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Michela Valenti<br />
A fare da serbatoio inesauribile delle<br />
continue, sempre nuove manifestazioni<br />
di questo universo, come nuvole che in<br />
cielo si fanno figure prima di ricomporsi<br />
in altre e sparire, come gas che da un<br />
momento all’altro costituisce<br />
costellazioni e pianeti, per poi dissolversi<br />
e tornare allo stadio primordiale di<br />
massa impalpabile, il bagaglio delle<br />
nostre memorie sensoriali, quelle del<br />
passato, cementate dai nostri<br />
sentimenti, come quelle del presente,<br />
ancora in attesa di precise<br />
corrispondenze affettive. Ma non c’è<br />
nulla che facendosi nuvola,<br />
costellazione, pianeta, e poi zero<br />
primordiale, prima di tornare ad avere<br />
una forma, non abbia stravolto quel<br />
riferimento iniziale fino a svaporarlo, Scacciapensieri 14<br />
rendendolo poco riconoscibile perfino a<br />
noi stessi. Tanto conta solo il continuo divenire, niente altro. Con stupore, probabilmente, Michela Valenti<br />
si accorge che esseri ciechi non è uno stato d’inferiorità, semmai una condizione di libertà rispetto al<br />
determinismo di natura. Quando ritorna a<br />
vedere con gli occhi, si rende conto di<br />
avere imparato a vedere due volte, una<br />
sfruttando i sensori percettivi, l’altra<br />
facendone a meno. Vedere con gli occhi<br />
agevola enormemente la vita pratica, ma<br />
sacrificare a suo favore le facoltà nel<br />
frattempo acquisite con la vista mentale<br />
sarebbe una perdita inaccettabile.<br />
Bisogna trovare un terreno di convivenza<br />
fra vista e vista, un campo in cui l’una non<br />
sia alternativa all’altra, si chiama arte. Ed<br />
è subito arte navigata,quella della Valenti,<br />
adusa a solcare il mare, perché essa<br />
stessa mare. Di colori, innanzitutto,<br />
associati per dominanti (fredde- fredde,<br />
calde-calde), favorendo le assonanze di<br />
tono, oppure per contrasto (fredde-caldefredde,<br />
calde- fredde, e così a seguire),<br />
attraverso la sovrapposizione di stesure<br />
Transizione 14<br />
prevalentemente piatte, tali da far<br />
intravedere la trama dai supporti<br />
sottostanti, ma non fino al punto di negare il senso dello spessore e del rilievo, della rugosità tattile,<br />
quando qualche grumo o filamento di pasta più consistente osa infrangere, seppure delicatamente,<br />
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