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Giuseppe Novì
Qualifica: pittore
Biografia: Giuseppe Novì è nato a Sciacca
(Ag), vive e insegna a Gallarate ( Va). Ha fatto alcune
mostre in provincia di Varese e si dedica alla pittura da
circa vent’anni. Ha ottenuto delle pubblicazioni, tra cui
una sulla rivista “Orione”n° 46 del marzo 1996. Nella sua
produzione artistica ha attraversato tre stagioni
creative:” Pulsart”, “Frammnti di verità” e “Frammenti
di emozioni”, oltre ad altri lavori. Interessi: pianoforte,
lettura, scacchi a livello agonistico e, ovviamente,
pittura.
Descrizione critica all’opera “Man”: Una bombetta, uno
status symbol della società borghese medio-alta; un
burattino frammentato e il suo rovescio simmetrico e
speculare come una carta da gioco nel gioco più grande
e capriccioso delle combinazioni della vita. L’uomo è
libero o è una sorta di manichino soggetto ai
condizionamenti culturali del proprio ambiente, alle
Man
regole meccaniche e ai ritmi frenetici dell’esistenza, ai
bombardamenti pubblicitari, al dominio democratico
della tecnologia e, nei regimi totalitari, al massiccio indottrinamento di stato?L’uomo è artefice del proprio
destino o è soltanto un esecutore di partiture già scritte da un Essere superiore. È libero o è soltanto un
burattino i cui fili sono tenuti da mani
ignote e beffarde?Difficile pronunziarsi,
sposare questo o quell’altro schieramento.
Forse la posizione più saggia è quella di
mantenersi in una sorta di equilibrio
dinamico tra le due posizioni estreme,
aprendosi nel contempo a una
interpretazione in chiave relativistica e
pirandelliana.
Descrizione critica all’opera “squarcio”: La
nostra realtà è complessa e adesso, accanto
alla benedetta materia oscura ed energia
oscura, sembra esserci il flusso oscuro.
Cioè, il comportamento dinamico e bizzarro
Squarcio
di alcune galassie, giustificabile solo
ipotizzando un altro insieme di galassie, un
altro Universo esterno al nostro. Sorge una domanda spontanea: ce ne sono due o sono infiniti? Insomma,
che cosa c’è al di là di questa realtà? Esiste un Dio creatore oppure è soltanto una macchina? Dal disperato
bisogno di rispondere a questo prepotente interrogativo non rimane che squarciare la realtà, immaginare
di lacerarla e ridurla a brandelli come se fosse un tessuto, un tessuto di spazio-tempo, e scrutare al di là di
essa.
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