into the Atlantic. The “aristocracy of
the sails” which supplied the admirals for most of
Europe, had lobbies in all of the Courts. And the
Genoese for centuries had contacts with the Iberian
Peninsula, making Columbus the symbol of an alliance
which, starting from the year One Thousand, tied
princes and Italian merchants in the common search
for profits, which was to promote a
constant enlargement of their
horizons. In fact, it was his turn now
to open a new road. This allowed
Spain to conquer its position in the
world. But it must be acknowledged
that the names of those who
inaugurated the “Age of Discovery”
for the other crowns of Europe are all
Italian: along with Columbus, there is
Amerigo Vespucci, Caboto (alias John
Cabot), Verrazano, and other icons of
world renown. But the figure of the
first Admiral of the Ocean Seas soon
disappears from the scene. The
Spanish throw him in chains, and his
damnatio memoriae accompany the often
fierce battle between Catholic Europe and
the protestant one, until – between the
1700s and the 1800s – the American rebel
colonies become the layman’s standard
bearer for liberty. The first to celebrate
Columbus in 1769 are the Italians of San
Francisco, and in 1792 in Baltimore they erect
a monument to him. In 1792, a young
America celebrates, with Columbus Day, the
discovery and its author, the leading player in
a determining event from which the new
West was born. It celebrates its detachment
from Old Europe, its preordained
independence, and its clash with the
absolute and despotic powers who harassed
the man who discovered the New World.
And the same occurs in Latin America with
Simon Bolívar. In the name of Columbus the
States baptized dozens of cities and
inaugurated hundreds of monuments.
While at the United States Capitol he was
”
28

intervista
blue
tro di elaborazione di un Risorgimento in cui il
legame con le Americhe è alimentato dalla lunga
emigrazione, Colombo simboleggia - non solo
per Mazzini e Garibaldi - la continuità di un rapporto
che rimane intatto con l’Unità italiana e
che vede il suo apice nel 1892. In quell’anno, nel
quadro dell’Esposizione italo-americana di Genova,
si tengono infatti le prime grandi Celebrazioni
colombiane mentre a New York, con i fondi
raccolti dal giornale “Il Progresso”, nasce il monumento
attorno al quale poi sorgerà il Columbus
Circle.
La memoria di Colombo è forte nella prima metà
del Novecento, quando le “scoperte” sono considerate
parte essenziale della creazione del mercato
mondiale. Ma ogni età vuole un Colombo
diverso. Ecco allora che, nella seconda metà del
secolo, nuove istanze terzomondiste e antioccidentali
ne rimettono in discussione la figura, vittima
dell’inappellabile condanna dell’espansione
europea. Maestri di prudenza, i Genovesi, che
l’hanno celebrato soprattutto in seno alle grandi
famiglie che, con lui e dopo di lui, hanno ”scoperto”
le floride ricchezze americane, anche oggi
preferiscono non sbilanciarsi troppo; e perfino
quando meditano sulla storia degli emigranti dimenticano
spesso che Colombo ne resta comunque
l’esempio più famoso.
turned into a demi-god. In the 1800s, when Genoa is
at the center of the movement to unify Italy, in which
its ties with America are fed also by the great mass of
emigration, Columbus comes to symbolize – and not
just for Mazzini and Garibaldi – the continuity of a
relationship that remains intact upon the Unification
of Italy, and reaches its apex in 1892. In that year, the
year of the Italian-American Exposition in Genoa,
begin the first great celebrations, while in New York
the funds collected by the newspaper “Il Progresso”
raise the monument around which Columbus Circle
will develop. The memory of Columbus was strong in
the first half of the 20 th Century, when “discoveries”
were considered an essential part of the creation of a
world market. But each age wants a different
Columbus. So here we are then in the second half of
the century where the new third-world push against
Western philosophy bring his figure back under
discussion, the victim of unappeased condemnations
of European expansion. But those maestros of
prudence, the Genoese – who had celebrated him
above all silently in the bosom of the great family
which, with him and after him, “discovered” the
flourishing riches of the New World – even today do
not wish to be caught off balance. And perhaps when
they meditate on the story of the emigrants, they
often forget that Columbus, of them all, was the
most famous.
I più grandi navigatori genovesi
ritratti in una stampa
settecentesca. Colombo iniziò a
navigare già a quattordici anni,
nel Mediterraneo come
nell’Atlantico, dove i Genovesi
erano presenti già all’inizio del
Millecento
The greatest Genoese navigators
portrayed in an ancient print.
Columbus began sailing at age 14,
in the Mediterranean as well as
the Atlantic, where the Genoese
were present since the year
One Thousand
29

lue interview
Renzo Piano, genovese classe
'37, tra le archistar più celebri
al mondo, vive tra Genova,
Parigi e New York
Renzo Piano, born in Genoa
in 1937, is among the world’s
most famous architects. He
lives in Genoa, and commutes
between Paris and New York
30

intervista
blue
Il Brunelleschi
He American
Brunelleschi
americano
Renzo Piano ha portato negli Stati Uniti l’umanesimo della nostra cultura e con il grattacielo del New York Times, il
primo costruito dopo l’11 settembre, ha restituito alla Grande Mela la speranza nel futuro. Ora lavora alla cittadella
del sapere ad Harlem dove i neuroscienziati cercheranno di svelare i misteri del cervello umano
Renzo Piano has brought the humanism of our culture to America. An example is his New Times Building, the
first skyscraper built after 9-11, which gave hope in the future back to the Big Apple. Today he is working on
the new Columbia University campus in Harlem where neuroscientists will seek to unlock the mysteries of the
human brain
Per gli americani è il moderno Brunelleschi
che ha ridisegnato il profilo di molte città
ed esportato la cultura dell’urbanità
europea nelle loro metropoli. Per i newyorkesi
Renzo Piano è qualcosa di più ancora: l’architetto
che con il primo grattacielo costruito dopo
l’11 settembre ha dato una risposta forte alla paura
seminata dal terrorismo e ha restituito agli abitanti
della Grande Mela la speranza nel futuro.
Quel grattacielo di 52 piani, alto 318 metri, un
piede più basso, volutamente, dell’Empire State
Building, è la sede del New York Times. Tirato su
tra l’ossessione del terrorismo e l’orgoglio di rinascita,
è stato inaugurato nel 2007. Piano, il primo
architetto a visitare le macerie fumanti di Ground
Zero, ricorda le riunioni con i giornalisti e con i
proprietari sulle idee progettuali. «All’inizio si parlava
soprattutto di sicurezza e mi chiedevano se
era possibile costruire grattacieli a prova di attentato
– racconta – Io rispondevo naturalmente
che non era possibile, che la nostra civiltà è magnifica
ma fragile e permeabile alla follia. E pur
rispettando i loro legittimi sentimenti, avevo spiegato
che una fortezza non mi sembrava proprio la
sede ideale di un giornale, che deve calarsi nelle
strade dove passano le notizie e la vita».
Quel palazzo delle notizie e delle idee è cresciuto
come lui l’aveva pensato: un trionfo di trasparenza
e di colori. Ma soprattutto di luce perché
«una città sicura è senza angoli bui» aveva
spiegato Piano ai suoi committenti. La luce e la
For Americans he is the modern Brunelleschi
who has redesigned the skyline of many of
their cities importing European “urbanity” into
their metropolises. For New Yorkers, Renzo Piano is
something yet more: the architect who built the
first skyscraper after 9-11 (September 11), giving a
strong response to the fear spread by terrorism, and
giving hope in the future back to the inhabitants of
the Big Apple.
That 52 floor skyscraper, 318 meters high – one foot
lower (deliberately done) than the Empire State
Building – is the new headquarters for the New York
Times. Erected amidst obsessions about terrorism
along with pride in rebirth, it was inaugurated in
2007. Piano, the first architect to visit the still
smoking ruins at Ground Zero, remembers his
meetings with journalists and with the owners on
the first drafts of his project. “At first all they talked
about was security, and I began to ask myself if it
was possible to build skyscrapers that were
terrorist-proof,” he tells us. “I answered naturally
that it was not possible. That our civilization is
magnificent but fragile, and it is permeable to
lunatics. And yet, though I respected their
legitimate concerns, I explained that a fortress did
not seem to me to be the ideal headquarters for a
world-famous newspaper. One that must go down
into the streets where there is life and news.”
And that building for news and ideas grew up just
as he had imagined it, in a triumph of transparency
and color. And light. Especially light, because “a safe
Renzo Raffaelli
31

lue interview
Da Pegli a San Francisco
FromPeglitoSan Francisco
Nato a Pegli (nel Ponente genovese) nel
settembre del 1937, padre costruttore
edile e laurea a Milano, Renzo Piano è
nel mondo l’architetto vivente che ha
realizzato opere nel maggior numero dei
paesi. Attualmente sta lavorando alla
cittadella del sapere della Columbia
University, ma i suoi progetti sono parte
della storia dell’architettura: dal Centre
Pompidou di Parigi all’aeroporto
giapponese di Osaka, dalla ricostruzione
di Potsdamer Platz di Berlino al centro
culturale di Tjibaou in Nuova Caledonia,
dall’Accademia delle Scienze di San
Francisco alla nuova sede della Morgan
Library e del New York Times, alla
ristrutturazione dei centri storici di
Otranto e di Genova. Nel 1998 ha
ricevuto alla Casa Bianca il Premio
Pritzker, diventando il secondo
architetto italiano dopo Aldo Rossi a
ottenere questo riconoscimento, e nel
2006 è stato il primo italiano ad essere
inserito dal Time nell’elenco delle cento
personalità più influenti del mondo. Dal
2004 è attiva a Genova Vesima la
Fondazione Renzo Piano, un ente noprofit
dedicato alla conservazione e la
valorizzazione dell’archivio dello studio
Piano, alla formazione e la didattica
rivolta ai giovani architetti con borse di
studio, pubblicazione di libri e
promozione di mostre.
Born in Pegli, along Genoa’s strip of the
Riviera, in September 1937, Renzo
Piano, the son of a builder, grew up to
become perhaps the world’s most
famous architect. He has works in
countless countries - at the moment he
is creating Columbia University’s new
technology campus in Harlem. Catching
the world’s eye with the Centre
Pompidou in Paris, he then went on to
design the Osaka Airport in Japan, the
reconstruction of Potsdamer Platz in
Berlin, the Cultural Center in Tjibaou,
New Caledonia. From the Academy of
Science in San Francisco to the new
headquarters of the New York Times and
the Morgan Library, to the renovation of
the old town quarter of Otranto in Italy,
along with Porto Antico in his native
Genoa. In 1998 in the White House in
Washington, he received the Pritzker
Prize for Architecture – just the second
Italian, after Aldo Rossi – and in 2006
Piano was the first Italian to be put on
Time Magazine’s list of the 100 most
influential people in the world. Since
2004, Fondazione Renzo Piano has been
activate in Genoa-Vesima. His nonprofit
foundation for the conservation
and exposition of the Studio Piano
Archives, also provides training and
education for young architects to whom
he gives scholarships, the publication of
books, and the promotion of exhibitions.
M.M.
trasparenza assicurano la comunicazione tra
l’edificio e le strade sottostanti mentre i colori
sono stati pensati per inserire il grattacielo in
una metropoli cangiante come poche altre: grazie
ad un rivestimento esterno fatto di barre rivestite
da un tubo di ceramica speciale l’edificio
si colora di rosso quando splende il sole e di azzurro
quando cade la pioggia.
Renzo Piano ha lasciato altri segni importanti su
grandi monumenti della cultura newyorkese come
la nuova sede della Morgan Library e quella
del Whitney Museum. E un altro ne lascerà nel
campus della Columbia University, nel cuore di
Harlem, dove il presidente Obama insegue il sogno
di strappare al cervello umano i segreti sino
ad oggi inaccessibili per sconfiggere malattie come
l’Alzheimer, il Parkinson, l’autismo. Il progetto
si chiama Mind Brain Behavior: sessantacinque
centri di ricerca dove lavoreranno i più
celebri premi Nobel delle neuroscienze insieme
ai loro migliori allievi. Nel campus sorgerà anche
Immagini da alcuni dei più importanti progetti "americani" di Piano.
Sopra, la sede della Morgan Library di New York, ampliata di oltre 10.000
metri quadri nel 2006. Nell'altra pagina (e, a fianco, il render), la zona di
Harlem dove nel 2016 sorgerà Mind Brain Behavior
Images of some of Piano’s most important projects in America. Above, the
Morgan Library Headquarters in New York, enlarged by over 10,000 square
meters (well over 102,000 sq. ft.) in 2006. On the other page (the rendering
at side) the area of Harlem where in 2016, Mind Brain Behavior
city is one without dark corners”, as Piano told his
clients. Light and transparency ensure
communication between the building and the
streets below, while color was thought out to blend
the skyscraper into a city that changes with the
light – thanks to special exterior cladding (made of
bars covered with special ceramic tubes) the
building turns red in bright sunlight and blue when
it rains.
But the New York Times Building is not the only
New York monument where Piano has left his mark.
He has also done the new headquarters for the
Morgan Library and that of the Whitney Museum.
Piano is also designing the new Columbia University
campus in the heart of Harlem. Here President
Obama dreams of solving the mysteries of the
human mind, examining secrets that up to now
have not been revealed to fight diseases like
Alzheimer’s, Parkinson’s, and autism. Called Mind
Brain Behavior, it encompasses 65 research centers
where the most famous Nobel prize-winners in
32

un centro dedicato alla creatività artistica ed
uno di geopolitica dove si studierà la fragilità dei
nostri ecosistemi. Una grandiosa cittadella del
sapere, in cui gli Stati Uniti hanno investito quasi
sette miliardi di dollari, che dovrebbe dischiudere
nuovi orizzonti all’umanità. Renzo Piano ha
già aperto i cantieri e i primi edifici dovrebbero
essere operativi nel 2016.
Negli ultimi cinque anni sei dei quattordici progetti
firmati da Renzo Piano sono stati realizzati
negli Stati Uniti: a Los Angeles (due) e a San
Francisco in California, a Chicago nell’Illinois, ad
Aspen in Colorado e a Boston nel Massachusetts.
Nella maggior parte dei casi si è trattato di gallerie
d’arte, musei, nuovi padiglioni espositivi,
luoghi di cultura e di incontro come l’Art Institute
di Chicago, il County Museum di Los Angeles,
la California Academy of Science di San
Francisco. La California Academy disegnata da
Piano è un capolavoro di bio-architettura, il museo
“più verde del mondo” con il tetto costituito
da 10 mila metri quadrati di piante e fiori.
In America Renzo Piano è uno degli architetti internazionali
più popolari: nel 1998 ha ricevuto
alla Casa Bianca dal presidente Bill Clinton il Premio
Pritzker, che è un po’ il Nobel dell’architettura,
ed è entrato anche nella galleria dei Simpson,
la famosissima sitcom animata creata dal
fumettista statunitense Matt Groening.
neurosciences will work, along with their most
capable students. The new campus will also have a
center dedicated to artistic creativity, and one for
geopolitical studies of the fragility of our
ecosystems. The United States has already invested
almost seven billion dollars in this great endeavor
which should expand humanity’s horizons. Renzo
Piano has already broken ground, and the first
building should be operational by 2016.
In the last five years, six of the fourteen projects
that Piano has done have been done in the United
States. He did two in Los Angeles (including the Los
Angeles County Museum), the California Academy
of Science in San Francisco, the Art Institute in
Chicago, another in Aspen, Colorado, and the sixth
in Boston: museums, new exposition halls, art
galleries, places of culture and encounters. The
California Academy of Science designed by Piano is
a bio-architectural masterpiece, “the greenest
museum in the world” with a roof made of 10,000
square meters of plants and flowers.
Renzo Piano is one of the most popular
international architects in America.
In 1998 President Bill Clinton in the White House
presented him with the Pritzker Prize, the
equivalent of the Nobel in architecture. Piano has
even entered into iconic American culture on the
Simpsons, the famous cartoon sitcom created by
Matt Groening.
intervista blue
“
All’inizio
mi chiedevano
se era possibile
costruire grattacieli
a prova di attentato.
La nostra civiltà
è magnifica ma fragile
e permeabile
alla follia
At first I asked myself
if it was possible
to build skyscrapers
that were terrorist-proof.
Our civilization
is magnificent, but fragile,
and permeable
to lunatic
”
33

lue
interview
Gambetta,
folksinger on the road
Il chitarrista genovese torna con l’Acoustic Night numero 13 e un nuovo disco (“The American Album”)
dedicato agli Stati Uniti. Una terra di incontri speciali e miti viventi come Pete Seeger, «che a 90 anni,
con le sue canzoni, prova ancora a cambiare il mondo»
The Genoese guitarist returns home with Acoustic Night number 13 and a new album
dedicated to the United States. A land of special encounters and living legends, like Pete Seeger
Matteo Macor
Il folksinger dei due mondi ha la stessa barba di
Garibaldi, ma parla l’inglese dolce delle vecchie
ballate del Midwest e accarezza la chitarra come
i grandi della musica a stelle e strisce. Parrebbe
un perfetto americano, se non avesse il nome
italiano del momento («di Beppe Grillo si parla
molto pure oltreoceano») e una casa a Castelletto
dove tornare per qualche mese l’anno, quando Genova
è troppo bella per stare altrove e in New Jersey
«il basilico che abbiamo in giardino non cresce
come dovrebbe».
Beppe Gambetta l’anno della cultura italiana in
America lo festeggia tutti gli anni da tempo: almeno
da quando ha deciso di trasferirsi con la
compagna Federica nel piccolo paese di Stockton,
nei boschi della contea di Hunterdon (NJ), quartier
generale da cui partire per i suoi tour in giro
per il globo e preparare i ritorni sul mare di casa.
A 57 anni è sempre lo stesso formidabile chitarrista
da strada «malato di “dromomania”, ossessionato
dal viaggio e dal bisogno di stare on the road»
e non fatica a dividere in due il suo cuore di
The folk singer of the two worlds has the same
beard as Garibaldi, but he speaks English softly
with a Midwestern twang, and he caresses his
guitar, as only the great musicians of the Stars and
Stripes do. You would think that he was the archetype
American, if it weren’t for his trendy Italian name
(“you hear a lot being said about Beppe Grillo now on
the other side of the Atlantic”) and his house in
Castelletto where he returns for a few months a year.
When Genoa is too beautiful to be elsewhere. And
when in New Jersey the heat becomes crushing, and
“the basil in our garden doesn’t grow properly”.
Beppe Gambetta has been celebrating the Year of
Italian Culture in America for quite some time now. At
least ever since he decided to move, with his
companion, Federica, to the little town of Stockton in
the woods of Hunterdon County (NJ) and to make it
his headquarters from where he tours the globe… and
prepares his return to home, on the sea.
At 57, he is still the formidable guitarist of the road.
Stricken with “moving sickness”, as he explains,
“obsessed with traveling, with the need to be on the
34

intervista
blue
Beppe Gambetta al Cadillac
Ranch, celebre installazione ad
Amarillo, Texas
Beppe Gambetta at Cadillac
Ranch, the famous installation
in Amarillo, Texas
35

lue
interview
La tredicesima notte
The Thirteenth Night
Quattro artisti per più di venti
strumenti. In programma dal 2 al 4
maggio, con l’Acoustic Night
edizione 2013 (la prima risale al
2001) Beppe Gambetta ha voluto
riunire alcuni dei più grandi
polistrumentisti del suo genere.
Lavorando su voce, fiati,
percussioni, strumenti a corda e
numerosissime tipologie di chitarra,
a portare il pubblico in mondi
lontani saranno John Jorgenson,
uno dei protagonisti di "Dialogs" (il
primo e storico disco di Gambetta,
registrato durante il suo primo
viaggio negli States), collaboratore
– tra gli altri – di Elton John e
Bonnie Raitt, Mike Dowling,
versatile autore di roots music
americana, dal Piedmont style (lo
stile dei maestri del Blues come
Mississippi John Hurt e Tampa Red)
al bottleneck blues e il vintage jazz,
e Radim Zenkl, californiano
originario della Repubblica Ceca,
dove ha studiato pianoforte, canto
e chitarra prima di innamorarsi del
mandolino americano ascoltando i
dischi che venivano
"contrabbandati" nell'allora
Cecoslovacchia.
Four artistes but more than twenty
instruments. On the program for
May 2 to 4, for Acoustic Night
2013 (the first was held in 2001)
Beppe Gambetta has decided to
gather together the greatest
players of multiple instruments in
his genre. Working with voice,
winds, percussion, string
instruments, and an incredibly vast
selection of guitar types, is John
Jorgenson, one of the leading
characters in Gambetta’s first and
historic record, "Dialogs", recorded
during his first visit to the United
States. Then there is Mike
Dowling, the versatile inventor of
American roots music, from the
Piedmont style (the style of the
Masters of the Blues like Mississippi
John Hurt and Tampa Red) to
bottleneck blues and vintage jazz,
and Radim Zenkl, who though
from California now, grew up in
the Czech Republic where he
studied piano, voice, and guitar
before he fell in love with the
American mandolin, listening to
records which were “smuggled”
into what was then Czechoslovakia.
musicista. A Genova tornerà per l’Acoustic Night
numero 13, dal 2 al 4 maggio al Teatro della Corte,
e agli States ha appena dedicato il suo nuovo
disco in uscita, “The American Album”, ispirato e
dedicato alla musica “roots” statunitense.
Un lavoro ancora più americano dei suoi album
precedenti, che pure al folk d’oltreoceano dovevano
tanto.
Esatto. Al contrario dei miei lavori precedenti, dischi
di contaminazioni con la musica italiana ed
europea, ho costruito canzoni volutamente molto
semplici: con una o due chitarre, come molti amici
e appassionati da tempo mi chiedevano, muovendomi
esclusivamente nel campo della musica
americana. Per me è qualcosa di artisticamente
nuovo. Ho cercato di fare nel mio mondo ciò che
fece Sergio Leone con i film western interpretati
con gusto italiano.
È un omaggio all’America di Guthrie e Seeger:
chitarra e tanta strada sotto i piedi
Sarebbe bellissimo essere come Pete Seeger: un
folksinger che a 90 anni e oltre prova ancora a
cambiare il mondo con le sue canzoni e la sua
energia. Con lui ci siamo incontrati qualche volta,
di Guthrie mi ha raccontato l’insegnamento più
prezioso che gli ha lasciato: «come salire sul treno
in corsa: – mi ha confidato – prima si lancia la chitarra,
poi si salta su».
Quali Stati Uniti ha scoperto, in tournèe nel
2012 e nel 2013
L’ultimo tour mi ha regalato grandi soddisfazioni.
Viaggiavo in coppia con il polistrumentista Peter
Ostroushko, abbiamo guidato dal Nord della California
fino al Texas e ritorno, passando per Arizona,
Nevada e New Mexico.
Una sera abbiamo suonato
vicino a Chicago all’Auditorium
del Fermilab, uno dei
più importanti Istituti di Ricerca
al mondo, e dopo il
concerto ho scoperto che il
direttore e gli scienziati più
importanti del Centro erano tutti italiani: ci siamo
ritrovati a tarda notte a casa di uno di loro
a mangiare e cantare insieme “Dio è morto”.
Quanta Italia, e quanta Liguria, si incontrano
sulle strade d’America
Gli incontri con liguri ed emigranti liguri non
accadono spesso ma sono molto intensi, a
volte indimenticabili. Ricordo
un dialogo con
una signora di ottant’anni in
dialetto ligure forbito. L’aveva imparato
dal papà e dai nonni a Sacramento, in California,
i suoi bisnonni venivano da Santa
road”. It doesn’t tire him to divide his musician’s heart
in two - he’ll be back in Genoa for Acoustic Night
number 13, from May 2 to 4 at the Teatro della Corte.
At the same time he has just dedicated his new album,
just out, to the States, as it is completely inspired and
dedicated to American “roots” music.
A work that is yet more American than your earlier
albums, though even they were heavily influenced
by folk music from across the ocean.
That’s right. Unlike my previous works, albums which
are contaminated with Italian and European music, I
deliberately constructed songs that were very simple –
with one or two guitars, like lots of my friends and
fans having been asking me for some time. It is a very
challenging step in which I have tried to express
something technically and artistically new, moving
exclusively through the field of American music. I tried
to create in my own world, what Sergio Leone did with
Westerns, interpreting them with a taste of the Italian.
So it’s a homage to Guthrie and Seeger, with the
guitar and a lot of road under your feet
I would love to be like Pete Seeger - a folksinger who
at 90 something is still trying to change the world
with his songs and his energy. I have met him a couple
of times. He told me that the most precious thing that
Guthrie taught him was “how to get on a moving
train” that’s what he told me, “first you throw your
guitar in, then you climb on board”. I, instead, am a
musician first – I try to send positive messages with
the choice and the contents of my artistic proposals.
What United States did you discover on your tours
in 2012 and 2013
The last tour gave me great satisfactions and
wonderful memories. My encounters with true friends
bring me unforgettable moments. We traveled as a
couple with Peter Ostroushko, who
plays many instruments. The
itinerary was complicated: from
North California we drove to Texas
and back, passing through Arizona,
Nevada, and New Mexico. One
evening we played near Chicago at
the Auditorium of the Fermilab, one of the most
important research institutes in the world, and after
the concert I discovered that the Director and all of
the most important scientists at the Center were
Italians. So we all gathered together late in the night
at the house of one of them, and we ate, and we
sang “Dio è Morto” together.
How much of Italy, and
how much of Liguria, does
one meet on the roads of
America
Meetings with Ligurians and Ligurian emigrants
don’t happen all that often, but when they do,
36

intervista
blue
Vittoria, dietro a Sestri Levante, ma non era mai
stata a Genova: parlava molto meglio di me ma
con la “r” all’americana, e mi dava del vusciá.
Negli Stati Uniti si racconta sia nata la leggenda
delle scarpette rosse, quelle da cui non si
separa più per andare in scena.
È tutto partito da Marassi, in un negozio di corso
Sardegna. Dove il giorno prima di partire per
gli States mi comprai due paia di Superga rosse
per la tournèe. Erano in offerta, costavano poche
lire, ma il pubblico americano la prese come ennesima
dimostrazione dello stile italiano.
Viaggiando si riesce a vedere il proprio paese
con occhi diversi
Pensavo di poter distaccarmi almeno un poco
dall’angoscioso quotidiano della nostra povera
Italia, ma non ci si riesce. Ogni sera, prima di addormentarci,
soffriamo guardando su internet i
tg nazionali. Solo Crozza e la Littizzetto ci tirano
su il morale. Noi italiani restiamo prigionieri del
nostro modo di essere, espresso dai politici nei
suoi difetti più gravi.
Nella sua seconda patria le cose vanno meglio
Negli Stati Uniti la tensione e lo scontro tra i due
schieramenti politici avversi sono a un livello simile
a quello italiano, ma penso che Obama abbia
il coraggio e l’intelligenza per andare avanti
nei cambiamenti.
Per Obama hanno suonato Seeger e Springsteen:
a quando Gambetta al Lincoln Memorial
Chissà (ride). Per ora, vista la nostra situazione, preferirei
cantare al di qua dell’oceano, magari con
Guccini e De Gregori, per l’insediamento – finalmente
– di un bravo presidente italiano.
they are very intense, at times unforgettable. I
remember a dialogue I had with a lady who was
eighty, but spoke a very polished Ligurian dialect. She
had learned it from her father and grandparents in
Sacramento, California. Her great-grandparents came
from Santa Vittoria, behind Sestri Levante, but though
she had never set foot in Genoa, her dialect was better
than mine. She did however have an American “r”, and
called me vusciá.
When you travel, you see your own country in a
different light. Do you see Italy more clearly or in a
more detached manner
I thought I could detach myself at least from the daily
anguish of our poor Italy, but there are times when I
just can’t. Each evening before going to bed, we suffer
through the Italian TV news broadcasts. We Italians
remain prisoners in our way of being, expressed by our
politicians in their most grave defects.
In your second homeland, are things really that
much better
In the U.S. the tension and the clashes between the
two political parties are similar to those in Italy, but I
think Obama has the courage and the intelligence to
go on with the change he promised. And then the
common people are beginning to wake up, to
understand the lies they’ve been told and the
hyperbole in the “official” media, and are starting to
seek out news from alternative sources.
Seeger and Springsteen played for Obama; when is
Gambetta going to do the Lincoln Memorial
Who knows (he laughs). For the moment, seeing the
situation, I would prefer to sing here, rather than
there. Maybe with Guccini or De Gregori, for the
election – finally – of a great Italian president.
The American Album è il
quattordicesimo disco di
Beppe Gambetta, il primo di
musica tipicamente
americana. In passato il
musicista genovese ha
spesso mischiato il folk con
le sonorità delle sue radici
liguri e diversi generi
musicali. Tra i suoi successi
ci sono anche alcune cover
delle canzoni di Fabrizio
De Andrè, come “Sinan
Capudan Pascià”
The American Album is
Gambetta’s fourteenth, but
the first featuring music that
is typically American. In the
past, the musician from
Genoa has mixed folk with
the sonority of his Ligurian
roots and other music genres.
Among his successes there
are also some covers from
songs by Fabrizio De Andrè,
like “Sinan Capudan Pascià”
37

lue interview
Luisi,Maestro at the Met
signore del Metropolitan
Fabio Luisi, 54 anni. Sarà
a Genova dal 18 al 31 maggio
con La Traviata
Fabio Luisi, 54, directs the
orchestra at the Metropolitan
Opera House of New York;
he returns to his native Genoa
from May 18 to 31
38

intervista blue
Dal 2011 è il “Principal Director” del prestigioso “Met” di New York, dopo una straordinaria carriera
da direttore d’orchestra tra Italia, Austria (“la mia seconda patria”) e Stati Uniti. A maggio tornerà nella
“sua” Genova per dirigere Verdi e Wagner. Del suo lavoro dice: «Una via di mezzo tra un vigile urbano,
il domatore di animali feroci e l’organizzatore di matrimoni»
Since 2011, he is the “Principal Director” of the prestigious “Met”, the Opera House of New York,
after an extraordinary career as orchestra director in Italy, Austria (“my second home”), and the U.S.
In May he will be back in “his own” Genoa to conduct Verdi and Wagner
Non credete a quello sguardo. A quel misto di
contegno formale e apparente distacco. C’è il
fuoco dentro Fabio Luisi, e hai la sensazione
che possa divampare da un momento all’altro, dietro
quegli occhiali tondi e il cipiglio del buon genovese,
mentre ti racconta di come ha conquistato New
York. Dal settembre 2011 è “Principal Guest Conductor”
al prestigioso Metropolitan Opera House, il primo
italiano a riuscirci dai tempi di Arturo Toscanini.
Strano destino per uno che aveva cominciato suonando
il piano, prima di dedicarsi a tempo pieno alla
direzione d’orchestra. Il grande bivio della sua vita
ha un nome, Milan Horvat, e un luogo, l’Austria,
«la mia seconda patria». Comincia da lì la sua straordinaria
ascesa all’Olimpo della lirica mondiale, passando
per Vienna, Parigi, Milano, Chicago, senza dimenticare
la “sua” Genova, dove tornerà a maggio
per chiudere la stagione con la Traviata verdiana e un
concerto per piano su musiche di Mozart e Wagner.
E, tra un’esibizione e l’altra, il 10 febbraio scorso si è
persino tolto lo sfizio di vincere un Grammy con
L’anello del nibelungo, premiato come miglior album
d’Opera 2013.
La metamorfosi in “classic star” è ormai completa
Non mi sento una star. Di certo il Grammy è un riconoscimento
importante, perché apparenta diversi
generi musicali. La speranza di noi artisti del “classical
business” è che cresca la curiosità per il nostro
repertorio da parte di un pubblico diverso da quello
abituale.
Facciamo un passo indietro, ai suoi esordi da
pianista.
Ho cominciato studiando pianoforte con Memi
Schiavina, a Genova, dove mi sono diplomato da privatista
al Conservatorio Paganini.
In una geografia artistica sempre meno eurocentica,
Genova è ancora una buona scuola
Assolutamente sì. Da questo conservatorio sono
usciti numerosi musicisti di alto profilo. Il problema,
semmai, è a livelli più alti e non interessa solo Genova,
ma l’intera situazione italiana. Sotto gli ultimi
governi, l’interesse per la cultura si è attenuata fin
Don’t believe that look. That mixture of formal
demeanor and apparent detachment. There is fire
inside of Fabio Luisi, and you have the sensation
that it can flare up from one moment to the other, from
behind those round glasses, and that typically Genoese
scowl, while he tells you how he conquered New York.
Since September 2011 he is the “Principal Guest
Conductor” at the prestigious Metropolitan Opera
House; the first Italian to reach these heights since the
times of Arturo Toscanini. A strange destiny for someone
who started off playing the piano (before he dedicated
himself full time to directing orchestras). The divergence
in the road of his life has a name, Milan Horvat, and a
place, Austria, “his second home”. And starting from
there is his extraordinary ascent to the Olympics of
world opera, passing through Vienna, Paris, Milan,
Chicago, without forgetting “his” Genoa, where he is to
return in May to conclude the season with Verdi’s
Traviata and a piano concerto with music from Mozart
and Wagner. And, between one exhibition and another,
on February 10 he even satisfied a whim, and won a
Grammy Award – with L’anello del nibelungo, awarded
the best opera of 2013.
So, your metamorphasis into a “classic star” is now
complete
I don’t feel like a star. Certainly, the Grammy is
important because it brings together diverse types of
music. The hope that we artists of the “classical
business” hold is that it will increase curiosity with
respect to our repertoire on the part of a public that is
different from the usual one.
Let’s take a step back in time, to your beginnings as
a pianist.
I started studying piano with Memi Schiavina, in Genoa,
where I got my diploma as a private student at the
conservatory, Conservatorio Paganini.
In an artistic geography that is ever more Eurocentric,
is Genoa still a good school
Oh, absolutely. Many high profile musicians have come
out of this conservatory. The problem, if anything, is at
higher levels, and not related only to Genoa, but to the
entire Italian situation. Under the last few governments,
Lorenzo Tosa
39

lue
interview
Maestri e tenori
Maestri & tenor
Per un genovese che ha conquistato
l’East Coast, ce n’è un altro che ha
stregato Hollywood. Ma questa volta
l’Opera non c’entra, almeno non
direttamente. A 56 anni, il grande
tenore Fabio Armiliato (nella foto) si
è scoperto divo del cinema. Merito di
un Woody Allen, che nel 2012 l’ha
voluto nel suo To Rome with love,
dove interpreta la parte
semiautobiografica di un impresario
di pompe funebri dotato di un
talento innato per il canto lirico. Con
un trascurabile inconveniente: riesce
a esibirsi solo sotto la doccia.
Un’interpretazione che gli è valsa una
tardiva celebrità nel tempio
della celluloide, dopo una carriera
trentennale spesa tra i santuari della
lirica mondiale, dalla Scala di Milano
a Buenos Aires, da Vienna a San
Francisco. Insieme a lui, nell’arte e
nella vita, il soprano genovese
Daniela Dessì, che il Teatro Carlo
Felice attende di vedere duettare,
dopo che nel dicembre scorso
Armiliato aveva disertato la Turandot
di Giuliano Montaldo per
un’improvvisa indisposizione.
For the man from Genoa who
“conquered” the hearts of the East
Coast, there is another side of him
which has bewitched Hollywood. But
this time Opera has nothing to do
with it, at least not directly. At 56,
the great tenor, Fabio Armiliato
(photo), has found himself turned
into a movie star. And Woody Allen is
to blame. In 2012 he pushed him into
To Rome with Love, having him play
the part of (almost) himself – a
funeral parlor owner with an inborn
talent for opera singing – with just
one little problem, he only performs
in the shower. The part sent Armiliato
into late stardom on the screen, after
a thirty year career in the opera that
ranged from La Scala in Milan, to
Buenos Aires, Vienna, and San
Francisco. Together with him, in art
as in life, is the Genoese soprano,
Daniela Dessì.
quasi a scomparire, con un conseguente decadimento
di tutto il settore.
Come se ne esce
Modificando la struttura. In Italia, come in Europa, i
teatri dipendono in larghissima parte dalle sovvenzioni
statali, mentre qui negli Stati Uniti si vive soprattutto
sul sostegno dei privati. Basti pensare che
al “Met” la partecipazione statale è inferiore allo
0,5% del totale.
Il modello americano è esportabile anche da noi
In una certa misura sì. Credo che la cultura sia l’anima
di un’azione, perciò spetti allo Stato promuoverla
e finanziarla, incoraggiando, però, i privati a intervenire
attraverso un’adeguata defiscalizzazione,
che in Italia manca completamente.
Dopo Genova, l’Austria, dove “prende i voti” da
direttore.
Per molti anni è stata la mia seconda patria. Di quell’esperienza
ho assimilato alcuni aspetti che ancora
mi porto dietro, come la tenacia, la disciplina, la precisione
e la puntualità. Ma oggi mi sento, in tutto e
per tutto americano.
Che consigli si sente di dare a un giovane che
vuole seguire le sue orme
Gli consiglierei di pensarci bene prima di affrontare
una carriera che richiede enormi sacrifici. Di approfondire
lo studio tecnico e vocale, poiché una tecnica
solida è garanzia di una carriera lunga, di fidarsi
di poche persone e dubitare degli elogi.
Chi è il direttore d’orchestra
Una via di mezzo tra il vigile urbano, il domatore di
animali feroci e l’organizzatore di matrimoni. Allo
stesso tempo guida e compagno degli altri artisti
coinvolti in una performance musicale.
Qual è l’opera decisiva per la sua carriera
Non ce n’è stata solo una, ma almeno tre: il Barbiere
di Siviglia di Rossini, la Tosca di Puccini e, senza
dubbio, il “Ring” wagneriano (L’anello del Nibelungo
ndr).
Lo stesso che dirigerà a Genova a maggio. Emozioni
particolari nel tornare a esibirsi nella sua
città
Tornare a casa è sempre una sensazione speciale.
Adoro Genova e la trovo ad ogni visita più bella e
magica. Di questa città porto con me tantissimi ricordi
legati a luoghi diversi: piazza San Matteo, i vicoli,
il Righi, la periferia, che conserva ancora angoli
nascosti e incantevoli, tra Rivarolo, Certosa e
Cornigliano.
Lei è noto per la sua proverbiale eleganza, anche
durante le prove.
Credo che la cura della propria presentazione sia
fondamentale, anche e soprattutto quando non si
va in scena. È un segno di rispetto nei confronti del
proprio lavoro e dei propri colleghi.
interest in culture has been dampened to the point
where it has almost disappeared, with decadent
consequences that then affect the whole sector.
And how can we get out of this situation
By modifying the structure. In Italy, as in the whole of
Europe, theatres depend for the great part on state
funding, while in the United States they are supported
mainly by private contributions. Just think that at the
“Met”, the government contributes less than 0.5
percent of the total.
The American model can work here
To a certain extent, yes. I feel that culture is the soul of
an action, and therefore it is the State’s responsibility to
promote and to finance it, encouraging, however,
private funds by offering them tax benefits, which in
Italy at the moment do not exist.
After Genoa, it is Austria.
For many years Austria has been my second home. From
this experience I have assimilated some aspects which I
still carry inside of me – like tenacity, discipline,
precision, and punctuality. But today I feel fully
American.
What advice would you give a young person who
wishes to follow in your footsteps
I would advise him to think twice before facing a career
which requires such enormous sacrifices. To study indepth
technique and voice, because a solid technique is
the guarantee of a long career. To trust only a few
people, and to be wary of praise as a principle.
Who is the director of an orchestra
An orchestra director is a cross between a policeman, a
lion trainer, and a wedding organizer. And at the same
time he guides and accompanies the artistes who are
involved in a musical performance.
Which has been the most decisive opera for your
career
There hasn’t been just one, but at least three: Rossini’s
Barber of Seville, Puccini’s Tosca, and without a doubt,
Wagner’s “Ring”.
Just like you are going to do in Genoa this May. Do
you feel a special emotion on returning to perform
in your hometown
Coming home is always a special feeling. I adore Genoa,
and I find each visit more magical and beautiful. I take
so many memories with me, tied to so many different
places: Piazza San Matteo, the medieval alleyways in the
old city, Righi, the outskirts, which still conserve hidden
and enchanted corners among Rivarolo, Certosa, and
Cornigliano.
You are famous for your proverbial elegance, even
during rehearsals.
I feel that taking care of the way you present yourself is
fundamental, even and above all when you are not in
the spotlight. It is a sign of respect for your work and
for your colleagues.
40

Se il Carlo Felice inciampa nella prosa
And Carlo Felice “Stumbles” onto Prose
intervista
Ad aprile entra nel vivo la stagione 2012-13 del Teatro dell’Opera genovese con cinque concerti internazionali, gli omaggi a Gershwin
e Mascagni, la Traviata di Luisi e l’apertura al teatro di narrazione con Oz on the Road, tratto dal capolavoro di Lyman Frank Baum
In April the 2012-13 season at the Genoese Opera House really takes off, with five international concerts in homage to Gershwin
and Mascagni, the Traviata by Luisi, and its first theatre narration, Oz on the Road, from the works of the wizard L. Frank Baum
blue
Era stata annunciata nell’ottobre
scorso come una stagione “taglia
e cuci”, per far fronte a una crisi
economica e culturale senza
precedenti. Ha finito per diventare
quella dell’orgoglio e del rilancio.
Persino rivoluzionaria, per il
coraggio di fondere generi e stili, la
nicchia di melomani e il pubblico
popolare. Lirica, balletto, sinfonica,
ma anche equilibrismi sperimentali
- come il Lago dei Cigni on Ice - e
l’apertura alla prosa.
Deludendo chi si attendeva un
cartellone in tono minore, il Teatro
Carlo Felice ha scommesso ancora
una volta sulla qualità e la fedeltà
dei propri interpreti, che in alcuni
casi si sono persino autoridotti il
cachet pur di esibirsi a Genova.
“Esserci è un’altra cosa”, insomma,
come recitava lo slogan di
presentazione della stagione 2012-
13. Che nei prossimi mesi entrerà
nel vivo con un cinque concerti
internazionali, l’ultimo atto del
calendario operistico e un
“inciampo” nel puro teatro di
narrazione. È il caso di Oz on the
road, lo spettacolo tratto dal
capolavoro di Lyman Frank Baum,
tradotto e tradito da Emanuele
Conte (9, 10, 14 e 16 aprile, in
collaborazione con il Teatro della
Tosse). Per gli amanti della classica,
si riparte venerdì 5 aprile con il
Gala Gershwin: il personale
omaggio di Wayne Marshall al
It was to be, as announced in
October, a “cut and paste” season,
due to an economic crisis without
precedent, leading to
unprecedented cuts in culture. It
ended up however being a season
of pride and recovery. Perhaps even
a revolutionary season, with the
courage to fuse genres and styles,
music lovers and the populace.
Opera, ballet, symphonies, but also
experimental balancing acts such
as Swan Lake on Ice – and the
opening of the Opera House to
prose.
To the great joy of those who were
afraid of a subdued program, Opera
House Teatro Carlo Felice has bet
once again on the quality and
fidelity of its players, who in some
cases have even accepted less pay
in order to be able to perform in
Genoa. “Being here is something
different” after all, as the
presentation slogan of the 2012-13
season recited. In coming months
this will come to life in five
international concerts, the last
performance on the opera
program, and a “stumble”
into pure theatric
narration. Oz on the
Road, the show
taken from L. Frank
Baum’s masterpiece
(The Wizard of Oz), has
been translated and
treated by Emanuele
Conte (April 9, 10, 14
grande pianista e compositore
statunitense. Si prosegue il 19 aprile
con il Maestro russo Dmitri
Kitajenko, su musiche di Mozart e
Chajkovskij. Maggio sarà, invece, il
mese di Fabio Luisi, che avrà
l’onore di chiudere sia la stagione
lirica - dirigendo dal 18 al 31 sei
delle otto date della Traviata, in
una sorta di staffetta con Gaetano
D’Espinosa - sia quella sinfonica,
accompagnato al pianoforte da
Andrea Bacchetti. Da segnare a
matita rossa sull’agenda il concerto
monografico che il 3 maggio
Maurizio Billi dedicherà a Pietro
Mascagni, nel centocinquantenario
dalla nascita del grande
compositore, mentre ai primi di
giugno cala il sipario anche sulla
GOG nel segno di Beethoven,
diretto da Pietro Borgonovo, per il
piano del talento russo Lukas
Geniušas.
Lo.To.
and 16, in collaboration with the
Teatro della Tosse). For those who
love a more standard fare, April 5
heralds the Gala Gershwin: a
personal homage by Wayne
Marshall to the great pianist and
composer from America. Next
comes the Russian maestro, Dmitri
Kitajenko, bringing Mozart and
Tchaikovsky on April 19. May
instead will be the month of Fabio
Luisi, who will have the honor of
concluding the opera season with
the Traviata – which he will be
directing on six of the eight dates
from May 18 to May 31, changing
places for two nights with
Gaetano D’Espinosa – and also the
symphonic season, accompanied on
the piano by Andrea Bacchetti.
Mark your calendars for the
monographic concert on May 3
which Maurizio Billi will dedicate
to Pietro Mascagni, on the 150
birthday of the great composer,
and also for early June where the
curtain will rise on the GOG
playing Beethoven, directed by
Pietro Borgonovo, with the
talented Russian pianist,
Lukas Geniušas.
41

lue
interview
Schiffini,
ambasciatore dell’italian design
the Ambassador of Italian Design
La sue cucine progettate da designers prestigiosi come Vico Magistretti hanno
conquistato il mondo, da Pechino a New York. Veniva dagli Stati Uniti la prima cucina
che negli anni ’50 ha ispirato la produzione industriale dell’azienda spezzina
Its kitchens are designed by designers of great prestige like Vico Magistretti and have
conquered the world from New York to Beijing. The first modular kitchen came from
the U.S. in the fifties, inspiring the industrial production of this famous kitchen
cabinet maker from La Spezia
Renzo Raffaelli
La prima cucina, quella che ha ispirato la
produzione industriale che ha conquistato il
mondo, veniva dagli Stati Uniti. Il padre di
Enrico Schiffini, l’attuale amministratore unico
dell’azienda leader nell’arredamento cucine, nel
primo dopoguerra l’aveva vista in casa di un
amico: era in lamiera ed era modulare, cioè fatta
di tanti mobili componibili.
Un modo “rivoluzionario” di ridisegnare gli spazi
dove, in Italia, troneggiava ancora la madia.
Lui, che fino ad allora si era occupato dell’arredamento
di navi militari e civili, s’era messo a
produrre, prima industria italiana, cucine componibili
di legno laccato o rivestite di laminato
plastico (formica).
Un’intuizione felice che avrebbe aperto i mercati
alla piccola azienda nata nel 1925 per lavorare
principalmente sugli appalti dell’Arsenale militare
e del Muggiano.
Dagli Stati Uniti arrivò dunque l’idea vincente e
oggi negli Stati Uniti, curiosa fatalità, le cucine
Schiffini arredano interi grattacieli a New York,
a Philadelphia, a Chicago, a San Francisco.
Ma per affermare il brand la chiave di volta è
stato l’Italian Design, cioè l’incontro tra i produttori
che volevano rinnovare i loro prodotti e
gli architetti che volevano innovare il modo di
abitare.
«La passione per il design io e mio fratello l’abbiamo
presa da mia madre, affascinata dalla bel-
The first kitchen, the one that inspired the
industrial production that went on to conquer
the world, came from the United States. The
father of Enrico Schiffini, the present C.E.O. of this
world-leader in kitchen cabinets, just after the war
first saw it in a friend’s home.
Made of sheet metal, it was modular, i.e. made up
of many similar units that could be put together. It
was a “revolutionary” way to redesign space where,
in Italy, antique sideboards predominated. Up till
now he had been working on military and civilian
shipboard furnishing, but he now began to produce
– the first Italian company in the field – modular
kitchen cabinets in lacquered wood or in formica.
This lucky bit of intuition opened up new markets
for this small firm, born in 1925 to work mainly on
projects for the Navy and the Muggiano area of La
Spezia.
So the winning idea came from America, but now
in America, curiously enough, Schiffini furnishes
kitchens in entire skyscrapers in New York,
Philadelphia, Chicago, and San Francisco.
What made the name of the brand was Italian
Design. Or in other words, the encounter between
the producers who wished to renew their product
and the architects who sought innovation in “living
modes”.
“Passion for design is what my brother and I
inherited from our mother, who was fascinated by
the beauty and function of objects,” tells Enrico
42

intervista
blue
Enrico Schiffini, titolare
dell'azienda lanciata dal
padre nel 1925 e sbarcata
nel mercato mondiale
negli anni Sessanta
Enrico Schiffini, present
owner of the company
that his father launched
in 1925, launched
Schiffini kitchens into the
world market in the sixties
43

lue interview
“
Vico
lezza e dalla funzionalità degli oggetti – racconta
Enrico Schiffini – E nei primi anni ’60 producemmo
una cucina interamente in legno pensata
per un luogo dove si faceva da mangiare ma
si poteva anche conversare e ricevere gli amici».
L’azienda spezzina fu tra le prime a interpretare
nella sua linea di produzione la trasformazione
dell’Italia da società agricola a società industriale
con l’emancipazione della
donna, la scomparsa del personale
domestico e un nuovo concetto
dell’abitare.
La Schiffini ha legato il suo successo
alla genialità di Vico Magistretti,
il padre dell’Italian Design
che ha collaborato con
l’azienda spezzina dal 1965 sino
all’anno della sua scomparsa, il
2006. «Lui era un teorico del
Concept Design, dell’idea che
viene prima della forma - spiega
Enrico Schiffini – E diceva che il
design, a differenza della moda,
produce oggetti destinati a durare
nel tempo. Come le nostre
cucine».
Oggi le forme delle cucine escono
prevalentemente dalla matita
di Alfredo Aberli, famoso architetto-designer
svizzero.
Negli States la Schiffini è sbarcata
una quindicina d’anni fa
dopo aver conquistato all’italian
style applicato alle cucine alcuni
autorevoli architetti americani.
Dal 2001 gestisce uno show room
a New York, nel quartiere di
Soho dove sono presenti i maggior
marchi italiani, uno a Chicago
ed ora si appresta ad aprirne
uno anche a Miami.
In America molto spesso gli appartamenti vengono
venduti con la cucina arredata e la Schiffini
ha firmato l’arredo di interi palazzi. Uno di
questi si chiama New Green, è davanti alla Statua
della Libertà e di due appartamenti è proprietario
Leonardo Di Caprio.
«Quello americano è un mercato difficile ma
molto interessante dove si registrano consumi di
qualità molto alta – dice Enrico Schiffini – Un
tempo quella americana era la società dello spreco,
oggi è fortemente aumentata la coscienza
ecologica e le nostre cucine con la più bassa
emissione di formaldeide e i materiali riciclati incontrano
molti consensi».
Schiffini. “And in the early sixties we came up with
a kitchen made totally of wood, to create a place
where you could cook but also receive friends and
chat.” This company from La Spezia then became
one of the first to reflect in its production line the
transformation of Italy from an agricultural society
to one based on industry with women’s lib, the
disappearance of domestic help, and new living
concepts. Schiffini tied its
success to Vico Magistretti’s
genius. The father of Italian
Design, Magistretti began his
collaboration with Schiffini
in 1965, and it only ended
with his death in 2006.
“He was the theoretician of
Concept Design - the idea
that becomes form,” explains
Enrico Schiffini, “and he
would say that design is
different from fashion. It
produces objects that are
made to last over time. Like
our kitchens.”
Today the forms that
Schiffini kitchens take are
mainly the brainchild of
Alfredo Aberli, the famous
Swiss architect-designer.
Schiffini reached the U.S.
around fifteen years ago,
after having won over
several renown American
architects to Italian style
applied to kitchens.
Since 2001 it has been
running a showroom in Soho
in New York where the major
Italian brands are present.
It has another in Chicago and
soon will open one in Miami. In America most
condominiums are sold with their kitchens already
in place, and so, Schiffini has signed off on the
interior design of entire apartment buildings.
One of these is New Green, in front of the Statue
of Liberty, and two of its apartments are owned by
Leonardo Di Caprio.
“The American market is difficult, but very
interesting, where quality consumption is very
high”, says Enrico Schiffini. “America once was
synonymous with wastefulness, but today
ecological conscience is high, and our kitchens
with the lowest amount of formaldehyde
emissions and recycled materials are in great
demand.”
Magistretti
era il teorico
del Concept Design,
ideatore di oggetti
destinati a durare
nel tempo. Come
le nostre cucine
Vico Magistretti was
the brains behind
Concept Design,
the designer of objects
made to last over time.
Like our kitchens
”
44

intervista blue
Dalla Vespa alla gazzosa
Liguria in the Era of Vespa and Soda
Photo Wolfsoniana
La Liguria nel ‘900 ha dato un contributo rilevante all’affermarsi del “made in Italy” nel mondo: con i transatlantici
arredati da ditte specializzate ai mobili e alle ceramiche sino alla futurista bottiglia di gazzosa con la biglia
Liguria in the 1900s made a relevant contribution to design “Made in Italy” for
the world. From its oceanliners, furnished by its specialized firms, to its ceramics
and even its Futurist soda bottles with a marble in it
Matteo Fochessati
La storia delle arti decorative e
del design in Liguria, nel
corso del Novecento, si è
sviluppata attraverso due
fondamentali direttrici: da un lato
il design industriale dei mezzi di
trasporto; dall’altro l’attività
produttiva e progettuale scaturita
da una diffusa rete di manifatture
e laboratori artigianali.
Nel primo ambito, l’Ansaldo
svolse un ruolo preminente in
campo navale: i più celebri
transatlantici del Novecento, dal
Rex alla Michelangelo, furono
infatti progettati e costruiti nei
suoi cantieri del ponente
genovese che, per gli allestimenti
interni, si avvalsero della
collaborazione degli architetti
Gustavo Pulitzer, Gio Ponti e
Nino Zoncada; di ditte
specializzate negli arredi, come la
“Ducrot Mobili e Arti Decorative”
di Palermo, e di celebri artistidecoratori,
come Galileo Chini. La
Piaggio invece, che nelle sue
officine liguri aveva costruito
piroscafi, veicoli ferroviari e
aeroplani, nell’immediato
dopoguerra riconvertì la sua
produzione, realizzando nei propri
stabilimenti di Pontedera la
Vespa: ideato da Rinaldo Piaggio
e progettato nel 1946 da
Corradino D’Ascanio, il celebre
scooter contribuì ad affermare
ben presto, in tutto il mondo, il
brand del made in Italy.
L’apporto delle piccole
manifatture artigianali alla
The story of the decorative arts
and of design in Liguria
during the 1900s is the story of
two paths taken. One creating
industrial design for means of
transport. The other carrying out
production and design activity
stimulated by the widespread
Ligurian network of factories and
artisan workshops.
In the first setting, Ansaldo
carried out a leading role in the
naval design field. The most
famous oceanliners of the 1900s,
from the Rex to the
Michelangelo, were, in fact,
designed and built in the
shipyards of the Genoese colossus
which used, for its interiors, a
series of excellent architects –
Gustavo Pulitzer, Gio Ponti, and
Nino Zoncada; of interior design
firms – “Ducrot Mobili e Arti
Decorative” of Palermo; and
famous artist-decorators – like
Galileo Chini. Piaggio, instead,
having made steamships, train
engines and airplanes, after the
war turned its production – in its
factories in Pontedera – into the
Vespa. The idea was Rinaldo
Piaggio’s, and it was designed in
1946 by Corradino D’Ascanio. The
famous scooter became almost
immediately, throughout the
whole world, the brand for Made
in Italy. The contribution given
by the small artisan businesses
nascita del design in Liguria si
può far risalire, all’inizio del
secolo, all’attività del laboratorio
di ebanisteria di Alberto Issel,
pittore garibaldino riconvertitosi
per ragioni di salute alle arti
decorative, a conferma
dell’importante ruolo svolto allora
in Italia, in tale ambito, da
esponenti di primo piano del
panorama artistico.
In un secondo tempo divenne
invece preminente il contributo
degli architetti: Mario Labò,
autore degli arredi per il caffè del
teatro Carlo Felice, segnalati nel
1930 su “Casabella”, fondò ad
esempio nel 1928 la Diana
(Decorazioni Industrie Artistiche
Nuovi Arredamenti), specializzata
nella produzione di ceramiche,
mobili e tessuti; mentre Luigi
to the birth of design in Liguria,
can be traced to the turn of the
century, to the activity of the
cabinet-maker, Alberto Issel, the
painter friend of Garibaldi, who,
returning for health reasons to
the decorative arts, confirmed the
important role played at the time
in that setting by leading
members of the artistic
panorama.
Later however the contribution of
architects became preeminent.
Mario Labò, the interior designer
of the Café at the Teatro Carlo
Felice, highlighted by the
architectural magazine
“Casabella” (that still exists today)
in 1930, founded in 1928 the
Diana (Decorations Industries
45

lue interview
Vietti - coordinatore con Luigi
Carlo Daneri del gruppo di
progettisti genovesi della Casa
d’acciaio, presentata in occasione
della V Triennale di Milano del
1933 - progettò alcuni celebri
arredi, caratterizzati da una
peculiare sintesi formale tra le
impostazioni razionaliste del
Bauhaus e l’organicismo di Alvar
Aalto. E non bisogna dimenticare,
nel contesto progettuale del
dopoguerra, i rigorosi allestimenti
di Franco Albini per il patrimonio
museale genovese o il progetto di
Ponti per la sedia Superleggera,
ispirata alle famose chiavarine.
Sempre negli anni Trenta, grazie
al sodalizio tra Marinetti e Tullio
Mazzotti, le manifatture di
ceramica di Albisola diedero
invece vita a una dinamica e
innovativa produzione futurista
che penetrò anche, con la sua
dirompente carica estetica, nella
produzione della S.A.V. (Società
Artistica Vetraria) di Altare, la
quale alternò, nella prima metà
del Novecento, prodotti seriali (la
famosa bottiglia della “gazzosa
con la biglia”) con monumentali
opere da esposizione o piccole
serie d’artista, come i bicchieri di
Alma Fidora presentati alla VI
Triennale di Milano del 1936.
Anche la Mita (Manifattura
Italiana Tappeti Artistici), fondata
nel 1927 a Genova Nervi da
Mario Alberto Ponis e da lui
diretta sino al 1970, affidò il
design dei suoi tappeti a un
futurista, Fortunato Depero,
avviando poi un’intensa
collaborazione con artisti come
Arturo Martini e con gli architetti
Ponti, Buzzi e Lancia e
rinnovando quindi nel
dopoguerra la sua attività,
attraverso la produzione di tessuti
stampati in serigrafia su disegno
di Borella, Scanavino, Arnaldo
Pomodoro, Sottsass Jr., Paulucci,
Costantini e Carmi. Quest’ultimo
fondò a Genova nel 1963, con
Max Bill, Vasarely, Costantini,
Luzzati, Dorfles, Celant, Beringheli
Artistic New Arrangements),
specializing in the production of
ceramics, furniture, and textiles.
In the same period, Luigi Vietti -
coordinator with Luigi Carlo
Daneri of the group of Genoese
designers of the Steel House,
Casa d’acciaio, making their
debut on the occasion of the V
Triennial of Milan in 1933 –
designed some famous interiors
characterized by a peculiar formal
synthesis between the rational
framework imposed by the
Bauhaus and the organic
architecture of Alvar Aalto. Also
not to be forgotten, in the postwar
context, are the rigorous
designs by Franco Albini for the
Genoese museum heritage or the
project by Ponti for the superlight
chair, the Superleggera,
inspired by the famous Chiavarine
chairs of Chiavari.
During the thirties as well, thanks
to the fellowship between
Marinetti and Tullio Mazzotti, the
Design ligure tra gli anni
Venti e Trenta: il Salotto
di Luigi Fontana & C e una
sedia di Luigi Vietti
Ligurian Design between
the Twenties and Thirties:
Salotto (Living Room) by
Luigi Fontana & C, and a
chair by Luigi Vietti
e Minetti, la Galleria del Deposito
che, avvalendosi di stampi
industriali già predisposti per una
produzione seriale, promosse la
realizzazione di una serie di
multipli, la cui rilevanza fu
centrale all’interno del dibattito
estetico degli anni Sessanta. Non
a caso proprio a Genova inaugurò
nel 1966 Eurodomus,
manifestazione patrocinata dalla
rivista “Domus” che, affiancando
produzioni molto diversificate nel
campo dell’arte e del design,
propose, nelle sue quattro
edizioni (le altre ebbero luogo a
Milano e a Torino), una
sperimentale presentazione
dell’arredo per la casa.
manufacturers of ceramics in
Albisola, an innovative and
dynamic Futurist production was
brought to life which penetrated
even – with its disruptive
esthetics – into the production at
S.A.V. (the Artistic Glass
Company) of Altare, which
alternated, in the first half of the
1900s, between serial products
(the famous bottle for “the soda
with the marble”) and
monumental exposition works or
small artists’ series, like Alma
Fidora’s glasses presented at the
VI Triennial of Milan in 1936.
Even the Mita (Italian
Manufacturers Italy of Artistic
Carpets) founded in 1927 in
Genoa-Nervi by Mario Alberto
Ponis and directed by him until
1970, entrusted the design of its
carpets to a Futurist, Fortunato
Depero, thereby starting an
intense collaboration with artists
like Arturo Martini and architects
like Ponti, Buzzi, and Lancia. This
renewed activity after the war
through the production of silkscreened
textiles on the designs
by Borella, Scanavino, Arnaldo
Pomodoro, Sottsass Jr., Paulucci,
Costantini and Carmi. Carmi
founded in Genoa in 1963, with
Max Bill, Vasarely, Costantini,
Luzzati, Dorfles, Celant, Beringheli
and Minetti, the Galleria del
Deposito which through the use
of industrial prints already set up
for serial production, promoted
the creation of a multiple series,
whose relevance became central
to the inside of the esthetic
debate of the sixties. It was not a
fluke that right here in Genoa in
1966 Eurodomus was organized.
This event, under the patronage
of the magazine “Domus” which,
alongside many diversified
productions in the field of art and
design, proposed, during the
course of four years (the other
events took place in Milan and
Turin), an experimental
presentation of furnishings for
the home.
46

occhi
Rifatti G gli
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lue cover
Liguri
pionieri del Nuovo Mondo
Pioneers in the New World
©
Flavio Costantini - courtesy Sagep Editori, Museo Luzzati
Molti vi giunsero con Colombo nel 1492 e tra il Cinque e Seicento l’oro e l’argento
dell’America spagnola già gonfiavano le borse dei potenti genovesi della Strada Nuova.
Nell’800 i liguri protagonisti negli States di molte attività: fondarono giornali e aprirono
importanti attività commerciali
Many Ligurians arrived with Columbus in 1492. And during the 1500s and 1600s, gold
and silver from Spanish America filled the purses of the powerful Genoese who built palaces
on Strada Nuova. In the 1800s Ligurians in the U.S. founded Bank of America and Del Monte
48

La Cover story
Intrecci liguri-americani
Ties between Liguria
and America
Viaggio per date e personaggi alla scoperta
del legame celebrato dall'anno della cultura
italiana negli Stati Uniti. Nella storia come
nell'arte, nel teatro come nello spettacolo,
nella musica e nella letteratura come nel gusto
A voyage through dates and personalities –
from history to art, theatre, music, literature,
even gastronomy – all to be celebrated in
The Year of Italian Culture in America
Abitando una regione di frontiera che custodisce
in sé la più “atlantica” delle città
italiane, i Liguri guardano con naturalezza
a Occidente. Dotati di un porto situato nello
strategico “triangolo” ligure- padano-piemontese
e di un enorme “capitale caldo” racchiuso nei
loro forzieri e nel Banco di San Giorgio, scivolando
tra scontri europei ed extraeuropei, fin dal
medioevo essi fanno dell’unica regione italiana
veramente transnazionale un’area di costante
We live in a “frontier region” which holds
more of the Atlantic than most Italian
cities. For the Ligurian, it is natural to look
west. Gifted with a port situated at the apex of the
strategic Genoa-Turin-Milan triangle and a lot of
“hot capital” in their Renaissance coffers, not to
mention Genoa’s Bank of St. George [the world’s
first], Genoa has often slipped between European
and extra-European clashes and conflicts. Since the
Middle Ages, Liguria has been a unique region of
Gabriella Airaldi
49

lue cover
1797
Gli Stati Uniti aprono
il loro primo consolato
italiano a Genova,
la città di Giuseppe
Mazzini
The newly born United
States of America opens
its first Italian consulate
in Genoa, home of
Giuseppe Mazzini
1830
Angelo Garibaldi
propone una linea di
navigazione tra Genova
e il Nord America
Angelo Garibaldi
proposes a navigation
line between Genoa
and North America
1848
Negli anni dei
Mameli e dei Bixio,
la flotta statunitense
staziona a La Spezia
In the years of
Mameli and Bixio,
the Americans
station a fleet
in La Spezia
circolazione di stranieri e di idee, in cui vive un
popolo teso continuamente alla ricerca di nuove
opportunità. Una regione in cui la fedeltà al
sistema cittadino e alla formula repubblicana, al
mercato e alla libera azione economica, la vivacità
del dibattito e dello scontro politico danno
vita a un’identità da tutti considerata “diversa”.
Non è un caso dunque che i Liguri incontrino il
Nuovo Mondo già nel 1492, quando alcuni di loro
vi giungono con Colombo e che, da quel momento
in poi, declinata in mille sfumature e in
mille voci diverse, la loro storia s’intrecci con
quella delle Americhe senza soluzioni di continuità.
Tra Cinque e Seicento, nel “Secolo dei Genovesi”,
l’argento e l’oro dell’America spagnola
colmano le borse dei potenti che abitano gli
splendidi palazzi della Strada Nuova, la “via aurea”
celebrata da Rubens.
Infatti l’America meridionale e centrale, il Messico
e la California fervono presto delle loro attività;
ma i Liguri non si fermano lì e, fedeli ad
antiche relazioni e a nuove opportunità offerte
dall’espansione francese e inglese, arrivano anche
in Canada e negli Stati Uniti.
Idee e comportamenti naturalmente affini ai
principi della Rivoluzione americana e francese li
spingono verso una modernizzazione di sistema
che si avvale anche degli esiti della rivoluzione
industriale inglese. Angelo Garibaldi, fratello
del più famoso Giuseppe uomo d’affari e console
a Philadelphia, è il primo a proporre, nel 1830,
una linea di navigazione tra il regno di Sardegna
e il Nord America, poi realizzata con la “Transatlantica”
da Raffaele Rubattino. Cento anni dopo
l’Unità Genova, affiancata da Savona, La Spezia
e Imperia sarà ancora la capitale della
siderurgia italiana e dell’industria saccarifera, il
primo porto delle linee di navigazione internazionale
e il più ricco centro di capitali.
Non è un caso dunque che nel 1797 gli Stati
Uniti aprano a Genova il loro primo consolato.
Italy. A truly trans-national area with a constant
circulation of foreigners with ideas, populated by a
people continually in search of new opportunities. A
region in which allegiance to the citizen system and
the republic formula, to the free market and free
economic acts, where the vivacity of debate and
political conflict bring to life an identity that is
considered by all to be “different”.
So it is not to be wondered that a Ligurian
discovered the New World in 1492. Some of those
who came to join native son Christopher Columbus,
then took on a thousand nuances and began to
speak in a thousand different voices. Their story was
woven into that of the Americas without visible
breaks or pauses. Straddling the 1500s and the
1600s, the “Century of the Genoese” saw gold and
silver from Spanish America overflowing the purses
of the powerful, who built themselves splendid
palaces on the New Street, Strada Nuova, celebrated
and commemorated by Rubens in his book of
drawings.
With South and Central America, Mexico, and later,
California, humming with Ligurians’ activities, they
reached further still. Following old and faithful ties,
they sought out the new opportunities offered by
French and English expansion, thereby arriving in
Canada and the United States.
The ideas and behavior that were natural to the
principles of the American and then the French
Revolution pushed them towards a modernization
of the system, making use of the results of the
English industrial revolution. Angelo Garibaldi,
brother of the more famous Giuseppe, businessman
and Consul in Philadelphia, was the first to propose,
in 1830, a “Navigation Line” between the Kingdom
of Sardinia and North America, which then became
an oceanliner route under Raffaele Rubattino. One
hundred years later, after the Unification of Italy,
Genoa – flanked by Savona, La Spezia, and Imperia
– will still be the Capital of Italian Steel, and of the
sugar industry, the leading port for international
50

cover
blue
1862
Carlo Dondero
di Cicagna apre a San
Francisco la tipografia
del Chronicle
Carlo Dondero
from Cicagna sets
up a printing press
in San Francisco and
produces The
Chronicle
1876
A Little Big Horn
combattono
sei italiani (di cui
due liguri)
Six Italians
(including two
Ligurians) fight
at Little Big Horn
1904
Peter Giannini
fonda quella che
diventerà la Bank
of America
Peter Giannini
founds the Bank
of Italy which will
become the Bank
of America
Mazzini e Garibaldi, i padri di un Risorgimento
che ha la sua naturale culla in questa città, sono
in contatto costante con i Liguri del Sud e del
Nord America, che mettono a disposizione
un’ampia rete propagandistica, offrono e drenano
capitali, partecipando intensamente alla raccolta
di fondi per le azioni mazziniane e per la
spedizione dei Mille, alla quale prendono parte
volontari americani insieme con gli esiliati che
tornano in patria.
Dal 1848 la flotta statunitense staziona alla Spezia.
Il 10 aprile del ’49, fallita l’insurrezione genovese,
un gruppo di rivoluzionari, tra cui ci sono
Nino Bixio e Goffredo Mameli, fugge
protetto dalle navi americane, mentre il 12 aprile
1861 contemporaneamente all’inizio delle
ostilità della Guerra di Secessione, La Spezia è
sede di una furibonda zuffa. Tre piroscafi statunitensi
formano il nucleo della Marina dittatoriale
siciliana, costituita il 5 luglio 1860. Nel
1862 un’intensa trattativa corre tra Garibaldi ed
emissari di Lincoln perché il Generale accetti di
guidare una divisione dell’esercito unionista, ma
poi tutto finisce in nulla forse perché l’uomo ha
a cuore soprattutto le sorti italiane.
Tra il 1860 e il 1870 circa 12.000 italiani arrivano
negli States. Tra loro ci sono molti mazziniani
e garibaldini, che danno vita all’Italian Legion
e alla Garibaldi Guards, guidata dal genovese
Alessandro Repetti. A Richmond è presente
Giuseppe Bixio, fratello del più noto Nino, e nell’esercito
confederato combatte il lavagnese Giovan
Battista Garibaldi. A Little Big Horn, tra i sei
italiani, ci sono due liguri, Luigi Agostino Devoto
di Borgonovo Ligure di Mezzanego e Giovanni
Martino di Apricale.
La corsa all’oro, il commercio grande e piccolo, la
banca, le attività minerarie e marittime, la politica
e una forte iniziativa sociale innestata su
Società di mutuo soccorso sono alla base di molte
fortune cresciute sullo spirito d’iniziativa di
navigation, and the richest center for capital.
So it was not just a fluke, that in 1797, the United
States opened its very first consulate abroad, in
Genoa. Mazzini and Garibaldi, the fathers of the
Unification of Italy, were in constant contact with
Ligurians in South and North America. They placed
at their disposition a vast network for propaganda,
offering and dispensing capital, participating
intensely in the collection of funds for the actions
requested by Mazzini and for Garibaldi’s expedition
to Sicilia, in which American volunteers participated
along with the exiles returning to their homeland.
In 1848, the American fleet was stationed in La
Spezia. On April 10, 1849, upon the crushing of the
Genoese insurrection, a group of revolutionaries,
among whom were Nino Bixio and Goffredo
Mameli, was protected by American
ships. Then on April 12, 1861, the same
day as the start of the
American Civil War, La Spezia
becomes the site of a furious
fight. Three American
steamships form the
nucleus of
Garibaldi’s
1860
Inizia il decennio della
prima grande ondata di
immigrazione dall'Italia
agli Stati Uniti. Fino al
1870 saranno circa 12.000
gli italiani ad arrivare
negli States
Between 1860 and 1870
circa 12,000 Italians arrive
in the States
51

lue cover
1945
Le truppe alleate
marciano nel centro
di Genova il 27 aprile,
due giorni dopo che la
città si è liberata da sé
Allied troops march
down the center of
Genoa on April 27,
two days after it
liberated itself
esuli coinvolti in fatti rivoluzionari o di gente
emigrata in giovanissima età; che, partendo perlopiù
da lavori molto umili, innesca percorsi importanti.
Tra i molti esempi si possono ricordare Domenico
Ghirardelli di Rapallo, fondatore della Ghirardelli
Chocolate Company di San Francisco, in cui
entra anche il genovese Angelo Mangini, che prima
fonda il giornale “Cronaca italiana” e poi la
“Voce del popolo”, organo del Partito Nazionale
Italiano (sul quale escono scritti di Mazzini e, a
puntate, le memorie di Garibaldi), diretto dal
conterraneo Carlo Andrea Dondero di Cicagna.
Nel 1862 il Dondero apre a San Francisco la prima
tipografia italiana, dove si stampa il “San
Francisco Chronicle” ed è promotore della prima
Camera di Commercio nata sulla costa del Pacifico.
Attività tessili sviluppa Luigi Trabucco
da San Colombano Certenoli; l’Europa Farina
Mills Macaroni si lega al nome di Agostino
Lagomarsino; Marco Giovanni
Fontana da Cerisola fonda la più
grande organizzazione mondiale di
frutta e verdura in scatola, la Calpac,
cresciuta fino a diventare la
Del Monte. A Waterbury in Connecticut
c’è il Corner dei Baubi.
Giovanni Battista Fugazzi
di Santo Stefano d’Aveto,
che fonda la Columbus Saving
and Loan Society, è
un influente leader politico;
Giuseppe Cuneo di Favale
di Malvaro a 14 anni
lavora nelle miniere prima
di diventare proprietario di
qualcuna di esse. Sua figlia
sposa il famosissimo Amodeo
Peter Giannini, il
grande banchiere che
“Time” ha definito
uno dei “builders and
titans” del XX secolo, a
cui si legano,tra l’altro,
la Banca d’Italia e
d’America e un’intensa
azione nel Piano Marshall;
a lui sono dedicati
una piazza di San Francisco
e, nel 1973, un francobollo.
Paul Rosasco fonda la Rosasco
Brothers pitch pine exporters;
il loanese maestro d’ascia Matteo
Amico e suo fratello si dedi-
Sicilian Navy, constituted on July 5, 1860. In 1862
Garibaldi and emissaries sent by Lincoln begin
intense negotiations to have the Italian lead a
Union Army division, but in the end Garibaldi
refuses, because his heart is in the Italian conflict.
Between 1860 and 1870 circa 12,000 Italians arrive
in the States. Among these are many of Mazzini and
Garibaldi’s supporters. They bring an Italian Legion
to life, along with the Garibaldi Guards, guided by
Alessandro Repetti. At Richmond, Giuseppe Bixio,
brother of the more famous Nino, is present; while
the Confederate Army holds one “Giovan Battista
Garibaldi of Lavagna”. At the Little Big Horn, two
Ligurians - Luigi Agostino Devoto of Borgonovo
Ligure di Mezzanego and Giovanni Martino of
Apricale – numbered among the six Italians. And
during the Gold Rush, business both big and small;
bank, mining and maritime activities; politics and a
strong social initiative embedded among Mutual
Help Societies, formed the basis for many a fortune
grown on the spirit of initiative held by exiles who
had been involved in revolutionary activities or
Ligurians who had emigrated at an early age. They
began from the most humiliating of jobs but ended
taking up positions of much importance.
Among the many examples let us recall Domenico
Ghirardelli of Rapallo, founder of the Ghirardelli
Chocolate Company of San Francisco. Also in that
city, Angelo Mangini of Genoa first founded the
“Cronaca Italiana” newspaper and then went on to
create the “Voce del Popolo” for the Italian National
Party, the Partito Nazionale Italiano (publishing
writings by Mazzini, and Garibaldi’s memories,
published in episodes), with a fellow countryman,
Carlo Andrea Dondero of Cicagna.
In 1862 Dondero opened the first Italian printing
press in San Francisco where he printed “The San
Francisco Chronicle” and promoted the first
Chamber of Commerce on the Pacific Coast. Textiles
were developed by Luigi Trabucco of San
Colombano Certenoli; on the Europa Farina Mills
Macaroni you can read the name of the founder,
Agostino Lagomarsino; Marco Giovanni Fontana of
Cerisola created the world’ biggest organization for
canned fruit and vegetables, CALPAC, which grew
into Del Monte. Giovanni Battista Fugazzi of Santo
Stefano d’Aveto, founded the Columbus Saving and
Loan Society, becoming an important leader in
politics; Giuseppe Cuneo of Favale di Malvaro began
working at age 14 in the mines, before taking them
over, as their owner. His daughter married the
famous Amodeo Peter Giannini, the great banker
who Time Magazine called “one of the builders and
titans of the 20th Century”, founder of Bank of
America and creator of an intense act in the
52

cover
blue
Mostre tra due sponde
A Show between Two Shores
Per l’anno della cultura in America due grandi mostre - a New York e Miami - e una
delegazione di operatori per far conoscere l’offerta turistica regionale, in compagnia
di Blue e con tappa a Eataly, sulla 5ª Strada
For the Year of Italian Culture in America: two great exhibitions in New York and
Miami, a delegation of operators to present tourism offerings accompanied by Blue,
and a stop at Eataly on 5th Ave
Il 2013 è l’anno della cultura
italiana negli Stati Uniti
d’America. Il Ministero degli Affari
Esteri ha annunciato un centinaio
di iniziative in Usa che
punteggeranno tutti i mesi
dell’anno offrendo un panorama
vastissimo dell’arte, del gusto,
della bellezza italiana, dei sapori
della cucina, della produzione
umanistica e scientifica del nostro
paese. «Un viaggio lungo un anno
– lo descrive il sito ufficiale
www.italyinus2013.org, dove si
può consultare nel dettaglio il
programma dell’iniziativa - per
raccontare e promuovere l’Italia,
coinvolgere ed emozionare gli
Americani, rafforzare i legami che
uniscono l’Italia all’America e
crearne di nuovi».
La Liguria parteciperà da
protagonista con le altre Regioni
e realtà territoriali italiane a
questa grande campagna di
scambi e di conoscenza con
l’altra sponda dell’Atlantico con
due grandi mostre. In autunno
sarà a New York la mostra sul
transatlantico Rex - il mito e la
memoria, allestita per iniziativa
dell’Autorità Portuale di Genova
(ne parliamo a pagina 55) e ad
aprile sotto la Lanterna. Qualche
is the Year of
2013Italian Culture in
America. The Minister for
Foreign Affairs Terzi has
announced a series of more
than a hundred initiatives,
planned throughout the year, to
offer the United States a vast
panorama of Italian art, taste,
cooking, along with the
humanistic and scientific
production of our country
(details of the program can be
seen on the website of the
Ministry for Foreign Affairs at
www.italyinus 2013.org).
Liguria will be one of the main
players, with the other Regions
and realities of Italian territory,
in this great campaign to
exchange knowledge and
knowing with the other shore of
the Atlantic.
In the meantime, two great
exhibitions are going on show. In
Autumn New York will be treated
to “The Rex: the Legend and the
Memory”, an initiative by the
Port Authority of Genoa. It will
open its doors this April in Italy,
then land in America in the Fall.
Also in autumn, Miami – the
sister city of Genoa’s
Wolfsoniana Museum – will
giorno prima - e poi per tutto
l’anno fino all’agosto 2014 - sarà
invece la volta di Miami, dove
nella consorella Wolfsoniana si
allestirà Rebirth of Rome, “la
Rinascita di Roma”, mostra in tre
atti di cui parla nella pagina
successiva Anna Costantini.
Ma la terra ligure sarà presente
anche con la sua offerta
turistica e i suoi operatori
economici grazie a una missione
a New York organizzata insieme
all’Enit e alla sua sede
newyorkese dal 24 al 27 aprile.
«La bellezza e l’accoglienza della
Liguria - spiega l’assessore
regionale al Turismo Angelo
Berlangieri - saranno presentate
alla stampa e illustrate grazie ad
alcuni workshop organizzati con
gli operatori statunitensi. A
luglio ci sarà anche un evento di
cui saremo protagonisti nella
sede di Eataly a New York. Tutte
occasioni in cui saremo
accompagnati da Blue». Una
iniziativa - ci tiene a sottolineare
l’assessore - che per la Regione
Liguria avrà praticamente un
costo zero, grazie all’impegno
del Consolato Italiano, della
Camera di Commercio della
Spezia, dell’Enit.
experience “Rebirth of Rome”,
which you can read all about in
this issue of Blue, thanks to Anna
Costantini.
Liguria will also be presenting
its offerings for tourism and
economic operators from April
24 to 27, thanks to a mission to
New York organized together
with Enit and its branch in New
York. “Liguria’s beauty and
warm hospitality will be
presented and illustrated to the
press through workshops
organized by American
operators,” explains the Region’s
Assessor for Tourism, Angelo
Berlangieri. “There will also be
an event in which we will be the
main characters at Eataly on
Fifth Avenue. These will all be
occasions where we will
introduce Blue to the American
public.” This initiative, the
assessor wishes to underline, will
not cost the Region of Liguria
anything, thanks to the effort
made by the Italian Consulate,
the Chamber of Commerce of La
Spezia, and Enit. The delegation
is open to all who wish to
participate (obviously, we are
Genoese here, at their own
expense).
53

lue
cover
1951
L’Ansaldo vara l'Andrea Doria,
il transatlantico che percorrerà
la linea Italia-Nord America
fino al naufragio del 1956
Ansaldo launches the Andrea
Doria, the oceanliner that will
sail the Italy- North America
run until it is shipwrecked
in 1956
cano alla navigazione di cabotaggio mentre
grande armatore è il marchese Nicolò Reggio.
Ma ci sono anche “il Corot della California”-
Giuseppe Leone Cadenasso - e Maria Maddalena
Solari che fonda la Scuola d’arte di Memphis.
E, insieme a quelle dei gesuiti, restano altre memorie
preziose: come il diario di Andrea Gagliardo
da Camposasco e le lettere di suor Blandina –
al secolo Maria Rosa Segale di Cicagna, che ebbe
a che fare anche con Billy the Kid.
Nel 1892 la grande Esposizione italo- americana
di Genova, su cui si innescano le Celebrazioni colombiane,
testimonia la costanza di un rapporto
di lunga durata. Un rapporto che non si interrompe
neppure in quel “secolo breve” che porta
con sé le due guerre mondiali, il Fascismo e la
Resistenza e che colpisce brutalmente la frontiera
ligure.
Infatti le truppe americane che marciano in via
XX Settembre il 27 aprile 1945 - due giorni dopo
che Genova si è liberata da sé - riconoscono
anch’esse, come già hanno detto gli Inglesi - che
una volta di più i Liguri hanno compiuto davvero
“a wonderful job”.
Marshall Plan. To him is dedicated not just a square
in San Francisco but also, in 1973, a U.S. postage
stamp. Paul Rosasco founded Rosasco Brothers,
pitch pine exporters ; shipwright Matteo Amico of
Loano along with his brother dedicated their
activity to coastal shipping; while a great shipowner
was the marquis, Nicolò Reggio.
Then there is the “Corot of California”, Giuseppe
Leone Cadenasso, Maria Maddalena Solari who
founded the Memphis School of Art. And, along
with those of the Jesuits, there are other precious
memories like the diary of Andrea Gagliardo of
Camposasco and the letters of Sister Blandina.
Maria Rosa Segale of Cicagna had dealings with
Billy the Kid.
In 1892 the great Italian-American Exposition in
Genoa, as part of the Columbian Celebrations,
testified to the consistency of a long-lasting
relationship. A relationship which was not even
interrupted in that “brief century” which lead to
two world wars, Fascism, and the Resistance
Movement which brutally affected the Ligurian
border. In fact the American troops who marched
down via XX Settembre on April 27, 1945 – two
days after Genoa had freed herself – were aware of
the fact. They said, as the English had already said,
that one more time, the Ligurians had truly done “a
wonderful job”.
54

cover
blue
Anna Costantini
a rinascita di Roma”. Titolo
“Loriginale The Rebirth of
Rome: The Aesthetics of
Dictatorship in Interwar Italy. È la
mostra in tre atti - una delle
iniziative artistiche più attese
dell’anno della cultura italiana
negli Stati Uniti - che la
Wolfsonian di Miami Beach
allestirà a partire da agosto in
Florida. Dedicata al culto della
romanità in Italia negli anni Venti
e Trenta, The Rebirth of Rome
sarà articolata in tre mostre legate
tra loro, ognuna focalizzata su un
diverso aspetto creativo della
tensione tra classicismo e
modernismo nell’Italia tra le due
guerre. La prima, Interwar Italian
Design, è in programma dal 16
agosto al 9 febbraio 2014, la
seconda – Rendering War,
incentrata sulle opere che Antonio
Giuseppe Santagata realizzò per i
murali della Casa Madre dei
Mutilati di Roma dell’architetto
Marcello Piacentini, alcuni di
queste provenienti dalla
Wolfsoniana di Genova – dal 25
ottobre al 9 febbraio prossimi, e
l’ultima – Birth of Rome – dal 22
novembre al 31 agosto.
Fondato nel 1986 a Miami per
esporre e conservare la collezione
di arte decorativa e di propaganda
di Micky Wolfson, The Wolfsonian
è oggi un museo, una biblioteca e
un centro di ricerca di più di 5
mila metri quadrati e sette piani,
ospitato in un bell’edificio in stile
revival moresco-mediterraneo del
1927, nel distretto déco di Miami
Beach. Oltre 120 mila pezzi tra
mobili, oggetti di design, disegni,
dipinti, vetri e ceramiche del
periodo tra il 1885 e il 1945,
grazie alla donazione dello stesso
Wolfson, dal 1997 la collezione fa
parte della Florida International
University (FIU).
Attraverso una serie di mostre
tematiche, i curatori del museo in
questi anni hanno esplorato il
ruolo del design e delle arti
applicate da molteplici punti di
vista, ma soprattutto in rapporto
alla storia sociale, politica,
economica e anche tecnica della
modernità. La mostra del prossimo
The Wolfsonian-FIU Miami,
alle radici della modernità
the Roots of Modernism
Da agosto nel museo che prende il nome di Micky Wolfson saranno ospitate tre mostre dedicate
al culto della romanità in Italia negli anni Venti e Trenta, dal titolo “Rebirth of Rome”, con pezzi
provenienti anche dalla Wolfsoniana di Genova
The museum named after Micky Wolfson will be exhibiting three
shows dedicated to the cult of the Romans in Italy during the
twenties and thirties, entitled “Rebirth of Rome”. Some of the
pieces on display will be coming from its Genoese sister museum
Founded in 1986 in Miami to
exhibit and conserve the
decorative arts and propaganda art
collection owned by Micky Wolfson,
The Wolfsonian today is a museum,
a library, and a research center that
covers over 5,000 square meters
and seven floors in a beautiful
Mediterranean-Moorish revivalstyle
building dating to 1927, in the
Déco district of Miami Beach. Since
1997, thanks to a donation from
Wolfson himself, it is part of Florida
International University (FIU).
The museum’s mission, under
director Cathy Leff is clear: “To
illustrate the persuasive power of
art and design”. The collection
includes around 120,000 pieces,
between furniture, design objects,
drawings, paintings, glass, ceramics,
books, textiles, and medals from the
period between 1885 and 1945.
Wolfsoniana
autunno, organizzata all’interno
delle celebrazioni per l’anno della
cultura italiana negli Stati Uniti,
continua ad approfondire questo
ambito di ricerca. Silvia Barisione,
ora curatrice del museo di Miami
dopo molti anni trascorsi a
prendersi cura della “sorella”
italiana, la Wolfsoniana di Genova,
assicura che la mostra proporrà
«una nuova prospettiva storica e
visuale di uno degli aspetti più
controversi dell’iconografia del
fascismo», facendoci scoprire
molte sfaccettature e
contraddizioni del periodo. «In
realtà molti degli artisti e degli
architetti del percorso espositivo si
ritagliavano una personale
autonomia che esprimeva notevoli
intuizioni sulla modernità, pur
all’interno di un’adesione allo
stile».
Through a series of shows on theme,
the curators at the museum in
recent years have explored the role
of design and the applied arts from
multiple points of view, focusing
above all on their relationship with
social, political, and economic
history along with techniques of
modernization. The coming show in
fall, organized around the
celebrations for the Year of Italian
Culture in the United States, will
continue to deepen the research on
this theme. Called the “Rebirth of
Rome” and dedicated to the cult of
Rome during the twenties and
thirties in Italy, it will be articulated
into three shows that will follow a
common thread, each one focusing
on a different creative aspect of the
tension between classicism and
modernism in Italy between the two
World Wars.
Silvia Barisione, the present curator
of the museum in Miami – after
many years spent running its Italian
sister museum, the Wolfsoniana in
Genoa – assures us that the show
will propose, “a new historic and
visual prospective of one of the
most controversial aspects of the
iconography of fascism” destined to
having us discover the many facets
and contradictions of the period.
“In truth many of the artists and
architects of the exhibition’s route
cut out a place for themselves, for
their ‘personal autonomy’, which
expressed notable intuition with
respect to modernity, even though
it occurred inside an adhesion to
the style”, continues Barisione. One
of the three shows of the exhibition
will be centered on the cartoons
done by Antonio Giuseppe
Santagata, artist of the 1900s, for
the murals of the Casa Madre dei
Mutilati di Roma designed by
architect, Marcello Piacentini. Some
of these works come straight out of
the Wolfsoniana in Genoa.
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Migranti
tra Ellis Island e la Lanterna
Immigrants: from Genoa to Ellis Island
Galata Museo del Mare di Genova e l’Ellis Island Immigration Museum di New York sono collegati da anni: mettono
a disposizione dei visitatori documenti originali e multimedialità per raccontare la storia dei milioni di italiani che cercarono
fortuna al di là dell’Atlantico
Genoa’s Galata Museum of the Sea, and New York’s Ellis Island Immigration Museum have been connected for years:
they both place original documents in the hands of visitors, and use multi-media formats to tell the story of the millions
of Italians who crossed the Atlantic seeking their fortune
Giulia Mietta
C’è una corrente che attraversa il fiume
Hudson, l’Oceano Atlantico e il Mediterraneo
e trasporta storie di uomini, donne
e bambini che, a milioni, si sono messi in viaggio,
per cercare denaro, lavoro, una vita migliore o
semplicemente differente. La stessa corrente collega,
oggi, anche le attività di due musei che hanno
scelto di concentrarsi sui migranti e sulle memorie
collettive. Due sponde, solo fisicamente
lontane, per il Galata Museo del Mare di Genova e
l’Ellis Island Immigration Museum di New York, che
mettono a disposizione dei propri visitatori documenti
originali e spunti di riflessione, attraverso
mostre temporanee, esposizioni permanenti, soluzioni
multimediali. «Esiste un legame concreto -
racconta Pierangelo Campodonico, direttore del
Galata - nato nel 2008 con la coproduzione della
mostra La Merica! dedicata ai viaggi dell’emigrazione
italiana negli Stati Uniti. Senza il materiale
arrivato da New York, non sarebbe stata possibile».
Il museo newyorkese è inserito nel parco della Statua
della Libertà, il circuito forse più gettonato tra
quelli culturali ed è gestito dal National Park service.
Si trova sull’isola dove vennero accolti, vagliati
e selezionati 12 milioni di aspiranti cittadini
statunitensi. All’esterno dell’edificio principale, un
muro con incisi oltre 700 mila nomi e cognomi di
immigrati. Di fronte, oltre il fiume, la punta sud di
Manhattan. Tra quei nomi si leggono tanti Traverso,
Rebora, Pittaluga.
La ricchissima storia delle migrazioni, in particolare
quella italiana negli Stati Uniti, è stata al centro
di La Merica!, diventata la base per l’archivio
There is an ocean current that crosses the Hudson
River, the Atlantic Ocean, and the Mediterranean
carrying the stories of men, women, and children
who by the millions set out on a voyage seeking
wealth, work, and a life that was better or simply different.
The same current connects today two museums,
on two shores which are only physically apart. Both
have chosen to concentrate their activity on immigrants
and the people’s collective memories. For the
Galata Museum of the Sea in Genoa, and the Ellis Island
Immigration Museum in New York provide their
visitors with unique experiences based on original documents
and moments of reflection through temporary
exhibitions, permanent expositions, and multimedia
solutions. “These are solid ties,” tells Pierangelo Campodonico,
director of the Galata, “born in 2008 through
the coproduction of the exhibition, ‘La Merica!’, dedicated
to the journey that Italian emigration took to
the United States. Without the material that New York
sent us, it would not have been possible.”
The New York museum is part of Statue of Liberty National
Park, on the circuit that is perhaps the most acclaimed
among those run by the National Park Service.
Located on the island where 12 million aspiring American
citizens were welcomed, sifted, and selected, it
looks across the river to the southernmost point of
Manhattan. On the front of the main building is a wall
with the names of over 700,000 immigrants. And
among these names you can read so many called Traverso,
Rebora, and Pittaluga.
The very rich story of immigration, in particular Italian
immigration towards the United States, was at the
heart of “La Merica!” It then became the foundation of
56

cover blue
(nato nel 2011) MeM - memoria e migrazioni:
1200 metri quadri, 40 postazioni multimediali e
interattive, per raccontare come le migrazioni abbiano
segnato la nostra società. Gli allestimenti
non portano soltanto nel Nord America, ma anche
nel quartiere di Buenos Aires la Boca o tra le piantagioni
del Brasile, mete privilegiate dell’emigrazione
ligure. Uno spazio importante anche quello
sull’immigrazione straniera in Italia. Il tema, mai
affrontato prima da un’istituzione culturale permanente,
è presentato attraverso immagini e reperti,
tra cui un barcone utilizzato da profughi
africani e recuperato sulle spiagge di Lampedusa.
«Al MeM esiste un archivio degli emigranti italiani,
permette di effettuare una ricerca informatica
tra oltre due milioni e mezzo di nomi» - spiega
Campodonico. Il database è stato creato in collaborazione
con il Cisei di Genova, centro internazionale
di studi sull’emigrazione italiana.
La partnership tra Genova e New York ha dato origine
anche al progetto Navigating Difference, visibile
nell’ultima postazione multimediale del
MeM. Si tratta del risultato di un lavoro sulla multiculturalità
svolto dai ragazzi di alcune scuole
americane, italiane e belghe. Le loro domande sono
state messe in rete per interrogare il visitatore
sui temi dell’immigrazione contemporanea. «Il
Mem non è un semplice luogo di conservazione
della memoria - sottolinea Maria Paola Profumo,
presidente del Mu.Ma. circuito dei musei del mare
- ma uno spazio che aiuti a comprendere il passato
per affrontare il presente e il futuro».
the archives (begun in 2011) labeled MeM – memory
and migrations, offering 1,200 square meters, 40 multimedia
and interactive workstations to tell how migrations
of people have marked our society. The
exhibits are not just of North America, but also of the
Boca quarter of Buenos Aires and the plantations of
Brazil, main destinations of Ligurian emigration. An
important space is also given to recent foreign immigration
to Italy. This subject, which has never been discussed
before in a permanent cultural institution, is
presented through images and artifacts, among which
is a boat, found on the beaches of Lampedusa, used
by Africans trying to reach Italy.
“The MeM holds Italian emigration archives, enabling
computer research of over two and a half million
names,” explains the director of the Galata Campodonico.
Its database was created in collaboration
with Cisei di Genova, an international studies center
for Italian emigration. “The possibility of putting online
all of the Italian regional structures which collect
data on emigration, is being studied,” he adds, “with
the scope of eventually creating a preferential channel
with the United States.”
The partnership between Genoa and New York has also
brought to life the project, “Navigating Difference”,
which can be seen at the latest MeM multimedia
workstation. This is the result of work done on multicultures
carried out by schools in America, Italy, and
Belgium. Their questions were put online to ask visitors
about themes regarding today’s immigrants. “The
MeM is not just a place where memory is conserved,”
underlines Maria Paola Profumo, the president of
Mu.Ma. the grouping of museums of the sea, “but a
space which helps one to understand the past to face
the present and the future.”
57

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cover
Rex,
il mito
in mostra
The Legend of the
Rex on Show
Un’esposizione, tra Genova e New York, celebra il leggendario transatlantico simbolo di un’epoca d’oro
in cui l’epopea del viaggio in mare univa gli operai di Sestri e le grandi star di Hollywood
The ship that broke the record for speed in 1933, honored first in Genoa and then, in November in
New York. Photographs, objects, advertising graphics, and original films from the Ansaldo Historic
Archives
Lorenzo Tosa
Archivio fotografico
Fondazione Ansaldo
1932
Il Rex entra nel porto
di New York al termine
del suo viaggio inaugurale
The Rex enters the port
of New York at the conclusion
of its inaugural voyage
Èuna calda mattina di agosto del 1933, un cielo
alto e senza nuvole, quando la turbonave Rex
salpa dal porto di Genova, destinazione
Gibilterra. Comincia qui, dalle “Colonne d’Ercole”, il
leggendario viaggio del capitano Tarabotto e del suo
equipaggio, che 4 giorni, 13 ore e 58 minuti dopo
raggiungeranno New York, guadagnando l’ambito
“Nastro Azzurro” per il record di attraversamento
dell’Atlantico, a una velocità media di 28,92 nodi.
A ottant’anni da quell’impresa, l’Autorità Portuale di
Genova celebra la più grande nave passeggeri di linea
italiana dell’epoca con la mostra “Transatlantico
Rex, il mito e la memoria”, tra modelli, fotografie,
oggetti, grafica pubblicitaria e filmati orginali tratti
dall’Archivio Storico Ansaldo. Il “varo” dell’esposizione,
curata da Paolo Piccione, è previsto martedì 9 aprile
2013 a Palazzo San Giorgio (ci resterà fino al
settembre prossimo). Dopodiché la mostra volerà
nella Grande Mela, dove sarà visitabile nei mesi di
novembre e dicembre.
Ma il Rex è solo l’antenato più illustre di una vera e
propria epopea che, a cavallo tra Otto e Novecento,
ha trasformato l’idea stessa del viaggiare per mare,
dai primi viaggi a vapore alla migrazione di massa
verso l’America, fino all’ultima stagione delle crociere
transoceaniche.
It was a warm August morning in 1933. The sky
was blue without a cloud in sight, when the
steamship, the Rex, set sail from the port of
Genoa on route for Gibraltar. But, once it passed the
“Columns of Hercules”, the race against the clock
began. On the legendary voyage of the Rex, Capitan
Tarabotto and his crew crossed the ocean in 4 days,
13 hours, and 58 minutes to win the “Blue Ribbon of
the Atlantic”, reaching New York with an average
speed of 28.92 knots.
Eighty years later, the Port Authority of Genoa
celebrates the greatest Italian oceanliner of the times
with the exhibition, Transatlantico Rex, il mito e la
memoria (the legend and the memories) with models,
photographs, objects, advertising graphics, and
original films from the Ansaldo Historic Archives. The
“launch” of the exhibition, with Paolo Piccione as
curator, is planned for April 9, 2013 at the Palazzo San
Giorgio (where it will remain until September). After
that, the show will fly to the Big Apple, where it can
be seen for the months of November and December.
But the Rex was just the most illustrious character in a
true epic which, straddling the 19 th and 20 th Century,
transformed the concept of sea voyages. The first
steamships led to mass migration to the Americas, and
on, up to the last season of the oceanliners.
58

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blue
1931
La turbonave Rex si prepara al varo nei Cantieri Navali di Sestri Ponente
The steamship, the Rex prepares for its launche at shipyards, Cantieri Navali di Sestri Ponente
1936
Il tenore italiano Tito
Schipa si esibisce nella
sala ricevimenti del
Rex. È il 20 ottobre
1936
The Italian tenor, Tito
Schipa performs in the
reception hall on the
Rex
1928
Mary Pickford sulle spalle di Douglas
Fairbanks: le celebri stelle del cinema muto, in
un’insolita posa del 1928 a bordo del
transatlantico “Roma”, inaugurato
dall’Ansaldo due anni prima
Mary Pickford on the shoulders of Douglas
Fairbanks – the famous stars of the silent
movies, in an unusual pose onboard the
oceanliner, the Roma, inaugurated by
Ansaldo two years earlier
1920
Un opuscolo d’epoca sponsorizza i due “Conti”, Grande e Biancamano,
transatlantici di punta dell’“Italia Società di Navigazione” negli anni ’20
A brochure of the times, promoting the two “Counts”, Grande and
Biancamano, the Italia Società di Navigazione’s top oceanliners of twenties
59

lue
cover
1936
Nel 1936, in occasione della 300 miglia di Long Island, le
tre monoposto partecipanti furono imbarcate sul Rex, con
i rispettivi piloti. Insieme al comandante Tarabotto, si
distinguono, da sinistra a destra, il marchese Tonino
Brivio, Tazio Nuvolari (il vincitore) e Nino Farina.
To compete in the Long Island 300 Miles, three racing
cars sailed on the Rex (with their drivers), seen here
together with the Rex’s Captain Tarabotto, from left,
Marquis Tonino Brivio, world-famous racing car driver
Tazio Nuvolari (the winner), and Nino Farina
1955
Janet Leigh e Tony Curtis durante
l’inverno del 1955, sullo sfondo della
Stazione Marittima. Saranno sposati
per undici anni, dal ’51 al ’62. Nel
frattempo, lei fece in tempo a
ricevere un Golden Globe per
l’interpretazione di Marion Crane in
Psycho (1960)
Janet Leigh and Tony Curtis at the
Maritime Station of Genoa, who
were married for 11 years from
1951 to 62
1931
Il varo della turbonave Rex, poi premiata nel 1933 per il
record di attraversamento dell’Atlantico.
The launching of the Rex, which won the Blue Ribbon of
the Atlantic for its record 1933 ocean crossing
1932
Nella sala macchine
della turbonave più
celebre
In the machine room
on the Rex
1951
La locandina pubblicitaria che promuoveva la linea
Italia-Nord America del Conte Grande
A poster advertising Italy-North America voyages on the Conte Grande
60

Silvia Neonato
a noi è la varietà ciò che
«Dpuò affascinare un
visitatore, è la varietà
caleidoscopica che consente di
veleggiare dalla gastronomia più
tradizionale oppure, al contrario,
sofisticata fino al Porto Antico di
Genova ridisegnato da Renzo
Piano. Dalla bellezza selvaggia
delle Cinque Terre al maestro
genovese Fabio Luisi, Principal
Guest Conductor al Metropolitan
di New York, che a maggio
tornerà nella sua città natale, al
Carlo Felice, a dirigere la
Traviata». A parlare è Anna
Maria Saiano, genovese, agente
consolare degli Stati Uniti a
Genova dal 1993, l’anno in cui è
stata aperta l’agenzia consolare.
«Per molti americani il legame
sentimentale con la Liguria è
importante, forte. Ovvio ma
sempre vero: per via del 14
ottobre 1492, il giorno in cui
Colombo ha scoperto le
Americhe. Non per nulla Genova
nel 1797 ebbe la rappresentanza
consolare del neonato stato
americano. E fu una delle prime
città europee». È dunque vero
che Colombo è più amato nelle
Americhe che in Italia «Sì, piace
agli americani perché è un uomo
pragmatico, ma nello stesso
tempo è un visionario, capace di
vedere dove altri non guardano.
A me incanta Colombo e lo
ritraggo sempre con orgoglio
quando sono negli Stati Uniti. Lo
considero una sorta di Ulisse
genovese».
La Saiano si appassiona e trova
altri legami tra noi e gli Stati
Uniti. «Quanti milioni di italiani
sono partiti dai moli genovesi
per andare oltre Atlantico Il
museo Galata offre la mostra
permanente La Merica!, diventata
la base per l’archivio MeM –
memoria e migrazioni, costruito
in collaborazione col museo di
Il caleidoscopio ligure
The Ligurian Kaleidoscope
hat fascinates the visitor
“Wabout us is the
kaleidoscope-like variety of our
lives that allows us to sail from
the most traditional in
gastronomy to the opposite and
seek the most sophisticated of
the modern such as Genoa’s
Porto Antico redesigned for our
native son, Columbus’ 500 th
anniversary by another native
son (world famous architect)
Renzo Piano. Americans are
enchanted by the wild beauty of
the Cinque Terre, and awed by
Genoese maestro Fabio Luisi,
Principal Guest Conductor at the
Metropolitan Opera House of
New York, who in May returns to
his, and our, hometown at our
Carlo Felice Opera House to
direct the Traviata”.
The words are those of Anna
Maria Saiano, a Genoese lady,
but also the United States
Consular Agent in Genoa since
1993, the year the post was
created. “Many Americans have
sentimental ties with Liguria, ties
which are strong, and important.
Ties to October 12, 1492, when
our Columbus, born in Genoa,
discovered America. This is one of
the reasons why, in 1797, Genoa
was awarded one of the very first
American consulates in Europe.”
And so, is it really true that
Columbus is more loved in
America than in Italy “Yes.
Americans like him because he
was a very practical man, but at
the same time a visionary, able to
cover
blue
«Ai visitatori americani in Liguria piace incontrare il mondo dello shipping e della cantieristica: una
volta che comunico loro questo, so che poi potranno godere meglio anche dei nostri tanti musei, del
monte di Portofino, dell’olio di Imperia, dei borghi medievali». Parola della console degli Stati Uniti
a Genova Anna Maria Saiano
“American visitors to Liguria like to meet the world of shipping and shipyards. Once you communicate
this to them, I know that later they will also get to enjoy our museums better, along with Portofino,
olive oil from Imperia, and the medieval villages of the Riviera,” the words of U.S. Consular Agent
Anna Maria Saiano
Ellis Island. E poi abbiamo la
Wolfsoniana di Nervi, legata a
quella di Miami, due fantastiche
collezioni di oggetti del
Novecento italiano raccolti da un
americano». Console che cosa è la
cultura italiana oggi negli Stati
Uniti «La nostra straordinaria
tradizione, certo, ma anche
l’ingegno. Ai visitatori americani
in Liguria piace, ad esempio,
anche conoscere la cantieristica o
incontrare il mondo dello
shipping: una volta che riesco a
comunicare tutto ciò, so che poi
potranno godere meglio anche
dei tanti musei, del pesto, del
monte di Portofino, dell’olio, del
castello De Albertis con la sua
raccolta di oggetti da tutto il
mondo».
“
Agli
americani in
Liguria piace anche
conoscere
la cantieristica
o lo shipping
American visitors to
Liguria like to learn
about our shipyards
or shipping
”
see where others would not look.
I am enchanted by Columbus,
and I bring him up with pride
every time I am in America. I
consider him to be a sort of
Genoese Ulysses.”
Consular agent Saiano is
passionate about the ties that
bind us and the United States.
“How many millions of Italy left
the docks in Genoa seeking a
new world across the Atlantic
The Galata Museum of the Sea
has a permanent exhibition
called, “La Merica!”, which forms
the basis of the MeM – Memory
and Migrations Archives, which
have been put together in
collaboration with the museum
on Ellis Island. And then we have
the Wolfsoniana in Nervi, whose
sister museum is in Miami. Both
offer a fantastic collection of
objects from Italy of the 1900s,
but collected by an American.”
What, for Americans today, is
Italian culture “Our
extraordinary traditions,
certainly, but also our genius.
American visitors to Liguria like,
for example, to learn about our
shipyards or encounter our world
of shipping. Once I manage to
communicate all this, I know
that later they will also get to
enjoy our museums better, along
with pesto, Portofino, olive oil,
and the De Albertis castle
perched above the port in Genoa
with its sea captain owner’s
collection of objects from
around the world.”
61

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cover
Intellettuali in Riviera
American Intellectuals in Liguria
Per Melville Genova era l’accampamento di Satana, mentre Twain scherzava sulla bellezza delle donne liguri e James visitava il Golfo
della Spezia. Molti ospiti illustri anche nel ’900: Mary McCarthy trascorreva le estati a Bocca di Magra, Hemigway andava a trovare
Pound a Rapallo dove arrivarono poi anche Antheil e Ginsberg. E il Nobel Derek Walcott ha reso omaggio a Colombo a Genova
For Melville, the author of Moby Dick, Genoa was Satan’s capital, while Mark Twain joked about the beauty of
Ligurian women, and Henry James went to pay homage to Shelley’s last residence in the Gulf of Spezia. Hemingway
who came to see Ezra Pound in Rapallo. He was followed by many other poets, among them James Laughlin, Robert
Lowell, and Allen Ginsberg. Nobel Prize winner Derek Walcott also paid homage to Columbus and Genoa
Massimo Bacigalupo
ha dato tre cose al mondo: la
Banca, il Pesto e... l’America». È una battuta
che non manca mai di divertire i vi-
«Genova
sitatori stranieri, e in cui c’è pure un pizzico di verità.
Per converso, l’America ha continuato a essere
presente in Liguria attraverso una lunga serie di
viaggiatori in vacanza o alla ricerca di ozi letterari,
per non dire dei liguri numerosissimi che hanno attraversato
l’Atlantico per lavoro o studio, spesso ritornando
e (come accadeva nei primi anni del ’900)
costruendo le loro ville di “americani” con i frutti
dei loro onesti traffici, o elevando in quasi tutte le
cittadine rivierasche monumenti a Colombo.
Fra i tanti ospiti americani in Liguria, più o meno
stanziali, non mancano gli scrittori di prima grandezza.
Una targa a piazza Caricamento ricorda
l’antico Hotel Croce di Malta, in cui soggiornarono
gli americani James Fenimore Cooper (1828),
William Dean Howells (1864), Mark Twain
(1869) e Henry James (1877), tutti per brevi soste
che però hanno lasciato traccia nelle loro pagine,
come fu per quella di Herman Melville nel
vicino Hotel Feder (1857).
All’accigliato creatore di Moby-Dick Genova
sembrava «la capitale e l’accampamento fortificato
di Satana, fortificato contro gli Arcangeli»
«the capital and fortified camp of Satan». I veli
del copricapo tradizionale delle genovesi parevano
a Melville «una ricetta per far sembrare avvenente
una donna brutta».
Ci vorrà l’impagabile Mark Twain per sdilinquirsi
umoristicamente sulle maliose genovesi: «Osservai
ogni volto femminile che passava, e mi parvero
has given three things to the
world: banking, Pesto, and—America.” A
“Genoa
witty statement that never fails to
amuse foreign visitors, in which, besides, there is a
pinch of truth. Conversely, America has continued
to be present in Liguria through a long series of
voyagers on vacation or in search of literary
pleasures, not to mention the many Ligurians who
have crossed the Atlantic for work or for study,
often returning (as frequently happened in the early
1900s) to build their “American” villas with the
fruit of their honest labors, or to erect, in almost all
the towns of the Riviera, a monument to
Christopher Columbus, for showing them the way.
Among the many American visitors to Liguria who
came for fairly prolonged stays, great writers
abound. A plaque on Piazza Caricamento, Genoa,
commemorates the Hotel Croce di Malta, in which
James Fenimore Cooper (1828), William Dean
Howells (1864), Mark Twain (1869) and Henry
James (1877) all stayed briefly, and wrote about it
in their journals.
So did Herman Melville, who stayed in the
nearby Hotel Feder (1857). To the sullen creator of
“Moby-Dick”, Genoa seemed “the capital and
fortified camp of Satan, fortified against the
Archangels”. The traditional veils of the Genoese
ladies were, for Melville, “a recipe to try to make an
ugly woman attractive”.
Mark Twain, on the other hand, was enthusiastic
about the enchanting Genoese ladies. “I scanned
every female face that passed, and it seemed to me
that all were handsome. I never saw such a freshet
62

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blue
tutti bellissimi. Non saprei come un uomo dal carattere
normalmente fermo possa ammogliarsi qui,
perché prima di decidersi si innamorerebbe di
un’altra... ». E aggiunge: «There may be prettier women
in Europe, but I doubt it «Potranno esserci
donne più belle in Europa, ma ne dubito». E così
via ridendo in quel gran libro che è Gli innocenti
all’estero, e che si vorrebbe dare in mano alle migliaia
di giovani americani che oggi vengono in Liguria,
non per visitare i palazzi di Strada Nuova ma
per accamparsi alle Cinque Terre. La loro vacanza
europea consiste di solito di quattro giorni sulle
Alpi e quattro giorni a Vernazza e dintorni. Tale è
la fama dei minuscoli villaggi che nessun visitatore
dell’Ottocento poté conoscere. In effetti sarebbe
una buona idea aprire là un piccolo museo virtuale
sulla Liguria, oltre a crearne uno on-line, per
tentare qualcuno dei tanti giovani curiosi a visitare
le arcate di Sottoripa sotto le quali passeggiarono
(turandosi il naso) Howells e James.
Le pagine di Henry James in Ore italiane sull’Albergo
Croce di Malta, enorme e affrescato con la
«fatale facilità di alcuni secoli or sono», «fatal facility
of a couple of centuries ago», sono notevoli,
come quelle che egli dedica al Golfo della Spezia,
che visita mentre la neonata Italia unita ne
sta facendo un grande porto militare. In carrozza
si fa portare a Portovenere, villaggio «dolcemente
desolato e antiquato come il nome che
porta», e si sofferma davanti alla targa che all’ingresso
della Grotta Byron decanta il fosco poeta
che vi avrebbe trovato ispirazione, il che suscita
l’ironia dell’americano James, come le reliquie
provocano l’ironia di Mark Twain.
James è più disposto a commuoversi sulla terrazza
di Casa Magni a San Terenzo pensando agli ultimi
giorni di Shelley, e sugli spalti del Castello di
Lerici, da cui al tramonto contempla «il tragico pallido
villino che fissa la luna via via più luminosa»,
«the pale-faced tragic villa stared up at the brightening
moon». Ecco un brano da far leggere ai
saccopelisti con chitarra alla scoperta a Monterosso
della Liguria di oggi e sempre.
Poco lontano, a Bocca di Magra, una combattiva
intellettuale americana del secolo XX, Mary
McCarthy, trascorreva le estati dei primi anni 1960,
scrivendo uno dei romanzi epocali del dopoguerra,
Il gruppo, storia di ragazze colte che escono da studi
privilegiati per farsi strada nella giungla degli anni
centrali del secolo. Su queste vacanze con amici
italiani McCarthy compose anche un racconto
lungo, I segugi dell’estate, The Hounds of Summer,
che ricostruisce quel momento di calma laboriosa,
il quindicennio postbellico, prima delle deflagrazioni
politiche dei tardi anni 1960.
of loveliness before. I did not see how a man of only
ordinary decision of character could marry here,
because before he could get his mind made up he
would fall in love with somebody else...”. He added,
“There may be prettier women in Europe, but I
doubt it!”
Twain’s magnificent notes in “The Innocents
Abroad” would be good reading for the countless
American youngsters who today come to Liguria,
not to visit Genoa’s Unesco World Heritage palaces
but to hang out in the popular Cinque Terre. Their
typical European vacation consists in four days in
the Alps and four days in one of the five
picturesque seaside villages, which no visitor in the
1800s had ever heard of. Indeed, it would be a good
idea to open a little museum in the Cinque Terre to
introduce the campers to the rest of Liguria, to
tempt them to visit Genoa’s arched portico of
Sottoripa under which Howells and James
promenaded (holding their respective noses).
In some remarkable pages of his “Italian Hours”
Henry James describes the Hotel Croix de Malte,
which appears to him enormous and frescoed “with
the fatal facility of a couple of centuries ago”.
Equally notable are his observations on the Gulf of La
Spezia, which he visits while a newly-born united
Italy is transforming it into a great military port. A
carriage bears him to Portovenere, a village “as
sweetly desolate and superannuated as the name it
bears”, where he stops in front of the plaque at the
entrance of the Byron Grotto, commemorating the
gloomy poet who here allegedly found inspiration,
something that arouses James’ incredulity just as the
religious relics in the Genoa San Lorenzo Cathedral
provoke Mark Twain’s irreverence.
James was more willing to be moved on the terrace
of the Casa Magni in San Terenzo, Shelley’s last
residence before his boat sank off nearby Viareggio.
At sunset, from the battlements of the Castle of
Lerici, James noted “the pale-faced tragic villa
staring up at the brightening moon”.
Not far away, in Bocca di Magra, a combative
American intellectual of the 20th century, Mary
McCarthy, spent summers in the early sixties, writing
one of the crucial novels of the post-war period, “The
Group”. This is the story of ambitious young women
who finish their Vassar studies and make their way in
the jungle of mid-century New York. On vacation
with Italian friends, McCarthy also wrote a long tale,
“The Hounds of Summer”, which depicts an
international community of intellectuals at rest. It is
a notable conversation piece.
These are some of the ways Americans have
experienced and written about Liguria, over the
course of two centuries. Some spent there a good
1923
Il poeta americano Ezra Pound
nella sua casa di Rapallo ospitò
numerosi celebri connazionali. Tra
questi, un giovane Hernest
Hemingway, il compositore
George Antheil, James Laughlin
The American poet, Ezra Pound in
1923 at “home” in Rapallo saw
many famous American guests,
among them young Ernest
Hemingway, composer George
Antheil, and future publisher James
Laughlin
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Celebrità d'oltreoceano ritratte
in Liguria. L'attore John Wayne
(in alto, in piazzetta a Portofino),
Heminghway (sopra, in
compagnia di una giovanissima
Nanda Pivano), e (sotto) Truman
Capote
Stars from across the seas,
snapshots in Liguria: John
Wayne (top in the piazzetta in
Portofino), Hemingway, and
(below) Truman Capote
All Photos Marco Delpino - Tigulliana
Anche gli americani dunque hanno vissuto la Liguria
e l’hanno fotografata sull’arco di quasi due
secoli. A volte vi hanno pressoché compiuto l’arco
del loro destino, come avvenne per Ezra Pound
che vi si fermò malauguratamente durante la
guerra e vi scrisse i testi per Radio Roma che gli
costarono l’imputazione di tradimento e tredici
anni di detenzione in un manicomio criminale.
Il Caso Pound fa parte della storia culturale americana
del Novecento, e l’opera principale del poeta,
i Cantos, fu in buona parte composta in Liguria,
a Rapallo, e di elementi liguri: «for this stone
giveth sleep / starìa senza più scosse / and eucaliptus,
that is for memory / under the olives, by cypress,
mare Tirreno».
Pound fu un polo d’attrazione lungo i decenni per
tanti colleghi e allievi americani. Nel 1923 fu raggiunto
a Rapallo da un giovanissimo Ernest Hemingway
con la moglie Hadley. Abbandonati da
Pound, sempre indaffarato, e annoiati dal tempo
piovoso dell’inverno in Riviera, vissero forse i momenti
di tensione descritti in uno splendido racconto,
Gatto nella pioggia, dove si parla di due
americani chiusi nella loro stanza d’albergo sopra
le palme e il mare uggioso. Oltre a Hemingway arrivò
a Rapallo il compositore americano George
Antheil, con cui Pound progettò opere di teatro
musicale. E poi nel 1934 un bel ragazzone americano,
James Laughlin, che disse di preferire a Harvard
l’“Ezuversità” di Rapallo e tornato in America
divenne uno dei grandi piccoli editori della moderna
letteratura. Ancora nel 1967 Allen Ginsberg
raggiungeva Pound in Riviera, e la comune amica
Fernanda Pivano li portava a prendere l’aperitivo
alla Gritta di Portofino.
In anni più recenti a Bogliasco è nata su iniziativa
americana una residenza per artisti e scrittori, il
“Centro Ligure per le Arti e le Lettere” The Liguria
Study Center for the Arts and the Humanities.
Molti dei principali poeti americani di oggi vi hanno
transitato, da Tony Hecht a Mark Strand, Robert
Creeley, Charles Simic e Philip Levine. A Bogliasco
essi hanno composto versi che raccontano
la loro scoperta di Genova. E sulla statua di Colombo
di piazza Principe si è affacciato dalla sua
stanza d’albergo il Premio Nobel Derek Walcott,
giunto da Saint Lucia, isola non lontana da San
Salvador. Da bravo poeta, non ha mancato di fare
il suo mestiere e registrare in versi solenni le sue
impressioni di americano di ritorno nella città che
l’ha “scoperto”: «Genovese, vengo come l’ultimo
tratto del luogo donde partisti, / al porto il cui molo
trattiene lunghe ombre e silenzi, / sotto le alghe
della prora che tentenna e galleggia con /
l’ondeggiante mappa dell’America».
part of their life, like poet Ezra Pound, who made
his home in Rapallo in 1925, and got unfortunately
embroiled in Italian politics, speaking from Rome
Radio during the war. For this he was committed to
a U.S. insane asylum from 1945 to 1958, but he
returned to Liguria home as soon as the American
government dropped the charges against him, to
spend his final quiet years on the shores of the Gulf
of Tigullio.
Pound’s tragedy looms large in 20 th -centuury
American cultural history. His major work, “The
Cantos”, was written for the main part in Liguria, in
Rapallo, and about Ligurian landscapes: “Of
sapphire, for this stone giveth sleep... and
eucalyptus, that is for memory... under the olives, by
cypress, mare Tirreno”.
Over the decades the energetic and magisterial,
howbeit errant, Pound attracted many prominent
writers. In 1923 an unknown Ernest Hemingway
and his wife, Hadley, met him in Rapallo. The bleak
winter weather in the empty resort town suggested
the background for one of his best early stories,
“Cat in the Rain”, which tells of two Americans
locked in their hotel room over the palms and the
gloomy sea. Hemingway was followed by another
American associate of Pound, composer, George
Antheil. By 1930 Pound had started an unofficial
“Ezuversity” for aspiring poets. The future publisher
of New Directions, James Laughlin, was one of his
star pupils. So was Louis Zukofsky, whose poetry is
even more obscure than Pound’s. (Laughlin on the
other hand wrote poems about flirting with his
Rapallo girl-friend.) After the war Rapallo was
visited by Pulitzer-Prize winner Robert Lowell, and
by the effervescent Allen Ginsberg. Ginsberg’s
friend and translator Fernanda Pivano took the old
master and the young hipster for a drink to La
Gritta in Portofino.
In more recent years, the Ligurian Study Center for
the Arts and Humanities has been active in Bogliasco,
bringing to Genoa some of America’s most notable
scholars and writers, including poet laureates Mark
Strand and Phil Levine, and other major figures like
Robert Creeley. The Genoa International Poetry
Festival also hosted Nobel Prize winner Derek
Walcott, of Saint Lucia (a small island in the West
Indies, not far from San Salvador). From his hotel
room in Genoa, Walcott looked out upon the statue
of Columbus in Piazza Principe. He also could not
resist noting his impressions as an American
returning to the city of its discoverer: “O Genoese, I
come as the last line of where you began, / to the
port whose wharf holds long shadows and silence, /
under the weeds of the prow, nodding and riding
with / the wavering map of America”.
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Calvino al Greenwich Village
Calvino in Greenwich Village
L’autore delle “Lezioni americane” era stato sedotto dalla “spettacolarità” di New York dove gli piaceva girovagare
nel quartiere di Manhattan. Le “lezioni”, che avrebbe dovuto tenere all’Università di Harvard. Ne ha scritte cinque
e sono profetiche proposte per il nuovo millennio
The author of “American Lessons” was seduced by the “spectacular nature” of New York where he enjoyed
wandering through Manhattan. The “lessons”, which were to be a series of lectures at Harvard, were never
given, as he passed away before. He wrote five, five prophetic proposals for the new millennium
Laura Guglielmi
Lo scrittore Italo
Calvino in una foto
di gioventù
The writer, Italo Calvino
in a photo from his
youth
Èstato sedotto dall’America e
da New York, “la più
spettacolare visione che sia data
di vedere su questa terra” e,
girovagando per le strade del
Greenwich Village, si sentiva
newyorkese. Un filo sottile lega
New York a Sanremo, la città
dove Calvino è cresciuto.
“Sanremo continua a saltar
fuori nei miei libri, nei più vari
scorci e prospettive, soprattutto
vista dall’alto, ed è soprattutto
presente in molte delle città
invisibili”, così disse
Calvino in un’intervista
rilasciata alla critica
letteraria Maria
Corti. New York,
invece, è “città
geometrica,
cristallina, senza
passato, senza
profondità,
apparentemente
senza segreti”.
Alla cittadina
ligure è legato il
ricordo degli
affetti familiari,
di un paesaggio
stratificato e
America, and especially New
York, “seduced” him. “The
most spectacular vision ever seen
on this Earth”, he described it.
And as he wandered the streets of
Greenwich Village, he felt himself
to be a New Yorker. A subtle
thread connects New York to
Sanremo, the city where Calvino
grew up. “Sanremo continues to
jump out of my books, in its
various views and perspectives,
above all seen from above. And it
is very present in the many
invisible cities,” thus spoke
Calvino in a interview with the
literary critic, Maria Corti. New
York, instead is a “geometric city,
crystalline, without a past,
without depth, apparently
without secrets”. He is tied to his
hometown on the Riviera by
family feelings, in a landscape
that is layered, and unique in its
kind. His ties to the American
metropolis instead relate to the
sensation of “an extraordinary
energy which you find
immediately in hand, as if you
had always lived there”.
“American Lessons” were
published posthumously in 1988.
This is where the famous Italian
writer launches his six proposals
for the new millennium, that
millennium that we are living
today, now, begun by New York,
as the incredible main character.
On the televisions of the world,
September 11, 2001, was
unico nel suo genere, alla
metropoli americana la
sensazione di “un’energia
straordinaria che ti senti subito
in mano come se ci fossi sempre
vissuto”.
Le Lezioni americane sono state
pubblicate in un libro postumo,
uscito nel 1988, dove lo
scrittore lancia sei proposte
per il prossimo millennio, quel
millennio in cui stiamo vivendo
noi, ora, iniziato con New York
incredibile protagonista. Sulle
televisioni del pianeta, l’11
settembre del 2001, è andata in
onda “la più spettacolare visione
che sia data vedere su questa
terra”, una visione che in questo
caso ci ha restituito una
tragedia epocale. Dalla quale
non ci siamo ancora ripresi.
Simbolicamente ci ha introdotto
in tutto quello che stiamo
vivendo oggi.
Ci è mancata la penna lucida di
Calvino in quel momento, lui
che in quelle lezioni americane
avrebbe voluto parlare
di Leggerezza, Rapidità,
Esattezza, Visibilità,
Molteplicità. A vederle tutte in
fila queste parole oggi, ai tempi
di internet e della
globalizzazione, sembrano più
azzeccate che mai. Le lezioni,
che avrebbe dovuto tenere
nell’anno accademico 1985-86,
erano sei, era riuscito a
scriverne solo cinque. La sesta si
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broadcast as the “most
spectacular vision which the
Earth has ever seen”. A vision
which in this case transmitted the
images of an epic tragedy, from
which we will have not recovered.
Symbolically, it was the
introduction for all the negative
events that we are experiencing
now today.
We are missing Calvino in this
moment, the lucidity of his pen.
He who in his American lessons
wished to speak of Lightness,
Rapidity, Exactness, Visibility,
Multiplicity. Looking at all these
words lined up today, in the times
of internet and globalization,
they seem more pertinent than
ever. The lectures, which he was
to give during the academic year
of 1985-86, were to be six,
though he only wrote five. The
sixth was to be called Consistency,
a form of strength, tenacity, and
solidity. Maybe that is why he
never ended up writing it. Do we
not live, as Bauman has
suggested, in a liquid society In
which little is able to deposit
leave a sediment A rolling stone
gathers no moss. From savings to
memory, from work to affection.
Born in North America, in Cuba,
in 1923, Calvino docked in
Sanremo, the city of his ancestors,
at age two. During the Second
World War, he joined the
partisans in the woods of the
mountains along the coast of
Liguria. A landscape so important
in his imagery, that it is the
landscape of many of his tales
and novels, including “The Baron
in the Trees”. A book that has
received universal recognition, an
emblem of one of the Italian
writers who has been most
translated in the world, and most
loved by Americans. That baron
who decided to live in the trees is
a world heritage.
Calvino did not want to follow his
father’s career as an agronomist.
Nor did he want to be a scientist.
He became a writer. “The Road to
San Giovanni” - a sort of
intellectual autobiography –
sarebbe dovuta
intitolare Consistency che mi
azzardo a tradurre
con consistenza ma
anche fermezza, densità, solidit.
Forse non è un caso che non sia
riuscito a scrivere proprio
quella. Non viviamo, come ci ha
suggerito Bauman, nella società
liquida, in cui ben poco si riesce
a sedimentare Dai risparmi alla
memoria, dal lavoro agli affetti.
Nato a Cuba nel 1923, Calvino
approda a Sanremo a due anni -
la città dei suoi antenati per
parte di padre. Durante la
Seconda Guerra Mondiale si
unisce ai partigiani in
quell’entroterra ligure così
importante per il suo
immaginario, un paesaggio che
si può ritrovare in molti racconti
e romanzi, tra cui Il barone
rampante. Un’opera
universalmente riconosciuta,
emblema di uno degli scrittori
italiani più tradotti al mondo e
molto amato dagli statunitensi.
Quel barone che decide di vivere
sugli alberi è patrimonio
dell’umanità.
Calvino non voleva seguire la
carriera paterna, facendo
l’agronomo, neppure lo
scienziato, ma diventare
scrittore. La strada di San
Giovanni – una sorta di
autobiografia intellettuale - è il
racconto dove questo conflitto
con il padre viene alla luce.
Mario Calvino, le mattine
d’estate, obbligava i figli ad
accompagnarlo all’alba nell’orto
di proprietà a San Giovanni per
portare a casa le ceste di frutta
e di verdura. Il giovane Italo,
invece, era attratto dalla città,
dal centro di Sanremo, “il resto
era spazio bianco, senza
significati; i segni del futuro mi
aspettavo di decifrarli laggiù da
quelle vie, da quelle luci
notturne che non erano solo le
vie e le luci della nostra piccola
città appartata, ma la città, uno
spiraglio di tutte le città
possibili”. Due strade che
divergono, si scontrano,
brings out this conflict that he
had with his father. Mario Calvino
on summer mornings would force
his children to accompany him at
dawn to the vegetable gardens to
bring home baskets of fruit and
vegetables. The young Italo,
instead, was attracted to the city,
to the center of Sanremo, “the
rest is a blank space, without
meaning. The signs of the future
awaited my deciphering of them
down there, down those streets,
down under those streetlights
which were not just the streets
and the lights of our little town,
pushed to the side, but the city, a
glimpse of all possible cities.” Two
roads that diverged, that clashed,
irreconcilable for the young Italo,
but which, in future, when he
became an adult, joined together
to make a harmonious narrative.
Like a Marco Polo of the 20th
Century, he desired to leave his
hometown, Sanremo, to cross all
the cities possible. Marco Polo,
and not by chance, is the main
character of Calvino’s book,
“Invisible Cities”. Calvino leaves
Liguria forever after
the Second World
War. He moves
first to Turin,
then Paris and
Rome.
La locandina di "Dal fondo
dell'opaco io scrivo", la mostra
curata da Laura Guglielmi
allestita alla New York
University nel 1999, e la prima
copertina di Lezioni americane.
Sotto, la figlia di Italo Giovanna
Calvino, da anni cittadina della
Grande Mela
The poster from the exhibition
“From the Depths of the
Opaque, I Write” which curator,
Laura Guglielmi, set up at the
University of New York in 1999,
and the first cover of
“American Lessons”. Below,
Italo Calvino’s daughter,
Giovanna, who for years has
lived in New York City
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Let me conclude with an
anecdote. Perhaps not all know
that in Sanremo, at Villa Ormond,
there is an institute, the
International Institute for Human
Rights, which is the destination
for scholars from all over the
world. In 1995, ten years after
Calvino’s death, I was setting up a
space there for my exhibition
“From the Depths of the Opaque,
I Write” on Italo Calvino’s
landscape, a work that then went
inconciliabili per il giovane
Italo, ma che, in seguito,
quando è adulto, si uniscono e
trovano una loro armonia
narrativa.
Come un Marco Polo del
Novecento, desidera andar via
dalla sua città - Sanremo - e
attraversare tutte le città
possibili. Marco Polo, non a
caso, è il protagonista delle
Città invisibili. Calvino lascia
infatti la Liguria per sempre
dopo la Seconda Guerra
Mondiale, per trasferirsi prima a
Torino, poi a Parigi e Roma.
Concludo con un aneddoto.
Forse non tutti sanno che a
Sanremo, a Villa Ormond, esiste
l’Istituto Internazionale di
Diritto Umanitario, meta di
studiosi di tutto il mondo. Nel
1995, dieci anni dopo la morte
di Calvino, stavo allestendo in
quello spazio la prima versione
della mia mostra “Dal fondo
dell’opaco io scrivo” sul
paesaggio di Italo Calvino, un
lavoro che ha fatto il giro del
mondo. Non certo per merito
mio, ma per l’universalità e il
potere comunicativo dell’opera
calviniana. Nel 1999 è stata
ospitata alla New York
University, dove ho conosciuto
la vedova Esther e la figlia
Giovanna, che nella città
americana ha scelto di vivere.
Un regalo più bello non me lo
potevano fare, con la loro
presenza e il loro calore.
Ebbene, tornando a Villa
Ormond, in quei giorni, prima
dell’inaugurazione, c’era un
simposio sui diritti umanitari.
Un signore americano mi chiede
che mostra sto allestendo. Gli
spiego che è su Italo Calvino.
Non mi ha più mollato, l’ho
dovuto portare in giro per la
città a scoprire i luoghi
calviniani.
Ebbene, sono passati quasi
trent’anni dalla sua morte e a
Sanremo, a parte qualche targa,
qualche scuola e il lungomare a
lui intitolati, poche tracce di
Italo Calvino. Diverse giunte,
on tour across the world. Not
because of me, certainly, but
because of the universal appeal
and communicative power that
Calvino had. In 1999 it reached
the University of New York, where
I met his widow, Esther, and
daughter, Giovanna, who had
chosen to live in that American
city. It was a beautiful gift for me
to have them present and feel
their warmth.
And so, I returned to Villa
Ormond, where in those days
before the inauguration, a
symposium on human rights was
being held. An American me
asked me about the subject of my
exhibition. When I explained that
it was on Italo Calvino, he would
not let me go, I had to take him
around Sanremo to show him
Calvino’s places.
Well, almost thirty years had
passed since Calvino’s death, and
in Sanremo, apart from a few
plaques, there was little trace of
Calvino. Various administrations,
over the years, have asked me to
design projects on him, but all
remained on paper, or in the
waste bin of some computer.
Will Sanremo ever be able to find
a little space to dedicate to a
studies center on him They
would come running from all over
the world if it was done, and
managed well. It could represent,
symbolically, that last American
lesson that was never written,
which was to have been
dedicated to Consistency. Perhaps
to permanence, to memory.
Sanremo will continue to jump
out of his books, “in its various
views and perspectives, above all
seen from above...very present in
the many invisible cities.” We are
not inventing anything. And Italo
Calvino himself declared his deep
ties to the city. This is the phrase
that I would like to see written
above the entrance to the Italo
Calvino Studies Center, which
now more than ever – in the
times of cut budgets and
spending reviews - will never be
inaugurated in Sanremo.
“
Sanremo
continua
a saltar fuori
nei miei libri,
nei più vari scorci
e prospettive,
soprattutto vista
dall’alto, ed è presente
in molte delle
Città invisibili
Sanremo continues
to jump out of my
books, in its various
views and perspectives,
above all seen
from above.
And it is very present
in the many
invisible cities
”
negli anni, mi hanno chiesto di
elaborare dei progetti, tutti
rimasti in chissà quali cassetti o
finiti nel cestino di chissà quale
computer.
Riuscirà mai Sanremo a trovare
anche un piccolo spazio per
aprire un centro studi a lui
dedicato Accorrerebbero da
tutto il mondo, se fosse ben
gestito. Potrebbe rappresentare,
simbolicamente, l’ultima lezione
americana mai scritta, quella
che doveva essere dedicata
alla Consistenza, forse al
permanere, alla memoria.
«Sanremo continua a saltar
fuori nei miei libri, nei più vari
scorci e prospettive, soprattutto
vista dall’alto, ed è soprattutto
presente in molte delle città
invisibili»: non ci stiamo
inventando niente, è lui stesso a
aver dichiarato questo profondo
legame. Questa frase la vorrei
leggere all’ingresso del Centro
Studi Italo Calvino, che ora più
che mai - ai tempi della
spending review - non verrà mai
inaugurato a Sanremo.
67

lue cover
That’s Amore
La celebre canzone di Dean Martin che celebra pizza e tarantella è il simbolo
di un fenomeno significativo: molte delle star della canzone americana hanno
avuto o hanno antenati italiani emigrati negli Stati Uniti, da Perry Como
a Madonna, da Frank Sinatra a Bruce Springsteen
Dean Martin’s famous song celebrates pizza and tarantella, but is also
the symbol of a meaningful phenomenon: many famous American singers
are of Italian origin, among them Perry Como, Madonna, Frank Sinatra,
and Bruce Springsteen
Federico Buffoni
Francesco Lo Vecchio, Pierino Como, Dino
Crocetti, Concetta Rosa Maria Franconero…
Se ci fermiamo qui, scatta il classico “Embe’
Chi sono costoro” Allora aggiungiamo due
persone alla lista, anch’esse per come furono registrate
all’anagrafe: Louise Veronica Ciccone e
Francis Albert Sinatra.
L’ultimo cognome della serie svela il gioco. E forse
fa rammentare come siano più noti gli altri
cinque: Frankie Laine, Perry Como, Dean Martin,
Connie Francis, Madonna. Non basta Ultimo
tocco – in questo breve elenco di star evergreen
della musica legate a doppio filo all’emigrazione
italiana negli States – un altro nome estratto dai
registri anagrafici, quello di Adel Ann Zirilli, una
signora con i genitori di Vico Equense, provincia
di Napoli, e mamma del grandissimo Bruce
Springsteen.
Basta e avanza per testimoniare quanto sia lunga
e stellare la colonna sonora che per quasi un
secolo ha accompagnato il fenomeno degli italiani
approdati in Nord America in cerca di fortuna,
regalando a tutto il mondo interpreti da
sogno, e – di ritorno – al nostro Paese motivi ulteriori
di orgoglio, da affiancare ai cosiddetti
“cervelli fuggiti” e divenuti protagonisti nelle
scienze, nella tecnologia e nella managerialità.
I nomi parlano chiaro.
Le storie personali raccontano di un Dean Martin
pugile e benzinaio prima del successo, così
come pugile e poi vigile del fuoco fu il papà di
Sinatra, di un Perry Como promettente barbiere
fino a ventun anni d’età. Ma come non trovare
Francesco Lo Vecchio, Pierino Como, Dino
Crocetti, Concetta Rosa Maria Franconero… if I
stop here, the reader will ask me the classic
“And so”. And so let me add two others to the list,
just as if they were registering to vote: Louise
Veronica Ciccone and Francis Albert Sinatra. Ah
hah, the last name tells all.
And maybe it makes us recall another famous five:
Frankie Laine, Perry Como, Dean Martin, Connie
Francis, and Madonna. Is that enough A last touch
– in this brief list of music stars that stay ever green
tied to a double line of Italian emigration to the
United States – there is yet another name to be
pulled out of the hat, Adel Ann Zirilli whose parents
came from Vico Equense near Naples, and whose
son is the great Bruce Springsteen.
This should be enough to bear evidence of the long
soundtrack filled with stars which for almost a
century now has accompanied the phenomenon of
Italians who land in North America in search of
fortune. They gave the world their gift, the
interpretation of their dreams, and gave back to
Italy a motive for pride. Pride in their achievements
as in those of the “brain drain”, the leaders in
science, technology, management, who left Italy,
never to return.
The names speak for themselves. The story of Dean
Martin, first a boxer and a gas station attendant,
before he made a name for himself. Another boxer,
later a fireman, was Frank Sinatra’s father. Perry
Como was on the road to becoming a barber until
the age of 21. But how can we find in their success
the reminiscences, the nostalgia, and a never-
68

anche nei loro successi reminiscenze, nostalgia e
un mai sopito amore per lo Stivale Proseguendo
il nostro piccolo viaggio musicale, diamo un
metaforico “Oscar” di canzone-simbolo, in questa
chiave, a un brano anch’esso eterno, fatto di
semplicità melodica, di un’orecchiabilità che
mette allegria e di un testo che punteggia la lingua
americana con parole italiane divenute universali:
è il 1952 quando si ascolta per la prima
volta un valzerino elementare, con la sua brava
“modulazione” prima di ripetersi per il finale e
tanta fisarmonica in sottofondo a ricamare reminiscenze
di sole e cieli azzurri: “That’s Amore”
entra nel film “Occhio alla palla”, protagonista
la coppia comica Dean Martin – Jerry Lewis, e
nel giro di due anni diventa disco con propria dignità
e fama imperitura, colonna sonora di altri
film, di spot pubblicitari, di stacchi brevi o sigle,
ogniqualvolta c’è da sintetizzare il bello del nostro
canterino Paese.
Con le origini centro meridionali di tutte queste
star, sembrerebbe che Genova e la Liguria non
abbiano trovato spazio nelle fortune canore dei
propri emigranti. Niente di più falso. La mamma
di Sinatra, “The Voice”, si chiamava Natalina Garaventa,
e la sua famiglia era emigrata da Rossi di
Lumarzo, entroterra genovese di Levante. E uno
dei papà dello swing italiano, Natalino Otto, per
anni ha fatto avanti e indré tra Sampierdarena e
gli Stati Uniti per portarci dischi “clandestini” e
riproporci il quasi jazz che conquistò l’Italia. O
ancora la formazione statunitense del genovese
Rino “Joe” Sentieri, chansonnier sui transatlantici
fino a fermarsi negli Usa per “imparare” e poi
tornare e trionfare a Sanremo, a Canzonissima e
in tanti film.
Già, il “tornare”. Cioè il tema della canzone-simbolo
di Genova, la “Ma se ghe penso” in lingua
genovese, intraducibile nella sua sonorità anche
di vocaboli, nata con Mario Cappello e poi fatta
diventare internazionale dalla grande Mina. Certo,
qui il protagonista aveva fatto fortuna in Sud
America, dove si concentrò gran parte degli emigranti
genovesi e liguri: lui dice al figlio «… tu
sei nato e hai parlato spagnolo, ma io son genovese
e non mi arrendo».
Ma quel pensiero del ritorno, che tutti gli emigranti,
dovunque fossero sbarcati, si tennero in
caldo nel cuore, è stato forse tra le motivazioni
inconsce che hanno fatto nascere brani che non
possono invecchiare. Basti guardare il sorriso che
sboccia sul volto del più “tecnologico” dei ragazzini,
se soltanto gli arriva alle orecchie «When
the moon hits your eye, Like a big Pizza pie, That’s
amore…»
appeased love for our country
Carrying on with our little musical voyage, let’s give
a metaphoric Oscar to a symbolic song. With this in
mind we seek a song that has become eternal, made
of a simple melody that catches your ear, that
makes you happy, with a text in the American
language that includes Italian words that have
become universal. It was in 1952 when the little
elementary waltz was first heard with it brave
“modulation” before it repeated itself for the finale
with lots of accordion in the background to remind
listeners of a sunny land of blue skies. “That’s
Amore” came from the movie, “The Caddy”, with the
comic duo of Dean Martin and Jerry Lewis.
Within two years it became a hit with its own
dignity and everlasting fame, as well as the
soundtrack for other movies, for commercials,
for brief breaks or logos, and, once in a while,
as the synthesis of the beauty of our
singing country.
With the central and southern
origins of all these stars, it would
seem that Genoa and Liguria did not
find fortune in the songs of their own
emigrants. Nothing could be less true.
Frank “The Voice” Sinatra’s mamma, Natalina
Garaventa emigrated with her family from
Rossi di Lumarzo in the mountains behind the
eastern coast of the Riviera. And the papà of
Italian swing, Natalino Otto, spent years
going back and forth between
Sampierdarena and the United States
transporting “contraband” records to repropose
the almost-jazz that made
waves in Italy.
Or even the American training of
Genoese Rino “Joe” Sentieri, singersongwriter
on oceanliners who then
stayed on in the U.S. to “learn”, and
later came back to triumph at
Sanremo, at Canzonissima, and in
so many movies.
cover blue
1894
Nasce da genitori liguri
di Lumarzo, profondo entroterra
genovese, Natalina Garaventa,
madre di Frank Sinatra,
"The Voice"
Natalina Garaventa, mother of
"The Voice" (Frank Sinatra) in 1894,
the daughter of Ligurians from
Lumarzo, in the Genoese
hinterlands
69

lue
cover
Goldoni vs. Miller
Goldoni versus Miller
Il Teatro Stabile di Genova ha portato l’autore veneto negli stati Uniti nel 1960, dove sono apprezzati anche
Eduardo e Fo. In cambio ha importato moltissimi americani seguiti da noi con crescente successo: il primo
è stato Tennessee Williams. E poi O’ Neil, Henry James, Neil Simon, David Mamet
Teatro Stabile di Genova took Goldoni, a Venetian playwright to the United States in 1960, where
he was highly appreciated, followed by de Filippo and Fo. In exchange, it brought many American
playwrights here beginning with Tennessee Williams, then O’ Neil, Henry James, Neil Simon, David Mamet
Silvana Zanovello
Gli ultimi esploratori liguri del Nuovo
Mondo teatrale statunitense sono I ragazzi
irresistibili: sotto la bandiera di Neil
Simon, in una produzione dello Stabile di Genova,
che debutta in prima nazionale proprio in
questi giorni di aprile, con Eros Pagni e Tullio
Solenghi in primo piano. Qualcuno penserà di
non aver capito bene. E’ questo l’approdo di un
dialogo con la drammaturgia del Nord America
avviato sessantadue anni fa, con lo Zoo di vetro
di Tennessee Williams e passato attraverso una
ventina di tappe capaci di incidere sul gusto degli
spettatori italiani, di abbattere molti luoghi
comuni giungendo fino agli autori più trasgressivi,
come Tony Kushner Che senso ha allora
tornare a una Broadway che apparentemente ricalca
la leggerezza parigina boulevardier di un
tempo, a un teatro da consumare sostituendo ai
bistrot i fast food
Per molti spettatori Neil Simon è infatti sinonimo
di tutto questo. Ma si tratta proprio del pregiudizio
che Carlo Repetti, direttore dello Stabile,
e Marco Sciaccaluga, condirettore e regista,
hanno voluto sfatare. «La prosa statunitense è
concreta, ha i piedi ben piantati nella società da
cui nasce ed è capace di creare grandi personaggi
a tutto tondo».
La proposta, vissuta in questa prospettiva, ha
anche il merito di sottrarci a un ruolo di spettatori
passivi della cultura statunitense. Così, e con
la giusta presa di distanza, forse potremo dire
agli americani stessi qualcosa di interessante sul
perché li apprezziamo. Ma naturalmente questi
autori “riscoperti” non vengono rivisti negli Sta-
The last Ligurian explorers of the New World
theatre of the United States are… The Sunshine
Boys. Under the flagship of Neil Simon, in a
production at the Teatro Stabile in Genoa, the play’s
first Italian debut will be held here in April, with
Eros Pagni and Tullio Solenghi in leading roles.
Somebody in the audience will surely think that
they have not understood correctly. Is this the final
destination of a dialogue with North American
drama that began 62 years ago with Tennessee
Williams’ “The Glass Menagerie”, to pass through
perhaps twenty stops then engraved on the taste of
Italian audiences, breaking down many stereotypes,
until reaching authors that were even more
unconventional like Tony Kushner
What sense does it make to then turn back to
Broadway which seems to be retracing the Parisian
lightness of the past, to be consumed as theatre,
substituting the “bistrot” of the boulevard with fast
food
For many spectators Neil Simon is in fact
synonymous with all that. But it is really just this
prejudice that Carlo Repetti , the director of the
Teatro Stabile, and Marco Sciaccaluga, the codirector
and producer, wish to dispel. “American
prose is concrete. It has its feet well planted in the
society in which it is born, and is able to create
wonderful all-round characters.” The proposal, seen
in this light, also has the advantage of turning us
into passive spectators of American culture. Thus,
with also the advantage of distance, perhaps we can
then tell Americans something interesting about
themselves explaining why we appreciate them. But
naturally these “rediscovered” authors are not seen
70

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blue
ti Uniti in versione italiana. Negli Usa interessa
tutto ciò che è fortemente legato alla nostra
storia o che può rappresentare una nostra specificità.
Con l’eccezione di Eduardo de Filippo e
Dario Fo, l’unica carta vincente che l’Italia può
calare nella partita della prosa è la dirompente
comunicabilità visiva degli spettacoli ispirati alla
Commedia dell’Arte o alla produzione Goldoniana.
Il Piccolo di Milano ha trovato il suo cavallo
di battaglia evergreen: Arlecchino servitore
di due padroni, con la maschera di Ferruccio Soleri
prestata sempre più spesso al suo erede più
accreditato, il genovese Enrico Bonavera.
Lo Stabile di Genova invece ha conosciuto la sua
grande stagione a New York e a Philadelphia nel
1960: con I due gemelli veneziani affidati alla
regia di Luigi Squarzina e all’ineffabile duttilità
di Alberto Lionello. Gli Stati Uniti nel frattempo
cominciavano ad incrociare i nostri cartelloni
con spettacoli che, come fa notare Carlo
Repetti, al momento delle loro prime oltreoceano
apparivano lievemente sfasati in avanti rispetto
alla nostra realtà ma qualche stagione
dopo ci conquistavano con la loro evidenza profetica.
E’ il caso di Eugene O’ Neil con Arriva l’uomo del
ghiaccio, negli anni Sessanta, riproposta originale
delle inquietudini già scandagliate in Europa
da Ibsen, di Arthur Miller con Un lungo
viaggio nella notte, L’orologio Americano e
Morte di un commesso di viaggiatore, poche
stagioni fa. Proprio come “I ragazzi irresistibili”
anche questo remake poteva apparire datato.
Ha suggerito invece considerazioni sempre attuali
su un mondo dominato dalla precarietà e
dalla competitività. E la possibilità di confrontarlo
con una società ancora più spietata: quelle
raccontata da David Mamet, attraverso Luca
Barbareschi qualche anno fa, in Glangarry e
Glenross: un inferno impiegatizio e un’aggressività
che trovano nel turpiloquio l’unico sistema
di comunicazione possibile.
Henry James si è lasciato scoprire con Quel che
sapeva Maisie, grazie a Mariangela Melato (attrice
con passi hollywoodiani in carriera) diretta
da Luca Ronconi nella parte della bambina
che i genitori si contendono durante le pratiche
di divorzio; Tennessee Williams è apparso in cartellone
con un Tram che si chiama desiderio diretto
da Elio De Capitani e interpretato da Mariangela
Melato e con Zoo di vetro, coraggiosa
esperienza teatrale di Claudia Cardinale con regia
di Andrea Liberovici.
Sempre Mariangela Melato, al fianco di Gabriele
Lavia in Chi ha paura di Virginia Wolf non ha
in the United States in the Italian version. The
United States is very interested in all that is strongly
tied to our own history, or to that which could
represent something specific in our character. With
the exception of Eduardo de Filippo and Dario Fo,
the only winning card that Italy can play in the
prose game is the disruptive visual communicability
of plays inspired by the “Commedia dell’Arte” or the
Goldonian production. The theatre, Il Piccolo di
Milano has found a battlehorse that is ever green:
“Harlequin, the Servant of Two Masters”, with the
acting of Ferruccio Soleri presented more and more
often by his most accredited heir, Enrico Bonavera
of Genoa.
The Stabile di Genova instead saw its great season
in New York and Philadelphia in 1960 with “The Two
Venetian Twins”, under the direction of Luigi
Squarzina and the indescribable versatility of
Alberto Lionello. In the United States
in the meantime, our program
posters began to intersect with
shows that, as Carlo Repetti
noted, at the moment of their
first ocean crossing appeared
almost shifted forward with
respect to our reality, but
which several seasons
later would win us
over with their
prophetic evidence.
This was the case
with Eugene O’
Neil’s “The Iceman
Cometh”, in the
sixties, reproposing
the
original unease
that had already
been sounded out
by Ibsen, as in his
“Long Day’s
Journey into
Night” which was
put on stage in
Genoa just a few seasons
ago, along with Arthur
Miller’s “The American
Clock”, and “Death of a
Salesman”. Just like “The
Sunshine Boys” as a remake
can appear dated, but instead
it suggests considerations that
are ever more pertinent with
respect to a world that is
dominated by precariousness
Arthur Miller e Marilyn
Monroe, due grandi
personaggi del mito
americano
Arthur Miller and Marilyn
Monroe, two celebrities
straight out of the American
legend
Photo Everlastingstar.net
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La città dei teatri
The City of Theatres
C’è la sperimentazione
dell’Archivolto e l’internazionalità
della Tosse, c’è la ricerca del Tkc e
le grandi platee del Politeama,
sino ai grandi classici rivisitati
dalla Compagnia Cargo. È ricca e
sfaccettata l’offerta teatrale di
Genova, non a caso la città
italiana col maggior numero di
sale per numero di abitanti. Se il
Teatro della Tosse incarna, anche
geograficamente, la città vecchia
e i suoi giovani vicoli, quasi
trent’anni fa – a Sampierdarena,
nell’estrema periferia - una
giovane compagnia di aspiranti
attori (tra cui Maurizio Crozza)
contribuì a fondare quello che
sarebbe diventato il Teatro
dell’Archivolto. Vocazione
decisamente più popolare per il
Politeama Genovese,
che in questi anni ha portato sul
palco tutti i più grandi
protagonisti della scena televisiva
e cinematografica italiana, con
qualche apprezzata incursione nel
teatro civile. Dietro ai mostri
sacri, tuttavia, il fermento non
manca, come dimostra la crescita
costante del Teatro Cargo e del
Tkc Teatro della Gioventù (con
centinaia di repliche in
programma).
Theatre in Genoa is rich and
varied. That is why Genoa is the
Italian city with the greatest
number of theatres per number
of inhabitants. If the Teatro della
Tosse personifies, even
geographically, the old city and
its young-spirited medieval
alleyways, almost thirty years ago,
in far-off Sampierdarena, on the
outskirts of town, a young
company of aspiring actors got
together to found what would
become the Archivolto. A
vocation that was decidedly more
popular for the Politeama
Genovese, which over the years
has brought to its stage all of the
greatest protagonists of Italian
cinema and TV, with a few muchappreciated
incursions into civil
theatre. Behind the sacred cows,
all the same, ferment is not
lacking, as seen by Teatro Cargo
and Tkc Teatro della Gioventù.
fatto rimpiangere la coppia cinematografica Elisabeth
Taylor - Richard Burton.
Le opportunità di conoscere il teatro statunitense
non mancano neppure alla Tosse, all’Archivolto
e al Genovese che dedica un’attenzione
speciale al musical, riproponendo molti titoli
statunitensi “cult”in versione italiana. Un titolo
campione d’incassi e di lunga tenuta Jesus
Christ superstar.
Abbiamo parlato di
istituzioni e di sale
ben radicate nel tessuto
della città, ma si
possono costruire
ponti di ampia gittata,
capaci di unire le
sponde del Mar Ligure
all’Oceano anche
senza avere una sede.
E’ il caso di Andrea
Liberovici che con il
Teatro del Suono si è
esibito più volte a
New York e ha rapporti
di collaborazione
molto stretta con
Peter Greenaway e
Bob Wilson.
I risultati si sono visti
al Duse che ha ospitato
una sua Operetta
al nero, ispirata a
Christopher Marlowe,
corredata da musiche
mefistofeliche
e illuminata da Sandro
Sussi, da molti
anni allo Stabile di
Genova dopo
un’esperienza nella
factory del registaarchitetto
texano.
Unico nel suo genere
il percorso di Kiara
L’indimenticata Mariangela Melato, qua in
scena con Lavia in “Chi ha paura di Virginia
Woolf”, e (sopra) una scena de “I due gemelli
Veneziani”, del 1963
The unforgettable and renown Mariangela
Melato together with Lavia in a scene from
“Who’s Afraid of Virginia Woolf”.
Above, a scene from “The Two
Venetian Twins” in 1963
Pipino: durante
l’estate dirige il Festival di Valle Christi a Rapallo
e subito dopo riparte per il Michigan dove è
professore associato di teatro alla Gran Valley
University.
Ha portato in scena i suoi allievi all’ombra dell’antico
monastero ligure e non dimentica mai la
tradizione teatrale italiana nelle sue lezioni, senza
derogare a una regola: rispettare il passato
di cui i giovani sono curiosi, ma uscire dagli stereotipi
“pizza e mandolino”.
and competition. And the possibility of comparing
our world with that of a society that is even more
ruthless – as told by David Mamet , through Luca
Barbareschi a few years ago, in “Glengarry Glen
Ross”, which speaks of a hell without pity and with
an aggressiveness which finds in foul language the
only system of communication possible.
Henry James came to us with “What Maisie Knew”
- the little girl being fought over by
her parents in a divorce - with
kudos to Mariangela Melato and
director Luca Ronconi. Tennessee
Williams appeared on the program
as “A Streetcar Named Desire”
(directed by Elio De Capitani and
performed by Mariangela Melato)
and “The Glass Menagerie” (Claudia
Cardinale’s courageous theatrical
experience directed by Andrea
Liberovici).
Our renown Mariangela Melato’s
marvelous performance at Gabriele
Lavia’s side in” Who’s Afraid of
Virginia Wolf”, easily rivaled the
Elisabeth Taylor- Richard Burton
cinema duo.
Opportunities to see American
theatre can be had also at our
theatre of the cough (its name in
Italian) Teatro della Tosse, at the
Archivolto, and at the Genovese,
which is paying special attention to
musicals, re-proposing American
cult titles in an Italian version. The
champion in terms of earnings and
duration Jesus Christ Superstar.
We have spoken of institutions and
theatre halls that are part of the
city fabric, but you can build
bridges, long in reach, able to cross
from the shores of the Ligurian Sea
to the other side of the ocean.
Such is the case of Andrea
Liberovici who, with his Teatro del
Suono, has performed several times
in New York. He also has created very close
collaboration relationships with Peter Greenaway
and Bob Wilson. Unique in her genre, Kiara Pipino in
the summer runs the Festival of the Valle Cristi in
Rapallo, then returns to Michigan where she is
associate professor of theatre at the Gran Valley
University.
She brought her pupils to act in the shadows of the
ancient monastery, and never will they forget the
Italian theatre tradition.
72

cover
blue
L’arte di legare Genova agli States
Art Ties Genoa to the States
Celant ha portato a NewYork il seme della sua Arte Povera, la galleria Unimedia ha dato risonanza al movimento americano
Fluxus e di recente ha ospitato le performance di Ben Patterson e Philip Corner
Celant brought to New York the seeds of his Poor Art, Arte Povera. Art gallery, Galleria Unimedia gave “resonance” to
the America’s Fluxus art movement, recently hosting performances by Ben Patterson and Philip Corner
Primavera 1987. Ci si trova a New York con
Enrico Baj nella Galleria di Leo Castelli dove
si sta inaugurando una personale di Roy
Lichtenstein: nel mezzo della festa irrompe Bob
Rauschenberg con un mazzo di fiori che porge al
festeggiato. In tali frangenti è facile parlare e fraternizzare.
Lo facciamo anche noi. Questi contatti
potrebbero aiutarci a condurre a buon fine un progetto
concepito per Genova. Le Colombiane sono
vicine e Renzo Piano sta per regalare alla città il
Porto Antico e Houston il museo che accoglie la De
Menil Collection, le cui sale sono inondate dalla luce
naturale ottenuta attraverso un complesso gioco
di rifrazioni.
I Magazzini del Cotone, ancora da ristrutturare, costituirebbero
l’eccezionale palestra di un evento artistico
memorabile. Dopo un accurato sopralluogo
Baj ha pensato di invitare alcuni giovani pittori e
performer italiani che, sotto la sua regia, avrebbero
dovuto concepire i loro lavori sfruttando gli interni
dei Magazzini. Altrettanto avrebbe fatto Rauschenberg
a New York con un manipolo di autori
statunitensi. Nel corso di quel fatidico 1992 i due
gruppi si sarebbero quindi scambiati gli ambienti
magari col concorso di due antologiche dei maestri
di riferimento. Così si sarebbe compiuto nei due
Spring 1987, and here we are in New York with
Enrico Baj at the art gallery, Galleria di Leo
Castelli, where a personal show by Roy
Lichtenstein is being inaugurated. Suddenly, in the
middle of the party, Bob Rauschenberg appears
bearing a bunch of flowers which he presents to the
honored artist. In situations like this it become easy to
talk and to fraternize. We do it too. After all, who
knows, these contacts could help us successfully carry
out a project that we have conceived for Genoa. Our
native son Columbus’ 500 th Anniversary is fast
approaching, and Renzo Piano is about to give our city
Porto Antico, and Houston the museum which will
house the De Menil Collection, with halls filled with
natural light obtained by a complex play of light
refraction.
The Cotton Warehouses in Genoa have still not been
renovated, but they are to become an exceptional
“gym” for a memorable artistic event. After having
carefully surveyed the spaces, Baj decided to invite
some young Italian painters and performers who,
under his direction, would conceive their works taking
advantage of the interiors of the warehouses. Just
what Rauschenberg did in New York with a handful of
American artists. During the course of that fateful
year of 1992, these two groups would then exchange
Luciano Caprile
“La folla" di Sexto Canegallo,
autore sestrese molto amato
oltreoceano
"La folla" by Sexto Canegallo,
an artist from Sestri who is
well loved across the ocean
73

lue cover
sensi un percorso ideale creando un legame concreto
tra la Genova di Cristoforo Colombo e l’America
dei suoi e dei nostri (almeno di allora) sogni.
Purtroppo non se ne è fatto nulla. In quella circostanza
ho incontrato da Castelli il nostro grande
critico Germano Celant che ha instaurato un importante
collegamento con New York portando
qui il seme dell’ “arte povera” da lui presentata
ufficialmente nel 1967 in una mostra alla Galleria
La Bertesca di Genova. Da sottolineare la sua
collaborazione col Salomon R. Guggenheim Museum
dove ha rivestito la carica di Senior Curator
of Twentieth-Century Art. Grazie a mirate iniziative
come la rassegna “Italian Metamorphosis
1943-1968” del 1994 ha favorito l’ incremento
dei rapporti artistici tra l’Italia e gli Stati Uniti.
Non occorre dimenticare l’importanza del movimento
Fluxus che, ideato dallo statunitense George
Maciunas, ha goduto a Genova di particolare
risonanza grazie alla Galleria Unimedia di
Caterina Gualco che, tra l’altro, ha accolto, ancora
di recente, le performance di Ben Patterson
e di Philip Corner.
E che cosa dire di Micky Wolfson A
Miami funziona un suo museo rivolto
a promuovere l’arte di propaganda:
le opere provengono in larga misura
dall’Italia e Genova, dopo essere
stata il fulcro dei suoi interessi (egli si
è impegnato per anni nella ristrutturazione
del Castello Mackenzie che
doveva accogliere il suo patrimonio
culturale legato alla nostra nazione),
continua a recitare un ruolo importante.
Infatti una parte della collezione
è alla Wolfsoniana di Nervi. Qui si
possono ammirare anche alcuni straordinari
quadri simbolisti del sestrese
Sexto Canegallo acquisiti anni fa;
altri invece sono approdati nel corrispettivo
contenitore americano.
Per concludere un accenno al
Giannetto Fieschi che se ne va a
New York agli albori degli anni Cinquanta
e realizza alcune opere, come
il collage su tavola “I gatti
hanno fame”,
che iconograficamente
precorrono
di qualche lustro
la “pop art”.
Una scoperta dell’America
di cui
egli non si è mai fatto
carico.
Uno dei celebri "generali" di
Enrico Baj. Il pittore milanese
nel 1992 avrebbe dovuto
allestire una grande mostra
evento insieme a Bob
Rauschenberg per gemellare
Genova e New York
One of the most famous
“general” exhibitions by
Enrico Baj was one that was
never held. The renown
painter from Milan, with Bob
Rauschenberg, planned a
great event in 1992
their environments, maybe even in a contest between
two anthologies by their maestros of reference. This
would be carried out in both directions in an ideal
route which was to create a binding tie between the
Genoa of Christopher Columbus and the America of
his and our (at least at the time) dreams.
Unfortunately nothing came of this. But in those
circumstances at Castelli, I met our great art critic,
Germano Celant, who had established an important
connection with New York, bringing with him the
seeds of “poor art” which he officially presented in
1967 at a show at the Galleria La Bertesca in Genoa.
His collaboration with the Salomon R. Guggenheim
Museum should also be highlighted. Here he fulfilled
the charge of Senior Curator of Twentieth-Century
Art, and thanks to his targeted initiatives - such as the
show, “Italian Metamorphosis 1943-1968” in 1994 -
he encouraged the growth of artistic relationships
between Italy and the United States. And let us not
forget the importance of the Fluxus movement –
created by American George Maciunas – which
enjoyed particular “resonance” at the Galleria
Unimedia run by Caterina Gualco. Even just recently
she has hosted performances by Ben
Patterson and Philip Corner.
And what would you say regarding
Micky Wolfson In Miami his museum
promotes the art of propaganda, with
works coming in the main from Italy
and Genoa. Our city was at the hub
of his interests (he spent years
renovating Castello Mackenzie which
was to hold his cultural holdings
related to Italy), and he continues to
carry out an important role. In fact
one part of his collection is at the
Wolfsoniana in Nervi. Here you can
enjoy some extraordinary symbolist
paintings by Sexto Canegallo which
were acquired a few years ago.
Others instead arrived in their
corresponding American container.
To conclude let us refer to
Giannetto Fieschi who went to New
York at the start of the Fifties and
there created works like his
collage on a board “The
Cats Are Hungry”,
which in terms of
icon-graphics was a
precursor of some of
pop art’s luster. A
discovery of America
for which he has never
taken credit.
74

cover
blue
Jeans per Gesù e Giuda
Jeans for Jesus and Judas
Esposti al Museo Diocesano del capoluogo i 14 teli in lino tinto
di blu con l’indaco e dipinti a biacca soprannominati “Blu di
Genova” e considerati gli antenati della stoffa jeans.
Raffigurano la passione di Cristo
On exhibition at the Diocesan Museum of Genoa are 14
linen canvases dyed blue with indigo, considered to be the
original blue jean material. Called “Blu di Genova” they are
painted with white lead to depict the Passion of Christ
Il dolore delle donne chine sul
corpo del Cristo morto; il caos e
la violenza della scena del bacio di
Giuda; i volti ieratici degli apostoli
che circondano Gesù. Sono esposti
in due sale al primo piano del
Museo Diocesano di Genova,
illuminati da una luce soffusa, i 14
teli soprannominati “Blu di
Genova” e considerati gli antenati
della stoffa jeans, unico esempio,
insieme al ciclo della passione di
Reims, dell’antica abitudine di
velare gli altari delle chiese
durante la Quaresima con scene
della morte e della resurrezione di
Cristo, davanti alle quali si
svolgevano anche le sacre
rappresentazioni.
«I teli, di proprietà della
Soprintendenza, sono in lino tinto
di blu con l’indaco e dipinti a
biacca. Il loro scopo era di
emozionare i fedeli e spingerli alla
penitenza», spiega la storica
dell’arte Marzia Cataldi Gallo,
esperta di tessuti e autrice del
volume Passione in blu. I teli con
storie della passione del XVI secolo
a Genova (edizioni De Ferrari).
Pensati per l’Abbazia di San Nicolò
del Boschetto in Valpolcevera,
dove venivano montati in
occasione della Quaresima su una
struttura di legno, dando origine a
una chiesa nella chiesa, i teli si
dividono in tre gruppi: i più
grandi, oltre 3 metri quadri
ciascuno, risalgono al primo
trentennio del Cinquecento, opera
di pittori di scuola lombarda
ispirati alle incisioni di Albrecht
The pain of the women who lean
over Christ’s dead body. The chaos
and the violence of the scene of the
Kiss of Judas. The pious faces of the
apostles who surround Jesus.
Illuminated by diffused light, all are
exposed in two halls on the first floor
of the Diocesan Museum of Genoa.
These 14 canvases, called “Blu di
Genova” (Blue of Genoa), are
considered to be the ancestors of
jeans material. Together with the
Cycle of Passion in Reims, they are a
unique example of the ancient habit
of covering altars during Lent with
scenes from the death and the
resurrection of Christ, in front of
which the sacred acts were
performed.
“The 14 canvases are the property of
the Superintendence. They are made
of linen, dyed blue with indigo and
painted with white lead. Their
purpose was to excite the emotions
of the faithful and push them
towards penitence”, explains art
historian Marzia Cataldi Gallo,
textile expert and the author of the
book, Passione in blu. I teli con
storie della passione del XVI secolo a
Genova (Passion in Blue: canvases
telling of the Passion from the XVI
Century in Genoa, Edizioni De
Ferrari). Originally made for the
Abbey of San Nicolò del Boschetto
in Valpolcevera, they would be
mounted during Lent on a wood
structure which created a church in
a church. The canvases are divided
into three groups. The biggest ones,
over 3 square meters each, date to
the first thirty years of the 1500s, the
Dürer. Poi il “Cristo deriso” e la
“Deposizione” si devono a una
personalità più matura, che
risente dell’influenza di Giulio
Romano e Perin del Vaga, infine
gli “Angeli turiferari”, il “Volto
Santo” e i “Monaci in preghiera”
appartengono a un periodo più
tardo, fra il XVII e il XVIII secolo.
«Mentre i nobili e i ricchi
tradizionalmente vestivano di seta,
i ceti medi e bassi nel Medioevo
indossavano tessuti che
mescolavano la lana al cotone, al
lino e alla canapa», prosegue
Cataldi Gallo. E Genova, da sempre
importante centro di produzione
di stoffe,le spediva via mare dentro
casse contrassegnate con la scritta
“jean”, per indicarne la
provenienza, in tutta Europa e
soprattutto in Inghilterra, dove
erano particolarmente apprezzate.
Da qui, e dalla diffusione grazie
alla scoperta dell’America della
tintura blu con l’indaco, utilizzata
anche per questi teli della
Passione, al boom del blue jeans
utilizzato prima per le tute da
lavoro e poi come capo modaiolo il
passo è breve. Anzi brevissimo.
Lucia Compagnino
work of painters of the Lombard
School, inspired by the engravings by
Albrecht Dürer. Then the “Christ
Mocked” and the “Deposition” are by
a more mature artist influenced by
Giulio Romano and Perin del Vaga.
And the last group, “The Incense-
Bearing Angels”, “The Sacred Face”,
and “The Monks in Prayer” belong to
a later period, between the XVII and
XVIII centuries.
“While the nobles and the rich
traditionally wore silks, the middle
and lower classes in the Middle Ages
wore fabrics which mixed cotton and
wool, linen and hemp,” continues
Cataldi Gallo. And Genoa, which has
always been an important center of
textile production, would then send
fabric by sea in crates with the
writing “genes” (“Genoa” in French)
to indicate origin. Across Europe, and
especially in England, these textiles
were particularly appreciated. From
here, also thanks to the discovery of
America which spread the use of
indigo blue dyes – the same used for
these canvases of the Passion – came
the boom in the use of “genes”, now
“jeans” material, first for work
clothes, then, just a short step, to
fashion. A very short step.
75

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Pesto al mortaio
èTrendy
Pesto in a Mortar
It’s trendy!
Cresce oltreoceano la passione per i prodotti originali come il basilico e l’olio liguri tanto che a un pranzo
elettorale per Obama lo chef Andrew Tarlow ha proposto un vero Pesto alla genovese
Across the ocean the passion for original products like basil and Ligurian olive oil is
growing. So much so that at a fund-raising dinner for Obama, chef Andrew Tarlow
based it all on Genoese Pesto, thanks to the word being spread by Associazione
Palatifini across the continents
Sara Di Paolo
per
Ingredienti di qualità, tecniche artigianali e
abbinamenti ai piatti della tradizione gastronomica
ligure: ecco il Pesto genovese che si
sta sempre più affermando anche negli Stati
Uniti. Perché, è inutile negarlo, se alla parola “pesto”
la popolarità non manca, quello che spesso
manca è, ad esempio, il basilico. In America, è almeno
dagli anni ’90 che una versione di pest(acci)o,
quasi esclusivamente a base di aglio e poi
chissà, insaporisce molti piatti, come se all’italianità
del gusto - sempre così di moda - non si
riuscisse mai del tutto ad accompagnare anche
la qualità del gusto e la sua genuinità. Ma il
trend sembra cambiare. Ci sono ottimi segnali,
sapremo farli diventare anche opportunità
In occasione delle elezioni presidenziali americane,
il ristorante Roman’s dello chef Andrew
Tarlow, uno dei più trendy di New York, ha organizzato
una cena di beneficienza per raccogliere
fondi per la candidatura di Obama, e indovinate
un po’ Tutto il menù era a base di
Pesto genovese! La “P” maiuscola è d’obbligo
perché l’hanno preparato con i nostri mortai di
marmo e pestelli di legno. E anche nostri è d’obbligo
perché si tratta del “set newyorkese” dell’Associazione
Palatifini, che - tra gare e demo -
in questi anni ha seminato decine di mortai e pestelli
in tutti i continenti.
Martina Rossi Kenworthy, una delle titolari di
Gustiamo.com, azienda che importa negli Stati
Uniti prodotti alimentari italiani di alta qualità
Quality ingredients, artisan techniques, and
the matching dishes of traditional Ligurian
gastronomy: this is why Pesto from Genoa is
becoming ever more popular in the United States.
Because, and there is no point in denying it, even
though the word “pesto” is almost too popular,
what it normally is missing is basil, and even the
right kind of basil. America has been making its own
version of pesto since the nineties, based almost
exclusively on garlic. It is used to add flavor to
many dishes, as if the Italian-ness of taste – which
is always so popular – is never enough to
accompany also the quality of taste and its genuine
nature. But the trend seems to be changing.
Excellent signals are emerging. Will we know how to
turn them into opportunity
On the occasion of the last American presidential
elections, the restaurant, Roman’s with chef
Andrew Tarlow, one of the most trendy in New York,
organized a dinner to gather funds for Obama, and
guess what The whole menu was based on Genoese
Pesto! Pesto with a capital “P”, because they made it
using OUR marble mortars and OUR wooden pestles.
And when we say “our”, we mean “our”, as in the
equipment that the “New York set” used (and uses)
came from our Associazione Palatifini in which they
are members. Over the years we have “seeded” all of
the six continents with our mortars and pestles.
Martina Rossi Kenworthy, one of the owners of
Gustiamo.com, the company that imports top
quality Italian food products (including Pesto) to
76

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blue
Pestate mondiali
Pesto and the World
La quinta edizione del Campionato Mondiale
di Pesto al mortaio è in programma sabato 29
marzo 2014, nella Sala del Maggior Consiglio
di Palazzo Ducale, a Genova. In arrivo i migliori
100 pestellatori del globo, selezionati in decine
e decine di sfide eliminatorie in giro per il
mondo. Le info su www.pestochampionship.it
The fifth World Championships for Pesto Made
with a Mortar will be held on Saturday, March
29, 2014, in the Sala del Maggior Consiglio at
the Ducal Palace in Genoa. Arriving will be the
100 best pesto-makers on the globe, selected
through dozens and dozens of eliminatory
rounds across the world
77

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La fotoricetta
Genoese pesto
Il Pesto genovese in sette
mosse e pochi, precisi
ingredienti: 4 mazzi di Basilico
Genovese D.O.P, 30 g di pinoli,
45-60 g di Parmigiano Reggiano
Stravecchio grattugiato,
20-40 g di Fiore Sardo
grattugiato (Pecorino Sardo), 2
Spicchi d’Aglio di Vessalico, 10 g
di sale, 60-80 cc di Olio Extra
Vergine di Oliva “Riviera Ligure”
D.O.P.
4 bunches of fresh PDO
(Protected Designation of
Origin) Genoese basil, which
guarantees high-quality taste
and flavour, 30 g pine nuts
445-60 g aged Parmesan
cheese, grated,
20-40 g Fiore Sardo cheese
(Pecorino Sardo), grated,
1-2 garlic cloves from Vassalico
(Imperia), 10 g coarse salt, 60-
80 cc PDO extra-virgin olive oil
from the “Italian Riviera”.
SDP
(Pesto incluso), segnala: «la consapevolezza del
pesto genovese di qualità in America sta crescendo
al passo con l’educazione del palato, ma
è un processo molto lento».
In pratica, i consumatori americani, una volta assaggiato
il Pesto vero, iniziano a notare le differenze:
sentono che il basilico coltivato là ha un
sapore troppo erbaceo e mentolato, si rendono
conto dell’importanza di avere tra gli ingredienti
Parmigiano Reggiano per davvero, distinguono
le produzioni importate da quelle locali per la
qualità dell’olio piuttosto che dei pinoli. Insomma
le vendite aumentano, l’entusiasmo
anche. Il percorso però
è ancora troppo lento. Due
“
Il
gli ostacoli principali: il prezzo
ovviamente più elevato dei prodotti
importati dall’Italia e il
fatto che anche in America si
sta affermando sempre più il
concetto del “locale e sostenibile”.
Ci si accontenta di prodotti
non autentici se sono preparati
con ingredienti che si
possono coltivare vicino.
Dunque, come lavorare su gusto
e autenticità a supporto
delle nostre produzioni locali
Secondo Martina, per aumentare
la popolarità del vero Pesto
genovese «è fondamentale associarlo
alla tecnica artigianale
e tradizionale che occorre per
produrlo, perché rappresenta
sempre un elemento di grande
fascino per gli americani».
Secondo lo chef Danny Bowien
- Genoa Pesto World
Champion nel 2008 quando lavorava
presso un rinomato ristorante
di cucina ligure a San
Francisco come aiuto cuoco
dello chef genovese Paolo Laboa e oggi titolare
di Mission Chinese, negli anni diventato una star
- il parametro di riferimento è sempre la felicità,
creare le condizioni perché le persone stiano
bene (e lui lo fa nei suoi locali con i suoi piatti).
Per i teorici del marketing territoriale, la chiave
del successo per promuovere un territorio e le
sue produzioni tipiche sta nel proteggerne le
peculiarità (in particolare quando fanno cultura
e rappresentano un modo di vivere), nel saperle
comunicare e, al tempo stesso, renderle
accessibili a tutti. Quindi fare il pesto al mortaio
non solo è trendy, ma soprattutto è utile.
parametro di
riferimento della buona
cucina deve essere la
felicità: vanno create le
condizioni perché le
persone stiano bene
The parameters of
reference for good
cooking are set by
happiness. Conditions
must be created so that
people feel good
the U.S. tells us, “the knowledge of quality Genoese
pesto in America is increasing at the same pace as
their ‘education of the palate’ (i.e. their
understanding of gourmet food), but it is a slow
process”.
In practice, once American consumers taste true
Pesto, they suddenly recognize the difference. And
what a difference! American basil tastes of mint,
and herbs. Then for good pesto, you need to add
real parmesan, parmigiano reggiano, not to mention
the important distinctions in olive oil – the
imported versus the local variety, and the same goes
for pine nuts. So sales are
increasing; enthusiasm as well.
But the road is long, and still
”
Danny Bowien,
chef
very slow. Two main obstacles
remain: the price is obviously
higher for products imported
from Italy, and the fact that
even in America the campaign is
being made for “local and
sustainable” production.
Americans accept products that
are not authentic, but can be
made with cheaper ingredients
grown close by.
So how do we work on taste
and authenticity to support our
own Ligurian production
According to Martina, by
increasing the popularity of true
Genoese Pesto. “It is essential to
associate the artisan techniques
and traditions which are used to
produce it, because this is always
an element of great fascination
for Americans.”
According to chef Danny Bowien
– Genoa Pesto World Champion
in 2008, when he was working at
a famous Ligurian cuisine
restaurant in San Francisco as
assistant cook to the Genoese chef, Paolo Laboa, and
now the owner of Mission Chinese – the parameter
of reference is “happiness”, i.e. to create conditions
which make people feel good (and he does this in his
restaurants and with his dishes). For the theoreticians
of territorial marketing, the key to success in
promoting a territory and its typical production is in
protecting its prime characteristics, its “peculiarities”
if you will (in particular when they represent culture
and a way of life), in knowing how to communicate
this, and, at the same time, make it accessible to all.
So therefore, making Genoese Pesto with a mortar is
not just trendy, but above all useful.
78

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blue
Cantine e tempi del gusto
Wine Cellars and Times to Taste
Tra maggio e giugno due dei più importanti eventi della
tradizione vitivinicola della regione: Vinidamare (a Camogli) e
Liguria da Bere (a La Spezia). E a luglio un appuntamento in
salsa ligure anche a Eataly, il tempio del gusto italiano nella
Grande Mela
Between May and June, two of the most important events
in the wine-making tradition of our region will be held:
“Vinidamare” (in Camogli) and “Liguria da Bere” (in La
Spezia). And in July in New York, Eataly, the temple of taste
in the Big Apple, hosts another big Ligurian wine event
Qualcosa come 1547 ettari di
superficie vitata, per una
produzione di 105mila ettolitri e
circa 4 milioni e mezzo di bottiglie. A
40 anni dalla Doc del Cinque Terre, e
a qualcosa di più da quella del
Rossese di Dolceacqua. Numeri –
quelli della viticoltura ligure – che
raccontano di una regione stretta e
difficile, quanto in espansione. Quel
che non dicono le cifre, lo dice la
qualità - declinata in otto Doc e
quattro Igt – e lo ha ribadito a inizio
aprile l'edizione numero 47 di
Vinitaly, a Verona, dove erano ben
68 le aziende liguri (per 154
etichette) presenti nella scenografica
cantina allestita da Regione Liguria e
Unioncamere.
Una vetrina d’eccezione che avvicina
alla grande stagione delle fiere
enologiche del Levante. A
cominciare dalla decima edizione di
Vinidamare, che si apre domenica
19 maggio con un appuntamento
speciale pensato per i turisti
enogastronomici nei musei e nei
ristoranti di Camogli, prima del
tradizionale lunedì di presentazione
dell’ultima produzione vinicola.
Ricchissimo il calendario di eventi
collaterali - tra cui spicca l’elezione
del “Sommelier ligure dell’anno” -
per un evento che prosegue tutto
l’anno sulle pagine di
“365magazine”, la nuova rivista web
e social dedicata a info, eventi e
novità della rassegna organizzata
dall’Ais di Alex Molinari.
Something like 1,547 hectares
of vineyards, which produce
105,000 hecto-liters and
approximately 4.5 million bottles
of wine. Forty years after the
Cinque Terre received their D.O.C,
and maybe even more years after
Rossese di Dolceacqua was
awarded the same, the numbers
regarding Ligurian wineproducers
– in our region’s narrow
strip between the mountains and
the sea – are showing expansion.
But what the numbers do not say,
quality does. Quality – seen by
our, now, eight D.O.C.s and four
I.G.T.s – was underlined at the
beginning of April by the 47 th
Vinitaly Italian wine trade fair in
Verona, where an impressive 68
producers from Liguria presented
154 labels in the picturesque wine
cellar set-up by the Regione
Liguria and Unioncamere.
An exceptional showcase, as the
great wine fair season on the
Eastern Riviera approaches. It
begins with the tenth
Vinidamare, which opens on
Sunday, May 19 with a special
event planned for wine and
gastronomy tourists in museums
and restaurants of Camogli,
before the traditional Monday
presentation of this year’s wines.
With a very rich calendar of
collateral events – among which
the “Ligurian Sommelier of the
Year” stands out – to be
L'inaugurazione dello store di
Eataly a New York
The inauguration of Eataly
in New York
Il mese successivo il “circus”
enologico ligure si trasferisce a La
Spezia, dove dal 28 al 30 giugno
corso Cavour si trasforma in una
cantina a cielo aperto, tra incontri,
degustazioni, percorsi del
gusto, accompagnate dalla tipicità
della gastronomia territoriale. Tra le
novità della nuova edizione di
Liguria da Bere, i menù dei
ristoratori abbinati alle etichette e le
vetrine a tema, aspettando il B2B
dell’ottobre prossimo fra ristoratori e
produttori, allo Spezia Expò.
Vini e sapori (l'olio, il pesto, i tanti
presidi Slow Food) di Liguria saranno
protagonisti anche a luglio a New
York, città di ristoratori di successo
cresciuti nelle nostre cucine (uno su
tutti: Paolo Secondo, dei Tre Merli).
A ospitarli sarà il tempio del gusto
italiano nella Grande Mela, l'Eataly
della Fifth Avenue, a Manhattan – a
due passi dal Flatiron Building, il più
celebre dei grattacieli – dove per
alcuni giorni, grazie a Camera di
Commercio di Imperia e
Unioncamere, si parlerà (e si
degusterà) più ligure del solito.
continued during the rest of 2013
on the pages of “365magazine”,
the new web and social magazine
dedicated to info, events, and
news from the review organized
by Alex Molinari’s Ais.
The next month, wine-lovers of
Liguria move on to La Spezia,
where from June 28 to 30, Corso
Cavour will be transformed into
an open air wine cellar, offering
encounters, wine-tasting, wine
routes and itineraries,
accompanied by the typical
gastronomy of the region. Among
the news at the latest Liguria da
Bere, restaurants will be offering
menus tied to wine labels, and
showcases on theme, while
waiting for the B2B in October at
the Spezia Expò.Wines and
“tastings” (olive oil, pesto, and
other food items from Food) of
Liguria will also be the central
theme in July in New York, a city
of successful restaurants that
have grown up on our cuisine
(one among many: Paolo
Secondo, of the Tre Merli). The
host is the temple of Italian taste
in the Big Apple, Eataly, on Fifth
Avenue in Manhattan (by the
famous Flatiron Building) where
for a few days, thanks to the
Imperia Chamber of Commerce,
and Unioncamere, the talk (and
the tasting) will be more Ligurian
than ever.
Lo.To.
79

itinerari
blue
news
itineraries
Non solo 5 Terre
Not Just the Cinque Terre
L’offerta turistica spezzina punta a promuovere tutto il territorio: Golfo dei Poeti, Val di Magra e Val di Vara. Mete
anche per chi vuole girare vigne e cantine e per gli appassionati di trekking e di bicicletta. Alla Spezia, a ottobre,
arrivano le grandi navi da tutto il mondo per la Festa della Marineria
The tourism offering in the La Spezia area focuses on promoting all of our territory: the Gulf of Poets, with the
valleys, the Val di Magra and Val di Vara. Destinations that pass vineyards and wine cellars, that are enjoyed by
hikers and cyclists. La Spezia in October will host tall ships from all over the world for the Festa della Marineria
Non di sole Cinque Terre vuol
vivere il turismo spezzino. Le
terrazze a picco sul mare sono
una delle dieci destinazioni italiane
preferite dai turisti, registrano
due milioni di presenze
l’anno e assicurano quasi 200
milioni di euro di entrate. Sono
una fantastica attrazione attor-
La Spezia wants more than
“just” the Cinque Terre to bring
tourism alive. These terraced
mountains that rise straight out
of the sea are one of the ten most
preferred Italian destinations by
no alla quale si stanno allestendo
offerte che promuovono tutto
il territorio. Anche perché oggi
chi si muove per turismo non
lo fa solo perché stimolato dalla
bellezza dei luoghi (turismo di
destinazione) ma dalle cose che
quei luoghi consentono di fare:
escursioni, sport, degustazioni,
itinerari artistici (turismo di motivazione).
Damiano Pinelli, presidente
dell’STL (Sistema Turistico
Locale) Golfo dei Poeti, Val di
Magra e Val di Vara, gira l’Europa
proponendo pacchetti che valorizzano
le potenzialità di tutto il
territorio ligure, anche in collaborazione
con altre regioni: il
Photo Enrico Amici
81

lue
news
tourists, whose numbers each
year pass the two million mark,
ensuring almost 200 million euros
of earnings. A fantastic
attraction, around which other
offerings are gathering to
promote the whole region. This is
because nowadays tourists tend
to look for more than “mere”
beauty in the places they visit
(destination tourism), but seek
also sports, food, excursions, and
artistic itineraries (motivation
tourism).
Damiano Pinelli, President of the
Gulf of the Poets STL (local
tourism system) which includes
the two valleys, Val di Magra and
Val di Vara, is touring Europe
proposing packets which
emphasize the potential of all of
Ligurian territory, even in
collaboration with other regions.
Hiking among the vineyards of
Liguria and the Piedmont is an
example. Or excursions in Barolo
wine territory with visits to its
wine cellars until reaching those
on the sea. The “Travel and Taste”
campaign offers gastronomic
itineraries with the option for
participants to learn how to
trekking tra i vigneti di Liguria e
Piemonte, ad esempio, le escursioni
nel Barolo con visite alle
cantine sino a raggiungere quelle
sul mare, campagne “viaggia e
gusta” con itinerari gastronomici
e la possibilità per i partecipanti
di imparare a preparare un piatto
particolare o il pesto. «Se all’offerta
di viaggio abbini un corso di
cucina vendi il doppio», assicura.
Nello Spezzino il segmento più
importante dell’offerta turistica
di motivazione è quello dei camminatori,
gente che con lo zaino
in spalla e le racchette per bilanciarsi
si mette in marcia sui sentieri
per godere di paesaggi e
sensazioni particolari. Quelli delle
Cinque Terre sono tra i più
gettonati. Ma ce ne sono altri da
scoprire come quello che parte
Scorci dalle Cinque Terre: una vista di
Tellaro, Monterosso e un particolare
dei sentieri di Montemarcello. In
apertura, la Amerigo Vespucci nel
Golfo della Spezia, in una edizione
passata della Festa della Marineria.
Nell'altra pagina, Vernazza
Views of the Cinque Terre,
Monterosso and a detail of the paths
in Montemarcello. About to be
opened, the Amerigo Vespucci in the
Gulf of La Spezia, in a past event of
the Festival of the Navies,
Festa della Marineria
prepare a special dish or even
pesto. “If you couple the offer of
a trip with a cooking course, you
sell double the amount,” he
assures us.
In the area around La Spezia, the
most important segment of
motivation tourism relates to
hikers and walkers - people with
their knapsack on their back and
poles to help balance themselves
as they walk - who set out on the
paths to enjoy the landscape and
the special sensations offered as
they skirt cliffs on the sea. Those
of the Cinque Terre attract the
most applause. But there are
others to be discovered, like the
paths that start from Portovenere
to arrive in Campiglia and then
head on to Riomaggiore. “When
we bring tour operators here, they
go crazy, and the routes
da Portovenere, arriva a Campiglia
e prosegue per Riomaggiore.
«Quando ci portiamo i tour operator
questi impazziscono e il
sentiero finisce subito sui cataloghi»,
racconta Pinelli. Altri percorsi
di grande suggestione:
quello che da Campiglia porta a
Biassa, fa il giro del Golfo e arriva
a Bocca di Magra o quello che
da Bocca di Magra si inerpica sino
a Montemarcello e arriva a
Tellaro. I sentieri sono un patrimonio
da sfruttare. Basta pensare
che solo in Germania gli iscritti
alle associazioni che fanno
escursioni sono 30 milioni e in
continua crescita. Un altro segmento
sono gli appassionati di
bicicletta: cicloturismo su strada
e mountain bike. «Abbiamo tanti
percorsi interessanti e presto
contiamo di arricchire l’offerta
con le bici elettriche”, spiega ancora
il presidente dell’Stl.
I segnali della stagione turistica
2013 sono positivi. L’anno scorso,
dopo le alluvioni e le frane, le
prenotazioni avevano subìto una
preoccupante flessione. Quest’anno
le premesse sono confortanti
grazie soprattutto ai turisti
stranieri». A Riomaggiore e a Vernazza
si lavora per aprire i sentieri
che il maltempo ha reso impraticabili.
Gli sforzi sono
concentrati soprattutto sulla Via
dell’Amore, il romantico sentiero
scavato nella roccia che collega
Riomaggiore a Manarola, chiuso
per le frane. «È una autentica
emergenza – dice Pinelli - È come
se a Pisa chiudessero la Torre».
Nell’offerta turistica spezzina destagionalizzata
quest’anno s’è inserito
il comune capoluogo con
la Festa della Marineria che vivrà
un’edizione speciale dal 3 al 6 ottobre:
ospiterà la tappa conclusiva
della Tall Ship Regatta, la
grande regata internazionale dedicata
alle grandi navi provenienti
da tutto il mondo che partirà
da Barcellona e, dopo Tolone,
arriverà alla Spezia.
82

news
blue
immediately end up in their
catalogues and brochures”, tells
Pinelli. Another very picturesque
itinerary goes from Campiglia to
Biassa, does a tour of the Gulf, to
then reach Bocca di Magra. Yet
another rises up from the sea at
Bocca di Magra to enjoy the view
from Montemarcello and then
descend to Tellaro, near the
Cinque Terre.
The paths are part of our
heritage, and well worth taking
advantage of. Just think that in
Germany, 30 million people
belong to hiking associations, and
the figures continue to rise.
Another segment is cycling fans –
both road and mountain bike.
“We have so many interesting
routes and soon we are planning
to enrich the offering adding
electrical bicycles,” explains the
President of the STL.
The first figures in for the 2013
tourist season are positive. Last
year, after floods and landslides,
reservations dropped. But this
year the numbers are comforting,
due especially to foreign tourism.”
In Manarola, Riomaggiore, and
Vernazza work is continuing to
reopen all the paths that were
damaged by the weather. Efforts
are concentrated above all on the
Via dell’Amore, that romantic
promenade carved out of the
cliffs between Riomaggiore and
Manarola, then closed because of
the landslides. “It was an
authentic emergency,” Pinelli tells
with anguish, “as if in Pisa, they
closed the Tower.”
Out-of-season tourist offerings
this year in La Spezia include a
special edition Festa della
Marineria, (Festival of the Navies)
from October 3 to 6, which will
also host the concluding leg of
the Mediterranean Tall Ship
Regatta. This great international
regatta, dedicated to tall ships
from around the world, leaves
from Barcelona to pass Toulon,
and arrive in La Spezia.
E Vernazza rinasce più verde
And a Greener Vernazza Is Reborn
Secondo il New York Times è
l’unica destinazione italiana
indicata tra i 46 luoghi da
vedere nel 2013, ma in realtà è
una fortuna che Vernazza ci sia
ancora. L’alluvione del 25
ottobre 2011 ha rischiato di
portarla via, di cancellarla
insieme ad altri angoli delle
Cinque Terre. Invece il loro
paesaggio è ancora là, a rapire e
sconvolgere le anime dei
viaggiatori di tutto il mondo,
con le case colorate degli
antichi borghi che sembrano
tenersi per mano, aggrappate le
une alle altre in un comune
destino. Un’immagine così
amata nel mondo che
all’ingresso degli uffici di
Tripadvisor nel Tecnology Park
di Newton, Massachusetts -
Dopo l’alluvione del 2011 la sta ripensando l’architetto Premio
Pritzker Richard Rogers, amico di Piano e sostenitore di energie
alternative e mobilità sostenibile. Il futuro del borgo che il New
York Times ha inserito tra i luoghi del mondo da non perdere
After the flood of 2011, Richard Rogers – great friend of native
son and fellow Pritzker Prize-winning architect, Renzo Piano – is
urban planning Vernazza, one of the five Cinque Terre, with
alternative energy and sustainable mobility
Though it is the only Italian
destination among the 46
places to see in 2013 listed by the
New York Times, it is actually pure
luck that Vernazza still actually
exists. The devastating flood of
October 25, 2011 almost swept it
away, along with other parts of
the Cinque Terre. But it is still
here. It still steals the hearts and
quartier generale della più
grande comunità virtuale di
viaggiatori al mondo con oltre
75 milioni di recensioni su
alberghi, ristoranti e altre
attrazioni - ospiti e dipendenti
sono accolti da qualche mese da
una gigantografia di Manarola.
Nel frattempo il borgo
dominato dall’antica torre di
Ornella D’Alessio*
83

lue
news
the souls of travelers from all
over the world. The colored
houses of the ancient village still
hold each other by the hand,
clinging together in a common
destiny. An image so loved the
world over, that Tripadvisor – the
world’s greatest virtual
community of travelers, with over
75 million ratings on hotels,
restaurants, and other attractions
– has been greeting guests and
employees at the entrance to its
General Headquarters at the
Technology Park in Newton,
Massachusetts with a huge
photograph of Manarola.
In the meantime, Vernazza,
dominated by its ancient Genoese
watchtower, has reopened to
tourism. But it has been reborn
“green”: a new Vernazza that uses
renewable energy to reduce
carbon dioxide emissions, with
longer term plans to totally
eliminate waste.
In the last year and a half, I have
gone back often. Each time I see
relentless day by day progress. I
hear little complaining [the
Genoese are famous for their
“mugugno”] but lots of work.
Almost all of the trail network
has been restored, with special
care taken to ensure that the
overwhelming beauty and
biodiversity of the National Park
of the Cinque Terre can be
properly admired. As the dynamic
Mayor of Vernazza, Vincenzo
Resasco, keeps saying, “We are
more beautiful than ever,” and it’s
true. More beautiful and more
sustainable. So much and such
important investment has been
made for the village to be reborn.
Methane gas has reached the
houses, and studies to develop
new forms of mobility and the
use of alternative energy are
underway. Rethinking the urban
project is Pritzker Prize-winning
architect, Richard Rogers – the
great friend and partner of native
son and fellow Pritzker Prizewinning
architect, Renzo Piano –
who plans to use only local and
natural materials such as stone
and wood.
Uno scatto del fotografo Luca
Zennaro, una tra le immagini
simbolo dell'alluvione delle
Cinque Terre. Sotto, Richard
George Rogers
A snapshot by photographer,
Luca Zennaro, which became one
of the symbolic images of the
flood in the Cinque Terre. Below,
Richard Rogers
avvistamento genovese ha
riaperto al turismo e sta
rinascendo green: una Vernazza
con energia rinnovabile,
riduzione Co2 e più a lunga
scadenza rifiuti zero. Nell’ultimo
anno e mezzo ci sono tornata
spesso: ogni volta piccoli
inesorabili progressi, giorno
dopo giorno. Pochi mugugni e
tanto lavoro, quasi del tutto a
posto la rete di sentieri, dove
vale la pena di faticare per
ammirare la prepotente bellezza
e le biodiversità del Parco
Nazionale delle Cinque Terre.
«Saranno più belle di prima» ha
But the Cinque Terre will respect
nature even more than before.
After the tragedy, to an archaic
and deep rooted respect for
nature in its power and its glory
was added a stubborn desire to
not give in. This is the key to
understanding this little slice of
Liguria, where old people speak
two or three foreign languages
because they have spent their
lives on the great oceanliners to
escape the poverty that afflicts
this land. You must look first at
the people to then see the little
villages with different eyes. To
understand their battle with
capricious nature. Lives that have
always been difficult. Human will
took them to the crest of the
mountains, where pride and
fatigue carved out thousands of
terraces, held up by stone walls,
to magically produce tiny pieces
of land. There they planted the
olive groves, and the vines to
make their excellent D.O.C. wines.
Here peasant heroes have bent
backs and hardened hands,
tenacious over centuries. And
today their tenacity has made
possible, in just a few months, the
return to normality for these
villages scourged by the flood.
*The author of the article, a true
fan of the Cinque Terre, organized
in 2011 a lottery to gather funds
for the non-profit organization,
Onlus Vernazza Futura (Vernazza
of the Future).
Photo Ansa Zennaro
sempre detto Vincenzo Resasco,
vulcanico sindaco di Vernazza, e
così è. Più belle e più sostenibili.
Tanti e importanti gli
investimenti già fatti per la
rinascita del borgo. Nelle case è
arrivato il metano, è allo studio
lo sviluppo di nuove forme di
mobilità e l’uso di energie
alternative, e a ripensare il
progetto urbano ci ha pensato
l’architetto vincitore del Pritzker
Prize-winning Richard Rogers,
grande amico e partner di
Renzo Piano, che per la nuova
Vernazza utilizzerà solo
materiali locali e naturali come
legno e pietra.
Ma le Cinque Terre saranno
anche più solidali di prima.
Dalla tragedia sono scaturiti un
arcaico e profondo rispetto
della natura e insieme una
caparbia voglia di non
arrendersi. Ecco la chiave per
capire questo spicchio di
Liguria, dove gli anziani parlano
due o tre lingue straniere
perché hanno passato la vita
imbarcati sui grandi
transatlantici per sfidare la
miseria che affliggeva queste
terre. Prima vale guardare alla
gente per poi vedere i piccoli
borghi con occhi diversi. E
capire la storia di una natura
difficile, che sale verticale fin
sui crinali dei monti, cui
l’orgoglio e la fatica millenari di
rudi contadini hanno rubato la
terra. Un’opera ciclopica di
migliaia di chilometri di muretti
a secco, terrazze e fasce, dove
hanno piantato ulivi ma
soprattutto viti, che danno
ottimi vini doc. Qui i
protagonisti hanno schiene
curve e mani segnate dal lavoro.
Ancora oggi quella stessa
tenacia ha reso possibile, in
pochi mesi, il ritorno alla
normalità nei borghi flagellati
dall’ alluvione.
*L’autrice dell’articolo nel 2011
ha organizzato una lotteria per
raccogliere fondi per la Onlus
Vernazza Futura, info su
www.vernazzafutura.it
84

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le nanoscienze e tecnologie
dell’IIT presso il Politecnico di
Milano coordinato da Guglielmo
Lanzani, la ricerca dimostra
il potenziale di realizzare protesi
visive con materiali biocompatibili
organici, piuttosto che
con semiconduttori inorganici
come il silicio utilizzati finora
per le retine artificiali.
L’IIT, operativo dal 2005 a Genova
con il suo più grande insediamento
- nell’edificio di
Morego, che ospita oltre 700
giovani ricercatori, funzionano
laboratori avanzatissimi - è in
realtà una rete nazionale di
centri specializzati: oltre a
quello citato di Milano altre sedi
sono operative a Torino,
Trento, Parma, Roma, Pisa, Napoli,
Lecce. Complessivamente
ci lavorano più di mille persone
provenienti da 50 paesi del
mondo. Hanno un’età media di
34 anni, con un 40% di donne e
un 60% di uomini. Quasi la menews
Retine biocompatibili
e piante-robot
Biocompatible Retinas and Plant-Robots
Si moltiplicano progetti e invenzioni degli scienziati dell’Istituto Italiano di Tecnologia: tra loro molti
giovani italiani che rientrano dall’estero. I ricercatori stanno perfezionando la “spugna nanotech” in
grado di pulire il mare inquinato e dopo il piccolo umanoide iCub arrivano i “Plantoidi”
Projects and inventions are multiplying thanks to scientists at the IIT, Italian Institute of
Technology, many of whom are young Italian scientists returning home
from abroad. The researchers are perfecting a “nanotech sponge” able to clean up pollution in the
sea, a little humanoid iCub, and even “plantoids”
Alberto Leiss
Èstata realizzata in Italia la
prima retina artificiale fatta
con materiali organici e quindi
biocompatibili. La notizia è stata
pubblicata recentemente sui
giornali, e racconta di come
questa nuova “invenzione” sia
stata perfezionata presso l’IIT,
l’Istituto Italiano di Tecnologia
diretto dal professor Roberto
Cingolani la cui sede principale
è a Morego, sulle colline della
Valpolcevera a Genova.
La retina funziona come una
minuscola cella solare ed è stata
messa a punto dal gruppo di
ricerca coordinato da Fabio
Benfenati, a Genova. Descritta
sulla rivista Nature Photonics, è
stata testata in laboratorio ma
già si sta lavorando alla sperimentazione
animale e se tutto
va bene, osserva Benfenati, nel
prossimo futuro si potrebbero
avere i primi studi pilota sull’uomo.
Nata dalla collaborazione
con il gruppo del Centro per
The first artificial retina, made
with organic and therefore
biocompatible materials, has just
been created, in Italy. The notice
was published just recently in the
newspapers. They tell how this
new invention came to be, at IIT,
the Italian Institute of
Technology, directed by Prof.
Roberto Cingolani, in its principal
headquarters in Morego, on the
hills above the Valpolcevera in
Genoa.
The retina works like a tiny solar
panel and was brought to
perfection by the research group
coordinated by Fabio Benfenati, in
Genoa. Described in the magazine,
Nature Photonics, it has been
tested in the lab, but the scientists
are still testing it on animals. If all
goes well, observes Benfenati, in
the near future we will be having
the first pilot studies on man.
Born of the collaboration with the
group at IIT’s Center for
Nanosciences and Technologies at
86

news
blue
the Milan Polytechnic,
coordinated by Guglielmo Lanzani,
research demonstrates the
potential of creating replacements
for parts of the eye by the use of
material which is biocompatible
and organic, rather than the
inorganic semiconductors that
have been used up to now for
artificial retinas.
IIT, operational since 2005 in
Genoa, where it has its biggest
establishment – in the building in
Morego, which houses over 700
young researchers, extremely
advanced labs are already
functional – is actually a national
network of specialized centers. In
addition to the one cited above in
Milan, other seats operate in
Turin, Trento, Parma, Rome, Pisa,
Naples, and Lecce. All together
more than a thousand people
work here, coming from 50
countries around the world.
Average age is 34, 40% are
women, 60% men. Almost half of
tà di questi giovani scienziati
viene dall’estero, e tra questi -
merita di essere sottolineato in
un contesto sociale e economico
così ostile ai giovani del nostro
paese - il 18% è rappresentato
da italiani che hanno
studiato e lavorato all’estero e
che ora, grazie all’occasione IIT,
hanno potuto rientrare in Italia.
Nato con una decisione del governo
e delle istituzioni locali
genovesi e liguri (la Regione Liguria,
che ha investito notevoli
risorse per permettere all’IIT di
trovare e di acquistare la sede di
Morego) all’inizio l’istituto si è
sviluppato in sordina, conquistandosi
una forte credibilità internazionale,
e non senza polemiche
da parte del mondo
accademico italiano (perché finanziare
generosamente un
nuovo soggetto mentre la ricerca
esistente ha tante difficoltà).
Ma oggi, come dimostra il caso
della retina, cresce la collaborathese
scientists come from abroad,
and among these – this should be
underlined in the socio-economic
context that is so hostile to the
youth of our country – 18% are
Italians who have studied and
worked abroad, but now, thanks
to IIT, are able to return home to
Italy.
A government decision made with
local Genoese and Ligurian
institutions (the Region of Liguria
invested notable resources to
enable IIT to find and purchase its
headquarters in Morego) in the
beginning, the Institute developed
without fanfare, acquiring strong
international credibility, amidst
the usual polemics on the part of
the Italian academic world (why
should something new be so
generously financed when existing
research is in such difficulty).
But today, as demonstrated by the
retina story, the collaboration
between IIT and other centers of
research is increasing. And the
La Fondazione IIT è stata istituita
alla fine del 2003 con
l'approvazione della legge 326. Da
allora lavora per promuovere lo
sviluppo tecnologico e la
formazione avanzata del paese.
A Morego fanno ricerca oltre 500
giovani scienziati, un quarto
stranieri, da circa 37 paesi del
mondo
The foundation, Fondazione IIT,
was founded at the end of 2003
upon the passing of Law 326.
Since then, it has been working
on the promotion of
technological development and
training for Italy. In Morego, over
500 young scientists are doing
research, with one fourth
foreigners from 37 countries
across the world
87

lue
news
L’aeroporto Colombo
tra Erzelli e Rotterdam
An Airport between
Erzelli and Rotterdam
Per l’aeroporto di Genova, il
Cristoforo Colombo - da tempo alla
ricerca di un rilancio e di un più
efficiente assetto gestionale - è stato
un salto positivo essere recentemente
inserito nella categoria “Core
Network”. Sono una quindicina di scali
nazionali considerati strategici per i
loro collegamenti con i centri
nevralgici dell’Europa. In particolare
con le reti ferroviarie: e la Liguria, con
il Terzo Valico, è proiettata verso il
corridoio 24 da Genova a Milano, a
Rotterdam.
L’aeroporto, insieme alla Regione
Liguria, al Comune di Genova e alla
Società per Cornigliano partecipa al
progetto europeo TEN-T (Trans
European Network - Transport) e a un
bando per finanziare le opere
necessarie a connettere lo scalo alla
costruenda stazione ferroviaria degli
Erzelli, punto importante della nuova
linea metropolitana nel contesto del
nodo ferroviario di Genova, vicino al
Parco Scientifico e Tecnologico che sta
sorgendo sulla collina sopra
Cornigliano. È prevista anche la
realizzazione di un parcheggio
multipiano, a servizio sia dei clienti
dell’aeroporto che dell’interscambio
per i passeggeri del metrò.
For Genoa’s Cristoforo Colombo
Airport – seeking, for some time now,
to be relaunched along with a more
efficient administration arrangement -
a positive step forward has been
achieved with its being put in the
“Core Network” category. There are
fifteen Italian hubs considered to be
strategic due to their connections with
the “nerve centers” of Europe. In
particular, due to the railway network,
Liguria with its Terzo Valico, a third
“mountain pass”, is sighting down
“corridor 24” from Genoa to Milan to
Rotterdam.
The airport, together with the Region
of Liguria, the City of Genoa, and the
Company for Cornigliano is
participating in the European project
called TEN-T (Trans European Network
– Transport) and a competition to
finance the necessary works to
connect the airport with the train
station in Erzelli – an important point
on the new metro line in the context
of the railroad nexus in Genoa, near
the Science and Technology Park
which is rising on the hill above
Cornigliano.
zione tra IIT e altri centri di ricerca,
ed emerge la missione
centrale dell’istituto genovese,
che è quella di sviluppare ricerche
e brevetti che possano rapidamente
trovare uno sbocco
anche di carattere economico e
industriale.
Non per caso si parla di una
prossima espansione di IIT anche
nel vicino nuovo Parco Scientifico
e Tecnologico sulla collina
degli Erzelli, alla radice della
vallata in cui si trova Morego.
L’idea del Parco - sostenuta da
una società privata diretta dall’imprenditore
milanese Giuseppe
Rasero e da Carlo Castellano
- è quella di fare interagire nello
stesso luogo grandi e piccole
e medie imprese ad alta tecnologia
con l’Università (la facoltà
di Ingegneria) e altri centri
scientifici come l’IIT e il CNR.
Sulla collina di Erzelli già è operativa
la sede di Ericsson, e anche
Siemens vi si trasferirà. Inoltre
con la Regione Liguria è
prevista la realizzazione di un
incubatore per nuove imprese di
piccole dimensioni.
La retina “biocompatibile” è solo
l’ultima di una serie di invenzioni
e progetti di ricerca elaborati
dall’IIT che si stanno
facendo conoscere nel mondo.
L’immagine più celebre è quella
del robottino iCub (Cub in inglese
vuol dire “cucciolo”) che
riproduce le fattezze di un bambino
di 4 anni, capace di vedere
e interagire con l’ambiente e
dotato di una raffinata “manualità”.
Anche questo progetto, in
parte finanziato dall’Unione Europea,
è all’insegna della collaborazione
tra vari centri e Università
(in Italia e in Europa).
L’anno scorso l’IIT ha annunciato
l’ideazione di un nuovo microscopio
a super-risoluzione
(denominato SW-2PE-STED) che
potrà rendere possibile l’analisi
diretta dei tessuti senza bisogno
di una biopsia. Ci lavorano
main mission of the Genoese
institute is emerging: that of
developing research and patents
that can rapidly find a use, even
of an economic and industrial
character.
Therefore it comes as no surprise
that an additional expansion of IIT
is being discussed. Perhaps into
the nearby new Scientific and
Technological Park on the hill of
Erzelli, at the roots of the valley in
which Morego lies. The idea of the
Park – supported by a private
company directed by Milanese
entrepreneur, Giuseppe Rasero and
by Carlo Castellano – is that of
having big and small to mediumsized
high-tech companies all
interacting in the same place
along with the university (Faculty
of Engineering) and other
scientific centers such as the IIT
and the CNR. On the Hill of Erzelli,
Ericsson’s headquarters is already
in operation, and even Siemens is
moving there. In addition, with
the Region of Liguria, an
incubator for new companies of
small dimension is planned.
The “biocompatible” retina is just
the latest in a series of inventions
and research projects that has
been elaborated by IIT which are
quattro giovani ricercatori
del dipartimento di Nanofisica,
diretti dal professor Alberto
Diaspro.
Un altro progetto di grande
utilità è il perfezionamento
di una “spugna nanotech”
in grado di pulire efficacemente
il mare inquinato
grazie alla sua capacità di
assorbire gli olii e respingere
l’acqua: dirige la ricerca
la dottoressa Athanassia Athanassiou.
Infine ha un sapore
fantascientifico il progetto finanziato
dalla Commissione Europea
definito “Plantoid”. Torniamo
alla robotica, ma questa
volta il modello non siamo noi
umani, ma il regno vegetale. I
nuovi robot “Plantoid” - spiega
la responsabile della ricerca Barbara
Mazzolai, dell’IIT di Pisa -
svilupperanno come le piante la
capacità di mettere radici, quindi
con una abilità penetrativa,
esplorativa e adattativa. Chissà
se, quando i robot umanoidi potranno
raccogliere le mele e i
fiori prodotti dai loro colleghi
plantoidi, il mondo potrà finalmente
fare a meno di noi poveri,
semplici e soprattutto imperfetti
umani.
88

news
blue
Nei laboratori di Morego e, in
alto, i ricercatori IIT che hanno
creato ICub posano davanti al
Golden Gate Bridge, in una visita
americana del progetto del 2011
In the labs in Morego and,
above, IIT researchers who made
iCub posing in front of the
Golden Gate Bridge, on a visit to
America for the project in 2011
making waves in the world. The
most famous image is that of the
little robot iCub which reproduces
the capabilities of a four-year-old
to see and interact with his
environment and is gifted with a
refined manual ability. This project
as well, financed in part by the
European Union, is characterized
by the collaboration between the
various centers and universities
(both in Italy and in Europe).
Last year IIT announced the
invention of a new superresolution
microscope (called
SW-2PE-STED) which can make an
analysis directly from tissue
possible without the need of a
biopsy. Working on this are four
dedicated young researchers from
the Nanophysics Department
directed by Prof. Alberto Diaspro.
Another project of great utility is
the perfecting of a “nanotech
sponge” able to efficiently clean
up a polluted sea thanks to its
ability to absorb oils while
rejecting water. Directing the
research is Dr. Athanassia
Athanassiou.
And last but not least is a project
with a science-fiction flavor,
financed by the European
Commission, and called
“Plantoid”. Dealing once again
with robots, this time the model
is not us humans, but the
vegetable kingdom. The new
Plantoid robots – as explained by
its head of research, Barbara
Mazzolai, of the IIT in Pisa – are
to develop like plants, with the
ability to put down roots, i.e. an
ability that is penetrative,
explorative, and adaptable. Who
knows, perhaps someday
humanoid robots will be able to
harvest apples and flowers
produced by their planetoid
colleagues. And the world will
finally be able to do without us
poor, simple, and above all
imperfect humans.
Da Savona alla Spezia fiorisce la ricerca ligure
From Savona to La Spezia, Ligurian Research Flourishes
Se l’IIT e il progetto di Parco Scientifico e Tecnologico agli Erzelli
sono il cuore più ricco di potenzialità dell’incontro tra scienza,
nuove tecnologie e produzione in Liguria, va sottolineato come questa
scommessa sia stata ingaggiata con diverse qualificate iniziative in
tutto il territorio regionale. A Savona c’è il Polo di Ricerca e
Innovazione Energia Sostenibile - con Soggetto Gestore IPS -, è stato
costituito nel luglio 2011 e raggruppa complessivamente 38 soggetti
tra imprese e centri di ricerca, inclusi Università di Genova e Consiglio
Nazionale delle Ricerche. Vuole dare impulso alla ricerca -
principalmente applicata e industriale - in materia di energia e
ricondurre a sistema gli investimenti in R&D (ricerca e sviluppo) anche
tramite laboratori e centri di ricerca comuni.
Tra gli altri, alla Spezia è nato nel 2009 il DLTM, il Distretto Ligure
delle Tecnologie Marine, che vede insieme, tra gli altri soggetti,
l’Università di Genova, la Camera di Commercio della Spezia, l’Autorità
Portuale della Spezia, la Regione Liguria con FILSE. Con realtà
produttive importanti come Finmeccanica, Fincantieri, Intermarine,
Termomeccanica e numerose altre imprese. Oggetto del distretto - a
marzo è stato fatto un primo bilancio positivo della sua attività - è lo
sviluppo di tutte le nuove tecnologie che possono aiutare lo sviluppo
del vasto campo dell’economia del mare.
Non solo ricerca, però: a Genova la scienza fa rima anche con turismo.
Nella città che ogni anno ospita uno dei festival della scienza più
importanti d'Europa (il prossimo è in programma dal 23 ottobre al 3
novembre prossimi, info su www.festivalscienza.it), il mese scorso è
stato inaugurato ai Magazzini del Cotone il Wow Science Center: una
cittadella della scienza pensata per ospitare mostre e seminari didattici
interattivi e coinvolgere grandi e piccini (fino a luglio è in mostra Brain
- Il mondo in testa, esposizione dedicata al cervello umano, tutte le
info su www.wowscienza.it).
If the IIT and the project for the Scientific and Technological Park at
Erzelli are at the heart of the meeting of science, new technologies and
production in Liguria – with all their rich potential, it must be
underlined how this bet is involving, to differing degrees, initiatives
across the whole of regional territory. We will cite two of them here,
chosen for their particular relevance. Savona now has a Center for
Renewable Energy Research and Innovation with Soggetto Gestore
IPS. Founded in July 2011 the “Polo” brings together 38 companies and
centers of research, including the University of Genoa and the National
Research Council. The Polo’s mission is to give a push to applied and
industrial research regarding energy, and channel R&D investment to
the system, also through laboratories and centers of research held in
common. La Spezia instead, in 2009 created the DLTM, Ligurian
District for Marine Technologies. Among its supporters are the
University of Genoa, the La Spezia Chamber of Commerce, the Port
Authority of La Spezia, and the Regione Liguria with FILSE. Important
industrial members include Finmeccanica, Fincantieri, Intermarine,
Termomeccanica and many other companies. The district’s goal is to
develop all the new technologies that can help advance that vast field
of the economy related to the sea. And in March, its budget was
already positive, a sign of its burgeoning success.
In Genoa last month the Wow Science Center was inaugurated in the
old Cotton Warehouses on the port. This “citadel” of science hosts
interactive educational shows and seminars to involve young and old in
learning about science (info on www.wowscienza.it).
89

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news
La voce dei delfini
The Voice of the Dolphins
Photo Merlo Fotografia
Nel nuovo padiglione dei cetacei dell’Acquario, alto come un palazzo di sette piani, si potrà camminare sopra
la vasca principale e ascoltare i suoni che i delfini emettono per comunicare. Viaggio nel mondo AcquarioVillage,
dove da qualche settimana - grazie al nuovo Museo dell’Antartide - si può anche andare alla conquista
del continente di ghiaccio
In the new Dolphin Pavilion at the Aquarium of Genoa, visitors can walk on the main tank and listen
to the sounds the dolphins make to communicate. Seven stories high, much of the pavilion is
underwater. The National Antarctic Museum will also reopen nearby
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news
blue
Nella nuova vasca
dei delfini dell'Acquario
di Genova
In the new dolphin tank at
the Aquarium of Genoa
Giulia Mietta
Primavera 1993. Enrico ha 11
anni e gli occhi come due fanali
mentre esce dall’Acquario di
Genova, inaugurato pochi mesi
prima. Ha appena scoperto un
altro pianeta, quello sottomarino.
Primavera 2013. Enrico torna
a Genova, questa volta tiene i
suoi figli per mano e, uscendo
dall’Acquario, ha un immutato
stupore negli occhi. Perché quella
realtà, visitata nel frattempo
da oltre 22 milioni di persone, è
diventata ancora più grande. Come
tutta l’area del Porto Antico e
le strutture curate da Costa Edutainment.
Spring 1993. Enrico is 11, and
his eyes are opened wide in
amazement, as he leaves the
Aquarium of Genoa, just
inaugurated a few months
previously. He has discovered
another planet – the underwater
world. Spring 2013. Enrico is back
in Genoa. He holds his children by
the hand and, leaving the
Aquarium, his eyes once again are
open in wonder.
Because this amazing structure –
which in the meantime has seen
over 22 million visitors – is even
bigger and better. And so is the
whole area of Porto Antico and
A partire dall’apertura del nuovo
padiglione dei Cetacei, “innovazione”
è la parola d’ordine per il
2013 del gruppo che a Genova
gestisce – oltre all’Acquario –
anche il Galata Museo del Mare,
il Bigo, la Città dei bambini e dei
ragazzi e, dal weekend di Pasqua,
il Museo nazionale dell’Antartide.
«Superato il ventesimo anno
di attività – dice Beppe Costa,
amministratore delegato di Costa
Edutainment – il rinnovamento
era necessario per mantenere
il nostro ruolo scientifico
e culturale e per continuare ad
attrarre importanti flussi turisti-
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all the structures run by Costa
Edutainment.
Taking as a start the opening of
the new Whales and Dolphin
Pavilion, innovation is the key
word in 2013 for the group which
in Genoa manages, in addition to
the Aquarium, also the Galata
Museum of the Sea, the Bigo, the
Children’s City, and, beginning
Easter weekend, the National
Museum of the Antarctic. “We’ve
passed our twentieth year of
activity,” says Beppe Costa, the
C.E.O. of Costa Edutainment, “and
renewal was necessary to
maintain our scientific and
cultural role. We also wish to
continue to attract important
numbers of tourists to Genoa, and
so have thought out the renewal
on the basis of what we have
learned, as we constantly listen to
our visitors.”
Get ready for the ice! Starting in
Easter, Acquario Village will also
include the National Museum of
the Antarctic, which has been
renovated - including its
exhibitions - in partnership with
the University of Genoa. The
public can see what it’s like to live
ci a Genova. Un rinnovamento
pensato mettendoci in ascolto
costante dei visitatori».
Firmato Renzo Piano Building
Workshop, il nuovo padiglione è
stato ideato su misura dei suoi
speciali inquilini. Mare, vetro, luce:
la struttura, lunga 100 metri
e alta come un palazzo di 7 piani,
è posizionata tra il corpo principale
dell’Acquario e la Grande
Nave Blu, ma resterà per gran
parte immersa. Quattro le vasche
a cielo aperto – main pool, nursery,
medical e holding – in grado
di ospitare fino a nove animali.
Camminando sopra la vasca
principale si potranno ascoltare
in presa diretta i suoni che i delfini
emettono per comunicare.
Ma la grande novità è la galleria
sottomarina, un tunnel vetrato,
lungo 15 metri, con i delfini che
nuotano al di sopra della testa
dei visitatori. «Il nuovo padiglione
– spiega Beppe Costa – comporterà
un allungamento della
durata media della visita all’Acon
the Italian bases in the
Antarctic, as well as admire its
fascinating landscapes through
films, scientific items, and
interactive exhibits. A visit to the
MNA is now included in the price
of the ticket for the Aquarium of
Genoa, where visitors can also
check out the Antarctic tanks, the
only ones in Europe, as well as the
vast sub-arctic tank dedicated to
penguins.
Sea, glass, and light, signed off by
architects, Renzo Piano Building
Workshop, is the new and highlyawaited
Whales and Dolphin
Pavilion, made to measure for its
special inhabitants.
The structure, 100 meters long
and as high as a seven story
building, is positioned between
the main body of the Aquarium
and the great blue ship, Grande
Nave Blu, with most of the new
pavilion immersed underwater.
Four are the tanks open to the sky
– the main pool, nursery, medical,
and holding – with the potential
quario di circa 45 minuti, contribuendo
a prolungare la permanenza
dei turisti in città e creando
maggiore indotto per il
sistema economico genovese».
A partire da Pasqua, AcquarioVillage
è partito alla conquista del
continente di ghiaccio, inglobando
il Museo Nazionale dell’Antartide,
restaurato e rinnovato
nell’esposizione, in partnership
con l’Università di Genova. Il
pubblico potrà scoprire la vita
nelle basi italiane in Antartide e
gli scenari più suggestivi attraverso
filmati, reperti scientifici e
allestimenti interattivi. La visita al
Mna sarà compresa nel biglietto
Acquario di Genova dove sono
ospitate, appunto, le vasche antartiche,
uniche in Europa, e una
grande vasca subantartica, dedicata
ai pinguini.
Novità anche al Galata Museo del
Mare, che con le sue 28 sale è il
più grande museo marittimo del
Mediterraneo. Qui si può salire
davvero a bordo: del sommergi-
Photo Merlo Fotografia-Acquario di Genova
Alcune delle principali attrattive del mondo AcquarioVillage. Tra questi
il sommergibile Nazario Sauro, attraccato davanti al Galata Museo del
Mare, e la Biosfera di Piano, nel cuore del Porto Antico dal 2001
Some of the main attractions at AcquarioVillage: among these are the
submarine Nazario Sauro – docked in front of the Galata Museum of the
Sea, and the Biosphere (designed by Renzo Piano), in the heart of Porto
Antico since 2001
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blue
Photo Merlo Fotografia-Acquario di Genova
of holding up to nine animals.
Walking above the main tanks
will let visitors hear, live, the
sounds that dolphins emit to
communicate.
But the real novelty of the
structure is the great glassed-in
underwater tunnel, 15 meters
long, where the dolphins swim
over the heads of the visitor. “The
new pavilion,” explains Beppe
Costa, “will add around 45
minutes to the average stay of
the visitor.
This should then be reflected in
added time spent by tourists in
the city, creating greater earnings
for the Genoese economic
system.”
There are also new features at the
Galata Museum of the Sea, which
with its 28 halls is the biggest
maritime museum in the
Mediterranean. Here you can
really climb on board a
submarine, the Nazario Sauro, in
the waters in front of the
museum, or a XVII Century
galleon on the ground floor of
the museum, or check out an
Atlantic crossing in the MeM –
Memory and Migration spaces
that recreate the interiors of turn
of the century oceanliners. For
bile Nazario Sauro, attraccato
davanti alla struttura, della Galea
del XVII secolo ospitata nel piano
terra del museo, o negli spazi che
ricreano i piroscafi di inizio ’900
all’interno dello spazio MeM -
Memoria e Migrazioni. Per la primavera
2013, il Galata ha deciso
di ammodernare, dotandola di
postazioni multimediali, la Sala di
Colombo, dove si trova il più celebre
ritratto dell’esploratore, attribuito
a Ridolfo del Ghirlandaio.
Grande attesa anche per la
nuova Sala della Tempesta, che
dalla prossima estate farà rivivere,
grazie al 3D e a vere cerate da
vela, l’esperienza più temuta dagli
uomini di mare: affrontare su
una scialuppa onde a forza 8.
Il mare, quello vero, per chi sperimenterà
una CrocierAcquario, il
percorso che unisce la visita all’Acquario
di Genova con
un’escursione in battello nel Santuario
dei Cetacei. A bordo, un
biologo marino dell’Acquario e
un esperto WWF sveleranno tutti
i segreti degli animali che si potranno
avvistare nel Mar Ligure,
habitat di delfini e balenottere. I
tour si svolgono ogni sabato pomeriggio,
a partire da aprile, anche
il martedì a luglio e agosto.
Spring 2013, the Galata has
decided to modernize.
It will add multi-media
workstations to the Sala di
Colombo, where the most famous
portrait of the explorer –
attributed to Ridolfo del
Ghirlandaio – is displayed. Also
highly awaited is the new Hall of
the Storms, which next summer
will allow visitors to experience,
thanks to 3D screens and sailing
oilskins, the experience that
sailors most fear, that of facing
seas on a small boat with a gale
force wind.
And the real sea can be
experience on an Aquarium
Cruise, CrocierAcquario, which
takes visitors through the
Aquarium of Genoa and then off
on a boat excursion to the Whale
Sanctuary off the coast of the
Riviera. A marine biologist and a
WWF expert on board will reveal
all the secrets of the animals that
can be seen in the Ligurian Sea,
including dolphins and whales.
The tour will be held every
Saturday afternoon, starting
April, and also on Tuesday in July
and August.
Dormire con gli squali
Sleeping with the
Sharks
L’esperienza diretta, insieme
emozionante ed educativa, è la
chiave di tutte le attività
dell’AcquarioVillage. A partire da
quelle dedicate ai più piccoli.
Possono sognare di essere dei
Giovanni Soldini in erba con gli
appuntamenti di Prova la vela,
al Museo Galata, o – a proposito
di sogni, ma ad occhi aperti –
dormire per una notte a tu per tu
con gli squali, nella sala a loro
dedicata all’interno dell’Acquario.
Un’iniziativa, questa, che ha fatto
registrare il tutto esaurito ogni
volta che è stata proposta. Per
bambini – e genitori – inoltre,
AcquarioVillage è protagonista di
Slow Fish, il salone del pesce
sostenibile curato da Slow Food e
che quest’anno si svolge al Porto
Antico (9-12 maggio), con
attività specifiche sul tema del
consumo ittico consapevole.
Direct experience, both exciting
and educational, is the key to all
the activities at the
AcquarioVillage. Starting with
the little ones. They can try out
sailing as a sport in the “Prova
la Vela”, at the Galata Museum,
or spend the night with sharks –
a sleep-over in the hall
dedicated to the sharks with
them peering in through the
glass window wall in the interior
of the Aquarium. This initiative
fills up immediately the moment
it is offered. Then children and
their parents will both enjoy
Slow Fish, the fair dedicated to
sustainable fishing with the
Slow Food movement as curator.
This year it will be held in Porto
Antico from May 9 – 12, with
the AcquarioVillage as a main
player, and specific activities on
the theme of conscientious fish
consumption.
G.M.
Info
www.acquariodigenova.it
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Gnu Quartet
Il quartetto genovese continua la sua ascesa nel mondo della musica che conta. Dopo aver
conquistato i Muse, rock band che riempe gli stadi del mondo, e i concerti con Gino Paoli, i
quattro musicisti si esibiranno il 26 maggio ad Albenga con Niccolò Fabi
The Genoese quartet continues its ascent in the world of international music. After
having accompanied i Muse and also done concerts with Gino Paoli, the four musicians
will be playing in Albenga on May 26 with Niccolò Fabi
Levaggi,quel debutto a New York
that Debut in New York
Il giovane coreografo di Chiavari ha ottenuto nel 2009 la consacrazione del pubblico newyorkese con “Primo
Toccare-Black” e ha poi mantenuto un forte legame con gli States
The young choreographer from Chiavari was a great hit with the New York public with his “Primo Toccare-Black”
in 2009, and he has kept up his ties with the States
Il debutto di “Primo Toccare-
Black” al Joyce Theatre di New
York nel 2009 ha segnato per
Matteo Levaggi, coreografo
residente del Balletto Teatro di
Torino, l’affermazione anche
negli States del sodalizio con gli
artisti visivi genovesi Corpi Crudi
e la consacrazione del pubblico
newyorkese.
Levaggi, originario di Chiavari
ma torinese d’adozione, ha solo
35 anni, eppure ha già firmato
una decina di creazioni per la
compagnia torinese, alcune
delle quali per la Biennale Danza
di Venezia, Biennale de la
Danse de Lyon, Ballet Fest of
Miami. Invitato dall’associazione
D’Angel-Angeli della Danza
a ricevere il Premio alla coreografia
nell’ambito del Gala internazionale
Danzatalenti - terza
edizione sabato 18 maggio al
Teatro Gustavo Modena di Genova
- Levaggi porterà la versione
integrale di “Primo Toccare-Black”
con il Balletto Teatro
di Torino.
The debut of “Primo Toccare-
Black” (First Touch-Black) at
the Joyce Theatre in New York in
2009 was a great success for
Matteo Levaggi, resident
choreographer at the ballet
group, Balletto Teatro di Torino. It
marked the affirmation even in
the United States of his
fellowship in the Genoese visual
artist group called Corpi Crudi
and its consecration with the New
York public.
Levaggi, who hails from Chiavari
but now lives in Turin, is only 35,
but has already signed off on a
dozen productions for the Turin
company, including those done
for the Biennale Danza of Venice,
Biennale de la Danse of Lyon, and
Ballet Fest of Miami.
Invited by the D’Angel-Angeli
Dance Association to receive the
Choreography Prize at the third
Gala Internazionale Danzatalenti
on Saturday, May 18 at the Teatro
Gustavo Modena in Genoa,
Levaggi will bring with him the
integral version of “Primo
«Questa creazione, per la prima
volta a Genova – afferma –
procede per immagini. Scandita
da tre episodi (l’ultimo, “Red”,
ideato per Bolzano Danza nel
2010, ndr) come fossero visioni
segnate ciascuna da colori decisi,
nasce dalla riflessione sull’eternità
e la caducità dell’esistere».
I Corpi Crudi hanno anche firmato
progetto, impianto scenico
e costumi de “LeVergini” che
ha debutatto al Ballet Fest di
Miami nel 2011 e ha segnato la
nascita di un legame forte con
il pubblico degli States. «Credo
che gli americani – dice Levaggi
- trovino nel nostro linguaggio
molti punti in comune ma
siano soprattutto incuriositi da
una cultura ricca e diversa e dai
personaggi ispirati alla nostra
storia che mettiamo in scena».
Per esempio “Caravaggio”, fresco
del recente successo a Los
Angeles, è stato ospitato a Genova
nell’ambito del Festival del
Balletto nel 2004.
Toccare-Black” done by the
Balletto Teatro di Torino.
“The first time showing of this
creation in Genoa proceeds by
images,” he explains. Divided into
three episodes (the last, “Red”,
was designed by Bolzano Danza in
2010) as if they were visions, each
marked by strong colors, born of
reflections upon eternity and the
transience of existence”.
The Corpi Crudi have also signed
off on projects, scenery, and
costumes in “LeVergini” which
made its debut at the Ballet Fest
of Miami in 2011, the start of
strong ties with the public in the
United States.
“I feel that Americans find many
points in common in our
language,” says Levaggi, “but they
are above all made curious by our
culture which is so rich and
diverse, and by the characters
inspired by our history that we
put onto the stage.” An example
is “Caravaggio”, fresh from its
recent success in Los Angeles,
which was performered in Genoa
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Prima di emigrare a Torino Levaggi
era un ragazzino di buone
qualità senza prospettive di
crescita in Liguria: «A 11 anni
sono andato a Reggio Emilia
per studiare con Liliana Cosi e
Marinel Stefanescu – racconta
– ma la svolta è avvenuta a seguito
dell’incontro con Loredana
Furno, direttrice del Balletto
Teatro di Torino, nella cui scuola
ho concluso gli studi diventando
prima danzatore e poi
at the Ballet Festival of 2004.
Before he emigrated to Turin,
Levaggi was a good little boy with
little room to grow in Liguria. “At
the age of eleven, I went to
Reggio Emilia to study with
Liliana Cosi and Marinel
Stefanescu,” he tells us. “But my
life changed after I met Loredana
Furno, the lady director of the
Balletto Teatro di Torino, in whose
school I finished my studies, first
Matteo Levaggi sarà il 18 maggio al Teatro Gustavo
Modena di Genova per il Gala Danzatalenti,
la rassegna che quest'anno ospiterà gli allievi della
Scuola di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli,
da febbraio star di MTV Italia
Matteo Levaggi will be showing his wares on May 18
at the Teatro Gustavo Modena in Genoa for the Gala
Danzatalenti. This year will host the pupils at the
Scuola di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli, the stars
of MTV Italia since February
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coreografo residente». Tra le
prime esperienze professionali
anche quella con Giorgio
Albertazzi ne “Le memorie
di Adriano”, e l’esperienza
televisiva nel sabato sera di
Raffaella Carrà: «ero uno dei
boys di Carramba, ballavo un
sacco e mi divertivo un mondo».
Ma l’esigenza di fare coreografia
lo porta a soli 22 anni
a firmare il suo primo lavoro:
una “Salomè” al maschile,
dissacrante e di forte impatto;
come l’ultimo lavoro per
la Compagnia, “Sexxx”, che
indaga l’erotismo e l’ossessione
del corpo perfetto.
Sim.Gri.
Un'immagine di "Primo
Toccare-Black", che
Levaggi porterà al Modena
a maggio
An image of "Primo
Toccare-Black", which
Levaggi will bring to the
Modena in May
as a dancer, and then as
resident choreographer.”
Among his first professional
experiences was one with
Giorgio Albertazzi in “Le
memorie di Adriano”, and a
Saturday night TV experience
with Raffaella Carrà as “one of
the boys of Carramba. I danced
a lot and had lots of fun.”
But the need to do
choreography took him at the
tender age of 22 to sign off on
his first work: a male
“Salomè” sacrilegious and of
very strong impact. Like his
latest work for the Compagnia,
“Sexxx”, which explores
eroticism and obsession with
the perfect body.
Una scuola per imparare a
scrivere, perché non basta
improvvisare e nemmeno avere
stile: «la scrittura è una questione
di cuore, di pancia e di
testa», che sia quella di un fumetto
come per una storia da
romanzo. Parola di Sergio Badino,
genovese, giovane soggettista
e sceneggiatore con
dodici anni di Topolino e altre
testate Disney alle spalle, che
due anni fa si è inventato StudioStorie,
la prima scuola di
storytelling, sceneggiatura e
scrittura a Genova.
Classe ’79, dal 2009 autore Bonelli
per Martin Mystère e Dylan
Dog e un curriculum di serie
animate (Mostri e Pirati, su Italia
1 nel 2008 e Ondino, Rai Tre,
2010) e vari volumi (Professione
sceneggiatore, ma anche I Robinson,
Come d’Incanto e Wall-
E per Disney Libri), da qualche
anno questo ragazzo cresciuto
nel centro genovese porta
avanti la grande tradizione fumettistica
della Liguria: una
terra che vive di eventi clou dedicati
al settore (la Mostra Internazionale
dei Cartoonists di
Rapallo, o la prossima La Spezia
Fantasy & Comix, dal 17 al 19
maggio a Spezia Fiere), nomi
emergenti (Macchiavello, autore
delle pubblicità della birra
Ceres) e vere e proprie scuole
(quella del grande Luciano Bottaro
ha lanciato - tra gli altri -
anche il Ken Parker di Giancarlo
Berardi e Ivo Milazzo e il “nostro”
Stefano Rolli).
Un passato lontano di illustratore,
Badino tiene seminari,
corsi e laboratori di storytelling
in diverse scuole di fumetto e in
istituti come il Dams di Imperia
e l’Accademia Ligustica di Belle
Arti. «L’estemporaneità va bene,
ma sono la tecnica e l’abilità a
fare la differenza – insegna ai
suoi studenti – Ed è proprio
perché la tecnica si può apprendere
e l’abilità perfeziona-
Aschool that teaches how to
write. To go beyond
improvisation and having style.
“Writing is something that comes
from the heart, from the head, and
from the stomach,” be it the
writing in a comic strip, or that of
a novel. These are the words of
Sergio Badino, of Genoa, the
young inventor of plots and scenes
over the last twelve years for
Topolino, the Italian Mickey Mouse,
and other Disney creatures. Two
years ago he invented
StudioStorie, the first school in
Genoa for storytelling, scenemaking,
and writing. Born in 1979,
since 2009 he is the (ghost) author
for Bonelli’s Martin Mystère and
Dylan Dog and has a curriculum
vitae which includes animated
cartoon series (Mostri e Pirati, on
Italia 1 in 2008 and Ondino, Rai
Tre, 2010) various books
(Professione sceneggiatore, but
also I Robinson, Come d’Incanto
and Wall-E for Disney Books), and
for some years now this boy who
grew up in the center of Genoa has
been carrying on the great
tradition of Ligurian cartoonists, in
a land which lives on events
dedicated to this sector (the
Mostra Internazionale dei
Cartoonists in Rapallo, or the next
La Spezia Fantasy & Comix, from
May 17 to 19 at La Spezia Fiere).
Liguria boasts emerging names in
the genre (Macchiavello, author for
the ad for Ceres beer) and real
schools for cartoonists (like the
great Luciano Bottaro’s which
launched Ken Parker by Giancarlo
Berardi and Ivo Milazzo and our
own (Blue’s) Stefano Rolli).
”His courses propose the perfect
mix of practice, theory, and
individual effort. The one that
starts on April 30 (and runs till July
16) for example, is entitled,
“Narrative: writing tales and
novels”. “Here it is possible to learn
how to elaborate a plot, transform
it into a novel, and understand the
best way to marry the synthesis of
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Se Topolino parla genovese
A Genoese Mickey Mouse
Sergio Badino, giovane soggettista e sceneggiatore genovese con dodici anni di “Topolino” alle spalle, si è
inventato una scuola di storytelling e insegna a scrivere trame e come adattarle a film, fumetti e romanzi.
«Non basta una buona idea per una storia vincente»
Sergio Badino, the young inventor of plots and scenes for Topolino, the Italian Mickey Mouse, for the
last twelve years, has started a school of storytelling, where he teaches how to write plots, and how
to adapt them for movies, cartoon strips, and novels. “A good idea is not enough”
re che è nata StudioStorie, la
prima scuola che svela l’esistenza
di alcuni principi comuni alla
base dei diversi generi narrativi».
I suoi corsi propongono un
mix perfetto di pratica, teoria e
lavoro individuale. Quello al via
il 30 aprile (e in programma fino
al 16 luglio), per esempio, è
il corso “Narrativa: la scrittura
del racconto e del romanzo”:
«dove è possibile imparare a
elaborare una trama, a trasformarla
in romanzo e a capire il
modo migliore per far sposare
la sintesi di scrittura e la propria
espressività di linguaggio». Un
viaggio nella fantasia e nella
creatività, accompagnati, però,
dal rigore e dalla correttezza,
elementi indispensabili per un
buon libro o una buona striscia
di fumetto.
Dopo il successo della prima, a
ottobre partirà la seconda edizione
del corso “Costruire una
trama: dall’idea alla sinossi”,
l’unico corso di storytelling che
insegna come scrivere trame e
come adattarle a film, fumetti
e romanzi: «una buona idea non
basta – ribadisce Badino - l’idea
deve diventare storia e la storia
deve avere spunti vincenti, personaggi
accattivanti e una
struttura elaborata, per la buona
pace di editori e agenti letterari».
Le lezioni – come l’anno
writing with one’s own linguistic
expression.” A voyage into
imagination and creativity,
accompanied, however, by rigor
and correctness, the indispensible
elements for a good book or a
good comic strip. After the success
of his first series of lessons, in
October he will begin teaching a
second course, “How to Build Plot:
from the idea to the synopsis”. This
is the only storytelling course that
teaches how to write plots and
then adapt them for movies, comic
strips, or novels. “A good idea is
not enough,” insists Badino, “the
idea needs to become a story, and
the story has to have its winning
twists in the plot, characters that
catch your attention, and an
elaborated structure, to make
editors and literary agents happy.”
The lessons, just like last year, will
all be held in school headquarters
on Corso Solferino, the same street
in Genoa where Nanda Pivano was
born. The lady writer friend of
Kerouac and De Andrè often in her
diaries writes about a magnolia,
which is the same one that still
grows in the school’s garden. “We
call it ‘Fernanda’,” explains Badino,
“because it gives us pleasure to
think that those who attend
StudioStorie are experiencing a
literary baptism of their verses by
great writers, who are their
friends.”
passato - si terranno tutte nella
sede di corso Solferino, la
stessa strada di Genova dove
nacque Nanda Pivano, la scrittrice
amica di Kerouac e De Andrè
che nei suoi diari cita spesso
un albero di magnolia: lo
stesso che oggi cresce ancora
nel giardino della scuola «e che
abbiamo voluto chiamare Fernanda,
perché ci piace pensare
– spiega Badino – che frequentare
StudioStorie sia come essere
tenuti a battesimo letterario
dai suoi versi e dai grandi
scrittori suoi amici».
Sergio Badino, genovese,
sceneggiatore per Disney e Bonelli.
Martin Mystère - Protocollo
Leviathan, la sua prossima uscita,
sarà nelle edicole il 10 agosto
Genoa’s Sergio Badino does plots
and settings for Disney
and Bonelli
Carlotta Cirone
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Tutti i numeri di un manager
The Figure (and Figures) of a Manager
Claudio Bozzo è il più giovane presidente della storia di Msc Usa, la compagnia della famiglia Aponte
che ha scalato il mercato dello shipping in America. Sotto di lui 1200 dipendenti e una comunità
di italiani (e genovesi) «di cui andare fieri»
Claudio Bozzo is the youngest president in the history of Msc Usa, the company owned by the
Aponte family which has climbed up the ranks of the shipping market for America. Under him
are 1,200 employees and a community of Italians (and Genoese) “to be proud of”
Matteo Macor
Oltre 1200 impiegati per 13
uffici e appena 46 anni:
bastano poche cifre, tra i grattacieli
di Manhattan, per misurare
il successo di un manager.
Nel cuore della Grande Mela,
tra la Quinta e la 37th Street,
nell’head quarter di Msc Usa ci
svela i suoi numeri Claudio
Bozzo da Genova, presidente e
ceo della Mediterranean Shipping
Company d’oltreoceano: il
più giovane di sempre a diventarlo,
nel 2005, a soli 38 anni.
Alla mano come tutti gli americani
d’adozione ma un curriculum
infinito (tra le altre cose è
“Cavaliere del lavoro” dal 2004,
“Commendatore della Repubblica”
dal 2012 e nel 2011 è stato
insignito della U.N. International
Maritime Hall of Fame),
sotto la sua presidenza questo
ragazzo cresciuto tra il quartiere
di Carignano e le aule dello
storico liceo Colombo ha visto
triplicare la dimensione della
compagnia, «fino a dieci anni fa
la numero 48 del settore – i numeri
sono importanti, lo sappiamo
– e oggi la numero uno
in America».
Cifre e classifiche a parte, il segreto
del suo successo Claudio
Bozzo lo spiega all’americana,
«con il push and pull process,
per cui quelli che sono sopra di
Over 1,200 employees in 13
offices over barely 46 years.
All you need is a few figures,
among the skyscrapers of
Manhattan, to measure the
success of a manager. In the heart
of the Big Apple, between Fifth
Avenue and 37 th Street in MSC
USA headquarters, Claudio Bozzo
of Genoa, is the president and
C.E.O. of the Mediterranean
Shipping Company across the
ocean, the youngest man ever to
be given that post, in 2005, at the
tender age of 38.
He is very laid back, like all
Americans of foreign extraction
holding a C.V. that seems to go on
forever (among other things in
2011 his name was engraved in
the U.N. International Maritime
Hall of Fame). Under his
presidency, this young man, who
grew up in the Carignano part of
town, attending the historic Liceo
Colombo (High School Columbus)
the size of the company has
tripled, “up till ten years ago, we
were number 48 in the sector –
the numbers are important, we
know, and today we are number
one in America”.
Putting aside numbers and
ranking, Claudio Bozzo explains
his success in an American way,
“with the push and pull process.
This means that those who are
te ti devono tirare verso l’alto,
e quelli sotto di te ti devono
spingere verso l’alto perché ti
stimano e rispettano come collega:
non ci si può concentrare
solo in una delle due direzioni,
quando le due cose avvengono
simultaneamente allora hai più
possibilità di fare bene».
Container in tutto il mondo e
nuovi mercati in espansione (da
quelli asiatici al Sudamerica), il
segreto della scalata della compagnia
di Bozzo viene però da
più lontano, e parla italiano.
«Ho seguito una strada già intrapresa
dal mio predecessore, il
capitano Arena, sotto la guida
della famiglia Aponte, proprietaria
della Compagnia», ma tutto
è partito dai suoi primi anni
a New York: «quando, giovanissimo,
lavoravo anche 14 ore al
giorno – racconta – e mi sentivo
un ambasciatore del mio
Paese: volevo dimostrare che gli
italiani sono lavoratori instancabili
e professionali».
Gli italiani, in Msc Usa, sono parecchi:
«tutti bravissimi ragazzi,
grandi lavoratori, molto dedicati,
seri, onesti e motivatissimi –
continua – In azienda c’è
un’aria “elettrica” che contagia
chi arriva, tra noi c’è rispetto e
collaborazione, ed è un ambiente
sano, ideale per esprime-
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re le proprie capacità». Una comunità
tricolore molto attiva
anche nelle iniziative della Camera
di Commercio Italiana a
New York, di cui Bozzo è diventato
presidente quattro anni fa:
«Ci teniamo che rappresenti
non l’Italia ma quell’Italia di cui
andare fieri – spiega – Lavoriamo
per favorire il commercio
tra Italia e States, ma ci siamo
anche ripromessi di valorizzare i
giovani italiani, di valorizzare le
aziende con a capo le donne e
favorire l’apertura di aziende
italiane».
Dopo un 2012 di record «sia per
numero di iniziative, sia per numero
di associati e risultati ottenuti
sul campo», nel 2013 si
sta ovviamente lavorando sull’Anno
della Cultura Italiana negli
Usa: «a settembre si terrà
probabilmente anche qualcosa
legato alla Liguria: non anticipo
nulla, ma per me, che rimango
sampdorianissimo e in
ufficio ho attaccato l’intercalare
belin anche gli americani, sarà
ovviamente l’evento a cui
tengo di più».
above you, need to pull you up,
and those who are below you,
need to push you up, because
they esteem and admire you like
colleagues. You just can’t
concentrate only on one
direction. When the two things
happen at the same time, then
you have a chance to make things
go well.” Sea containers across
the world, and new markets in
expansion (from Asia to South
America). The secret of Bozzo’s
company’s rise to the heights
however, comes from far away,
and speaks in Italian. “I have
followed the road that my
predecessor had already set out
upon. Captain Arena, under the
guidance of the Aponte family,
the owners of the Company.” But
it all really started in his first
years in New York, “when, at a
very young age, I would work
even 14 hours a day,” he tells us,
“and I felt that I was the
ambassador for my country: I
wanted to show that Italians are
workers who never tire and are
very professional.” Italians in MSC
USA are quite a
few in
number.
Da Genova a NY
From Genoa to NY
Claudio Bozzo (sulla
destra) premiato con il
Niaf Award dal capitano
Arena, suo predecessore
in Msc Usa.
Classe ’67, infanzia a
Carignano, il manager
genovese è anche
presidente della Camera
di Commercio italiana
a New York
Claudio Bozzo (right) was
awarded the Niaf Award
by Captain Arena, his
predecessor at Msc Usa.
Born in 1967, Bozzo who
grew up in Carignano, is
the president of the Italian
Chamber of Commerce in
New York
They are “all good people, great
workers, very dedicated, serious,
honest, and motivated to the
highest degree. There is an
‘electric’ air in the company
which is contagious for all who
arrive. Among us there is great
respect and collaboration,” he
continues. “The atmosphere is
healthy, ideal for expressing one’s
own capabilities.” An Italian
community that is also very
active in initiatives proposed by
the Italian Chamber of
Commerce in New York, of which
Bozzo became the president four
years ago. “We really make an
effort to represent not just Italy in
general, but that Italy of which we
are so proud,” Bozzo explains. “We
work to encourage commerce
between Italy and the States, but
we also wish to show the value of
young Italians, to bring out the
value of those companies run by
women, and encourage the
opening of Italian companies to
the United States.” After a record
2012 “both for the number of
initiatives, as for the number of
associates and results in the field”,
in 2013 they are working on The
Year of Italian Culture in America.
“In September we will be doing
something tied to Liguria. I’m not
going to tell you what. I remain
always a super fan of the
Sampdoria, and in the office at
times a few belin do escape me –
even with Americans – so
obviously this will be the
event that is the
most important
for me.”
99

lue
Itinerari tra la Liguria e gli States
Questo speciale Blue in salsa americana ci porta in visita a una delle città più italiane d'America,
la San Francisco di Ghirardelli e Little Italy, e in due angoli di Liguria amatissimi dai turisti statunitensi:
il borgo marinaro di Camogli e il Ponente delle piste ciclabili
Blue is offering our readers a visit to one of the most Ligurian cities in America – the San Francisco
of Ghirardelli and Little Italy, and two corners of Liguria beloved of Americans – the fishing village
of Camogli and the cycling paths of the Western Riviera
A San Francisco
liguri grand gourmet
Ligurian Grand Gourmets…in San Francisco
I primi emigranti liguri arrivarono nella metropoli californiana all’inizio del ‘900 in cerca di fortuna.
Alcuni si sono affermati nella finanza, come il celebre Amedeo Giannini creatore della Bank of America,
altri nella gastronomia, come il maestro cioccolataio Domenico Ghirardelli
The first immigrants from Liguria reached California in the early 1900s seeking their fortune.
Some went into finance, like Amedeo Giannini, founder of Bank of America, others into foods, like
the maestro of chocolate, Domenico Ghirardelli
Pietro Tarallo
100

itineraries
blue
Una vista aerea di San
Francisco, in California
An aerial view of San
Francisco, in California
Photo Tarallo
101

lue
itineraries
Dai primi del Novecento in
poi anche la metropoli californiana
ha visto l’arrivo di emigranti
liguri che hanno ritrovato
qui un angolo della loro
patria lontana. Vi hanno piantato
le loro radici e non se ne sono
più andati, facendo fortuna.
I loro discendenti vivono in gran
parte a North Beach che poco a
poco divenne il punto di riferimento
della comunità italiana.
Dal 1890 al 1939, gli italo-americani
passarono da 5.000 a
60.000 e il quartiere prese il nome
di Little Italy. Caratterizzata
in particolare da liguri, lombardi,
piemontesi e veneti, la comunità
italiana rimase abbastanza
compatta fino alla
Seconda Guerra Mondiale. Oggi
conta quasi 6.000 persone.
La piazza salotto: Washington
Square
Situata a nord-est di Columbus
Avenue, tra Filbert e Union Street,
è il centro geografico di
North Beach. La piazza, che negli
anni Sessanta divenne luogo
di incontro degli hippy, è contornata
da alberi secolari.
Nel giardino della piazza, durante
le prime ore del mattino,
si assiste alla coreografica ginnastica
tai-chi, praticata dai cinesi
del confinante quartiere di
Chinatown. Mentre nella Saints
Peter and Paul Catholic Church
che domina la piazza i fedeli
vanno a messa celebrata in inglese,
italiano e cinese. Nota alle
cronache per il matrimonio
tra Marilyn Monroe e Joe di
Maggio, è conosciuta dai fedeli
come ‘La chiesa del pescatore’
perché, il 19 ottobre di ogni anno,
vi si tiene una funzione per
la tradizionale benedizione della
flotta peschereccia, seguita
da una caratteristica processione
in direzione di Fisherman’s
Wharf di cui i discendenti dei liguri
che si dedicano ancora alla
pesca sono protagonisti.
Starting from the early 1900s,
San Francisco saw the arrival of
Ligurian immigrants who here
found a place so similar to their
far-away homeland. They put
down roots, and never left. Their
descendants live for the most part
in North Beach, which soon
became a point of reference for
the whole Italian community.
From1890 to 1939, Italian-
Americans grew in numbers from
5,000 to 60,000, and the
neighborhood was given the name,
Little Italy. Characterized in
particular by Ligurians,
Piedmontese, Lombards, and
Venetians, the Italian quarter
remained fairly compact up until
the Second World War. Today it
counts almost 6,000 people.
Washington Square (Piazza)
Situated to the northeast of
Columbus Avenue, between Filbert
and Union Street, this is the
geographical center of North
Beach. The so-called “outdoor
living room”, which during the
sixties was a famous hippy
meeting place, is surrounded by
century-old trees.
In the gardens of the “piazza”,
during the early hours of the
morning, a visitor can observe the
gymnastic choreography done by
Chinese tai-chi enthusiasts
drifting in from neighboring
Chinatown. While at the Saints
Peter and Paul Catholic Church
which dominates the square, the
faithful can attend mass
celebrated in English, Italian, and
Chinese. A note for the chronicles,
when speaking of Marilyn Monroe
and Joe di Maggio’s wedding the
church was noted as “the Church
of the Fisherman” because on
October 19 of each year, the
traditional blessing of the fishing
fleet is held here, followed by a
picturesque procession heading to
Fisherman’s Wharf, where the
descendants of Ligurians still fish
the seas.
Gusti e sapori di Liguria
È passato oltre un secolo da
quando sono emigrati dai loro
sperduti paesini dell’entroterra
eppure i volti dei loro discendenti
sono sempre gli stessi. Un
po’ così: pensosi, accigliati, diffidenti,
privi di sorrisi. Parlano
una lingua fatta di parole italiane,
americane e del dialetto dei
loro antenati.
Ma sanno sempre preparare focacce
che ti seducono. Come da
Liguria Bakery, al n. 17000 di
Stockton Street angolo Filbert
Street. Nel 1906 Ambrogio Soracco
lascia Genova e viene a
San Francisco, dove apre questo
panificio che ha gli stessi scaffali
di legno di allora, oggi gestito
da Giorgio e Giuseppina.
La libreria mito
Al 261 di Columbus Avenue si
trova la celebre City Lights Bookstore.
Inaugurata nel 1953
dal poeta Lawrence Ferlinghetti,
uno degli esponenti letterari
della beat generation che per il
Al Caffè Trieste
Si trova all’incrocio tra
Vallejo Street e Grant
Avenue, dove dal 1956 è
uno dei più vecchi e noti
coffee shop della costa
occidentale, frequentato da
artisti e intellettuali di
origine italiana e non solo.
Tutti i sabati, tra le 10,30 e
le 17, e i mercoledì, tra le 19
e le 22, i clienti e i
proprietari del Caffè Trieste
(sopra) improvvisano
performance musicali e
concerti jazz.
In alto, Washington Square
On the crossing of Vallejo
Street and Grant Avenue,
opened in 1956 one of what
was to become the oldest
and most famous coffee
shop on the West Coast,
where artists and
intellectuals of Italian origin
(and more) hung out. Every
Saturday the clients and the
owners of Caffè Trieste
(above) improvise musical
performances and jazz
concerts. Above, Washington
Square
Photo Macor
102

itinerari
blue
Tastes and Flavors of Liguria
Over a century has passed since
they emigrated from their lost
villages in the Apennine
hinterlands, but the faces of their
descendents are the same. They
reflect Ligurian traits: lost in their
own thoughts, a bit sullen, a bit
diffident, they don’t smile a lot.
They speak a language that is full
of Italian words, mixed into
American, with a touch of the
dialect of their ancestors. But they
know how to make good focaccia.
Like at the Liguria Bakery, at
17000 Stockton Street on the
corner of Filbert. In 1906 Ambrogio
Soracco left Genoa, arrived in San
Photo Tarallo
nome si ispirò al
film di Charlie
Chaplin, “Le luci
della città”, divenne
subito il punto
di ritrovo di poeti e
scrittori della beat
generation. City
Lights è anche una
famosa casa editrice
che ha pubblicato
le opere degli
scrittori beatnik quali Allen
Ginsberg, Gregory Corso, Jack
Kerouac e Ken Kesey.
Palanche made in Usa
Da Favale di Malvaro, borgo
nell’entroterra di Chiavari, inizia
la saga della famiglia Giannini
che a San Francisco entra
nel mondo dell’alta finanza.
Amedeo Giannini fu il primo
finanziere a concepire la banca
come un bene di largo consumo
e come un servizio a tutti i
cittadini. A lui si deve la nascita
della banca moderna, la
Banca d’Italia fondata nel 1906
Grandi liguri di ieri e di oggi
Great Ligurians of the Past and Present
Salendo verso Pioneer Park fra gli alti pini spunta sulla sommità del colle
la statua di V. di Colbertaldo raffigurante Cristoforo Colombo (1957,
nella foto) che guarda arcigno la città. Alle sue spalle si eleva la Coit
Memorial Tower, costruita nel 1933 con il lascito alle autorità comunali di
125.000 dollari, elargito dall’eccentrica filantropa Lillie Hitchcock Coit, per
commemorare l’opera di salvataggio compiuta in città dai vigili del fuoco
durante l’incendio del 1906. Un ascensore conduce al loggiato superiore da
cui si gode uno straordinario panorama della città e della baia.
Un altro grande genovese ha lasciato il segno in città. E che segno. Renzo
Piano ha ristrutturato e reinventato la California Academy of Sciences, al N.
55 di Music Concourse Drive, fondata nel 1853, in un edificio risalente al
1916, è stata riaperta il 27 settembre 2008. Capolavoro di bio-architettura e
design eco-sostenibile, è il “museo più verde del mondo” per il suo tetto
costituito da 10.000 mq di “tappeto vivente” di piante e fiori.
Heading up to Pioneer Park among the pines that rise up from the
summit of the hill, there is a statue made by V. di Colbertaldo in 1957
that shows Christopher Columbus sternly watching over the city. Behind
him stands the Coit Memorial Tower, built in 1933 with a legacy bestowed
upon the city by the eccentric philanthropist, Lillie Hitchcock Coit, to
commemorate the fire-fighters who saved the city from the fire of 1906.
An elevator here takes you to the upper loggia, where you can enjoy an
extraordinary view of the city and the bay.
Another great Genoese has left his mark on the city. And what a mark!
Renzo Piano has renovated and reinvented the California Academy of
Sciences, at 55 Music Concourse Drive. Founded in 1853, in a building
dating to 1916, it was reopened on September 27, 2008. A bio-architectural
masterpiece of eco-sustainable design, it is “the greenest museum in the
world”, with a 10,000 square meter (circa 100,000 sq. ft.)
roof that is a “living carpet” of plants and flowers.
103

lue
itineraries
Francisco, and opened this bakery
which still has the wood shelves of
its past, even though today it is run
by Giorgio and Giuseppina.
The Legendary Bookstore
At 261 Columbus Avenue you will
find the City Lights Bookstore.
Inaugurated in 1953 by the poet,
Lawrence Ferlinghetti, one of the
literary exponents of the Beat
Generation, who named his
bookshop for Charlie Chaplin’s City
Lights movie, the shop soon
became a meeting place for Beat
Generation poets and writers. City
Lights is also a famous publisher
who published beatnik writers such
as Allen Ginsberg, Gregory Corso,
Jack Kerouac, and Ken Kesey.
“Palanche” [“dough, bread,
money”] Made in the U.S.A.
Upon leaving Favale di Mavaro, the
little town in the mountains
behind Chiavari, the saga of the
Giannini family began: on to San
Francisco and into the world of
high finance. Amedeo Giannini
was the first banker to conceive of
the bank as a means for greater
consumption, a service for all
citizens, making him the father of
the modern bank. He founded the
Bank of Italy in 1906, in the
aftermath of the great earthquake,
and the rest is history: in 1919 he
made it the Bank of America and
Italy, which in 1927 he shortened
to Bank of America. The banker of
the poor and the immigrants went
on to become the banker for all,
rich Yankees included.
Blue de Genes
And jeans, that legendary cloth,
invented in Genoa in the 1700s for
making sails for ships and clothes
for sailors. That fabric then left
Genoa to make a name for itself in
the world, blue jeans, cult object,
symbol of equality and liberty. In
1850 David Stern opened a
company in San Francisco to
import clothing. In 1853 he invited
all’indomani del grande terremoto
che sconvolse la città. E
fu subito un grande successo.
Nel 1919 fondò la Banca
d’America e d’Italia che nel
1927 cambiò nome in Bank of
America. Il banchiere dei poveri
e degli emigranti era diventato
il banchiere di tutti, ricchi
yankee compresi.
Blue de Genes
Il mitico tessuto, inventato a
Genova nel Settecento per confezionare
le vele delle navi e gli
indumenti dei marinai, è stato
utilizzato per creare i blue jeans,
oggetto cult, simbolo di uguaglianza
e libertà.
Nel 1850 David Stern aprì a
San Francisco una ditta di importazioni
di abbigliamento e
nel 1853 invitò il cognato bavarese
Levi Strauss ad unirsi negli
affari. Nacque così ufficialmente
la Levi Strauss & Co. I
pantaloni di tela blu, forte e resistente,
erano destinati ai minatori
protagonisti della corsa
all’oro. Nel 1863 furono introdotti
i rivetti di metallo per rafforzare
i punti più deboli. Il
successo ottenuto ha portato la
società a distribuire i suoi famosi
prodotti in tutto il mondo.
In Levi’s Plaza si entra nella
sede della Levi’s Strauss & Co
che ha legato le sue fortune ai
mitici jeans, che qui si possono
anche comprare.
Cioccolata che passione
Ghirardelli Square affacciata sul
Fisherman’s Wharf, era al centro
della fabbrica di cioccolata,
fondata nel 1850 dal Domenico
Ghirardelli, nato a Rapallo
nel 1817. Negli anni successivi,
la costruzione in mattoni rossi,
pregevole esempio di architettura
industriale è stata oggetto
di numerosi rifacimenti e aggiunte.
Alla chiusura della fabbrica,
le strutture furono utilizzate
per la creazione di un
Il Golden Gate e alcune
delle tante tracce di Liguria
che si possono trovare in
città. La California
Academy of Sciences di
Renzo Piano (a fianco, con il
tetto costituito da 10 mila
metri quadrati di piante e
fiori), la Liguria Bakery e la
City Lights Bookstore.
A lato della libreria c'è il bar
Vesuvio’s, noto punto di
ritrovo, negli anni Cinquanta
e Sessanta, di letterati e
artisti beat
The Golden Gate, and some
of the traces of Liguria that
can be found in the city. The
California Academy of
Sciences designed by Renzo
Piano (photo at side) with a
roof made of more than
100,000 square feet of
plants and flowers, the
Liguria Bakery, and the
City Lights Bookstore.
Next to the bookshop is
Vesuvio’s Bar
his Bavarian brother-in-law, Levi
Strauss to join his business. And so,
the official birth of Levi Strauss &
Co. whose heavy canvas trousers
were strong and resistant, perfect
for gold miners during the gold
rush. In 1863 they added metal
rivets to reinforce the weak points.
And the success that they obtained
made the company famous
throughout the world. On Levi’s
104

itinerari
blue
Photo Tarallo
Info & Web
Come arrivare. Dall’Italia non ci sono voli diretti. Si vola via Parigi con
Air France, www.airfrance.it.
Info. In Italia: San Francisco Travel Association, c/o Master Consulting,
via Aureliana, 63, Roma, tel. 06 42011376,
www.sanfrancisco.travel.
A San Francisco. Visitor Information Center, tel. 415 3912000
Da leggere. California, Guida Verde, Touring: con informazioni dettagliate
e attuali. Armistead Maupin, I racconti di San Francisco, Bur: spaccato
inedito della città e dei suoi abitanti.
Da fare. Local tastes of the Vity Tours, tel. 415 6650480,
www.sffoodtour.com, organizza tour enogastronomici con visita ai negozi
e ai caffè dei liguri e degustazione
How to Get There: There are no direct flights from Italy. You can fly
via Paris with Air France, www.airfrance.it.
Info. In Italy: San Francisco Travel Association, c/o Master Consulting,
via Aureliana, 63, Rome, tel. +39 06 42011376,
www.sanfrancisco.travel.
In San Francisco. Visitor Information Center, tel. 415 3912000
Reading. “California, Guida Verde”, Touring: with detailed and up-to-date
information, Armistead Maupin: “Tales of San Francisco”, Bur: unpublished
insights of the city and its inhabitants
A must do. Local tastes of the Vity Tours, tel. 415 6650480,
www.sffoodtour.com, organized wine and gastronomy tours with visits to
Ligurian shops and cafés and sampling
centro commerciale, che, inaugurato
nel 1967, ospita gallerie
d’arte, negozi, caffè e ristoranti.
Nel complesso vi è la Ghirardelli
Chocolate Manufactory,
restaurata negli anni Sessanta,
dove si può osservare il processo
di lavorazione del cioccolato
con macchinari originali e assaggiarne
i prodotti nel bar e
nella confetteria annessi.
Photo Macor
Plaza you enter the headquarters
of Levi’s Strauss & Co - whose
fortune has been linked to the
legendary jeans - and buy an
authentic pair.
Passion for Chocolate
At the center of Ghirardelli Square
facing on Fisherman’s Wharf, was
the chocolate factory founded in
1850 by Domenico Ghirardelli,
born in Rapallo in 1817. In the
years that followed, the red brick
building, a fine example of
industrial architecture, was added
on to and redone. When
production at the factory
eventually moved elsewhere, the
structure was converted in 1967
into a mall with art galleries, shops,
cafés, and restaurants. It also holds
the Ghirardelli Chocolate
Manufactory, restored in the
sixties, where visitors can observe
the process of chocolate-making
(Ghirardelli is still America’s finest)
with original machinery, and
sample products at its bar and
candy shop.
Photo Macor
105

lue
itineraries
Pedalando tra mare e boschi
Pedaling between the Sea and the Woods
L’antica ferrovia è stata modernizzata e spostata più a monte in molti tratti e si sono costruite
piste anche verso l’interno come a Taggia e a Lavagna. Per ora sono 70 chilometri che dovrebbero
diventare molti di più. Il tracciato dismesso è diventato pista ciclabile nel Ponente e a Varazze,
Arenzano e Levanto
The old railway line has been modernized and pushed up into the mountains, and in its place
are the loveliest cycling paths in the world, skirting the sea, along the Riviera from Taggia to
Lavagna. At the moment they cover 70 kilometers – western Liguria and Varazze, Arenzano,
and Levanto , but soon they will be much longer
Antonella Viale
Stiamo per parlare di piste ciclabili
e pedonali ma, come
sempre, racconteremo un po’ di
storia ligure. Inizieremo dalle
ferrovie che hanno fatto materialmente
l’Unità d’Italia e ai liguri
non parve vero di caricare
le bici sui treni e raggiungere finalmente
le pianure con i campioni
d’olio nelle ceste per vendere
il prodotto.
La relazione tra ferrovia e bici
comincia due secoli fa, poi il boom
del turismo dimentica la bici.
Ma come sono brutti quei binari
che tagliano la costa proprio a ridosso
delle spiagge; quanto sono
rumorosi quei treni che ti
passano sotto casa mentre sei in
vacanza. E tuttavia anche quel
tracciato serviva esigenze economiche
vitali: la ferrovia doveva
stare vicino ai porti commerciali
o militari, i vagoni arrivare accanto
alle fiancate delle navi.
Grazie a questa scelta economica
oggi la Liguria può ostentare al-
Let’s talk about cycling and
pedestrian paths, but while
we’re at it, tells also tell a bit of
Ligurian history. We’ll start by the
railroads, which physically united
Italy, to the great joy of Ligurians
who loaded up their bicycles put
them on the trains, and finally
reached with ease the northern
plains with samples of olive oil to
sell in their baskets.
The relationship between the
railroad and the bicycle began a
century and half ago, but the later
boom in tourism then forgot both.
How ugly are those tracks which
cut the coast right at beach level;
how noisy are the trains which pass
under your house when you are on
vacation. And yet, even that track
served vital economic needs: the
railroad had to run close to the
ports, be they commercial or
military. The train cars needed to
come alongside the ships.
Now thanks to that economic
decision, Liguria can boast of some
cune delle più incantevoli piste
ciclabili della nazione: immerse
nel verde, a un passo dal mare,
attraversano i centri storici dei
paesi più affascinanti. La ferrovia
è stata spostata a monte - non
del tutto, per ora - e il tracciato
dismesso è diventato pista ciclabile
nel Ponente e poi a Varazze,
Arenzano, Lavagna e Levanto.
Certo che gli eredi dei viaggiatori
treno-bici, sono anche eredi
di intellettuali come Italo Calvino,
che sapevano vedere la bellezza
e denunciare le brutture
(penso alla chiusa del Barone
rampante, con le piante che,
scomparso Cosimo, si ritirano in
montagna oppure al racconto La
speculazione edilizia) e hanno
sviluppato una coscienza ecologica:
la Regione Liguria è tra le
poche attente all’ecoturismo,
tanto che un territorio così esiguo,
può vantare la bellezza di
70 km di piste ciclabili e prevede
di arrivare a quasi mille, la metà
of the most enchanting bicycle
paths in Italy today. Immersed in
the greenery, a stone’s throw from
the sea, they pass through the
most fascinating of historic old
towns on the Riviera. The trains
now run closer to the mountains –
though not all, yet – and the
tracks that they left have become
cycle paths in the western reaches,
and also in Varazze, Arenzano,
Lavagna, and Levanto.
Certainly the heirs of those
voyagers in train and bicycle, are
also the heirs of intellectuals such
as Italo Calvino, who knew how to
see beauty and denounce ugliness
(I’m thinking of the locks, in
“Barone Rampante”, with the
plants which, once Cosimo dies, go
back up into the mountains; or the
tale, “La Speculazione Edilizia”) and
have developed an ecological
conscience. The Region of Liguria is
one of the few which pays
attention to eco-tourism. So much
so that a territory with so little
106

itinerari
blue
dei quali in sede protetta, ovvero
lontani dall’ossido di carbonio
come quelli realizzati sinora.
Il percorso più lungo - una trentina
di chilometri - è a Levante e
segue la via dell’oro nero, cioè
dell’ardesia, pietra preziosa che
serviva a tutto, dalle lavagne, alle
coperture delle abitazioni, alle
opere d’arte. Parte da Lavagna
e arriva a Gattorna, un po’
in sede propria, un po’ su strade
secondarie, è immersa in un’oasi
faunistica, poi piega verso la
montagna permettendo di scoprire
paesaggi mai visti prima. Si
chiama Ciclovia dell’ardesia
ma, come tutte, è anche pedonale,
attraversa paesi e non
manca di posti di ristoro.
Il più corto, invece è il percorso
sul lungomare intitolato a Fabrizio
De Andrè ad Arenzano:
un buon posto per iniziare i piccoli,
è perfettamente pianeggiante,
breve, bel paesaggio rassicurante.
Vale la pena.
Piena di fascino è la ciclovia più
giovane, che da Framura conduce
a Levanto, la porta delle
Cinque Terre, su un ex tracciato
ferroviario sotto ai monti, che
alterna gallerie a tratti all’aperto
estremamente suggestivi, tra
un mare incontaminato e le rocce
basaltiche. È abbastanza breve,
come il Parco costiero dei
Piani d’Invrea, che arriva sino a
Varazze. Entrambe hanno punti
di noleggio bici. La particolarità
di quest’ultimo percorso è
nel paesaggio: spiaggette facilmente
raggiungibili, sotto il
massiccio del Beigua.
Ma la perla del cicloturismo ligure
è la pista ciclabile che va da
San Lorenzo al Mare a Sanremo.
Ne abbiamo già parlato su
Blue, ma ci sono novità: è quasi
arrivata a Ospedaletti, l’anno
prossimo dovrebbero partire i lavori
per prolungarla a Levante sino
a Finale e ha già un tratto che
si addentra nell’entroterra, il primo
di altri previsti, e permette di
In bici sull'ex linea
ferroviaria dismessa
nel Ponente ligure, da
Ospedaletti a San Lorenzo
al Mare
Riding a bicycle along the
old railroad tracks on the
Western Riviera from
Ospedaletti to San Lorenzo
al Mare
107

lue
itineraries
land, can boast of so much beauty
on 70 km of cycling paths, with
plans to increase that to almost a
thousand, half of which in
protected areas, or in other words,
as far from fumes as are those that
have been created up till now.
The longest route – around thirty
kilometers – is along the eastern
Riviera on the Via dell’Oro Nero,
the Way of Black Gold, which in
Liguria is slate, that valuable stone
which serves for everything here
from blackboards to roofing to
works of art. The way begins in
Lavagna to end in Gattorna,
partially on its own path, partially
on secondary roads, all immersed
in nature, to then turn towards
the mountains letting the cyclist
discover landscapes
that he has never
seen before. Called
the Ciclovia
dell’ardesia, it is
also for pedestrians,
as it crosses villages
and offers places to
eat. The shortest
cycling path instead
is named after
Fabrizio de Andrè, in
Arenzano it is a
good place to have
children begin as it is perfectly
flat, short, and offers beautiful
landscape that is “reassuring”.
Well worth your while.
Also full of fascination is the
newest cycle path, which goes
from Framura to Levanto, the
door onto the Cinque Terre, on a
former railway line under the
mountains, alternating tunnels
with open tracts that are extremely
picturesque as they jut over the
sea, crossing on basaltic rocks. It is
fairly short, like the coastal park in
the Piani d’Invrea, which goes until
Varazze. Both of these have places
where you can rent bicycles. What
makes the latter route famous is its
landscape of tiny beaches which
are easily reached under the
massive Mount Beigua.
raggiungere Taggia da Arma.
22 km, tra poco 24, con una peculiarità
interessante: è trafficata
anche in settimana dai pendolari
salutisti - oppure amanti della
bellezza - che vanno al lavoro in
bici. E questo, in Liguria, era impensabile.
Nolo bici e ristoro in
tre punti della pista: San Lorenzo,
Arma di Taggia e Sanremo.
Paesaggio mutevole: gallerie,
che hanno un fascino tutto loro,
angoli selvaggi, centri storici
e, a Sanremo, qualche parco
di ville favolose, come quella di
Nobel che, pentito per aver inventato
la dinamite ma senza
esagerare, aveva costruito un
moletto sul retro, cioè sulla pista,
per fare gli esperimenti con
le torpedini.
Pedalando nelle piste
ciclabili di Liguria: tra
Varazze e Arenzano, a
Levanto e (qua sopra) in Val
Fontanabuona, dove il 27
maggio si corre sulla
Ciclovia dell'ardesia (info su
www.cicloviadellardesia.it)
Cycling the cycle paths of
Liguria: between Varazze
and Arenzano, in Levanto,
and (above) in Val
Fontanabuona, where on
May 27 they race on the
Path of Slate, Ciclovia
dell'ardesia (info on
www.cicloviadellardesia.it
But the pearl of Ligurian cycling
paths is the one that runs from
San Lorenzo al Mare to Sanremo.
Readers of Blue are already
familiar with it, but some new
features have been added. It has
almost reached Ospedaletti, and
next year, work should begin to
extend it eastwards to Finale.
There is already a branch which
heads into the hills, the first of
many, and lets you reach Taggia
from Arma. 22 km, soon to be 24,
with another interesting aspect:
even during the week you see
physically-fit commuters – or
lovers of beauty – who go to work
by bicycle. And this, in Liguria, was
once unthinkable. Cycle rentals
and eating places are located in
three points along the path: San
Lorenzo, Arma di Taggia, and
Sanremo. The landscape is
constantly changing: tunnels,
which have their own fascination,
tracts of wilderness, old town
centers and, in Sanremo, some
parks of fabulous villas, like the
one that belonged to Nobel who,
feeling remorse for having
invented dynamite, built a little
pier at the back of his villa, on the
cycling path, to carry out
experiments with torpedoes.
108

itinerari
blue
Camogli, bella e buona
as Good as Gold
La focaccia calda e il pesce fresco pescato nell’antica Tonnara, i gioielli fatti coi sassi della spiaggia e le immersioni
nell’Area Marina Protetta, ora popolata da cernie, coralli e pesci di ogni tipo. L’antico borgo offre gastronomia
tradizionale, artigianato di qualità, shopping e moderni hotel e ristoranti
The focaccia is hot, and the fish is fresh, just fished off the old Tuna fishery. Shiny pebbles like jewels on the
beaches. Dive into the Protected Marine Area, filled with fish and corals. The ancient fisherman’s village of Camogli
offers traditional gastronomy, quality handicrafts, shopping and modern hotels and restaurants
Silvia Neonato
Si diceva un tempo dei grandi
capitani: è un uomo che sa
uscire da ogni mare. E i grandi capitani
«erano tutti di Camogli»,
scrive Giorgio Ficara nel suo bellissimo
Riviera. Li descrive poi con
maestria: «Portavano i loro brigantini
a palo carichi di peach pine o
caffè o zolfo o sale ai quattro angoli
del mondo. Erano a casa ovunque,
ad Haiti o alla Vuelta e Rocha
di Buenos Aires o all’East Indian
Dock di Londra. Entravano nei banchi
di nebbia in silenzio, immobili
sul ponte, entravano nei tifoni im-
Once they would say about
great sea captains, “This is a
man who can get out of any sea.”
And the great sea captains “were
all from Camogli”, writes Giorgio
Ficara in his beautiful book,
“Riviera”. He describes them
masterfully, “They would take their
brigantines filled with pitch pine
or coffee, sulfur or salt, to the four
corners of the world. They felt at
home everywhere, from Haiti or
Vuelta and Rocha in Buenos Aires
to the East Indian Dock of London.
They would enter banks of fog in
brogliando velacci, randa e maestra
(…). Nelle bonacce entravano con
pazienza».
Oggi a Camogli c’è ancora l’istituto
Nautico che prepara i capitani e
i pescatori sono tuttora impegnati
nell’antica tonnara, la Tonnarella
per via delle sue piccole dimensioni,
una delle cinque rimaste in Italia,
attiva da aprile a ottobre. Sono
loro a tessere a mano, ogni anno,
la rete fatta con il cocco indiano.
Così troverete, nei ristoranti del
borgo, il pesce fresco che si vede
arrivare in porto ogni giorno di
silence, immobile on the bridge.
They would enter typhoons
contorting the mainsails … and
enter the doldrums with patience.”
Today in Camogli the Nautical
Institute still teaches future
captains. And fishermen still run
the old tuna fishery, called the
“Tonnarella” for its small
dimensions, one of only
five still left in Italy,
active from April
to October.
109

lue
itineraries
mare buono. E, sempre se il mare
lo permette, è possibile fare immersioni
tramite i diving center
ammirando i coralli, le grosse cernie,
le stelle marine e i moltissimi
pesci che, grazie all’Area Marina
Protetta, sono tornati a nuotare
tranquilli intorno a Punta Chiappa
e nelle baie attigue. Dal porticciolo
si può anche imbarcarsi sui
frequenti battelli che conducono a
San Fruttuoso, dove si visita la postazione
medievale degli aristocratici
Doria, a Portofino, alle Cinque
Terre o anche, in direzione opposta
ma sempre lungo l’acqua, a Genova
al Porto Antico.
I ristoranti di Camogli non si limitano
ai tanti piatti di pesce fresco o
quelli della tradizione come le trofie
al pesto, i ripieni di verdure, il
bagnun di acciughe, ma propongono
molte altre specialità a seconda
delle stagioni, come i prelibati funghi
. Il tutto bagnato dai vini liguri.
Apprezzata da grandi e piccoli è
la focaccia sfornata calda a ogni
ora del giorno nei forni del centro
storico, come le varie torte di verdura
che hanno reso celebre la cucina
ligure.
Ottimi sono anche i gelati artigianali
e i Camogliesi, dolci al rhum
che si trovano nei tanti negozi
sparsi tra le due vie centrali, via
Garibaldi e via della Repubblica,
dove si può fare shopping nelle
boutique, nei negozi di gastronomia,
nelle enoteche, nelle librerie e
nelle gioiellerie: grande successo
hanno i gioielli davvero originali
realizzati con i sassi striati della
spiaggia di Camogli.
Il centro storico offre insomma
molti bei negozi, artigianato locale
di qualità e cibi della tradizione
come le acciughe sotto sale o le
gallette che i marinai si portavano
nei loro viaggi per condirle con
l’olio ligure , le olive e il tonno. Nelle
frazioni di Ruta e San Rocco, in
alto sopra il borgo, altri ristoranti,
caffè e negozi offrono al turista
ancora prelibatezze e un panorama
incomparabile.
The fishermen still weave by hand,
each year, the net made of Indian
coconut fiber that fishes the fish
that you find in the restaurants of
the village. Fresh fish, as it comes
into the port each good fishing day
in the early morning. And on a
good diving day, when the sea is
calm, the Diving Center can take
you underwater to admire the
corals, huge groupers, starfish, and
all the other fish, both big and
small which, thanks to the
Protected Marine Area, swim
peacefully around Punta Chiappa
and the surrounding coves. From
the little harbor you can also take
one of the many boats that go
around Portofino promontory to
San Fruttuoso with its medieval
abbey where the noble Doria family
has its tombs, to chic Portofino, the
trendy Cinque Terre, or heading the
other way, west across the waters,
to Genoa’s Porto Antico.
Restaurants in Camogli do not
confine themselves to fresh fish in
myriad versions. They also do
traditional fare such as trofie al
pesto, ripieni di verdure (stuffed
vegetables), bagnun di acciughe,
and so many delicacies depending
on the season – like mushrooms
for example. All washed down by
Ligurian wines. Then there are the
focaccia breads that are loved by
young and old, pulled hot out of
the oven each day in the old town,
Colori e sapori di Camogli,
borgo marinaro a ponente
del monte di Portofino
Colors and flavors of
Camogli, the fishing village
on the western side of the
Mountain of Portofino
Photo Tomasinelli
along with the
salty pies filled
with vegetables
that have made
Liguria famous.
Excellent also is
the artisan ice
cream, and the
Camogliesi,
the desserts
made with rum
which you can
buy in the
shops along
the two main
streets, via Garibaldi and via della
Repubblica, where you can also
shop in the boutiques,
delicatessens, wine taverns,
bookshops, and jewelry shops –
with original jewels, highly in
demand, made from the striped
pebbles of the sea taken right
from the beach of Camogli.
The old town is filled with lovely
shops, local quality crafts, and
traditional foods, like salted
anchovies and sailors’ crackers,
which were once used on long
ocean voyages softened by
Ligurian olive oil, olives and tuna.
Above the town, on the mountain
are two other little villages, part of
the municipality, Ruta and San
Rocco, with yet more restaurants,
cafés, and shops to offer the
tourist a vast choice with a vast
view over the whole gulf.
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La ricetta
Recipe
Palamita con ratatouille di verdure
gusto
blue
Ingredienti per 4 persone 400 g di polpa di palamita fresca, 100 g di sedano, 200 g di zucchine, 200 g di melanzane, 200 g di
patate, 100 g di pomodori, 1 cipolla bionda, 2 spicchi d’aglio, prezzemolo tritato, 1 bicchiere di vino bianco secco, olio extra vergine
di oliva. Vino consigliato: Pigato Riviera Ligure doc
Preparazione Tagliate a dadi, possibilmente di uguale grandezza il pesce, le patate, le zucchine, le melanzane, il sedano e i
pomodori. In un tegame fate appassire nell’olio l’aglio e la cipolla tritata con il pomodoro, aggiungete le patate e il sedano e fate
rosolare a fiamma bassa per 2 minuti. Unite le zucchine, le melanzane e continuate a cuocere per 15 minuti. Aggiungete i tocchetti
di palamita, cospargete con il prezzemolo tritato, salate q.b., bagnate con il vino, coprite e cuocete per altri 5 minuti, quindi servite.
Ingredients for 4 people 400 g of fresh palamita pulp, 100 g of celery, 200 g of zucchini, 200 g of eggplant, 200 g of potatoes, 100
g of tomatoes, 1 blond onion, 2 cloves of garlic, chopped parsley, 1 glass of dry white wine, extra-vergin olive oil.
Suggested wine: Pigato Riviera Ligure
Preparation Cut into cubes, if possible of equal size, the fish, potatoes, zucchini, eggplant, celery, and tomatoes. In a frying pan
sauté the garlic and the grated onion with tomato, add the potatoes and celery and brown over a low flame for 2 minutes. Add the
zucchini, the eggplant, and keep cooking for 15 minutes. Add the pieces of palamita, sprinkling them with chopped parsley, add salt
to taste, wash with wine, cover and cook for another 5 minutes, then serve.
Ristorante Rosa
a Camogli dal 1949
Via J. Ruffini, 13
16032 Camogli Genova
tel. 0185 773411
www.rosaristorante.it
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sea urchin
il riccio
Sergio Di Paolo
Nella mente di Dio
In God’s Mind
Il satellite LISA, Laser Interferometer Space Antenna, verrà
lanciato nello spazio tra il 2018 e il 2020 allo scopo di scoprire
l’universo prima del Big Bang. Misurando la velocità alla quale
le galassie si stanno allontanando da noi è stato possibile
comprenderne l’espansione e conseguentemente calcolare il
percorso delle stelle dall’originale esplosione, avvenuta 13,7
miliardi di anni fa. Si è potuto a quel punto “riavvolgere il film
della creazione” cercandone le tracce, ma gli attuali telescopi non
sono riusciti a superare la barriera dei 400.000 anni successivi al
cosmico botto.
Per compiere un ulteriore passo verso quella che si preannuncia come
la più grande scoperta dell’astrofisica, è stato appunto creato LI-
SA, telescopio di terza generazione dopo quelli ottici di Galileo e i
radio-telescopi, che riuscirà a “vedere” più in là, interpretando le
forze gravitazionali e sfruttando la teoria di Einstein sulla curvatura
dello spazio-tempo.
Il progetto prevede il lancio di tre satelliti collegati tra loro da raggi
laser in grado di formare un triangolo di 3 milioni di miglia, una
enorme rete in grado di acchiappare le onde gravitazionali generate
dal Big Bang ancora fluttuanti nello spazio. E’ così che gli scienziati
potranno risalire ad un trilionesimo di secondo dall’evento.
Risponderà questa avventura scientifica alla domanda dell’uomo
sull’origine dell’Universo E ai suoi tentativi, che già gli valsero la
cacciata dall’Eden, di entrare nella mente di Dio
Il satellite LISA e la determinazione degli scienziati hanno stimolato
in me un ottimismo che spero condividerai lettore: se a breve il “padre”
di tutti i misteri cosmici verrà svelato (di cosa era fatto il nulla
Perché esplose Come esplose), riusciremo di certo anche con la
“madre” di tutti gli enigmi: la politica in Italia.
The LISA (Laser Interferometer Space Antenna) satellite will be
launched into space sometime between 2018 and 2020. Its
mission is to discover the universe before the Big Bang. By
measuring the speed with which galaxies are moving away from us, it is
possible to understand how the universe is expanding, and thereby
calculate the route of the stars at the original explosion, 13.7 billion
years ago. It is a way of “rewinding the film of creation” seeking out the
traces. But up till now, our present-day telescopes have not been able to
get past the barrier of 400,000 years after the cosmic explosion.
To take this further step towards what has already been announced as
the greatest discovery in astrophysics, LISA was created. This third
generation telescope – following on the optical ones first made by
Galileo and then radio telescopes – will let us “see” deeper into space,
interpreting gravitational forces by taking advantage of Einstein’s
theories on space-time curvature.
The project involves the launching of three satellites connected together
by laser beams to form a triangle that covers three million miles. This
enormous net should be able to catch gravitational waves generated by
the Big Bang which are still floating in space. And thus, scientists will be
able to go back to a trillionth of a second after the event.
So, will this scientific adventure answer man’s questions on the origin of
the Universe His attempts – which already got him kicked out of the
Garden of Eden – to enter God’s mind
The LISA satellite and the determination of scientists have stimulated in
me an optimism that I hope I am sharing with you, dear reader. And
namely, if soon the “grandfather” of all cosmic mysteries is about to be
revealed (What is nothing made up of Why should nothing explode
How did it explode) certainly we should soon be able to answer the
“grandmother” of all enigmas: Italian politics.
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1 ANNO di BLUE
a 25
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