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La terza iniziativa di Torino ha segnato<br />
un importante passo in avanti<br />
nella nostra elaborazione e nel lavoro<br />
comune con i magistrati.<br />
I temi trattati, infortuni e tumori<br />
professionali, non sono certamente né<br />
nuovi né originali ma da poco tempo<br />
stiamo imparando a convivere con -<br />
ed a combattere - i primi ed a riconoscere<br />
i secondi.<br />
Per quanto riguarda la questione infortuni<br />
è emersa in particolare l'importanza<br />
di avere elementi di conoscenza<br />
puntuale del fenomeno anche a livello<br />
territoriale. Non si tratta evidentemente<br />
di rifare in sedicesimi archivi INAIL,<br />
regionali o dell'ISPESL, quanto di saper<br />
leggere in questi - o meglio saper<br />
trarre da questi -- il dato locale, poter<br />
gestire in "tempo reale" l'informazione<br />
quotidiana dell'infortunio avvenuto,<br />
che i primi non possono fornire e che<br />
invece è contenuta nelle denunce "in<br />
chiaro".<br />
Più in generale, da Torino esce ulteriormente<br />
rafforzata l'esigenza, che in<br />
questa fase si sta ripresentando con<br />
forza nelle nostre riflessioni, di riapprofondire<br />
le questioni dei Sistema informativo,<br />
della realtà esistente in proposito<br />
nei Servizi, delle prospettive nazionali.<br />
Per quanto riguarda queste ultime,<br />
si tratta anche di entrare nel merito<br />
dell'evoluzione dei quadro complessivo,<br />
non trascurando i movimenti in<br />
corso, a partire dalle strategie di alcuni<br />
soggetti, tra i quali in primo luogo i'I-<br />
SPESL e l'INAIL; il primo sta tuttora<br />
"lanciando" il progetto S.I.PRE. (che<br />
sembra di capire sta trovando risorse<br />
non solo finanziarie sempre più rilevanti<br />
e che potrebbe quindi divenire<br />
un punto di riferimento essenziale); li<br />
secondo, l'INAIL, con ia graduale attivazione<br />
del progetto Polaris in un numero<br />
sempre più ampio di sedi, con la<br />
dichiarata disponibilità a flussi reciproci<br />
con i servizi delle USL, apre prospettive<br />
molto interessanti di rapporti tra<br />
soggetti che, pur con diversi ruoli, detengono<br />
informazioni "locali" reciprocamente<br />
potenziabili e tali da migliorarne<br />
concretamente e da indirizzarne<br />
significativamente gli interventi.<br />
Sul fronte dei Servizi, appare comunque<br />
necessario ed urgente esaminare<br />
lo stato di salute informativa dei<br />
Servizi, aspetto strettamente connesso<br />
all'aderenza o meno dell'iniziativa<br />
di prevenzione a quei caposaldi che<br />
SNOP da tempo ha lanciato (vedi<br />
Operazione Prevenzione Roma, vedi<br />
Pisa) in tema di modello d'intervento.<br />
A Torino operatori anche di Servizi<br />
"storici" hanno posto con chiarezza all'attenzione<br />
comune che tra le trasfor-<br />
DOPO TORINO 3<br />
mazioni in atto nella strategia dei Servizi<br />
ve n'è una certamente molto critica;<br />
in molti Servizi il livello di programmazionelpianificazione<br />
tende pericolosamente<br />
al minimo, mentre sale vertiginosamente<br />
la quantità di lavoro in risposta<br />
alla richiesta esterna.<br />
C'è il rischio, insomma (rischio o già<br />
realtà?), che il lavoro dei Servizi sia travolto<br />
da una situazione non dissimile<br />
da quella nella quale si muovevano i<br />
primi Servizi pionieristici degli anni '70:<br />
la strategia imperniata essenzialmente<br />
sulle riposte alle domande "a pioggia",<br />
con la "piccola" differenza che allora<br />
in una stagione sociale ben diversa<br />
- erano i lavoratori e le loro rappresentanze<br />
a porre domande, ora è assai<br />
più spesso la magistratura a chiedere....<br />
Il tutto, alla faccia di quel ruolo di governo,<br />
di nodo territoriale sulle questioni<br />
della tutela della salute e della sicurezza<br />
nei luoghi di lavoro e neli'amhiente<br />
che rimane pur sempre (o no?)<br />
un nostro "obiettivo di servizio".<br />
Di qui l'esigenza di riapertura del dibattito<br />
sul tema, che intendiamo rilanciare<br />
anche con una nuova fase di lavori<br />
di un gruppo nazionale sul sistema<br />
informativo, un gruppo che veda insieme<br />
ii contributo di chi ha approfondito<br />
finora le questioni specifiche del sistema<br />
informativo e di chi nel periodo più<br />
recente ha cominciato a riflettere sulla<br />
verifica di qualità: nella convinzione<br />
che un adeguato sistema informativo è<br />
essenziale ed indispensabile per orientare<br />
le scelte ed il lavoro di un Servizio<br />
ma anche che non si può parlare<br />
veramente di qualità, e di qualità verificabile,<br />
nell'azione di un Servizio che<br />
non fondi i propri interventi su elementi<br />
almeno essenziali di conoscenza<br />
dei cicli lavorativi, dei rischi, dello stato<br />
di salute della popolazione lavorativa o<br />
dell'ambiente.<br />
Pur con tutti i problemi ora citati<br />
comunque, ci confortano le esperienze<br />
presentate a Torino da molti Servizi,<br />
che tra l'altro spesso derivano da positive<br />
collaborazioni con la magistratura<br />
(Brescia, Torino, Firenze, ossia sedi giudiziarie<br />
tra ie più impegnate nel campo<br />
della tutela del lavoro).<br />
Abbiamo sempre saputo che la probabilità<br />
di ricostruire con ragionevole<br />
certezza la dinamica di un infortunio è<br />
inversamente proporzionale al tempo<br />
che intercorre tra evento e primo sopralluogo,<br />
per non parlare della memoria<br />
dei testimoni, della validità della<br />
raccolta delle prove.<br />
Dove i servizi territoriali sono diventati<br />
anche per la Magistratura il<br />
nodo informativo e decisionale in questo<br />
campo, ciò non può che rappresentare<br />
un momento di maggiore autonomia<br />
e di professionalità.<br />
"Agire sugli infortuni prima che gli<br />
infortuni agiscano sui servizi" così sintetizzava<br />
qualcuno il pomeriggio del<br />
primo giorno torinese.<br />
Certamente - come per ogni altra<br />
attività - anche questa pone la questione<br />
del reale stato dei servizi territoriali.<br />
Per quanto riguarda la giornata sui<br />
tumori professionali, vale la pena di<br />
sottolineare un aspetto centrale che la<br />
veemenza della discussione ha paradossalmente<br />
messo in ombra.<br />
Usciti dalla fase dello sperimentalismo,<br />
i servizi si interrogano sull'efficacia<br />
del proprio lavoro rispetto ad un'evoluzione<br />
tecnologica che ha radicalmente<br />
cambiato la fisionomia dei lavoro<br />
soprattutto negli ultimi dieci anni.<br />
Le esposizioni tradizionali costituiscono<br />
oramai un evento marginale rispetto<br />
allo standard raggiunto e, di<br />
conseguenza, gli effetti attesi sulla salute<br />
della popolazione lavorativa sono<br />
ben diversi da quelli che riempiono i<br />
trattati di medicina del lavoro.<br />
Le malattie professionali perderanno<br />
la loro specificità, assomiglieranno<br />
sempre di più a quelle della popolazione<br />
generale, con ampia prevalenza di<br />
quelle per cui non è identificabile una<br />
soglia di sicurezza, nonostante la riduzione<br />
dei valori di esposizione. Le allergopatie,<br />
le malattie degenerative tra le<br />
quali soprattutto i tumori si impongono<br />
e si imporranno ancora di più alla<br />
nostra attenzione di operatori della<br />
prevenzione per la loro gravità.<br />
I tumori in particolare per la loro<br />
lunga latenza, relativa rarità ed età<br />
anagrafica di insorgenza, mettono in