IL NOTIZIARIO - Comune di Bienno
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<strong>IL</strong> <strong>NOTIZIARIO</strong><br />
Pagina aperta su <strong>Bienno</strong><br />
Cultura<br />
e Turismo<br />
tutti pronti ad accogliere l’anima<br />
del fratello morente. A questo<br />
punto è meglio seguire le parole<br />
<strong>di</strong> Don Carlo.<br />
“... Non ebbi un senso <strong>di</strong> paura ma<br />
<strong>di</strong> serenità, e l’incontro con i morti<br />
fu per me un conforto. Ma nella<br />
visita al mio cortile in quella triste<br />
sera, mi si richiamò alla mente<br />
una leggenda, che avevo sentito<br />
da fanciullo. Sulla porta della stalla<br />
che sta proprio nell’angolo più<br />
remoto mi sono fermato a riandare<br />
le lunghe serate invernali che<br />
vi avevo trascorso. Una stalla non<br />
bella; con tutti i segni <strong>di</strong> una grande<br />
povertà, ma calda e spaziosa.<br />
Noi piccoli facevamo lì, nelle<br />
giornate più gelide, i nostri giochi,<br />
i nostri compiti, i nostri atti religiosi<br />
serali, fino a che la mamma, che<br />
io adoravo, ci portava a letto. In<br />
quella stalla a volte era festa: panini<br />
cotti col grasso, polenta fatta<br />
con farina <strong>di</strong> castagne erano<br />
le leccornie delle gran<strong>di</strong> date, e<br />
noi si era contenti e allegri; ma<br />
soprattutto erano le fiabe che ci<br />
raccontava una vecchia nonna<br />
che ne sapeva tante tante. Veramente<br />
mia mamma non era<br />
sempre contenta che noi bambini<br />
ascoltassimo tutto, ma quando<br />
la vecchia nonna incominciava<br />
a raccontare quella del lupo<br />
che aveva rapito una bambina,<br />
allora anche lei, la mia mamma,<br />
sospendeva <strong>di</strong> filare, appoggiava<br />
la rocca alla spalla, e ascoltava<br />
con noi. La vecchia dal mento<br />
aguzzo, dagli occhi infossati, dalle<br />
gote rattrappite, da una voce<br />
fessa, dai capelli rari e grigi, incominciava:<br />
dovete dunque sapere...<br />
e raccontava la storia che<br />
fece chiamare il mio cortile, il<br />
cortile dei lupi. Tutti intesi a sentire…<br />
unico rumore il ruminare delle<br />
mucche che, sdraiate in terra,<br />
pareva ascoltassero anche loro. E<br />
la vecchia raccontava come nei<br />
tempi andati, quando gli uomini<br />
portavano tutti la barba, un inverno<br />
fioccò in modo esagerato. La<br />
neve era salita tanto alta che era<br />
quasi impossibile camminare per<br />
le strade… molti tetti crollavano...<br />
anche il suono delle campane<br />
arrivava ai fedeli attutito e come<br />
ovattato... <strong>di</strong> notte si sentiva il rumore<br />
delle valanghe che cadevano<br />
dai monti e l’ululato dei lupi<br />
che giravano sul limitare del paese…<br />
e fioccava... fioccava. Nella<br />
stalla veniva tutte le sere una donna,<br />
giovane, bionda e triste. S’era<br />
sposata contro la volontà dei genitori.<br />
La mattina delle nozze: “Va<br />
pure, le aveva detto la mamma,<br />
ti troverai pentita...”. L’amore aveva<br />
superato ogni opposizione…<br />
era andata all’altare con la gioia<br />
della giovane che raggiunge il<br />
culmine dei suoi sogni, ma quelle<br />
parole: ”Ti troverai pentita” le<br />
ronzavano, come una male<strong>di</strong>zione,<br />
nell’orecchio e nel cuore. Per<br />
un po’ sembrò che l’infausta profezia<br />
non si avverasse. Tutto procedeva<br />
bene. Lui l’amava, lavorava,<br />
stava a casa, la circondava<br />
<strong>di</strong> ogni attenzione. Presto un bel<br />
raggio <strong>di</strong> sole entrò ad illuminare<br />
quel nido, una bella bambina,<br />
un vero fiore vivente, sembrava vi<br />
avesse portato la visibile bene<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> Dio. La giovane mamma<br />
era felice. Amava tanto la sua<br />
bambina che le sembrava impossibile<br />
che anche gli altri non<br />
l’avessero ad amare; tanto bella,<br />
tanto buona; aveva soprattutto<br />
due occhietti che sembravano<br />
due stelle del cielo. La mamma<br />
pensò: con questa in collo sono<br />
sicura che i miei mi perdoneranno;<br />
e piena <strong>di</strong> speranza un giorno<br />
la vestì meglio che potè e la<br />
portò, come colomba <strong>di</strong> pace,<br />
nella casa dei suoi parenti… ma<br />
niente… non l’avevano neppure<br />
guardata. La donna ritornò avvilita,<br />
e le sembrò che un sentimento<br />
<strong>di</strong> o<strong>di</strong>o le nascesse in cuore contro<br />
gli ingrati che non avevano<br />
baciato la sua piccina. Un giorno<br />
<strong>di</strong> quel famoso inverno entrò nella<br />
stalla, senza neppure chiedere<br />
permesso, una vecchia strega:<br />
brutta, macilenta, cattiva. Si avvicinò<br />
alla culla, sollevò la piccola<br />
coperta – fece un segno – e alla<br />
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