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Numero 23/24 - Snop

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La terza iniziativa di Torino ha segnato<br />

un importante passo in avanti<br />

nella nostra elaborazione e nel lavoro<br />

comune con i magistrati.<br />

I temi trattati, infortuni e tumori<br />

professionali, non sono certamente né<br />

nuovi né originali ma da poco tempo<br />

stiamo imparando a convivere con -<br />

ed a combattere - i primi ed a riconoscere<br />

i secondi.<br />

Per quanto riguarda la questione infortuni<br />

è emersa in particolare l'importanza<br />

di avere elementi di conoscenza<br />

puntuale del fenomeno anche a livello<br />

territoriale. Non si tratta evidentemente<br />

di rifare in sedicesimi archivi INAIL,<br />

regionali o dell'ISPESL, quanto di saper<br />

leggere in questi - o meglio saper<br />

trarre da questi -- il dato locale, poter<br />

gestire in "tempo reale" l'informazione<br />

quotidiana dell'infortunio avvenuto,<br />

che i primi non possono fornire e che<br />

invece è contenuta nelle denunce "in<br />

chiaro".<br />

Più in generale, da Torino esce ulteriormente<br />

rafforzata l'esigenza, che in<br />

questa fase si sta ripresentando con<br />

forza nelle nostre riflessioni, di riapprofondire<br />

le questioni dei Sistema informativo,<br />

della realtà esistente in proposito<br />

nei Servizi, delle prospettive nazionali.<br />

Per quanto riguarda queste ultime,<br />

si tratta anche di entrare nel merito<br />

dell'evoluzione dei quadro complessivo,<br />

non trascurando i movimenti in<br />

corso, a partire dalle strategie di alcuni<br />

soggetti, tra i quali in primo luogo i'I-<br />

SPESL e l'INAIL; il primo sta tuttora<br />

"lanciando" il progetto S.I.PRE. (che<br />

sembra di capire sta trovando risorse<br />

non solo finanziarie sempre più rilevanti<br />

e che potrebbe quindi divenire<br />

un punto di riferimento essenziale); li<br />

secondo, l'INAIL, con ia graduale attivazione<br />

del progetto Polaris in un numero<br />

sempre più ampio di sedi, con la<br />

dichiarata disponibilità a flussi reciproci<br />

con i servizi delle USL, apre prospettive<br />

molto interessanti di rapporti tra<br />

soggetti che, pur con diversi ruoli, detengono<br />

informazioni "locali" reciprocamente<br />

potenziabili e tali da migliorarne<br />

concretamente e da indirizzarne<br />

significativamente gli interventi.<br />

Sul fronte dei Servizi, appare comunque<br />

necessario ed urgente esaminare<br />

lo stato di salute informativa dei<br />

Servizi, aspetto strettamente connesso<br />

all'aderenza o meno dell'iniziativa<br />

di prevenzione a quei caposaldi che<br />

SNOP da tempo ha lanciato (vedi<br />

Operazione Prevenzione Roma, vedi<br />

Pisa) in tema di modello d'intervento.<br />

A Torino operatori anche di Servizi<br />

"storici" hanno posto con chiarezza all'attenzione<br />

comune che tra le trasfor-<br />

DOPO TORINO 3<br />

mazioni in atto nella strategia dei Servizi<br />

ve n'è una certamente molto critica;<br />

in molti Servizi il livello di programmazionelpianificazione<br />

tende pericolosamente<br />

al minimo, mentre sale vertiginosamente<br />

la quantità di lavoro in risposta<br />

alla richiesta esterna.<br />

C'è il rischio, insomma (rischio o già<br />

realtà?), che il lavoro dei Servizi sia travolto<br />

da una situazione non dissimile<br />

da quella nella quale si muovevano i<br />

primi Servizi pionieristici degli anni '70:<br />

la strategia imperniata essenzialmente<br />

sulle riposte alle domande "a pioggia",<br />

con la "piccola" differenza che allora<br />

in una stagione sociale ben diversa<br />

- erano i lavoratori e le loro rappresentanze<br />

a porre domande, ora è assai<br />

più spesso la magistratura a chiedere....<br />

Il tutto, alla faccia di quel ruolo di governo,<br />

di nodo territoriale sulle questioni<br />

della tutela della salute e della sicurezza<br />

nei luoghi di lavoro e neli'amhiente<br />

che rimane pur sempre (o no?)<br />

un nostro "obiettivo di servizio".<br />

Di qui l'esigenza di riapertura del dibattito<br />

sul tema, che intendiamo rilanciare<br />

anche con una nuova fase di lavori<br />

di un gruppo nazionale sul sistema<br />

informativo, un gruppo che veda insieme<br />

ii contributo di chi ha approfondito<br />

finora le questioni specifiche del sistema<br />

informativo e di chi nel periodo più<br />

recente ha cominciato a riflettere sulla<br />

verifica di qualità: nella convinzione<br />

che un adeguato sistema informativo è<br />

essenziale ed indispensabile per orientare<br />

le scelte ed il lavoro di un Servizio<br />

ma anche che non si può parlare<br />

veramente di qualità, e di qualità verificabile,<br />

nell'azione di un Servizio che<br />

non fondi i propri interventi su elementi<br />

almeno essenziali di conoscenza<br />

dei cicli lavorativi, dei rischi, dello stato<br />

di salute della popolazione lavorativa o<br />

dell'ambiente.<br />

Pur con tutti i problemi ora citati<br />

comunque, ci confortano le esperienze<br />

presentate a Torino da molti Servizi,<br />

che tra l'altro spesso derivano da positive<br />

collaborazioni con la magistratura<br />

(Brescia, Torino, Firenze, ossia sedi giudiziarie<br />

tra ie più impegnate nel campo<br />

della tutela del lavoro).<br />

Abbiamo sempre saputo che la probabilità<br />

di ricostruire con ragionevole<br />

certezza la dinamica di un infortunio è<br />

inversamente proporzionale al tempo<br />

che intercorre tra evento e primo sopralluogo,<br />

per non parlare della memoria<br />

dei testimoni, della validità della<br />

raccolta delle prove.<br />

Dove i servizi territoriali sono diventati<br />

anche per la Magistratura il<br />

nodo informativo e decisionale in questo<br />

campo, ciò non può che rappresentare<br />

un momento di maggiore autonomia<br />

e di professionalità.<br />

"Agire sugli infortuni prima che gli<br />

infortuni agiscano sui servizi" così sintetizzava<br />

qualcuno il pomeriggio del<br />

primo giorno torinese.<br />

Certamente - come per ogni altra<br />

attività - anche questa pone la questione<br />

del reale stato dei servizi territoriali.<br />

Per quanto riguarda la giornata sui<br />

tumori professionali, vale la pena di<br />

sottolineare un aspetto centrale che la<br />

veemenza della discussione ha paradossalmente<br />

messo in ombra.<br />

Usciti dalla fase dello sperimentalismo,<br />

i servizi si interrogano sull'efficacia<br />

del proprio lavoro rispetto ad un'evoluzione<br />

tecnologica che ha radicalmente<br />

cambiato la fisionomia dei lavoro<br />

soprattutto negli ultimi dieci anni.<br />

Le esposizioni tradizionali costituiscono<br />

oramai un evento marginale rispetto<br />

allo standard raggiunto e, di<br />

conseguenza, gli effetti attesi sulla salute<br />

della popolazione lavorativa sono<br />

ben diversi da quelli che riempiono i<br />

trattati di medicina del lavoro.<br />

Le malattie professionali perderanno<br />

la loro specificità, assomiglieranno<br />

sempre di più a quelle della popolazione<br />

generale, con ampia prevalenza di<br />

quelle per cui non è identificabile una<br />

soglia di sicurezza, nonostante la riduzione<br />

dei valori di esposizione. Le allergopatie,<br />

le malattie degenerative tra le<br />

quali soprattutto i tumori si impongono<br />

e si imporranno ancora di più alla<br />

nostra attenzione di operatori della<br />

prevenzione per la loro gravità.<br />

I tumori in particolare per la loro<br />

lunga latenza, relativa rarità ed età<br />

anagrafica di insorgenza, mettono in

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