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Numero 23/24 - Snop

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naturalmente limitatamente al periodo<br />

dell'intervento;<br />

2) i Servizi pertanto mantengono la<br />

possibilità di effettuare direttamente<br />

l'attività di sorveglianza sanitaria nei<br />

seguenti casi: a) indagini mirate di<br />

comparto; b) indagini per rischi o patologie<br />

di particolare rilevanza; c) prosecuzione<br />

di indagini sanitarie già in carico<br />

ai Servizi all'entrata in vigore della<br />

legge 277;<br />

3) visto che l'organo di vigilanza deve<br />

pronunciarsi sui ricorsi avverso le<br />

decisioni del medico competente, poiché<br />

si avvisa che tale attività ha carattere<br />

di elevata responsabilità, si ritiene<br />

opportuno che l'organo di vigilanza si<br />

pronunci in forma collegiale; si propone<br />

pertanto come sede collegiale una<br />

Commissione provinciale o regionale,<br />

composta da un medico dei lavoro<br />

dell'USL ove ha sede l'attività produtti -<br />

va in cui è impiegato il ricorrente (tale<br />

sanitario provvederà all'istruzione della<br />

pratica), da un medico specialista nella<br />

branca riguardante la patologia per la<br />

quale è stato emesso il provvedimento<br />

di allontanamento, e da un medico del<br />

lavoro appartenente all'USL capoluogo<br />

o ad altra USL della Regione, nel caso<br />

USL e Provincia coincidano per territorio.<br />

Come medici dei lavoro del Friuli-<br />

Venezia Giulia riteniamo necessario allargare<br />

nel modo più ampio la discussione<br />

su tali temi (analisi e proposte),<br />

poiché li giudichiamo fondamentali<br />

per la configurazione che verranno a<br />

prendere i Servizi nel prossimo futuro.<br />

Giovanna Cornelio, coadiutore SML di<br />

Trieste. Lucio Petronio, dirigente medico<br />

responsabile SML di Trieste. Roberto<br />

Riavez, caposettore IP e Med. Lav.<br />

Bassa Friulana. Giovanna Munafò, coadiutore<br />

resp. SML della Bassa Friulana.<br />

Giuliano D'Ambrogio, caposettore<br />

Med. Lav., dell'Udinese. Enzo Rancati,<br />

coadiutore SML di Udine. Paolo Pischiutti,<br />

assistente SML di Udine. Massimo<br />

Sigon, coadiutore resp. SML S.<br />

Daniele. Tina Zanin, coadiutore resp.<br />

SML di Monfalcone-Gorizia. Giancarlo<br />

Miglio, caposettore IP e Med. Lavi di<br />

Gemona. Sergio Tonut, coadiutore sanitario<br />

Med. Lavi di Pordenone. Beppino<br />

Colle, caposettore lP e Med. Lav. di<br />

Cividale; Massimo Treleani, assistente<br />

Med Lavi di Tolmezzo. Emanuela<br />

Zamparo, coadiutore Med. Lav. di San<br />

Vito. Anna Furlan, caposettore 1P e<br />

Med. Lavi di Maniago-Spilimbergo.<br />

Paolo Valentino Turri, assistente Med.<br />

Lavi di Sacile.<br />

ASV<br />

FRA LE PIEGHE<br />

DELLA STORIA<br />

Come operatrice veterana, nata con<br />

['istituzione stessa del Servizio, mi sento<br />

chiamata in causa nel dover esprimere<br />

alcune considerazioni sul ruolo<br />

dell'ASV, e più in generale del personale<br />

infermieristico, all'interno dei Servizi<br />

di prevenzione e tutela della salute<br />

nei luoghi di lavoro. Un rapido escursus<br />

storico mi induce a considerare<br />

che le motivazioni che hanno spinto<br />

queste figure ad operare in tali strutture<br />

non sono riconducibili a precise<br />

scelte professionali determinate più a<br />

monte da personali "vissuti ideologici",<br />

come è accaduto per molti medici del<br />

lavoro. L'infermiere e poi l'assistente<br />

sanitario, si sono trovati a lavorare nei<br />

servizi, semplicemente perché questi<br />

rappresentavano una risposta ad una<br />

domanda di lavoro, una prospettiva<br />

"ambita", tanto più che si conciliava<br />

con una dimensione più "vivibile" rispetto<br />

a quella ospedaliera.<br />

Questo aspetto allettante veniva subito<br />

annullato dal disorientamento in<br />

cui veniva ben presto a trovarsi questa<br />

figura che non aveva nessuna scienza<br />

in materia di medicina del lavoro (gli<br />

stessi programmi della scuola di LP.<br />

non prevedevano allora l'insegnamento<br />

di questa disciplina), non riuscendo<br />

peraltro a trasferire, adattare alcuna<br />

voce del suo mansionario. Certamente<br />

la difficoltà era più generalizzata; questi<br />

servizi sortivano dal "nulla", andavano<br />

inventati, impostati a partire da<br />

normative regionali a volte difficilmente<br />

interpretabili.<br />

Correvano gli anni in cui si trattava<br />

di inverare quella tanto declamata prevenzione<br />

e tutela della salute in fabbrica<br />

che erano diventate parole d'ordine<br />

nelle contrattazioni sindacali.<br />

Lo sforzo corale era quindi teso a far<br />

decollare il servizio in funzione di queste<br />

nuove istanze sociali, piuttosto che<br />

ad individuare specifici ruoli professionali.<br />

La consapevolezza che questo era<br />

l'obiettivo prioritario ha reso l'operatore<br />

sanitario disponibile a "tutto campo",<br />

disponibilità che si espletava nelle<br />

mansioni più diversificate, burocratiche<br />

ed organizzative, a scapito di quelle<br />

più propriamente sanitarie.<br />

L'identificazione con il servizio, la<br />

speranza che la situazione di "empasse"<br />

fosse solo transitoria non ha fatto<br />

sentire l'operatore infermieristico dequalificato<br />

a manovalanza; aveva scelto<br />

di asservire alla "polis" del servizio<br />

più che a un suo paradigma professionale.<br />

Molte lune sono trascorse. I nostri<br />

servizi hanno guadagnato una loro immagine<br />

e ruolo istituzionale; con più<br />

presenze e maggiori professionalità.<br />

Le competenze ispettive in materia<br />

di igiene e sicurezza del lavoro hanno<br />

attribuito facoltà di accesso e di intervento<br />

in fabbrica, conferendo al personale<br />

tecnico precisi compiti e ruoli<br />

istituzionali. Ne è derivata, per così dire<br />

"d'ufficio", una loro autonomia operativa<br />

e decisionale, anche rispetto ai<br />

medici, che si è tradotta in una ben<br />

definita riqualificazione professionale.<br />

Ciò non è accaduto, viceversa, per<br />

la nostra categoria che rimane tutt'ora<br />

personaggio in cerca d'autore.<br />

Una prima motivazione è legata al<br />

fatto che le malattie professionali ed i<br />

loro fattori di rischio hanno subito in<br />

questi anni una trasformazione qualitativa<br />

e quantitativa più radicale rispetto<br />

agli infortuni ed alle loro cause.<br />

Questo ha comportato un continuo<br />

interrogarsi sui metodi e gli obiettivi<br />

dell'indagine sanitaria. In questa situazione<br />

così fluida ed in continuo divenire,<br />

che mette in crisi lo stesso ruolo<br />

medico, è quindi paradossale ipotizzare<br />

una precisa identità professionale<br />

per l'assistente sanitario.<br />

Di fronte ad un clima sociale profondamente<br />

mutato, ad una progressiva<br />

differenziazione delle figure tecniche<br />

da quelle sanitarie, ad un momento<br />

di globale ripensamento del significato<br />

della stessa medicina del lavoro,<br />

esiste un rischio oggettivo di emarginazione<br />

e dequalificazione per il giovane<br />

assistente sanitario che approda a<br />

questi servizi.<br />

Questo nuovo operatore va onestamente<br />

informato che non è proponibile<br />

per lui un ruolo analogo a quello dei<br />

tecnici, che le carriere previste dall'ex-<br />

Ministro della Sanità sono ancora più<br />

irrealistiche a livello territoriale rispetto<br />

a quello ospedaliero.<br />

Credo però che, sgombrato il campo<br />

da ogni forma di gratuito scetticismo,<br />

qualora si esplorassero nuovi e<br />

più adeguati approcci per indagare lo<br />

stato di salute dei lavoratori - come<br />

ad esempio la ricerca diretta delle ma-<br />

[attie professionali più attuali e lo studio<br />

dei cosiddetti effetti a lungo termine,<br />

anche in relazione alla popolazione<br />

generale si aprirebbero prospettive<br />

di ampio respiro, capaci di garantire,<br />

per tutti, un lavoro dignitoso al di là di<br />

rigidi inquadramenti professionali.<br />

Corinna Albolino<br />

UOTSSL - USSL 47 Mantova

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