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L'approccio centrato sul cliente nella terapia delle balbuzie ... - ACP

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<strong>ACP</strong> – Rivista di Studi Rogersiani - 2007<br />

(Bloodstein, 1974; 1995).<br />

Zmarich (1999: 101 -102) a proposito di <strong>balbuzie</strong>, fluenze e disfluenze<br />

sostiene che:<br />

La definizione e la diagnosi tradizionali di <strong>balbuzie</strong> si basano <strong>sul</strong>la rilevazione uditiva e<br />

valutazione qualitativa <strong>delle</strong> disfiuenze, che pel numero, tipo, durata e posizione sono<br />

giudicate anomale e qualificano chi le produce come <strong>balbuzie</strong>nte.<br />

La fluenza è multidimensionale, e un parlato fluente oltre ad essere privo di discontinuità<br />

sarà anche prodotto con una scansione ritmica regolare, in modo rapido e senza eccessivo<br />

sforzo sia fisico che mentale [...]. Infatti è ben conosciuto in letteratura il caso di <strong>balbuzie</strong>nti<br />

che non presentano disfluenze [...]. Questi soggetti sono affetti da "covert/subperceptual<br />

stuttering" e avvertono spesso nel parlare livelli eccessivi di sforzo muscolare e "tensione"<br />

cognitiva che possono sfuggire all'occhio e all'orecchio del clinico.<br />

La seconda, detta "definizione standard", è quella di Wingate (1964:315),<br />

secondo cui il termine <strong>balbuzie</strong> significa:<br />

un disordine <strong>nella</strong> fluenza di espressioni verbali che è caratterizzato da ripetizioni o<br />

prolungamenti involontari, udibili o silenti nell'emissione di brevi elementi del parlato, vale a<br />

dire: suoni, sillabe e parole di una sillaba. Queste interruzioni occorrono frequentemente o<br />

sono ben definite e non sono facilmente controllabili dal soggetto. Talvolta le interruzioni<br />

sono accompagnate da attività accessorie come gesti collegati al parlato, caratteristiche<br />

verbali, spostamenti ausiliari del corpo. Inoltre molto spesso vengono riferiti stati<br />

emozionali che vanno da una generale condizione di "eccitamento" o "tensione" a più<br />

specifiche emozioni di natura negativa come paura, imbarazzo, irritazione, frustrazione,<br />

vergogna, o simili.<br />

La manifestazione più visibile della <strong>balbuzie</strong> è rilevabile in qualche<br />

incoordinazione espressa nel meccanismo periferico del parlato relativo alla<br />

produzione verbale.<br />

La terza definizione è tratta dal DSM-IV (autori vari, 1996: 80-82):<br />

Criteri diagnostici per la <strong>balbuzie</strong>:<br />

O Un'anomalia del normale fluire e della cadenza dell'eloquio (inadeguati per l'età del<br />

soggetto) caratterizzata dal frequente manifestarsi di uno o più dei seguenti elementi:<br />

1. ripetizioni di suoni o sillabe<br />

2. prolungamento di suoni ,<br />

3. interiezioni<br />

4. interruzioni di parole (cioè pausa all'interno di una parola)<br />

5. blocchi udibili o silenti (cioè pause del discorso piene o vuote)<br />

6. circonlocuzioni (sostituzioni di parole per evitare parole problematiche)<br />

7. parole emesse con eccessiva tensione fisica<br />

8. ripetizioni di intere parole monosillabiche<br />

O L'anomalia di scorrevolezza interferisce con i ri<strong>sul</strong>tati scolastici o lavorativi, oppure<br />

con la comunicazione sociale.<br />

L'entità dell'anomalia varia da situazione a situazione, e spesso è più grave quando vi è<br />

una speciale pressione a comunicare. La <strong>balbuzie</strong> è spesso assente durante la lettura corale,<br />

il canto, il colloquio con oggetti inanimati o animali.<br />

Secondo il Dott. Piero D'Erasmo la <strong>balbuzie</strong> non è una malattia né un<br />

difetto. È una sofferenza in quanto comporta nello stesso tempo disfluidità<br />

verbale, tensione emotiva, ansia sociale e può condizionare anche le scelte<br />

personali. Superarla quindi vuoi dire migliorare la qualità della propria vita<br />

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